Make it worth it (DISPONIBILE...

By baciami2015

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"Il tempo non è qualcosa di tangibile. Fra due ore, fra sette giorni o anche fra trent'anni i nostri percorsi... More

MAKE IT WORTH IT
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
!!!!IMPORTANTE !!!!
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
*CARTACEO*
Capitolo 29
31. EPILOGO

Capitolo 30

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By baciami2015

No reason to stay is a good reason to go

Camila Cabello




***

Se ho dormito? Nemmeno un secondo. Non ho smesso nemmeno un momento di pensare ai messaggi, a Kyle e ad Ashley.

Ho fatto bene a non chiamare la polizia e comunicare quello che è successo. Ormai è tardi e ormai sono le sei del mattino.

La prima cosa che ho fatto quando sono tornata a casa ieri è stata chiamare Dylan per poi sentire la segreteria telefonica partire. Mi sta ignorando e so che è incazzato.

Mi sono alzata dal letto con una stranissima sensazione: un po' per aver realizzato che oggi ho diciotto anni e un po' perché sono ad un passo dalla verità.

E' ancora presto e ormai non prendo più sonno. Mi sento priva di energie ma piena di ansia.

Non voglio andare da nessuna parte se non con Dylan. Mi costa ammettere che senza di lui non farei niente di mia iniziativa o quanto meno non avrei il coraggio necessario per fare quello che sto per fare.
So che non mi supporta e questo è difficile da digerire.

Non siamo andati a parare da nessuna parte con "l'aiuto" della polizia. Anzi, hanno praticamente smentito il tutto perché non ci sono "prove necessarie."
È veramente ridicolo.

Mi faccio coraggio e mi alzo con gli occhi che bruciano per il sonno.

"Buon compleanno." Sussurra Bella, aprendo un occhio.

"Grazie." Sorrido.

"Dove stai andando?" Domanda, alzandosi anche lei.

Ieri sera le ho raccontato tutto e sa che oggi mi devo incontrare con Kyle per la faccenda di Ashley. Sono nervosa al massimo.

"Ah già." Si ricorda. "Secondo me non dovresti farlo, non lo so, è pericoloso."

"Non mi stai aiutando" le dico, mettendole in chiaro che mi sta solo mettendo ansia.

"Almeno vai con Dylan."

Lo vorrei tanto. Ma già so la sua risposta: andare dalla polizia. Ma se le succede qualcosa non riuscirei mai a perdonarmi.

"Se fa lo stronzo anche il giorno del tuo compleanno, ci vado io con te."

Sorrido e l'abbraccio. Non ho mai incontrato qualcuno che mi appoggia in questo modo. Ho avuto poche amiche femmine e sono state tutte vipere con me.

"Vai da lui, ora. Per qualsiasi cosa, mandami un messaggio e mi vesto in due secondi."
Annuisco e mi preparo subito per uscire. Sarà ancora a dormire a quest'ora ma non mi importa.

Ci metto meno del previsto per arrivare a casa sua. Il suo cellulare è ancora staccato. Non posso credere che lo abbia spento apposta. Ci sorvolo sopra, giusto perché ho cose più importanti a cui pensare.
Busso alla sua porta svariate volte e mi viene ad aprire dopo circa cinque minuti.

"Quanto ti ci voleva per aprirmi la porta?" Esclamo, spingendolo da una parte per entrare.

"Buongiorno anche a te." Ironizza, chiudendo la porta.

"Perché mi hai riattaccato e spento il telefono ieri?" Incrocio le braccia.

"Non so, trai tu le conclusioni."

Sono già ansioso e lui si è alzato mi mal umore. Tutto quello che faccio al momento è buttarmi sul divano e piangere.

"Sa tutto a differenza di quello che dicevi." Lo informo.

"Ah sì e come?"

"Lo stesso giorno che ho ricevuto il messaggio da Ashley, lui ne ha ricevuti due chiedendo aiuto. I numeri combaciano."

"Lo hai detto alla polizia?" Si fa più serio ma la sua espressione continua a non essere incoraggiante.

"No, è in pericolo."

"Non ci credo nemmeno un secondo a questa storia." Alza gli occhi al cielo.

"Ma è vero." Grido. "Ti rendi conto che ho finalmente una possibilità per trovarla!"

"Non ti dovresti immischiare nel lavoro che già sta facendo la polizia."

"La polizia non sta facendo un cazzo!"
Affermo, senza peli sulla lingua.
C'era pure lui quando mi hanno detto che il caso praticamente verrà chiuso.

Tutto quello che mi viene da fare al momento è piangere perché ormai non ne posso più e nemmeno vengo capita.
Gli occhi sono appannati dalle lacrime e sto singhiozzando come una stupida.
Dylan si avvicina e si inginocchia proprio davanti a me, mettendo le sue mani sulle mie gambe.

"Perché stia piangendo, adesso?"

Mi metto le mani sugli occhi, ma lui me le toglie. "Hey..."
Scuoto la testa. "Devo cercarla." Lo supplico.

"Fidati di me, non puoi farlo."

Tolgo le sue mani dal mio viso e mi alzo di scatto. "Se non mi vuoi aiutare, ci vado da sola."

"Ally..."

Faccio un grosso respiro e capisco l'antifona. Mi avvio alla porta ma Dylan mi supera e si mette davanti alla porta.

"Togliti." Ordino.

"Ascoltami."

"No, non ti ascolto. Togliti."

"Non puoi sapere se quello che ti ha detto quell'idiota è vero." Dice guardandomi negli occhi.

"Beh, allora lo voglio scoprire."

Sospira, grattandosi la nuca. "Tu non ci vai." Dice serio e bloccando mi proprio l'uscita.

"Non mi importa. Non mi dici cosa fare e cosa non fare."

Lo spingo da una parte ed esco dalla porta, sbattendola dietro di me.

Mi segue ma quello che faccio è correre e prendere il primo taxi che vedo.

Andare da lui non ha fatto che peggiorare le cose. Non mi aspettavo sinceramente che mi appoggiasse e tutto questo solo perché c'è Kyle di mezzo. È veramente egoista.
Invio un messaggio a Bella e mi dice che è già pronta.

Ci incontriamo dopo un quarto d'ora davanti a un piccolo bar di Malibu e ci avviamo. Le racconto nel tragitto cosa ha fatto Dylan e lei lo difende dicendo che è comprensibile la sua reazione.
Una sua chiamata, tra le tante, da quando sono uscita di casa arriva e mi ha proprio stufato.

"Che cosa vuoi?" Rispondo.

"Dove cazzo sei?"

Alzo gli occhi al cielo. "Non ti riguarda, Dylan."

Mi sono messa in testa che andrò a cercarla e non sarà lui a fermarmi.
"Ally, non fare cazzate. Fermati e dimmi dove sei." Alza il tono di voce.

"Non ho tempo ora, ci sentiamo." Dico.

"Non ti azzardare a riattac-" Chiudo la chiamata e spengo pure il cellulare.
Bella vuole dire qualcosa ma tace. Forse fa bene.

Siamo in anticipo ma Kyle è lì e non appena mi vede, mi fa un sorriso.

"Come stai?"

Questa domanda sembra uno scherzo e se ne accorge pure lui.

Guarda Bella e poi guarda me. "Lei viene con noi." Anticipo in partenza.

"Ally, non credo sia una buona idea. Siamo già troppi."

Bella aggrotta la fronte e lo guarda male. Mi guardo intorno e non so cosa fare. Forse ha ragione, ma non so... ho paura di quello che potrei trovare. Potrei anche non trovare niente e tutto ciò mi mette un'agitazione incredibile.

"Va bene, andiamo e basta."

"Ally?" Esclama Bella.

"Non ti preoccupare, vai a casa."

Mi guarda supplicandomi con lo sguardo e guarda male Kyle al mio fianco.
Ci avviamo in silenzio per poi arrivare alla macchina.

"Dove si trova questo posto?"
"Il GPS indica al nord, quasi all'uscita di Los Angeles." Mi indica il navigatore di un posto che non ho mai sentito nominare.

Cerca in tutti i modi di fare conversazione ma io non riesco ad ascoltarlo e nemmeno voglio. Annuisco e continuo ad annuire mentre l'ansia mi sta mangiando lo stomaco.

"Oggi hai compiuto diciotto anni..." Afferma.

"Già." Guardo le strade abitate scomparire.
"Come ti senti?"

"Kyle quanto manca?" Domando, ignorando la domanda.
Guarda il navigatore. "Uhm non molto, cinque minuti."

Questa zona non l'ho mai vista in vita mia. Andiamo in salita in mezzo a una piccola foresta per poi arrivare in mezzo al nulla.
Il mio cuore batte forte.

"Ci siamo." Dice Kyle, guardandosi intorno. Non c'è un anima viva se non gli alberi a circondarci.

"Dove si trova questo posto?" Domando, straniante scendendo dalla macchina.
Scuote la testa. "Non so, non ci sono mai stato." Camminiamo per qualche metro facendo attenzione a dove sto mettendo piede.

Kyle guarda il suo telefono guidandoci, quando da non molto lontano vedo una piccola casa. Più ci avviciniamo e più ci rendiamo conto che probabilmente non è abitata.

"Il GPS si ferma qui." Mi dice con aria preoccupata.

"Pensi che possano essere là dentro?" Chiedo.
Le mie gambe stanno tremando.

Ci avviciniamo piano tendendo l'orecchio. Sembra non esserci nessuno.
La porta di legno è sospesa e con il cuore che batte all'impazzata, lo apro piano. È buio, completamente buio.

Prendo il cellulare per fare luce e mi guardo intorno. Il movimento di qualcosa mi fa girare verso destra proprio nell'angolo in fondo alla stanza. C'è una persona e sto sudando freddo.

"C'è qualcuno?" Dico, aprendo bene gli occhi.

Un rumore strano proviene sempre da quell'angolo facendomi spaventare.
Mi avvicino lentamente per poi rendermi conto che è proprio lei: Ashley. Legata e imbavagliata come se fosse un essere pericoloso.

Il mondo mi cade addosso e mi metto le mani sulla bocca per non singhiozzare. Corro alla velocità della luce inginocchiandomi accanto a lei.
È sporca, totalmente un'altra persona.
Le tolgo immeditamente lo straccio che le hanno messo in bocca.

"Ally " Cerca di prendere respiro. "Esci subito da qui, è una trappola."

Dico cosa sta parlando? L'unica cosa che riesco a pensare al momento è come sia ridotta in questo momento.

"Non stai zitta nemmeno in secondo, eh?"
La voce profonda di Kyle mi fa voltare.
Non ci sto capendo niente.
Kyle accende una luce soffusa e chiude la porta dietro di sé.

Ashley davanti a me sta piangendo a dirotto e non voglio credere a quello che sto pensando.

"Tu?"

"Vispa come sempre, Ally." Sorride.

"Cosa significa tutto questo?"

"È il prezzo per essere stata una stronza con me."

"Ma che stai dicendo?"

Quel poco rispetto che mi era rimasto per lui in precedenza svanisce come se non fosse mai stato mio amico.

Lui era la stessa persona che diceva di volermi bene e che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di Vedermi felice. È la stessa persona che veniva a casa mia e viceversa per parlare ore e ore e non stancarci. È la stessa che veniva a consolarmi alle tre del mattino ed è la stessa che pensavo non mi farebbe mai del male.

"Quello che hai sentito Allyson. Anni e anni che sono stato con te ma niente. Hai preferito qualsiasi persona tranne me."

"Tu sei completamente pazzo. Non puoi costringere una persona ad amarti. "

Alza gli occhi al cielo e scuote la testa. Mi sembra di vedere un nuovo Kyle di fronte a me, ma è solo la sua vera faccia; quella che non mi ha mai mostrato per anni.

"Cosa pensi di ottenere con tutto questo? Tu e mio padre siete dei mostri."

"Tuo padre?" Fa una risata amara. "Mi è bastato dargli due birre in cambio di tua sorella. Fantastico, non credi?"

Per tutto questo tempo ho pensato che fosse lui l'artefice di tutto.

"Un alcolizzato è un alcolizzato. Si è fatto comprare per due bottiglie di birra. Siete solo merce per lui."

Scuoto la testa, non potendo credere alle mie orecchie. Ashley sta piangendo e io sono paralizzata.

"Che cosa vuoi?" Domando completamente ghiacciata.

Si avvicina e io mi allontano. "Devi tornare con me a Seattle." Risponde subito.
Ashley scuote la testa pregandomi di non farlo.

"Io non so più chi sei."

Si mette comodo in una sedia e mi sorride soddisfatto.

"Risparmia tutte le lamentate e rispondi."
"Io non vengo con te."

"Allora, puoi marcire qui insieme alla tua adorata sorella." Si alza e avanza verso di me.

Mi allontano ma dietro di me ho un muro. La porta si spalanca con un colpo e non sono mai stata sollevata come in questo momento.

Dylan e Bella corrono verso di noi.
In un secondo troppo veloce, Dylan sferra un pugno a Kyle facendolo cadere per terra.

Bella aiuta Ashley a liberarsi e la allontana da tutti. Io sono ancora paralizzata e non riesco nemmeno a fare un passo per far smettere Dylan dal picchiare Kyle.

Diverse persone che indossano la divisa americana della polizia entrano e tutto il panico si accende nel mio corpo.
Punti neri si formano nella mia visuale, poi all'improvviso diventa tutto bianco.

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