Despacito. || Paulo Dybala

De improvisedwriter

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Cosa succederà quando la figlia del portiere più famoso d'Italia e della bellissima moglie Alena, si ritrover... Mais

Prologo
1. Un nuovo inzio e mi sei mancata tanto.
2. Che emozione e cosa cazzo sta succedendo?!
3. Cosa ci fai nel mio letto e la piccola Buffon.
4. Ti vedo sai e io e Dybala.
5. Sei gelosa e metti questo.
6. Sei proprio bella e fai come ti pare.
7. Sei molto innamorato e lasciami fare la mia mossa.
8. Fa sempre così e stronzate!
9. Domani vieni da me e i saluti che mi piacciono.
10. Fai piano e a me piaci tu.
11. Ci si vede e grazie Berna.
12. Non sei niente male e no, è con me.
13. Che ci fai qui e sei ubriaca?
14. Stavi per fare una cazzata e perché sono qui?
15. A te non piace Bernardeschi e vatti a vestire.
17. Non ho visto niente e Paulo e Camila.
18. Ci penso io e sono innamorata di Paulo?
19. Posso entrare e le parole non contano più.
20. Stai cecando di uccidermi e lascia fare a me.
21. Superman e Superwoman e scusate per il ritardo.
22. È quell'Alvaro Morata e ti amo, lo sai?
NON È UN CAPITOLO
23. Cosa mi stai facendo e desidero sparire.

16. Dimmelo in spagnolo e possiamo parlare?

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De improvisedwriter

Alla fine Paulo mi lascia la maglia e, dato che con me ho solo il vestito, mi dà anche dei jeans che suppongo siano di Antonella. Non voglio entrare nell'argomento quindi non glielo chiedo.
Mi entrano perfettamente e ne sono contenta, Paulo concorda con me.
Cerco di non pensare al perché i jeans di Antonella siano a casa Dybala e mi infilo i tacchi di ieri sera. Non sono tanto alti quindi va bene così. Tutto sommato mi piaccio, soprattutto per la maglia di Paulo. Profuma di lui e ciò mi fa sorridere.

Io e Dybala decidiamo di andare a fare colazione fuori, anche se ormai è quasi ora di pranzo.
Non abbiamo ancora chiarito del tutto, ma onestamente nessuno dei due ha voglia di litigare ancora, voglio solo passare del tempo con lui in tranquillità.
Dopo essere scesi dalla macchina decidiamo di fare due passi per le vie, nonostante i miei piedi chiedano già pietà.

"Non posso credere che io sia uscita di casa struccata," ribadisco per l'ennesima volta, coprendomi il viso con le mani mentre continuiamo a camminare.
Riesco comunque a vedere Paulo alzare gli occhi al cielo e ridacchio.

"Sei bellissima lo stesso, te l'ho detto cento volte, in che lingua te lo devo dire?" mi dice teneramente e le mie guance si riscaldano.

"Dimmelo in spagnolo," replico, spostandomi una ciocca di capelli da davanti agli occhi.

"Tu eres la más linda del mundo." risponde prontamente il ragazzo argentino accanto a me. Il suo accento mi fa letteralmente impazzire, ci manca poco perché mi sciolga sul posto.

"Dimmi qualcos'altro in spagnolo." dico, non potendo trattenere la mia curiosità.

"Mh... tu eres la cosa más maravillosa que me ha pasado*." dice Paulo velocemente, non riesco a capire una parola.

"Che cosa vuol dire?" chiedo, aggrottando le sopracciglia.

"Che sei molto fastidiosa." ridacchia, ed io gli tiro scherzosamente uno schiaffo sul braccio, mentre mi porta un braccio sulle spalle.
____

Facciamo colazione in un bellissimo bar, ed ovviamente Paulo non mi fa neanche mettere mano al portafoglio. Alzo gli occhi al cielo e offro almeno di pagare il cappuccino, ma non c'è proprio verso. Come parlare ad un muro.

Sembriamo due bambini dell'asilo mentre mangiamo, ridiamo come matti e ci divertiamo tantissimo.
Paulo si sporca con la schiuma del cappuccino e io scoppio a ridere, consapevole di avere lo sguardo di tutti addosso. Onestamente non mi importa, continuo a scherzare con il ragazzo argentino davanti a me e gli tolgo la schiuma dalle labbra, portandola poi alle mie.

Lo sguardo di tutte le ragazze presenti nel bar è su Paulo ed io me ne accorgo subito.
Lui, però, sembra non accorgersene e continua a consumare la sua colazione in tranquillità. Mi piace pensare che i suoi occhi siano interessati solo a me, ma ne dubito.
Ha occhi troppo grandi per guardare solo me.

"Vieni a vedere la partita domani?" mi chiede Paulo, addentando il suo cornetto.

Distolgo lo sguardo dalle arpie intorno a noi e mi concentro su Dybala, che a quanto pare non riesce proprio a mangiare senza sporcarsi. È talmente dolce che non posso fare a meno di sorridere ampiamente.

Gli tolgo nuovamente la cioccolata dalle labbra con le dita mentre annuisco. Pulisco il mio indice con la lingua e ridacchio.

"Grazie." mi sorride ed io faccio lo stesso.

"Figurati." rispondo dolcemente, finendo poi il mio cappuccino.

"Cosa devo fare?" chiede, aggrottando le sopracciglia.

"In che senso?" replico a mia volta. Sono un attimo perplessa.

"Hai detto figurati." dice, come se fosse ovvio.

"Ma quello non- niente lascia stare." ridacchio, la sua espressione ancora confusa. "Significa prego, di nulla." chiarisco, facendogli l'occhiolino.

"Non ti vantare, che sono più italiano io di te." scherza e io scoppio a ridere. Mi piace troppo questa complicità tra noi due.

"Zitto." dico, e lui alza gli occhi al cielo.

Quando finiamo la colazione è ormai mezzogiorno ed io avverto mio padre che da lì a poco sarei tornata a casa. Non gli ho ancora detto di me e Paulo ed onestamente non saprei neanche cosa dirgli perché in realtà noi non siamo nulla ancora.
La situazione è ancora molto poco chiara per quanto mi riguarda, ma al momento mi va bene così.

Io e Paulo continuiamo a passeggiare un po' a caso, in realtà credo che nessuno dei due abbia voglia di lasciare l'altro.
Mi sento bene, felice, non desidero nient'altro. Sento che mi basta lui, ed ho davvero paura di questo sentimento.
Ho paura che possa andar male, che possa succedere qualcosa di brutto come l'altra volta, ho paura di soffrire. Tuttavia, se non mi buttassi potrei anche perdere la possibilità di essere felice, che è ciò che importa di più.
Adesso ciò che conta veramente è che sto passeggiando con Paulo e mi sto davvero divertendo.

"I miei piedi mi stanno uccidendo." sbuffo, fermandomi e appoggiandomi al muro per riposarmi un attimo.

"Vuoi le mie scarpe?" si offre dolcemente ed io ridacchio.

"E poi tu cosa usi?" replico scherzosamente e Paulo fa spallucce.

"Ho un'idea. Salta su." si volta, indicando la sua schiena.

"Tu sei pazzo." replico subito dopo.

Paulo alza gli occhi al cielo e si abbassa, per poi prendermi le gambe e portarle intorno alla sua vita. Lancio un piccolo urlo e intreccio subito le mie braccia al suo collo per evitare di cadere.

"Reggiti forte." dice e lo faccio, stringendomi forte a lui e poggiando la testa sulla sua spalla.

Ci mettiamo secoli per arrivare alla macchina poiché Paulo va a velocità lumaca, però lo posso capire: nonostante io sia abbastanza magra, ho comunque un dolce peso non indifferente.
Rido come una pazza quando Paulo urta per errore una persona e cerca di scusarsi, nonostante io l'avessi avvertito prontamente.
Siamo due fenomeni da baraccone, così, in giro per la strada. Ci guardano proprio tutti e non sono sicura se lo facciano per come stiamo camminando o per il fatto che ci sia Paulo Dybala, il numero 10 della Juventus.
In ogni caso, arriviamo finalmente alla sua macchina e quando scendo dalla sua schiena gli faccio un piccolo applauso.

"Ora ho la schiena a pezzi." si lamenta Paulo quando saliamo in macchina, passandosi una mano sul collo.

Quando mette in moto porto un braccio sulle sue spalle ed inizio a massaggiare piano la superficie, stando attenta a non fargli male.
Disegno piccoli cerchi col pollice per decontratturare il muscolo, una tecnica che mi ha insegnato mia madre.
Paulo si lecca le labbra, probabilmente nonostante la mia accortezza gli sto facendo male lo stesso, ma è necessario per fargli passare il dolore.
Lascio perdere la sua schiena e inizio a fargli delle carezze alla nuca, per poi proseguire anche sui capelli.
Paulo si rilassa visibilmente ed io mi incanto a guardarlo: è bello anche di profilo, con lo sguardo concentrato sulla strada ma allo stesso tempo l'espressione rilassata per il mio tocco.

Quando arriviamo a casa mia percepisco un pizzico di tristezza nell'aria, per via del fatto che ci dobbiamo separare.
Ora siamo uno di fronte all'altro, totalmente in imbarazzo. Non so cosa fare, ho tanta voglia di baciarlo ma non penso sia il caso.
Decido comunque di interrompere quel silenzio imbarazzante. Alzo lo sguardo verso di lui e lo trovo con le mani in tasca, mi sta guardando da non so quanto.

"Beh, grazie per la maglia." gli dico, sorridendo. Lui fa la stessa cosa e mi si avvicina.

Non ho alcuna intenzione di fermarlo, qualunque cosa lui voglia fare.
Paulo mi alza il mento con la sua mano, che porta successivamente sulla mia guancia, per poi premere le sue labbra sulle mie, senza muoverle.
Il ragazzo argentino mi lascia un lungo ed umido bacio sulle labbra, poggiando poi la fronte sulla mia quando si stacca.
Sento immediatamente la mancanza delle sue labbra sulle mie quando si allontana, perciò gli lascio un altro piccolo bacio.

"Ciao," mi saluta in un sussurro ed io sorrido.

"Ciao, Dybala." replico con il suo stesso tono, staccandomi definitivamente da questo ragazzo paradisiaco.

Vado verso il portico di casa mia senza guardarmi indietro, quando sento nuovamente la sua voce.

"Ci vediamo presto." conclude ed io mi volto verso di lui, annuendo e facendo un cenno di saluto con la mano.

Lo guardo sfrecciare via con la sua bellissima auto e sento che mi manca già, ma sento il profumo della sua maglietta e il mio cuore è felice lo stesso.
Sento vibrare il telefono nella mia tasca per l'ennesima volta: è sicuramente mio padre che vuole sapere quando torni, penso. Alzo gli occhi al cielo e lo tiro fuori, guardando i messaggi.

Deglutisco e torno immediatamente seria quando leggo il motivo della vibrazione del mio cellulare.
Un messaggio da Federico Bernardeschi:
"Possiamo parlare?"

____

*tu eres la cosa más maravillosa que me ha pasado= sei la cosa più bella che mi sia capitata.

Spazio autrice:
Doppio aggiornamento perché si, ve lo meritate, anche se non sono soddisfatta al 100% del capitolo, è comunque meglio che niente 😂
Fatemi sapere cosa invece ne pensate voi, xx

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