DA RISCRIVERE - 20Th Century...

By DylanJackBrown

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19/12/2017 #46 in Fantascienza Ω Qui puoi fare due cose:provare a combattere e morire, oppure scappare e salv... More

₪1₪ È successo qualcosa di strano
₪2₪ Un mostro in città
₪3₪ Un essere bianco alto 2 metri
₪4₪ La verità
₪5₪ Non abbiamo nulla da perdere
₪6₪ La fuga
₪7₪ Verso la nostra nuova casa
₪8₪ Una nuova vita
₪9₪ Salirono verso il cielo su una nuvola
₪10₪ Tornerai vivo?
È l'ora di andare in guerra
Non so se ce la faremo
Ringraziamenti e SEQUEL

₪11₪ Combatteremo sempre

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By DylanJackBrown

La vita è strana.
A volte porta felicità.
A volte porta tristezza.
Ma, a volte, tutto questo plasma ció che siamo e facciamo.
Non possiamo essere solo felici, abbiamo bisogno di ogni singola emozione per vivere veramente.
E dopo tutto questo, dopo numerosi anni di vita, poof!
Tutto finisce in pochi secondi.
La morte.
Che brutta parola vero?
Quando qualcuno sente parlare di morte ha paura.
Ma forse, a volte la paura è l'unica salvezza.
In questa situazione, la morte puó aiurare a scappare dai pericoli.
A tornare dai propri cari.
Ma noi siamo qui, rinchiusi in questo bunker.
E tra poco, ne usciremo da soldati e lotteremo contro la morte.
Per vivere.

-Tutto bene?-chiede Katie.
La vedo entrare nella sala delle panchine e avvicinarsi.
-Non troppo. Jared mi è sembrato davvero preccupato, si incolpava anche della morte di nostra mamma-rispondo io.
-Sai, è normale. Una persona che si sacrifica per noi, è un gesto estremo fatto con amore verso una persona. Vostra mamma l'ha voluto-risponde Katie.
-Lo so, lo so. Gliel'ho detto ma mi sembra troppo turbato. Quando non ci saró, chi gli starà vicino?-chiedo preoccupato.
Katie fissa il vuoto per qualche secondo, poi si riprende-Potrebbe aiutare Jiselle nel lavoro in segreteria. Lei era con lui quando sono arrivati nel Bunker. Si sentirebbe sicuro e occupato. Se vuoi, glielo vado a chiedere io piú tardi-propone Katie e mi sembra un'ottima idea.
-Sei unica, grazie-rispondo dandole un bacio.
-Certo che la vita ci sta dando proprio tanta gioia. Trovo la persona che amo veramente nel bel mezzo di una guerra-commenta lei.
-Lo so, ma forse alla fine di tutto potremo svolgere una normale vita. Andare al cinema, a scuola, uscire. Vivere, insomma-rispondo.
-Insomma, per com'è la situazione adesso non sarei così positiva. Ti amo-dice lei.
-Ti amo anche io-rispondo baciandola di nuovo.
Ci dirigiamo mano nella mano verso la nostra camerata.

I nostri amici stanno dormendo.
-Ti andrebbe di stare un pó da soli? Mi sento...osservata qui-dice Katie.
-Concordo-confermo ció che dice e cerchiamo una camerata vuota, se c'è.
Dopo qualche minuto di girovagare per il bunker, totalmente vuoto vista la tarda ora, troviamo una camerata non assegnata.

Entriamo e prendiamo un letto.
Ci spogliamo la divisa del bunker, non essendo il massimo del comfort per dormire.
Ci sdraiamo e ci mettiamo sotto le coperte.
Ci abbracciamo e sentiamo i nostri corpi scaldarsi per il loro contatto.
Rimaniamo così, poi iniziamo a baciarci.
Accarezziamo il nostro corpo in un'intimità che mai avrei immaginato con Katie.
Nel silenzio del bunker, l'unico rumore siamo noi.
_______________________________
Ci svegliamo.
Siamo abbracciati e nudi.
Sento abbastanza freddo.
-Amore, è ora-annuncio a Katie.
Lei si mette a sedere con una pigrizia assurda-Che bello! Oggi è il giorno dove vi mandano a morire-esclama.
-Almeno abbiamo passato la nostra prima notte da vera coppia-dico io baciandola.
-Beh, ci voleva proprio. Sei davvero un ragazzo fantastico-commenta lei.
Ci rivestiamo sentendo le prime voci di persone nel corridoio.
È ora di colazione.
Mentre camminiamo nel corridoio, svoltiamo l'angolo e sbatto contro un ragazzo.
È alto e con la barba, giovane, capelli neri con occhi azzurri.
È alto e muscoloso.
-Scusa, non volevo-dice scusandosi.
-Figurati, nessun problema-dico sorridendo mentre tengo la mano di Katie.
-Ci vediamo dopo-dice lui andandosene.
È così strano sapere che tra 1 ora saró in addestramento nell'EAMA.
Comunque, io e Katie entriamo nel refettorio e ci facciamo servire per la colazione.

Una volta fatto, cerco con gli occhi il tavolo dei nostri amici.
Li troviamo e ci sediamo.
-Dov'eravate finiti?-chiede Ras.
-Prima di andare in guerra, volevamo avere la nostra prima notte di coppia-risponde Katie.
-Blake!-mi chiama una voce ed è quella di Jared.
Viene al tavolo e si siede accanto a me.
-Stai bene?-gli chiedo preoccupato.
-Abbastanza, grazie. Solo tanto stanco-risponde lui in modo non troppo convincente.
-Secondo voi quando verranno a prenderci?-chiede Karen-Io ho sentito verso l'ora di pranzo ma non ne sono sicura-
-Subito dopo pranzo arriveranno-conferma Sert.
-Voi come vi sentite?-chiede Dylan-Io ho troppa paura-
-Non so-risponde per primo Ras-So solo che tra pochi giorni torneremo là fuori-
-Io ho paura ma non mi tirerei mai indietro-risponde Katie, seduta accanto a me-Qui dentro saremo anche al sicuro ma è solo un'apparenza. Tutto ció che c'è là fuori non se ne andrà mai via da solo-
-Concordo-inizia Sert-Siamo l'unica speranza rimasta per l'intera umanità-
-E se moriremo tutti? Sarà stato tutto inutile-dice Dylan riprendendo la parola.
Ora tocca a me-Se devo morire preferisco farlo combattendo, invece che rimanere nascosto qui per sempre-dico con tono sicuro e questo convince anche gli altri.

-Promettimi che tornerai. Tu e tutti voi anche-dice a un certo punto Jared fissandoni.
-Torneremo, te lo promettiamo Jared-risponde Sert al mio posto.
Jared annuisce, si alza e se ne va.
-Ci vediamo a pranzo-annuncia tristementr salutando due suoi amici in lontananza.
Lo guardo andarsene via, sapendo che abbiamo solamente 3 ore per stare insieme.
Spero possa riprendersi il prima possibile e non faccia cose stupide.
Oramai ho finito colazione.
-Vado a parlare a Jiselle per una cosa-annuncio ai miei amici.
Prendo il mio vassoio e lo metto negli scaffali adebiti al raccoglimento di essi, poi esco dal refettorio e mi avvio verso la segreteria.
Quando arrivo, vedo Jiselle impegnata con alcuni documenti.
È davvero una bella ragazza, ha 30 anni e quei capelli biondi sono quasi perfetti.
Mi avvicino a lei che mi saluta con un gran sorriso-Ehy Blake! Tutto bene?-
-Ciao Jiselle. Abbastanza, grazie-rispondo.
-Hai bisogno di qualcosa?-chiede.
-Si, ti servirebbe dell'aiuto qui in segreteria?-chiedo sperando in una risposta positiva.
-Beh, qualcuno che mi aiuti mi farebbe davvero piacere-risponde lei.
Ció che speravo di sentire.
-Jared potrebbe aiutarti per un pó di tempo? Oggi accadrà una cosa che scoprirete a pranzo ma mi serva una certezza. Potrebbe aiutarti per un bel pó di tempo?-chiedo speranzoso.
-Sono a conoscenza di ció che accadrà, credevo non lo sapessi. Ci penseró io a Jared, ci conosciamo già molto bene. Digli che lo aspetto qui dopo pranzo-dice Jiselle avvicinandosi a me.
Dopo, mi abraccia-Buona fortuna-dice.
La ringrazio ed esco dalla segreteria.
Non so come passare queste ultime due ore, ma penso che staró coi miei amici.
Sto camminando quando Jiselle mi raggiunge e mi ferma-Solo una cosa, là fuori, non farti comandare. Fai solo ció che ti sembra giusto, rimani te stesso-dice questo e poi torna indietro.
Che cosa intende dire?
Di non farmi comandare...là fuori ci saranno dei tenenti o qualcosa di simile, ma perchè non dovrei fidarmi?
Che ci sia qualcosa sotto a tutta questa faccenda?
Io non lo posso sapere.
So solo che, se devo morire, lo faró per provare a salvare il mondo e provare a dare a me e i miei amici una vita degna di essere vissuta.
_____________________________
Arrivo nella mia camera e trovo Dylan da solo.
Non mi ha sentito entrare, quindi inizio ad avvicinarmi e lo chiamo per nome-Dylan?-chiedo.
Sono preoccupato.
È virato di spalle, sta piangendo e il suo corpo trema.
Che cosa cazzo gli sta succedendo?
Mi avvicino ancora, lentamente-Dylan, che cosa stai facendo-
Appena arrivo abbastanza vicino, lo vedo in faccia.
Ha numerosi lividi e tiene in mano un coltello, indirizzato verso i polsi.
So quello che sta per fare, quindi tiro un calcio alla sua mano per disarmalo.
Il coltello vola via e lo afferro nel fondo della stanza.
Lui sembra che non se ne sia nemmeno accorto, tant'è che non ha cambiato posizione e continua a piangere.
Metto il coltello in tasca, mi siedo davanti a lui e provo a farlo parlare-Dylan, cos'è successo? E perchè sei qui da solo?-tento.
Lui continua a fissare il solito punto vuoto e fisso.
-DYLAN!-grido piú forte che posso e allora lui alza lo sguardo verso di me.
È pieno di lividi in faccia e ha un occhio rosso.

-Chi ti ha fatto questo? E perchè volevi tagliarti le vene e ucciderti! Sappi che non sono stupido, quindi dimmi la verità-dico serio e insistente.
Lui prende un bel respiro e prova a parlare.
-Non è stato nessuno a farmi questo. O meglio, una persona è stata-dice lui a tono basso e debole.
-Chi?-chiedo secco.
-Sono stato io-risponde fissandomi.
Come ha potuto?
Perchè ridure in quello stato la sua faccia?
-Perchè l'hai fatto Dylan?-chiedo.
-Il mio ragazzo è morto e tra 1 ora saró parte di un esercito per uccidere quegli alieni maledetti. Che senso ha andare avanti-risponde lui.
-Fallo per Randal. Era un mio grande amico, ma per piacere, prova ad andare avanti per lui-dico cercando di aiutare.
-Non ha senso. Odio me e il mio corpo, non vivo una vita come la vorrei. Inoltre, sin da piccolo vengo insultato per la mia omosessualità, non ha senso vivere in un mondo dove ti odiano tutti-dice lui.
-Hai me e gli altri e lo sai che ti vogliamo bene. Fai parte del nostro gruppo e noi non abbandoniamo nessuno-rispondo.
-Vorrei avere Randal qui vicino-commenta piangendo.
-Sarà sempre vicino a te, Dylan. Sii forte-dico e lo abbraccio.
Dopo aver sfogato le ultime lacrime, si alza ed esce, dicendo che andava a bere qualcosa.
Prima di andarsene, si gira e mi dice un "Grazie" sincero.

Rimango in camera da solo.
Sono felice di aver aiutato Dylan.
Era veramente giù di morale e stava per fare una brutta fine.
Lo terró d'occhio da quando saremo nell'EAMA.
Dopo qualche minuto tornano i miei amici con Dylan.
Sta meglio, lo si vede dalla sua faccia.
Katie mi si avvicina ed è l'ora di pranzo.
-È arrivato il momento-mi dice Katie.
Annuisco e insieme agli altri vado verso il refettorio.
Non so siamo ancora gli unici a sapere dell'EAMA, ma alcuni lo sanno vista la faccia preoccupata di alcuni.
Ci sediamo al solito tavolo e tutti fanno lo stesso.
Karl, subito, entra nel refettorio e con un microfono parla a tutti noi.

<Sono Karl, capo di codesto Bunker. I ragazzi dai 18 ai 24 anni verranno presi e arruolati nell'EAMA, associazione di eserciti per lo sterminio degli alieni. Siamo l'unica possibilità di questo pianeta. Prego tutti i ragazzi di questa fascia, e gli eventuali volontari, a seguire le guardie. Se qualcuno non verrà, sarà preso con la forza. Insieme, ce la faremo>

Dopo il breve discorso, iniziamo ad avviarci seguendo le guardie.
Sert si unisce a noi, non ci lascerà mai.
Camminiamo seguendo le guardie e usciamo dal refettorio.
All'improvviso un ragazzo vicino a noi aggredisce una guardia, la quale non esita a sparare con la sua arma strana. Il ragazzo diventa preda di numerose scosse elettriche, fino a quando non smette di muoversi.
La folla lo ignora e procede.
Ci siamo, siamo ufficialmente nell'EAMA, non possiamo tirarci indietro.
Siamo qui, in cerca di un futuro per la vita di noi e tutti gli altri.
Continuiamo a camminare, fino a quando non arriviamo davanti a una porta enorme d'acciaio spesso, la quale inizia ad aprirsi lentamente.
Si trova nel 20 piano sotto-terra, zona che mai è stata accessibile a noi e ora ne sappiamo il perchè.
Stiamo per entrare nella zona dei soldati.
Ho paura, tutti abbiamo paura.
Sento Katie respirare agitata.
Le afferro la mano e lei la stringe.
Combatteremo, sempre.

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