Con te o senza te. COMPLETA D...

By Tati_Pol

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Jennifer, ragazza proveniente da una buona famiglia con un padre molto severo, dopo il diploma decide di anda... More

Capitolo uno.
Capitolo 2
Capitolo 3.
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo undici.
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Spazio autrice!
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
~~~
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Spazio pubblicità!
Capitolo 57
Avviso
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Che tristezza😂
Incompresi

Capitolo 56

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By Tati_Pol

Jen's Pov

Micky, quel giorno, ancora non si era fatto vedere. Aveva fatto la sua comparsa, mi aveva legata lì la mattina prima, poi aveva mandato Ty a slegarmi per il mio turno in bagno.

Ty in quel momento era lì con noi e stava intimando a Julie di mangiare, ma lei si rifiutava. Ci avevo provato anche io a convincerla, ma lei aveva lo stomaco chiuso e si rifiutava di ingerire qualsiasi cosa.

<<Andiamo, morirai di fame così>> esclamò esasperato Ty per la decima volta.

<<Perché non ci dai un taglio e te ne vai?>> sbottò Freya seccatamente.

Io me ne rimanevo zitta. 

Non sapevo più né che dire né che fare. Non vedevo via di uscita in quella situazione, le uniche mie speranze erano rivolte a David. 

Immaginai di essere con lui, ancora nella sua stanza, rinchiusi nella nostra bolla di felicità. 

Pensai a mio padre, a Lily, a mia madre e a come, se avessero saputo ora dove fossi, ne sarebbero stati distrutti.

Pensai a Fred, il mio migliore amico, mio fratello, e a quanto dovesse essere in pena per me. E per Freya.

In tutta la mia vita lui era stato una costante, un punto di appoggio in ogni occasione ed io ero lo stesso, per lui. Ma adesso non avevamo modo di sostenerci l'un l'altra, poiché eravamo entrambi distrutti, privati di qualsiasi sensazione positiva.

Non era di certo questo che immaginavamo di raggiungere, una volta arrivati a Wilmington. 

Entrambi ci eravamo innamorati, oltre ogni previsione. Chi l'avrebbe mai detto? Quanto avrei dato per rivederlo anche solo per un attimo, il suo sorriso e la sicurezza che mi dava sempre erano ciò di cui avevo più bisogno. Se con David il mio destino era ancora incerto, per un motivo o per un altro, nel mio futuro Fred c'era sempre. Qualsiasi scelta di vita io avrei fatto, lo immaginavo lì vicino a me.

<<Facciamo così>> sentenziò Julie, guardando intensamente Ty. <<Io mangio questo panino ipercalorico che mi hai portato, tu però in cambio ci porti dei vestiti puliti. A tutte e tre>>.

Ty la guardò seccato. <<Che li vuoi a fare dei vestiti puliti?>>.

Julie alzò le spalle. <<Perché sono da tre giorni con questi stessi. Mi sento sporca, dormo a terra, necessito di vestiti puliti>>.

<<Ed io dovrei entrare in un negozio femminile e comprare dei vestiti per voi tre?>> chiese scetticamente Ty a Julie, che annuì affabilmente.

<<Ci avete rubato i portafogli, no? Usa quei soldi>> suggerì Julie. <<Compra qualcosa di carino anche per te, sei vestito davvero in maniera pessima>> aggiunse con un misto tra pena e dolcezza.

Ty si fece scappare un risolino, poi se ne andò chiudendosi la porta alle spalle.

Guardai Julie leggermente divertita. <<Che c'è?>> mi chiese lei, con la mia stessa espressione.

Scossi la testa e risi. <<Come fai a pensare a come si veste Ty in questo momento, o a come siamo vestite noi?>>.

<<E' importante avere sempre un bell'aspetto, sia che tu sia un rapinatore sociopatico o una povera ed indifesa ragazza costretta a stare in una cantina>> commentò lei, e a quel punto rise anche Freya.

<<Credi che ce lo porterebbero un mazzo di carte, se glielo chiedessimo?>> chiese lei, guardandoci seriamente.

<<Be', che c'è? Scommetto che Ty farebbe tutto ciò che le chieda Julie>> aggiunse, davanti alle nostre espressioni confuse.

<<E perché mai?>> le chiese  lei, sulla difensiva. Freya scosse le spalle. <<Be', credo abbiamo una cotta per te>>.

Julie spalancò gli occhi e rabbrividì, ma non aggiunse altro.

Che Ty avesse un interesse particolare per Julie lo avevo notato anche io, ma che avesse una cotta per lei? Quello era il colmo.

Qualche ora più tardi, Ty tornò da noi con un paio di buste.

<<Tenete>> disse semplicemente. Julie si fiondò sulle buste e estrasse tre paia di Jeans e tre magliette larghe. Julie lo guardò seccata.

<<Ti sembro tipo da maglie larghe?>>.

<<Ho pensato che volessi star comoda>> rispose semplicemente Ty, leggermente in soggezione sotto lo sguardo severo di Julie.

Okay, quella faccenda stava diventando comica.

Ognuna di noi prese i jeans e la maglia e fissò Ty.

<<Che c'è?>> chiese.

<<Dovresti uscire, coglione. Di certo non ci cambiamo davanti a te. E visto che non volete farci fare nemmeno una doccia...>> spiegò Freya. 

Ty annuì ma le rivolse un sorriso sprezzante. <<Va bene. Ma modera il linguaggio, signorina>>.

Ci cambiammo, ammucchiando i vestiti che indossavamo precedentemente a mo' di coperte su cui adagiarsi, uno strato che ci dividesse dal freddo pavimento di pietra.

<<Secondo voi, Micky dov'è?>> chiesi sovrappensiero, ma Julie e Freya scossero la testa.

<<Julie potrebbe scoprirlo>> ammiccò Freya, in direzione di Julie. <<Basta che stia un po' con lui...>>.

<<E' fuori discussione>> sbottai io. Quel maniaco avrebbe potuto farle di tutto. Guardai Julie, certa che concordasse con me, ma la vidi intenta a soppesare le parole di Freya.

<<Julie,  non esiste>> dichiarai esasperata. <<Potresti metterti in pericoli seri, e...>> provai a spiegare, ma lei mi interruppe.

<<No Jen, è una buona idea. Potrei carpirgli qualche informazione utile, potrei riconoscere il posto in cui siamo se lo convincessi a farmi togliere la benda, una volta al piano di sopra. Sì, ho deciso>> affermò, e prima che potessi fermarla andò alla porta della cantina e bussò forte, ininterrottamente.

Ty scese dopo qualche minuto. <<Che c'è?>> abbaiò, rivolto a Julie. Lei prese un respiro profondo, poi si rivolse a lui con dolcezza.

<<Io devo fare pipì>> disse.

Lui sbuffò ed estrasse una benda dalla tasca. 

<<No ti prego, non bendarmi. Odio quell'affare,odio non poter vedere. Ti prego Ty>> esclamò lei, fingendosi terrorizzata. Ty soppesò le parole di Julie in silenzio, mentre lei lo guardava con occhi dolci. 

Poi annuì, riposando la benda in tasca, ma la prese saldamente entrambe le mani, e senza dire niente la portò fuori dalla cantina.

Aspettai pazientemente ciò che mi parvero dieci minuti buoni e avevo iniziato ad essere in ansia.

Dal piano di sopra non avvertivo alcun suono, e ciò non sapevo se coglierlo come un segno positivo o negativo. 

Dopo quella che parve un'eternità, Julie venne riportata in cantina da Ty. Aspettammo qualche minuto per essere sicure che si fosse allontanato quanto bastava per non farci sentire, poi bombardammo Julie di domande.

<<Da quello che ho visto, siamo in mezzo al nulla>> spiegò Julie. <<Ty si è lasciato sfuggire che Micky non c'è quasi mai, sta organizzando la partenza, quindi è impegnato con il benefattore a fare passaporti e documenti falsi. Né lui né nessun altro ha mai visto questa persona in viso, potrebbe essere chiunque>> continuò cupamente.

<<E non hai visto... nessun altro? >> le chiesi, titubante. Anche se non l'avevo pronunciato, il nome di Ian aleggiava tra noi.

<<Ho intravisto Gus e qualche altro tizio, ma no, Ian non c'era>> rispose. <<Ho cercato di farmi dire perché hanno preso anche me e Freya, ma a quel punto Ty non mi ha più risposto>> aggiunse infastidita.

Annuii, sconsolata.

<<Non posso credere che Ian ti abbia fatto questo>> disse dopo un po'.

<<Nemmeno io>> sussurrai.

<<A quanto ho capito, il loro intento principale è far impazzire i ragazzi>> concluse Julie, poggiandosi la testa sulle gambe.

<<Ma chi, precisamente? Insomma... il ragazzo di Julie non è nemmeno di questa città, e Fred e David non penso abbiamo nemici così psicopatici!>> sbottò Freya.

<<Io sono qui perché vogliono soldi, da me e perché li ho sfidati, quindi non credo che c'entri David>> le risposi sovrappensiero. <<Ma concordo su ciò che dici, riguardo Fred>>.

Facemmo altre congetture, poi rimanemmo in silenzio ognuna immersa nei propri pensieri.

Non capivo perché ancora non mi avessero chiamato nessuno per il riscatto. O forse si? 

Calò velocemente la sera.

Un altro giorno in quella casa, in quella cantina, in balia di pazzi psicopatici. Stavo per impazzire, non ne potevo più.

La stanchezza si fece sentire, così dopo l'ennesimo pasto frugale mi ridistesi e mi appisolai.

Incubi di porte sprangate, di stanze buie e di occhi azzurri popolavano i miei sogni, alternati da occhi color caramello. Sognai di correre verso David che mi tendeva una mano, ma più correvo più lui si faceva distante.

Fermati gli urlavo, ma lui non mi rispondeva. Rimaneva a guardarmi, con un'aria terrorizzata in viso. Improvvisamente mi sentii soffocare, e pesantemente caddi a terra, scivolando su qualcosa di appiccicoso; sangue. Ce n'era dappertutto, ma non era il mio. Guardai di nuovo in direzione di David, spaventata, ma lui era perfettamente pulito, mentre io mi sporcavo sempre più di sangue non mio, con la sensazione di soffocare che si faceva più acuta.

Spalancai gli occhi di scatto, alzandomi. Stavo tremando ed ero tutta sudata. Il cuore mi batteva all'impazzata nel petto, ed il respiro era corto e spezzato.

Cercai di calmarmi, ma un rumore dietro la porta mi fece spaventare ancora di più. Che fosse tornato Micky?

La porta si aprì silenziosamente, ed una debole luce fioca illuminò la cantina, prima di sprofondare nuovamente nel buio.

Percepii che anche Freya e Julie si stavano svegliando e codardamente ne fui felice, avevo bisogno del loro sostengo, altrimenti sarei crollata.

Poi si accese la luce e riconobbi il tanto atteso visitatore.

Ian.

<<Tu>> sussurrai, prima di alzarmi di scatto e fiondarmici di sopra. Stavo facendo una pazzia, lo sapevo. Ian poteva essere armato e farmi male, ma era anche colpa sua se erano riusciti a prendermi. Iniziai a graffiare ogni centimetro della sua pelle, a sclaciare il più dolorosamente possibile, ma lui non si fece cogliere impreparato.

Mi strinse tra le sue braccia, bloccandomi, poi mi sbattè violentemente contro il muro.

<<Zitta>> sussurrò contro il mio corpo, che in automatico fu pervarso da brividi. La sua voce mi riportò bruscamente ai nostri ricordi insieme e gli occhi mi si riempirono di lacrime al ricordo di quanto fossi stata stupida stupida a fidarmi di lui.

<<Sei un bastardo>> esclamai con rabbia e lui mi sbattè più forte contro il muro, questa volta tappandomi la bocca. Freya si alzò da terra e si scagliò contro Ian, cercando di levarmelo di sopra, ma lui le diede una gomitata e lei cadde a terra.

<<Jen non abbiamo molto tempo cazzo, ascoltami>> mi supplicò Ian, ma non gli diedi ascolto.

<<Non voglio sentire nemmeno una parola da te, non toccarmi>> urlai, tornando a dimenarmi. Non riuscivo a guardarlo nemmeno in viso.

<<Sono venuto qui per liberarti, cazzo>> urlò lui a sua volta ed io mi arrestai. Finalmente alzai lo sguardo e lo guardai in viso.

Aveva lividi su entrambi gli zigomi ed un taglio sulla fronte, ma non mi fece pena.

<<Perché dovrei crederti, visto che è colpa tua se mi hanno presa?>> chiesi arrabbiata. Lui sospirò e lasciò la presa sul mio corpo.

<<Te lo spiego strada facendo, adesso andiamo. Non abbiamo tempo>> disse, ma io non mi mossi.

<<Jen non sto scherzando, dobbiamo muoverci>> ripetè.

<<Tu sapevi di tutto questo?>> gli chiesi, rimanendo ben salda al muro. Fu un bene, perché quando annuì e mi diede la conferma, mi sentii davvero mancare l'aria.

<<Ma ho cercato di impedirlo. Giuro che ti spiegherò ogni cosa, ma per favore vieni -venite- con me>> ripetè ancora, con lo sguardo terrorizzato. Guardai Freya e Julie che erano spaventare e disgustate, come me, ma poi annuirono. Si alzarono da terra e seguimmo Ian su per le scale, arrivando in cucina, attraversando un piccolo corridoio, per poi ritrovarci in un prato. Inspirai a piedi polmoni l'aria fresca della notte e quasi piansi, tant'ero sollevata di essere uscita da quella cantina. Ian si mise a correre e noi con lui. Mi avvicinai il più possibile e affannata le chiesi le spiegazioni che meritavo.

<<Micky ti puntava da quando ti sei messa in mezzo con Ben e gli altri del suo gruppo, ricattandoli. Da allora ha avuto in mente il piano per rapirti, ma gli servivano più informazioni possibili su di te. Così ha mandato me>> raccontò, ed io mi arrestai.

<<Ti sei avvicinato a me per dare informazioni a Micky>> sussurrai, e non era una domanda. Quella rivelazione mi bruciava dentro. Lui annuì con lo sguardo rivolto verso terra.

<<Sì, andavamo nella stessa università, e allora... ma poi, il destino mi ha punito con il peggiore dei cliché>> commentò, con una risata amara.

Lo guardai confusa.

<<Poi mi sono innamorato di te>> sussurrò. A quelle parole mi avvicinai lentamente a lui.

Poi lo schiaffeggiai.

Lui rise amaramente. <<Sì, me lo sono meritato. Ma non sto scherzando, Jennifer. Sei liberissima di non credermi>> sussurrò.

<<Hai passato informazioni su di me a Micky! Questo non è essere innamorati>> urlai in mezzo a quel campo immenso e sperduto.

<<No, no ti sbagli. Temporeggiavo, cercavo di aggirarlo, di dargli informazioni sbagliate o ambigue>> spiegò spingendomi in avanti, visto che mi ero immobilizzata.

<<Non potevi semplicemente chiamartene fuori?!>> urlai. <<Mi sono fidata di te, mi attraevi come una calamita e ora scopro che tutto ciò che hai fatto, l'hai fatto su ordine di Micky!>>.

Stavolta fu il suo turno di fermarsi.

<<Cazzo, no>> sbottò. <<Tutto ciò che ho fatto, l'ho fatto perché mi piacevi>>.

<<Anche organizzare il tuo piano con Lory per allontanarmi da David? Anche quello era un piano di Micky?>> gli chiesi, con cattiveria.

Lui si passò le mani tra i capelli, imbarazzato. Poi scosse la testa. <<Quello era solo un mio piano>>.

Lo schiaffeggiai di nuovo, ma stavolta lui prese il mio polso e mi tirò a se con violenza.

<<Ti volevo tutta per me. Ho provato a "tirarmene fuori" come dici tu, a far cambiare idea a Micky. Quella volta al parco, ho cercato di persuaderlo. Pensavo di averlo convinto, ma poi ho scoperto che la sera della festa, voleva attirarmi in questa casa con la scusa dell'erba, per poi rapirti. L'ho scoperto sentendolo parlare con Ty>> spiegò, stringendomi forte il polso. <<Sapeva delle cose su di te che io non gli avevo mai detto, poi ho scoperto che leggeva le nostre conversazioni sul cellulare>>.

Strattonai forte la mia mano e lui mi lasciò.

<<Allora dovevi starmi alla larga>> sentenziai. <<Sarei stata più al sicuro lontano da te>>.

<<Lo so>> assentì. <<La sera che ti hanno presa, non ero io per messaggi. Era Micky. Mi sono ribellato. Mi ha preso a pugni finché non sono svenuto>> disse, indicando il suo viso.

<<Dovevo lasciarti stare, è vero. Saresti stata più al sicuro. Ma credimi se ti dico che non riuscivo a starti lontano, tu facevi uscire la parte migliore di me>> disse, sconsolato.

<<Potevi dirmi la verità, avremmo trovato una soluzione. Avremmo fatto attestare quel sociopatico di tuo fratello>> dissi, svuotata di ogni sensazione o emozione. Ero semplicemente stanca.

Mi tirò per il braccio, cominciando a camminare velocemente.

<<Nin ne ho avuto il coraggio>> sussurrò, ma io non gli risposi. Ne avevo abbastanza, per quella sera. Continuammo a camminare, sembrava una corsa contro il tempo.
Quanto ci sarebbe voluto prima che Ty si accorgesse che in cantina non c'era più nessuno?

<<Perché non sei venuto con un auto?>> chiese Freya, rompendo il nostro silenzio.

<<Non potevo farmi beccare, un auto era troppo rumorosa. L'ho parcheggiata più a valle, nascosta. Siamo quasi arrivati>> ci informò Ian. Ogni tanto mi guardava di sottecchi, ma io non ricambiavo mai il suo sguardo.

Vedevo la sua macchina in lontananza e finalmente fui pervasa da un senso di sollievo. Tra pochi attimi avrei rivisto David e Fred. Quell'unico pensiero mi spingeva a correre più veloce possibile. Sentivo Julie che ormai arrancava, così la spronai.

Arrivati alla macchina mi appoggiai sfinita allo sportello. Ian era conciato male, la ferita sulla fronte si era aperta e saguinava leggermente.

<<Se Micky ti scopre, stavolta ti ammazza>> gli dissi. Lui mi sorrise e fece per rispondermi, prima che qualcun altro sovrastò la sua voce.

<<Esattamente>>.

A quella voce, mi tornarono i brividi. Micky uscì lentamente dagli alberi, rigirandosi un coltello tra le mani. <<Mi stavo proprio chiedendo cosa ci facesse la macchina di mio fratello proprio qui>> continuò,  con quella sua voce roca.

Ian sbiancò e si girò in direzione di Micky, che stava sbucando dagli alberi, accompagnato da tre dei suoi tirapiedi.

<<Questo non dovevi farmelo, fratellino>>.

<<Micky>> disse Ian. <<Basta. L'hai portata troppo per le lunghe, piantala!>> urlò.

<<Ti ho già spiegato, Ian, che non mi importano le tue patetiche motivazioni per cui vuoi lasciarla andare. Sai che porto a termine i miei affari fino all'ultimo e questa missione mi serve. Non voglio farti ancora del male. Vattene>>. Scandii bene l'ultima parola, avvicinandosi lentamente ad Ian. Nonostante tutto, ebbi paura per lui.

<<No>> disse, semplicemente. <<Micky, fallo per me. Lasciala andare, troveremo un altro modo per farti scappare indenne da questa città, non hai bisogno di...>>.

<<Zitto>> esclamò Micky. Poi si fiondò su di lui, e iniziarono a picchiarsi malamente. Provai ad urlare, ma i tirapiedi di Micky mi afferrarono da dietro,  insieme a Julie e a Freya e ci sedarono con delle siringhe. Cercai di dimenarmi, non potevo credere che ad un passo dalla libertà stavo di nuovo sprofondando in quell'incubo.

Ormai senza forze e quasi nell'incoscienza, ci caricarono in macchina.

Ancora una volta Micky stava avendo la meglio su Ian.

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