Open your eyes and see the wa...

By tiamoharreeh

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‟Avevo sempre pensato che i miei occhi fossero destinati a trovare un posto nel mondo, poi ho incontrato i tu... More

1. Open your eyes and see the way our horizons meet.
2. Christmas lights.
3. Happy Families.
4. Narrow Rings.
5. Just a Fairytale.
6. Scratched.
7. The Tall Boy.
8. Afire.
9. Lake Windermere.
10. Crossed Roads.
12. Back For You.
13. The Only Exception.
14. Epilogue.
|| Spazio Autrice ||

11. The Real Me.

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By tiamoharreeh

Il ricciolino aveva visto quella scena brutale. Strinse gli occhi dal dispiacere e sperò con tutto sé stesso che Zayn non avesse visto.

Lo aveva ancora fra le braccia, e dopo quella terribile cosa appena successa dall'altra parte del lago lo strinse ancora di più, chiudendolo nel buio di quell'abbraccio.

“Ahia, Harry!” mugolò con voce soffocata Zayn.

Il ragazzo non si era accorto di stringere con po' troppa pressione l'amico, e non appena lo sentì lamentare, ammorbidì la presa, afflosciando le braccia. Non voleva che Zayn si accorgesse di quel bacio tra Liam e una ragazza. Stava male solo al pensiero che il suo amico potesse crollare di nuovo, e gli venne il panico. Diventò teso.

“Scusa, Zayn.”

“Hey... Perché sei così teso?” chiese turbato Zayn, il quale uscì da quel riparo e riportò il viso all'aperto. Guardò Harry che non riusciva a nascondere cosa stesse provando. Stringeva ancora gli occhi. Le labbra serrate e un'espressione tristissima.

“Harry! Che hai?” cercò di strattonarlo Zayn, ma l'altro non rispose. Non ci riusciva, si sentiva così dispiaciuto. Harry era quel tipo di persona che avrebbe preferito sopportare il dolore degli altri piuttosto che lasciarlo a loro. E su quella spiaggia bianca lo fece, ma senza il permesso di Zayn.

Harry aprì gli occhi, erano rossi. Niente tracce di lacrime ingombranti. Non appena Zayn vide quello sguardo a pezzi capì immediatamente. Sapeva che l'amico diventava silenzioso e sofferente quando era dispiaciuto per qualcuno.

Perciò nello stesso istante buttò un'occhiata al di là del lago.

Liam era lì. Con una ragazza fra le braccia. La guardava. Si sorridevano. Lui farfugliò qualcosa impossibile da capire. La baciò di nuovo.Oddio.

Zayn sentì una pugnalata al cuore. Non pianse. Non aveva più lacrime a sufficienza. Ne aveva abbastanza. Era arrabbiato. Si sentiva così scavato in petto che l'unica cosa che voleva era riavere il suo cuore indietro. E vedere Harry in quello stato fu il colpo decisivo.

“Perché devi star male al posto mio, Harry? Guardami, io sto bene.” disse Zayn cercando di dimenticare la scena appena vista. Prese il viso dell'amico fra le mani e cercò di tranquillizzarlo.

“E' che... Oddio Zayn, mi dispiace così tanto!” si lasciò andare a due lacrime calde, bollenti, piene, intense, che lasciarono un graffio sul suo viso e sulla sua pelle così liscia e morbida. Harry che piangeva non era una cosa bella da vedere, anzi, era praticamente impossibile vederlo in quello stato, e Zayn passò subito le dita sulle sue guance per riportagli il viso al suo stato naturale.

“So che sei dispiaciuto, perché sei mio amico. Ed io apprezzo il tuo aiuto Harry. Mi stai aiutando anche adesso, sai? - si fermò un attimo Zayn, cercando lo sguardo dell'altro – Ho la testa che sta scoppiando, il cuore in frantumi, vorrei buttarmi in acqua e restarci dentro perché la cosa che ho appena visto mi ha appena spezzato. - altra breve pausa. Finalmente Harry lo guardò dritto negli occhi – E invece sono qui, cercando di stare calmo, perché lo faccio per te. Sei una persona talmente buona, Harry. Mi stai dando la forza per non farmi fare quel tuffo eterno. Sei il mio migliore amico e non voglio vederti così. Dov'è il mio raggio di sole?” concluse Zayn citando una frase che lo stesso Harry aveva usato per tirare Zayn su di morale tempo prima.

Era vero, quel ragazzo alto, magro ma massiccio gli aveva trasmesso tanto coraggio e forza di volontà. E per lui avrebbe affrontato le sue paure, i suoi problemi. Era il minimo per ripagarlo e per non deluderlo.

“Sono arrabbiato, Harry. Vorrei urlare e piangere e tu stai deviando tutte le mie emozioni. Liberatene e ci penserò io a gestirle. D'altra parte sono le mie emozioni, perché te ne appropri tu?”

“Perché voglio proteggerti, Zayn.”

“Lo fai già nel migliore dei modi, Harry.”

Quest'ultimo sorrise, e quegli occhioni enormi ringraziavano il ragazzo moro di fronte a lui.

“Ora cosa pensi di fare?”

“Ora andiamo ad affrontare il problema!” disse deciso Zayn.

Harry lo guardò fiero: “So che lo puoi fare. Io credo in te.”

Zayn gli tirò una pacca sulla spalla.

I ruoli si erano praticamente ribaltati. Per dei minuti era toccato a Zayn consolare Harry. Era così sensibile quel ragazzo. Ma in realtà Zayn era piegato in due dalla brutta freccia che lo aveva colpito in pieno petto. Cercò di rassicurare l'amico dicendogli che avrebbe affrontato la cosa. Lo avrebbe fatto, glielo doveva, sì, ma... come?

Dolore e rabbia avevano lo stesso amaro sapore che nauseava i pensieri di Zayn.

Con passo deciso raggiunse l'altra parte del lago. Si assicurò che Harry stesse bene e si caricò di rabbia. Quella avrebbe sicuramente dato un impatto e messo in chiaro le cose.

“LIAM!” urlò Zayn a gran voce, interrompendo il picnic appena iniziato dei sei amici.

Gli occhi di Zayn fumavano. Lo stomaco gli bruciava. Il cervello elaborava. Ma il cuore gli tremava.

“Zayn! Cosa vuoi?” Liam capì che Zayn era arrabbiato, e non poteva fingersi sorpreso. Quel tono alto e fastidioso lo fece sobbalzare e si rivolse a lui con la stessa 'delicatezza'.

“Devo parlarti!” ancora quel tono insistente.

Forse una persona normale avrebbe risposto di no, poiché non avrebbe potuto interrompere un pranzo felice con degli amici. Nonostante la rabbia, Liam sentì una calamita invisibile che lo trascinò verso Zayn. Ma perché gli do retta? si lamentò.

Zayn aveva chiesto ad Harry di starne fuori, gli impose di stare all'inizio della distesa d'alberi, e stava appoggiato a uno di essi.

Il moro portò Liam lontano dai suoi nuovi amici in modo che avrebbero potuto sentire poco e niente di quel che si sarebbero detti. Aveva passo deciso e dietro di lui lo seguiva calmamente l'altro. Poi si fermarono.

“Allora, Zayn, cosa vuoi? Hai interrotto il mio pranzo!” il tono aggressivo di Liam era chiaramente ridicolo. Sì, aveva ancora in mente l'immagine di Zayn abbracciato ad Harry e questa lo faceva rabbrividire, ma dopo il bacio con Sophia si sentì importante. Si sentiva come se avesse il mondo in mano.

“E tu mi hai rovinato la giornata!” calpestò immediatamente Zayn. Il mondo di cui Liam era impossesso era stato appena colpito.

“Ah sì? E cosa avrei fatto?” Liam fingeva di non sapere. Sapeva perché Zayn era lì. Sapeva che c'erano delle probabilità che lui avesse visto quel bacio, ma non sapeva che avrebbe fatto quella scenata. Ricordava Zayn timido e debole. E questo cuore impavido da dove l'ha tirato fuori?

“Sei così sciocco. Ti conosco fin troppo bene, Liam. Lo hai fatto a posta!” Zayn lo guardava schifato, incredulo del fatto che Liam potesse essere così infantile da poter fingere.

“Che cosa avrei fatto a posta?”

“Fingi ancora? - Zayn si rassegnò. Non avrebbe vinto Liam. - Il bacio, Liam! Il bacio che hai dato a quella ragazza!” e lanciò uno sguardo a Sophia, che da in fondo al tavolo guardava i due discutere.

“E allora?” Liam ammise a sé stesso che quel bacio era stato dato un po' di proposito per scatenare la reazione di Zayn. Fu sollevato di vedere quella scenata, ma d'altra parte era arrabbiato. A Sophia ci teneva e non era stato del tutto finto quel bacio.

E ALLORA?! Scherzi, Liam? Come osi?” iniziò ad alzare il tono Zayn.

Liam non rispose, e l'altro si trovò costretto a continuare.

“Credi che io sia un oggetto, Liam? Credi sia stato tutto un gioco? Una finzione? Era tutto finto per te, Liam?” urlò esausto.

L'altro stava per dire qualcosa ma venne immediatamente interrotto.

“Ti sei già liberato di me, Liam? Tempo qualche giorno e ti sei già trovato un'altra ragazza da baciare? Ma come ti per-” non fece in tempo a terminare la frase che Liam sbottò: “Io, Zayn? Io mi sono liberato di te? Ti ho visto, sai? Che ti abbracciavi con Harry a casa sua, e poco fa proprio su quella riva laggiù. Tu non sei stato migliore di me!”

“TU NON SAI NIENTE!” ribattè Zayn, attirando l'attenzione di chi stava nei paraggi.

La rabbia era a mille, ed ecco che la voce cominciò a strozzarglisi in gola. No! rimproverò sé stesso.

“Tu non sai niente, Liam, per Dio!” era straziato. Non voleva litigare con Liam. Ci teneva ancora così tanto a lui, e aveva sempre odiato discuterci.

“So quello che ho visto, Zayn!” disse l'altro.

“Tu non hai visto proprio niente, Liam! Se avessi visto bene, con gli occhi belli che hai, avresti potuto vedere dietro ad ogni di quegli abbracci che hai accidentalmente osservato, quanto in realtà io stessi male! Avevo bisogno di qualcuno, e mentre tu stavi in giro a baciarti con qualcun altro, io ero a casa, Liam! A casa a stare male. Poi è arrivato Harry che mi ha aiutato a risollevarmi e Santo Dio! Non è cambiato nulla, sono di nuovo a pezzi qui di fronte a te!” quella lacrime scottanti gli bruciarono la gola. Zayn piangeva tantissimo. Era disperato e Liam sentì un colpo al cuore nel vederlo così. I suoi occhi si intenerirono. Cercò di non guardarlo perché stava così male vedendolo stracciato dai suoi sentimenti. Ed era colpa sua. Solo sua.

Non volevo essere questo. Non avrei mai voluto far del male alle persone. pronunciò la sua mente. Non poteva crollare davanti a qualcosa di già rotto. Sarebbe stata la disfatta di entrambi. Non voleva nemmeno lasciare Zayn lì, a soffrire, mentre intorno la gente li guardava. Non voleva che i suoi amici vedessero quella scena pesante.

“Io le voglio bene, Zayn. Come Harry ha distratto te, lei sta distraendo me.” disse infine con tono debole ma sincero. Voleva che Zayn si facesse una ragione una volta per tutte di quella situazione. Quest'ultimo si sfogò per un minuto intenso, poi il lato gentile di Liam uscì fuori perché non poteva negare a sé stesso di voler ancora bene a quel ragazzo. Gli spostò le mani dal viso e gli sorrise, cercando di rassicurarlo. Perché lo faccio? Oh, è così a pezzi! gli dispiaceva da morire per lui.

“Mi dispiace, Zayn. Stanno così le cose. Torna a casa.” gli disse dolcemente. Non incontrava quegli occhi da tanto tempo. Si rese conto che gli mancavano, e nel guardarli spalancò la bocca, sorpreso di quanto fossero ancora più belli di quando l'ultima volta li aveva lasciati. Ma un velo scuro li riparavano. Un velo di tristezza. E ancora una volta si sentì inutile, un irresponsabile e senza tatto... realizzando che quell'alone ombroso l'aveva creato proprio lui.

Zayn si sentì ridicolo dopo quel pianto. Non voleva crollare davanti a Liam. Aveva fatto una terribile figuaraccia e aveva messo a nudo i suoi sentimenti talmente era preso dal momento. Aveva bisogno di urlare e sfogarsi, e si rese conto solo dopo che Liam era la persona meno adatta sul pianeta con cui farlo.

Si arrese al fatto che ormai Liam era andato avanti. “Io le voglio bene, Zayn” sentì risuonare quelle parole in testa e un'espressione spenta si impossessò del suo sguardo. Non c'erano più speranze. Zayn era definitivamente K.O.

Lasciò Liam lì, in piedi sull'erba. Aveva gli occhi calmi e un'espressione delusa. Tornò lentamente al tavolo dai suoi amici e non raccontò nulla. Zayn era ancora un segreto e ciò che era stato per lui non doveva essere rivelato.

“Piccolo!” esclamò Harry caldamente, allargando le braccia e accogliendo Zayn, stringendolo così forte con l'intenzione da ricomporre i pezzi di lui che Liam aveva distrutto.

“Oh, Harry.” fu tutto ciò che Zayn riuscì a dire. Voleva starsene in quell'abbraccio sicuro, tra le braccia possenti dell'amico.

“Sei stato fantastico.” Harry gli baciò la fronte. Ecco ancora quei suoi modi paterni così infinitamente adorabili. Harry era unico al mondo.

Zayn si fece scivolare addosso quelle parole. Era ancora addolorato dalla respinta di Liam. Aveva ancora un briciolo di speranza che lui lo volesse ancora, ma evidentemente si sbagliava. Liam era veramente andato avanti come non voleva credere.

“Voglio andare a casa, Harry.”

“Subito, piccolo.” gentilmente Harry gli mise il suo cappotto addosso, per ripararlo dal fresco. Era freddoloso, Zayn, e anche se l'arietta non era insopportabile, era comunque necessario prevenire un malanno.

I due presero le loro cose e tornarono a Londra.

Zayn non disse niente per tutto il viaggio, ed Harry gli lasciò gli spazi di cui aveva bisogno.

“Domani ci sentiamo, Zayn.”

“Certo.” aveva la voce talmente debole.

“Guarda che se non sorridi il sole non sorge domani. E i miei occhiali da sole costati una follia diventeranno inutili!” disse Harry.

Zayn rise genuinamente e l'amico si sentì sollevato nel sentire quel suono limpido.

“Buonanotte.”

“Ciao Harry. Ti voglio bene.”

Liam non diede più alcun bacio a Sophia. D'altronde il giorno prima lo aveva sperimentato per chiarire le sue incertezze e.... non era servito a granché. Tuttavia non la evitava, passò del tempo tra amici anche la domenica seguente, l'ultimo giorno di quel straziante weekend.

Arrivò a casa stanco morto. Salutò al volo i suoi genitori.

“Non riesco a raccontarvi tutto ora, mamma. Sono stanchissimo. Vado a dormire.” e così corse in camera e si buttò esausto sul suo lettone.

Cercò di dormire ma non ci riusciva. Pensava a qualcosa. Pensava a qualcuno.

Oh, Zayn quanto mi dispiace! Non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine del ragazzo che gli crolla davanti in un pianto isterico e soffocante. Si sentiva male per quello che gli aveva fatto. Come ho potuto?

Si sentì un mostro, lì, su quel letto. Dov'era finito il Liam gentile e generoso? Il Liam disponibile con tutti che non voleva far del male a nessuno? Era quello il Liam vero, quello che i suoi genitori gli avevano ricordato fosse realmente? O non era la verità? Quello era il Liam che forse volevano. E anche se fosse, dov'era finito il vero Liam? Quello capace di amare chiunque? Quello che non avrebbe permesso mai niente e a nessuno di far male a Zayn?

Forse si era perso nei meandri dell'illusione, nel labirinto dei dubbi, nel mare dei pensieri, nella confusione. Forse era stato affogato dalla sua stessa paura di non essere abbastanza per i suoi genitori, ma capì che la sua più profonda paura non era quella. Era perdere Zayn.

Oddio. E se l'avessi già perso? No! Sono stato uno stupido! Ma cosa mi è preso! Era in balia dei suoi sentimenti. Non capiva nulla. Si dimenava nel letto mentre cercava di ritrovare il baricentro della ragione.

All'improvviso sentì che gli mancava quel ragazzo basso, dai capelli mori e morbidi. Voglio il mio Zayn. Il pensiero di poterlo perdere davvero gli balenò nel cervello e si sentì accecato. No, lo voleva ancora. Gli mancava.

Delle lacrime gli scesero lente sul viso, percorrendo le curve della guancia. Si coprì con la mano per nascondersi. Ma non c'era nessuno che poteva guardarlo. Voleva nascondersi da sé stesso. Si sentiva così confuso, deluso dal suo comportamento. Come aveva potuto fare tutto quello che aveva fatto? E Sophia? Che ne sarebbe stato di Sophia?

Voglio Zayn. Pensò ancora. Non riusciva a togliersi quell'espressione crogiolata del ragazzo davanti a lui che piangeva spaventato, tenendosi la testa fra le mani in segno di disperazione.

Sì addormentò tardi e non avrebbe aspettato un miracolo che cambiasse le cose. Non era nel carattere di Liam. Avrebbe fatto ciò che sentiva e, sì. Era deciso questa volta. Niente mamma, niente papà. Niente di niente. Solo il vero Liam.

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