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Pov.James

Mi svegliai di soprassalto, il sudore imperlava la mia fronte, la luce fioca e appena visibile che irrompeva nella stanza, allungai a stento una mano sul comodino per afferrare il cellulare, la luce del display luminoso mi esplose in pieno viso portandomi a coprirmi gli occhi con il palmo, quando presi conoscenza con la luce li riaprì, "cazzo" imprecai, dieci chiamate da Josh e un messaggio, vidi l'ora segnata sopra...le 5:00 di notte, mi sarei rimesso volentieri a letto, ma quegli occhi e quelle labbra che viaggiavano nei miei pensieri mi stavano tormentando.
Scesi dal letto infilandomi la camicia poggiata sulla sedia di pelle trapuntata infilandomela di fretta abbottonandomi con mani tremanti, presi un jeans scuro e infilandomi le scarpe corsi giù per le scale agguantando dalla credenza le chiavi della macchina.
Uscii dal vialetto, troppe domande si aggrovigliarono tra di loro, perché Josh mi aveva chiamato?, aprii il messaggio ricordandomene ancora preso dalla sonnolenza e da quel corpo seducente e sinuoso.
' J. Cazzo...dove sei finito? Rudy è venuto al locale ubriaco, e ha picchiato Irina '.
Sbattei le mani sul volante imprecando "Merda, fottutissima merda", accelerai più che potevo, fortunatamente la strada a quell'ora era libera, voleva la sua parte ma sapevo cosa implicava dargliela, avrebbe trasformato il locale in qualcosa che non volevo, facendo girare droghe di contrabbando, e non potevo permettermi di rientrare in quel giro, ci ero cascato quando ero solo un ragazzino, non sopportavo l'idea che mio padre avesse abbandonato mia madre e vederla depressa mi rendeva impotente, avevano addirittura adottato un figlio lui e quella sgualdrina...Rudy, ed era l'unico modo per sfogarmi, finché non iniziai le sedute dallo psicologo che poi divenne il fidanzato di mia madre, e uscii dal giro illeso.
Tra me e Rudy c'è sempre stato un'astio profondo, lui era il ragazzo perfetto un modello da seguire, mio padre lo lodava e non mi aveva mai creduto quando gli dissi che spacciava droga e faceva uso di eroina, così decisi di andarmene in California, l'unico amico che mi sostenne era Josh c'è sempre stato per me anche quando ero lontano, abbiamo frequentato lo stesso college, e quel locale in questi mesi l'ho visto nascere io.
I pensieri annaspavano e crescevano, mi resi conto che ero arrivato, sterzai e mi fiondai fuori dalla macchina sbattendo furiosamente il portone nero del locale.
Vidi Josh accasciato su una sedia, con i gomiti poggiati sui ginocchi e le mani a reggersi la testa, quando mi avvicinai tirò su la testa passandosi entrambi i palmi sul volto stanco e cupo,
"J. Ma mi spieghi dove cazzo eri? Non ti sei fatto vedere tutto il giorno" il tono di rimprovero di Josh, non avevo scusanti,
"Dov'è Irina?" L'unica parola che riuscì a formulare, non ero capace neanche di assumermi le mie responsabilità, mi passai una mano furiosa tra i capelli scompigliati, vidi Josh che mi guardava desolato,
"Se n'è andata, mi ha detto che non sporgerà denuncia, ha voluto solo i suoi soldi" un suono smorzato, perfetto cazzo,
"Cos'ha i intenzione di fare? Denunciarlo?" Chiese Josh osservando la mia espressione cupa,
"Josh non posso lo sai cazzo...ho avuto problemi con la polizia, sputtanerebbe tutto se venissero a sapere che ero nel giro" andai verso il bancone del bar e afferrai una bottiglia di scotch,
"Non credo che la soluzione sia il bere" si alzó dalla sedia, il tono apprensivo,
"Josh non dirmi cosa cazzo devo fare" lo rimproverai, quando l'unico coglione in questione ero io.
"James in tutti questi anni ti ho sempre sostenuto, tra cadute e riprese, ma se stavolta vai a fondo io non verrò con te" prese la giacca appesa sulla sedia ed uscii fuori.

Pov. Cindy

Eravamo ancora nella sala d'aspetto, Katy aveva il volto stanco e rigato di nero, si girò per rivolgermi un sorriso tirato e fiacco, la ricambiai, quando il dottore uscii e annui vedendo i nostri visi.
"Per fortuna la pallottola non ha preso nessun organo vitale, è salvo, ma non deve affaticarsi" si tolse la cuffia e ci diede il permesso di entrare.
Era disteso inerme sul letto, troppo piccolo per uno della sua stazza, ci rivolse un sorriso, avevo gli occhi umidi, Katy gli prese una mano baciandogli le nocche, aprii la bocca per parlare ma lei gli premette un dito per farlo tacere scuotendo la testa come per dirgli di non dire niente, potevo vedere quanto lo amasse ancora nonostante lo avesse negato lei,
"Kevin è tutta colpa mia" rivelai sedendomi su una sedia, Katy mi fulminò con lo sguardo, sapevo che non voleva che dicessi quelle cose, ma non ero in pace con me stessa, Kevin mi sorrise,
"No Cindy" aveva il tono di voce affaticato e fievole, il cuore mi si strinse in una morsa, ma sfoggiai un sorriso per non darlo a vedere.
Ormai era mattino, i raggi scaldavano la piccola stanza attraverso le veneziane, ci eravamo addormentati, io ero sulla sedia e Cindy aveva poggiato la testa sul petto di Kevin.
Appena mi alzai vidi Kevin aprire gli occhi, non gli diedi il tempo di parlare che lo precedetti,
"Vado a casa Kevin, ci vediamo dopo" lui annuì, presi la borsa e richiusi la porta della stanza.

Tornai a piedi verso il locale, salii i gradini in ferro facendo scattare la serratura della porta, gettai la borsa a terra, e mi sfilai la maglietta che portavo, avevo bisogno di una doccia, quando mi stavo per avviare nel bagno scorsi una testa nera sul divano e sobbalzai andando a sbattere contro il muro dallo spavento.
James alzò lo sguardo verso i miei occhi per scendere sul mio corpo mezzo nudo, mi parai a malapena con le mani, vidi le sue nubi scure, era preoccupato, girò il viso verso la grande vetrata,
"Dove sei stata?" Era una domanda ma suonava come un rimprovero, come poteva dirmi una cosa simile, quando lui mi aveva a confuso e lasciato sola,
"Non sono affari che ti riguardano" sbottai staccandomi dalla parete per avviarmi nel bagno quando la sua mano avvolse il mio polso fermandomi sul posto,
"Voltati e dimmi dove sei stata" il tono duro e fermo mi fece sussultare e avere il contatto con la sua pelle mi mandava scariche elettriche che dovevo respingere, mi voltai furiosa,
"Lo vuoi sapere? Si? Bene ti accontento, ero andata alla festa di Katy a sorpresa ma la sorpresa me l'ha fatta il tuo fratellastro, a tentato di violentarmi e..." Mi fermai un attimo, il cuore accelerò i battiti, e ripercorrere mentalmente le scene di quella sera mi fecero scendere una lacrima che mi affrettai a scacciare, abbassai lo sguardo verso le mie scarpe,
"Cindy io...guardami, come stai?" Lasciò la presa dal mio polso poggiando il palmo caldo sulla mia spalla fredda, un brivido mi percorse ma non alzai lo sguardo,
"Io si, Kevin mi ha protetto, gli ha sparato ma fortunatamente è salvo" ammisi e sbattendo le palpebre un'altra lacrima fece irruzione sulla mia pelle arrossata. Lo sentii inspirare e si passò una mano sul volto per finire dietro la nuca,
"Cazzo" imprecò a bassa voce, "scusa Cindy io non...ti prego guardami" m'incitò, il tono di voce calmo e preoccupato realmente, scossi la testa mantenendo lo sguardo verso il pavimento, sentii il suo indice sotto il mio mento, quel tocco bastava per scaldarmi,
"Guardami, ti prego, voglio vedere i tuoi occhi" mi alzò il mento e i miei occhi vennero catturati dai sui pozzi profondi, troppo per sapere cosa si nascondeva nel fondo.
Mi passò un pollice sul labbro inferiore che scottava al suo passaggio,
"James io..." Non riuscivo a parlare, il suo tocco gentile e leggero sulla mia pelle che bruciava,
"Cosa mi farai Cindy" lo guardai sgranando gli occhi, le sue nubi erano carboni ardenti, mi sarei incendiata ne ero sicura, scossi di nuovo la testa cercando di parlare,ma non appena aprii bocca le sue labbra s'impossessarono delle mie, facendomi andare a ribattere la schiena contro la parete, mi infiammai a quel contatto, il suo bacio da prima gentile divenne bisognoso, chiese permesso con la lingua e anche se non dovevo glielo consentì, era morbida e calda, la sua mano si posò sulla mia guancia che scottava, per salire lasciando che i suoi diti s'insinuassero tra le mie ciocche, lo sentivo gemere tra le mie labbra, era il suono più eccitante che avessi mai sentito, il mio corpo si stava incendiando, non avevo mai provato niente di simile, le sue labbra morbide e piene le avrei volute sentire su tutto il corpo, mi lasciai andare abbandonando ogni pensiero, aveva preso la mia bocca e forse anche qualcos'altro.

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