STRONG

By ChiaraBrunetti3

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Cindy ha 18 anni appena compiuti,sua madre l'ha abbandonata per scappare con il suo nuovo compagno all'etá di... More

Prologo
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Challenge, mi tocca
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By ChiaraBrunetti3


Mi ero addormentata, il sonno era stata più forte di me. Quando mi sveglia vidi il viso di James a due centimetri dal mio.

Era troppo vicino, e il suo profumo mischiato al tabacco e al mio di alcool mi mandava in tilt il cervello, creando una bolla dove c'erano solo i nostri odori e sensazioni.

Provai a ridestarmi, cancellando quel pensiero di noi due di nuovo insieme dalla testa.
Ero anche finita sulla sua macchina, evidente che dovevo proprio aver preso una bella sbornia, il sonno aveva aiutato a farmi tornare un po' padrona di me stessa.

"Buongiorno" sorrise dolcemente, soffiando quelle parole sul mio viso.

"Che fai vicino a me?" Gli chiesi mettendo su una faccia stizzita quanto meglio potevo, anche se tutta quella vicinanza la volevo, volevo forse qualcosa di più.

'Padrona di te Cindy' mi ricordai mentalmente.

"Ti ho riaccompagnato nella tua umile dimora" scherzò fissandomi con quelle nubi troppo intense per non rimanere folgorata.

"Si, me ne sono accorta, intendevo vicino al mio viso, che vuol dire quante cose avrei da dirti?" ribattei raddrizzandomi sul sedile abbassato.

"Non sei Lucida non è il momento di parlare, e poi una certa perla mi ha detto che sono incredibilmente SEXY" calcò quella parola, mettendo su un sorriso compiaciuto.
Sgranai gli occhi, toccandomi le labbra con le dita.
Aveva sicuramente qualcosa di cui parlarmi, se era per quella lì poteva risparmiarsi.
Come cavolo mi era venuto in mente di dire certe cose, maledetto alcool.

"Non ero lucida, hai ragione"ammisi con un certo tono di superiorità.
"Se vuoi scusarmi, torno nella mia umile dimora" affermai facendo delle virgolette immaginarie con le dita.

Aprii lo sportello, quando la sua mano stretta sul mio polso mi fece voltare, ritrovandolo ad un palmo dal mio naso.

"Non sei ancora stabile, ti accompagno io, ti serve un'aspirina" puntualizzò in tono severo.

"Non sei mio padre, non ho bisogno di te, guarda come mi reggo in piedi" ribattei uscendo dalla macchina, divincolandomi dalla sua presa.

Feci due passi soddisfatta, voltandomi verso di lui, quando inciampai sulla ghiaia, sentendo James ridere e scendere dall'auto chiudendola con il pulsante.

Mi tese una mano per aiutare ad alzarmi che accettai sbuffando.

"Piccola perla" mi cinse la vita con un braccio, fissandomi.

Dio se era bello, troppo per essere vero, il corpo ardeva di desiderio di sentirlo dentro di me.

"Non sono più perla da due mesi" ammisi, togliendo il suo braccio dalla mia vita, facendomi aiutare ad entrare in casa.

Salii i gradini con James che mi reggeva da dietro.
Accompagnandomi fino alla camera.

"Mi devo spogliare" affermai guardandolo seria.

"Bene" ribatté sorridente, appoggiandosi al comò. Era evidente che si stava divertendo, ma per me non era così.

"Non lo farò davanti a te" puntualizzai irritata, leggendo desiderio nei suoi pozzi.

Si staccò dal comò avvicinandosi, sfiorandomi la guancia con un dito, chiusi istintivamente gli occhi sotto il suo tocco.

"Come se non ti avessi già visto nuda" sussurrò accostandosi al mio orecchio, lasciandomi un lieve bacio.
Sentii un fuoco divampare dentro, sentivo il cuore accelerare, scalpitando nel petto.

Aprii gli occhi spintonandolo.
"Voltati" puntualizzai, con il desiderio che mi divorava.

Pov.James

Era illegale vivere in un posto del genere, la carta da parati era unta e vi erano delle chiazze di muffa evidenti sul soffitto.

Saperla così sola in un posto alquanto isolato mi mandava in bestia.

Sapevo che il mio tocco sul suo corpo faceva ancora effetto, anche se voleva farmi credere il contrario vedevo come la sua pelle si tendeva al passaggio delle mie dita, implorando di più con lo smeraldo dei suoi occhi.

Mi voltai per cortesia, ma lo specchio attaccato alla parete sopra il comò ingannava il mio buon senso di non sbirciare, anche se era appannato riuscivo a vedere i suoi movimenti sinuosi, mentre faceva scendere lentamente la zip del vestito.

Se lo sfilò delicatamente dalle spalle, facendolo scorrere giù fino alle caviglie, piegandosi per raccoglierlo.
Dio se era una visuale, era ancora più bella di quanto ricordassi, la sua pelle diafana nuda, illuminata al chiarore della luna che filtrava dalla finestra.
Imprecavo stringendo le mani a pugno lungo i fianchi, per non voltarmi e assaggiarla.

"Puoi voltarti ora" affermò decisa. Feci scomparire il mio ghigno malizioso dal viso, voltandomi lentamente, appoggiandomi al comò con le braccia conserte.

"Vedo che sei pronta per coricarti" la stuzzicai, mentre scoprì i lembi del lenzuolo, poggiando un ginocchio per poi infilarsi sotto.

"Esatto, se vuoi scusarmi ora voglio dormire, non ti faccio strada, la porta la sai da te" puntualizzò con voce altezzosa, cavolo se mi piaceva quando mi trattava così, era divertente mi ci sarei abituato in fretta, sopratutto ad addomesticarla a dovere.

Si girò di fianco, spegnendo la luce
dell'abat-jour.

Mi avvicinai cauto al letto, poggiando un palmo sopra.

"Preferirei rimanere qui, non sei al sicuro da sola e sopratutto non sei in forma smagliante" spiegai, sentendo il lenzuolo muoversi, mentre Cindy si girò dalla mia parte, incontrando il mio sguardo preoccupato.

"Ma davvero? Che gesto premuroso da parte tua, venire a controllare su come procede la mia vita dopo 2 mesi senza di te. Beh se vuoi te la riassumo in breve, dopodiché puoi andare nel motel qui vicino o nella tua lussuosissima BMW e fare sogni tranquilli" aveva la voce spezzata, percepivo il dolore, il rammarico che aveva e l'astio nei miei confronti.
Non potevo non dargli ragione, ma cazzo se solo mi avesse lasciato il modo di parlare, probabilmente sarebbe rimasto uguale magari peggio o forse meglio, era imprevedibile, ed era la parte che più adoravo di lei.

"Potresti smettere per un minuto di essere così stizzita e sarcastica, non ti chiederò scusa per il tempo che ci ha diviso, avevo i miei buoni motivi" replicai difendendomi come meglio potevo.

La vidi tirarsi su, scostando le lenzuola per mettersi a sedere, poggiando un cuscino dietro la schiena.

"Quindi ora che non hai più dei buoni motivi, hai giustamente fatto la pensata di venire qui, per ottenere cosa esattamente, dimmelo tu James perché io onestamente non lo so" scosse la testa avvilita, mi avvicinai al suo viso, avevo bisogno del suo contatto, avevo bisogno di lei.

C'incontrammo con gli occhi lucidi. Gli poggiai un palmo aperto sulla guancia accaldata e arrossata, l'effetto dell'alcool non doveva essere svanito del tutto.

Mi avvicinai al suo collo, inspirando il suo profumo, facendo scorrere una mano sulle sue gambe semi coperte. Sentivo il suo respiro farsi corto, vedevo come arricciava da sotto il lenzuolo la punta dei piedi.

"James" sussurrò fievole, non volevo spezzare l'incantesimo, avevo un'urgenza di lei, dei suoi sapori che si confondevano con i miei. Gli premei un dito sulle labbra carnose, incrociando le sue pietre luminose.

Mi tolsi la giacca di pelle, buttandola ai piedi del letto.
Dividendo sempre di più la lontananza che ci aveva diviso il corpo ma non l'anima.

Gli afferrai la caviglia, tirandola piano verso di me distendendola.
Adoravo il modo in cui si stava lasciando andare, assaporando ogni respiro, ogni pulsazione dei nostri cuori.

Vedevo che cercava di parlare, ma non volevo, il silenzio regnava e il sottofondo più melodioso che abbia mai sentito suonava per noi.

Con le mani, mi sganciai i bottoni della camicia in fretta, sfilandola dalle maniche.
Gli presi la mano, e Gliel'appoggiai dove batteva forte il mio cuore.

La vidi sgranare le sue pietre preziose, tracciando con i polpastrelli le linee degli addominali, persa ed affascinata.

Mi abbassai per baciarla, non resistevo più, guardavo il modo in cui si mordeva delicatamente il labbro inumidendolo, sapevo che percepiva la mia erezione che puntava sul ventre.

Eravamo così vicini, che un'esplosione avrebbe provocato meno danni.

Gli sfiorai la punta del naso con il mio, toccando appena il labbro

superiore quando parlò.

"Devi andartene, è meglio per entrambi" alzai gli occhi per incontrare i suoi, sapevo che mi desiderava, sapevo leggere dentro i suoi occhi e dentro la sua anima.

Mi alzai cercando di rimanere impassibile, mentre la mascella era divenuta rigida e dura.

Mi agganciai la camicia vedendola rigirarsi dall'altro lato, e scesi giù chiudendo la porta.
Dovevo riaverla con me, non sarei tornato a Miami senza di lei.

Finalmente ho dato un volto a James dopo tanta ricerca ahah mi sembrava il più adatto


Ed ecco la nostra innocente e pura Perla!

La nostra Katy

Kevin

Rudy

Vi ho messo pressapoco quasi tutti i personaggi!!!

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