A Whole New World!

By IlariaGagliardi7

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Storia dedicata alle mie amate SUPERCORP! More

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By IlariaGagliardi7



Una miriade di domande le offuscarono la mente a tal punto da non rendersi conto di aver ripreso il volo; e solo quando si ritrovò praticamente sul palazzo della L-Corp si rese conto di quello che aveva appena fatto...
Una Lena Luthor intenta a godersi un bicchiere di qualche liquore a lei sconosciuto,
era appoggiata al bordo, nella più completa solitudine, ammirando le luci dell'intera città.
I loro occhi si incrociarono immediatamente...


<< Come mai questa visita inaspettata? >> Fece Lena, posando sul marmo il suo bicchiere.


<< Non lo so neanch'io...passavo da queste parti e ho pensato di fare un salto...credo. >> Mentì spudoratamente l'eroina confusa.
<< Disturbo? Se vuoi tolgo... >> continuò a dire Kara, venendo tempestivamente bloccata.


<< Assolutamente...no. Ne vuoi uno? >> Riferendosi al cocktail che stava sorseggiando.


<< Passo...ma grazie. >>


<< Pensavo che non ci saremmo più riviste... >> Rivelò la mora, ricredendosi piacevolmente.


<< Anch'io...ma non l'ho permesso... >> Fece l'altra, scambiandosi un dolce sorriso con la dirigente.

<< Allora, come stai? >> Chiese poi sincera e curiosa.


<< Si va avanti...però non posso lamentarmi, c'è chi sta peggio, non credi? >>


Kara annuì.


<< Ma da quando sei premurosa nei miei confronti? >> La prese in giro, la Luthor.


La bionda ridacchiò imbarazzata scuotendo la testa ed iniziò a camminare avanti ed indietro per sbollire la vergogna, incrociando le bracci a sotto al seno.


<< E tu invece?...vedo che sei tornata in forma...però... ti vedo provata, Supergirl! >> Commentò studiandola nei minimi comportamenti.


La Kryptoniana sospirò non rispondendo.


<< ...mal d'amore? >> Domandò dritta al dunque, la mora.


<< Non riesco a capire cosa mi sta succedendo... E' come se...qualcuno stesse abbattendo tutte le mie difese... >> Sussurrò l'eroina, evitando di incrociare i suoi occhi.


<< ...ma ora sei qui...non pensiamoci... >> Le fece notare Lena, capendo limpidamente a chi e a cosa si riferisse.


Da quando stavano parlando...IN QUEL MODO?

CON QUEL TONO...SEDUCENTE?


<< Se posso fare qualcosa per te, basta che chiedi...e ti sarà dato... >> Disse la Luthor,
facendo intendere però tutt'altro.


<< Ehm...ehm... Io... >> La bionda non riuscì a rispondere...come si doveva reagire in quei momenti?


<< Tranquilla... >> La rassicurò l'altra, vedendola in difficoltà.


<< ...Vorrei poter iniziare qualcosa di nuovo...essere una persona diversa...nuova. >> Confidò Supergirl, pensante e al contempo esausta.


<< Beh, la vita è breve e...da quel poco che ho potuto vedere...so per certo che riuscirai ad essere chiunque tu voglia...e scommetto che...sarai straordinaria. >> Proferì dolcemente, Lena.


<< Oh, Lena... >> Sputò via Kara incantata, perdendosi in quei due zaffiri.


<< Non straordinaria quanto me però. >> Scherzò la mora per sdrammatizzare colpendola sulla spalla, proprio come aveva fatto alla festa...a Kara.


Improvvisamente entrambe ebbero un deja-vu legato a quella sera.
Una scarica elettrica, un balzo all'indietro e non ci capirono più nulla.
Cos'era appena accaduto?
Le donne si guardarono sconvolte, soprese, con gli occhi sgranati...ma poi la biondina continuò per non far prevalere un silenzio imbarazzante a livelli stratosferici:


<< Oh...no, certo che no. Non ci sono paragoni. >>


<< A volte ci vuole solo tempo e forza di volontà. E la determinazione a te...non manca. >> Fece successivamente la dirigente, avvicinandosi pericolosamente all'eroina, che d'istinto indietreggiò di alcuni passi, finendo per intruppare al bordo del cornicione.
Si ritrovò bloccata tra il muretto e il corpo della morona, che con estrema e disarmante dolcezza, le accarezzò il viso, portandole dietro l'orecchio una ciocca ribelle di capelli.


<< ...è strano... >> Sussurrò Lena, mordendosi il labbro inferiore come sapeva fare SOLO lei.


<< Cosa? >> Mimò Kara, volendo solamente scappare da quella situazione in cui si era cacciata ma...dannatamente bella.


<< Percepisco che hai provato la stessa cosa...come se...ti conoscessi già...nel senso...
E' stato come se ti avessi già incontrata...in altre vesti però... >> Spiegò la più grande con tono rauco, alternando lo sguardo dagli occhi della bionda alle sue labbra...


"Mi mancano le tue labbra...vorrei poterle riassaporare..."
Pensò Lena, mentre Kara invece:


"Okay, mi sembra di morire. Per me non è normale provare certe emozioni con una ragazza... ma... sento il cuore battermi in gola, riesco a stento a restare lucida e quel poco mi consente a malapena di respirare, e i miei battiti... accelerano più di quanto mi sarei mai aspettata... proprio come te, Lena. Lo sento. I nostri cuori battono all'impazzata, all'unisono. RAO, sembra proprio che al mio cervello non arrivi più ossigeno..."
La biondina stava andando a fuoco.


<< Perché non mi hai detto quello che avevi in mente di fare al gala? >> Chiese a corto di fiato, l'eroina, continuando a tremare come una foglie per l'agitazione e l'emozione del momento.


<< Immagino te l'abbia detto Kara Danvers. >>


<< Si. >>


<< Beh, perché dubito che avresti creduto che una Luthor volesse che fosse fatta giustizia. >> Rispose seriamente Lena, non spostandosi di un centimetro.


<< Non avrei potuto salvare quelle persone senza di te. Quindi... Grazie. >>


<< Figurati. Chi l'avrebbe mai detto: una Luthor e una Super che lavorano insieme...
Spero... di poterlo fare ancora in futuro... >>


<< Anch'io... >> Soffiò Kara oramai incantata da quella voce suadente e quelle labbra che non avevano smesso di chiamarla e tentarla nemmeno per un secondo...improvvisamente però, proprio quando Lena stette per dare una svolta a tutto, ecco che la suoneria del suo telefonino la riportò alla realtà, facendola scattare e allontanare dalla Kryptoniana...


"Grazie RAO. C'è mancato così poco...Stavolta come lo avrei giustificato?"


<< Ti lascio alle tue cose...Buonanotte...Lena... >> Balbettò titubante e allarmata, Kara,
cercando di tornare alla normalità.


<< Buonanotte, Supergirl... >>


La vide prendere il volo e sparire, nuovamente, come sempre, da sotto gli occhi.



[...]



Lena sospirò un paio di volte, nell'intento di riprendersi da quella situazione a lei fin troppo familiare, per poi andare a rispondere al suo cellulare: scocciata dopo aver letto il nome sul display, sbuffò, e titubante accettò la chiamata...


<< Cosa vuoi? >>


<< Avevi visite, tesoro? Ho interrotto qualcosa? >> Replicò una voce profonda dall'altra parte della cornetta.


<< Dimmi perché mi hai chiamata. Non lo fai mai! >> Esclamò nera in volto la mora,
iniziando a battere il piede nevroticamente.


<< Volevo scusarmi per non essere venuta alla tua festa. >>


<< Sai che novità. >>


<< Non fare così la scorbutica. Sono o non sono tua madre? >>


<< Allora...cosa posso fare per te, mamma? >>



[...]



Nel frattempo quella stessa notte, un Alex più determinata che mai e stufa di quella situazione altamente straziante, decise di andare da Maggie e tirare fuori tutto quello che stava reprimendo, che aveva soffocato e nascosto per anni; perché si, anche da adolescente,
scavando con attenzione nel suo passato e nei suoi ricordi, aveva ritrovato gesti,
comportamenti ed emozioni che non poteva negare, o almeno non più.
Forse all'epoca l'aveva sottovalutati, o forse...non voleva accettarli...
Era troppo piccola per sopportare un simile "peso", un simile segreto, e con la vita che si ritrovava a fare, che aveva scelto e con una madre che voleva fosse il meglio del meglio, beh... non era mai stato il momento adatto, giusto per affrontare quella verità...
Maggie aveva avuto sempre ragione...


...


Una volta entrata nel loro caro locale per Alieni, bastarono pochi istanti di ricerca per inquadrare la sua Detective: era seduta ad un tavolo, da sola, che osservava il suo 5 shortino senza decidersi di berlo...
Chissà a cosa stava pensando...


<< Eccoti, ero sicura di trovarti qui! >> Esclamò Alex, avvicinandosi velocemente a lei.


<< Credevo di essere stata chiara, Danvers. >> Rispose acidamente l'altra, guardandola negli occhi di sfuggita.


<< Ero preoccupata per te, Maggie. >> Se ne uscì la rossa, per poi sedersi accanto a lei su uno sgabello.


<< Senti, mi dispiace per l'altro giorno. Forse ho esagerato, e...non avrei dovuto. >> Ribattè la Sawyer, tristemente.


<< No, ascoltami. Giuro che ti ruberò un paio di minuti, niente di più. >> Fece nuovamente l'agente del DEO, ansiosa a livelli stratosferisci, ma abbozzando comunque un sorriso leggero.


La mora annuì senza aprire bocca, aspettando che questa iniziasse a parlare.


<< Per tutta la vita dovevo impegnarmi ad essere perfetta. Voti perfetti, avere il lavoro perfetto, essere la sorella maggiore modello e prendermi cura di Kara, ma...l'unica parte della mia vita in cui non sono mai stata all'altezza...erano le relazioni. Non mi sono mai piaciute, io...
Non so, non ci ho mai provato, mettiamola così. Mi chiedevano di uscire, solo che non mi sono mai sentita nel posto giusto. Avere un'intimità con quei 4 gigolò tutto fisico e niente cervello...non potevo. Questa sensazione...nasceva dal profondo...Io, non so... pensavo non fossi fatta per questo tipo di cose. Non ho mai pensato che fosse per ...altro... che forse io...
Cioè non... >> Ma a quel punto Alex venne interrotta da Maggie che, scuotendo la testa,
cercò di rassicurarla perché SAPEVA dove volesse andare a parare la rossa:


<< Ehi, non mi devi spiegazioni. Tranquilla, io non volevo costringerti a... >>


<< Non l'hai fatto, Mag. Sono stata io che ho preso coscienza di... però tu mi hai dato un grandissimo aiuto. Anzi, sei stata tu a far uscire fuori questa...parte di me che... avevo talmente tanto...nascosto... da dimenticarla praticamente. Non ho smesso di pensare, nemmeno per un attimo a tutto quello che mi hai detto al DEO. >>


<< ...Riguardo a...cosa... !? >>


<< ...Che forse, c'è un po' di verità. Che molto probabilmente... hai saputo vedere oltre...
Prima di me. Quindi ti ringrazio per avermi aperto gli occhi.
Senza di te... non ce l'avrei mai fatta. >>


<< Non devi ringraziarmi Danvers. >>


<< Invece si, ma...ora dovrei dirti un'altra cosa...però... tutte queste emozioni in una sola notte...non le reggo. Ma sappi che io e te dobbiamo finire questo discorso... >>


<< Perché, dove vai? >>


<< Si è fatto tardi. Ci vediamo, se vuoi... Sono contenta che tu stia bene.
Buon proseguimento, Sawyer. >>


<< No, aspetta Alex! >> Tentò di fermarla alzandosi subito dopo, pronta per seguirla,
ma la Danvers replicò con un gesto della mano e facendo un no con la testa.
Maggie capì che non avrebbe cambiato idea quella volta.

Aveva preso molto coraggio per andare da lei e fare una sottospecie di coming out.
Perché si, quello era stato l'inizio di un coming out.
La capì e non la biasimò perciò la lasciò andare, anche se rimase un poco interdetta per la seconda parte del discorso non affrontato:
Cos'altro avrebbe dovuto dirle?



[...]



Quella stessa notte sembrava non voler finire mai, infatti a Kara non bastò tutto quello che le era capitato quel giorno, così decise inaspettatamente di fermarsi in un localino vicino casa sua,
che non accoglieva di certo brave persone come lei, ma più di tanto non le importava chi lo frequentasse o meno, voleva passarci giusto per farsi un goccio.
Ne sentiva il bisogno, e Kara, non l'aveva mai fatto prima d'ora, neanche lontanamente provato, specialmente non ci aveva mai pensato, non da sola.
Arrivò ed incerta se ripensarci o meno, rimase sulla soglia della porta guardandosi intorno,
ma appena stette per andarsene, metabolizzando che non fosse una buona idea,
due mani possenti la spinsero nel locale, scrollandola amichevolmente.


<< Ma guarda guarda... cosa ci fa la nostra Kara Danvers in un bar scadente e poco affidabile come questo? >> Una voce maschile proferì di conseguenza.


<< Mon-el? Cosa ci fai qui? >> Fece la biondina, riconoscendo il giovane.


<< Te l'ho appena chiesto io, non vale. >> Commentò lui, scherzosamente.


<< Io...sinceramente... non lo so... >> Rispose poi lei, sincera e avvilita.
Qualcosa le stava logorando l'anima, qualcosa la stava sbriciolando piano piano dall'interno,
ma non riusciva proprio a capire cosa fosse quel dannato malessere...


<< Allora facciamo così: io tra poco attacco a lavorare, e spero che ti fermerai almeno per la mia prima esibizione, intanto però... ti offro un giro. >> Propose il moretto trascinandola fino ad un tavolo libero abbastanza appartato e mettendola praticamente a sedere sulla sedia.
Conosceva un po' Kara, e sapeva benissimo quanto odiasse la confusione.
Anche se in quel luogo non poteva di certo ambire a chissà cosa.
<< Carl, il solito, per due. >> Aggiunse Mon-El gridando al barista.


<< Il solito? Lavorare, e da quando? >> Se ne uscì poi la reporter, tornando vigile.


<< Vedrai. Ma dovrai aspettare all'incirca un oretta... per adesso però, visto che siamo entrambi qui, godiamoci questa serata tra amici... ma soprattutto, fidarti di me... >> Spiegò in tono enigmatico il Daxamita, fermandosi solo quando arrivarono gli ordini; poi riprese immediatamente la frase: << ...va giù che è una meraviglia! >> Riferendosi allo shortino.


<< Ok... >> Sibilò Kara, non molto convinta.
"Amici? Perché lo siamo?"
Pensò tra sé e sé, la ragazza.

Non aveva proprio né la voglia né la forza di fare troppe domande.
Non le andava neanche di parlare con lui ma al contempo non se la sentiva neppure di tornare a casa sua, nella sua completa solitudine che l'avrebbe portata solo ad una fine:
ad abbandonarsi ai suoi pensieri...
La confusione che aveva dentro si stata facendo sempre più oppressante.
La stava soffocando, e se ne stava accorgendo giorno dopo giorno, ora dopo ora.

Ma anche Supergirl una volta ogni cent'anni aveva il diritto di godersi la vita , no?
Cosa c'era di sbagliato?
Stava facendo del male a qualcuno?
Certo che no.
E poi comunque si sarebbe controllata, non si sarebbe mica ubriacata come se non esistesse un domani.
Giusto qualche bicchierino, niente di trascendentale.
Nessuna esagerazione.
Avrebbe voluto solamente dimenticare tutti i suoi problemi e liberarsene per qualche ora...
Era possibile?
Anche se la sua sera tipo, se la immaginava totalmente diversa da quella...
Una domanda però ora le stava passando per l'anticamera del cervello:

Supergirl poteva d'altronde ubriacarsi?


<< Ma cos'è? Benzina? >> Domandò Kara fissando quel liquido di colore scuro che emanava un odore a dir poco...nauseante.

Rabbrividì al solo pensiero di berlo...


<< Ci somiglia leggermente, lo so, ma... credimi, una volta in bocca...neanche lo senti... >>
La incoraggiò Mon-El, bevendo per primo, finendolo tutto d'un fiato.


Kara annuì poco convinta e l'osservò ancor di più spaventata.
Non era tipa di discoteche, da festini, o...da sbornie adolescenziali...
Perché iniziare proprio adesso?


<< Facciamo un patto: se lo bevi tutto d'un fiato, come ho appena fatto io, domani mi allenerò con te. Sai, ci ho riflettuto e... tutti questi poteri inutilizzati? Uno spreco. >>

La stava tentando per caso?
Era un trucco?


<< No, non ci credo. >> Esclamò esterrefatta di tutte quelle novità messe assieme.
Forse, molto infondo, quella notte non era poi così male.

In un certo senso stava dando "i suoi frutti".


<< Ti do la mia parola. E anche la mano, se non basta. >> Fece lui ridacchiando,
mostrandosi il solito scemo di sempre...


<< Quanto sei idiota. >>


<< Alle donne piaccio anche per questo. Le faccio ridere. >> Aggiunse lui, facendole l'occhiolino ed impettendosi.


<< A me no però. Mi dispiace. >> Commentò Kara, più che sicura.


<< Non lo darei per scontato., ma... tornando al drink. Per caso Supergirl ha paura?
O alla brava bambina di casa non è permesso neanche uno sgarro? >> La provocò a quel punto il Daxamita toccando il punto debole della giovane.


In risposta ricevette quello che si aspettava.
Kara prese un bel respiro profondo, si tappò il naso con due dita di una mano e bevve senza mai fermarsi fino a quando il liquido nero non sparì dal suo bicchiere.


<< Oh mio Dio. Sei stata veramente veloce. >> Esordì lui sconvolto.


Quella bevanda era la peggiore di tutti i tempi, di tutte le galassie: sembrava veleno,
era amarissima e densa.


<< Che fine ha fatto quel "scende giù che è una meraviglia?" >> Proferì Kara, facendo ogni tipo di smorfia possibile.
<< Fa schifo! >> Commentò nuovamente lei con un tono abbastanza alto da farsi sentire praticamente da tutti i presenti nel bar.


<< No, non ci fate caso. E' la prima volta che beve! E' tutto apposto, tranquilli. >> Prevenì Mon-El, rivolgendosi agli occhi indagatori intorno a loro.
Fortunatamente per loro, nessuno si risentì di quell'esclamazione e lasciarono correre...


<< Ma sei matta? Abbassa la voce. Questi non sono tipetti per bene.
E questo, come avrai notato, non è un semplice locale... >>


<< Ma cosa diavolo era? Cosa mi hai fatto bere? >> Domandò successivamente l'eroina mentre tentava di pulirsi la bocca con dei tovagliolini pur di togliersi quel saporaccio dalla bocca.


<< Non lo togli così. Devi almeno mangiarci qualcosa... Aspetta qua che ti offro anche un panino visto che hai vinto la sfida. Te lo devo. Stasera sei fortunata, tesoro.
Vado e torno, non scappare. >> Disse il ragazzo simpaticamente per poi allontanarsi dalla biondina.


"Ci sta provando per caso? Ma non era incantato da Lena?"
Pensò tempestivamente, incredula e leggermente infastidita.

<< Anche volendo...non credo ci riuscirei. Non mi sento più le gambe. >> Esordì Kara barcollando stranamente da ferma.


...


Quando poco dopo il moro tornò con ben due paninozzi ben farciti, due litri d'acqua per la reporter e un'altra sbobba simile a quella precedente per lui, cominciò a vedere le differenze dovute all'alcool:


<< Ma non mi dire... ho atterrato la nostra grande eroina con un semplicissimo coctktail? >> Scoppiò a ridere Mon-El.


<< Se mangio quindi...tutto questo mi passerà? >>


<< Cosa ti senti di preciso? >>


<< Mal di testa, udito ovattato, ma forte. Vedo doppio, se non triplo e...mi fa male tutto.
E' come se non riuscissi a muovermi. Il mio corpo sembra non riceve più imput dal mio cervello... >> Kara conosceva come fossero fatti i post-sbornia; si ricordava di quante volte da ragazzina era dovuta andare a riprendere Alex a delle feste, convincendo i genitori di andarci lei stessa al posto loro in modo da poter sostenere e parare il fondoschiena alla rossa...
Se l'avessero vista distrutta in quel modo, beh... l'avrebbero rinchiusa in riformatorio, sicuro.
Non era Alex in quei momenti, ma somigliava più ad un camionista da quattro soldi.

Ogni sabato sera era una tappa fissa; la ritrovava sempre devastata, a tal punto da non sembrare neppure sua sorella, ma...un conto era vedere una persona ridotta in quello stato ed un'altra era ESSERE quella persona?
Si sentiva realmente così Alex quando ci dava dentro?


<< Allora vuol dire che ti sei ufficialmente ubriacata. E' tutto normale, non spaventarti.
La prima volta è così per chiunque. >> Fece il moro cominciando a mangiare il suo panino con noncuranza, senza dar troppo peso alle parole e allo status di Kara.


<< Normale? Per gli essere umani, QUESTO è normale? >>


<< Si, e non ci pensare adesso. Mangia, bevi tutta l'acqua che ti ho portato perché poi... c'è una sorpresa che voglio farti vedere. E devi almeno riuscire a tenere gli occhi aperti... >> Aggiunse il ragazzo con un sorriso sornione - e da ebete - stampato sulla faccia.
Sembrava stesse divertendosi.
O meglio, godendo.
Faceva così ridere da ubriaca?


<< Altra benzina? Assolutamente no. Stavolta passo, te lo dico prima. >> Disse Kara mettendo immediatamente le mani avanti, dimenandosi come uno spaventa passeri.


<< No no, ma quale...non ti farò più bere, te lo prometto. Se reggi così poco e male, Danvers... Non ti voglio avere sulla coscienza. >> Rispose lui, nascondendo un ghigno ed una risata sotto quei nuovi e leggeri baffetti che si stava facendo crescere.


<< Allora okay...mangio. >> Fece poi la Kryptoniana iniziandosi a comportare e a parlare come un cagnolino bastonato, bisognoso...di non si sà cosa...

Non ci mise molto a finire il suo "spuntino salva vita", ed una volta divorato il suo panino,
ecco che Mon-El si alzò dalla sedia e si avvicinò alla ragazza, sussurrandole all'orecchio:

<< E' giunto il momento. E mi raccomando, goditi lo spettacolo! >>


<< Cos-? Quale spe...? >> ma non fece in tempo a terminare la frase, che una stranissima ed orrenda musica partì a tutto volume, rimbombando nelle pareti del locale.
Come se non bastasse poi, un coro di omaccioni e di donne inaffidabili venne di conseguenza, accompagnando il ritmo della canzone, arricchendo il tutto con fischi e apprezzamenti poco carini ed educati...
Kara si guardò attorno cercando di capire cosa stesse scaturendo tutto quel baccano,
quella confusione e tentò persino di usare i suoi poteri ma in quelle pessime condizioni, purtroppo, le provocarono inaspettatamente un dolore immenso mai provato prima... d'allora.
Si piegò in due sulla sedia nella speranza di placare quelle fitte e quelle scosse arrivatole lungo tutto il suo corpo e persino alla sua mente...
Quella scariche le diedero l'impressione di bloccare i suoi poteri, come se non potesse più usarli...


<< Non sono più sicura che un drink possa arrivare a fami questo. >> Sussurrò da sola, sofferente.


...

Un grido popolare nominò il Daxamita, così Kara istintivamente si alzò in piedi, ma si maledì subito per la troppa veemenza usata, che la portò quasi a cadere a terra come una pera cotta.
Dovette reggersi dunque al tavolo, visto che le sue gambe l'avevano momentaneamente e palesemente abbandonata: cosa stava succedendo?
Cosa c'entrava Mon-El?
Quando un attimo dopo vide la scena presentatole davanti, quasi non ci rimase secca:

il moretto si stava spogliando.
Letteralmente.


<< Lo spogliarellista? Ma veramente? >> Commentò sbalordita rischiando di farsi uscire gli occhi dalle orbite.
Si era tolto la maglietta senza alcun pudore, ed ora stava passando ai pantaloni...quanto oltre si sarebbe spinto?

<< Non posso guardare. Non voglio guadare. No, no. Oh per Amor di RAO. >> Esordì ancora una volta la bionda, voltandosi e coprendosi il volto con entrambe le mani.
Già solo aver visto i pettorali e gli addominali di quell'essere le stava provocando una nausea pazzesca, e di certo non voleva rimanere a scoprire e a guardare qualcos'altro...



...



Finiti gli applausi, la normalità tornò a regnare e l'eroina capì che molto probabilmente,
quello spettacolo riluttante ed imbarazzante era arrivato al termine.

<< Ti sono piaciuto? >> Domandò infatti lui, raggiungendola di nuovo.


<< Sei vestito? >> Chiese lei, prima di riaprire gli occhi.


<< Certo che lo sono. Ma... ti sei persa il mio debutto? >>


<< Si, naturalmente. >>


<< Ma perché? Ti ho fatto rimanere apposta. Era il punto forte della serata. >>


<< Ma come perché? E dovrei ritenermi...non so...fortunata? Dovrei ringraziarti per questo trattamento speciale e per avermi quasi fatto vedere "come mamma ti ha fatto?"
No, grazie.
Non ci tengo a vederti in...in...quel modo. >> Fece lei, sentendosi avvampare per l'immenso imbarazzo.
Quasi si vergognava lei al posto suo.


<< Maddai. La stai facendo tragica. E poi sono il sogno di tutte le donne... >> Azzardò lui da perfetto stronzo e UOMO.


<< Ma non il mio. Non sei neanche lontanamente il mio tipo. >> Rispose Kara, seccamente.


<< D'accordo. Se lo dici tu... >>


<< Si lo dico io...>>


<< E quale sarebbe, di grazia, il tuo tipo? >> Domandò spontaneamente Mon-El,
guardandola nuovamente con uno sguardo di sfida.


<< Beh...i-io... non lo so ancora. Non ne ho mai avuti... e... >> Iniziò a balbettare Kara,
lasciandosi sfuggire anche qualche piccolo particolare della sua vita privata.


<< Aspetta, aspetta. Mi stai dicendo che... non sei mai stata fidanzata? O che comunque,
non hai mai avuto un... "amico con benefici"? >> Domandò esterrefatto Mon-El, mimando le virgolette con le dita.


<< No, cioè...si, ma... certo che dici... Non ci sto capendo più nulla, guarda.
Potresti riportami a casa che domani mi aspetta una giornataccia...? Ho delle scadenze da rispettare. Ed ho un lavoro serio, IO. >> Tentò di svincolarsi arrivando al limite della sopportazione.

Non aveva pazienza con lui, quel ragazzo la snervava.
Forse per i "precedenti" con Lena, forse semplicemente perché era lui, ma comunque,
nè da sobria né da brilla riusciva a mandarlo giù.
Era più forte di lei.
Tral'altro quella discussione stava prendendo versi inappropriati, particolari, strani e specialmente intimi, e Mon-El non era certamente la persona più affidabile e adatta per affrontare un discorso del genere.


<< Non puoi andarci da sola? >> Ribattè il giovane, innervosendosi.


<< Non riesco a muovermi, genio. Per favore. >> Lo supplicà Kara, cambiando inaspettatamente tono di voce.


<< Okay, se sono la tua unica ancora di salvezza...allora andiamo principessa. >> E dicendo così, la prese in braccio e una volta uscito dal retro del locale, spiccò il volo.


<< Le ancore fanno affondare... >> Soffiò lei percependo che anche le forze la stavano lentamente abbandonando...



...



<< Di solito i voli di questo genere comportano scompiglio allo stomaco, credo che dovresti... >> ma non fece in tempo ad avvisarla che tempestivamente Kara vomitò nel salotto.

<< Ecco, appunto. >>


<< Invece di stare là... fermo a goderti questa orribile ed indignabile scenetta, perché non mi aiuti ad alzarmi e mi dai una mano a mettermi a letto? Non ce la faccio. Sono inerme... >>
Si lamentò ancora di più la bionda, sentendosi uno straccio.


<< Ai suoi ordini, madame! >> Esclamò lui per poi fare come gli era stato appena chiesto.
Bastò talmente poco, giusto il tempo del tragitto dalla sala alla camera della ragazza,
che quest'ultima crollò.
Praticamente priva di sensi.


<< Non ti lascio sola farfallina. Resterò con te stanotte e...mi prenderò cura di te. >>
Sibilò Mon-El, sdraiandosi di fianco a lei, sul letto.




[...]

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