Ricordi Immortali

By DarkDarrik

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I ricordi non muoiono mai. Ma se anche il possessore di questi ricordi avesse questa peculiarità? Quando si v... More

-BOOKTRAILER -
1. Un nuovo inizio
Extra - Cast dei personaggi - Parte 1
2. Il contratto
3. Conoscenze
4. L'asso nella manica
Extra cast dei personaggi -Parte 2 -
5. Il Tecnico
6. Ricordi a catena ( Parte I)
6. Ricordi a catena ( Parte II )
7. Semplicemente ricordi
Extra - Cast dei personaggi -Parte 3 -
8. Conseguenze ( Parte I )
8. Conseguenze ( Parte II)
9. Una nuova vita - Parte I -
9. Una nuova vita - Parte II -
10. Il nemico del mio nemico è mio amico
11. Vecchie conoscenze
12. Amici o nemici?
Extra - Cast Personaggi - Parte 4 -
13. Il ritorno
14. Redenzione
15. Umanità
17. Verità
18. L'origine
19. Le sorprese non finiscono mai
20. La riunione
21. La chiamata
22. Il soldato fantasma ( Parte I )
22. Il soldato fantasma ( Parte II )
23. Quel tipo d'amore non muore mai
Extra - Cast Personaggi - Parte 5
24. Passato, presente e futuro
25. Amici
26. Addio
27. Tradimenti
28. La calma prima della tempesta
29. Distrazioni
EXTRA : Sondaggio
EXTRA: Trevor/Sharon/Henry
30. L'inizio della fine
31. Storie dal passato
EXTRA: Rob/Carolina/Rachel/Lauren/Kassandra
EXTRA: Faith/Henry/Nick/Markoos/Randhal
Extra - Cast Personaggi Parte 6 -
32. Paris in love
33. Markoos
34. Il piano perfetto
35. L'ultima notte
36. Requiem.
37. Epilogo
EXTRA : Domande ai lettori.
Extra: Henry/Sharon/Faith/Nik
EXTRA: Lettera di Lauren
Extra: Simon/Katherine/Henry
Extra: Markoos/Rachel/Lauren/Faith
Extra: Rob/Lucrezia/Henry

16. Rivelazioni

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By DarkDarrik

Ero sotto la doccia e pensavo a cosa avrei dovuto dire a Faith quella sera. Non capivo perché volesse un confronto con me dopo che per sessant'anni era sparita dalla circolazione. L'acqua calda scorreva sul mio corpo nudo, e quel rilassante momento non faceva che riportarmi a vecchi ricordi e a rimuginare su cosa avrebbe potuto dirmi.

Perdersi nei meandri della memoria di ciò che si è vissuto per un vampiro che ha più di un secolo è complicato, perché si ha molto su cui scervellarsi. Così, svogliatamente uscii dalla doccia e mi avvolsi un asciugamano alla vita mentre mi recavo nella mia camera per vedere cosa mettermi in vista di quella serata.

Di una cosa ero certo: tutta la storia con i Firewolf e i Bloodlines era opera sua. Era riuscita da sola, anzi con l'aiuto di una novellina che avevo involontariamente trasformato, a manipolare due delle più potenti bande criminali sovrannaturali di Miami.

Quella vampira non finiva mai di stupirmi, ma perché voleva uccidermi?

A dire il vero, ero quasi sicuro che il suo intento non fosse per niente quello di eliminarmi. Tuttavia, le sue azioni dicevano ben altro.

Optai, infine, per indossare una camicia bianca, un paio di jeans grigi e delle scarpe chiare.

Casual e elegante allo stesso tempo, non sapevo che gusti avesse Faith in fatto di abbigliamento moderno. Ma tanto non mi importava molto di piacerle.

Arrivai all'appuntamento in orario e lei era già al tavolo che mi aspettava: indossava un aderente tubino scuro, con spalline sottili che lasciavano nude spalle e braccia, mentre le sue gambe esposte dal ginocchio in giù. Il tutto adornato da una collana presumibilmente d'oro e un paio di orecchini a cerchio ai lobi, e infine delle scarpe col tacco di un nero lucido. Ovviamente aveva al polso il bracciale che mia madre aveva incantato per permetterle di uscire al sole, e benché fosse sera non se ne separava mai, così come me dal mio anello.

I capelli biondo cenere le ricadevano sulle spalle con vari boccoli, le sue labbra rosse e carnose risaltavano di più visto il rossetto che si era messa. Inoltre, anche intorno agli occhi portava del trucco, così come sugli zigomi. Era strana questa sua versione moderna, ero abituato a vederla ben vestita e acconciata negli ultimi anni del 1800.

Prima che potessi perdermi in ricordi vari, scacciai i pensieri dalla mia mente, dovevo rimanere concentrato. Mi sedetti di fronte a lei, mentre le sue iridi verde smeraldo mi scrutavano.

«Cerchi ancora di fare colpo su di me? Dopo tutti questi anni?» esordì lei alzando un angolo della bocca.

«No, mia cara, semplicemente tengo alla cura della mia persona», replicai a tono sfoggiando un ampio sorriso.

Il ghigno le si cancellò dalla faccia e divenne seria, cambiando subito discorso.

«Credo che tu voglia delle risposte e io te le darò immediatamente. La mia intenzione non era quella di farti fuori, Henry», disse con un'espressione grave e concentrata che non le avevo mai visto prima sul volto.

«Mi sembra difficile crederlo. Mi hai scagliato contro le due bande di vampiri e mannari più forti di Miami, manipolandole a tuo piacimento», reagii ironico sistemandomi meglio sulla sedia.

Il cameriere ci interruppe e ordinammo da mangiare e da bere: eravamo esperti nel mentire e ingannare, dovevamo sembrare una coppia a cena, anche se era un secolo che non lo eravamo... e non era un modo di dire.

«Ascolta, non è dipeso da me, io non avrei mai voluto che tu morissi, ma ho fatto ciò che era necessario. Così ho semplicemente agito come faccio da secoli , sai come sono fatta», ribatté fredda e cinica la vampira, con un'elegante scrollata di spalle.

«Perché? Era necessario per cosa?» chiesi con un'espressione curiosa sul volto.

«Per oltre sessant' anni sono sparita dalla tua vita per proteggerti dalla verità, ma ora lui vuole che io ti riveli tutto. E forse ha ragione, credo che tu solo ora possa gestire la situazione», continuò Faith agitata, per poi mordersi un labbro.

Era nervosa, da quando era divenuta vampira nulla la spaventava o la innervosiva. Beh, a parte Lauren.

«Lui? Ma di che diavolo stai parlando? Sembriamo in 007! Avanti, parla!» sbottai ironico mettendo gli avambracci sul tavolino e incrociando le dita di una mano con quelle dell'altra.

Faith non accennò al minimo sorriso, anzi prese un lungo respiro.

"Lui... beh... parlo di Rafael», affermò titubante.

Rimasi a bocca aperta, lei stava lavorando per uno degli ultimi Master rimasti sull'intera faccia della terra.

Un Master è un vampiro che ha superato i cinquecento anni di età, un evento che capitava più raramente di quanto si potesse pensare. Io, al massimo, avevo avuto a che fare con un vampiro che aveva più di trecento anni, ed era il più anziano che avessi conosciuto.

Scossi la testa per riprendermi dalla notizia shock.

«Cioè, tu stai lavorando per un Master? Io ho solo lontanamente sentito parlare di Rafael con tutte le fonti di cui dispongo, e tu lavori per lui? Non può essere vero!» dichiarai incredulo e un po' spaventato.

«Non è il momento di giocare alla macchina della verità! Non potrei mai mentirti, cioè l'ho fatto quando era necessario, ma non questa volta», assicurò la vampira battendo un pugno sul tavolo.

Nel mentre arrivò la cena e con un gesto congedai il cameriere.

«E cosa vorrebbe Rafael da me?» chiesi ancora abbastanza scettico.

«Lo saprai quando sarai sotto la sua custodia», rispose con un largo sorriso Faith iniziando a cibarsi della pietanza che aveva nel piatto.

«Non credo di voler farmi tenere "in custodia" da un Master. Sai, so che ci sono pochi Master in circolazione e sinceramente l'unico di cui ho sentito parlare davvero male è Rafael. Questo vuol dire che non è tanto innocuo, giusto?» domandai nervosamente gustando anche io il cibo che avevo ordinato per mantenere la nostra copertura.

«Basta non farlo incazzare», replicò secca lei inclinando leggermente la testa di lato.

Trasalii al solo pensiero di dover incontrare un vampiro così antico e potente.

«Io sono totalmente confuso... voglio delle risposte e le voglio ora», affermai gelido smettendo di mangiare e fissandola negli occhi.

«Questa cosa è più grande di me, di te e ...» disse Faith per poi bloccarsi e irrigidirsi.

«E anche di me ...» affermò una cupa voce alle mie spalle.

Mi voltai lentamente.

Dietro di me, accompagnato da due individui in completo scuro e aspetto da bodyguard, c'era un uomo dall'aria familiare, ma non capii dove l'avessi visto prima d'ora. Era alto più di me e aveva un corpo slanciato e magro. Percorsi la sua figura soffermandomi sui suoi occhi castani, vispi e attenti, e sui capelli neri corvino, portati corti e ordinati. I suoi lineamenti erano molto marcati, con la mascella squadrata e un'espressione dura, aveva delle labbra sottili e un naso appena aquilino. Indossava un completo con cravatta rigorosamente tutto nero, ed era fottutamente inquietante.

«Piacere, signor Giusti, mi presento, sono Rafael. Sarebbe così gentile da seguirmi?» espose con un breve inchino l'individuo.

Mi paralizzai e guardai Faith che continuò a cibarsi facendomi un occhiolino. Dovevo aspettarmelo! Stava tramando qualcosa e mi aveva consegnato al Master più temuto in assoluto. Avrei dovuto ascoltare Rob.

«Non credo di avere scelta, perciò...» e mi alzai lentamente, pulendomi la bocca col tovagliolo. Spinsi da parte uno degli uomini che erano al fianco di Rafael e, a gran velocità, mi dileguai dal ristorante.

Improvvisamente andai a impattare contro qualcuno mentre mi guardavo indietro per vedere se mi stessero seguendo.

«Non dire che non ti avevo avvertito, ragazzo», affermò una voce prima che potessi capire di chi si trattasse.

Di solito ero io che facevo questi trucchetti, grazie alla mia velocità fuori dal comune, ma questa volta ne ero stato vittima. Infatti, Rafael era di fronte a me con un largo sorriso e le braccia dietro le schiena.

Prima che potessi muovere un muscolo, mi tiro una gomitata sullo zigomo e sentii solo il sinistro rumore del mio collo che si spezzava. Dato il modo in cui mi aveva colpito, mi venne il dubbio che anche lui fosse amico di Lauren.

Mi svegliai su un letto confortevole e mi massaggiai il collo. Intravidi una sagoma che velocemente lasciava la stanza e andava a chiamare qualcuno; a gran velocità la seguii e, come qualche ora prima, mi ritrovai di nuovo di fronte Rafael con un sorriso radioso che, invece, a me inquietava parecchio.

«Hey, beccamorto, non ho intenzione di fare di nuovo la bambina dell'esorcista, con il collo che si contorce. Perciò tieni le mani dietro la schiena, per favore», affermai con mezzo ghigno allungando le braccia in segno di resa.

A quanto pareva, il Master non apprezzò molto la mia ironia sul suo modo di vestire e sulla sua mossa che aveva eseguito su di me poco prima. Infatti, mi prese per il collo e si trasformò a una velocità che avevo solo visto usare a Lauren parecchi anni orsono. La sua stretta era forte, e fu solo grazie a una figura che non riuscii subito a distinguere che Rafael mollò la presa.

«Credo che abbia capito che ti deve portare rispetto, non staccargli la testa o non potrà esserci utile», dichiarò una fredda voce femminile portando una mano sul petto al potentissimo vampiro.

Mi massaggiai la gola, guardando in ginocchio la figura di colei che mi aveva tradito, consegnandomi nelle mani del vampiro più forte sulla faccia della terra.

Era Faith che, con il suo classico sorrisetto da stronza, mi guardava dall'alto verso il basso, poi mi fece cenno di seguirla e io non ebbi altra scelta. Poco lontano, vi era un'immensa sala da pranzo arredata anticamente: soffitti alti, mobili e quadri antichi, era davvero un classico da film horror.

Non ebbi il tempo di osservarmi molto intorno che udì la voce secca di Rafael.

«Siediti», mi ordinò bruscamente il Master, per poi incrociare le mani e metterle sul lungo tavolo di mogano che ci divideva.

«Non credevo ti piacessero i vecchiacci, Faith», enunciai volgendo un sorriso beffardo alla vampira che stava poggiata contro al muro con le braccia incrociate sotto il seno.

A quanto pare, ero irritante perché con uno scatto fulmineo la donna mi sbatté la faccia contro la superficie lignea, facendomi sanguinare dal naso.

«Basta così», dispose solenne il Master alzando una mano, per poi rimetterla su tavolo, incrociandola nuovamente con l'altra. Faith ubbidì e, con la stessa velocità con cui mi aveva colpito, ritornò ad appoggiarsi alla parete.

«Sei qui per un motivo ben preciso, hai sorprendentemente superato la prova finale a cui ti ho sottoposto e hai fatto un favore alla tua amica Faith a non morire o questa grande responsabilità sarebbe ricaduta su di lei», iniziò con tono pacato Rafael e con un'espressione seria che mi fece rabbrividire.

Prima che potessi fiatare, alzò una mano per zittirmi; decisi che, per una volta nella mia vita, mi conveniva stare zitto e ascoltare invece che parlare a sproposito. Se le due bande di creature sovrannaturali più forti di Miami per lui erano "una prova", non osavo immaginare in che gran casino mi fossi, a mia insaputa, cacciato.

Ci fu un lungo minuto di silenzio, e solo a quel punto riconobbi la familiare figura di Rafael.

Una specie di ricordo vivido e angosciante mi elettrizzò improvvisamente, mentre guardavo quell'uomo. Non avevo dubbi, anche se erano passati quasi due secoli.

Era lui.

Era il mostro che aveva iniziato tutto ciò, colui che trovai in quel vicolo mentre trasformava Federica in vampiro.

In quel momento la rabbia mi fece alzare di scatto, nello stesso istante Faith mi guardò e si staccò dal muro. Ci guardammo e lei scosse la testa più volte, invitandomi a non andare contro una morte certa. Trattenni la rabbia e mi ributtai sull'elegante sedia, senza proferire parola, stringendo le nocche sui braccioli fino a sbiancarle.

«Ci hai messo un po' di tempo, ma mi hai riconosciuto. Ebbene sì, tu discendi direttamente da me. E, a dirti la verità, la tua vera discendenza ti ha messo in questa spiacevole posizione, non quella che dipende da me», affermò sempre con calma quasi snervante Rafael.

«Ti sei mai chiesto perché tuo padre fosse il capo dei Lama Oscura?» chiese curioso il potente vampiro aggrottando la fronte.

Mi limitai a scuotere la testa mentre guardavo un punto fisso davanti a me. Avevo pensato per oltre un secolo che se avessi riconosciuto l'uomo che aveva condannato la mia esistenza a un eternità di sangue e morte, lo avrei fatto soffrire in tutti modi che avevo appreso durante tutta la vita.

«I Lama Oscura erano un ordine che risaliva ai tempi di quando io avevo la tua età. Ma in realtà un gruppo dedito alla caccia degli esseri sovrannaturale c'è sempre stato, solo che non avevano un'organizzazione e un nome. Tuttavia, quello che non sai è che i Lama Oscura sono nati per proteggere la tua dinastia», rilevò il Master curvando la schiena in avanti.

«Non è possibile, tentarono di uccidermi, eri lì! Mi aiutasti in effetti», ammisi scuotendo la testa e guardandolo confuso.

«Lo fecero perché oramai era tutto perduto. Cercarono di stanare me e mia sorella, loro credevano che fossimo i vampiri più antichi in circolazione. Ma attirarono qualcuno ancora molto più potente di noi», affermò con tristezza il vampiro.

«Tutta la rivolta di Firenze era una scusa per stanare voi due. Diamine, era un segreto nel segreto allora! La gente sapeva che era un semplice colpo di stato, per i Lama Oscura era per cacciare i vampiri da Firenze. Chi era al vertice, invece, conosceva la verità. Era per eliminare due dei pochi Master in circolazione! Quindi siete sempre in cinque, giusto?» replicai serio e interessato a tutte queste informazioni.

«No, Henry. Siamo solo in tre. Io, un certo Mikael di cui non so molto, e infine ... beh, la tua amica Lauren», concluse amareggiato e triste Rafael. Dedussi che sua sorella era morta durante un assalto dei Lama Oscura.

«Quindi l'ordine di mio padre uccise tua sorella, ma tu ti salvasti, vero?» chiesi confuso.

Non capivo dove volesse andare a parare, voleva vendetta e farmela pagare per ciò che aveva fatto mio padre?

«Come morì mia sorella lo saprai forse più avanti. Comunque, stavamo parlando della tua famiglia, non della mia. Posso solo dirti che è stata lei a trasformare il tuo amico Roberto. Henry, c'è un motivo per cui tu sei diventato un vampiro, una ragione che mi portò a manipolare tutto affinché fosse Federica a trasformarti. Lei portava in grembo tuo figlio.»

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