Corvo nero

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capitolo 5

Quando finalmente suonò la sesta ora mi alzai dal mio banco, Fay mi si avvicinò e disse "cosa facciamo oggi?" "scusa ma io ritorno direttamente a casa" e sorrisi, lei mi fissò negli occhi "ok, va bene, a domani", mi diede un bacio sulla guancia e si avviò verso la porta, nel frattempo io ero rimasta in piedi congelata, poi si fermò,si girò e disse "chi stai aspettando? Dai muoviti" scossi piano la testa e mi avvicinai a lei "andiamo", mi prese a braccetto e uscimmo dalla scuola, appena fuori dal cancello Fay si fermò  e si girò verso di me "ehi Lea dove abiti?" forse avevo una faccia interrogativa perché aggiunse "così ti accompagno" scossi la testa "no,no tranquilla posso andare anche da sola" lei mi guardò con un'occhiata che mi fece venire la pelle d'oca e disse contraddetta "se tu pensi che io ti faccia andare da sola fino a casa allora ti sbagli di grosso" "ma si trova dall'altra parte della città!" lei alzò un sopracciglio "e quindi?" sospirai, di una cosa ero certa su Fay, quando si metteva in testa una cosa la doveva fare a tutti i costi, in questo momento si era messa in testa che doveva accompagnarmi, quindi fu inutile cercare di dissuaderla, ma ci provai lo stesso e feci un ultimo tentativo "quindi è troppo lontano e poi tu dovresti tornare da sola fino a casa tua, perché non facciamo metà strada?" il suo sguardo si addolcì ma non demorse e infatti disse "oh non preoccuparti per questo, io ho detto che ti accompagnerò fino a casa tua e così farò" fece un sorriso angelico, ma in realtà era tutt'altra che angelica e mi arresi, in realtà con lei mi ero arresa già da ieri mattina "ok hai vinto, ma solo per questa volta" lei mi guardò vittoriosa e batté le mani "evviva! Quindi dove abiti?" sorrisi, anche se non glielo avrei mai detto ero felice che lei mi accompagnasse fino a casa, "in una casa in mezzo al bosco" lei spalancò gli occhi e io sorrisi "dai andiamo". Nemmeno cinque minuti dopo Fay scoprì che avevo la febbre, a farmi sgamare furono i molteplici capogiri che mi costrinsero a farmi appoggiare su qualsiasi superficie solida. Lei aveva già qualche dubbio fin da stamattina ma adesso ne era sicura, mise una mano sulla mia testa e per poco non si strozzò con la propria saliva "cacchio! Ma tu scotti! Sei venuta a scuola con tutta la febbre?" "ecco, ora è incazzata" sospirai e annuì "ma tu sei pazza!" sorrisi e dissi "bè ho preso dalla migliore", lei mi lanciò un'occhiataccia ma non disse niente e mi fece sedere sull'asfalto freddo "ce la fai a camminare o vuoi che chiami qualcuno per farci venire a prendere?" negai col capo e aggiunsi "no ce la faccio" feci per alzarmi ma caddi a terra, lei mi guardò e scosse la testa e mentre prendeva il cellulare disse "prova a venire un'altra volta con la febbre e ti rimando a casa con un calcio nel didietro" mi guardò in cagnesco mentre portava il telefono all'orecchio, dopo pochi squilli disse "sono io, mi devi fare un favore, sei occupato?" deve aver avuto una risposta negativa perché sorrise e disse "ottimo,allora muoviti, prendi la macchina e vieni, ciao" e chiuse la telefonata, la guardai e dissi "ma non preoccuparti ce la faccio" lei alzò gli occhi e disse "si,si certo". Sospirai e dopo qualche secondo guardai Fay "e comunque non gli hai detto la strada" lei mi sorrise "tranquilla, lui sa dove sono" e infatti fu così, dopo un paio di minuti dopo la telefonata, una Mercedes Benz accostò vicino al nostro marciapiede, Fay sorrise "visto?" mi aiutò ad alzarmi e ci avviammo verso il veicolo. Fay aprì la portiera dei sedili posteriori mentre mi sosteneva, mi fece accomodare sui sedili, mi scivolò accanto e mi fece posare la testa sulla sua spalla sinistra, gli occhi si appesantirono e cedetti al sonno, ma prima di addormentarmi sentii una voce bisbigliare "o dio santo" poi più nulla. Mi svegliò una mano e una voce gentile "ehi Lea, svegliati tesoro siamo arrivati a casa tua" io aprii gli occhi, ma avevo ancora quel senso di torpore così guardai la persona che mi stava parlando senza capire cosa mi stesse dicendo, cercai di concentrarmi e di focalizzare la persona a cui apparteneva quella voce, l'avevo già sentita da qualche parte ma non mi ricordavo dove, quando finalmente riuscii a focalizzare la persona capii perché la voce mi era familiare, Fay era china su di me, mentre cercava di svegliarmi, mi tirai su a sedere e mi guardai in torno lentamente, eravamo ancora in macchina, davanti al cancelletto di casa mia, feci per scendere ma una voce mi bloccò, non era quella di Fay, era impossibile confondere le due voci, infatti quest'ultima apparteneva ad un ragazzo, aveva la voce profonda e calda, un elisir per le orecchie, "fai attenzione" "o mamma che voce che ha", non ebbi il coraggio di girarmi, come potevo se sapevo che avevo la faccia tutta rossa? e di certo non era per la febbre, il cuore mi batteva all'impazzata "inspira ed espira, calmati Lea, fai un bel respiro e calmati" , dopo essermi calmata bisbigliai un si, "oh ma che risposta intelligente! Ti raccomando però non ti sprecare ad aggiungere un grazie" mi feci ancora più rossa e aggiunsi un grazie, il ragazzo ridacchiò, "mmh, la sua risata è ancora più sexy" ma a cosa vado a pensare? Forse dovevo avere un colore sul rosso scuro perché Fay disse "ehi stai bene?" io balbettai "s-si tutto ok" "oh cavolo adesso balbetto pure, ma andiamo!" "io vado, ci vediamo domani a scuola" scesi dalla macchina, sperando di non fare più figure da idiota patentata, però avevo la scusa di essere malata "già, bella consolazione" salutai con la mano mentre l'auto si allontanava, presi le chiavi dalla borsa e aprii il cancelletto, arrivai davanti alla porta barcollando e appoggiandomi a qualsiasi appiglio trovassi nei dintorni, dopo un paio di tentativi riuscii ad inserire la chiave nella toppa, aprii ed entrai "papà sono tornata" ma non sentii alcuna risposta, continuai a chiamare ma invano, incominciai a preoccuparmi, quindi salii le scale a fatica, tenendomi alla ringhiera di ebano e arrivai all'entrata del corridoio, mi avviai per la stanza di lui poggiandomi al muro, quando fui davanti alla porta della sua stanza bussai, ma non ricevetti risposta così entrai, ma dentro non c'era nessuno, allora mi diressi verso il bagno ma anche qui non vi era nessuno, sospirai e scesi le scale con passo malfermo, di sicuro la febbre era peggiorata, entrai in cucina e sul tavolo vidi un foglio mi avvicinai per leggerlo 'sono uscito, tornerò tardi, fammi trovare la cena pronta' questo significava che avevo un pomeriggio intero per riposarmi, ma prima dovevo mangiare anche se non avevo fame, aprii il frigo per vedere se c'era qualcosa di veloce e pratico da fare, trovai del petto di pollo e sorrisi soddisfatta, presi una fettina e mi feci un arrosto, finii di mangiare, presi un'altra aspirina e lavai quelle poche cose che avevo sporcato, pulii la cucina e il tavolo, poi salii. Non feci in tempo a salire l'ultimo gradino che dovetti andare subito in bagno, mi inginocchiai vicino al water e buttai fuori tutto quello che avevo appena mangiato, quando finii mi sciacquai la bocca e mi lavai i denti, sospirai quando mi vidi allo specchio, avevo un aspetto orrendo, occhiaie violacee enormi,occhi appannati e colorito pallido, mi aggrappai al lavandino e chiusi gli occhi quando mi arrivo un forte capogiro, quando si calmò un pò mi avviai verso la mia stanza aprii la porta, chiusi la finestra e tirai le tende e mi infilai sotto le coperte del letto, non ebbi nemmeno di mettere la testa sul cuscino che mi addormentai. Quando mi svegliai ero tutta sudata girai la testa verso il mio comodino per vedere che ore erano ma vidi un grosso corvo che mi fissava,aveva gli occhi color verde "strano per un corvo avere gli occhi verdi" mi girai verso di lui e continuai a fissarlo, sorrisi e lui inclinò la testa "ciao" lui gracchiò, aprì le ali e volò,fece un cerchio nella mia stanza e poi si appollaiò vicino al mio cuscino, io sorrisi ancora di più alzai una mano piano cercando di non farlo spaventare, ma lui non si mosse da lì, avvicinai ancora di più la mano e accarezzai le sue belle piume nero lucente lui gracchiò di nuovo e mise la testa sotto la mia mano, mi misi a ridere, certo che era strano come corvo, a pensarci bene da dove diavolo è entrato il corvo? non che mi desse fastidio, io adoro gli animali, ma era leggermente strano trovarsi un corvo davanti e sorridere come se fosse normale, girai la testa e la rivolsi verso la finestra, le tende erano ancora chiuse ma un leggero venticello le muoveva, alzai un sopracciglio e mi alzai, il corvo gracchiò e si poggiò sulla mia spalla, io continuai ad accarezzarlo, mi avvicinai alla finestra, scostai la tenda e vidi che un'anta della finestra era leggermente aperta, guardai il corvo, per quanto mi piacesse non potevo di certo tenerlo chiuso nella mia stanza, aprii la finestra e feci salire il corvo sul braccio, misi il braccio fuori "dai su,ora puoi andare" lui mi guardò e gracchiò, aprii le ali e volò, ma invece di volare fuori volò di nuovo, mi girai e lo trovai appollaiato sul letto con la testa alzata a mo di sdegno. Scoppiai a ridere, questa si che era forte, chiusi la finestra e mi avvicinai al corvo, provai ad accarezzarlo ma lui spicco il volo e si appoggiò sul comodino, alzai il sopracciglio "non mi dire che adesso sei offeso" gracchiò due volte come per confermare, "dai su, scusami non ti offendere" "oh bene ora mi scusavo anche con un corvo" sorrisi "mi perdoni?" mi guardò con quegli occhietti color smeraldo e gracchiò una volta "questo era un si o un no? gracchia una volta per il no e due per il si" gracchiò una volta, mi sedetti sul letto con le gambe incrociate, misi il broncio e incrociai le braccia "cattivo" volò e si appoggiò sul mio ginocchio e inclinò la testa in un modo buffo, cercai di non ridere e spostai lo sguardo, mantenendo ancora il broncio, lo sentii saltellare fino al mio braccio poi vi strusciò la testa contro, sorrisi e lo accarezzai, gracchiò felice e io sorrisi. "Ora che ci penso mi sento molto meglio" mi alzai e andai al bagno con il corvo appollaiato sulla mia spalla, presi il termometro e me lo infilai sotto il braccio libero, guardai il corvo "mmh,devo darti un nome, che ne dici di Asdrubale?" lui gracchiò spaventato, mi misi a ridere poi mi venne un dubbio "sei un maschio?" gracchiò due volte "mmmh allora che ne dici di Alan?" lui ci pensò un pò poi gracchiò due volte contento io sorrisi "bene allora sarà Alan, piacere io sono Lea" si alzò in volo e fece un cerchio sulla mia testa poi ritornò ad appollaiarsi sulla mia spalla, in quel momento sentii il bip del termometro lo cacciai, segnava i 37° "wow si è abbassata in così poco tempo", poi mi ricordai di lui, spalancai la porta e corsi fuori mentre Alan aprì le ali per mantenersi in equilibrio, quando mi fermai ero davanti le scale, Alan gracchiò per protesta, poi mi ricordai una cosa e dissi al corvo "se per caso lui è tornato, tu devi volare fino alla mia stanza in silenzio, capito?". Fece per gracchiare ma si fermò, stette fermo per un istante poi annui, spalancai gli occhi "tu sai annuire?" e per confermare annuì di nuovo, sorrisi "oh be ma se capisce quello che dico non dovrei sorprendermi che sappia anche annuire" "sei davvero forte, lo sai?" Alan gonfiò il petto orgoglioso e io scoppiai a ridere, scossi la testa e scesi le scale, il salone era immerso nel buio, andai in cucina e anche questa era nel buio, feci per uscire ma Alan mi tirò gentilmente una ciocca di capelli "che c'e?" lui spalancò le ali e volò sul tavolo, mi avvicinai e trovai un'altro biglietto suo 'stasera non torno mangio fuori per lavoro', cavolo, lui odiava le cene di lavoro sperai che andasse tutto bene o la sua sfuriata me la dovevo subire io,allontanai subito quei pensieri tristi, aprii la luce della cucina e mi girai verso Alan che era si appollaiato sullo schienale della sedia, "e adesso a te che ti faccio mangiare?" lui scrollò le ali. "aspettami qua", tornai nel salone e salì le scale, mi diressi verso la mia stanza, entrai e mi inginocchiai vicino al letto, setacciai con lo sguardo il pavimento intorno a me, finora quando non la trovai, una mattonella era un pò più scura rispetto le altre, ma non tanto da saltare all'occhio, con le mani tastai il bordo della mattonella "eccola!" una cordicina minuscolo situato al bordo della mattonella, lo tirai e la mattonella si spostò di qualche centimetro, lasciai il cordino e alzai la mattonella con le mani, esultai, i libri c'erano ancora, dovetti fare quel nascondiglio 4 mesi dopo che mia madre era morta, poiché mio padre buttò tutti i libri, cercai e ci riuscii a nasconderne alcuni, ma io amavo leggere così comprai altri libri nascondendoli in vari nascondigli suddivisi per categorie, quello che avevo appena aperto era il nascondiglio per i libri sugli animali,sorrisi ancora di più, estrassi l'enciclopedia degli animali, richiusi il nascondiglio e ritornai in cucina, misi il volume vicino ad Alan e cercai "corvo" quando lo trovai lessi tutte le informazioni, notai che Alan era molto più grande di un corvo comune,continuai a leggere e per poco non mi strozzai, guardai Alan allibita e dissi "non è che per caso sei un corvo imperiale?", lui in risposta gonfiò il petto orgoglioso lessi ad alta voce "Il corvo imperiale assieme al congenere 'Corvus crassirostris' è il più grande rappresentante della propria famiglia, nonché uno fra i massimi esponenti dell'ordine dei passeriformi" e in risposta ebbi un gracchiare fiero, lessi il cibo 'preferito' "ehm, per caso vuoi un animale morto per cena?" Alan ci pensò su e annuì, io sbiancai "e adesso dove te lo prendo un animale morto, vabbe dai andiamo", mi misi qualcosa di pesante,presi le chiavi e uscii insieme ad Alan, mentre quest'ultimo mi volteggiava sulla testa felice io mi sedetti sul muretto di casa mia e Alan virò ed atterrò accanto a me, mi guardò ed andò a 'caccia' solo quando gli dissi "buon appetito", quando tornò non era passata neanche un'ora, "com'è andata la cena?" il becco era pulito quindi non potei dedurre niente, lui annuì soddisfatto io sorrisi e tornammo dentro, mi arrostii un'altra fettina di pollo e quando feci per mangiarne un pezzetto, quando vidi Alan che lo fissava, sorrisi "lo vuoi provare?" lui inclinò la testa ed annuì io sorrisi, presi il pezzetto di carne fra le mani e glielo diedi, quando lo ingoiò gracchiò si avvicinò e si fregò la mia fettina di carne, mi misi a ridere e mi feci un'altra fettina di pollo, quando la misi nel piatto, sbirciai verso Alan che a sua volta osservava attentamente la mia nuova fettina di pollo "ah no caro, questa non te la lascio" lui gracchiò e si coprì la testa con le ali, scoppiai a ridere, avevo le lacrime agli occhi, mi piegai in due,Alan abbassò un po le ali scoprendo un occhio verde "ok hai vinto tu ma solo un pezzettino" lui cacciò fuori la testa e gracchiò felice, mi asciugai le lacrime e tagliai un pezzetto di carne lo guardai e dissi "prendilo" credo che abbia capito cosa stavo per fare perché una scintilla,non saprei dire di cosa, gli illuminò gli occhi. Aprii la porta della cucina presi il pezzo di carne ed uscii, salii le scale con Alan alle mie calcagna, arrivata in cima, Alan si appollaiò sul corrimano della ringhiera, presi il pezzo in mano e portai la mano dietro la testa come i giocatori di baseball e lanciai il pezzo di carne oltre la scalinata più forte che potevo, Alan aprì le ali, si alzò in volo e poi scese in picchiata ,prese il pezzo un attimo prima che cadesse a terra si innalzò di nuovo e planò sulla mia testa un paio di volte in segno di vittoria, mentre io gli battevo le mani, poi si appollaiò sulla spalla con il pezzo di carne in bocca lo accarezzai "bravissimo Alan", ma la mia felicità durò poco, dei fari illuminarono le finestre mentre la macchina entrò nel parcheggio "oh cavolo, Alan vai nella mia stanza e non far rumore" quest'ultimo annuì e planò fino alla mia stanza, scesi le scale di corsa presi il libro e risalii di nuovo le scale di corsa, mi fiondai nella mia stanza e non vidi da nessuna parte Alan, aprii la mattonella ci infilai il libro e la richiusi e dissi sussurrando "Alan sei qui?" sentii un leggero gracchiare da sotto il letto, mi avvicinai e mi chinai, trovai i suoi occhietti tondi che mi fissavano, sorrisi "bravissimo, ti raccomando non fare rumore  mi alzai, uscii e chiusi la porta a chiave, mi fiondai di sotto ed entrai in cucina, misi la carne in un piattino di carta e lo nascosi, lavai i piatti e la pentola il più veloce possibile e finii giusto in tempo quando lui aprì la porta, la sua voce tuonò "Lea,vieni immediatamente qui" mi alzai e andai nel soggiorno, mi avvicinai e lui mi lanciò il cappotto in faccia "muoviti e cucinami qualcosa di decente", appesi il cappotto sull'appendi abiti e filai in cucina, lo trovai già seduto a tavola che batteva la mano impaziente sul tavolo, presi gli apparecchiai la tavola con tutto quello che voleva, per non farlo irritare ancora di più lo feci perfettamente, "papà, cosa vuoi per cena?" lui mi guardò dalla testa ai piedi e si leccò i baffi, io rabbrividii ma cercai di non darlo a vedere,"fai tu" annuì, accesi la televisione e gli diedi il telecomando. Aprii il frigo e tirai fuori il petto di pollo sano, presi un coltello e il tagliere e tagliai il pollo a cubetti, lo misi sul fuoco con un pò d'acqua e nel frattempo che il pollo cuoceva preparai la salsina di zucchina e la versai sul pollo, presi il suo piatto e vi misi il pollo, portai la pietanza sul tavolo "buon appetito", lui alzò un sopracciglio e io mi affrettai a tagliare una fetta di pane "vuoi qualcosa per contorno?" "no" si mise a mangiare, per fortuna gli piacque, non si lamentò quasi mai e io stetti sempre lì in caso volesse qualcos'altro. Quando finii il pollo disse "brava, era ottimo, ora ci vorrebbe il dolce", feci per allontanarmi ma una mano mi bloccò io mi girai e gli vidi un sorriso sinistro sulla faccia, impallidii mentre lui si alzò, indietreggiai mentre lui si avvicinò, solo che indietreggiai dalla parte opposta infatti rimasi bloccata tra il muro e il ripiano della cucina, allungò una mano e la appoggiò al muro vicino al mio fianco. "oh dio ti prego fa' che non stia per fare quello che penso io. Ti supplico, se esisti impedisci che lui lo faccia, ti prego", ma le mie preghiere furono inutili, con l'altra mano mi accarezzò una guancia bagnata dalle mie lacrime, sorrise "sai assomigli molto a tua madre e lei mi manca molto" la sua voce era roca, ero terrorizzata, incominciai a tremare "mio dio no, ti supplico non permettergli di fare questo, chiunque ci sia lassù,ti supplico" e poi arrivò il momento che speravo non accadesse; mi leccò il collo e salì fino ad arrivare alle labbra, mi leccò anche quelle. Poi mi baciò.

Black Wolf (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora