Opposites Attract {L.S.}

By felstories

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Però Harry aveva imparato, da piccolo, nelle lezioni di scienze, che una calamita di segno positivo attrae la... More

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Epilogo
Ringraziamenti di un'autrice tanto felice.

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By felstories

"Non ti mangio, tesoro."
"Non ancora."
"Non-"
"Sh, non dargli retta."

-

"Dove vuole che la porti, singorino?"
"Su una stella!"
"Titanic?"
"Sì!"
"Dopo insceniamo il mio momento preferito del film?"
"Quale?"
"Quando Jack disegna Rose, ed io faccio Jack."

"Non ci credo, ha ceduto?!"

-

"... Bisogna solo stare attenti e scegliere le persone con cui essere buono."
"E tu hai scelto di essere buono con me?"
"Sì"
"E perché proprio con me?"
"Perchè sì."

-

"Cos'era?"
"Un bacio."
"E perché mi hai baciato?"
"Perchè avevo questa voglia di farlo che mi soffocava."

"Che significa questo?"
"Che mi piaci."
"Anche tu mi piaci."
"Posso avere l'onore di considerarti il mio ragazzo, quindi?"
"Sì, puoi!"

"Ma mica avete una relazione?"
"Eh sì... ma tra poco lo trovo un modo per sbarazzarmene."

-

"Voglio così tanto fare l'amore con te"
"Davvero?"
"Davvero... ti desidero."
"Sono tutto tuo."
-

"Mi fido di te."

"Pure fedele te la sei scelta la puttana!"

-

"Ti amo."
"Mi ami?"
"Ti amo" ripeté baciandolo sulla mandibola,
"Ti amo" un bacio sull'angolo della bocca,
"Ti amo" un bacio sulle labbra.

"Crede che lo ami, eh?"

-

"Si può sapere a cosa brindiamo?"
"A noi! Lunga vita a noi!"

-

"Ci sono io qui."

"Tra poco lo trovo
un modo per sbarazzarmene."

-

"Vieni qui" sussurrò Louis, facendogli segno di avvicinarsi. Harry sorrise facendolo, e Louis gli prese la mano e lo avvicinò abbastanza da far toccare i loro petti e le loro fronti. Sentì la mano di Louis toccargli la schiena, e quella sensazione di calore gli avvolse il corpo. Un po' per istinto, un po' per bisogno, fece toccare le loro labbra.
"Mi giuri che non è nessuno?" Mormorò Harry.
Poco prima avevano discusso, perché Harry aveva trovato un contatto salvato Baby sul telefono di Louis, e non era lui; e Louis gli aveva spiegato che era il soprannome di una sua amica: tutti la chiamavano così.
"Certo che te lo giuro, piccolo... Non ti tradirei mai."
Harry lo guardò negli occhi e capì che era sincero. O almeno...
"Mai?"
"Mai. Non voglio nessuno che non sia tu, al mio fianco. Voglio te, amo te."
Harry sorrise e poggiò la testa alla spalla di Louis. "Facciamo l'amore?" Chiese in un sussurro impercettibile. Ma Louis lo percepì.

"Con quella di stasera
sono ben quattro volte."

-

La testa di Harry era un casino. Un gran baccano di ricordi. Si stavano divertendo a far baldoria, a fare così tanto rumore da provocare le sue lacrime. I ricordi delle bugie di Louis gli facevano un male tremendo. Avrebbe preferito tagliarsi la testa pur di non possederli più. La notte l'aveva passata in bianco di nuovo, ovviamente, perché le parole di Louis, mischiate al ricordo delle sue labbra e di tutti i loro momenti, agganciate alle parole di Niall, stavano scavando un fosso nel suo torace. Un fosso molto profondo, dato che gli stava facendo malissimo.

Sapere che ogni volta in cui l'aveva fatto sorridere stesse solo recitando, sapere che tutta la fiducia che si era venuta a creare tra loro due era una gran cazzata... Harry era convinto che il dolore inflitto da moltepilici coltelli avrebbe fatto meno male.

Era stato la puttana di Louis, l'aveva detto Oly. Serviva solo a quello. Al sesso e basta.

Allora si chiese perché Louis avesse aspettato un mese prima di scoparlo per la prima volta.
E poi si rispose.
Si rispose che Louis era furbo, e che aveva capito che doveva abbindolarlo, perché era un ragazzo difficile che non avrebbe subito aperto le gambe.

Harry era seduto sul suo letto mentre pensava a questo, con la schiena poggiata alla spalliera e lo sguardo bagnato rivolto fuori dalla finestra. Il sole era alto nel cielo, ma Harry non aveva idea di che ore fossero e neanche gli importava. Un improvviso senso di rabbia lo assalì.

"E allora chissà cos'avrà pensato! Basta un ti amo ed è in ginocchio ai tuoi piedi a farti un pompino!" Urlò, lanciando il cuscino, precedentemente stretto tra le sue braccia, contro il muro di fronte a lui. Per poco non colpì lo specchio.

Ad Harry stava facendo schifo il pensiero di essersi lasciato andare con lui su quel letto, di aver urlato il suo nome stringendo quel cuscino. Non lo sopportava, lo stava logorando dentro.
Se prima il pensiero delle mani di Louis sul suo corpo lo faceva sentire al sicuro perché era Louis e non gli avrebbe fatto male, adesso il solo pensiero del tocco di Louis lo spaventava.
Si sentiva così stupido ad avergli creduto. Ad essersi fidato.

La testa gli stava girando, e gli faceva male come se un martello stesse colpendo ripetutamente sulla sua fronte: colpa delle troppe lacrime, che non riuscivano a smettere di scendere. Harry aveva persino imparato a trattenere i singhiozzi, dopo tutte quelle ore passate a provarci finché le sue lacrime divennero solitarie e silenziose.

Qualcuno aprì la porta e chiese: "Harry, tutto bene?"
Egli non si girò verso la porta a vedere chi fosse e neanche si sforzò di riconoscere la voce. Era esausto, distrutto. Stava visibilmente male.
"No" rispose sincero senza giri di parole: chiunque fosse stato, si sarebbe reso conto che non stava bene.

Questa persona entrò e nel silenzio chiuse la porta. Harry sentì dei piccoli tacchi avvicinarsi e Jess si sedette sul suo letto, proprio davanti al suo sguardo. Anche lei era... strana. Forse per via del fatto che fosse struccata e spettinata, ma sembrava davvero stanca, anche lei.
"Cosa ci fai qui?"
"Sono venuta perché dovevo parlarti di una cosa... ma ti ho sentito urlare qualcosa su un pompino e... non credo sia decisamente il momento di parlartene. Non mi ascolteresti."
Harry ammirò la sua perspicacia quella volta. Alla fine aveva capito che Jess era bella e a tratti anche intelligente, ma non era la persona che Harry avrebbe voluto sposare. Harry avrebbe voluto sposare Louis. Sì, Louis, ma quello che lui credeva che fosse. Lui era assolutamente la sua persona: peccato che non esistesse.

"Brava" disse soltanto, guardando il cuscino caduto a terra anziché la ragazza.
"Ti... ti va di sfogarti e dirmi cosa c'è che non va?" Harry la guardò per qualche secondo e poi: "No."
Ella sospirò. "Sicuro?"

"No." Harry sentiva le lacrime riaffiorare ed il mento prese a tremargli.
"Riguarda lui vero?" Harry la guardò ancora e stavolta per più tempo.
"Sì." Non sapeva a chi si stesse riferendo, ma nella sua testa non si pose questa domanda. Lo fece solo dopo aver risposto, infatti le chiese: "A chi ti riferisci?"

"Al ragazzo della foto che hai pubblicato l'altro giorno."
Harry annuì prima di abbassare lo sguardo sulle proprie mani, congiunte sul ventre.
"Chi è?"
"Nessuno."
"Chi era?"
"Tutto."

Jess sospirò ancora. "Si può sapere che cazzata hai, o avete combinato insieme?"
"È successo che mi sono innamorato. E lui sembrava essersi innamorato quanto me. Ed era il mio ragazzo..."
"E poi?" Chiese lei, dolce. Harry si stupì del fatto che la ragazza non reagì.
"E poi è andato tutto a puttane perché ho scoperto che mi ha ingannato e che-" Harry singhiozzò, "E che era tutto falso perché-" Un altro singhiozzo, "Perchè gli importava solo del mio corpo."
Dirlo a voce sembrava ancora peggio.

"Oh, Harry..." lei lo guardava dispiaciuta, poi sospirò mettendogli una mano sul ginocchio. Lui la lasciò fare. "Si vede che lui non ti merita. Non merita tutte queste lacrime e questa brutta faccia, andiamo..." la sua mano si spostò dal ginocchio di Harry al suo mento, e glielo alzò così che la guardasse.

Proprio come faceva Louis.

"Non meriti di soffrire così, io so che persona splendida sei..." Il riccio si sentì quasi in colpa: di lei, lui non pensava affatto che fosse una persona splendida. "E so che non mi amerai mai anche se sarò tua moglie..." aggiunse lei, "E neanche io ti amerò mai anche se sarai mio marito, questo è poco ma sicuro-"
"Perchè?" La interruppe.
"Perchè sono come te."
Harry spalancò gli occhi e lei annuì. "Io ho una ragazza, Harry. All'insaputa di tutti, certo, ma..." Il riccio sorrise amaramente. Che vita di merda, la nostra.

"Dicevo che, nonostante questo, so che meriti qualcuno che ti ami. Come lo meritano tutti. Meriti qualcuno alla tua altezza e credimi... lui non lo è. Quindi adesso hai due opzioni: metterci una pietra sopra, dimenticarlo e andare avanti, o riprendertelo. Ma la seconda è quella sconsigliata."
Harry la guardò e riuscì a capire che aveva ragione, anche se avrebbe rivoluto il suo Louis.

"Guardati" Jess indicò lo specchio ed Harry vide il suo riflesso. Faceva spavento. "Sei orribile. Ma ti sembra normale che un coglione del genere debba ridurti in questo stato? Ma si può sapere chi si crede di essere? Andiamo, vedi di alzarti e darti una sistemata, mettere su un sorriso ed andare avanti, fagli vedere chi è Harry Styles. Amor proprio, forza e coraggio. Ti aspetto giù, colazione da Starbucks. Ti voglio con la tua camicia migliore ed il profumo di Chanel. Intesi?"
Jess gli sorrise prima di fargli l'occhiolino ed uscire. Anche Harry le sorrise e si alzò dal letto: sapeva che sarebbe stato difficile, ma ci avrebbe provato.

Avrebbe fatto pentire Louis delle sue azioni. Il suo ego stava emergendo più forte che mai.








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