Epilogo

1.5K 50 3
                                    

Terrore.

Credo che sia l’unica parola esistente al mondo per descrivere a pieno quello che sto provando adesso.

Dopo aver parato al telefono con Harry credo di essere svenuta per la paura o, cosa più plausibile, credo di aver perso i sensi dopo aver sbattuto la testa dopo una terribile caduta durante la mia fuga dal signor Philips. Sì, deve essere sicuramente questa l’unico motivo visto che sento colare del liquido caldo sulla guancia destra. Dall’odore ferroso sembrerebbe proprio del sangue.

Provo a muovermi, ma qualcosa me lo impedisce. I miei polsi sono legati dietro la mia schiena da delle spesse corde e tutto ciò mi impedisce di fare qualsiasi tipo di movimento. Più cerco di liberarmi e più sento le corde stringersi e strofinare sui miei polsi provocandomi un fastidioso dolore.

Provo ad urlare, ma come previsto sono anche imbavagliata a dovere. Di male in peggio.

Mi guardo intorno alla ricerca di una possibile via di fuga. Della luce fioca proviene dalle fessure delle tapparelle della finestra dietro di me illuminando la stanza. Credo di essere finita nel vecchio ufficio del preside, ma non ne sono sicura visto che ho dei ricordi molto vaghi della mia vecchia vita scolastica.

Sulla polverosa scrivania difronte a me noto una piccola ampolla di vetro e mi si accende una lampadina. Cercando di non far troppo rumore cerco di trascinare la sedia sulla quale sono seduta e indietreggio il più possibile per poter afferrare quel piccolo oggetto. Quando finalmente riesco ad afferrarlo lo rompo sulla scrivania e afferro un pezzo di vetro. Improvvisamente la porta difronte a me si spalanca. Un forte odore di alcol impregna la stanza con appena LUI vi mette piede dentro.

In circostanze come questa dovrei entrare nel panico, ma ripeto continuamente a me stessa di restare lucida e calma per poterne uscire viva.

L’uomo barcolla malamente verso il lato opposto della stanza dandomi il tempo di reagire. Le corde non sono molto resistenti e in poco tempo riesco a liberarmi i polsi strofinando il piccolo pezzo di vetro su di esse.

Rimango ferma per non fargli capire che mi sono liberata fin troppo facilmente e osservo attentamente ogni sua mossa mentre stringo sempre di più la presa sulla mia piccola arma. Se mi avventassi su di lui adesso sarei in netto svantaggio considerando la sua stazza, quindi devo solo aspettare il momento adatto per agire.  

Lo vedo armeggiare con un’arma, forse si è portato dietro una pistola per finirmi una volta per tutte. Ingoio la bile e faccio mente locale. Ci deve pur essere un modo per uscire da questa situazione senza tirarci il calzino e poter finalmente sfuggire dalle sue grinfie.

Si volta verso di mostrandomi il suo agghiacciante ghigno. Pensa di avermi in pugno, ma si sbaglia di grosso e non sa con chi ha a che fare. Dai vestiti stropicciati che indossa e dalle profonde e violacee occhiaie sotto gli occhi sono più che sicura che non si sia concesso il lusso di fare una bella dormita da un paio di giorno e la cosa potrebbe andare solo a mio favore. In questo momento riesco solo a provare tanta pena nei suoi confronti.

Si avvicina velocemente a me e mi sfila il tovagliolo dalla bocca.

Where Have You Been || Harry StylesNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ