Tutto quello che non vi ho ma...

Oleh fede_for_music

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Mrs Styles 1 - Il mare nel cuore (4 milioni di visualizzazioni) Mrs Styles 2 - Il cielo d'inverno (2 milioni... Lebih Banyak

Un nuovo inizio
Trama
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Epilogo
Ringraziamenti

Capitolo 22

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Capitolo 22 - Mrs Styles 4

Era notte fonda, ed io e Elsie avevamo parlato per molte ore. Si era addormentata tra le mie braccia e mi teneva stretto a lei, come se fosse la prima volta. Avevo scoperto che durante la mia assenza aveva lavorato come cassiera in un mini-market in centro, fino a quando il proprietario non aveva scoperto della sua gravidanza e l'aveva licenziata. Si era poi guadagnata da vivere in una sartoria, ricamando tutte tovaglie e altre cose da donne. La signora per cui lavorava l'aveva capita e protetta per gli altri 5 mesi dalla nascita di Travis. Guadagnava una miseria ma riusciva a sopravvivere a stento a fine mese. Infatti, con qualche risparmio aveva comprato una catenina dove inserire gli anelli. Le avevo chiesto se aveva mai pensato di venderli per pagare le bollette. La sua risposta era stata a dir poco toccante. "Non potevo. Era come se avessi venduto me stessa. E poi ti volevo vicino, e l'unico modo era quello di sentirti nel mio cuore." Mi disse giocherellando con il tessuto nero della mia maglietta. Mi aveva davvero commosso. L'amore che ci univa era più forte di qualsiasi cosa. Ma ogni volta che lei mi raccontava della sua vita senza di me, una rabbia forte e furiosa risaliva in me perché mi sentivo in colpa. Era, forse, l'unica cosa che non mi avrei mai perdonato per tutta la vita. Lei viveva di me e del nostro bambino, senza un soldo e sola, ed io me la spassavo tra soldi, alcol e donne. Se avessi potuto ritornare indietro nel tempo, l'avrei fatto. Sul serio, sarei rimasto accanto ad Elsie in tutte le difficoltà.

Il suono del mio cellulare mi distolse dai mie pensieri mentre guardavo Elsie dormire beatamente accanto a me. Chi poteva essere alle 3 del mattino? Il mio display indicava il nome di Jess tra le chiamate in entrata. Mi allontanai per un attimo da Elsie in modo da poter rispondere senza disturbarla. Inoltre non volevo che lei sentisse la voce di Jess.
-"Pronto?"-
-"Dove sei?"- domandò Jess tra i singhiozzi.
-"A casa. Sai che ore sono?"- le dissi infuriato. Il mio tono di voce era basso ma autoritario e serio. Elsie si girò nel lato sinistro del letto e abbracciò il cuscino dove c'ero io poco prima. Rimasi immobile e in silenzio per paura di svegliarla.
-"Io ti aspettavo, Harry."- rispose Jess esitante. Sapeva che quando erk arrabbiato non rispondevo delle mie azioni. Era come se avessi una doppia personalità.
-"Be', non posso venire, vai a dormire."- ringhiai a denti stretti, ma più che un comando fu una supplica. Camminai nervosamente sù e giù per la stanza impaziente di una sua risposta, quella dannata chiamata stava durando più del previsto.
-"No, Harry. O vieni subito, o tra noi è finita."- disse, severa. Bene, almeno mi ha tolto il pensiero di lasciarla domani. -"È finita, Jess. Ma onestamente non era mai iniziata."- il suono della mia voce era calmo, pacato e assolutamente serio. Non volevo combinare altri danni.
Sentii solo un gran rumore e la chiamata si chiuse. Conoscendola, immaginai che avesse appena lanciato il telefono da qualche parte, magari contro il muro. Sospirai sereno e ripresi fiato. Jess non era più un problema, adesso dovevo solo dedicarmi ad Elsie, a Travis, la mia famiglia. Dovevo assolutamente farmi perdonare da entrambi.
Improvvisamente dovevo andare in bagno, forse avevo pianto troppo o forse avevo bevuto troppo. Andai verso la porta e l'aprì, così andai in bagno e poi tornai, chiudendomi alle spalle tutto.
Aspetta! Ma Louis non aveva chiuso a chiave?
Il mio caro e vecchio amico Louis aveva lasciato aperto, perché sapeva che nessuno dei due avrebbe avuto il coraggio di aprire quella porta. Sapeva che avremmo fatto pace e che Jess non era più un problema, dovevo ringraziarlo.
Dopo essermi tolto questo sassolino dalla scarpa, andai a dormire e mi accoccolai vicino al corpo esile di Elsie stringendola a me. Chiusi gli occhi e gli diedi un bacio dolce sui capelli, poi mi tuffai in un sonno profondo, uno di quelli che avevo scordato di poter fare.

Quando mi svegliai, ero riposato e rinvigorito. Non dormivo cosi bene da chissà quanti mesi, mi stupii anche del fatto che fossi in pace con me stesso. Il fagottino che era accanto a me, era ancora dolcemente addormentato. Elsie era bellissima, soprattutto con quell'aria serena e senza problemi. Aveva bisogno di riposare, il parto era stato davvero molto faticoso per lei.
Mi alzai riluttante, non volevo lasciarla ma Lucia era con Travis da ieri, e onestamente mi mancava mio figlio.
Scesi dal letto e andai giù per le scale facendo bene attenzione a non fare rumore. Lucia non era in salotto, sicuramente era in cucina: il suo posto preferito. Era seduta su una sedia mentre dava da mangiare al piccolo Travis. Sorrisi quando li vidi così sereni. Tutti erano sereni in questa casa.
-"Buongiorno, Lucia."- le dissi, annunciando il mio arrivo.
-"Harry, buongiorno. Sto dando da mangiare a questo piccolino che aveva una gran fame."-
-"Ti ringrazio per averlo tenuto con te per questa notte, io ed Elsie avevamo bisogno di parlare."-
-"Figurati, io sono così contenta che tutto si è risolto nel migliore dei modi. Avete chiarito, no?"-
-"Sì, è tutto okay adesso."-
-"Bene, e l'altra signorina?"- Lucia rise, non le era mai piaciuta Jess.
-"Non è più un problema."-
-"Bravo ragazzo, sei davvero un bravo ragazzo."-
-"Na, io sono un cattivo ragazzo."-
-"Forse lo eri, ma dentro tu non lo sei mai stato."- Rivolsi lo sguardo a Travis perché mi stava fissando con i suoi enormi occhioni verdi. Era incredibile quanto mi somigliasse. -"Comunque il tuo amico Louis mi ha consegnato le chiavi della camera ed io stanotte mentre facevo passeggiare un po' Travis sono venuta a vedere la situazione. È stato bello vedervi dormire abbracciati, una scena davvero commovente. Si vede quanto ti ama e si devi quanto la ami."-
-"Sì, io la amo."-
-"Bene, corri da lei, magari vuole fare colazione."-
-"Grazie di tutto."- le dissi mentre mi allontanavo in fretta.

La ritrovai nella stessa posizione di prima, dormiva ancora beatamente. Allora alzai le coperte e mi infilai sotto, prendendo posto accanto a lei. Sentii che il suo corpo tremava, così l'attirai a me riscaldandola.
-"Buongiorno."- le dissi, dandole un piccolo bacio sulla guancia. Sapevo che le cose tra noi si erano sistemate ma non sapevo come e quando oltrepassare quella linea invisibile che mi faceva frenare. 
-"Buongiorno."- mi rispose, stropicciandosi gli occhi. Io le sorrisi e cercai di non sembrare un pazzo perché cavolo, mi sentivo uno stupido ad aver lasciato una creatura così divina. 
-"Louis è venuto?"- mi chiese subito dopo. Elsie si avvicinò pericolosamente a me, lasciandomi un bacio sull'incavo del mio collo. Un gemito di apprezzamento si fece largo dalla mia gola, ero felice ed eccitato all'idea che lei fosse di nuovo qui alla mia mercé e che si sarebbe fatta fare le cose più sporche da me. Mi passai la lingua tra le labbra ripensando a certi ricordi...
-"Mi sono mancati i tuoi baci."- le sussurrai a pochi centimetri dalla sua bocca.
-"A me sono mancati i risvegli dolci che solo tu sai fare."- disse poi baciandomi sulle labbra.
-"Uhm, Oh Elsie."- riuscii a gracchiare riprendendo un po' di coscienza che mi era rimasta. Lei rise ed io con lei, così le mostrai le mie fossette che sapevo le piacevano tantissimo. Lei le baciò con dolcezza ed io per poco non svenni. Era così bello averla tra le mie braccia. 
-"Allora, Louis?"-
-"La porta è aperta. Sapeva che non avremmo avuto il coraggio di girare la maniglia, Elsie. Ci conosce troppo bene. Comunque non è stato lui ad aprirla, ma Lucia."- all'improvviso la situazione si fece più seria perché Elsie aveva quello sguardo da Il mio cervello ha ripreso a funzionare.
-"Perché sei rimasto con me?"-
-"Volevo stare con te, voglio sempre stare con te."- le risposi, cercando di togliere i dubbi che si insinuarono tra noi.
-"Harry, però devo dirti delle cose."- 
-"Qualcosa non va?"- le domandai, confuso.
-"No. Va tutto bene, adesso. Ho solo delle proposte da farti."-
-"Ok-okay. Ti ascolto."- I suoi occhi erano un accumulo di emozioni contrastanti, ma io attesi le parole che stava per dirmi sperando che non sarebbe scappata via da me, perché avrei fatto il giro del mondo per riprendermela.
-"Voglio. Fare. Le. Cose. Con. Calma. Voglio un primo appuntamento, un secondo e un terzo. Voglio le passeggiate romantiche, i baci dolci, le carezze che tolgono il respiro. Amarsi, con la gioia e la tenerezza della primo colpo di fulmine, di due ragazzi che si sono visti e si sono amati dal primo momento. Voglio ripercorre insieme a te la dolcezza della prima volta, dei primi sguardi, del modo di sfiorarsi le mani, le labbra e il corpo per la prima volta. Mi capisci? Voglio vivere di nuovo con te. Riprendere in mano la mia vita e consegnarla a te, Harry. Vivimi senza paura, che sia una vita, o che sia un'ora."- Elsie stava tremando ma io l'abbracciai, tenendola stretta tra le mie braccia. Ero sollevato, non voleva lasciarmi ma ero felice perché le avrei concesso tutto quello che mi aveva elencato. Anzi le avrei dato molto, molto di più. Pure il mondo.
Vidi una lacrima rigarle il viso e l'asciugai sorridendole.
-"Accetto."- le confermai. - "Avrei accettato qualsiasi cosa tu mi avessi chiesto."-

Scendemmo al piano di sotto, Elsie era impaziente di andare dal piccolo Travis. Lui era tra le braccia di lui, mentre aspettava di fare il ruttino dopo aver mangiato. Elsie corse subito da lui e Lucia glielo mise tra le braccia. Travis sorrise quando vide sua madre, era felice e rideva come non mai alle facce buffe che Elsie faceva per lui.
-"Vi amo così tanto."- dissi loro, mentre passavo un braccio sulla spalla di Elsie. Eravamo tutti e tre insieme adesso e nessuno ci avrebbe più diviso.
Restammo così ancora per un po', non volevo andarmene ma avevo promesso a Louis di aiutarlo con la moto. Sarei stato via solo per poco, non mi andava di lasciarli proprio ora.
-"Oddio, piccolino mio tu puzzi!"- Lucia rise.
-"Sarà meglio che vada a cambiarlo, ho tutto l'occorrente in camera mia. Devo assolutamente portare tutte le cose qui!"-
-"Posso farlo io."- disse Elsie.
-"Tranquilla, per questa volta faccio io, tu avrai tante di quelle volte che mi ringrazierai. Torno tra pochissimo."- ridemmo tutti, poi Elsie consegnò Travis a Lucia. Quando ritornammo a restare soli, le annunciai che sarei andato via.
-"Elsie, devo da Louis, gli avevo promesso di aiutarlo con la moto, ma onestamente non mi va proprio di lasciarvi."-
-"Dai, su! Vai tranquillo, noi ti aspettiamo."-
-"D'accordo, allora ci vediamo dopo."- Mi avvicinai ad Elsie lentamente e le lasciai un dolce bacio sulle labbra, poi presi le chiavi della macchina e andai fuori.

Louis mi stava già aspettando al nostro vecchio appartamento, nulla era cambiato a parte il fatto che lo fossi io. Ero un uomo nuovo. Ero rinato e stavolta col piede giusto. Lo salutai felice, mentre ci scambiammo un gesto complice.
-"Allora avete fatto pace, eh?"- esordì, prendendo la chiave inglese dagli attrezzi.
-"Puoi ben dirlo, amico!"- esultai, forse un po' troppo forte perché le persone che passarono, si girarono verso la nostra direzione e ci fissarono confusi. Io scoppiai a ridere e poi urlai. Un grido del tutto liberatorio.
-"Calma l'entusiasmo, non vorrei ti facessero arrestare per disturbare la quiete pubblica."-
-"Non è divertente questo."- lo ammonii, per niente contento.
-"Non farla soffrire questa volta, Harry. Non lo reggerà, è stata forte così tanto tempo. Penso ora sia rilassata, è di nuovo a casa e Travis sta bene ed è al sicuro. Non rovinare tutto con le tue cazzate. Non farlo."-
-"Non lo farò, Louis. Non farò nulla che potrà farla soffrire. Sono stato un completo idiota."-
-"E uno stronzo, un coglione e un figlio di puttana "-
-"Ehi! Non è divertente! Solo io posso insultarmi."- presi da terra un giravite e glielo tirai. Gli finì dritto sul ginocchio e Louis gettò un urlo di dolore. Venne subito verso di me e ci prendemmo a botte senza farci male, solo per scherzare. Era bello ridere con la pace interiore, ridere spensieratamente.
All'improvviso ci distraemmo, il mio cellulare iniziò a squillare.
-"Qualcuno ti cerca, spero non sia Jess."-
-"Ho chiuso con lei, Louis."- gli annunciai, visto che ancora non avevamo avuto tempo di parlare.
-"Buon per te, o ti avrei preso a calci in culo."- Presi il cellulare e vidi il nome di Elsie comparire sullo schermo. Mi preoccupai, l'avevo lasciata pochi minuti fa tranquilla. Forse gli mancavo!
-"Pronto piccola?"- le risposi, felice di poter sentire di nuovo la sua voce. Mi mancava molto, mi mancava Travis.
-"Ha-harry..."- balbettò senza un filo di voce dall'altro lato del cellulare. Mi preoccupai.
-"Elsie, stai bene? Che succede?"- domandai preoccupato.
-"Jess mi ha picchiata."- COSA!
-"Co-cosa? Jess ti ha picchiata? Arrivo subito Elsie! Rimani con me al telefono, non perdere i sensi. Hai sbattuto la testa?"- Elsie non mi rispose ed io ero talmente fuori di me da non riuscire a pensare lucidamente. Louis se ne accorse, così quando mi infilai subito in macchina lui mi seguì. Partii come una furia mentre Elsie ancora non mi rispondeva.
-"Elsie! Rispondi ti prego! Ti passo Louis mentre guido, parla con lui, ti prego!"- ero disperato, volevo arrivare il prima possibile a casa perché c'era anche mio figlio e chissà se stava bene. Jess era una pazza furiosa, non doveva accadere! Non dovevo permetterglielo! Invece stavo di nuovo rovinando tutto perché il mio passato non smetteva di bussare alla mia porta.
Sentii un piccolo Okay dall'altro capo del cellulare e sapevo che Elsie era forte, avrebbe resistito. Passai il cellulare a Louis mentre imprecai in tutte le lingue del mondo e mi maledissi mille volte perché quel giorno dovevo restare in casa e non uscire per aiutare Louis. Avrei dovuto immaginare che Jess non avrebbe lasciato andare così in fretta la faccenda.
Guidai senza esitazione, non badavo neppure a quello che Louis ed Elsie si dicevano perché il mio intento era quello di arrivare a casa il più in fretta possibile.
-"Scusami, sono solo preoccupato. Harry sta correndo come un pazzo! Tra qualche minuto saremo lì."- Louis la confortò ma un attimo dopo si girò verso di me, impaurito.
-"Cazzo, non risponde!"- imprecò dando un pugno allo sportello. 
-"COME?"- accellerai ancora di più, ero quasi arrivato a toccare i duecento, ma non mi importò. Avrei pagato tutte le multe del mondo, Elsie era molto più importante di tutte quelle cazzate lì.
-"Harry!" mi richiamò Louis spaventato, si teneva stretto al sedile. -"Cazzo!"- sbottai dando un pugno al volante. -"Jess me la pagherà!"-

Finalmente arrivai nel vialetto di casa mia. Lasciai la macchina accesa e scesi di corsa lasciando lo sportello aperto, anche Louis seguì il mio esempio.
-"Guarda al piano di sopra!"- Gli urlai, mentre io stavo ispezionando ogni angolo all'interno della casa. Non c'era nessuna traccia di Elsie, quindi pensai a tutte le scene di film horror e thriller che avevo visto negli ultimi tempi e mi salì il terrore. Jess non avrebbe potuto trascinarla da qualche parte! Non poteva averla portata con sé! Ero stato troppo veloce, avevo corso come un matto per far sì che questo non accadesse.
Mi avvicinai alla finestra per ispezionare l'enorme cortile e vidi in lontananza un corpo esile che giaceva inerme sul prato.
Iniziai ad urlare come un pazzo, correndo verso di lei. Speravo sul serio di trovarla sveglia e senza un graffio.
-"Louis! Louis! È qui!"- urlai ancora prima di arrivare da Elsie.
-"Oh, piccola..."- tremai vedendo lo stato in cui Jess l'aveva ridotta. Elsie aveva il labbro spaccato e il sangue che le sporcava il mento, le mani sullo stomaco mi diedero l'impressione che avesse ricevuto qualche calcio. Vidi un ematoma che si era creato nella pelle bianca del suo stomaco.
-"Louis!"- urlai ancora, stavolta ero in lacrime ed Elsie non era  sveglia, stava immobile davanti a me ma sentivo il suo respiro irregolare quindi era viva.
-"Louis!"- il mio fu un urlo disperato. La paura che potessi perderla era troppo forte. Il mio cervello era disconnesso, non sapevo cosa fare, non sapevo se toccarla o meno. Ero terrorizzato.
-"Harry ho chiamato un dottore, sta arr..."- le parole gli morirono in bocca quando vide Elsie a terra mentre io piangevo ancora.
-"Andrà tutto bene."- mi sussurrò abbracciandomi. Mi lasciai cullare dal suo abbraccio, sperando in un miracolo.
-"Harry..."- una voce dolce e piccola mi chiamò. Mi girai di scatto quando gli occhi dolci di Elsie guardarono dentro ai miei. Era sveglia. Era qui.
-"Oh, Elsie."- le sussurrai gioioso. Le lasciai un bacio sulle labbra e accarezzai la sua guancia lentamente. -"Sta arrivando un dottore, resisti."-
-"Travis?"- mi domandò preoccupata.
-"È con Lucia. Li ho trovati in camera. Non hanno sentito nulla."- ci spiegò Louis sollevato.
-"Bene, è stato meglio così."- dissi con un filo di voce. Le strinsi una mano tra le mie dandole forza proprio come quando doveva far nascere nostro figlio. Restammo in silenzio fino a quando non arrivò il dottore. Dopo aver fatto un primo controllo mi ordinò di prenderla in braccio e di portarla in un letto. Louis ci seguì, mentre io la tenni stretta per paura che potesse lasciarmi di nuovo.

-"Ha bisogno di un bagno caldo e anche una buona minestra. Fatela riposare almeno per 2 giorni e datele i farmaci che le ho prescritto."- non stavo seriamente ascoltando il dottore. La mia mente era proiettata su quella bionda psicopatica che aveva picchiato la mia Elsie. Ero furioso, arrabbiato e frustrato.
-"Grazie dottore. Arrivederci."- dissi quando presi coscienza di tutta la situazione andando verso Elsie. Mi sedetti accanto a lei e feci intrecciare le nostre dita.
-"Vado a comprare le medicine e torno subito."- le annunciai serenamente mentre la baciai sulla fronte. Cercai di restare calmo e tranquillo, dovevo mascherare la mia rabbia perché lei mi conosceva, sapeva quanto volessi uccidere Jess in questo momento, quanto volessi fargliela pagare.
-"Fai presto."- mi disse, le balenò sul volto un senso di tristezza e preoccupazione perché aveva capito che intenzioni avessi ma entrambi facemmo finta di nulla.
Salutai Louis con un cenno e strinsi le chiavi dell'auto tra le mie mani. Avevo le nocche bianche dalla rabbia, volevo vendicarmi e l'avrei fatto.

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Kamu Akan Menyukai Ini

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