The Only Exception //IN REVIS...

By rachele_stylinson

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Dove Louis è un ragazzo insicuro che ama leggere libri per bambini e Harry un ragazzo più grande, che si doma... More

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27 "The End and the beginning"
Epilogo

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By rachele_stylinson


La scuola era sempre stata un po' l'inferno personale di Louis.

I compiti in classe, le materie da studiare, i compagni sbruffoni e le compagne oche..  le ore passate a girarsi i pollici seduti su una scomodissima sedia si legno, mentre un vecchio bacucco ti spiega cose che non ti saranno mai utili nella vita. Erano tutte azioni che Louis aveva sempre considerato come uno spreco di tempo bello e buono.

Detestava dover passare le sue giornate seduto su un banco ad ascoltare altre persone insegnargli cose che lui probabilmente già sapeva. Erano tutti attimi che il giovane avrebbe potuto impiegare a leggere, oppure ad ascoltare le sue canzoni preferite così tante volte da farsi andare in pappa il cervello. Qualsiasi altra attività sarebbe stata più utile e redditizia che sprecare minuti preziosi della propria vita davanti ad una lavagna, Louis ne era certo.

Scuola per lui era sinonimo di prigione. Era seduto tra quei banchi solo da poche ore, eppure  si sentiva già in trappola.

Dopo essere scappato da quel ragazzo dagli occhi ipnotici, Louis aveva preso un profondo respiro di sollievo. Fare la figura dell'idiota davanti a tutta la scuola il primo giorno di lezione, non era per niente una buona idea. Si era diretto velocemente verso la segreteria, dove una donna anziana e dallo sguardo stanco gli aveva consegnato il suo orario e la chiave del suo armadietto e poi si era incamminato attraverso gli ampi corridoi dell'istituto, con lo sguardo basso e due occhi da paura fissati nella mente.

Aveva trovato il suo armadietto dopo minuti e minuti di infinita ricerca. La verniciatura azzurra era immacolata e lucida ed ogni singolo pezzo dello scomparto era nuovo e precisamente al propio posto. Louis  infilò la chiave nella serratura e la fece scattare con un rapido giro. L'anta del armadietto cigolò per qualche secondo però si aprì senza dare alcun problema. Il liscio posò all'interno dello scomparto la sua giacca di jeans, ripiegandola accuratamente in quattro parti, poi si acconcio per un attimo il ciuffo sulla fronte e- prendendo l'ennesimo respiro profondo di quella giornata- richiuse l'armadietto, incamminandosi svogliatamente verso la sua prossima lezione: letteratura.

Fortunatamente per lui, sua madre non si era opposta affinché i corsi da seguire li scegliesse da solo. Quindi, almeno per un verso, la scuola sarebbe stata decisamente meno pesante da sopportare. Una volta che ebbe trovato l'aula, vi entrò titubante. Questa era quasi totalmente occupata da adolescenti come lui, che parlavano e chiacchieravano spensieratamente tra di loro. Quando notò alcune persone girarsi a guardarlo, Louis percepì un brivido freddo corrergli lungo la schiena.. Abbassò nuovamente lo sguardo e si tirò le maniche del maglione fino a coprire le sue piccole mani infreddolite.

Rimase per qualche secondo fermo all'ingresso mentre, piano piano, tutti gli occhi dei presenti si puntavano su di lui. Sentì tra le persone qualcuno sussurrare al compagno parole che non comprese. Qualcun altro stava ridendo. Delle ragazza che Louis etichettò immediatamente come le "oche giulive" lo guardavano maliziosamente mordicchiandosi le labbra mentre tutto intorno a lui regnava il più spaventoso ed assordante silenzio.

A salvarlo da quella situazione imbarazzate fu propio il professore che, entrando nel aula con un lieve fiatone e qualche libro sotto braccio, salutò tutti ed ordinò di prendere posto. Louis camminò velocemente verso il fondo dell'aula dove, per sua fortuna, due banchi se ne stavano vuoti, abbandonati in un angolo. Prese posto in quello più vicino al muro e, una volta sedutosi sulla scomodissima e scricchiolante sedia in legno, iniziò ad estrarre dal suo zaino astuccio e diario.

Si accorse solo in un secondo momento che una delle cose che aveva portato con se mancava all'appello.

Corrugò le sopracciglia ed ispezionò a fondo il vecchio zaino per qualche minuto. Quasi pianse per la disperazione quando si rese conto che la sua copia di "Alice in wonderland" non era più al suo posto.

"Buongiorno ragazzi!" Salutò il professore facendogli sollevare lo sguardo dal suo zaino ormai vuoto mentre posava accuratamente la sua borsa in pelle, vecchia e sgualcita, sulla cattedra al suo fianco. La classe rispose in coro, restituendo il buongiorno all'uomo e Louis abbassò lo sguardo sulle sue mani, sperando che il professore non si perdesse in stupide presentazioni.

Il liscio si era decisamente immaginato un uomo diverso come professore di letteratura: nella sua mente, infatti, si trattava di un uomo sulla sessantina vestito di tutto punto con pantaloni classici color cachi, camicia di un pallido color crema e papillon rosso fuoco a spiccare su tutto il resto. Il tipico insegnate dagli occhi stanchi e spenti e l'espressione di chi odia fare il propio lavoro, dalla folta barba bianca e dalla testa calva e lucida come un diamante, dotato di un vocione profondo capace di farti addormentare semplicemente pronunciando un 'buongiorno'.

L'uomo che aveva davanti, invece, era tutto il contrario: si trattava infatti di un individuo abbastanza alto e dal corpo magro ma tonico; Louis constatò non avesse neanche trent'anni. Aveva gli occhi arzilli e di un bellissimo marrone nocciola ed i capelli, di un morbido castano scuro, rasati quasi totalmente. Indossava un normalissimo maglione grigio e degli altrettanto normali jeans con qualche strappo in qua e in la. Il suo sorriso, osservò il liscio, era genuino e pieno di vita e da esso poteva chiaramente comprendere quanto l'uomo amasse il suo lavoro.

"Sono Il professor Payne, ma chiamatemi solo Liam." Si presentò questo, scrivendo il suo nome alla lavagna con grafia precisa e sicura.

"Ora, dato che questo è il mio primo giorno e dato che mi sento leggermente in imbarazzo, gradirei fare un po' di conoscenza con voi. Quindi adesso, a turno, vi alzerete in piedi e mi direte qualcosa di voi. Va bene qualsiasi cosa, purché riteniate sia opportuno che io debba sapere"

Il professor Payne aggirò lentamente la cattedra e, con un agile salto, si mise a sedere su di essa rigirandosi una penna tra le mani e dondolando i piedi come fosse stato solo un bambino. Louis deglutì pesantemente a quelle parole e tirò il suo beanie grigio quasi a coprirsi l'intero viso.

Quel professore si era appena aggiudicato tutto il suo odio.

Piano piano ogni alunno si presentò: Alcuni raccontavano cose a proposito della loro vita, altri parlavano delle loro ragazze, della musica, oppure del loro sport preferito. Alcuni a stento dicevano il propio nome, fatto sta che in pochi secondi anche l'ultima persona terminò di presentarsi e nella classe regnò il silenzio.

"E tu?" Chiese Payne, saltando agilmente giù dalla cattedra ed avvicinandosi al liscio.

Tutti gli occhi furono di nuovo puntati su di lui. In quel momento Louis ebbe paura.

"I-io?" Chiese in un sussurro appena percettibile mentre torturava con e le dita le maniche del suo povero maglione.

"Si, tu. Perché non ci racconti qualcosa di te?"

Payne ormai si trovava propio davanti al suo banco e lo osservava attentamente con i suoi occhi marroni e dolci. Aspettava che il liscio parlasse, che dicesse qualsiasi cosa.. Anche una stupidaggine gli sarebbe andata bene.

Ma Louis non parlò.

Rimase in silenzio a torturarsi le dita delle mani mentre tutta la classe ancora lo osservava.

"Sei timido eh?" Chiese Payne e Louis, in cuor suo, sperò di poter scomparire in quel preciso istante.

Ovviamente non rispose.

"Andiamo.. Voglio solo sapere il tuo nome e qualcosa che riesca a farmi capire che tipo di persona sei.. Chiedo forse troppo?" Nella classe si sollevò un leggero risolino.

Gli occhi di Louis pizzicavano ed il suo respiro si stava leggermente appesantendo. Si sentiva umiliato, esattamente come il primo giorno di scuola alle elementari.

Stavano tutti ridendo di lui ancora una volta.

Ricacciò le lacrime indietro, cercando di trattenersi dallo scoppiare a piangere e lentamente si alzò dalla sedia, provocando un forte rumore metallico all'interno dello spazio silenzioso e strinse forte le maniche del suo maglione tra i pugni. Non si guardò intorno. Aveva paura degli sguardi che i suoi compagni gli stavano lanciando in quel momento.. Poteva sentirli bruciare come un fuoco ardente su tutto il suo corpo..

"I-il mio nome è Louis Tomlinson" sussurrò ad occhi bassi mentre ancora torturava le maniche del maglione.

"Sono nato qui a Doncaster ed abito da solo con mia madre.."

L'aula tornò silenziosa ed il liscio Alzò lievemente lo sguardo, incontrando gli occhi inquisitori di Payne. Il professore gli sorrise.

"Okay.. C'è qualcosa che ti piace fare?" Chiese osservandolo attentamente.

"Intende oltre a prenderlo in culo?" Si sentì qualcuno dire dal altra parte della classe. Tutti i suoi compagni risero di gusto a quel affermazione e Louis si morse forte il labbro mentre una potente stretta allo stomaco gli fece salire l'ennesimo conato di vomito. Il professore scosse la testa allibito ed ignorò le risatine che ancora echeggiavano per la stanza, concentrandosi sugli occhi liquidi ed arrossati del ragazzo difronte a lui.

"Andiamo.." Sussurrò incoraggiante, spingendolo lievemente per una spalla.

"M-mi piace leggere.." Sussurrò Louis tirando su con il naso ed asciugandosi velocemente una lacrima traditrice.

"Beh, allora sei nel posto giusto" Affermò il professore con un sorriso luminoso stampato in faccia. Louis lo guardò, e per un attimo si chiese come riuscisse a sorridere tanto. Davvero, non gli faceva male la faccia?

Liam si allontanò finalmente dal suo banco e tornò verso la cattedra.

"Oh e comunque, signor Morgan, si dà il caso che anche io sia gay e che sia addirittura fidanzato con un bellissimo ragazzo di nome Zayn Malik. Mi auguro che questo non le causi alcun problema, altrimenti può anche abbandonare l'aula.." esclamò Tagliente il professore, rivolto verso un ragazzo dai capelli lisci di colore biondo cenere, che in quel momento aveva il viso paonazzo e lo sguardo mortificato.

"Oh.. Io... Mi scusi non sapev-"

"Risparmiami le tue scuse, Morgan. Direi che la figura penosa che hai appena fatto è stata una punizione più che sufficiente. Non umiliarti ancora" il professore terminò il discorso con una facilità assurda, tornando a sedersi sulla cattedra come se nulla fosse successo. Louis dovette trattenersi con tutte le sue forze per non soffocare dal ridere. Quel coglione se l'era propio cercata.

Mentre il professore frugava al interno della sua borsa, alla ricerca di un qualsiasi romanzo da utilizzare come prima lettura dell'anno, la porta dell'aula venne spalancata all'improvviso ed una figura trafelata vi entrò a grandi passi. Il liscio ebbe l'ennesima stretta allo stomaco quando i suoi occhi azzurri incontrarono, ancora una volta, quelli verdi ed innaturali del ragazzo che aveva visto quella stessa mattina.

"Scusi il ritardo prof. L'armadietto mi ha dato qualche problema" esordì il ragazzo, dirigendosi senza aspettare alcuna risposta, verso l'unico posto vuoto rimasto nel aula: quello affianco a Louis.

"E tu chi saresti?" Domandò Payne con faccia stranita mentre osservava l'alta figura del riccio sedersi scompostamente affianco a Louis.

"Styles. Harry Styles. Controlli sulla lista degli alunni, mi trova alla lettera S" rispose insolentemente lui, scatenando una risata collettiva al interno della classe.

Louis alzò gli occhi al cielo. 'L'ennesimo sbruffone', pensò.

In effetti, gli era sembrato tutto troppo bello per essere vero.

"Vedo che siamo spiritosi, eh Styles?" Domandò il professore nel frattempo ed il ricciolino si guardò le unghie con aria di superiorità.

"In effetti, in molti mi hanno detto di essere un tipo gioviale." Borbottò questo, facendo ridere ancora una volta l'intera classe.

Tutti eccetto Louis, ovviamente.

Il professore sogghignò mentre prendeva tra le mani un foglio stropicciato.

"Styles, eh? Qui vedo che non è il primo anno che trascorri in questa scuola.."

I suoi occhi marroni si fissarono in quelli verdi del altro e Forse Louis si stava sbagliando, ma notò le mani del riccio stringersi in un pugno così forte da fargli sbiancare le nocche... Per un attimo ne ebbe paura.

"Esattamente" confermò il ragazzo dagli occhi verdi a denti stretti mentre Louis, per la prima volta nella giornata, alzò Lo sguardo dalle sue mani per osservare il profilo del riccio: La mascella tesa era spigolosa.. A tratti tagliente. Il suo naso, leggermente aquilino, si curvava perfettamente verso la fine conferendo al viso del più grande un tratto tanto unico quanto affascinante, le ciglia erano lunghe e scure e, ad ogni battito di palpebra, poteva vederle accarezzare lievemente le sue guance. Le labbra rosse erano molto più piene e carnose di quanto il liscio avesse notato in precedenza ed accanto ad esse, sulla destra, giaceva un piccolo neo  a malapena visibile.

"Saresti così gentile anche da spiegarci il perché?" Domandò Payne con elegante strafottenza. Il riccio digrignò i denti. 

"Non sono affari suoi.." Sussurrò minaccioso con gli occhi verdi puntati su quelli del professore. Payne sorrise.

"Va bene.. Sappi però, Styles, che un ritardo di ben venti minuti non è accettabile.. quindi ti chiedo cortesemente di uscire dall'aula e di lasciarci fare lezione"

Louis alternò velocemente lo sguardo dal professore al suo compagno di banco, quasi come se- da un momento al altro- i due si sarebbero mangiati a vicenda.

Poi Harry si alzò.

"Bene. Tanto non avevo voglia di leggere oggi." Affermò, raccogliendo la sua roba ed il suo zaino da terra. Prima di andarsene posò, senza farsi vedere, un foglio accartocciato di medie dimensioni sul banco di Louis e- quando questo lo guardò confuso- gli lanciò un occhiolino ammiccante per poi percorrere la classe a ritroso ed uscire dalla porta, congedandosi con un saluto militare degno del più grande dei Marines.

"Che tipetto.." Mormorò Payne, sedendosi nuovamente sulla cattedra con un libro tra le mani e sollevando l'ennesimo leggero risolino al interno dell'aula.

Mentre il professore riassumeva in poche parole la trama del libro che avrebbero dovuto leggere, Louis afferrò titubante il foglio di carta accartocciato e, senza farsi vedere, lo aprì lisciando lievemente la sua superficie spiegazzata, aguzzando la vista per decifrare la calligrafia minuta e disordinata.

"Non credere mai di essere altro che ciò che potrebbe sembrare ad altri che ciò che eri o avresti potuto essere non fosse altro che ciò che sei stato che sarebbe sembrato loro essere altro."

Louis corrugò le sopracciglia quando lesse quella frase apparentemente senza alcun senso. Poi gli si accese una lampadina. Quella era una citazione di "Alice in Wonderland"! Lui stesso, nella sua copia del libro, l'aveva accuratamente sottolineata con il lapis. Improvvisamente ricordò dove aveva tenuto tra le mani il romanzo per l'ultima volta... Improvvisamente realizzò dove si trovasse in quel momento il suo amato libro. Girò il foglio e, con sua sorpresa, trovò qualcosa scritto anche sul retro:

Non so se ci crederai, ma è tutta la mattina che- sfogliando le pagine di questo libro- mi chiedo come sia possibile che un ragazzo come te legga ancora libri per bambini.. Ti giuro, non riesco ancora a capire.. E ci ho ragionato tanto, sai? Così tanto che a momenti mi esplodeva la testa

Senza che se ne accorgesse, un sorriso- timido ma sincero- gli increspò le labbra. La calligrafia di Harry era un disastro, così scoordinata e piccola da essere quasi incomprensibile. Però a Louis, per qualche ragione logicamente illogica, piaceva.. Anzi, gli piaceva da impazzire.

Stamattina ti è per sbaglio caduto il libro di mano. A dire il vero non mi sorprende come cosa... sei scappato così velocemente che per un attimo ho pensato fossi scomparso nel nulla. Comunque sia, tranquillo. Ho io il tuo preziosissimo libro, è al sicuro all'interno del mio armadietto. Se lo rivuoi indietro, incontriamoci nel giardino posteriore della scuola durante la pausa pranzo. Non so perché, Ma ho una voglia assurda di conoscerti... Fino ad allora il libro rimarrà mio prigioniero

A presto, occhi blu.

Harry Styles, il famigerato ladro di libri

A Louis scappò un sorriso nel leggere l'ultima frase mentre, quelle che parevano farfalle, svolazzavano beatamente nel suo stomaco. Ripiegò con cura il biglietto e se lo infilò in tasca. Poi alzò lo sguardo e fece finta di seguire la lezione mentre, nella sua mente, l'immagine di loro due nel giardino sul retro della scuola, gli faceva imporporare le guance e scalpitare il cuore.

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