Where Have You Been || Harry...

By doitlikeadude92

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Come tutte le ragazze del mondo o quasi, Emily amava stare con le sue amiche, uscire e divertirsi. Un giorno... More

Where Have You Been
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Cinderella

Epilogo

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By doitlikeadude92

Terrore.

Credo che sia l’unica parola esistente al mondo per descrivere a pieno quello che sto provando adesso.

Dopo aver parato al telefono con Harry credo di essere svenuta per la paura o, cosa più plausibile, credo di aver perso i sensi dopo aver sbattuto la testa dopo una terribile caduta durante la mia fuga dal signor Philips. Sì, deve essere sicuramente questa l’unico motivo visto che sento colare del liquido caldo sulla guancia destra. Dall’odore ferroso sembrerebbe proprio del sangue.

Provo a muovermi, ma qualcosa me lo impedisce. I miei polsi sono legati dietro la mia schiena da delle spesse corde e tutto ciò mi impedisce di fare qualsiasi tipo di movimento. Più cerco di liberarmi e più sento le corde stringersi e strofinare sui miei polsi provocandomi un fastidioso dolore.

Provo ad urlare, ma come previsto sono anche imbavagliata a dovere. Di male in peggio.

Mi guardo intorno alla ricerca di una possibile via di fuga. Della luce fioca proviene dalle fessure delle tapparelle della finestra dietro di me illuminando la stanza. Credo di essere finita nel vecchio ufficio del preside, ma non ne sono sicura visto che ho dei ricordi molto vaghi della mia vecchia vita scolastica.

Sulla polverosa scrivania difronte a me noto una piccola ampolla di vetro e mi si accende una lampadina. Cercando di non far troppo rumore cerco di trascinare la sedia sulla quale sono seduta e indietreggio il più possibile per poter afferrare quel piccolo oggetto. Quando finalmente riesco ad afferrarlo lo rompo sulla scrivania e afferro un pezzo di vetro. Improvvisamente la porta difronte a me si spalanca. Un forte odore di alcol impregna la stanza con appena LUI vi mette piede dentro.

In circostanze come questa dovrei entrare nel panico, ma ripeto continuamente a me stessa di restare lucida e calma per poterne uscire viva.

L’uomo barcolla malamente verso il lato opposto della stanza dandomi il tempo di reagire. Le corde non sono molto resistenti e in poco tempo riesco a liberarmi i polsi strofinando il piccolo pezzo di vetro su di esse.

Rimango ferma per non fargli capire che mi sono liberata fin troppo facilmente e osservo attentamente ogni sua mossa mentre stringo sempre di più la presa sulla mia piccola arma. Se mi avventassi su di lui adesso sarei in netto svantaggio considerando la sua stazza, quindi devo solo aspettare il momento adatto per agire.  

Lo vedo armeggiare con un’arma, forse si è portato dietro una pistola per finirmi una volta per tutte. Ingoio la bile e faccio mente locale. Ci deve pur essere un modo per uscire da questa situazione senza tirarci il calzino e poter finalmente sfuggire dalle sue grinfie.

Si volta verso di mostrandomi il suo agghiacciante ghigno. Pensa di avermi in pugno, ma si sbaglia di grosso e non sa con chi ha a che fare. Dai vestiti stropicciati che indossa e dalle profonde e violacee occhiaie sotto gli occhi sono più che sicura che non si sia concesso il lusso di fare una bella dormita da un paio di giorno e la cosa potrebbe andare solo a mio favore. In questo momento riesco solo a provare tanta pena nei suoi confronti.

Si avvicina velocemente a me e mi sfila il tovagliolo dalla bocca.

“Finalmente siamo soli. Sono giorni che tento di avvicinarmi a te, ma il tuo amichetto ti è sempre attaccato alle costole rendendomi tutto difficile. Potrei uccidere anche lui dopo che avrò finito qui con te.”

“Non parlare così di lui. Non hai il diritto di metterlo in mezzo in questa storia. Questa cosa riguarda solo me e te, lui non ci deve entrare in mezzo per nessun motivo!” sputo carica di cattiveria. Il terrore che provavo all’inizio è sparito come per magia.

“Oh, si invece. Tu non hai idea di cosa mi hai fatto passare, stronzetta.” Afferra il mio volto duramente e con uno scatto della testa riesco a liberarmi dalla sua presa rude.“Vuoi giocare?!” dice con fare provocatorio. Sfila un coltello dalla tasca posteriore e lo punta alla mia gola. A quel gesto mi immobilizzo sul posto e inizio a respirare pesantemente.

“Cosa vuoi da me?” la mia voce esce più insicura di quanto mi sarei aspettata.

“Voglio farti soffrire tanto quanto tu hai fatto soffrire me, è più che ovvio mia cara.” Con la punta del coltello mi fa un piccolo taglietto sul collo e mi osserva divertito mentre cerco di non contorcermi al dolore.  “Ora io ho il potere, piccola Emily. Per colpa tua adesso sono in bancarotta e ricercato dai miei stessi colleghi.” Traccia un altro taglio lungo la mia guancia destra facendomi trasalire.

“Perché stai facendo tutto ciò?”

“Perché?” ripete divertito dalla mia stessa domanda. “Volevo il patrimonio di tua madre. Una volta sposata le avrei fatto capire chi comandava, ma tu quella sera sei tornata a casa prima del previsto e hai combinato un casino mandando all’aria i miei piani per cui ho fatto la mia parte e ho fatto in modo che le accuse andassero tutte contro di te e ci sono riuscito, ma tu continui a rendermi tutto ancora più difficile ed è ora di mettere fine a questa farsa.”

“Tu sei completamente pazzo!” punta nuovamente il coltello alla mia gola e preme la punta sulla mia pelle facendo fuoriuscire una piccola goccia di sangue.

“Attenta a come parli in mia presenza, ragazzina.” Un urlo in lontananza distoglie la sua attenzione nei miei confronti. Si avvicina alla porta per sentire meglio.

“Emily!” Harry urla il mio nome a squarciagola.

“Dannazione!” sbatte il pugno sul muro provocando una piccola crepa su di esso. Ora o mai più, penso fra me e me. Seppur indolenzita mi alzo di scatto e pianto il pezzo di vetro che tenevo stretto sulla sua schiena. Lui urla di dolore, si volta di scatto e si avventa su di me buttandomi a terra. Porta immediatamente il coltello verso di me e con tutte le mie forze cerco di allontanare il suo pesante corpo dal mio. Il rumore di una porta abbattuta mi fa sobbalzare e pochi attimi dopo il corpo del signor Philips viene allontanato dal mio con uno strattone da parte di Harry.

“Stai bene?” mi chiede cercando di tornare a respirare normalmente. Neanche il tempo di rispondergli che mi pietrifico.

“Harry!” urlo spingendolo lontano da me dopo aver notato il signor Philips afferrare una pistola dalla cattedra e puntarla verso di noi.  Tutto succede così in fretta che neanche me ne rendo conto. Louis, che evidentemente è entrato nella scuola poco dopo di Harry, si lancia su di me prendendo in pieno il proiettile al posto mio. Il tempo si ferma nel momento esatto in cui vedo il mio migliore amico accasciarsi su di me con una smorfia di dolore sul viso mentre Harry riesce ad alzarsi e mettere ko il nostro aggressore con un pugno ben assestato.

Sarebbe più che inutile dire che Louis ce l’ha fatta, perché mentirei spudoratamente. Ho passato gli ultimi attimi della sua vita in un caos totale tenendogli forte la mano e stringendola fra le mie, come per dargli un po’ della mia forza vitale mentre i paramedici cercavano in vano di rianimarlo.

Ho gridato e scalciato mentre uno dei paramedici mi trascinava via dal corpo inerme di Louis steso a terra su una pozza enorme di sangue pregandoli di salvarlo, ma nessuno mi ha dato ascolto.

Con lui oggi se n’è andata una parte di me e non riesco a non sentirmi in colpa per tutto ciò. E’ morto a causa mia e non me lo perdonerò mai.

[…]

Canzone: Long Time Traveller di The Wailin' Jennys

Il vento freddo del cimitero di Londra soffia sul mio volto scompigliandomi i capelli, ma non mi importa. Non ho neanche la forza di muovere un muscolo. Sono come pietrificata sul posto.

Mentre viene calata la bara di Louis nella fossa sento scendere una lacrima sul mio volto, una delle tante lacrime versate in queste terribili ore passate qui. Harry mi stringe forte a sé, come se avesse paura che gli potessi sfuggire da un momento all’altro, ma non succederà. Lui è l’unica cosa positiva che mie è successa nella vita. L’unica persona che non mi permette di abbattermi o di perdermi nell’oscurità che aleggia da anni dentro di me.

Mia cugina è aggrappata alle braccia di mio zio mentre lui le accarezza dolcemente la schiena cercando di calmarla, senza però riuscirci. Posso percepire il suo dolore e la capisco. Ha perso un pezzo del suo cuore, la sua anima gemella e io ho perso il mio migliore amico, il fratello che non ho mai avuto, la mia metà.

Appoggio la testa sul petto di Harry mentre un singhiozzo mi investe in pieno. Lui mi stringe forte al suo petto facendomi al sicuro più di quanto sia mai stata in tutta la mia vita e mi bacia dolcemente sulla testa, come se avesse paura di rompermi con quell’innocuo gesto d’amore.

“Va tutto bene piccola, ci sono io con te. Sfogati pure.” Mi stacco un attimo dal suo petto per alzare leggermente la testa e poter puntare lo sguardo nei suoi occhi.

“Credo proprio che Dio abbia voluto rimediare ai suoi errori mandandomi te.” Borbotto cercando di controllare le lacrime. Lui mi osserva confuso dalle mie parole mentre lentamente e delicatamente passa i suoi pollici sulle mie guance asciugandomi dalle lacrime. “Sei la mia unica salvezza. Adesso mi rimani solo tu, non lasciarmi mai. Ti prego, sarebbe la mia fine se tu mi lasciassi andare.” Sento come se dopo questa mia piccola confessione il mio cuore si fosse liberato da un enorme e opprimente macigno.

“Non lo pensare neanche, piccola.” Mi sorride per poi stringermi di nuovo a sé e appoggiare il mento sulla mia testa. “So che questo non è la situazione adatta per parlarne, ma credo anche che tu abbia un disperato bisogno di sentirtelo dire adesso e non posso aspettare altro tempo.” Sospira pesantemente “Credo di averti amata sin dal primo momento in cui sei entrata nella mia vita, sono stato solo così sciocco da non essermene accorto prima. Sei entrata nella mia vita come un uragano e nonostante tutto sarò sempre al tuo fianco e non riuscirai a sbarazzarti così presto di me. Ti amo.” Sussurra dolcemente

“Ti amo anche io.” dico stringendolo ancora di più a me mentre altre lacrime calde scivolano lungo le mie guance, ma questa volta non sono lacrime di dolore, sono lacrime piene di felicità e amore.

[…]

Canzone: Gravity di Sara Bareilles

“Io pensavo tu stessi bene.” Dice Harry distogliendo i miei pensieri dalle onde del mare che si infrangono sugli scogli. Sento i suoi passi sulla sabbia farsi sempre più vicini a me e abbasso lo sguardo verso le mie scarpe.

“Ma io sto bene.” Mento per la millesima volta

“Lo vedi? Mi menti ancora, smettila.” Si sede difronte a me prendendo le mie mani nella sue e inizia a massaggiarmi il dorso con i pollici mentre mi osserva preoccupato.

“Io sto bene, non ti mento. Sto bene.”

“Allora perché ogni volta che ti prendo per il braccio, vedo il tuo volto cambiare espressione? Perché ogni volta che ridi, ad un certo punto ti fermi e sospiri? Perché a volte ti vedo e noto che guardi il nulla con lo sguardo perso, assente, vuoto, spento ed è come se ci cadessi dentro tu? Perché a volte quando siamo in stazione e il treno si avvicina tu sei sulla linea gialla e mi capita spesso di doverti spingere verso me? Perché in questi momenti io ho paura per te ma a te sembra non importare di te stessa?”

“Sono solo dei casi. Io sto bene, sto bene, sto bene, sto bene.”

“Non ci credi nemmeno tu, cazzo io non sono gli altri. Lo vedo che in ogni ‘sto bene’ non c’è niente che va bene, lo vedo che sei crollata nel tuo buio ma fammici entrare, non voglio farti sentire sola. Odio vederti con lo sguardo così assente come se tu non ci fossi.”

“Io non ci sono, io non sto.” Ammetto. Mi alzo e mi avvio verso la solita strada per casa mia. Lui si avvicina velocemente a me e mi abbraccia, forte, fortissimo.

"Ti salverò" mi dice più che sicuro di sé.

Sono passati dei mesi dalla morte del mio migliore amico, ancora a volte mi distruggo ma lui continua a non lasciarmi, mi allontano e si avvicina ancora di più. In questi mesi ha visto ogni cosa di me, mi ha vista in tutti i modi, mi ha vista mentre crollavo e buttavo via tutto, soprattutto me stessa ma lui era lì sempre per riprendermi. E gliene sarò per sempre grata.

 THE END

 

ANGOLO AUTRICE

Siamo arrivati alla fine!!!! So che non vi avevo avvertiti di una possibile fine, ma in realtà non lo sapevo neanche io. Mentre scrivevo questo capitolo non mi sono resa conta in cosa stavo andando incontro fino a che non l’ho finito e ho capito che questa sarebbe stato il finale adatto per questa storia. Molto probabilmente alcuni di voi si aspettavano un altro paio di capitoli o comunque un finale diverso da questo e mi dispiace di aver deluso le vostre aspettative, ma da quando ho iniziato questa storia non ho mai pensato di tirarla troppo per le lunghe perché ho sempre pensato che doveva essere una cosa semplice e carina e spero di essere riuscita nel mio intento :) spero che questo capitolo vi sia piaciuto tanto quanto è piaciuto a me scriverlo. Naturalmente non smetterò di scrivere e d’ora in poi cercherò di mettere un po’ del mio tempo nella mia nuova storia e spero di ritrovarvi anche lì.Un bacio. Marty xx

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