A Whole New World!

By IlariaGagliardi7

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Storia dedicata alle mie amate SUPERCORP! More

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By IlariaGagliardi7

[...]





"Autocontrollo Kara. Autocontrollo. Calmati."

Si ripetè di continuo l'eroina, facendo respiri profondi, inspirando ed espirando.
<< Okay, ce la posso fare. >> Sussurrò ancora, rimanendo vicina alla scrivania della segretaria di Lena Luthor che la stava osservando come se fosse un fenomeno da circo.


<< Entro con te. Andrà tutto liscio come l'olio. >> Le disse Alex che aveva mantenuto la parola data qualche ora prima, afferrandole e stringendole la mano.


<< Grazie Alex, sei la mia ancora! >> Annuì e rispose la biondina, torturandosi il labbro inferiore, quasi a sangue.


<< ...e il tuo ancora... ma ora devi importelo... fai conto che sei venuta qui nei panni di Supergirl... hai più autocontrollo quando sei lei... >> Sussurrò di rimando la rossa, trascinandola praticamente davanti la porta dell'ufficio della dirigente, posando la mano libera sulla maniglia...


<< Non proprio ma... >> ma ecco che venne stoppata dalla donna "estranea" li dietro:


<< La Dirigente avrebbe parecchi appuntamenti... vi sto facendo questo favore perché mi ha fatto appuntare che la signorina Danvers poteva passare quando voleva... però se ci avete ripensato... >>, ed Alex intervenne immediatamente salvandosi in calcio d'angolo:


<< No no, entriamo! Grazie. >> Così dicendo strattonò leggermente la sorellina e bussò alla porta.
Quando sentirono la voce di Lena dire "avanti", fù il momento...
La rossa spinse la porta, aprendola, e Kara avanzò a piccoli passi, molto lenti,
piuttosto indecisi.


<< Signorina Luthor! >> Esclamò la Danvers maggiore, richiamando l'attenzione della mora che si ritrovò impreparata; la segretaria non l'aveva avvertita visto quel trattamento speciale riservato alla bionda e non collocò quel timbro femminile ad una persona a lei familiare,
così appena alzò gli occhi ed incontrò per errore quelli blu di Kara, un tuffò al cuore la fece sobbalzare e rimanere sbalordita e sorpresa, ma ovviamente notò subito dopo da chi proveniva la voce che aveva parlato...


<< Qual buon vento!? >> Fece rivolgendosi ad entrambe per poi alzarsi e stringere la mano alla rossa che superò la sorella e con disinvoltura la salutò: ma più che disinvoltura sembrò un gesto di sfida.
Lena sogghignò.


<< Buongiorno a te, Kara! Vedo che sei tornata operativa...sono passata alla CatCo nei giorni precedenti e mi hanno detto più di una volta che ti eri data malata... >>
"Guarda caso. Supergirl in fin di vita e Kara sparisce."
<< Guarita? >>


<< Si è rimessa. >> Rispose tempestivamente Alex al posto della sorella che la guardò impanicata.


<< L'importante è questo. >> Commentò divertita Lena, tornando alle sue scartoffie, abbassando lo sguardo, cosa che fece anche Kara, sentendosi persa, vuota...
Quel nuovo rapporto, se così si poteva chiamare, fra lei e la Luthor non le piaceva affatto.
Era troppo strano, faticoso, brutto...tornare alle origini...
"Non abbiamo poi condiviso...più di tanto, no?"


<< Volete un caffè, cappuccino, qualche dolcetto o... >> Tentò la mora continuando a tenere lo sguardo fisso sui suoi documenti, fingendosi troppo occupata e concentrata,
mentre la verità era un'altra...
Avere la biondina a qualche metro da lei, percepire quella tensione nell'aria, quel distacco,
la stava disarmando e ferendo...ma doveva indossare la maschera, quella da Luthor,
priva di sentimenti, che non siano odio, vendetta, indifferenza e via dicendo...nulla a che fare con amore, amicizia, dolcezza, gentilezza....niente di tutto questo...


<< No. >> Rispose risoluta Alex, per poi venire fulminata da Kara, che riprese la frase:


<< Sono qui per un articolo. >>


<< Oh, naturalmente. >> Sibilò Lena, annuendo delusa.
Non poteva aspettarsi altro, altrimenti sarebbe venuta senza segugio.

<< Sono qui per chiedere alla sorella del più noto oppositore degli Alieni sulla terra,
di rilasciarmi un'intervista esclusiva su quello che è successo e sul nuovo dispositivo di cui si vocifera in giro... >>


<< Voglio mostrarti una cosa... >> Disse successivamente con tono malizioso,
che a Kara non sfuggì, e neanche all'altra; la dirigente si alzò e andò ad aprire una piccola cassaforte di metallo da cui ne estrasse qualcosa...


<< Cos'è? >> Chiese curiosa la rossa, spizzandola da tutti i lati.
Una sola mossa falsa e le avrebbe fatto pagare tutto, con gli interessi.
Il cuore di Kara era puro, innocente, ingenuo e lei lo aveva calpestato, sbriciolato in mille pezzettini.
Non poteva fargliela passare liscia.


<< Il famoso dispositivo. >>


<< A che serve? >> Domandò nuovamente Alex.


<< Rivela presenze aliene...permette di individuare chi non è un vero essere umano. >> Spiegò in poche parole Lena, facendole capire dall'espressione che non aveva paura di lei.


"Oddio..."
Pensò Kara.
<< Impressionante. >> Commentò invece l'eroina fingendosi incredula...
O forse lo era veramente, ma non nel modo che Lena pensava o si aspettava.


<< Si, però non è ancora sul mercato, stiamo ancora solo sviluppando il prototipo,
ma vogliamo che si trovi in tutti i negozi di tutte le città Americane. >> Continuò elettrizzata
la più grande.


<< E come funziona? >> Domandò preoccupata la giovane, battendo sul tempo la sorella.


<< E' un semplice test della pelle...okay, ti faccio vedere com'è un esito negativo. >> E dicendo così, Lena posizionò il suo pollice sull'oggettino; bastarono così pochi istanti e la lucina verde spuntò, dando conferma.
<< Visto? >>


<< Bene... >> Sibilò Kara a quel punto.
Funzionava davvero.



<< Ora provalo tu... >> Fece Lena carica, ma altrettanto scettica e curiosa.
Il suo sesto senso, che era famoso per prenderci tutte le volte, le consigliava quello.
Quella ragazzina nascondeva qualcosa...


<< ...ma un dispositivo del genere, non rischierebbe di andare contro tutto ciò che rappresentano gli Stati Uniti? >> Domandò titubante Kara, spontaneamente,
sperando di dissuaderla ed evitare di fare la prova.


<< Ovvero? >> Domandò accigliandosi la dirigente.


<< La libertà! Contro le persecuzioni, oppressioni...insomma, è da sempre stato un Paese pieno di immigrati... >>


<< E' sempre stato un Paese pieno di esser umani. >> Ribadì la Luthor, sentendosi in qualche modo minacciata, e soprattutto non apprezzata per i suoi sforzi.


<< ...solo che...non pensi che questo dispositivo faccia tornare gli alieni in quell'ombra su cui la Presidente sta cercando di far luce? >> Replicò nuovamente la bionda,
agitandosi visibilmente.


"Non farebbe così se non si sentisse 'minacciata'..."
<< Se un alieno vuole diventare un cittadino americano ne ha tutti i diritti. Tutti noi li abbiamo.
Ma se un umano vuole sapere se un suo concittadino non è di questa terra, ne ha altrettanto il diritto. Non voglio averti...turbata, in qualche modo, però...sono una donna d'affari e la L-Corp è un'azienda di profitto, e con questo dispositivo potremmo fare una fortuna. E a differenza di mio fratello lo farò per il bene del mondo. >> Tagliò corto la mora, tornandosene seduta ed
irritata dal comportamento instabile della reporter.


<< Voglio provare prima io. >> S'intromise a quel punto Alex, che nel frattempo si era osservata tutta la scenetta tra l'allarmata e la divertita; sembrarono proprio una quelle coppiette sposate da anni che avevano deciso di invecchiare insieme...


<< Si accomodi Agente. >> Rispose con nonchalanche Lena, sorridendo amaramente,
mentre l'altra posò il dito sulla tecnologia innovativa.


<< Esito negativo! >> Esclamò ovviamente Alex; preoccupata.
Aveva cercato di guadagnare tempo per la sorella, inutilmente, ma Kara fu abile e astuta:
con la sua vista calorifica colpì l'aggeggio, mettendolo fuori uso, proprio quando, guarda caso, il telefono della "padrona di casa" squillò.
Naturalmente senza che quest'ultima se ne rendesse conto.


<< Quindi... >>
Ora l'eroina non si potè tirare indietro: i suoi discorsi, le sue idee, i suoi tentativi per farle cambiare opinione, non avevano funzionato, così non appena la Luthor riagganciò e lo afferrò porgendoglielo, ecco che sorrise tranquilla.


"E questa calma improvvisa? Da dove l'ha tirata fuori?"
Si chiese mentalmente la mora, alzando un sopracciglio e aggrottando la fronte.


<< Oh, giusto. >> Finse a quel punto la Danvers minore, affidandosi solamente a un qualcosa più grande di lei, sperando per il meglio.


Infatti, grazie al suo dirottaggio, l'oggetto non la sputtanò.
Era salva.
La sua identità era al sicuro.


<< Che ci voleva? >> Fece Lena non contenta...
Forse sperava che Kara fosse chi voleva che lei fosse...


<< Funziona a meraviglia! >> Esclamò contenta e rilassata Kara, notando una lieve stranezza improvvisa sul viso dell'altra.
...

<< Già. >> Sospirò triste Lena.
L'esito non contava.
Sapeva che c'era qualcos'altro sotto.
Kara si era improvvisamente allarmata...
Pochi istanti prima stava bene, se così poteva dire, era "quella di sempre", in un certo senso,
ma appena avevano parlato di quel dispositivo, era cambiata, e quello voleva darle solo che ragione, voleva dare forma alle sue idee malsane...
Solo così si sarebbe spiegata tutto.


<< Immagino che...abbiamo finito? >> Fece Lena, dispiaciuta e intuendo che il loro tempo a disposizione fosse finito.


<< Esattamente...da cosa lo ha dedotto? >> Commentò Alex acidamente,
prendendo la biondina sottobraccio, pronta ad andarsene.


<< Devo tornare alla CatCo e consegnare l'articolo per pranzo... >> Disse Kara mentendo, anche lei ancora triste.
Ce l'aveva fatta.
Solo lavoro, non si era lasciata trasportare dal...cuore.


<< Buona giornata, Signorina Luthor... >> Continuò la rossa, e proprio quando stettero per aprire la porta e andarsene, stavolta fu proprio ad Alex a squillare il telefono:


<< Un secondo. Devo rispondere. >>


Kara annuì e guardò la sorella uscire a passo svelto.
Lena di rimando la richiamò, attirando la sua attenzione.
Non poteva lasciarsi sfuggire quell'occasione.
Era un segno, nulla accadeva per caso...


<< Ti ho cercata. In tutti i modi possibili...Ero in pensiero... da...quella sera... dopo l'attacco... Non ti ho più vista... volevo sapere se stessi bene... >> Disse con un tono palesemente differente da quello di poco prima.


<< Ora mi hai vista, eccomi qua. Di fronte a te. Viva e vegeta, grazie a R...al cielo. >> Rispose Kara, correggendosi al volo.


<< Perché ce l'hai con me? Provi rancore, sei arrabbiata, sembri ferita...si sente...
Cosa ti ho fatto? Credevo che...insomma... il nostro lento... >> iniziò Lena, venendo però immediatamente interrotta dall'altra:


<< Hai detto bene Lena: credevi. Ma poi un uccellino mi ha riferito cosa hai fatto subito dopo...mentre tutto andava a puttane... Pensavi veramente che non lo venissi a sapere?
Una sco...sveltina sotto il tavolo col mio collega? Neanche le adolescenti avrebbero fatto una cosa del genere...non in quel tragico momento. >>


<< E l'uccellino chi sarebbe? Supergirl o la qui presente sorella maggiore? >> Domandò retorica l'altra, piuttosto infastidita.
Non ci voleva uno scienziato per conoscere la risposta.


<< Lascia mia sorella fuori dalle tue...attività amorose. Anzi, sottolineo, lascia fuori anche me.
E Supergirl. >> Precisò l'eroina ringhiando e dimenandosi alterata.


<< Sai anche cos'è accaduto con lei? >> Altra domanda che uscì spontanea.


<< C-certo che lo so. >> Rispose Kara, balbettando.


Lena inarcò aggottò nuovamente la fronte.
Troppa sicurezza...una sicurezza che poteva avere solo chi conosceva a fondo una determinata situazione...


<< Siamo amiche. Parliamo di tanto in tanto e si è aperta con me. >> Tentò subito dopo la Kryptoniana, nel tentativo di riprendersi; aveva intuito quello sguardo...


<< Dell'eroina non posso ribattere perché...è vero. Lo ammetto. Ma di quel bamboccio...assolutamente no. Vi sbagliate! >> Fece Lena fin troppo seria.


Che stesse dicendo la verità?


<< Neghi anche davanti all'evidenza? >> Sbottò la bionda, trattenendo un attacco isterico.
Aveva resistito anche troppo...


<< Da quando i tuoi occhi sono i suoi occhi? >> Fece la dirigente riferendosi all'eroina.


<< ...Non ti arrampicare sugli specchi, Lena. >> Proferì dura Kara, avanzando pericolosamente verso la scrivania dell'altra, e sbattendo violentemente le mani su di essa.


<< Sono due volte che mi chiami per nome. Mi mancava... >> Sussurrò la mora, sorridendole teneramente, mostrando un velo piuttosto evidente di nostalgia...


<< E' inutile. Non mi abbindoli più. Ho capito finalmente chi sei. Meglio tardi che mai, no? >>


<< E chi sarei, di grazia? >> Anche Lena non ci vide più; scattò in piedi e incrociò le braccia sotto il senso, inchiodando i suoi occhi a quelli della bionda, che a differenza sua però,
evitò di guardarla, ruotando lo sguardo al cielo.


<< Preferisco non essere volgare. Non è nella mia indole... >> Rispose l'eroina impacciata.
Si stava lasciando andare fin troppo...doveva regolarsi.


<< Addirittura? >>


<< Non capisci, lascia stare. >>


<< No, ora parli, Kara. Tu sei gelosa, vero? >>


<< Che? I-io, cosa? Tu sei matta. Probabilmente soffri della sindrome della prima donna...
Non tutto gira intorno a te...e poi ho detto che non fa più niente oramai... ognuno fa le sue scelte...ed io...sono troppo buona ed ingenua... ti ho... creduta, mi sono fidata e...fortuna che... >> ma l'altra la interruppe, ridacchiando soddisfatta:


<< Sei gelosa. Dillo. Ma sei davvero sicura che io mi sia fatta quell'imbecille?
Mentre rischiavamo tutti di morire? Al massimo avrei optato per una cenetta e il dopo cena, che pensi? Ho degli standard abbastanza alti. >>


<< Sinceramente io...non so più niente. >> Soffiò l'eroina scuotendo la testa e abbassando il capo, fissandolo a terra per la vergogna.


<< Ti sei mai chiesta chi fosse stato a distruggere quelle armi e a salvare la situazione? >>


<< Si ma... non siamo riusciti a... >>


<< Tu e...chi? Supergirl? L'Agente Danvers? Beh, aggiornamento di Twitter: sono stata io.
Avevo costruito quell'aggeggio come piano di scorta, che poi si è rivelato essere il piano A.
L'avevo posizionato sotto un tavolo perché sapevo che quei mostri non avrebbero mai controllato lì...>>


<< Veramente? E Mo...Mike? >> Domandò allibita Kara, sentendosi una totale imbecille.
Spalancando talmente tanto la mascella da farle quasi toccare il pavimento.


<< Era lì anche lui perché se l'è fatta addosso. Si era nascosto quel viscido, e una volta uscito fuori ha voluto fare lo sbruffone. Ma non è accaduto assolutamente nulla con lui.
Anche perché, se non l'avessi ancora capito....ho altri gusti. >> Sorrise soddisfatta ed eloquente, la dirigente.


<< ...del tipo? >> Soffiò da perfetta idiota, Kara, come se non lo avesse capito.


<< Dai... lo sai... Mi piacciono le donne, da sempre. Fin da ragazzina. Quindi...io sono nel giusto. Hai fatto tutto tu, anzi, voi. Vi siete creati film mentali su...che cosa?
Un'esclamazione di quell'essere... cioè... >>


<< Oh... >>


<< Già... Adesso sai la verità. Sta a te... >>


<< Cosa? >> Chiese nuovamente la biondina, cambiando tono di voce, tornando a guardarla.


<< ... se...continuare a frequentarmi o meno. Se l'esito sarà positivo, sai dove trovarmi. >>
I loro sguardi si ritrovarono finalmente e Lena si morse il labbro inferiore, sentendo ogni centimetro del suo corpo vibrare per quei due pozzi blu su di lei...


<< Kara, era Jonn, devo andare. >> Spuntò nuovamente la rossa, notando le due abbastanza provate rispetto a come le aveva lasciate qualche minuto prima...
<< Tutto bene qui dentro? >> Aggiunse poi, con sguardo indagatore.


<< Sisi... Vado, altrimenti...mi si fa tardi... Ciao... >> Disse la più giovane rivolgendosi alla dirigente che sorrise e tornò a sedersi composta al suo posto, accavallando sensualmente le gambe.



<< Ciao... >>


<< Ah, quasi dimenticavo... >> Tornò indietro Kara, ancora in stato confusionale...


<< Dimmi... >>


<< Avrei bisogno di...sapere se conosci una certa "Roulette". E'...dovrebbe essere una persona della...tua cerchia... >>


<< Farò finta di non aver captato il senso spregevole dell'ultima frase... Comunque si,
il suo vero nome è Veronica Sinclair! Vestiti aderenti, firmati, e tatuaggi come Lisbeth Salander... Abbiamo frequentato la scuola privata insieme... >> Ammise sorridendo, ripensando a quel periodo dell'adolescenza.


<< Qualche altro dettaglio? >> Fece Alex, prontamente.


<< Tipo la taglia di seno, visto che ci siamo...? >> Se ne uscì infastidita l'eroina.


<< Una terza, ma questo immagino non vi importi poi tanto. >> Rispose divertita Lena,
stuzzicando la più giovane.


<< Grande...: >> Commentò Kara, aggiustandosi gli occhiali.


<< Kara, eravamo giovani e spensierate. Alle prime esperienze... ci siamo scoperte,
ma...niente di trascendentale. Non mi piace. >> Precisò seria Lena, ma con un ghigno divertito stampato sul volto.


Nonostante la presenza della sorella maggiore, continuarono quel loro giochino botta e risposta, molto evidente...


<< Davvero? >>


<< Perché ti sorprende? Dico davvero...Non mi è mai piaciuta. >> Sottolineò tranquillamente la dirigente.


<< Perfetto... Dobbiamo trovarla... ancora una volta... Ho una pista e... l'abbiamo verificata...
Insomma... >> Kara si ritrovò a balbettare, sentendo gli occhi della sorella bruciarle sulla pelle.


<< Ti lascio finire l'intervista... devo assolutamente raggiungere gli altri. Ci sentiamo dopo...
E...mi raccomando... >> Sussurrò la rossa alla biondina, che annuì di conseguenza per poi voltarsi verso la mora lanciandogli in quello sguardo tutto ciò che non le aveva ancora detto...
Lena lo percepì e ricambiò la sfida; a breve si sarebbero riviste.


<< Buon lavoro, Agente Danvers! >> Esclamò la Luthor.


<< Arrivederci... >> E concludendo così, uscì dall'ufficio mimando con le labbra uno
"stai attenta" all'eroina.
Il messaggio arrivò chiaro e tondo a quest'ultima, che aspetò di vedere la porta richiudersi per poi continuare la chiacchierata:


<< Dicevamo? >>


<< ...che non potrei parlartene... ma...Ora che non ha più i fight club, la tua amichetta potrebbe essere coinvolta in qualcosa di più grande. >> Rivelò Kara, fidandosi nuovamente dell'altra...


<< Beh, è questo il bello, non credi? Siamo in sintonia anche su questo... >> Tornò a flirtare
la Luthor, maliziosamente...


<< Non scherzare. Si tratta di vite umane, un progetto...assurdo. Li fa rapire come cavie da laboratorio per degli esperimenti... >>


<< E cosa ne ricava? >>


<< Li trasforma in alieni... >>


<< Come Supergirl? >>


<< Crudeli...minacce per la terra... non come Supergirl. >>


<< Mi sembri sincera e piuttosto preoccupata... non mentiresti mai su un discorso del genere... Farò qualche chiamata e vedrò un po' in giro...Ma sappi che non ho avuto più sue notizie...ti terrò aggiornata. E...puoi stare tranquilla... questo rimane qui dentro. >>


<< Ti ringrazio Lena... >>


<< ...spero alla prossima! >> Salutò la dirigente, abbozzando un sorriso.




[...]




Il buio calò su NationalCity: la giornata si era dimostrata interminabile ma Kara non ebbe altra sceltache tornare alla CatCo per finire il lavoro arretrato, ma appena si ritrovòl'ultima rimasta in quelle quattro mura, fù invasa da milioni di pensieridiversi, contrastanti, forti, che le annebbiarono la mente, distraendola daisuoi compiti.

<< Ci rinuncio. Non combinerò niente in queste condizioni...tanto valesmettere! >> Si disse sbattendo nervosamente le mani sulla scrivania,spingendo via tutti i fogli degli appunti...
L'unico rumore che le era rimbombato e che continuava a rimbombarle nella testaera quello ritmato del suo portatile, dei tasti che aveva cliccato per tutto ilpomeriggio.
Aveva tentato di mettere insieme tutte le informazioni ricavate ma non avevafatto altro che scrivere un breve periodo, cancellarlo e fissare la paginabianca di Word.
Sbuffò ancora una volta ripensando a quella giornata praticamente persa esospirò passandosi le mani sul volto stanco, togliendosi persino gli occhiali.
Rimase un attimo in silenzio, impassibile, cercando di riflettere, ma l'unicacosa che le tornava a galla, erano esattamente le parole che le avevaconfessato Lena; i suoi neuroni stavano friggendo...
Così prese il suo cellulare e pensò di scrivere ad Alex: l'unica con cui potevacondividere quel dettaglio importante era lei:


-Alex, disturbo? -

- Piccolina, no. Mi hanno trattenutoancora alla base... Stiamo cercando Veronica...
Una pausa mi ci vuole. Dimmi...che succede? -


-...Mentre eri al telefono con Jonn oggi... Lena mi ha rivelato una cosa... -

- Cioè? -

-E' stata lei ha salvare la situazione al gala... A salvare me... -

- Come? -

- ...le ha distrutte lei le armi... la festaera una trappola... -

- Ben organizzata, direi. Hai capito la Luthor... e? Ti avrà sicuramente detto qualcos'altro... -

- Lei e Mon-El. Non è come pensavamo... -


- Non mi dire che...si è nascosto quel vigliacco...!?-

- Si... -

- Non posso crederci... quindi come siete rimaste? -

- ...non lo so sinceramente... mi ha dettoche avrebbe voluto rivedermi presto... -

- Che aspetti? -

- In che senso? -

- Trova una scusa e vai...tu che puoi ancora recuperare un...qualcosa. Non mi èmolto simpatica, e ammetto che oggi volevo azzannarla, ma... se i fatti stannocosì...perché non darle il beneficio del dubbio? Alla fine lei ti ha cercatoanche in questo tuo periodo di ripresa...
Se non le fregava nulla di te, di... beh, ne avrebbe approfittato per sparire...edinvece... -

- Già...ma la mente umana è perversa...eindecifrabile... quindi... ma perché,
te con Maggie? Com'è andata? -


- Mi ha praticamente sbolognata. Crede fortemente che io e Supergirl ce laintendiamo.
Per un attimo mi ha anche detto che...se non era così, voleva dire che conoscevola...tua vera identità... -

- e gliela confessata? -

- Non cadere dalla montagna del sapone... Assolutamente no. Non posso...Perciòora...ognuna per la sua strada. -

- Non ci credo! L'agente Sawyer, daquello che mi hai detto, non è stupida.
E te l ha dimostrato... Io credo che...dovresti diglielo... -

- Sei pazza? Non ti metterei mai in pericolo, Kara. Sei la mia priorità esempre sarà così. -

- Lo so ma...io so badare a me stessa.Avrò sempre bisogno di te, sia nei panni di Kara Danvers, che in quelli diSupergirl...però...per 28 anni hai pensato solo a me e al lavoro, Alex. Mai a testessa, alla tua vita...e non è giusto. Ora sono cresciuta, sono una donna, nonpiù una bambina, o un'adolescente... è giunto il momento di pensare anche un pocoa te. Non permetterò che tu butta la tua vita, che tu muoia zitella a causamia. -

- E scusami, cosa ti fa pensare che io voglia...beh... che Maggie... -

- Non sto insinuando nulla... non so chi ocome, e finchè non me lo dirai tu, non insisto ma... so che Maggie ti fa starebene, che ti manca e che stai male a stare litigata con lei...e per mia sorellavoglio il meglio. Voglio che tu sia felice. In qualunque modo...sotto qualsiasi sfumatura.So che ci penserai e...spero farai la cosa giusta,
per te... in questi casi le mezze verità possono aiutare, almeno così, fra divoi... beh,
si ricostruirebbe una certa fiducia. Perché, in un rapporto, di ogni genere, lafiducia è alla base di tutto. -


- Hai capito la mia piccola sorellina... forse sei davvero diventata grande...ed ionon me ne sono neanche accorta... -

- O forse, non lo accetti. -

- Esattamente. -

- Ora Alex, ti lascio...credo che questomio discorso mi abbia...come dire, ispirata...
Buona serata, ci vediamo domani al Deo. -

- Non fare danni... a domani. -


L'unico rimedio che le passò per l'anticamera del cervello era quello di farsiun bel giretto godendosi la città che non dormiva mai, così prese la sua roba euna volta spente le luci della CatCo, spiccò il volo innalzandosi nel cielo notturno,sopra le nuvole, toccando le stelle con un dito.
Quello era il suo modo preferito per rilassarsi e staccare la spina da tutti iproblemi...
Mentre volava libera nel cielo, una melodia le arrivò dritta nelle orecchie:



"Questa città è piùfredda ora, penso sia stufa di noi
è ora di fare la nostra mossa, mi stoliberando della ruggine
il mio cuore è un pò ovunque tranne che qui
me ne sto da solo, contando gli anni
mani pronte, prendi la ruota... ed ogni sguardomi uccide
è ora di fare il mio ultimo appello... per lavita che conduco

fermati e guarda
penso di muovermi ma non vado da nessuna parte
si, so che tutti si spaventeranno
ma sono diventato quello che non posso essere
fermati e guarda
inizi a chiederti perchè sei qui e non lì
e daresti tutto per prendere ciò che è giusto
ma il giusto non è quello che ti serve davvero
Oh, riesci a vedere quel che vedo io?

stanno cercando di tornare, i miei sensispingono
pareggiare i conti, non avrei mai creduto dipoterlo fare
piedi fermi, non abbandonatemi adesso
correrò finchè non riuscirete più a camminare
ma qualcosa spinge la mia mente fuori
e rimango giù...

fermati e guarda
penso di muovermi ma non vado da nessuna parte
si, so che tutti si spaventeranno
ma sono diventato quello che non posso essere
fermati e guarda
inizi a chiederti perchè sei qui e non lì
e daresti tutto per prendere ciò che è giusto
ma il giusto non è quello che ti serve davvero
oh non ne hai bisogno... di cosa hai bisogno, di cosa haibisogno...

Oh,riesci a vedere quel che vedo io?..."



Da dove proveniva quellacanzone?
Si fermò un attimo concentrandosi, usando i suoi sensi modificati, e poco dopo eccoche rintracciò le coordinate: la L-Corp...
Tutto le risuonò così strano da... inclinarla, spingerla a cambiare i suoi pianinonostante la mancanza di sonno iniziava a farsi sentire persino sul suo corpo...

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