How deep is your love? 2 ||

By is0196

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Sequel di How Deep Is Your Love. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Severamente vietato copiare. More

Sequel
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80 (Parte 1)
Capitolo 80 (parte 2)

Capitolo 11

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By is0196

-"È vuota, Dio mio, come può essere vuota?" urla Cat aprendo e chiudendo la bara sperando che compaia magicamente il corpo di Samantha.

Io resto immobile fissando con la bocca aperta.

-"E ora? Cosa facciamo? Lo diciamo agli altri? E se ci dessero la colpa?" chiedo in preda ad una crisi.

-"La colpa? La colpa di che? Di aver preso il corpo? Che cazzo dovrei farmene del corpo di Samantha?" ribatte Cat.

-"Manteniamo la calma, nemmeno una parola agli altri, okay?" mi chiede Amber.

Si gira verso Cat che continua a chiudere e riaprire e la scuote:"Ma che cazzo ti è preso? Chiudi questo affare e andiamocene prima che qualcuno ci veda."

Ci allontaniamo dalla chiesa e torniamo a casa mia dove ci sono tutti e un mucchio di altre persone venute per commemorare Samantha.

Una volta in casa Cat chiede:"E ora? Che facciamo? Non possiamo fare finta di niente."

-"Parliamo con mio padre." suggerisco.

-"Perché proprio con lui?" chiede Amber.

-"È lui che si occupava di Samantha, ne sa più di tutti." risponde Cat al posto mio incrociando le braccia.

Giriamo per la casa, come ho detto prima piena di gente che non conosco e raggiungo mio padre nel salone.

-"Hey, dove eravate finite?" chiede mia zia, mamma di Amber.

-"Beh, ecco, noi..avevamo bisogno di prendere un po' d'aria." sorrido e faccio per girarmi verso mio padre ma lo vedo già occupato da Cat.

-"Tu, vieni con noi." dice puntandogli un dito contro.

-"Dove? Perché?"

-"Ci devi delle spiegazioni. Subito." lo prende per le spalle spingendolo in avanti e su per le scale fino al terzo piano dove c'è il suo studio.

Io e Amber li seguiamo ed una volta di sopra ci mettiamo davanti a lui in fila e incrociamo le braccia.

-"Dov'è Samantha?" chiedo io.

-"È morta, forse? Che domanda è mai questa? Siamo al suo funerale." risponde confuso con sarcasmo.

Devo girarci attorno, non voglio dirgli che abbiamo soltanto aperto la bara perché si inventerebbe una cazzata, voglio fargli credere che sappiamo molto di più di una bara vuota.

-"Abbiamo aperto la bara, il corpo non era li." dice Cat.

Come non detto.

Grandissima, Cat. Sei un genio.

-"Cosa? Voi avete fatto cosa? Ma stiamo scherzando? Che cosa vi salta in mente?" chiede.

-"Avevamo delle ragioni più che buone per farlo, e stiamo aspettando una spiegazione, non cercare di guadagnare tempo per pensare con queste domande." dice Amber.

-"Amber non è quello, se vi avesse visto qualcuno? E se anche altri lo avessero scoperto? Lo sapete solo voi, vero? Non ne avete parlato con nessuno spero." dice mio padre.

-"No, non abbiamo parlato, puoi spiegarci cosa sta succedendo?" chiedo.

-"I genitori di Samantha hanno voluto così, non ho potuto fare a meno di rispettare la loro scelta."

-"Voluto così come?" chiede Cat.

-"Hanno chiesto che Samantha venisse sepolta li, nel posto in cui era, nel posto in cui l'avevo mandata io. Non volevano portare il corpo qui, un sacco di persone a cui non importava realmente di Samantha sarebbero venute, volevano un posto in cui solo loro potevano andare ed è lontano da qui." spiega.

-"Ti dobbiamo credere?"chiede Cat.

-"È completamente una vostra scelta, non dite a nessuno che il corpo non c'è, sarebbe uno scandalo, i genitori hanno fatto un funerale qui solo perché molte persone parlerebbero, farebbero domande ecc. Inoltre, dire questo agli altri potrebbe farli credere che sia viva e mi sembra inutile dare false speranze dal momento in cui lei è davvero morta. Soprattutto a Cameron." aggiunge lui.

-"Dove avevi mandato Samantha? Dove la nascondevi?" chiedo.

-"Non ha importanza."

-"Si, che lo ha invece." ribatte Amber.

-"È questione di privacy, non voglio violare quella dei genitori di Sam, lo sanno solo loro ed io."

-"Quindi in tutto questo siamo giunti alla conclusione che Samantha è sepolta contemporaneamente in due posti completamente diversi?" chiede Cat.

-"È fisicamente impossibile, lei è sepolta in un solo posto ovvero nel posto in cui è morta. Qui a Los Angeles è solo una finta." dice lui.

Guardiamo di sottecchi mio padre e infine annuiamo:"D'accordo, grazie e tranquillo, il tuo segreto è al sicuro con noi." dice Cat.

-"È meglio tornare di sotto." suggerisco io.

Amber e Cat si dirigono per prima e io e mio padre le seguiamo.

Aspetto che loro si allontanino un po' da me e che mio padre si avvicini per poi prenderlo per la cravatta.

-"Loro possono anche crederti ma non ho creduto nemmeno a mezza parola di quello che hai detto." dico per poi girarmi e scendere le scale.

***

Verso le 7 la casa inizia lentamente a svuotarsi, ho passato tutta la giornata nella mia stanza da sola.
Adoro la mia stanza, è il mio rifugio.

Decido di uscire per prendere qualcosa da mangiare.
Entro in cucina mi preparo un panino e prendo un gelato da mangiare dopo ed esco in giardino sperando non ci sia nessuno.

Passando per il salotto vedo tutti seduti sul divano a parlare, probabilmente di Samantha, non dico nulla e proseguо.

Mi siedo sull'erba mentre il sole che tramonta mi arriva dritto addosso.

Che tranquillità.

Addentando il panino, il mio sguardo viene catturato da una sagoma sotto l'albero.

Quando focalizzo che si tratta di Cameron mi alzo e lo raggiungo sedendomi di fianco a lui che tiene il capo abbassato.

-"Immagino tu sia qui perché vuoi stare da solo, non voglio romperti e nemmeno farti parlare di come ti senti, voglio solo sapere come stai?" chiedo.

Alza lo sguardo e i suoi occhi rossi mi fanno quasi impressione.

-"Non sto bene, non ho trovo nemmeno le parole per esprimere tutto questo e infatti non ci proverò nemmeno, è finita, è tutto finito per sempre." dice.

-"Cam, mi dispiace da morire." dico prendendogli la mano.

-"Dispiace anche a me sai? Vorrei averla vista almeno per un'ultima volta, averla stretta solo un'ultima volta. Se il giorno in cui è parità avessi saputo che non sarebbe mai tornata, sarei partito con lei."

Gli sorrido soltanto senza sapere cosa dire e mi alzo per lasciarlo solo.

-"Michelle." mi sento chiamare quando mi sono già allontanata di una decina di passi.

-"Si?" chiedo.

-"Tu lo sapevi prima di tutti noi, vero?" chiede.

-"Cosa? No, certo che no." dico.

-"Perché menti? Cosa ti costa ammettere? Ormai lo sappiamo tutti."

-"Io non sapevo niente, Cameron." rispondo voltandomi per rientrare.

Quando metto piedi dentro mi avvicino alle altre.
Barbie è tornata oggi, non è venuta con noi ieri perché mio papà ha chiesto a noi di no portare tutti ma di essere solo il nostro gruppo di famiglie, quando però la notizia si è divulgata Barbie e molti ragazzi di Los Angeles che studiavano in altre città hanno preso l'aereo questa mattina presto per venire al funerale.

Mi siedo e Cat borbotta:"Sai cosa? È solo l'idea che lei sia morta che fa male, è la notizia a primo impatto. Se ci pensate lei per noi era morta già da molto, ci eravamo abituati alla sua assenza, non la vedevamo da mesi, non parlavamo con lei in nessun modo, adesso continua ad essere così. L'unica differenza è che prima sapevamo fosse viva e ora sappiamo che è morta, ma nella nostra routine non cambierà nulla perché lei era uscita da tempo dalle nostre vite."

-"Hai ragione, è così. Non per Cameron però, lui non si era abituato, vive nell'attesa del suo ritorno. Per lui non è così facile." aggiunge Barbie mentre io mangio il mio panino.

-"Certo, lo so. Cameron era escluso dal discorso." dice Cat.

Non riesco più a sentirle, a sentir parlare di morti, di mancanze, di attese. Ho bisogno di uscire, le lascio vivere il loro momento di tristezza. Infondo è il loro, non il mio. Non centro niente in questa storia e non ci voglio centrare.

Proprio mentre mi chiedo con chi potrei uscire e andarmene fuori di qui mi arriva un messaggio.

*Caleb: Sei a Los Angeles? Ti va di andare a bere qualcosa?*

Certo che sì.

*Io: Sì, quando passi a prendermi?*

Non aspettavo altro.

*Caleb: Anche subito se sei pronta.*

*Io: Sì, ho bisogno di farmi una doccia un oretta ed esco di casa.*

Salgo di sopra, mi faccio la doccia, asciugo i capelli mi metto un vestito, infilo i tacchi e il messaggio di Caleb già mi arriva.

*Caleb: Sono davanti al cancello.*

*Io: Arrivo.* digito velocemente e nel modo più veloce possibile mi trucco.

Scendo le scale e urlo un forte:"Io esco." e chiudo la porta prima che chiunque mi possa chiedere qualcosa.

Raggiungo Caleb e salgo in macchina sorridendogli e stampandogli un bacio sulla guancia.

-"Ciao Caleb." dico.

-"Tu che accetti la mia proposta di uscire e non di qualche altro ragazzo dei mille che ti scrivono? Mi sento onorato." dice.

-"Sinceramente non aspettavo altro che mi scrivessi, non vedevo l'ora di uscire da quella casa, dopo il funerale di Samantha c'è un aria pesante."

-"Immaginavo, vi ho viste oggi in chiesa, non sapevo sareste tornati."

-"Dovevamo per forza, erano tutti amici di Samantha." dico.

-"Va beh, non parliamo più di lei e della sua morte, cosa hai voglia di fare? Hai mangiato? Hai fame?" chiede.

-"No, ho appena mangiato in realtà. Mi va bene un drink in qualche posto non troppo affollato." dico.

-"Mi sembra una buona idea." sorride.

Poco dopo arriviamo in un locale in centro città, ordino un cocktail mentre Caleb ordina un whisky.

Conosco ogni persona che c'è in questo locale e sento tutti gli occhi puntati su di me, o meglio, su me e Caleb e a commentare il fatto che siamo insieme.

Già mi aspetto le voci che gireranno da domani, non può importarmi di meno, attirerò anche l'odio delle tantissime ragazze che gli vanno dietro ma meglio così, mi piace farmi odiare da altre ragazze.
Dimostra solo il fatto che sono meglio di chiunque altra.

-"Come stai tu? Non ho fatto altro che lamentarmi in macchina."

-"Sto bene, questa settimana oltre l'università, ho aiutato mio padre con il lavoro, i suoi dipendenti si sono presi tutti delle ferie e l'ho aiutato a gestire gli affari della banca."

Se non sbaglio a ricordare suo padre ha una banca.

-"Entri già nel mondo del lavoro? Hm..interessante, non me ne parlare però che mi metti ansia, non so ancora che farò io della mia di vita e cerco il più possibile di ignorare il problema." ammetto.

-"Ti capisco perfettamente. Quando torni a Miami?" chiede.

-"Penso domani, era un ritorno improvviso, non possiamo fermarci per molto."

-"E quando tornerete di nuovo?"

-"Non è ho idea, credo tra due o tre settimane. Abbiamo deciso di comprare una casa lì per non stare nei dormitori e ora ci saranno un sacco di cose da sistemare, mi viene da buttarmi giù da un ponte al solo pensiero, in compenso avremo tutti molto più postо."

-"Significa che posso venire a trovarti qualche volta? Mi ospiterai?"

-"Quando vuoi. La ragazza con cui eri venerdì scorso, quella con cui sei venuto in discoteca, la stessa sera che ho dormito a casa tua, quella è la tua ragazza?" chiedo.

Mi guarda confuso e poi ride.

-"No, certo che no. Quella è soltanto una ragazza normale, una delle tante."

-"Te le giri ancora tutte? Sei sempre il solito playboy?" chiedo.

-"Più o meno, oggi con una, domani con un altra, la maggior parte di loro sono ragazze senza cervello, anche se volessi non riuscirei a prenderle sul serio. Voglio dire, io potrei anche avere buone intenzioni, non essere uno che si diverte soltanto con le ragazze, ma se ti compare davanti una che ti mette le mani nei pantaloni appena la saluti, l'unica cosa che puoi fare con questa è divertirti, non potrebbe essere mai mia ragazza, non vorrei avere una ragazza del genere."

-"Hai ragione, ci sono proprio quelle ragazze che guardandole dici "con queste non posso fare altro se non scoparci, non vanno bene nemmeno per essere ragazze serie" ho presente il concetto." dico.

-"Esattamente, beh del resto ho deciso di chiudere con queste storielle da una notte, si, ogni tanto ci sta, va bene, ma non ogni volta, ho 22 anni vorrei veramente trovarmi qualche ragazza, anche perché se ho davanti una ragazza seria sarei serio anche io, non guarderei nemmeno le altre. Ma a quanto pare qualcuno la sopra vuole farmi restare solo per ancora molto." sospira.

-"A quanto pare non solo te, Caleb."

-"Sai ho incontrato ieri sera l'ex ragazza Cameron, Melanie, è la persona più..non so nemmeno come descrivertela. Se glielo avessi chiesto mi avrebbe aperto le gambe ancora in bagno, anzi è lei che mi ha chiesto di andarci, mi sono sentito male per lei. Quanto bisogna essere disperati?"

-"Non la vedo da due anni, è cambiata molto? Esteticamente intendo perché caratterialmente vedo che è la stessa puttana di due anni fa." chiedo.

-"Nemmeno più di tanto, è la stessa di come te la ricordi. È anche una bella ragazza ma non basta solo quello, bisogna anche avere qualcosa nella testa."

***

La macchina si ferma davanti a casa mia e io mi giro verso Caleb sorridendogli per poi avvicinarmi per salutarlo.

Ad un centimetro da lui mi fermo per pensare se dargli un bacio sulla guancia o altro ma lui notando la mia indecisione mi prende per il mento baciandomi sulle labbra.

Ricambio il bacio e mi avvicino a lui mettendo le braccia sul suo collo.

Quando mi stacco borbotto un:"Grazie."

-"Grazie a te, Michelle. Potrei stare con te per giorni, ci vediamo tra..beh, ci rivedremo prima o poi." dice sorridendomi ed io annuisco soltanto.

Rientro in casa e esausta mi butto sul letto.

Un messaggio mi arriva e quando lo apro alzo gli occhi al cielo.

*Tamara: Tu e Caleb vi frequentate? Dimmi la verità, vi hanno visti andare via insieme venerdì scorso ed oggi eravate nel locale di fianco al ristorante italiano, devo sapere che voce far girare. Peccato, lui sarà odiato da così tanti ragazzi perché ha la fortuna di uscire con te e tu sarai odiata da tutte quelle che credono di avere qualcosa a che fare con lui ma con le quali lui non ha fatto altro che scopare.*

Certo che non mi mancava per niente Tamara e i suoi pettegolezzi. Dovrebbe fare la giornalista, mi ha praticamente fatto un'intervista per messaggio.
Sa tutto di tutti, è inumano.

*Io: Sono affari miei, tesoro. Anzi, miei e di Caleb.*

Non mi metterò di sicuro a spiegarle che tra me e Caleb non c'è nulla di serio ma che usciamo insieme soltanto quando abbiamo tempo e voglia.

*Tamara: Antipatica, sapevo mi avresti risposto così. In cambio ti do io un gossip: Melanie, la tua grandissima rivale dai vecchi tempi, dice di essere innamorata di Caleb e ti ha definito una puttana a metterti tra di loro.*

Cosa? Melanie ha seriamente detto questo? Io la rovino.

*Io: Tamara, stammi a sentire, domani voglio che tu le dica questo davanti a più persone possibile, sono sempre stata meglio di lei e i ragazzi hanno sempre preferito me a lei, addirittura Cameron, ci sono andata a letto più volte io che lei nel periodo in cui sono stati insieme, quanto a Caleb, io e lui l'abbiamo presa in giro per tutta la serata e dille di non fare la finta innamorata che si conoscono appena da ieri sera.*

Mi addormento subito dopo aver inviato il messaggio.

Il giorno seguente vengo svegliata da mia madre.

-"Michelle, alzati, su, dovete tornare."

Sbuffo, mi lamento ma non posso fare a meno di ubbidire.

Un'ora dopo sono fuori di casa sistemata, preparata, vestita, truccata con la mia valigia e i miei occhiali da sole in attesa che la mia valigia venga caricata in auto e che qualcuno mi porti a prendere l'aereo.

Risparmio la parte dei saluti e cerco di pensare solo a quando sarò sull'aereo e tornerò a dormire beatamente senza fregarmene di nulla.

-"Cioè domani domani dobbiamo andare a lezione?" scoppia a ridere Taylor:"Questa si che è bella." aggiunge in seguito.

-"Non ci metto piedi manco morta." dice Natalie.

-"Forse non è il momento adatto per certe similitudini, Nat." suggerisco.

Dopotutto stiamo tornando a Miami dopo essere stati a un funerale.

-"Va beh, era per rendere il concetto, non rompere le palle." sbuffa.

-"Hai reso il concetto, tranquilla." dice Cameron sedendosi.

Come iniziare male la giornata? Fatto.                        Non ricordo nemmeno quando è stata l'ultima volta che la mia giornata non sia iniziata male.

-"Vi informo di un'altra fantastica notizia." dice Amber.

-"Risparmiacela se sei ironica, per favore." commenta Carter.

-"Si, lo sono. Oltre alle lezioni di domani, vi ricordò che i nostri genitori ci hanno comprato una casa e ci dobbiamo trasferire."

Dio, dammi le forze.

-"Inclusi nel trasloco, oltre al nostro gruppo sono Barbie, Zayn, Harry, Niall, Louis, Liam e Crystal. Tu sei qui Barbie ma gli altri non ci sono. glielo dirò dopo, sappi che i nostri genitori hanno pagato la casa ma hanno detto di non preoccuparvi per i soldi, non dovete dargli nulla."

-"Si, immaginavo." annuisce Barbie.

Ascolto ancora per un po' le conversazioni per poi addormentarmi.

*Il giorno dopo.*

Le sveglie delle 7.00 suona e sia io che le altre le spegniamo.
Torniamo a dormire tutte avvolgendoci nelle coperte.

Passano alcuni minuti ma io non riesco a riprendere sonno.

Fanculo.

Mi alzo facendomi una doccia, mi vesto, mi trucco, sistemo i capelli e decido di andare a lezione.

Me la prenderò con calma però, entrerò per la terza ora, prima vado a fare colazione con qualcuno.

Esco dalla stanza senza svegliare le altre e busso alla porta di Natalie. Nessuna di loro si degna ad aprire, segno che stanno dormendo come dei ghiri.

Continuo il giro per le stanze ma quasi nessuno apre e i pochi che aprono mi sbattono la porta in facciaz

Busso alla porta di Niall, Harry e Zayn. Niall mi apre e mi stupisco nel vederlo vestito e con dei libri in mano.

-"Non dirmi che devi andare a lezione." dico.

-"No, ma ho un progetto, perché? Ti serve qualcosa?" chiede.

-"Un cristiano che faccia colazione con me." dico con tono lamentoso pronta a pagare qualcuno.

-"Harry non c'è ma Zayn sta dormendo, se riesci a svegliarlo hai vinto, io non ci sono riuscito." dice.

-"Puoi contarci, ce la farò."

-"Com'è andata a Los Angeles? Il funerale? Cameron? Non ho ancora visto nessuno, siete tornati ieri sul tardi."

-"È stato terribile, Niall, non ci voglio nemmeno pensare." ammetto.

Lo saluto ed entro nella loro stanza che lui ha lasciato aperta per farmi svegliare Zayn.

Dio, che disordine in questa stanza.

Guardando Zayn che dorme mi viene da prendere un cuscino e soffocarlo. È così goffo. Eppure quando dorme non sembra così fastidioso, anzi tutto il contrario.

Un'idea fa capolino nella mia mente. Ora lo tutto il tempo che voglio per vendicarmi di questo deficiente.

***

Okay, una cosa l'ho fatta. Ora l'altra.

Prendo la schiuma da barba dal bagno e gli riempio la mano con essa, con un fazzoletto gli solletico il naso e lui istintivamente si porta la mano piena di schiuma in faccia spalmandosela tutta.

Scoppio a ridere mentre lui si sveglia di colpo più che confuso guardandosi attorno disperso.

Quando realizza fa una finta risata e mi guarda serio:"Ha ha, molto divertente." dice con sarcasmo.

-"Beh un po' lo era." dico ancora ridendo.

-"Sei molto originale." continua con l'ironia.

-"Beh io forse no, ma il colore delle tue unghie lo è molto." sorrido falsamente mentre lui si guarda le unghie delle mani colorate di rosa fluo.

Ebbene si, sono andata in camera mia, ho preso uno smalto e gliel'ho messo.

-"Mi hai davvero messo lo smalto? Ma sei fuori di testa?" urla.

-"Posso esserlo molto di più." dico con una faccia da angioletto sedendomi con tranquillità mentre lo vedo in preda ad una crisi isterica.

-"Senti Michelle, non è per niente divertente. Fai la seria per un attimo." dice ma io non riesco a smettere di ridere.

-"Te lo sei cercato, Zayn. Posso essere davvero vendicativa, e questa non è una vendetta, è un avvertimento, smettila di prendermi in giro e sfottermi, sono stata chiara?" chiedo.

-"Senti, ti propongo una cosa; facciamo pace e riniziamo da capo, non ti darò più fastidio, lo giuro ma toglimi questa orribile cosa dalle mani."

Rido di nuovo ma annuisco.

-"Vieni, ho del acetone in camera mia." dico.

Zayn va a lavarsi la schiuma di dosso, si veste ed usciamo dalla stanza attraversando il corridoio. Durante tutto il tragitto Zayn tiene le mani in tasca e mi guarda torvo.

Una volta in camera mia gli faccio segno di far silenzio  dato che le altre dormono e prendo l'acetone togliendogli lo smalto dalle unghie mentre lui scuote la testa inespressivo.

-"Ecco fatto, per inaugurare questo nuovo inizio, andiamo a fare colazione? Zayn, ti prego, sto cercando disperatamente qualcuno che faccia colazione con me da praticamente mezz'ora." sussurro per non svegliare le altre.

-"Va bene, andiamo. Ti concedo questa colazione con il figo Zayn Malik." dice con tono altezzoso.

***
Addento la mia brioche e bevo il mio caffè al ginseng mentre Zayn mi chiede come sia andata a Los Angeles.

La mia risposta è simile a quella che ho dato a Niall, ovviamente aggiungo qualche dettaglio a quello che è successo e a quello che penso evitando però di parlare di bare, corpi scomparsi ecc.

-"Quindi diciamo che hai seppellito la tua rivale." ironizza.

-"Zaayn." strillo:"Non dire così, non è la mia rivale, e tanto meno sono felice che sia morta."

-"Si lo so, stavo sdrammatizzando, non fare la moralista."

-"Cameron come sta?" chiede.

-"Non credo bene, ma non possiamo farci nulla, gli passerà. Deve passargli." dico.

-"C'est la vie." alza le spalle lui sbadigliando per chiudere il discorso.

Ha meno voglia di me di parlare dell'argomento, e questo è un tratto positivo.

-"Sai il francese?" chiedo.

-"Tu en penses?" ribatte lui.

(Significa 'tu che dici/tu che pensi)

-"Wow, mi sorprendi." ammetto.

-"Mi ha per caso preso per un ignorante?" chiede accendendosi una sigaretta e sbadigliando per la terza volta.

Mi fa quasi pena averlo svegliato, ha lo sguardo stanco e addormentato. Ma gli sta bene, si meritava ciò che gli ho fatto.

-"Beh, non mi sembri un dei più intelligenti." ammetto.

-"Vai a cagare, Michelle. Solo perché sei piena di soldi e sei la figlia del riccone Erik Collins non significa che noi comuni mortali siamo stupidi e ignoranti. Scema." dice.

-"Lo sono non perché sono la figlia di Erik Collins ma perché sono Michelle Collins, sono io che di base sono più intelligente, non c'entra la famiglia e i soldi, carissimo." dico spostando ai lati i capelli con fare altezzoso.

-"Scema. Deficiente. Montata."

-"Zayn, avevamo un accordo, non mi devi infastidire in nessun modo e ora lo stai facendo." serro gli occhi.

-"Va bene, va bene, la smetto." alza gli occhi in segno di resa.

Un uomo in giacca e cravatta, con una borsa nella mano mi si avvicina sorridendomi.

-"La signorina Collins?" chiede.

-"Si, certo, e lei è?" chiedo mentre Zayn mi lancia un'occhiata interrogativa.

-"Sono qui per consegnarle un documento, il documento della casa che è stato acquistata per lei e gli altri ragazzi, sono stato incaricato a portare a lei i documenti e le chiavi e informarla di alcune cose." dice.

Dio mio, ma perché tutti i genitori pensano che io sia la più responsabile?

-"Si, grazie." dico prendendo le chiavi e ascoltando le indicazioni che mi da.

-"Mi servirebbe solo una firma e poi tolgo il disturbo." aggiunge.

Firmo il documento e ringrazio di nuovo l'uomo, ritrovandomi in mano documenti e chiavi di una casa a tre piani.

Non sono psicologicamente pronta alle responsabilità che dovrò avere.

Zayn mi guarda sorridendo e esclama:"I vostri genitori sono dei grandi."

Sospiro e metto in borsa i documenti mentre sistemo le chiavi nella taschina laterale in cui tengo tutte le chiavi.

Mettendo le chiavi, la mia attenzione viene catturata dalla piccola chiave che apre la porta chiusa a chiave della casa di mia nonna.

Dio, mi sono dimenticata di entrare in quella stanza. Ho fatto la copia della chiave originale per entrarci e mi sono dimenticata. Sono sicura che troverò qualcosa di veramente importante, mio padre deve nascondere qualcosa di davvero grosso se tiene la chiave così al sicuro.

La prima cosa che farò quando tornerò a Los Angeles è andare lì, devo assolutamente sapere qual'è il segreto di mio padre.

***
Cerco sempre di aggiornare una volta a settimana, scusate se non sempre ci riesco.❤️

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