Un errore bellissimo

Door ombradiangeli

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[in revisione] COMPLETA. SEQUEL: Un Errore Bellissimo 2 Lei è Emily, lui è Tayler. Lei è la ragazza più incas... Meer

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
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Capitolo 33
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Capitolo 35
Capitolo 36
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Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
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Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
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Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
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Capitolo 57
Capitolo 59
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Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
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Capitolo 71
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Capitolo 81
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Capitolo 97
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Capitolo 109
Capitolo 110
Capitolo 111
Capitolo 112
Capitolo 113
Capitolo 114
Capitolo 115 - Epilogo
Sequel - Un errore bellissimo 2

Capitolo 58

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Door ombradiangeli

Raggiunsi casa di Tayler con un coraggio che mai avevo tirato fuori, ma mi bloccai all'entrata, come un'emerita cogliona.
"Suonare o non suonare questo è il dilemma" dissi ad alta voce. Doppia cogliona.
«Shakespeare non è il momento. Sta zitta, sto pensando.»
Se avessi suonato, la probabilità di incontrarlo sarebbe stata del novantanove percento ma, se non l'avessi fatto, tralasciando i chilometri, le due metro e la faticaccia, sarei rimasta con l'ansia.
Presi coraggio e suonai tirando fuori lo sguardo più convincente possibile, anche se pure un cieco avrebbe capito che mi stava per colpire un infarto davanti a casa del ragazzo che amavo il quale aveva pensato bene di bere fino a stare male col suo amichetto.
Ma la sfiga era dalla mia parte - ancora più del solito - e la porta venne aperta da un Tayler in post sbornia.
Era bellissimo, porcaputtana.
I capelli arruffati, gli occhi neri da affogarci e il solito sorriso che sparì lasciando spazio a un doloroso broncio indifferente non appena i suoi occhi si posarono su di me.
''Ciao'' dissi fredda. Lo superai ed entrai come se quella fosse sempre stata casa mia.
Mi guardai intorno ricordando quei giorni che avevo passato con lui.
Quel divano su cui ci eravamo visti ogni genere di film su Netflix, quella cucina in cui mi ero cimentata nel cucinare qualcosa di insipido o troppo salato, quella parete, vicino alla porta, contro il quale mi aveva sbattuto per baciarmi con la sua solita passione e tutte le altri parete contro le quali ci eravamo amati come solo noi potevamo.
Perché era finito tutto così?
Spuntò Erik che mi venne incontro abbracciandomi e facendomi cancellare quei ricordi tanto belli quanto dolorosi.
''Che ci fai qui?'' mi chiese mettendomi le mani sulle spalle mentre scrutava le mie occhiaie. E io pure che avevo cercato di coprirle col correttore che avevo innocentemente preso in prestito a mia madre.
Scusate se, il massimo che mettevo - e che metto tutt'ora -, erano il mascara e il rossetto.
''Non ne ho la più pallida idea, credo per sapere come state'' biascicai.
Fu in quel momento che mi resi conto davvero all'enorme cazzata che avevo fatto: non solo ero andata in quella casa, ma avevo specificato che mi interessava sapere della salute di entrambi. Tayler compreso. Potevo dire qualunque cosa, purchè fosse al singolare, ma io ero stupida.
''Bene, un po' devastati ma bene. Tu?'' mi guardò stralunato.
Quando diavolo ero stata stupida?
Ma forse, se non avessi fatto quella gaffe, le cose sarebbero andate diversamente.
''Io? Benissimo'' feci spallucce e abbassai lo sguardo non riuscendo più a reggere il suo.
Tayler si avvicinò a noi e disse con una voce schifosamente sexy: ''Ti offro qualcosa, Emily?''
''Un po' di acqua, grazie'' feci un respiro profondo dato che i miei polmoni avevano smesso di funzionare nell'esatto secondo in cui quel ragazzo era entrato nel mio spazio vitale anti-Tayler. Confine che comprendeva la distanza che non mi permettesse di sentire il suo profumo.
''Non vuoi un caffè?'' mi provocò.
Mi conosceva bene, tanto da sapere che in quella situazione avevo bisogno di un caffè.
''Solo acqua'' dissi calma e gelida.
''E che acqua sia. Ah, frizzante, vero?'' la mia pelle si accapponò dalla rabbia.
Sapeva anche che odiavo l'acqua frizzante, lo sapeva benissimo, ma aveva l'innato dono di sapermi provocare e infuriare nell'arco di due secondi.
''Fammi sapere, vuoi chiedermi se voglio del the alla pesca? Sei odioso Tayler'' dissi infastidita.
Odiavo il the alla pesca, preferivo quello al limone.
''Ma bambola, volevo solo sapere che cosa desiderassi. Comunque credo di averlo del the alla pesca'' mi provocò ancora.
''Facciamo che non mi dai niente e siamo a posto'' ringhiai.
''Oddio, perdonami, non ti ho chiesto se vuoi tre o quattro cucchiaini di zucchero nel caffè'' e io non mettevo mai lo zucchero nel caffè.
Come faceva a provocarmi con queste cazzate?
«Ora basta, sta usando la carta del "so tutto di te" e non glielo permetto. E che vorresti fare? Non lo so, ma non può chiedermi se voglio l'acqua frizzante o naturale, oppure se voglio del the alla pesca, o addirittura se voglio tre o quattro cucchiai di zucchero nel caffè. Eddai, sa che non ci metto mai lo zucchero nel caffè.»
''Lo fai apposta vero? Come per dire "so tutto di te". E sti cazzi, lo so. Ma non posso farci nulla, quindi lasciami in pace!'' urlai.
''Siamo acide oggi. Non hai dormito bene, piccola?" sorrise spavaldo.
''Dormito bene? Come potei? Non sapevo come cazzo stavate e in più ti sei baciato quella zoccola bionda. E non chiamarmi piccola'' urlai sentendomi gli occhi bruciare.
''Ragazzi basta'' intervenne Erik con voce bassa.
''Erik, puoi lasciarci soli?'' disse Tayler trucidandolo con lo sguardo.
''Va bene'' disse per niente convinto.

''Chi avrei baciato, io?'' continuò quando Erik se ne andò.
Si stava incazzando, lo capivo dai suoi occhi che diventavano sempre più neri.
''Quella biondina, a quanto pare figa e con una quarta abbondante'' ringhiai.
Non gli avrei permesso di fare il finto tonto.
''Oh piccola, ho visto e toccato qualcosa di meglio'' sorrise in modo malizioso ''sai bene a cosa, o meglio a chi, mi riferisco''
''Ti ho detto di non chiamarmi piccola e no, non lo so'' invece lo sapevo eccome.
''Devo rinfrescarti la memoria? Il lago, la spiaggia, il bagno, la tua maglietta fradicia buttata a terra vicino alla mia, la tua pelle bagnata, i tuoi ansimi causati dalle mie labbra sui tuoi seni... Ti ricorda qualcosa?'' lo disse con quella sua voce maledettamente sexy che mi fece avvampare.
''Okay, può bastare'' squittii.
''Ti stai imbarazzando, sai che amo quando succede'' si avvicinò accarezzandomi la guancia con il pollice.
Cercai di fermare il rossore, ma era impossibile.
La sua voce era sexy e suadente, e il suo tocco mi mandava i brividi lungo tutta la schiena.
Sorrise. Dio, mi mancava quel sorriso.
Perché aveva ancora quell'effetto su di me?
''E comunque non l'ho baciata'' disse poi serio.
''Mike mi ha detto il contrario'' quando mi resi conto delle mie parole mi misi una mano sulla bocca.
''Mike?'' rise ''L'ho sgamato subito''
''Davvero?'' tirai fuori un poco il labbro inferiore.
''Già, e anche Erik'' fece spallucce.
''Pure lui? La prossima volta farò tutto da sola'' scoppiammo a ridere.
Come eravamo passati dall'urlarci contro a ridere insieme?
''Mi piacerebbe vederti al Divina, sai?''
''A fare cosa? La puttana come le tue amichette? A proposito questa volta ti sei portata a letto una bionda o una mora?''
Come non detto.
''Era rossa'' rispose con nonchalance.
''Ah, spiritoso'' lo fulminai con lo sguardo "E la biondina?''
''Mi sono fermato a qualcos'altro'' mi guardò dritto negli occhi.
''Interessante'' ricambiai lo sguardo senza vacillare nemmeno in secondo.
Silenzio. Cademmo in un profondo, doloroso, imbarazzante, tagliente e autentico silenzio. Rimanemmo a guardarci negli occhi per quella che a me sembrò un'eternità ma che, in realtà, saranno stati solo una manciata di minuti.

"E Allyson? Te la sei scopata per bene?" ringhiai con tutto il disgusto che provavo nei suoi confronti.
Rimase in silenzio, ancora.
"Tayler, rispondi, cazzo" urlai tanto da fargli drizzare la schiena.
"No" disse guardando la parete dietro le mie spalle.
"Guardami e rispondi decentemente" dissi con voce ferma.
Incastrò i suoi magnifici occhi ai miei facendomi perdere un battito.
"No, Emily, non me la sono sono scopata, non me la sono baciata e non l'ho sfiorata nemmeno" sbottò tirandosi i capelli.
Che significava? Ero terribilmente confusa. Non mi aveva messo le corna?
"Ma tu..." balbettai.
"Si, lo so, te l'ho sbattuto in faccia, ma erano cazzate. Non l'ho sfiorata nemmeno, avevo solo te in mente" fece un passo verso di me ma io ne feci uno indietro.
Non potevo sopportare la sua vicinanza.
Fu in quel momento che il suo sguardo vacillò: fu solo un battito di ciglia, ma mi fece capire tanto, soprattutto i suoi occhi terribilmente neri quando li riaprò.
Non si era scopata Allyson, non l'aveva baciata.
E i grattini? Erano solo per farmi ingelosire? Perché aveva permesso che soffrissi così tanto? Perché se mi amava ancora, se aveva sempre me in testa? Che mi stesse prendendo ancora in giro?
Lo guardai e lui era intento a osservarmi attentamente.
Poi parlò, forse per bloccare quel silenzio tombale, forse per bloccare quel casino che si stava scatenando nella mia testa.
''Tu come hai passato la serata?''
Certo che poteva scegliere una domanda migliore.
''Ah perfettamente. Sono stata 10 ore a fissare il soffitto, è stata una bella esperienza'' dissi con l'ironia tagliente che mi caratterizzava.
''Perché? C'era qualcosa che ti preoccupava?'' tornò all'attacco.
Perché si divertiva a farmi confondere di più?
''Ma figurati, solo una chiamata che diceva "Tayler e Erik sono corsi in bagno dopo aver bevuto per tipo cinque ore di fila", nulla di che''
''Eri preoccupata?''
''No'' sbottai.
''Eri preoccupata'' ripetè sorridendo.
''Si, okay? Cosa avrei dovuto fare? Stare tranquilla?'' dissi infastidita.
Ero esasperata da quel discorso troppo freddo e distaccato.
''Okay, basta. Vuoi continuare con questo discorso esasperante oppure ci sediamo sul divano e portiamo avanti una discussione normale?''
Mi leggeva nella mente o anche per lui era esageratamente esasperante?
''Per me è indifferente'' risposi secca mettendo il broncio.
''Okay, sediamoci'' decise per entrambi.

Ci sedemmo e io ricominciai ad attaccarlo.
''Ed ora che si fa?''
''Sei impossibile'' sbuffò.
''Me lo dicono in molti'' feci spallucce.
''Ti dicono anche che sei bellissima?'' azzardò.
''Tutti i giorni, guarda'' roteai gli occhi.
''Sei ironica vero?'' quasi urlò.
''Si, Tayelr, nessuno me lo dice. A parte...'' mi bloccai.
Stupida. Stupida. Stupida.
«Non dirlo, stupida.»
''A parte chi?'' sorrise sornione.
''No nessuno''
''Emily, parla'' disse serio.
''A parte te, okay?'' alzai il volume.
«Sto per strapparmi i capelli. Saresti bene, sai? Oh, al diavolo»
''Che ti sta dicendo?'' disse divertito.
''Chi?'' chiesi stralunata.
«Ti ha scoperto, ti prenderà per pazza»
''Quell'odiosa vocina''
''Che ne sai tu?''
''Lo so e basta''
''Eddai, doveva essere un segreto''
''Perché?''
''Perché è imbarazzante e comunque mi sta dicendo che non avrei dovuto dirtelo e che starei bene calva'' mi misi a gambe incrociate.
''Stai scherzando, vero?'' rise.
''No, secondo te come starei?'' dissi ironica.
Fu la risposta a farmi perdere parecchi battiti.
''Saresti maledettamente e dannatamente bella comunque''

Sentite anche voi odore di pace? AHAHHA
Spero che vi piaccia.
All the love, -M

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