Overlord ; larry stylinson

By lwtmethes

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𝓬𝓸𝓶𝓹𝓵𝓮𝓽𝓮𝓭 ❝Harry e Louis si incontrarono per la prima volta la sera del 6 giugno 1944, pensavano fos... More

0. story trailer
1. sword beach
2. bathroom
3. Adie
4. work
5. drunk man
6. pub
7. dad
9. two dads
10. stroll
11. kisses and caresses
12. flashback
13. our daughter
14. Chandelier
15. nightmare
16. love
consiglio
17. lazy day
18. earthquake
19. my soldier
20. common feeling
21. winnie the pooh
22. embarrassing
23. mommy
24. birthday girl
25. drunk
26. cheat
27. forgive me
28. we can start it all over again
vi amoooo
Epilogue

8. date

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By lwtmethes

L'aria era frizzante quella mattina, il sole riscaldava un po' attraverso le nuvole, il che era strano per dei giorni di fine novembre.

Louis si era ritrovato a sedersi da solo ad un tavolo del bar indicatogli da Harry la sera precedente; osservava attentamente la fiamma della candela dinanzi a lui danzare ai minimi spostamenti d'aria, accentuati a volte dal leggero soffiare del ragazzino.

La sua guancia aveva trovato posto adagiandosi sul suo pugno mentre attendeva la comparsa del soldato, dopotutto non gli aveva dato un orario e non poteva sapere se fosse in ritardo l'altro o in anticipo lui.

I piccoli sbuffi d'aria che lasciavano le sue labbra creavano nuvole di vapore acqueo, facendolo ridacchiare mentre imitava un signore poco distante da lui che stava fumando un sigaro profumato.

«Come mai ridi?»

Le labbra di Louis vennero - come al solito - morse dai suoi denti bianchi mentre era in procinto di girarsi verso la voce che gli aveva rivolto parola.
Non trovando nessuno abbassò nuovamente lo sguardo sulla candela, scorgendo però il corpo del soldato seduto dinanzi a lui.

«Buon giorno Louis, hai dormito bene?»
«S-si, grazie»

Il più piccolo scosse le spalle non riuscendo a fermare il rossore dall'appropriarsi delle sue guance, cercando di mascherarlo come una conseguenza del vento gelido sulla sua pelle.

L'altro gli sorrise non dicendo nulla per fargli notare il colorito delle sue gote rosee «Come mai hai preso posto qui fuori? Si gela»

Le mani del più piccolo vennero prese tra quelle di Harry che le strinse con l'intento di riscaldarle.
«Vieni, accomodiamoci all'interno del locale»
Louis aveva solamente annuito, le parole gli morivano in gola e quel poco che aveva detto l'aveva pronunciato balbettando.

Facendosi spazio tra i vari tavoli i due ragazzi entrarono nel Caffè francese, domandando ad un cameriere se fosse libero un tavolo per due.

Harry aveva lasciato Louis piacevolmente sorpreso quando lo aveva sentito parlare fluentemente francese.
«Pensavo non sapessi parlare la mia lingua»

Il riccio semplicemente sorrise accomodandosi di fronte a lui «Al pub, chiedendoti di parlare inglese, volevo semplicemente ricordarti ciò che ti dissi tempo fa»

Louis, non capendo il suo riferimento, decise di domandargli se per caso si fossero già visti dato che lui non ricordava.
Però, però. Ovviamente un cameriere giunse al loro tavolo per prendere le loro ordinazioni.

Louis si ritrovò a mordersi il labbro: questa volta non toccava a lui servire ed era alquanto strano, non ricordava l'ultima volta che era uscito a mangiare fuori.

Mentre Harry ordinava un caffè liscio accompagnato da un bicchiere di Whiskey (Louis pensò che volesse bere il caffè irlandese, che veniva appunto corretto con quel liquore) - il ragazzino cominciava davvero a credere che fosse la bevanda preferita dell'altro.

«Io un cappuccino, ti ringrazio»

Il cameriere annotò le ordinazioni e poi sparì dopo aver fatto un piccolo inchino.
Louis, dopo che l'altro se ne fosse andato, non potè far a meno di notare una signora che si stava comportando in modo sgarbato con uno dei lavoratori, portandolo a flettere le labbra in una linea retta: succedeva spesso anche a lui e sapeva che non fosse piacevole.

«Louis, tutto okay?»
«Mhm...posso farti una domanda?»

«Certo, dimmi pure»

«Come mai bevi sempre Whiskey?»

Harry aveva arricciato un angolo della bocca all'insù, in un piccolo ghigno.
«Sempre per una questione riguardante una sera di un paio di anni fa, ma non pretendo che tu sappia di cosa sto parlando»

Louis infatti scosse debolmente la testa «No, appunto. Mi spiace»
«Non è un problema, piccolo»

———————————————————————
Le tazze si trovavano ora vuote di fronte a loro, a sporcarle c'era solamente il fondo di caffè.
Il bicchiere di Whiskey - come aveva immaginato Louis - era andato a correggere il caffè del riccio, facendo assumere alle guance dell'altro un leggero colorito rosato causato dall'alcol.

«Uhm- posso chiederti come mai ieri non eri con i tuoi amici al pub?»
«Beh, loro avevano da fare con le loro dame» gli rispose Harry.

«Oh..ma, non è noioso uscire da solo?»
«Certo, ma io volevo vedere te»

Louis non rispose ritrovandosi a pensare alla naturalezza con cui aveva parlato l'altro, dicendogli semplicemente come stavano le cose.
Le piccole dita delle sue mani erano andate ad arpionare la ceramica della sua tazzina mentre con la mano libera era andato a guidare il cucchiaino nel mescolare lo zucchero rimasto sul fondo di questa.

«Ti va di parlarmi un po' di te?»

«Mhm, cosa vuoi sapere?» la mano anellata di Harry fu passata tra i suoi capelli nell'intento di tirarli indietro in modo da non farli finire davanti al viso.

«Tutto ciò che ti viene in mente»

Dopo un breve annuire, Harry iniziò il discorso parlando di sé, ovviamente menzionando il suo nome, cognome e età. Gli raccontò della sua famiglia, le sue origini, di come prima avesse intrapreso la carriera militare.
Louis scoprì che sapeva suonare il piano (e ovviamente gli chiese di insegnargli, un giorno). Parlarono anche del fatto che Harry detestasse il porridge inglese e che invece amasse le escargot fancesi.

La sua paura più grande era la solitudine e gli piacevano tanto i baci sulla mandibola.
Louis apprese anche quali fossero il suo colore e scrittore preferiti.

«Tu cosa mi dici di te invece?»

Il piccolo sorriso sulle sue labbra fu spazzato via dal passare della sua lingua sui due cuscinetti rosa, con l'intento di inumidirli distrattamente mentre il ragazzino iniziava a parlare.

«Uhm..mi chiamo Louis Tomlinson - ti risparmio il mio secondo nome,» rise «ho diciott'anni e ho cominciato a lavorare circa l'anno scorso»

«Sono figlio unico, i miei genitori si chiamano Johannah e Mark..uhm- oh si, la mia scrittrice preferita è Frances Hodgson Burnett, mi piace molto il colore viola e ho...ho paura del buio»

Un rossore tinse le sue guance mentre Harry sorrideva dolcemente in sua direzione.

«Continua, ti ascolto»

«Io ho- uhm..ho, una figlia?»

Harry schiuse le labbra guardando poi il ragazzino seduto dinanzi a sé, sentendosi tremendamente a disagio per avergli chiesto un appuntamento.

«Oh, sei sposato? Cristo scusami, non eri obbligato ad uscire con m-»
«No Harry tranquillo, non lo sono» Louis lo interruppe parlando con voce sottile.

«Allora non voglio che tu ti sia fatto una brutta impressione di me, non avevo idea del fatto che tu fossi uhm..etero?»

Harry si era guardato intorno ed aveva abbassato la voce pronunciando l'ultima parola di quella frase.
A quei tempi era ovvio per tutti l'essere etero, anche solo parlare di omosessualità poteva recarti problemi.

«Oh dio ti prego, non denunciarmi alla polizia. Non ti darò più fastidio»

Dopo essere arrossito, il ragazzino gli rispose sempre a bassa voce «N-non lo sono..è uhm- complicata la questione, non mi va di parlarne. Comunque non preoccuparti, non avrei mai fatto una cosa del genere»

«Capisco e ti ringrazio e uhm-, scusami se sono stato indiscreto»

Louis scosse la testa e sorrise «Non scusarti. Ti vedrò sta sera al pub?»

«Certo» il ragazzo riccio gli aveva regalato un sorriso contornato da due profonde fossette mentre lasciava dei soldi sul tavolo saldando il conto.

«Ti ringrazio per il caffè, sei un vero gentiluomo»

Un piccolo schiocco bagnò la guancia di Harry prima che il ragazzino lo salutasse - mettendo la sua giacca - uscendo dal piccolo bar dopo avergli regalato un sorriso timido.

Harry si portò istintivamente una mano a carezzarsi la piccola porzione di pelle baciata dalle labbra fini dell'altro; il sorriso crebbe sulle sue labbra e lasciò il locale salutando allegramente i dipendenti.

E no, non se lo sarebbe lasciato scappare.

———————————————————————
Tre giorni dopo

Harry aveva passato il sabato sera facendo compagnia a Louis, cercando di avere una conversazione con lui non appena il ragazzino aveva un momento libero.
D'altro canto occhi blu ne era ben felice, fermandosi volentieri per scambiare due chiacchiere prima di venir chiamato da qualche altro cliente.

In quel momento il ragazzino stava tenendo Adie tra le sue braccia mentre era intento a cullarla dato che la bambina era inciampata andando a battere la fronte contro il bancone di legno.
Fortunatamente il locale non era pieno essendo giorno, ma comunque il suo pianto poteva dar fastidio ai clienti che si godevano il loro pranzo.

«Shh, ehi piccola è okay» le sue labbra andarono a posare dei piccoli baci sulla parte lesa del viso della bimba, mentre un suo pollice raccoglieva delicatamente le sue lacrime salate.

«Ora chiediamo a Gen se ci da un po' dighiaccio okay?»

La bambina aveva semplicemente annuito, il debole tremare delle sue labbra e gli spasmi dovuti au singhiozzi non le permettevano di parlare correttamente.



Pochi minuti dopo, Adie si trovava seduta su uno sgabello davanti al bancone, il ghiaccio era stato avvolto in uno straccio e veniva tenuto dalla mano di Louis contro la sua fronte.

Fortunatamente Niall e Josh si erano offerti di sostituirlo, e in più, Genevieve si era accorta del fatto che tre camerieri fossero pochi (considerando il fatto che quando non c'era lei uno di loro dovesse prendere il suo posto come barman) ed aveva assunto un ragazzo per stare dietro al bancone, in modo che Niall potesse fare il lavoro per cui era stato assunto.

Louis trovava simpatico il ragazzo dai capelli rossi, era arrivato solo quella mattina ma aveva già stretto amicizia con tutti; in più lo aveva aiutato a soccorrere Adie.
Ed - questo era il suo nome - in quel momento stava osservando Genevieve all'opera in modo da imparare velocemente e Louis pensò fosse dolce il modo in cui faceva domande arrossendo subito dopo.

«Ohw principessa, non piangere ancora»
Niall aveva posato il suo vassoio per prendere la bimba tra le braccia, provvedendo comunque a premere il ghiaccio sulla sua fronte.

«Se mi fai un sorriso ti regalo una caramella» questa frase l'aveva sussurrata all'orecchio dalla piccola, non volendo che il padre lo sentisse.

«Niall..sai che non può mangiare tanti dolciumi»
«Oh andiamo! È solo una caramella»

Louis aveva sospirato prima di rispondere «okay, bene»

Le risa di Adie furono soffocate dietro alle sue manine mentre Niall le faceva il solletico prima di regalarle una delle caramelle che teneva nella tasca del grembiule.
«Ora però sorridi mh?»

«Ragazzino, le nostre ordinazioni?!»
«Arrivo subito! Ugh- Torna dal papi, zio Niall deve andare»

La bambina fu passata nuovamente tra le braccia di Louis mentre il biondo si affrettava a consegnare le ordinazioni che aveva lasciato sul ripiano per prendere tra le braccia Adie.

Uno scampanellio precedette l'aria gelida che colpì il corpo del ragazzino come da copione, costringendolo a stringere il maglione di sua figlia addosso a lei, in modo che non prendesse freddo.

«Ohoh andiamo ad accogliere i nuovi clienti ti va?»

Un sorriso genuino era spuntato sulle labbra di Adie, il ghiaccio giaceva ormai dimenticato sul ripiano in legno lucido.
La bambina adorava accogliere i clienti, la salutavano sempre in modo gentile e le facevano i complimenti (soprattutto quelli abituali).

Louis alzò lo sguardo sorridendo «Bienv- oh, ehi..ciao Harry»

Le sue guance assunsero il solito colorito purpureo mentre la bambina si affrettava a ripetere il nome del ragazzo «Harry!»
«Si piccola, è il suo nome»

Poi si rivolse all'altro «solito tavolo?»
Harry gli sorrise ed acconsentì spostando lo sguardo dal volto di Louis a quello della bambina riccia.

«Hai passato bene la tua domenica?»
«Abbastanza..ma sai, il pub dove lavora un certo ragazzo era chiuso»

Louis si ritrovò a mordersi un sorriso, non riuscendo a nasconderlo all'altro ragazzo.
«Lei dev'essere tua figlia, come si chiama?»

«Je suis Adie, monsier Harry» fu la bambina a parlare, facendo poi un sorriso privo di alcuni denti al ragazzo.
Lui sorrise e le carezzò i capelli ricci così simili ai suoi per poi rivolgersi a Louis «Parla inglese?»

Harry tornò a parlare dopo aver ricevuto un cenno affermativo «Piacere piccola» le sue labbra si tesero in un grande sorriso mentre alzava lo sguardo verso il volto del più piccolo
«vuoi lasciarla qui con me mentre lavori? Non è un problema»

Louis aveva tentennato un attimo, sia perché non si fidava ancora completamente del riccio, sia perché non voleva recargli disturbo.
Alla fine però si ritrovò costretto ad annuire mentre passava la bambina tra le braccia del ragazzo più grande.

«Fai la brava» le sorrise e andò ad aiutare gli altri camerieri dato che il locale si stava riempiendo.

Più tardi portò un bicchiere di Whiskey a Harry (senza che il ragazzo lo avesse ordinato) e ne approfittò per passare la mano diafana tra i capelli della figlia, ascoltando distrattamente la storia che Harry le stava raccontando a proposito di un ragazzo che aveva incontrato proprio in quel pub, mentre la cullava dolcemente tra le sue grandi braccia.

Louis avrebbe tanto voluto farsi stringere da lui.

-
hehey! Oggi è il mio compleanno :D +15 tanti auguri a meeeee vabbè, non ho postato tutta la settimana perché ho deciso di postare un capitolo più lungo di questa storia (circa 1200 parole in più) e la stessa cosa per Sweet creature (una mia storia).
Ho voluto fare questa cosa per farvi un regalo(?) anche se non penso che il mio ragionamento abbia senso dato che comunque il compleanno è mio maaaaa si, spero vi sia piaciuto ^-^.
Detto ciò, che ne pensate di Haz che incontra Adie per la prima volta?

P.s fatemi sapere se preferite che io posti di meno, ma capitoli lunghi così oppure normalmente ma capitoli lunghi circa solo 1000 parole

A presto! Mich x

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