Se non avete mai provato la sensazione di voler tirare un pugno a qualcuno e volerlo baciare allo stesso tempo, allora non conoscete Keagan Cooper, il ragazzo più odioso al mondo, mandato sulla terra con l'unico scopo di rendere la mia vita un inferno.
E' la sensazione che provo ogni volta che si trova vicino a me o, per meglio dire, ogni volta che penso a lui, dato che è l'unica cosa che mi rimane da fare dopo che è partito per il college tre anni fa senza far più ritorno.
Ed è la sensazione che provo questa mattina, come ogni altra mattina, svegliandomi nella sua camera.
Un tempo avrei dato di tutto per poter dormire nel suo letto, ma ora provo solo tristezza se penso al motivo per cui mi trovo qui ormai dalla fine dell'estate, quando...
-Toc toc- Sento una voce acuta da dietro la porta che, piuttosto che bussare come le persone normali, preferisce imitarne il suono.
-Sto dormendo- mormoro senza alcuna forza vitale per alzarmi dal letto.
Proprio come mi aspettavo, la porta si spalanca, lasciando che Faith faccia la sua entrata plateale. -Non puoi dormire, è Venerdì 11 Novembre!-
Guardo la mia amica un po' spaesata. -Allora? Non era Venerdì 13 quello che portava sfiga?-
-Oggi è il Revenge day , Aly. Non puoi essertene dimenticata!- sbraita Faith, gesticolando all'impazzata.
-Non dirai sul serio..- alzo gli occhi al cielo. -Siamo all'ultimo anno Fay, ci sarà mai una fine a questa storia?-
-Non finché l'ultimo dei Cooper sarà estinto- Alza un sopracciglio con fare malefico.
E so che qualunque cosa dirò per ribattere non servirà a niente, quindi decido di non fare tante storie e prepararmi per la giornata di oggi.
Per lo meno sarà un giorno fuori dagli schemi e, sinceramente ho proprio bisogno di svagarmi, cosa che è difficile fare in Virginia a meno che non sia Sabato sera o estate.
Il Revenge day è una specie di ''tradizione scolastica'' in cui l' 11 Novembre di ogni anno tutti gli studenti della Eastville High School (il nostro liceo) devono intrufolarsi di nascosto nella scuola nemica dall'altra parte del quartiere e architettare qualche strano scherzo da fare.
Tutto ciò, che io ritengo molto idiota, ha avuto per l'appunto inizio con l'idiota più idiota di tutti, Keagan Cooper.
Quando lui era solo una matricola, faceva parte della squadra di football e, il giorno della partita contro la Northmore High School, i giocatori della squadra avversaria entrarono di soppiatto nei nostri spogliatoi per mettere della polvere pruriginosa dentro le divise della squadra.
Non ci fu da sorprendersi quando, nel bel mezzo del gioco, Keagan e gli altri ragazzi iniziarono a grattarsi come dei forsennati venendo così squalificati dal campionato.
Anche se i dubbi che fossero stati quelli della Northmore erano persistenti, non avevano alcun modo per dimostrarlo e comunque nessuno avrebbe dato retta a dei ragazzini di 14 anni che, molto probabilmente, si erano inventati tutto perché non avevano vinto.
Così, ecco che un barlume di genio, nato da non so quale neurone del cervello di Keagan, pensò bene che avrebbero dovuto farsi giustizia da soli, umiliandoli pubblicamente.
Quando, diventato in questo modo il più popolare della scuola, andò al College con una borsa di studio per il football, lasciò tutto il potere nelle mani di sua sorella minore Faith, chiedendole inoltre di portare avanti la sua tradizione a qualunque costo.
E io, che sono la sua migliore amica, vengo sempre trascinata in qualche piano fuori di testa...
* * *
La giornata a scuola andò normalmente, anche se si poteva notare negli sguardi di tutti gli studenti l'eccitazione per quello che sarebbe successo da lì a poco.
Durante la pausa pranzo, quando i professori non potevano sentirci, Faith salì in piedi sul tavolo per attirare l'attenzione su di lei e, appena le si formò intorno una massa di persone adoranti, iniziò il suo discorso di incoraggiamento, definendo ogni particolare.
-Dovremmo agire di notte...- disse con voce autoritaria, mentre tutti pendevano dalle sue labbra.
Ecco perché ora ci ritroviamo davanti al cancello della North, vestiti come se dovessimo fare una rapina in banca da un momento all'altro.
Mason, l'amico più importante che ho dopo Faith, sta tenendo una cesoia tra le mani, pronto ad usarla per spezzare il lucchetto che chiude la porta.
-R..ragazzi, forse non stiamo valutando s..saggiamente le conseguenze delle nostre a..azioni- La voce balbettante di Emmett, un secchione del terzo anno ossessionato dai giochi di ruolo, emerge nel silenzio. -Ritengo che sia opportuno ritirarci, in quanto c'è circa il 96,42% di possibilità di finire in prigione nel caso ci scoprissero...-
-Ma non succederà- lo rassicura Faith, prima di dare l'ordine a Mason di spezzare la catena. -Forza! Che aspetti!-
Mason esegue il suo ordine mentre io mi chiedo come sia possibile non esserci ancora finita in prigione dopo tutte le cavolate che mi hanno fatto fare i fratelli Cooper.
-Dai che questa è l'ultima volta, Aly- mi dice Mason mettendomi una mano dietro la schiena e facendomi l'occhiolino.
Solo in quel momento mi ricordo che lui è l'unica altra persona a sapere che cosa questo giorno significhi per me, e ai ricordi che mi riporta alla mente.
Ricordi che vorrei eliminare.
-Halleluia- esulto, lanciandogli un'occhiata loquace.
Faccio per entrare, quando Dakota Rich (conosciuta anche come ''Satana2'') mi blocca la strada con la sua tuta mimetica ricoperta di strass e brillantini.
I capelli biondi spuntano fuori dal berretto con la visiera, molto utile la notte, in una lunga coda che le arriva fino al sedere il quale, a proposito, è coperto solo al 20 per cento dai suoi pantaloncini così attillati da sembrare mutande.
Per non parlare della mega scollatura sul davanti e delle due strisce di trucco nero sulle guance, manco partecipasse alla Grande Guerra.
-E' inutile che fai l'ochetta con Mason, credi forse di potergli interessare?- Incrocia le braccia al petto e mi guarda con aria di sfida, insinuando che tra me e il mio migliore amico ci sia qualcosa.
-E tu credi forse che in guerra non ti avrebbero già uccisa conciata in quel modo?- replico.
Cosa che, tra parentesi, vorrei fare io con le mie stesse mani.
Passo oltre, dandole una spallata addosso per raggiungere gli altri, senza dare retta a quello che dice.
-Quella stronzetta bionda se la stava prendendo di nuovo con te?- mi chiede Faith esasperata.
-Hey che cos'hai contro le bionde? Ti ricordo che sono anche io una di loro- scherzo.
-Sì, ma non sei una stronzetta- mi strizza l'occhio.
-Già.. quella parte è tua- la prendo in giro facendola ridere.
-Puoi dirlo forte!.. Allora, sei pronta Aly?-
-Facciamo vedere alla North quello di cui siamo capaci- rispondo, battendole il pugno. -Non si dimenticheranno facilmente di noi-
-Vuoi avere l'onore?-
Per tutta risposta annuisco e inizio la conta alla rovescia. -Ok ragazzi, 3...2...1...via!-
Ognuno di noi ha un compito ben preciso da rispettare, e il nostro obbiettivo è attaccare la cosa a cui la scuola tiene di più, ovvero la sua mascotte.
La squadra di football, composta dai ragazzi più muscolosi, deve occuparsi di rubare la grande statua dell'aquila dalle ali spiegate, che si trova in cortile.
Una volta presa, un altro gruppo, appostato all'esterno della scuola, carica la statua su un camion che verrà guidato fino al lago più vicino per poi scaricarcela dentro ed evitare che venga più trovata.
Nel frattempo, io, Faith, Mason e la sua cozza Dakota sostituiamo la statua mancante con un giochino per cani a forma di pollo, mentre il resto degli studenti resta intorno al perimetro a fare di guardia.
Proprio mentre il piano va per il meglio, però, sentiamo un suono di sirene che arriva in lontananza.
-Merda!- urla Mason.
-Cazzo!- lo segue, Faith.
-Che facciamo ora?!- chiedo in preda all'ansia.
Oddio lo sapevo, andremo tutti in carcere.
Quando il suono si avvicina, i cecchini iniziano ad urlare: -Ritirata!-
Tutti gli studenti iniziano a nascondersi dove possono. C'è chi scappa, c'è chi urla... e c'è chi, come me, si ritrova accovacciata dietro ad un cespuglio con Emmett il secchione.
-N..non per essere pignolo, m..ma ve lo avevo detto- puntualizza, aggiustandosi con un dito gli occhiali sul naso.
Io chiudo gli occhi e incrocio le dita, sperando in un miracolo che ci salvi.
Ti prego, Dio, qualunque cosa... ma non voglio finire dietro le sbarre.
Non potrei sopportare di essere la compagna di cella di Dakota Rich, anche se lei probabilmente uscirebbe il giorno stesso pagando una cauzione esorbitante.
-A...Alyssa, ehm...insomma...già che siamo qui...noi due... da soli... nel nostro ultimo momento di libertà...magari potremmo...- Emmett increspa le labbra e si avvicina alla mia faccia con gli occhi chiusi, per darmi quello che suppongo sia un bacio.
Ma perché tutte a me?
Le macchine della polizia passano proprio davanti alla scuola e io approfitto del momento di suspance per tappare la bocca di Emmett facendogli segno di stare in silenzio.
Restiamo immobili per un'eternità, prima di accorgerci che quelle macchine non sono venute per noi, ma che stanno semplicemente passando di qui.
Quando le vediamo allontanarsi, tiriamo tutti quanti un sospiro di sollievo e riusciamo allo scoperto, liberi di andarcene.
-Wow è stata una figata!- urla Faith.
***
-Che cosa? Ti stava per baciare?!- mi prende in giro Faith, scoppiando in una fragorosa risata.
-Shh! Vuoi fare silenzio, sono le 4 del mattino e i tuoi dormono- la zittisco. -Comunque sì.. ed è stata una delle cose più raccapriccianti della mia vita!-
-Beh se non fosse per quegli occhiali, Emmett sarebbe davvero carino...- dice Faith, mordendosi un labbro.
-Non dirai sul serio, Fay!- sbarro gli occhi, rimanendo scioccata dalle sue parole.
-Eccome se dico sul serio! Inoltre.. è uno dei pochi della scuola che non mi sono ancora fatta-
In effetti, una cosa che ha in comune con suo fratello, oltre all'aspetto, è l'abilità di cambiare ragazzi come le mutande.
-Ti prego non dirmi che questa conversazione è reale..- replico, sconsolata.
-Andiamo, Aly, non lo sai che ho un debole per gli sfigati?-
Alzo gli occhi al cielo. -Tu hai un debole per tutti..-
Faith scoppia nuovamente a ridere e io approfitto del suo attacco di isteria per andarmene finalmente in camera a dormire.
Raggiungo il letto a tastoni, vagando nel buio ma, appena mi metto sotto le coperte, sento un altro respiro nella stanza oltre al mio.
Rimango paralizzata per qualche istante, non sapendo cosa fare.
Il sangue mi gela nelle vene per la paura.
Allungo una mano per vedere se c'è qualcuno vicino a me e, quando tocco la forma di un corpo coricata al mio fianco, scatto in piedi, urlando spaventata a morte.
-Stai lontano da me!- grido, afferrando con la mano destra una mazza da hockey per difendermi mentre con la sinistra accendo le luci della camera.
Un ragazzo molto alto e senza maglietta scende dal letto alla velocità della luce, alzando le mani ai lati della testa. -Hey hey, calma. Non volevo fare nulla di male! Stavo solo dormendo!-
Il cuore mi batte a mille per il terrore.
-Ah sì? E non ce l'hai una casa brutto barbone?!- gli urlo contro.
-Dovrei farla a te questa domanda! Questa è casa mia!- si difende il ragazzo. -Sei tu che ti sei infilata sotto le coperte... se volevi venire a letto con me bastava chiedere, tesoro.-
Mentre mi squadra da capo a piedi, rifletto sulle parole che ha appena detto. Casa sua???
-Io non avrei rifiutato di certo.- Continua il ragazzo, imperterrito. -Anche se quel pigiama rosa...bleah, per fortuna lo avremmo tolto.-
Le sue parole mi arrivano da lontano, facendo come da sottofondo ai miei pensieri, mentre faccio due più due.
Lo guardo attentamente... I capelli un po' più lunghi, i lineamenti un po' più definiti, i suoi occhi neri come la pece, quelle labbra che si muovono a sproposito facendo continue allusioni sessuali...
Non c'è alcun dubbio, è lui.
Con qualche centimetro in più e qualche muscolo in più, ma è lui.
-Insomma..devo dire che a parte questo e il modo in cui mi hai svegliato, non sei niente male- gli si forma un sorriso sbilenco sulla faccia, quando si passa una mano tra i capelli.
Lo interrompo senza prestare attenzione a quello che dice. -...Keagan?-
Dio, quando ti ho chiesto "qualunque cosa ma non il carcere", mi hai preso uno' troppo alla lettera.
-Come sai il mio nome?- mi chiede interessato.
Davvero non mi riconosce?
-Sono Alyssa- aspetto di vedere una qualche reazione in lui, mentre mi guarda esterrefatto.
-Impossibile...- mormora, scrutandomi da sotto le lunghe ciglia. -Eri completamente diversa...-
Oh beh, sai com'è, te ne sei andato via, ignorandomi completamente per tre anni, dopo che..
-Provamelo- interrompe i miei pensieri.
-Cosa??- chiedo stupefatta. Seriamente non ci crede?
-Se sei Alyssa.. provamelo. Dimmi qualcosa che sappiamo solo io e lei-
Oh ce ne sono tante di cose che sappiamo solo io e te caro mio...
-D'accordo- ci penso su mentre lui aspetta, appoggiandosi con la schiena al muro. -A 12 anni tirasti un pugno in faccia al tuo migliore amico perché ti aveva detto che, appena sarei cresciuta, ci avrebbe provato con me.-
Keagan sbarra gli occhi e si copre la bocca, imprecando. -Cazzo..sei davvero tu!-
E tu sei davvero tu...
E sei di nuovo qui...
E io non so se potrò sopportare tutto questo un'altra volta.
Ecco finito il primo capitolo!!
Non vedo l'ora di postare il secondo...succederanno un sacco di cose (;
Fatemi sapere cosa ne pensate con stelline e commenti!
Buona lettura... <3