11. Ci si vede e grazie Berna.

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Io e Paulo passiamo praticamente tutto il pomeriggio a baciarci, ma ad un certo punto mi manca talmente tanto il fiato che devo fermarmi.
Convinco il ragazzo argentino accanto a me a mettere su la mia serie tv preferita, The 100.
Lui, dopo aver alzato gli occhi al cielo almeno cinque o sei volte si decide a guardare il primo episodio.
Mi stendo accanto a lui e mi avvolge con le sue braccia mentre inizia la puntata.

Io quoto ogni battuta, ogni singola frase poiché le conosco proprio tutte.
Gli tocca sopportare i miei piccoli scleri per le scene in cui Bellamy e Clarke interagiscono, e lui mi tira piccole pacche sul sedere perché non riesce a sentire ciò che dicono i personaggi.

"Sono la coppia più bella del mondo." affermo, riferendomi a Bellamy e Clarke quando finisce l'episodio.

Paulo si alza per spegnere la tv e poggia il telecomando sul mobile accanto ad essa.

"Ma se non si sopportano," replica, tornando indietro e sedendosi accanto a me, per poi prendere le mie gambe e posizionarle sulle sue cosce.

"Non si conoscono ancora bene, per questo Bellamy fa il duro. In realtà è un cucciolone," affermo, convinta delle mie parole. "Un po' come te." scherzo, lanciandogli uno sguardo divertito.

"Io non sono un cucciolone." mi fulmina con lo sguardo.

"Ah no? Allora forse sei dolce solo con me," ammicco, ma sto chiaramente scherzando.

Paulo si irrigidisce e cambia totalmente espressione. Non so cos'ho detto di male, ma non c'è più la stessa pace che c'era prima nell'aria.

"Anche con Antonella lo sono." replica serio. La sua affermazione mi lascia spiazzata, come se mi avessero tirato un pugno allo stomaco.

Spalanco leggermente la bocca e lo guardo delusa per quello che ha appena detto.
Non so per quale motivo Paulo si senta in dovere di trascinare la sua ex nella discussione, se non per farmi del male, dato che lei non c'entra assolutamente niente. Mi fa male il fatto che lui abbia usato il presente, quindi vuol dire che loro due si sentono ancora.
Perfetto, penso.
Sto in silenzio per qualche minuto e aspetto che lui si renda conto di ciò che ha detto, che si scusi, ma non lo fa.

"Credo sia ora che io vada." dico, piatta. Forse lui non è pronto per una relazione, forse ha ancora in mente la sua ex.
Io non ho voglia di farmi prendere in giro; è stato lui a baciarmi, a voler iniziare questa sottospecie di relazione. Ora non può comportarsi così e pretendere che io mi faccia andare bene tutto ciò che dice, questo no.

Mi alzo dalle sue gambe e mi infilo alle scarpe velocemente, raccogliendo le chiavi della mia macchina e il mio cellulare dal tavolino di vetro davanti a noi.
Lui non dice nulla, non mi ferma, non fa niente. Semplicemente mi guarda andarmene con un'espressione totalmente indifferente.

"Ciao, Paulo." dico, non ricevendo risposta. Il suo sguardo è fisso sulle sue mani.
Vado verso la porta, ormai arrivata all'esasperazione. Non abbiamo neanche cominciato e sono già stanca, forse non siamo proprio destinati.

Faccio per aprire la porta ma una mano mi afferra il polso, costringendomi a girarmi.

"Aspetta," sussurra.

Sospiro e mi volto verso di lui con un'espressione interrogativa, incrociando le braccia al petto.

"Cosa?" dico, aggrottando le sopracciglia.

Paulo ha lo sguardo basso, sta in silenzio per qualche minuto e io mi sento davvero stupida, perché una parte di me spera davvero che lui si scusi, ma invece sospira e scuote la testa, passandosi una mano tra i capelli.

"Niente, ci si vede." conclude, girando i tacchi e lasciandomi sola con me stessa.

____

La mattina dopo mi sveglio con un mal di testa atroce e decido di prendere qualche pastiglia per farmelo calmare. Vado in cucina e trovo mio padre che sta preparando la colazione, e realizzo quanto mi sia mancato avere il mio papà tutto per me.
Sorrido e lo abbraccio da dietro mentre lui è ancora ai fornelli.

Mio papà sussulta per la sorpresa ed io ridacchio alla sua reazione.

"Mi hai fatto prendere un colpo Lena," dice voltandosi e portando una mano al petto.

Sorrido ed inspiro profondamente, lasciando che l'odore dei pancakes inondi le mie narici.

"I tuoi pancakes sono i migliori dell'universo, non c'è niente da fare!" ammetto, prendendo una delle fantastiche frittelle che ha appena preparato il mio papà.
Ne assaporo un morso e sono subito in paradiso. Chiudo gli occhi e sospiro, mentre mio papà ridacchia.

Mi vado a sedere sullo sgabello e poggio i gomiti sul tavolo mentre finisco la mia frittella.

"Hai sentito i ragazzi?" chiedo, versandomi un bicchiere di latte.

"Si, hanno detto che stasera vanno in un locale. Vuoi andare con loro?" mi domanda mio padre e per poco non mi strozzo con il latte.

"Mi stai seriamente invitando ad andare a ballare con solo ragazzi?" chiedo incredula.

"Certo Helena, hai diciotto anni, puoi fare quello che vuoi. E poi sarai con la squadra e di loro mi fido, so che sarai in buone mani." conclude mio papà, trasferendo gli ultimi pancakes con la spatola sul piatto.

Non me lo sarei aspettata un commento del genere, ma non posso che essere contenta, tranne per il fatto che rivedrò Paulo.
Vorrei avere un'amica con cui parlarne, con cui sfogarmi, che mi supporti quando sto male, soprattutto stasera.
Sto per rispondere a mio padre quando sento la suoneria del telefono assordarmi completamente.
Emetto un gemito di fastidio e prendo il mio telefono, notando sul display il nome di Bernardeschi.

Le mie labbra si aprono in un grande sorriso; non sarà un'amica femmina, ma è proprio quello che cercavo.

"Pronto?" dico con entusiasmo, aprendo la chiamata.

"Ciao bella bionda," la voce del numero 33 mi fa stare subito meglio, e non posso fare a meno di ridacchiare al suo commento.

"Ma non sono bionda." puntualizzo, finendo il pancake. Mio papà si siede di fronte a me e mi chiede con chi sto parlando, e io gli mimo il nome di Berna.

"Se è per questo neanche bella," replica scherzosamente Federico.

"Ma zitto che mi sbavi dietro," esclamo, facendo la finta offesa.

"Sì, certo. Senti bella gnocca, ci sei stasera al locale con la squadra?" mi chiede Bernardeschi e non posso fare a meno di arrossire al suo complimento, nonostante sia in senso scherzoso.

"Certo, mi passi a prendere tu che non ho voglia di prendere la macchina?" gli chiedo, alzandomi per poggiare il bicchiere nel lavello.

"Andata, ma vedi di non farti attendere troppo, principessa." scherza. Amo questo lato di Federico, mi fa letteralmente impazzire. Riesce sempre a farmi tornare il buon umore.

"Sei il migliore, grazie Berna." lo ringrazio mentre mi dirigo in camera mia per cambiarmi.

"Modestamente, lo so. A stasera bionda," dice e riattacca, non aspettando una risposta.
Scuoto la testa per la sua stupidità, che allo stesso tempo è la mia salvezza.

Despacito. || Paulo DybalaWhere stories live. Discover now