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Mi ero addormentata, il sonno era stata più forte di me. Quando mi sveglia vidi il viso di James a due centimetri dal mio.

Era troppo vicino, e il suo profumo mischiato al tabacco e al mio di alcool mi mandava in tilt il cervello, creando una bolla dove c'erano solo i nostri odori e sensazioni.

Provai a ridestarmi, cancellando quel pensiero di noi due di nuovo insieme dalla testa.
Ero anche finita sulla sua macchina, evidente che dovevo proprio aver preso una bella sbornia, il sonno aveva aiutato a farmi tornare un po' padrona di me stessa.

"Buongiorno" sorrise dolcemente, soffiando quelle parole sul mio viso.

"Che fai vicino a me?" Gli chiesi mettendo su una faccia stizzita quanto meglio potevo, anche se tutta quella vicinanza la volevo, volevo forse qualcosa di più.

'Padrona di te Cindy' mi ricordai mentalmente.

"Ti ho riaccompagnato nella tua umile dimora" scherzò fissandomi con quelle nubi troppo intense per non rimanere folgorata.

"Si, me ne sono accorta, intendevo vicino al mio viso, che vuol dire quante cose avrei da dirti?" ribattei raddrizzandomi sul sedile abbassato.

"Non sei Lucida non è il momento di parlare, e poi una certa perla mi ha detto che sono incredibilmente SEXY" calcò quella parola, mettendo su un sorriso compiaciuto.
Sgranai gli occhi, toccandomi le labbra con le dita.
Aveva sicuramente qualcosa di cui parlarmi, se era per quella lì poteva risparmiarsi.
Come cavolo mi era venuto in mente di dire certe cose, maledetto alcool.

"Non ero lucida, hai ragione"ammisi con un certo tono di superiorità.
"Se vuoi scusarmi, torno nella mia umile dimora" affermai facendo delle virgolette immaginarie con le dita.

Aprii lo sportello, quando la sua mano stretta sul mio polso mi fece voltare, ritrovandolo ad un palmo dal mio naso.

"Non sei ancora stabile, ti accompagno io, ti serve un'aspirina" puntualizzò in tono severo.

"Non sei mio padre, non ho bisogno di te, guarda come mi reggo in piedi" ribattei uscendo dalla macchina, divincolandomi dalla sua presa.

Feci due passi soddisfatta, voltandomi verso di lui, quando inciampai sulla ghiaia, sentendo James ridere e scendere dall'auto chiudendola con il pulsante.

Mi tese una mano per aiutare ad alzarmi che accettai sbuffando.

"Piccola perla" mi cinse la vita con un braccio, fissandomi.

Dio se era bello, troppo per essere vero, il corpo ardeva di desiderio di sentirlo dentro di me.

"Non sono più perla da due mesi" ammisi, togliendo il suo braccio dalla mia vita, facendomi aiutare ad entrare in casa.

Salii i gradini con James che mi reggeva da dietro.
Accompagnandomi fino alla camera.

"Mi devo spogliare" affermai guardandolo seria.

"Bene" ribatté sorridente, appoggiandosi al comò. Era evidente che si stava divertendo, ma per me non era così.

"Non lo farò davanti a te" puntualizzai irritata, leggendo desiderio nei suoi pozzi.

Si staccò dal comò avvicinandosi, sfiorandomi la guancia con un dito, chiusi istintivamente gli occhi sotto il suo tocco.

"Come se non ti avessi già visto nuda" sussurrò accostandosi al mio orecchio, lasciandomi un lieve bacio.
Sentii un fuoco divampare dentro, sentivo il cuore accelerare, scalpitando nel petto.

Aprii gli occhi spintonandolo.
"Voltati" puntualizzai, con il desiderio che mi divorava.

Pov.James

STRONG Where stories live. Discover now