Twice ~Cameron Dallas~

By AleMalik1016

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Prologo, cast e trailer
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Ringraziamenti

Capitolo 1

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By AleMalik1016

<<Adeline Marney, potresti gentilmente ripetere ciò che ho appena detto e che - ovviamente - non hai ascoltato?>>

La voce acuta e stridula della mia insegnante di matematica giunge alle mie orecchie, procurandomi un tremendo fastidio ai timpani.

<<Scusi, non ero attenta... >> confesso sincera, non potendo di certo prendermi gioco di lei proprio quando mi ha colta con le mani nel sacco <<Lo so benissimo. L'ultimo anno del liceo non è facile come sembra e distrarsi durante le spiegazioni di certo non aiuta... vedi di riprenderti.>>

Annuisco - non sapendo che altro aggiungere - ed abbasso lo sguardo, sperando che i miei compagni spostino gli occhi da me.

Maledetta timidezza, penso.

Afferro saldamente la matita e comincio a lasciare vari schizzi sulla carta vecchia del libro di testo, cercando di scacciare anche solo per un secondo dalla mente il mio pensiero fisso: mia madre.

Classe '75, Shasha Marney è una delle donne più forti del mondo: ha sempre faticato per guadagnarsi qualsiasi cosa nella vita e non mai ha smesso di lottare.

Non è solo una madre per me, bensì anche un padre.

Purtroppo non tutti nascono con la fortuna di avere due genitori che si amano e questo è esattamente il mio caso.

Detto in questo modo suona come se tenessi rancore nei confronti di colui che mi ha donato la vita, ma - al contrario - sono dell'idea che se la loro storia non ha funzionato ci sarà stato sicuramente motivo.

Chiamiamolo destino.

Il futuro, purtroppo, piuttosto che diminuire le sofferenze ha deciso di calcare la mano proprio sulla sua salute ed è questo che mi ha distratta poco fa.

Anche se con la testa tra le nuvole, riesco a prendere qualche appunto e finalmente riesco ad arrivare alla fine dell'ora.

La campanella suona e - contemporaneamente - tutti i presenti nell'aula si alzano dalla sedia, dirigendosi all'esterno.

La professoressa, dopo aver sbuffato rumorosamente per la nostra fretta, se ne esce con passo felpato con la borsa penzolante in mano.

Senza esitare un secondo in più, abbandono l'edificio che mi ha trattenuta fin troppo per oggi e mi dirigo verso la stazione.

Corro per le strade trafficate della California, mentre il leggero venticello di metà Settembre mi scompiglia i capelli castani.

Raggiungo la meta stabilita e mi infilo all'interno del treno - ovviamente dopo aver pagato il biglietto - giusto in tempo per la partenza.

Mi accomodo su uno dei scomodi sedili vecchi del treno, infilo le cuffie alle orecchie e mi rilasso a sentire la mia colonna sonora preferita.

Con lo sguardo perso verso il paesaggio illuminato dal sole lucente della mia città, giungo a destinazione.

Trinity Hospital.

Manca veramente poco, sono così agitata.

Scivolo fuori dalle porte e sfreccio via lungo il viale infinito che mi condurrà all'ospedale.

Un mix di ansia, agitazione e paura si stanno crogiolando all'interno del mio stomaco come se fossero dentro ad un pentolone bollente.

Chissà cosa le sarà successo.

Appena metto piede all'interno della struttura medica, sono invasa da mille sensazioni contrastanti e non riesco a ragionare lucidamente.

Mi avvio al bancone per chiedere informazioni riguardo mia madre.

<<Sono qui per Shasha Marney.>>

La donna dall'altra parte del vetro mi squadra rapidamente e successivamente scorre con il dito fino alla fine del foglio, alla ricerca del nome di mia madre.

<<Reparto cardiologia, stanza 81.>>

Perdo un battito, o forse più di uno.

<<La ringrazio, buona giornata>> mi congedo rapidamente, salendo la rampa infinita di scale che mi spiana la strada verso il piano che devo visitare.

La vista è lievemente offuscata dalla leggera patina di lacrime, perciò ci metto un po' di tempo per raggiungere la stanza giusta.

Abbasso la maniglia della porta e mi immobilizzo all'istante nel vedere mia madre collegata ad una sere infinita di cavi attorno al petto e alle braccia.

<<Mamma... >> sussurro tra i singhiozzi, portando una mano alla bocca <<Lin, entra tesoro>> mormora a bassa voce il mio soprannome preferito, sollevandosi di poco dal materasso per raggiungere una posizione quasi eretta.

Avanzo verso la poltrona posta al suo fianco, nella quale appoggio lo zaino, e successivamente raggiungo la donna sdraiata nel lettino bianco.

<<Che ti è successo?>> domando ancora con tono altalenante <<Soliti cali di pressione, niente di che>> cerca di sminuire la sua posizione, ma con me non attacca.

<<Hai notato in quale reparto sei finita?>> domando confusa, portando entrambe le mani sui fianchi <<Sì... >> abbassa lo sguardo, giocherellando con le sue dita affusolate.

<<Penso... di non star molto bene, ecco.>> dice flebilmente <<Mi sento affaticata in ogni momento della giornata e diciamo che fare le pulizie come lavoro non mi aiuta>> continua, massaggiandomi in contemporanea le mani con movimenti circolari.

<<Sai benissimo che potrei farlo io al tuo posto, per me non c'è problema... insomma, me la cavo con le faccende di casa>> ribatto, provando a convincerla <<Per nulla al mondo ti manderò a lavorare se prima non finirai la scuola.>> conclude autoritaria.

<<Se questo migliorerà le tue condizioni di salute, lo farò>> commento decisa <<Lo apprezzo, davvero... però - finché ci sarò io - tu non dovrai far nulla se non impegnarti nello studio.>>

Rilascio un sospiro, demoralizzata dal fatto che ancora non vuole darmi retta e riposare.

Ad interrompere il nostro momento arriva l'infermiera, che irrompe nella stanza senza alcun preavviso.

<<Il tempo disponibile per la visita è terminato, la prego di uscire dalla stanza... >> mi indica la porta <<Può spiegarmi cosa le sta succedendo?>> chiedo preoccupata <<Mi aspetti fuori, signorina.>>

Annuisco energicamente e saluto mia madre con un abbraccio <<Sii forte, so che puoi farcela>> le lascio un bacio sulla fronte, che ricambia prontamente sul mio collo <<Ciao bambina mia.>>

Mi mostra un sorriso mentre lascio la camera ed io faccio lo stesso.

Mi appoggio con le spalle al muro ed aspetto con ansia l'arrivo dell'infermiera <<Eccomi qua>> annuncia d'un tratto <<Allora abbiamo fatto delle visite accurate a sua madre, ma purtroppo non abbiamo ancora i risultati... al più presto le faremo sapere tutto, stia tranquilla. Ora dovrebbe farmi un piccolo favore: sua madre assume delle pastiglie particolari, prescritte dal medico, e mi servirebbero. Potrebbe recuperle?>>

Corrugo la fronte, non sapendo da dove partire.

<<Non ho la più pallida idea di dove le tenga, posso chiederglielo?>> chiedo, facendo quasi per entrare nella stanza <<Mi ha detto che le tiene al lavoro, perché è quello il momento della giornata in cui sente più bisogno di prenderle... >>

Alzo le spalle verso l'alto e le mostro il pollice in su <<Non è tanto distante da qui, ci vado subito>> valuto <<Tornerò più tardi, allora>> l'infermiera annuisce <<A dopo, buona giornata!>>

<<Buon lavoro>> esordisco di rimando, appena vedo la sua figura slanciata allontanarsi dalla mia visuale per poi sparire dietro l'angolo.

...

Busso alla porta dell'abitazione nella quale mia madre svolge il suo quotidiano lavoro, pronta a presentarmi per la prima volta.

<<Buongiorno, come posso esserle d'aiuto?>> domanda una signora all'incirca dell'età di mia madre, con un sorriso contagioso <<Piacere, sono Adeline Marney, figlia di Shasha... sono qui sotto richiesta di mia mamma. È finita all'ospedale qualche ora fa e avrebbe bisogno della sue pastiglie: mi ha detto che le tiene a casa sua, perciò sono venuta a prenderle.>> dico, stringendole la mano per educazione.

<<Nulla di grave spero>> porta le mani sul viso <<Oh certo, accomodati pure>> sussurra con tono accogliente, facendomi segno di avanzare.

<<Vorrei darti una mano alla ricerca del barattolo, ma ho un lavoro da sbrigare immediatamente. Ti consiglio di cercare al piano superiore, nella prima stanza a destra... ah, fai come se fossi a casa tua!>> mi stringe tra le sue braccia, con affetto <<La ringrazio.>>

<<Ah, chiamami pure Marilyn>> strizza l'occhio verso la mia direzione <<D'accordo>> ridacchio.

Mi avvio al secondo piano con cautela, scrutando attentamente ogni dettaglio di questa casa decisamente magnifica e raggiungo la stanza poco dopo.

Frugo all'interno dei vari cassetti e quando penso di aver trovato l'oggetto desiderato vengo scossa dalla voce di qualcuno alle mie spalle.

<<Scusa, e tu chi sei?>>


****

Buon pomeriggio a tutte e ben arrivate in questo nuovo capitolo!

Allora, che ve ne pare?

Come ogni primo capitolo che si rispetti, ho deciso di raccontare a grandi linee un po' della protagonista in modo da porre basi solide alla storia. Potrà sembrare noioso perché non è successo nulla di eclatante, ma don't worry: è solo l'inizio.

Anyway, ricordatevi di commentare in tante perché ho bisogno dei vostri pareri preziosi... accetto qualsiasi critica, purché sia costruttiva😊

Per quanto riguarda il giorno e la modalità per gli aggiornamenti ho deciso che userò lo stesso metodo che ho utilizzato con la mia storia precedente: un capitolo a settimana. Questo perché frequenterò il quinto anno di un liceo da mercoledì prossimo e non sarà di certo una passeggiata😥

Vi mando un bacio, al prossimo capitolo!

-Ale❤

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