I Like the Way You Bend for M...

By Things_I_Cant31

205K 7.3K 19.2K

Dove Harry è un insegnante di yoga part-time con i capezzoli duri come pietre e dei leggings che gli aderisco... More

I Like the Way You Bend for Me, Baby
Capitolo Uno
Capitolo Due
Capitolo Tre
Capitolo Quattro
Capitolo Sei
Capitolo Sette
Capitolo Otto
Capitolo Nove

Capitolo Cinque

16.5K 753 755
By Things_I_Cant31

Non riusciva a credere di essersi addormentato a lezione. Non riusciva a credere che il professore lo avesse beccato e lo avesse fatto alzare in piedi per sgridarlo davanti a tutti al centro dell'enorme aula magna per più di cinque minuti. Gli bruciavano ancora le guance, nonostante si trovasse seduto in un angolo del bar con il berretto tirato fino agli occhi, ricurvo su una tazza di carta piena di thè amaro.

Aveva sbavato sul libro e, stando a quanto raccontato dai suoi compagni, parlato nel sonno. Parlato di cose riguardanti Harry. Forse aveva anche gemuto un po'. La vita di Louis era una barzelletta.

Gli suonò il telefono.

Quando sbloccò lo schermo per leggere il messaggio, ponderò brevemente l'idea di affogarsi nel thè.

'Ho sentito che oggi ti hanno dato una lezione? Hahaha capita? Lezione.'

Niall studiava produzione musicale. Come cazzo faceva a saperlo già? Louis lo chiamò.

"Come cazzo-" iniziò Louis, abbassando il tono della voce quando il suo accesso piagnucolante attirò l'attenzione di un passante dall'aria frettolosa.

"Amico, le notizie viaggiano veloci in questo posto," disse Niall, un vago suono di percussioni e bassi in sottofondo. "Ti avevo detto di andare a letto ieri, no?"

"Non è che mi sia divertito a stare in piedi tutta la notte per finire la lettura per la sua dannata lezione, Nialler. E sai cosa ha detto? Lo sai?"

"Suppongo che me lo di-"

"Ha detto, 'se non t'importa nulla della tua educazione e passi le notti a fare festa, puoi anche uscire dalla mia classe.' Tipo, cazzo. Porca puttana, Niall. Non mi stavo divertendo. La sua non è neanche l'unica lezione per cui devo studiare. Ho anche un dannato lavoro part-time. Non ci sono abbastanza ore in una giornata." Inspirò profondamente, s'impose di non andare in iperventilazione. "Ho anche dato buca a Harry ieri così da poter studiare, e questo è ciò che ottengo in cambio. Perché mi disturbo?"

"Così che tu possa laurearti e diventare un insegnante?"

"Smettila di trovare un senso alle cose. Sono turbato."

Niall iniziò a tubare come se Louis fosse un tenero cucciolo abbandonato sul ciglio della strada. "Passa dal mio studio all'edificio JM. Ti farò un po' di coccole."

Coccole, gli sembrò un'idea tanto, tanto bella in quel momento. Solo che, "Non posso. Ho un seminario tra dieci minuti. Sai, due ore in cui i miei compagni cercheranno di non fissarmi e bisbigliare del mio fallimento come essere umano. Per non parlare del fatto che ci sarà anche il mio insegnante preferito. Sarà divertente."

Niall non gli sembrò particolarmente seccato quando rispose, "Buona fortuna allora, Tommo. Puoi farcela." Ma poi ancora, lo era raramente. La sua tolleranza alle stronzate in genere era incredibilmente alta.

Louis appoggiò la guancia al tavolo e fulminò con lo sguardo due ragazze sghignazzanti che gli passarono di fianco. "Odio tutto e tutti."

"Va bene," disse Niall. "Ti voglio bene."

"Ti voglio bene anch'io." riattaccò e si alzò in piedi, stringendosi il thè caldo al petto. Cosa che si rivelò essere un enorme, enorme errore.

Sentì il liquido bollente spandersi per il petto e impregnargli la maglietta ancor prima di poter fare due passi.

"Oh mio Dio, mi disp-"

"Siamo seri cazzo?" si prese la maglietta tra le dita per staccarla dalla pelle, trasalendo quando il thè caldo gli gocciolò sul petto, la tazza che aveva in mano era quasi vuota. Era a malapena riuscito a berne due sorsi. "Fantastico cazzo. Complimenti, tesoro."

"Mi dispiace davvero, davvero moltissimo, io-" iniziò a tamponargli il petto con un fazzoletto di carta che doveva aver preso dalla borsa. Decise di ignorare lo sguardo affranto che vide nei suoi occhi azzurri quando le allontanò la mano.

"Lascia fottutamente perdere e guarda dove vai la prossima volta," scattò. Si sarebbe potuto pentire di essersi comportato così rudemente con lei se non fosse stata una giornata di merda. Per come stavano le cose, voleva soltanto andare a lezione, soffrire per tutta la sua durata e andare a casa.

Fece per superarla quando lei gli afferrò il gomito. "Aspetta, non... non l'ho fatto apposta. È solo che, non ti avevo davvero visto. C'è qualcosa che posso fare per rimediare?"

Se la scrollò di dosso. "No, a meno che tu non abbia una maglietta di ricambio da prestarmi." Appallottolò il bicchiere vuoto e lo gettò nel cestino, determinato a fuggire da quel disastro di persona prima che gli strappasse accidentalmente anche i pantaloni.

"Aspetta!" disse di nuovo, affiancandolo. "Lascia almeno che ti offra un'altra tazza? Mi sento davvero in colpa."

"Ascolta, tesoro," le rivolse uno sguardo feroce con la coda dell'occhio. "Se non arriverò presto a lezione, il mio prof mi scuoierà vivo. E giusto perché tu lo sappia, mi piace il cazzo, quindi che ne diresti di lasciarmi in pace?"

"Oh." Alzò le spalle. "Buon per te? Piace anche a me. E giusto perché tu lo sappia, non ci stavo provando con te. Volevo solo cercare di essere un essere umano decente dopo averti rovinato la mattinata. Scusa."

L'ultima parola grondava di sarcasmo pungente, e Louis non si sarebbe sentito in imbarazzo per la sua supposizione sbagliata. Proprio no.

"Ho una maglia in più comunque. È solo..." frugò nella borsa, poi tirò fuori un pezzo di stoffa succinto. "Avevo promesso a una mia amica che gliel'avrei prestata, ma... immagino che serva più a te che a lei, eh?"

"No. Assolutamente no—"

"Oh, dai, macho man. Sii donna."

"Non mi metterò quella cosa. Non è... il mio stile."

Lei inarcò un sopracciglio. "Fa come vuoi."

Dieci minuti dopo si trovava seduto nella fila più indietro della classe con il cappotto completamente abbottonato. Il riscaldamento della stanza era acceso al massimo e gli sudavano anche le palle, ma avrebbe preferito amputarsi un braccio che slacciarsi il giubbotto.

Sarebbe stata una lunga giornata.

***

Quando Louis tornò finalmente a casa, era riuscito a perdere l'autobus per mezzo minuto e aveva pestato una cacca di cane vicino all'edificio. Mentre si chiudeva la porta dell'appartamento alle spalle, si ripromise che quella sarebbe stata l'ultima cosa tremenda che gli sarebbe successa quel giorno. Da quel momento, sarebbe stato un modello di fortuna e buona sorte.

Quando si sfilò il cappotto e si lasciò cadere sul divano, Zayn lo guardò come un gufo, inghiottendo una cucchiaiata di cereali.

"Bella maglia."

"Grazie," disse Louis, allungando le gambe, premette una coscia contro quella di Zayn. "Ho pensato di provare qualcosa di nuovo."

"Ho sempre pensato avessi la pancia adatta ai crop top."

Louis si toccò la pancia nuda e chiuse gli occhi. Il tessuto era nero e trasparente e gli stava attillato sulle spalle. "Mi sembra che mi metta bene in mostra le braccia."

"È vero."

"Ti piace il pizzo lungo il bordo?"

"Sì. Un tocco molto fine. Mi piace molto l'intero effetto vedo non vedo. Ti si vedono i capezzoli."

"Meritano di essere visti."

Zayn giocherellò con il bordo di pizzo, le sue nocche sfiorarono le costole di Louis, troppo stanco per cercare di sottrarsi al solletico causato da quel tocco.

"Ti vanno un po' di cereali o adesso sei troppo raffinato per questo genere di cose?"

Louis annuì e spalancò la bocca. Zayn gli mise la ciotola sotto il mento e lo imboccò senza far cadere una goccia.

Louis aveva i migliori amici del mondo.

***

Louis aveva la peggior madre del mondo.

"Perché mai gli avresti dovuto dare il mio numero senza chiedermelo prima, mamma? Ma che cazzo?"

"Linguaggio," disse, più per abitudine che altro. "Ho pensato che tu... non lo so. Ho pensato che magari l'avresti voluto sentire? Parlarci?"

Louis si lasciò cadere sul materasso e fissò il soffitto. "Non voglio. Ho già abbastanza problemi senza doverci aggiungere anche lui."

"Boo, è tuo pad-"

"Non è mio-" inspirò profondamente, digrignando i denti così forte che gli fece male la mandibola, "non è mio padre. Serve molto più di donare dello sperma per essere il padre di qualcuno." Anche dopo il divorzio, Mark era stato per lui più un padre di quanto avesse mai fatto Troy.

"Potresti non essere così rozzo, tesoro? Ho parlato un po' con lui ed è... è sinceramente dispiaciuto. Vuole sistemare le cose con te." udì sua madre sospirare e si sentì male per un momento. Poi si ricordò che era stato Troy a decidere di abbandonarli e mettere su una sua piccola famiglia. Che non gliene era fregato un cazzo di loro fino a quel momento. E adesso voleva... cosa? Fingere che non fosse successo nulla e venir accolto a braccia aperte? No. Cazzo, no.

"Mi stai ascoltando?"

"Guarda... non voglio parlarci. Non voglio vederlo. È un estraneo per me." Louis strinse la coperta in un pugno e si trattenne dal gridare contro il cucino e riattaccare. "Comunque, perché adesso? Ha bisogno di un rene o qualcosa del genere?"

Un momento di silenzio.

Louis si tirò su di scatto, avvicinandosi ancora di più il cellulare all'orecchio, un mal di testa lancinante gli intorpidiva le tempie. "Ha davvero bisogno di un rene?!"

"Non essere ridicolo," rispose sua mamma. Louis non era convinto. Doveva esserci un motivo. "Non ha detto nulla riguardo un rene."

"Sì, beh. Sicuramente non ne avrebbe parlato subito, no? Non gli darò il mio rene."

"Louis, nessuno ti sta chiedendo di donare degli organi, Cristo. Almeno senti cosa vuole dirti? Se non ti piace, comportati da adulto e diglielo tu." Con un tono più dolce aggiunse, "Ascolta, so quanto è difficile per te. Lo so. Ma potrebbe farti bene. So che ti disturba il fatto che se ne sia andato, anche se non hai mai detto nulla. Una volta ti mancava e chiedevi sempre di lui quando eri piccolo, sai? Non è un sentimento che scompare."

"Non può mancarmi qualcuno che non ho mai avuto. A malapena lo ricordo adesso." Ciò che ricordava era sua mamma che risparmiava ogni penny che guadagnava e i suoi occhi rossi quando non avevano abbastanza soldi per pagare tutte le bollette. Quando non riusciva a pagare le gite sue scolastiche o quelle delle sue sorelle e i Natali che consistevano in vestiti usati. Si ricordava di dover correre a casa da scuola per occuparsi delle sue sorelline invece di uscire per giocare a calcio con i suoi amici. Si era comportato più da adulto lui che il suo così detto padre.

"Mi prometti che ci penserai?"

"Va bene," mentì, togliendosi un pelucco dai jeans. "Ascolta, Zayn mi sta chiamando, devo aiutarlo in cucina. Devo andare, okay?"

Gli sembrò stanca e triste quando disse, "Okay, tesoro. Riguardati e chiamami appena puoi. Mi manchi."

"Anche tu mi manchi," rispose, ed era vero. "Ciao, mamma." Fissò il cellulare fino a che la luce dello schermò non si affievolì e poi si spense. Forse avrebbe dovuto chiamare Harry e rinviare il loro appuntamento. Essere triste e spossato era tutto fuorché attraente, e Louis voleva tenersi Harry il più a lungo possibile.

L'orologio segnava le 7:46 della sera e Harry sarebbe dovuto arrivare dopo quindici minuti, probabilmente era già uscito di casa. Non c'era tempo.

Si trascinò in bagno per bagnarsi il volto con dell'acqua fredda, mettendosi distrattamente della cera tra i capelli per acconciarli in un ciuffo laterale scompigliato che Zayn aveva inappropriatamente soprannominato i suoi "capelli da sugar daddy". Stava giusto per sedersi in soggiorno per aspettare che suonò il campanello.

Visto che Niall era uscito alla "ricerca di un culo", come l'aveva cavallerescamente definito, e Zayn stava riposando nella sua stanza, Louis corse ad aprire la porta.

"Ciao," Harry gli sorrise raggiante, prendendo Louis dalla vita per lasciargli un dolce bacio sulla bocca. Il mal di testa non gli sembrava più tanto martellante.

"Ciao," gli fece eco, inspirando a fondo. "Hai davvero un buon profumo."

"Grazie. Sarà perché faccio la doccia ogni giorno," disse Harry con una fossetta sulla guancia. Louis voleva soltanto ripiegarlo e metterselo in tasca.

"Vuoi entrare per un po'? C'è un po' di confusione ma... beh, hai già visto di peggio."

"Sì, okay." Prese la mano di Louis e si lasciò trascinare dentro. "Almeno non ci sono mutande sporche che pendono dal lampadario questa volta."

Il sorriso che Louis si fece comparire sul volto seppe più da smorfia, ma ci provò. Non abbastanza, a quanto pareva.

"Hey," disse Harry, appoggiandogli una mano sulla guancia, il pollice carezzava delicatamente la pelle dietro il lobo di Louis. "Stai bene?"

Louis sporse il labbro inferiore, le sue spalle si sollevarono con esitazione. "Sono... sono solo un po' stanco."

Harry lo tirò in un abbraccio, il suo palmo gli si posò sulla nuca, la calma cadenza del battito del suo cuore cullò Louis in uno stato di sonnolenta compiacenza.

"Preferisci restare a casa? Perché per me non sarebbe un problema."

"Ma sei già tutto elegante e sei così bello-"

"Beh, tu sei qui e l'hai visto e hai apprezzato il mio sforzo, quindi... missione compiuta." Aveva il sorriso sghembo e fottutamente affascinante. "Potrei farti qualche coccola? Servirebbero anche me."

"Sei sicuro che non ti dispiaccia?"

"Per niente," disse Harry, la sua mano scorreva su e giù sulla schiena di Louis in delle lente carezze confortanti. Il suo tocco funzionava meglio dell'Ibuprofene.

"Okay. Mi dispiace se non ci divertiremo come ti avevo promesso, m'impegnerò di più la prossima volta," mormorò Louis contro la sua spalla, inspirando il suo dolce profumo, il tessuto della sua camicia era soffice nella stretta di Louis.

"Louis, potresti letteralmente farmi sedere su una sedia e lasciarti guardare senza parlare e sarebbe uno dei momenti più belli della mia vita."

Louis sbuffò una risata e lo abbracciò ancora più forte. Le parole sarebbe così facile per me amarti gli pizzicava la punta della lingua. "Me lo ricorderò per la prossima volta."

"Bene. Ma per ora, ci faremo delle coccole." Harry lo prese davvero in braccio, ridacchiando quando gli fece appoggiare i piedi sui propri, ancheggiando verso il letto nella stanza di Louis.

"Sono pesante!" si lamentò Louis, nascose il sorriso contro la mandibola di Harry stringendosi il più forte possibile al suo collo per pesargli meno sui piedi.

"Pesante come una piuma, sì." Harry lo sollevò tenendolo dalla vita come se davvero non pesasse nulla e lo posò sul letto. "Fammi spazio."

Il materasso si abbassò quando si stese con la testa sul cuscino, raggomitolato su se stesso. Attese. Passarono a malapena due secondi prima che le braccia di Harry lo tirarono vicino, il suo petto era solido e caldo contro la sua schiena.

"Non credo di esser mai stato quello che viene abbracciato prima d'ora. Non tipo, con un ragazzo che non fosse Niall o Zayn." I jeans che si era messo erano stretti e limitativi e voleva davvero toglierli. Solo che non voleva far prendere alla situazione una piega sessuale. In quel momento proprio non gli andava.

"Qual è il verdetto allora? Ti piace?" le dita di Harry gli passarono sulle nocche in una delicata carezza.

"Sì," ammise Louis. "È bello... con te." Mi fai sentire al sicuro e amato, pensò ma non lo disse ad alta voce.

"Bene, perché mi piace stringerti così." Harry gli strofinò il naso contro l'attaccatura dei capelli, le sue dita carezzavano il dorso della mano di Louis, stringendosi lievemente attorno al suo polso.

Le lenzuola frusciarono, i piccoli sbuffi del respiro di Harry erano caldi sulla sua pelle. "Pensi che potremo... tipo, metterci più comodi? I miei jeans sono davvero dannatamente stretti."

"Sì," disse Louis con un sospiro sollevato. "Vale lo stesso per me."

Quando si misero a sedere per liberarsi di pantaloni e camicie, Harry gli puntò un dito contro. "Niente attività inappropriate, Tomlinson. Sono un virtuoso giovane uomo."

"Non sono sicuro di poter gestire questo calore," disse Louis seccamente, segretamente sollevato che Harry l'avesse letto come un libro aperto. "Dovrei avvisarti. Sono molto inappropriato."

"Buon Dio," disse Harry, il suo volto scandalizzato danneggiato da una risatina. "Vieni qui allora, sfacciato. Sarà meglio assicurarsi che ti comporti bene."

"Ti conviene," biascicò Louis contro le clavicole di Harry nell'istante in cui si raggomitolò contro il corpo di Harry appoggiando la testa sotto il suo mento, aggrovigliando le gambe con le sue per sentirlo ancora più vicino.

"Lou?"

"Hmm?"

"È una maglia da donna quella sulla tua sedia?"

Louis si girò per guardare, e quasi di certo, Harry stava guardando il crop top preso in prestito. "Sì. Ho deciso di aggiornare il mio guardaroba."

"Oh. Okay," rispose Harry, stupito.

"Scherzo, piccolo." Louis fece scorrere il palmo sulla vita di Harry per posarglielo sul fianco, amava il modo in cui Harry s'inarcava così avidamente sotto il suo tocco. "Ho avuto una giornata piuttosto strana."

"Vuoi parlarne?"

Avrebbe dovuto lasciar perdere e dirgli che non era nulla di sufficientemente interessante, di abbastanza importante. Avrebbe dovuto chiudere la bocca come sempre quando le persone che non conosceva da tempo cercavano di farlo aprire per intromettersi nella sua vita. Solo, che non lo fece. Perché Harry era onesto e dolce e caldo e non l'aveva mai spinto a fare nulla che non volesse. Perché quando Louis se lo concedeva, vedeva loro due insieme in futuro, codipendenti e domestici, con una casa piena di bambini e gatti, a rubarsi dei baci nei corridoi. Qualcosa in quel ragazzo lo faceva piegare come un'economica sedia da giardino. Non era giusto.

"Interrompimi se ti annoi."

Non smisero di parlare fino a che il mondo fuori non diventò nero come la pece, fermo e silenzioso, il calore della loro vicinanza permeava nel materasso e nella coperta e nelle ossa di Louis. E, anche se il pelle su pelle risvegliava delle punte di eccitazione nel loro sangue, non era urgente. Non urgente quanto ascoltare la voce di Harry, lenta e dolce come melassa, che bisbigliava qualsiasi cosa gli passasse per la mente contro la guancia di Louis. Non urgente quanto il solo starsene vicini, sfiorandosi, lasciando dei lievi baci sulla bocca dell'altro.

L'ultima cosa che Louis si ricordava prima di essersi addormentato erano le labbra di Harry che aleggiavano vicino all'attaccatura dei suoi capelli e non poté fare a meno di pensare potrei abituarmi a tutto questo.

TBC


Se non fossi così dannatamente puntigliosa con le traduzioni vorrei davvero trovarmi una beta per le correzioni. è difficileee. E noioso.

Ma non darei mai le mie piccoline in mano a qualcuno, nemmeno alla mia spettacolare prof di italiano su cui faccio sogni erotici (vero T. Agusmush?)

(prima o poi farò un banner per questo capitolo, adesso proprio no.)

-A

Continue Reading

You'll Also Like

39K 1.9K 7
A volte, per le migliori storie basta solo una cotta che si finisce per odiare e uno stupido scherzo che no, Harry, non era per te, se solo ti dessi...
381K 17.1K 32
Louis Tomlinson è l'attore del momento. Peccato solo che sia sotto i riflettori perchè il suo ragazzo lo ha tradito andando a letto con la sua miglio...
16K 1.1K 36
Fanfiction holdarah
397K 22.9K 44
Liam e Louis fanno una scommessa dove quest'ultimo deve scrivere il suo numero di telefono nel bagno degli insegnanti e vedere chi gli scrive. Tutto...