Black Wolf (IN REVISIONE)

By rashal01

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Sono passati 10 anni dalla morte della madre di Lea, ogni giorno subisce le punizioni del padre che lei ritie... More

primo giorno di scuola
la nuova amica
La punizione
Corvo nero
consiglio :)
cuore a brandelli
"Whisper" e "Raven"
Il nuovo compagno di classe
Il lupo dagli occhi blu
L'errore
Il segreto di Aaron
La sorpresa
Filo spezzato
Capitolo extra: metamorfosi
Minacce
L'incontro
Dalya Black
Compleanno
Vaso rotto
Rinascita
Nuova vita
Nuova vita
Extra 2

Il ragazzo della finestra

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By rashal01

capitolo 1

Sono già passati 10 anni da quando mia madre è morta, mi ricordo quel giorno come se fosse stato ieri: era il giorno dopo il mio compleanno e avevo appena compiuto 7 anni, fuori ormai c'erano dieci centimetri di neve, così incominciai a pregare mamma per andare a fare una passeggiata, mamma mi sorrise e dopo essermi vestita adeguatamente uscimmo, noi abitavamo in città, vicino la strada principale, uscimmo e vidi un gattino dall'altra parte della strada,io adoravo i gatti, lasciai la mano di mamma e mi fiondai dall'altra parte della strada senza pensare ai rischi. In quel momento sentii mamma che gridava il mio nome subito seguito dal rumore di un clacson, sentii qualcuno che mi spingeva e poi non capii più niente, c'era troppa confusione nella mia mente e altrettanta ce n'era fuori, sentii un rumore stridulo, persone che gridavano, altre che correvano, e poi vidi la mia mamma, la mia adorata mamma, era sdraiata a terra con una pozza scura intorno a lei, gli occhi aperti non avevano più quella vitalità che aveva fino a dieci minuti prima, sulle labbra non aveva più quel suo sorriso dolce e tenero, mamma non mi guardava più e non sorrideva più, mi avvicinai al suo corpo e lacrime salate scendevano dai miei occhi sbarrati, le andai vicino incominciando a chiamarla, ma lei non accennava a far alcun movimento, mi inginocchiai vicino a lei e le accarezzai i capelli, continuando a chiamarla. Delle persone mi allontanarono da lei ma io gli dissi che dovevo stare vicino a mamma o lei si sarebbe sentita sola, ma loro non ascoltarono le mie parole. Vidi altre persone vestiti come quelli che mi stavano portando via, mettere mia madre su una barella e farla salire su un'ambulanza, mi misero su una barella e messa su un'altra ambulanza, ma io volevo stare con mia madre non con quegli sconosciuti, quest'ultimi cercavano di farmi parlare ma io non capivo cosa dicevano, non riuscivo a sentirli, pensavo solo ad una cosa: ho ucciso mia madre, io l'ho uccisa.
Fine flashback.

Mi svegliai in piena notte, ormai non riuscivo più a fare sogni tranquilli, ogni notte sognavo quel fatidico giorno, il giorno in cui ho ucciso mia madre. Guardai l'orologio sul comodino color ebano alla destra del mio letto, erano le due di notte e sentii un rumore provenire da fuori mi girai e notai che le finestre erano aperte,erano molto vecchie perciò era normale che si aprissero. Di buona lena mi alzai e mi avvicinai alla finestra per chiuderla ma mi bloccai subito. Fuori sul davanzale della finestra era seduto un ragazzo, mi dava le spalle, mentre il suo viso era rivolto alla luna, per cui non riuscivo a vederlo in faccia. Gridai così forte che la gola incominciò a bruciarmi. Il ragazzo girò di scatto la testa verso di me,mi fissò per quel che mi sembrava un'eternità,poi alzò la mano mi salutò e si lasciò cadere all'indietro. Gridai un'altra volta e in quel momento papà aprì la porta, era furioso e mi gridò contro «che hai da urlare in piena notte?». Gli indicai la finestra, la mia mano tremava ma cercai di nasconderlo «c-c'era q-qual-qualcuno lì e-e p-poi è c-caduto», papà mi guardò in cagnesco «Lea finiscila di balbettare e poi ti rendi conto che la tua stanza si trova al terzo piano e la tua finestra non può essere raggiunta?! E non c'è anima viva per chilometri,non assillarmi con le tue ossessioni», io cominciai a tremare più forte e indicai di nuovo la finestra e cercando di non far tremare la voce «giuro che li c'era qualcuno!». Papà sospirò e si avvicinò alla finestra, guardò in giro, si girò «là fuori non c'è proprio nessuno, tu ti fai troppi film mentali.» Sospirò di nuovo e uscì dalla stanza, ma prima di chiudere la porta si fermò e voltò leggermente la testa «Per avermi svegliato in piena notte domani ti spetta una punizione», la sua voce gelida mi fece rabbrividire e gli chiesi subito scusa ma lui, ormai, se ne era andato. Guardai la finestra, sospirai e tornai al letto pensando a quello che mi aspettava il giorno dopo. Chiusi gli occhi ma non riuscii più ad addormentarmi.

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salve gente :) questo è la prima storia in assoluto che scrivo u.u ditemi cosa ne pensate e cosa devo migliorare (si accetta qualsiasi tipo di commento; e soprattutto fatemi sapere se vi piace oppure no) ^_^ a presto

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