Capitolo 26

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Too good at goodbyes

Sam Smith

Ormai il viaggio è finito. Restano solo i ricordi e le foto.

Non ho viaggiato molto nella mia vita ma ogni volta che torno a casa è una nostalgia assurda. Mi sento stanca e tutto l'entusiasmo che provi prima e durante il viaggi svanisce come se nulla fosse successo.

E’ proprio così, viaggiare è smarrirsi per poi ritrovarsi.

Torni al solito posto, alla solita routine e vedi di nuovo le stesse identiche facce.
Al ritorno mi ritrovo appena atterrata nell'aereoporto di Los Angeles e mi sveglio totalmente confusa. Ho dormito per tutto il viaggio tanto che non ci credo nemmeno io.

Ho i muscoli contratti e ho bisogno di un bagno caldo.

Dylan scuote la testa e ride sotto i baffi. "Hai dormito tutto il tempo e non ti sei mossa di un millimetro."

Non può biasimarmi, abbiamo fatto un ultimo giro a Roma a piedi prima di andare in aereoporto e dire che ero stanca è un eufemismo.

"Sono a pezzi." Dico, facendo la coda per il controllo dei passaporti. Fortunatamente sono veloci e non ci abbiamo messo tanto ad uscire.

"Ti accompagno in comunità, poi torno."
Annuisco. Non ho le forze per rispondere né altro.

Per fortuna, tornando, non devo raccontare nulla a nessuno.
Il taxi ci lascia davanti alla comunità. Prendo la mia valigia ma Dylan me la prende di mano e mi accompagna fino all'entrata.

Lo abbraccio e lui fa lo stesso. "Grazie, ho trascorso i giorni più belli della mia vita.”

"Ci vediamo domani al tuo compleanno."

Aggrotto la fronte e poi mi si accende una grande lampadina in testa. Domani è il mio compleanno e non me lo ricordavo.

Successivamente a questo, collego la mia età al fatto che sono finalmente maggiorenne. E se sono maggiorenne, sono anche libera di uscire dalla comunità. Sono indipendente e nessuno può dirmi cosa fare e non fare, quando uscire e quando non posso farlo.
Libertà, libertà…libertà! Vorrei urlarlo come Braveheart!

Mi sento ad una tappa importante perché rappresenta un passo ad una nuova vita. Per quanto non abbia piani per il mio futuro.

Non so come reagire. Sta per cambiare tutto e con tutto quello che sta succedendo, ho dimenticato il giorno del mio compleanno. Chi si scorda il giorno della sua nascita?
Stavo aspettando questo giorno come un bambino che aspetta il giorno per andare a disneyland e ora casco dalle nuvole.

"Non mi dire che te ne sei dimenticata?" Domanda Dylan con un sorriso.

Mi conosce troppo bene per non poterlo capire.
Sono un completo disastro.

"Mento se ti dico il contrario." Ammetto.
Scuote la testa e mi dà un bacio di compassione.

La Bridgette mi accoglie a braccia aperte perché le sono mancata tanto. 
Nei miei sogni magari, o forse incubi dato che mi sono quasi abituata alla sua faccia morta.
Il fatto di aver realizzato che domani sono maggiorenne mi ha sconvolto la giornata che, qui a Los Angeles, è appena iniziata.
Per fortuna ho dormito tutto il tempo.
In camera mia trovo sia Jenna che Bella e Lola. Perfetto.

"Ciao" solo perché mi sono promessa che sarei stata educata.

Mi salutano tutte tre. Bella addirittura si alza ma poi si risiede non sapendo come comportarsi.

Apro la valigia e poi ricordo i miei diciotto anni. E ora come funziona? Cosa dovrei fare? Mi sembrava passasse così lento il tempo, in realtà eccomi qui che non so come e cosa farò, adesso che sono qui.

Tutto quell'entuasiasmo che ho avuto finora per arrivare finalmente a questo traguardo sembra essersi dissolto nel nulla, nel momento in cui sto guardando davvero in faccia alla realtà.

Non ho un piano nella vita e questo mi ha sempre spaventata.
Sospiro e mi siedo accanto senza disfare niente.

"Come stai?" Mi chiede Bella, con le mani incrociate davanti.

Alzo le spalle. "Bene." Rispondo semplicemente.

Non so come mi sento ma sicuramente non riesco a capire se sono sensazioni positive o negative. Probabilmente entrambi. Sono confusa come mai lo sono stata.

Dall'armadio, prendo il diario nascosto sotto una fila di pantaloni ed esco come sono entrata.

Non ho voglia di argomentare la mia vita con loro e starci anche solo accanto è diventato imbarazzante.

Non gira un'anima viva tra i corridoi in questo momento. Approfitto, così, per avviarmi al bar Vuoto ora. Nemmeno Lucky c'è oggi e mi sembra strano.

Ho una sensazione di vuoto dentro e quello che sto per fare è l'unica mia cura da tutto.
Mi metto in un angolo e butto giù tutto quello che ho dentro. Molte cose non hanno senso ma è quello che sento. Ho tantissime emozioni accumulate dentro che messe a parole in carta non formano nessun senso logico ma allo stesso tempo io riesco a comprenderle perché provengono dal mio corpo.

Sono arrabbiata, felice e confusa per tutti i cambiamenti che nella mia vita sono successi da un anno a questa parte. Ho paura di essere cambiata.

Il terrore di essere diventata una persona ancora più insicura mi perturba in una maniera assurda.

Prima ero così è mi andava bene scappare dai problemi, ma adesso mi fa male perché non voglio più essere così. Voglio affrontare le mie paure e le situazioni che sembrano essere un problema. Non voglio guardarmi allo specchio e non capire più chi sono, mi voglio scoprire, voglio essere fiera di me stessa e voglio dire finalmente di piacermi con tutti i pregi e difetti che possiedo.
Voglio alzarmi la mattina e dire: oggi sarà una bella giornata perché non vedo l'ora di fare ciò che mi piace. Nella vita non mi voglio accontentare e voglio chiarirmi ogni dubbio su tutto. Vorrei iniziare di nuovo e non importa dove, so solo che il quando dipende da me.

Ho scritto su diverse pagine e mezza giornata e già passata.
Il mio cellulare è ancora nella valigia di Dylan e io ho bisogno di aprire quel messaggio
.
Mi alzo tornando su a rimettere il mio diario al suo posto e poi mi avvio fuori dalla comunità per raggiungere la casa di Dylan.

Fa troppo caldo qui. Non piove da settimane e si è seccato tutto. Non vedo l'ora che arrivi l'Autunno, onestamente.

Mi faccio la strada a piedi e arrivo già sudata.

Dylan mi vede dalla finestra e lo sento scendere al piano di sotto per aprirmi la porta.

"Sei venuta per il cellulare?" Sorride, abbracciandomi.

"Sì." Mi stacco per il troppo caldo. Non si respira veramente.

È appoggiato sul tavolo e corro letteralmente per prenderlo. Il messaggio è ancora in anteprima ma sotto ce n'è un altro da parte di Kyle.

Guardo Dylan che intanto è andato in cucina e decido di aprire prima quello di Ashley.

Ho tanta ansia ma lo sto facendo.
Resto a bocca aperta non appena lo apro.

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