The Only Exception //IN REVIS...

By rachele_stylinson

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Dove Louis è un ragazzo insicuro che ama leggere libri per bambini e Harry un ragazzo più grande, che si doma... More

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27 "The End and the beginning"
Epilogo

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By rachele_stylinson

Nota me:

Lo so, lo so.. sono in ritardassimo con l'aggiornamento ma è Natale e fra parenti, cenoni, giochi da tavolo e "ma il fidanzatino?" Non ho avuto propio io tempo per mettermi a scrivere. Spero che mi perdoniate con questo capitolo  e colgo l'occasione per augurare a tutti voi un buon natale (anche se in ritardo) detto questo non ho nient'altro da comunicarvi se non che spero di aggiornare presto sia Gloomy (che è ormai quasi giunta alla fine) che questa; fino ad allora, enjoy the chapter! :)
All the love

~Hope


Passarono alcuni giorni prima che Louis riuscisse a riprendere il diario; la gelosia ed il dolore che aveva provato leggendolo per L'ultima volta, erano stati così laceranti da impedirgli di proseguire oltre... Ed il tempo continuava a passare; ma la mancanza di Harry non accennava a svanire... "passerà amore, te lo prometto" gli aveva sussurrato sua madre una notte dopo averlo risvegliato dell'ennesimo orribile incubo;  E davvero,  Louis non ne poteva più di sentirselo dire... 'un giorno smetterai di soffrire' continuava a ripetersi ogni volta che si ritrovava a soffocare i singhiozzi e le lacrime con il suo cuscino; 'un giorno non sentirai più dolore'... eppure quando sarebbe arrivato quel giorno? Quand'è che tutto sarebbe finito anche per lui?

Sua madre l'aveva costretto a tornare a scuola dopo appena due mesi dalla scomparsa di Harry e per quanto lui si fosse rifiutato, la mora era stata irremovibile.  "Devi andare avanti, tesoro... devi costruirti una vita" gli aveva detto lei la mattina stessa del suo rientro, mentre osservava nostalgicamente centinaia di studenti entrare con lentezza nell'istituto. Johannah ci stava provando; cercava con ogni mezzo possibile di tirare su il morale di suo figlio, eppure louis sembrava quasi non vederla... il rapporto fra il ragazzo e la donna era sempre stato molto forte: da quando il marito l'aveva abbandonata, Johannah era diventata estremamente iperprotettiva Nei suoi confronti. L'avrebbe difeso da tutto; se l'era ripromesso. niente avrebbe potuto fargli del male finché ci sarebbe stata lei a proteggerlo... o almeno, aveva creduto così fino a qualche mese prima...

Louis aveva perso qualcosa da quando Harry non era più al suo fianco; Jay l'aveva notato. Gli mancava quell'inimitabile ed unica parte di se che lo aveva sempre distinto dagli altri. Il suo sorriso aveva smesso di esistere; i suoi occhi, la sua voce, il suo viso... tutto sembrava diverso adesso che il riccio non c'era più. Quello che Lei vedeva trascinarsi per casa ogni giorno non era il suo bambino, semplicemente non lo era più; Quella figura era estremamente magra; le ossa erano sporgenti e quasi gli tagliavano la pelle... aveva smesso completamente di parlare, se non durante i suoi incubi dove l'unica cosa che diceva chiaramente era "dove sei, Harry?"; "dove sei?"... i suoi occhi erano costantemente venati di rosso e le labbra- un tempo perfette e lisce- erano spaccate e distrutte dai morsi. Si barricava spesso in camera quando tornava da scuola e non permetteva mai a nessuno di entrarci... La mora, un pomeriggio,  aveva provato anche a parlare con lui; Aveva provato a farlo aprire esattamente come quando era piccolo, nella vana speranza che almeno questo potesse funzionare... ma il ragazzo, in cambio, l'aveva solo guardata: Gli occhi taglienti e stanchi. le labbra serrate in una barriera indistruttibile.

Nessun suono. Niente, se non quello sguardo agghiacciante che le aveva gelato il sangue.

Alcune notti in cui il sonno si faceva  più difficile, Johannah poteva giurare di averlo perfino sentito ridere: Ridere a crepapelle e ininterrottamente per qualcosa che nessuno riusciva a comprendere; E c'era qualcosa in lui che adesso la spaventava a morte... ma se fosse il suo atteggiamento strano o il suo sguardo così vuoto non riusciva a capirlo. Una cosa, però, le era chiara ormai: quello non era più suo figlio. Quell'orribile immagine che si aggirava in silenzio per la sua casa non possedeva quasi più niente di lui. Ma Johannah sapeva che Louis era la dentro.... poteva sentirlo urlare e chiamare aiuto dai quei grandi occhioni azzurri, costantemente minacciosi e schivi.
Voleva salvarlo; voleva proteggerlo dall'oscurità che lo stava avvolgendo... ma come poteva farlo? Lui non la lasciava neppure avvicinare...

La scuola stava andando un vero schifo; avendo smesso di parlare, i voti del liscio avevano avuto un picco improvviso, così repentino da far allarmare perfino il dirigente scolastico. Anche il Professor Payne aveva notato  dei drastici cambiamenti in Louis e la cosa lo rendeva leggermente inquieto: Di solito, il liscio si applicava al massimo nella sua materia: i suoi temi erano sempre eccellenti; le sue recensioni, brillanti...  eppure, da quando era tornato, non faceva altro che lasciare i compiti in bianco. Passava ore intere a fissare lo stesso punto del foglio senza mai toccare penna e Payne sapeva che il fra il liscio e Styles c'era sempre stato un legame abbastanza forte, sin dall'inizio... ma non notare alcun segno di progresso da parte del più giovane lo preoccupava. anzi, a dire io vero lo terrorizzava...

I suoi compagni di classe iniziarono a deriderlo sempre più spesso;  a spintonarlo senza vergogna nei corridoi; a picchiarlo solo per vederlo subire in silenzio. e Louis, semplicemente, sentiva di non avere più uno scopo. Di non avere più  un posto a cui appartenere. Niente aveva più senso: non aveva più senso combattere; non aveva più senso parlare, studiare, mangiare... Perfino respirare orami gli sembrava un esercizio futile. Nessuno riusciva a capirlo; Tutti volevano ascoltare ma nessuno aveva mai abbastanza forza e pazienza per sentire, per comprendere cosa stesse succedendo... Louis voleva solo questo; aveva solo bisogno di qualcuno che si fermasse e si mettesse in silenzio ad ascoltarlo: Senza dire niente.  senza trarre conclusioni affrettate dalle sue parole. Chiedeva forse tropo? Evidentemente si.  Sua madre l'aveva letteralmente trascinato da uno psicologo qualche giorno prima. Probabilmente sperava che sarebbe riuscita a risolvere ogni suo problema in quel modo; Peccato che Louis continuasse a non parlare... se non per formulare frasi il quale significato era chiaro soltanto a lui.

"Credo che stia ancora elaborando la cosa" le aveva detto il dottore,  una volta terminata la seduta:"Ha subito un'enorme trauma; gli dia il tempo  necessario per assimilare la notizia" aveva concluso. E la mora era davvero scettica a riguardo; ma aveva deciso comunque di ascoltare quel consiglio. Così si fece da parte ed aspettò: aspettò miglioramenti che non arrivavano. aspettò sfoghi che non ci furono. aspettò per chissà quanto tempo che la situazione cambiasse ma niente stava cambiando... e così perse le speranze; Suo figlio si stava lasciando morire e lei non riusciva fermarlo.

Quel pomeriggio, dopo l'ennesimo test lasciato in bianco ed un'altro patetico tentativo di sua madre di approcciare con lui, Louis si chiuse in camera- sbattendo la vecchia porta in legno alle sue spalle- e si lasciò cadere a peso morto sul materasso del propio Letto, chiudendo gli occhi e sospirando al lieve calore che i raggi solari gli trasmettevano. Erano appena le due di pomeriggio e sua madre, al piano di sotto, stava preparando come di consueto il pranzo per entrambi. Louis non sarebbe sceso a mangiare, la donna lo sapeva; Eppure nonostante tutto si ostinava a sperare che uno di quei pomeriggi il ragazzo uscisse dalla propria stanza e si unisse a lei. esattamente come faceva prima dell'incidente; esattamente come era prima che lui morisse... ma ormai niente era più come prima... niente era più lo stesso. Il mondo non aveva più colore, il cibo non aveva più sapore, la vita non aveva più senso. Quindi a cosa sarebbe servito tutto? A cosa sarebbe servito riprendere le vecchie abitudini? Forse a dimenticare, ma Louis non voleva farlo. Ogni cosa adesso gli scivolava dalle mani con troppa facilità: il tempo, le giornate... perfino la felpa di Harry stava perdendo il suo profumo. Tutto sembrava correre via da lui; lontano, in modo che non riuscisse più a riacchiapparlo. E Ogni giorno la stessa maledetta domanda gli tornava in mente, come un chiodo fisso che non aveva intenzione di staccarsi: Perché era ancora lì? Cosa diavolo ci stava a fare in un mondo che non lo voleva? Il ragazzo meditava su quella domanda in continuazione, cercando di stilare una lista di motivi che lo costringessero ancora a subire tutta quella merda e solo una risposta gli veniva in mente; Solo una:

Harry.

Harry Styles; la risposta era sempre lui. Era lui il motivo per cui Louis voleva morire, ed era sempre lui il motivo che lo costringeva a rimanere in vita. Ogni cosa gli urlava di andarsene, ogni fottutissima cosa. Ma poi arrivava sempre lui: lui con quel suo magnifico sorriso e quei suoi due occhi da panico che lo distraeva e lo faceva tornare con i piedi per terra. "Ci sei?" Avrebbe voluto chiedergli. "Perché mi tormenti?" "Perché io?" Ma la sua bocca non aveva mai la forza per parlare. Non aveva mai il coraggio di chiedere. E Louis stava impazzendo, stava davvero iniziando a perdere la ragione...  ma non poteva farne a meno. quelle domande richiedevano una risposta; una risposta che solo un folle sarebbe riuscito a trovare e allora perché no? Infondo forse la pazzia era tutto ciò che gli restava.

Chi sei, Harry styles? Chi sei? Chi sei? Chi sei? Chi sei?Chi sei? Chi sei?

"Chi sei?" Disse e Neanche si era reso conto di star sussurrando. Ad un tratto, Colpo di genio! Si alzò di scatto dal letto ed iniziò a frugare in ogni minuscola parte della sua stanza. "Dove sei?, dove sei?, dove sei?" Iniziò a farfugliare confusamente mentre, accovacciato, raspava con le unghie sotto il letto alla ricerca della stessa cosa da cui era scappato per giornate intere. Quando lo trovò le sue unghie erano completamente spezzate e gocciolavano sangue che cadeva a ritmo scandito sul parquet. Le mani gli facevano male, ma il dolore passò in secondo piano nel momento in cui i suoi occhi incontrarono le incisioni scure e criptiche della copertina del diario di Harry. "Trovato!" Esclamò  con un piccolo sorriso a distendergli le labbra e, nella sua testa, quell'esclamazione  era stata a malapena  udibile; ma nella realtà, il suo era stato un urlo di vittoria.

"Louis?" Sentì chiamare dal piano inferiore. "Louis tesoro, va tutto bene?"

'No mamma, sto diventando matto' avrebbe voluto rispondere; ma l'unica cosa che fu in grado di dire fu "lasciami in pace; non voglio parlare". Come risposta udì solo il silenzio e un po' si senti in colpa per la sua cattiveria... ma come ho già detto:  le sue domande esigevano delle risposte. Aprì il diario con una foga che sorprese anche lui e, dopo aver girato diverse pagine, finalmente ritornò dove si era fermato l'ultima volta:

07/05/2003

Caro diario,
So che non ti scrivo da un po' ma in questi giorni sono successe così tante cose che non ne ho avuto proprio il tempo. Parto subito col dirti che mi sono fidanzato. E no, non con chi pensi tu; La mia ragazza si chiama Cora: ha 15 anni e frequenta il mio stesso corso di Biologia; ha i capelli castani e lunghi, la carnagione leggermente abbronzata e gli occhi di un verde così brillante da far quasi paura. È una ragazza molto dolce, timida ed intelligente,  dalla corporatura mingherlina ed aggraziata ma la cosa che preferisco di lei è che ama la musica indie ed i vecchi film in bianco e nero, esattamente come me! Insomma, non ti sembra la persona perfetta? Certo, devo ancora conoscerla bene ma a primo impatto mi sembra che rientri perfettamente nei miei standard. Ho riflettuto a lungo su quello che è successo fra me e Niall alla festa di Kendall e mi sono reso conto di una cosa: Eravamo entrambi ubriachi (certo, io molto più di lui ma comunque avevamo bevuto abbastanza entrambi) e il bacio è stato solo uno stupido errore di percorso. Niente di più. Niall rimarrà il mio miglior amico per sempre e niente potrà cambiare questo. Neanche uno stupido bacio. Comunque, tornando a ciò che è successo; io e Cora stiamo insieme da circa due settimane e da quando Niall è venuto a saperlo a malapena mi parla. Non lo capisco; dovrebbe essere felice per me o sbaglio? A scuola a malapena mi saluta e quando sto con lei nemmeno mi si avvicina. È continuamente schivo e non mi dice più le cose come faceva prima. Quando gli chiedo come sta mi risponde solo "sto bene" e poi corre via, quasi come se gli facessi paura. Non lo capisco, non lo capisco, Non lo capisco! Secondo te perché si sta comportando così? Adesso devo andare, fra poco devo uscire con Cora; le ho promesso di portarla al cinema a vedere Charlie Chaplin.

Ci sentiamo presto, diario!
Tanto amore, Harry Styles.

La curiosità di Louis non era affatto soddisfatta e così subito il liscio volse la pagine e con foga iniziò a leggere:

17/05/2003

Caro diario,
Dobbiamo parlare. In questo periodo sembra che tutto mi vada contro e non riesco a Capirne il perché: Tanto per cominciare, un paio di giorni fa, ho rischiato l'espulsione; solo perché ho fatto a botte con uno stupido marmocchio imbecille che aveva iniziato a prendere di mira Cora, insultandola e facendogli le peggio cattiverie. Poi, ho completamente toppato al test di matematica di fine semestre e non so come farò a recuperare con il poco tempo che resta; ho praticamente distrutto la collezione di ceramiche da tè di mia madre con una pallonata e lei si è infuriata così tanti da togliermi la televisione per ben un mese ed infine, notizia delle notizie, Niall si è trovato una ragazza. TADAAAN! Me l'ha presentata un paio di giorni fa e non hai idea di quanto mi abbia dato sui nervi il sorriso con cui ne parlava! lei si chiama Emma: 15 anni, capelli rossi, occhi azzurri e lentiggini. Anche lei è di corporatura magra ma decisamente più formosa di Cora e  Ha un carattere molto estroverso anche se io l'ho trovata solo molto oca... in più, ride sempre per ogni cosa; Ogni maldettissima cosa! Basta che Niall dica "maglietta" che lei scoppia a ridere! Okay che Niall ha un ottimo senso dell'umorismo; però andiamo, così si esagera! Si sono conosciuti allo stadio, tifano entrambi per la stessa squadra di calcio e okay che io di sport non ci capisco niente però andiamo! È una cosa assolutamente squallida incontrarsi in un ambito simile! Senza contare che 'peli di carota' non si stacca dal biondo nemmeno per un'istante! Anche mentre me la presentava lei gli stava attaccata al braccio, manco fosse stata una cozza! E la vuoi sapere la cosa peggiore?? Lei e Cora sono diventate grandi amiche ed hanno pensato bene di organizzare un'uscita a quattro questo weekend, al cinema; può andarmi peggio di così? Evidentemente si perché, chicca delle chicche, mia madre mi ha obbligato ad aiutarla con i lavori domestici per tutta la settimana. Non posso sopravvivere ancora per molto in questo stato... devo andare, mamma mia sta chiamando. Mi auguro solo che la biancheria ed i piatti siano già stati lavati... ti scriverò al più presto

Tanto amore, Harry styles

P.s. E comunque, Emma ha il
Naso grosso... volevo solo precisarlo.

E stavolta Louis scoppio a ridere perché infondo allora lui non era l'unico ad essere geloso di qualcuno. 

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