Shou || HunHan [CONCLUSA]

By wangiebaexo

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|| Luhan nemmeno si rende conto di essersi incantato. E' bellissimo, sembra arte pura. Il suo respiro si fa p... More

Inizio.
Orgoglio.
Frustrazione.
Tempo.
Sangue.
Giuramento.
Sofferenza.
Marchio.
Pericolo.
Guerra.
Resa.
Lucciole.
Capitolo extra.
Pioggia e Fumo.
Bestia.
Morsi e nostalgia.
Manette.
Controllo.
Progressi.
Verità.
Profumo.
Pericoli.
Neve.
Debolezza.
Cicatrici.
Respiri.
Silenzio
Temporale.
Nebbia.
Fuoco.
AVVISO - NO CAPITOLO

Promesse.

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By wangiebaexo







[DA REVISIONARE]






PROMESSE.






 Quella mattina, Luhan non si sveglia col soffice canto degli uccelli e il leggero rumore delle foglie che strusciano. A svegliarlo sono l'odore di youtiao*, il rumore delle auto che sorprendentemente non lo infastidisce nemmeno un po', e il calore che proviene da dietro di lui. Aprendo lentamente gli occhi, il biondo si sorprende di non aver cambiato posizione mentre dormiva. Di solito, si muove in continuazione. Sarà forse perché avere il corpo di Sehun accanto al suo e il suo viso poggiato praticamente sul retro del suo collo è la posizione più comoda che avrebbe potuto trovare. Sono solamente le otto, eppure sua madre è già in cucina che fa casino per preparare la colazione. Però Luhan non vuole muoversi. Non ne avrebbe proprio la forza mentale dato che Sehun è ancora appiccicato al suo collo. L'Alfa respira sulla sua pelle, facendogli il solletico, e anche se Luhan è molto sensibile al solletico, in questo momento si costringe a sopportare.

Dopo la bellezza di dieci minuti, Sehun si allontana dal suo collo e poggia la guancia sull'estremità del cuscino che hanno condiviso per tutta la notte. Luhan si gira verso di lui lentamente, tentando di essere più silenzioso possibile. Quando si ritrova di fronte a lui, le sue labbra si incurvano piano in un sorriso intenerito. Sehun dorme con un'espressione rilassata e tranquilla, nulla disturba il suo sonno, come se si trovasse a suo agio. Luhan accarezza con lo sguardo i suoi lineamenti perfetti e virili, osservando la mascella ben definita, il naso perfettamente dritto, la cicatrice leggermente visibile sullo zigomo sinistro, le labbra piene e sempre rosse.

Tutto è perfetto di Sehun. Persino le centinaia di cicatrici che marchiano la sua pelle nivea, sono perfette. Luhan le adora una ad una, perché lui adora tutto ciò che riguarda Sehun.

Dopo aver osservato il suo ban per un po', il biondo decide che è ora di alzarsi e dare una mano a sua madre in cucina. Tra l'altro, forse a Sehun sembrerebbe stupido se aspettasse il suo risveglio. Quindi si mette a sedere, sempre pacatamente, e si strofina gli occhi, sospirando piano. Le persiane sono abbassate –che Sehun le abbia abbassate prima di andare a dormire?- a differenza della sera prima, e la stanza è piuttosto buia.

Poggiando pigramente una piede a terra, giù dal letto, Luhan sbadiglia piano.

"Stai qui."

Per un secondo, Luhan crede di esserselo immaginato. Ma quando gira nuovamente il capo verso Sehun, lo vede guardarlo con occhi socchiusi e il capo poggiato sul proprio avambraccio. Il glicine delle sue iridi brilla intensamente, e Luhan si sofferma per qualche secondo ad ammirarlo.

"Devo...devo andare in cucina ad aiutare—"

"Stai qui, saseum," ripete, sta volta con autorità, facendo in modo che il corpo dell'Omega risponda esattamente ai suoi comandi come una marionetta.

Luhan sbatte nervosamente le palpebre più del dovuto, rimettendosi a sedere sul letto con le gambe incrociate. Sehun sta assolutamente abusando del fatto che lo ha in pugno. Dato che è un Omega, la parola dell'Alfa non è solo una legge per lui, ma una sorta di seconda coscienza. Tra l'altro, Luhan non riesce a resistere quando c'è in gioco quel soprannome.

"Perché non posso andare?" domanda masticandosi un labbro.

Sehun sospira stancamente, prendendogli la mano e posandosela sulla propria testa. Chiude nuovamente gli occhi e incrocia le braccia al petto. Luhan lo guarda sorpreso, le dita tremano appena toccano la sua morbida chioma colorata.

"Cosa-"

"Continua." La voce di Sehun è ancora roca per via del sonno, ma ciò fa comunque arrossire il biondo.

"A fare... cosa?" chiede confuso, inumidendosi le labbra.

"Quello che hai appena fatto con le dita, rifallo."

Luhan si arrotola una sua ciocca di capelli tra le dita e gli accarezza la cute con le altre, dolcemente, guadagnandosi un sospiro rilassato dall'Alfa.

"Esatto." Un ringhio rimbomba nel suo petto, ma più che un ringhio di rabbia è un ringhio di approvazione. Un po' come se avesse fatto le fusa.

Sehun continua a tenere gli occhi chiusi, lasciando che Luhan lo accarezzi. E' magnifico poter fare una cosa tanto normale con lui. Gli ricorda che Sehun è esattamente uguale a lui, e non una figura irraggiungibile e violenta. Le sue dita giocherellano con le morbide ciocche, mentre le sue labbra si incurvano in un dolce sorriso. E' una bella atmosfera. Luhan crede di aver persino dimenticato la propria stanchezza, e il fatto che è mattina presto; e lui detesta svegliarsi presto. Adesso esiste solo Sehun.

Ad un tratto, l'Alfa struscia sulle lenzuola e si avvicina a lui, poggiando il capo sulle sue gambe. Luhan congela, sorpreso e imbarazzato. Le sue guance si tingono di rosso mentre osserva il viso stanco del suo ban, che si solleva di poco, tanto per poggiare una guancia contro la sua pancia, quasi accoccolandosi a lui come se fosse un bambino.

"Non ti ho detto che potevi fermarti," mormora serio, incrociando le braccia al petto e rimanendo premuto contro il biondo. Il calore del suo corpo è piacevole, anche se elevato. In più, è un sollievo in una fredda mattinata di novembre. Luhan freme appena, ma riprende ad accarezzargli timidamente i capelli, cercando di non sentirsi nervoso per la loro vicinanza.

Dopo un po' il respiro dell'Alfa si fa più pesante, e la testa barcolla leggermente fino a che non è totalmente premuta contro il suo stomaco. Sehun si è probabilmente riaddormentato, e la cosa sorprende Luhan dato che Kyungsoo gli ha detto che è una persona molto mattutina. Che la propria presenza lo rilassi al tal punto?

"Xiao Lu, ti ho portato la colazione a letto dato che sei troppo pigro per venire in cuci..." Sua madre si ferma sull'uscio della porta, osservando la posizione in cui sono lui e Sehun. "...na."


Luhan arrossisce violentemente, gesticolando impazzito per dire a sua madre di fare silenzio. La donna di fronte a lui inarca le sopracciglia sorpresa, tuttavia rimane zitta. Sehun grugnisce nel sonno quando la mano di Luhan lascia i suoi capelli e il biondo si affretta a riportarla tra di essi, facendolo calmare.

Sua madre ride piano, posando il vassoio con la colazione sul comodino accanto al letto.

"Io e tuo padre andiamo a lavoro, ci vediamo a pranzo, okay?"

Prima di andarsene completamente, la donna gli dà un bacio sulla fronte, facendolo sorridere. Il biondo annuisce, e quando sua madre si è chiusa la porta alle spalle, manda un'occhiata a quello che c'è sul vassoio. Come pensava, c'è un piatto pieno di youtiao appena fatti. Poi ci sono dei baozi*, del latte di soia e un barattolo di Nutella. Sua madre deve aver pensato anche a Sehun, e il pensiero lo fa ridacchiare piano. Allungando la mano libera verso il comodino, acciuffa uno youtiao e lo porta verso la propria bocca, prendendone un morso.

Sehun sembra avere ancora intenzione di dormire, ma Luhan aspetta pazientemente. Non vuole svegliarlo, non ne avrebbe mai comunque il coraggio, in più sembra così rilassato, così tranquillo tra le sue braccia; il suo calore è piacevole e la sua vicinanza fa distendere i nervi anche a lui. E in quel momento Luhan non può fare a meno di pensare che sarebbe bello svegliarsi ogni mattina così, avendo tra le braccia la persona di cui è tremendamente innamorato.






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"Jongin, per l'amor di Fenrir*, alzati. Hai un milione di cose da fare oggi."

Come da copione, l'unica risposta che Kyungsoo ottiene è un grugnito soffocato dal cuscino in cui è premuta la faccia di Jongin. Il maggiore sbuffa spazientito, un ringhio rimbomba nella propria cassa toracica. In qualità di Alfa temporaneo, ha delle faccende da sbrigare. In più, dato che è il suo turno di perlustrare la zona, Kyungsoo non può nemmeno aiutarlo.

"Avanti, Kai!" urla, sta volta premendo un piede contro la sua schiena in modo da scaricare tutto il proprio peso su di essa. Il minore ringhia tra i cuscini, dimenandosi stancamente, come se non sentisse nulla. Perdendo anche l'ultimo briciolo di pazienza, Kyungsoo lo tira per le braccia, facendolo stare sulla schiena, e si mette a cavalcioni su di lui. Jongin ha sempre avuto quest'abitudine di dormire mezzo nudo, e ciò fa si che il maggiore si conceda un'occhiatina ai suoi addominali prima di prendergli le guance tra l'indice e il pollice e tirare forte.

"Cosa-hyung!Hyung!" Jongin urla con la voce roca e impastata dal sonno, ma finalmente i suoi occhi si aprono leggermente.

Kyungsoo sorride vittorioso, incrociando le braccia al petto. Jongin si stiracchia rumorosamente e lo fa barcollare finché non si ritrova con il sedere a terra.

"Ahia." Il più basso mugola leggermente per l'impatto, mentre l'altro si mette a sedere scompigliandosi i capelli con una mano.

"Non ci credo, hyung, sono solo le otto!" Esclama, osservando il piccolo orologio appeso in cima alla tenda di Sehun.

"E' tardissimo! Devi fare almeno cento cose oggi! Compreso il sistemare la tenda di Sehun, altrimenti ti ucciderà quando torna."

Jongin sospira, crollando di nuovo con la schiena tra i cuscini. Con la mano afferra quella del proprio ban, stringendola e accarezzandola col pollice.

"Grazie, hyung. Ti prendi sempre cura di me," mormora dolce, facendo sorridere il maggiore.

"L'ho sempre fatto e continuerò a farlo, Jongin.."

"Lo so. Io non sarò mai in grado di prendermi cura di te..."

Kyungsoo storce le labbra, "a modo tuo lo fai. Adesso alza quel bel culetto e andiamo a fare colazione."

Dopo che si è vestito e ha trovato la forza per affrontare la giornata, Jongin si dirige insieme al proprio ban alla taverna. Si fanno preparare del latte di capra caldo, come erano soliti fare quando erano appena diventati ban. L'atmosfera è tranquilla, calma, e ad entrambi è mancato essere sempre l'uno accanto all'altro. Mentre Kyungsoo è intento a cercare di pulirsi i baffi bianchi che gli ha lasciato il latte, un ragazzo si avvicina a Jongin, dandogli amichevolmente una pacca sulla spalla. Kyungsoo lo ha visto qualche volta. E' muscoloso e di bassa statura, i capelli sono del color delle nuvole e le sue iridi sono bicolore, ambra e cioccolato. Lo vedeva spesso alla taverna con

Jongin, ma non riesce a ricordare il suo nome.

"Guarda chi c'è!" esclama sorridendo, "è da un po' che non ci si vede, piccolo Alfa!"

Jongin si gratta la testa, imbarazzato, "non chiamarmi così."

"Su, su, non fare il timido. Come ci si sente ad avere tutto il potere, eh? Potresti fare quello che vuoi!"

Kyungsoo ringhia leggermente. Non lo conosce, eppure lo sta già facendo innervosire.

"Non ho tutto il potere, devo solo occuparmi del branco."

"Oh, avanti, potresti abbordare chi vuoi solo guardandolo adesso. Potresti avere tutto gratis---"

Jongin manda un'occhiata nervosa a Kyungsoo, "n-non mi interessano queste cose."

Jonghyun sembra genuinamente sorpreso alle sue parole, e seguendo il suo sguardo, incontra quello infastidito del moro.

"Oh, capisco," dice malizioso, con lo sguardo di chi la sa lunga. "Questo è il tuo ban, no? Dev'essere geloso."

Kyungsoo gli ringhia contro, facendolo indietreggiare leggermente. Decisamente non gli piace questo ragazzo. In più, sperava che Jongin mettesse subito le cose in chiaro,
invece sembra imbarazzato. Imbarazzato di essere accanto a lui.

"Ad ogni modo, sta notte io e i ragazzi abbiamo prenotato la taverna. Ultimamente hanno fatto scorta di liquori cinesi di tutti i tipi, non vedo l'ora di assaggiarli tutti. Ci sei?"

E' sicuro che Jonghyun lo stia sfidando. Il suo sguardo continua a incontrare quello di Kyungsoo, malizioso, provocante. Come se sapesse che Jongin non ha mai detto di no a questo tipo di serate, fregandosene di lui.

"Ci sono."

Tuttavia, quello che ferisce davvero Kyungsoo, è questo. Per carità, non vorrebbe mai impedire a Jongin di divertirsi con i suoi amici, anzi. In fondo, è giovane, in più l'essere Alfa lo sta stressando così tanto che un po' di svago gli farebbe proprio bene. Ma di quel Jonghyun non si fida. Ogni volta che stanno insieme, Jongin finisce ubriaco marcio, a letto con qualcuno, o ubriaco marcio a letto con qualcuno. Non è mai stato il tipo di persona che si rende conto di ciò che fa quando bene, e questo lo preoccupa.

Jonghyun sorride vittorioso, dandogli un'altra pacca sulla spalla, "è deciso allora. Ci vediamo sta notte."

"Però," Jongin circonda le spalle di Kyungsoo con un braccio, stringendolo a sé, "viene anche il mio ragazzo."

Jonghyun dischiude le labbra sorpreso, e l'imbarazzo della sconfitta si vede chiaramente sul suo viso. Kyungsoo è altrettanto sorpreso, tuttavia non fa che sorridere, godendosi del calore del proprio ban. Pensava che Jongin non fosse del tutto cambiato, che la sua anima libera e spensierata lo avesse spinto a ritornare come prima, e lui sarebbe rimasto indietro come è già successo. Invece, il sorriso dolce che ha Jongin mentre lo guarda, come per dirgli che va tutto bene, che non ha nemmeno pensato alla possibilità di andare da solo, gli dimostra il contrario.

Jongin sembra davvero determinato a cambiare.






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Yixing ha sempre avuto quella strana abitudine di iniziare a camminare quando è nervoso. Passeggiate lunghissime, a volte così lunghe che lo costringono a dormire fuori dal villaggio. Ecco perché si è ritrovato così lontano dal territorio di Sehun e si è cacciato nei guai.

Non si rende nemmeno conto di dove va, non gli interessa, tutto ciò che pretende è il silenzio e l'abbraccio della natura attorno a lui. Ultimamente, il nervosismo lo fa allontanare in continuazione. Non è una cosa buona, ha dei compiti al villaggio, come stare in tenda a curare i feriti, occuparsi degli anziani e perlustrare il perimetro del villaggio. Tuttavia, la sua mente è altrove. E per altrove, si intende che è sempre rivolta a Suho. Non sa se è per un fatto di orgoglio -d'altronde si sentiva importante ad avere qualcuno che gli dedicasse così tante attenzioni – oppure per qualcosa di più. Magari è vero, non si apprezza mai qualcosa finché non la si perde.

"Lay!"

Una voce che proviene da dietro di lui lo fa tremare leggermente, sorpreso. E' piuttosto lontano dal villaggio, non si aspettava che qualcuno lo avesse seguito per così tanto tempo. Voltandosi lentamente verso la fonte della voce, si ritrova di fronte ad un viso preoccupato. Il che è abbastanza per fargli perdere un battito. Allora è vero che i suoi compagni si preoccupano per lui.

"Minseok..."

Il maggiore si avvicina a lui, col fiatone. Probabilmente ha corso molto per raggiungerlo.

"Stai bene?" E' la prima domanda che gli fa, invece di rimproverarlo per essersi allontanato così tanto.

Lay non risponde, esterrefatto. E' una novità per lui. Soprattutto perché con Minseok non ha mai avuto nessun particolare rapporto. A stento si rivolgevano uno sguardo ogni tanto.

"Sono un paio di giorni che ti vedo così...assente. E tranquillo. Non è da te. Cosa succede?"
Il tono inquieto del maggiore lo fa rimanere a bocca aperta. Non trova parole per rispondergli, non gli è mai capitato di trovarsi in una situazione del genere con qualcuno che non fosse Suho.

Suho...

Ecco perché sento la sua mancanza. Lui c'era sempre per me..

"Io..."

"Sediamoci e parliamone, okay?" Minseok gli poggia una mano sulla spalla, sorridendogli con una dolcezza e con un interesse mai visti.

Sedendosi sulle foglie secche e ignorando il freddo vento invernale, Lay si rende conto di essere nervoso per la prima volta in tutta la sua vita con qualcun altro che non sia Sehun.

"Perché ti interessa?" domanda flebilmente, senza rabbia, piantando gli occhi color sangue in quelli blu dell'altro.

"Perché sei un mio compagno, ti conosco da anni e...dato che il branco è come una famiglia per me, tu sei un membro della mia famiglia. Ho pensato che tu...che tu avessi bisogno di qualcuno con cui parlare."

Per qualche strano motivo, Yixing non riesce a distogliere lo sguardo. Da quando si sente così rilassato in presenza di Minseok? Da quando il suo odore è così buono? Non ci ha mai fatto caso, ma Minseok profuma come un giardino fiorito. Di margherite, in particolare. Il suo profumo lo fa sentire al sicuro, è uno di quegli odori così familiari che ti fanno sospirare di sollievo dopo una brutta giornata. E' strano, magari è perché non passavano mai del tempo insieme, ma non aveva mai fatto caso a quanto la sua presenza lo mettesse a suo agio.

"E poi," aggiunge, "vederti così giù ... non lo so, mi ha fatto stare male a mia volta. In realtà, mi ha sempre fatto male vederti sempre solo e infelice, ma...non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmi. Sembravi sempre così violento e suscettibile e...io non amo le zuffe. Non...non mi piace nemmeno combattere, in realtà."

Minseok si tortura le dita, imbarazzato. Deve essere difficile dire una cosa del genere. Soprattutto quando fa parte del branco di Sehun, che è stato addestrato molto duramente per combattere e uccidere.

"Allora ... perché ti sei addestrato tutti questi anni per entrare nel branco?"

Il maggiore sorride amaramente, "perché io sono in debito con Sehun."

Lay schiude le labbra, sorpreso. In quel momento, si rende conto di non sapere assolutamente nulla dei suoi compagni. Le loro storie, le loro difficoltà, i loro punti di forza. Nulla, non sa assolutamente nulla.

"Penso che tu sappia ormai che anche se tenta di fare il duro in realtà ha un gran cuore. Circa otto anni fa...mi allontanai dalla foresta perché ero curioso di vedere come fosse la città. Ma prima che potessi anche solo vederla da lontano, un gruppo di cacciatori mi avvicinò. Per fortuna ero in forma umana. Mi chiesero se avevo visto dei lupi nella foresta. Lupi di grosse dimensioni, e con occhi di colori insoliti. Subito andai in panico. Loro sapevano, cercavano degli Shou. Probabilmente notarono il mio comportamento, perché subito puntarono i fucili su di me. Mi chiesero dove vivevo, dove si trovavano altri Shou, ma io mi rifiutai di rispondere. Volevano catturarmi, probabilmente per rinchiudermi in gabbia come un mostro e studiarmi. Erano in troppi, quindi non potei fuggire."

Lay si inumidisce le labbra, perso dal dolce tono di voce del maggiore.

"Sehun ti seguì, giusto?"

Minseok annuisce, sorridendo appena."Sehun mi stava seguendo, per fortuna. Lui...l'Alfa in persona, si era preoccupato di seguire un ragazzino stupido e curioso, abbandonando il villaggio solo per accertarsi di riportarmi indietro. Non mandò nessuno. Lui, personalmente, venne a riprendermi."

Yixing rimane in silenzio, poggiando il capo contro il tronco dell'albero dietro di sé.

"Lo so che provi qualcosa per Sehun, Yixing." Il diretto interessato trema visibilmente, strabuzzando gli occhi. Nonostante il tremendo imbarazzo, però, tenta di rimanere calmo e mantenere la sua solita espressione. Non gli passa nemmeno per la mente di smentire ciò che ha appena detto Minseok, il suo istinto gli dice di fidarsi. E' la prima volta che si fida di qualcuno.

"E' per la sua assenza che stai così?"

Yixing lo osserva ancora, riflettendo sulla risposta. Certo, la partenza di Sehun lo ha ferito e ha fatto si che la gelosia lo consumasse pian piano, eppure non è questo il suo problema adesso. Lui stesso si sorprende di aver pensato intensamente solo ad un'unica persona : Suho.

"No. No, non è per...non è per Sehun."

Minseok rimane palesemente sorpreso dalla sua risposta. Storce le labbra, mettendo su un'espressione adorabile.

"E' per..." Yixing sospira piano, ma si lascia comunque andare al proprio istinto, che in questo momento gli sta dicendo che Minseok è degno di tutta la sua fiducia. "E' per Joonmyeon."

Il rosso annuisce comprensivo, ma sta volta non è per nulla sorpreso dalla sua risposta. Regalandogli un dolce sorriso, la sua mano si poggia sulla sua chioma giallastra, scompigliandola con affetto.

Il cuore di Yixing perde un battito. Cosa gli succede? Non dovrebbe emozionarsi per una cosa così.

"Capisco. Ultimamente non ti segue più come un'ombra." Il maggiore sghignazza piano, "e questo ti da fastidio, vero?"

"Non mi da—" Yixing si schiarisce la voce, uscitogli più acuta del solito, "non mi da fastidio. Io...per la prima volta, sento la sua mancanza. Ormai faceva parte delle mie giornate."

"Ma non sembrava fossi tanto entusiasta quando tentava di approcciarti."

Sospirando, Yixing rimane in silenzio. Sa che è molto egoista da parte sua sentire la mancanza solo in questo momento, ma non può farne a meno.

"Sai, Yixing," il rosso incrocia le braccia, espirando piano dal naso, "non puoi far pace con lui se prima non fai pace con te stesso. Non puoi fare qualcosa di brutto e poi pentirtene in silenzio qualche momento dopo. Parla, parla con lui. D'altronde, il suo desiderio era solo questo : che tu gli parlassi da amico ad amico."

"Tu lo sai che è innamorato di me, Minseok."

Il maggiore sorride, divertito, "tutti lo sanno. E' piuttosto ovvia come cosa. Sei tu che sei stato troppo cieco per accorgertene."

"Come posso...parlargli da amico se—"

Un'altra risata lo interrompe, "se davvero non lo ricambi credi davvero che non possiate più parlarvi? L'amore non funziona così, Yixing. Se si vuole davvero stare accanto ad una persona, lo si fa comunque. Certo, fa male, ma ... se è un amore sincero, sopporterà anche quel dolore."

Il tono di Minseok si fa mano a mano più triste e più basso, come se avesse provato tutto ciò sulla propria pelle. Serra le labbra, come se stesse pensando a qualcosa, poi sospira piano.

"Sono sicuro che a Joonmyeon non interessa come starti vicino. Basta solo che lo faccia. Certo, se continui a mandarlo via alla fine convincerà sé stesso che l'unica cosa che può fare per renderti contento è allontanarsi."

Se davvero Minseok avesse ragione, cosa dovrebbe fare lui? Andare di nuovo da Joonmyeon e scusarsi? Mostrarsi debole e dirgli che rivuole le cose come erano prima?

"Avete bisogno l'uno dell'altro, Yixing. Non essere orgoglioso e vai da lui."






❋❊❋❊❋❊❋❊❋❊❋❊❋❊






"Stanotte ritorneremo in Corea."

Luhan annuisce silenziosamente, osservando il vetro appannato della finestra che si trova sopra il divano del salotto. La pioggia è forte, ma tranquilla. Una pioggerella rilassante, niente lampi e tuoni, niente vento. Solo il rumore scoppiettante dell'acqua che sbatte contro il cemento della strada. E' la pioggia che Luhan preferisce, la pioggia che non ti da occasione di uscire, ma ti rende piacevole restare a casa.

Casa.

Si trova già a casa oppure ci tornerà stanotte?

Chi lo sa.

"Cosa farai quando ritorneremo al villaggio?" domanda flebilmente, tenendo lo sguardo fisso sulla finestra. Passa l'avambraccio sul vetro appannato pulendolo con il tessuto del proprio maglione, così da avere una visuale più chiara del paesaggio bagnato di fronte a lui. Anche se ormai ha acquistato abbastanza fiducia da parlare a Sehun serenamente, in modo tranquillo, non manca mai l'imbarazzo. D'altronde, Luhan la timidezza ce l'ha nel sangue. Non è una cosa che si può superare, è un peso di piombo che si porterà dietro a vita.

Sehun lo osserva senza rispondere, aspettando la vera domanda.

"Voglio dire...il villaggio si accorgerà che sono il tuo ban?"

"Non sei ancora uno Shou. Non possono percepirlo a meno che io non ti marchi."

Luhan trema al pensiero di un'altra cicatrice sul suo corpo. Ne avrà così tante, che sarebbe difficile trovare della pelle non rovinata.

"Oh, è un sollievo," mente, sorridendo appena.

Sehun ringhia appena, "durerà comunque poco. Più stai con gli Shou, più il lupo che hai dentro si fa sentire. Il tuo odore continua a cambiare, tra poco lo farai anche tu."

"E allora ... noi due saremo legati per sempre?"

Il solo pensarci, gli fa venire la pelle d'oca. Non per l'emozione, ma per la preoccupazione. Non sarà facile. Non sarà facile essere legati a qualcuno che non vuole altro che liberarsi di te. Sehun non risponde, ma il suo silenzio è una risposta più che comprensibile. E poi, Luhan lo sa già, che deve andare così.

Alzandosi piano dal divano, il biondo si dirige verso la porta d'entrata e la spalanca. Il freddo invernale si scontra subito col calore artificiale di casa, facendolo tremare per l'improvviso cambio di temperatura. Ciò nonostante, avanza piano fino a che non si ritrova fuori e la pioggia cade quasi dolcemente sui suoi capelli, sul suo viso e sui suoi vestiti. La pioggia gli distende i nervi, lava via le sue preoccupazioni.

Sehun è ancora sull'uscio di casa, fermo, che lo osserva. Ha quella estrema e unica qualità di riuscire sempre ad apparire neutrale. Come un volto anonimo di una persona che non esiste. Luhan vorrebbe tanto riuscire a disegnare le espressioni su quel volto anonimo. Bisogna solo avere pazienza, amore, e scegliere con cura le matite da usare.

"Che fai lì dentro, non vedi che piove?" sorride, la pioggia gli cade sulle palpebre, facendogliele sbattere più del dovuto.

L'Alfa serra le labbra, ma espira lentamente dal naso, come se si stesse arrendendo. Lentamente, avanza verso Luhan e si accosta alla sua destra, osservando la strada vuota e bagnata, godendosi l'unica cosa che probabilmente hanno in comune: la pioggia.

Socchiudendo gli occhi, Luhan si gode questo momento, lasciando che la sua pelle assorba l'acqua fredda come se fosse una medicina in grado di non fargli pensare a tutte le situazioni difficili che sta vivendo. Una lieve sensazione di solletico sulla grossa e sensibile cicatrice che ha sul collo lo fa sobbalzare.

"Luhan." Il suo nome detto con la voce di Sehun gli fa sempre venire la pelle d'oca. Piantando gli occhi scuri in quelli glicine dell'altro, il biondo mette involontariamente su uno sguardo confuso. Col pollice, l'Alfa accarezza la sua cicatrice lentamente, osservandola come un pittore osserva uno dei suoi migliori quadri dopo che l'ha finito.

"Non so perché, ma..." Mormora, osservando la pelle rosea della sua cicatrice, le dita che scivolano per via dell'acqua. "Mi metti di buon umore, a volte."

Un sorriso si fa strada sul viso di Luhan senza che lui ci possa far nulla. Vorrebbe tanto urlare di felicità, abbracciarlo e sorridere finché non gli si spacca la mascella. Se c'è una cosa che Luhan desidera con tutto il cuore, è rendere Sehun felice. Sapere di esserci in qualche modo riuscito lo riempie di gioia.

"D'altronde..." mormora il biondo, i capelli bagnaticci che gli si appiccicano al viso, "è questo quello che dovrebbe fare un Omega, giusto?"

"Giusto."

Sehun lo osserva sorridere, e Luhan ha come l'impressione che l'espressione dell'Alfa si sia leggermente ammorbidita. Espira dal naso, poggiando la mano sul capo di

Luhan, in un gesto che gli ricorda quello di un padre fiero di suo figlio. Ovviamente Sehun non sorride, ma c'è qualcosa nel suo sguardo che non ha mai visto prima d'ora.

"Io non mi sbaglio mai," mormora, le labbra bagnate dalla pioggia, "ma forse, potresti non essere tanto male."







❋❊❋❊❋❊❋❊❋❊❋❊❋❊






Quando Yixing si allontana a malincuore da Minseok – diamine, ha un odore così buono, avrebbe voluto restargli accanto un altro po' - , si dirige al villaggio, dove cerca avidamente di fiutare il profumo di Suho. Lui profuma di salsedine, di acqua marina e sabbia. E' un odore molto forte, difficile da non notare, però a Yixing piace.

Almeno il suo odore gli è rimasto impresso, non come le sue azioni, quelle a volte nemmeno le notava.

Una strana adrenalina si fa strada dentro di lui, e improvvisamente parlare a Joonmyeon gli sembra una cosa così facile da fare. A fermarlo, è solo l'imbarazzo di essere dalla parte del torto e il fatto che l'altro sia tremendamente infuriato.

Quando arriva al villaggio, il profumo marino di Suho lo porta sulla riva del fiume vicino ad esso. E infatti, il maggiore è lì, disteso sull'erba, con la testa poggiata sulle lunghe e agili gambe di Tao e gli occhi chiusi pacatamente. Baekhyun è poggiato a sua volta col capo sulla spalla del più piccolo, mentre le sue dita affusolate accarezzano le ciocche scure dei capelli di Joonmyeon.

La scena non lo stupisce; Joonmyeon è sempre stato il più coccolone nel branco, nonostante fosse uno dei più grandi e il suo comportamento fosse uno dei più maturi. Baekhyun non è da meno, anche lui sgambetta qua e là sempre in cerca di qualcuno che lo coccoli, che sia o no il suo ragazzo.

Lay si avvicina piano ai tre in forma canina, gli occhi rossi che scrutano i suoi compagni con attenzione. Tao e Baekhyun sembrano molto sorpresi nel vederlo, e quando Suho percepisce il suo odore i suoi occhi si aprono all'istante, posandosi su di lui. Ossevando le sue iridi di color smeraldo, si rende conto di averne sentito la mancanza.

Brillano come stelle, facendolo incantare.

"Devo parlare con te," dice. Non gli viene in mente una frase più cordiale oppure originale.

Joonmyeon non risponde, ma si mette a sedere e lancia uno sguardo ai due Shou a cui era accoccolato. Questi capiscono immediatamente e, dopo aver sorriso dolcemente a Lay, spariscono dalla loro vista. Non sembravano arrabbiati, nonostante Suho gli avesse sicuramente detto tutto.

"Siediti," mormora il maggiore, accarezzando l'erba accanto a sé. Il suo tono non è arrabbiato, anzi, sembra quasi dolce e premuroso, come lo è sempre stato. Le sue gambe si muovono quasi da sole, e dopo essersi seduto accanto a lui, cerca di trovare le parole. Come si fa a scusarsi? Improvvisamente, prova vergogna per non sapere come si faccia una cosa tanto semplice.

Passano alcuni minuti. Suho non fa nulla, aspetta pazientemente, lo sguardo puntato sul fiume mosso dal vento.

"Come va la ferita?" inizia con calma, tirandosi le ginocchia al petto.

Suho espira lentamente dal naso. "Non era niente di che."

Sospirando sollevato, Yixing osserva con la coda dell'occhio il suo profilo. "Joonmyeon, senti-"

"Yixing." Il maggiore lo interrompe, voltandosi verso di lui con un sorriso che nasconde dietro mille ansietà e una tristezza indescrivibile.

"Se sei qui solo perché vuoi che le cose tornino come prima, non perdere tempo."

"No," mormora Yixing pacatamente, "sono venuto per scusarmi..."

"Lo hai già fatto, mi pare."

"Non come avrei dovuto."

Suho lo osserva, attendendo. I capelli corvini si muovono leggermente per via del vento.

"Sono un disastro, Joonmyeon. Lo so, l'ho sempre saputo," comincia, non riuscendo a guardarlo negli occhi. "Ecco perché ho passato la mia vita a seguire come un'ombra Sehun. Lui, sin da bambino, è sempre stato il mio modello. Anche se ero più grande di lui, non riuscivo a sentirmi superiore. Sehun aveva tutto ciò che io non riuscivo ad avere : coraggio, forza, determinazione, maturità. Ma non ero invidioso, tutt'altro. Mi affascinava il fatto che un semplice ragazzino avesse tutte queste qualità. Senza nemmeno accorgermene, provai ad imitarlo in ogni cosa che faceva. Nel tempo, anche il suo carattere è diventato parte di me. Credo che sia per questo che sono quello che sono."

Il maggiore continua a rimanere in silenzio, con un'espressione comprensiva.

"Non sto dicendo che è colpa di Sehun. Tutti sappiamo che è come un diamante affinato in modo sbagliato. E' solo che io ... lo ammiravo così tanto che non m'importava di affinarmi male a mia volta." Yixing fa una breve pausa, sospirando tristemente, "però adesso mi rendo conto dello sbaglio che ho commesso. I suoi modi di pensare non sono davvero i miei, me li facevo piacere. Costringevo me stesso a rimanere in silenzio quando cacciava i lupi che cercavano ospitalità, mi costringevo a non strizzare gli occhi quando una vita innocente veniva strappata via da lui. Tutto perché ... perché ..."

Delle braccia piccole ma calorose gli si avvolgono al collo, fermandolo. Non sta piangendo, ma il suo tono deve essere stato molto disperato. Il profumo di salsedine lo rassicura immediatamente, e anche se è il primo abbraccio che ha ricevuto dopo anni, stare tra le braccia di Joonmyeon gli sembra come essere a casa. Affondando il viso nei suoi capelli, Yixing ricambia l'abbraccio, circondando la piccola vita stretta del maggiore con le braccia, stringendolo forte a sé tanto da farlo annaspare per la sorpresa. La posizione è così confortevole, che si chiede come abbia fatto a stare anni senza provare mai la sensazione di trovarsi tra le braccia di qualcuno, aspettando che lo facesse una sola persona.

"Perdonami, ti prego."

"Non volevo le tue scuse, Yixing. Tutto quello che volevo era farti rendere conto di tutto ciò."

E' proprio vero che Joonmyeon si preoccupa sempre degli altri. Lo ha ferito, trattato male, eppure lui nemmeno vuole le sue scuse. Si è impegnato per fargli rendere conto

di ciò che stava diventando. Perché gli vuole bene. Perché ci tiene a lui.

"H-hyung," mormora, ed è la prima volta che questa parola gli sfugge dalle labbra, "nonostante ciò io ... io non riesco a distruggere i miei sentimenti per Sehun. Mi dispiace...mi dispiace così tan—"

"Va tutto bene," Joonmyeon, sorprendentemente, si ritrae di poco e gli sorride dolcemente. Non c'è ombra di tristezza sul suo volto, quasi come se se lo aspettasse. La sua mano piccola e calda gli sfiora una guancia, che immediatamente diventa bollente.

"Va tutto bene," ripete, "l'importante è che ... l'importante è che tu stia bene con te stesso, Yixing. Stai con i nostri compagni, sorridi e divertiti. Non posso fare nulla per i tuoi sentimenti, mi dispiace."

La sua premura lo colpisce a fondo. Come può qualcuno essere così altruista?

"E tu?" gli domanda serio, guardandolo negli occhi, "tu come farai con i tuoi?"

Joonmyeon continua a sorridere, anche se adesso si può scorgere una punta di tristezza nel so sguardo. "Nemmeno quelli cambieranno tanto facilmente. Ma finché posso rimanerti accanto ... io sono felice."

Minseok aveva ragione. Amare non vuol dire farlo solo sotto certi termini. Se lo si fa, lo si fa e basta. Lui e Suho sono sulla stessa barca, con la differenza che lui , fin ora, da Sehun ha sempre voluto di più. Certo, gli è rimasto accanto, ma sempre con la speranza di avvicinarsi a lui per poter diventare qualcosa di più. Joonmyeon invece voleva solo prendersi cura di lui, ma non voleva farlo in silenzio.

"Grazie, hyung," mormora Yixing, sciogliendosi sotto il tocco del maggiore, "grazie per rimanermi accanto."

"Non c'è di che. Ma promettimi che dopo questa conversazione tutto cambierà. Non trattare male i tuoi compagni, loro ti vogliono bene. Puoi continuare ad amare Sehun anche se sei diverso da lui."

"Te lo prometto."

E dopo quelle parole, il senso di colpa fa sì che il suo stomaco si attorcigli su sé stesso.






❋❊❋❊❋❊❋❊❋❊❋❊❋❊






"Siete proprio sicuri di non voler rimanere?" Il tono di sua madre malinconico e stanco gli spezza il cuore. Vorrebbe dirgli che sono venuti solo per sapere, ma questo la rattristerebbe ulteriormente.

"Sehun è l'Alfa, mà," improvvisa quindi, "deve tornare dal suo branco..."

Sua madre sospira rassegnata, giocherellando con le bacchette. Si trovano a tavola per la cena, ma c'è un'atmosfera strana da quando ha annunciato che se ne sarebbero andati quella notte stessa. Suo padre continua ad osservare quel poco di riso che tiene incastrato tra le bacchette, sua madre sospira in continuazione, e Sehun mangia quieto, il che è già strano di per sé.

"E tu non puoi rimanere un altro po'? Non siete ancora ban, la distanza non vi farà nulla se è per poco tem—"

"No."

Sehun ringhia appena, decidendo che la cena non lo attira più. Incrocia le braccia al petto , mantenendo un tono autorevole. "Luhan torna con me. Non rimarrà qui da solo."

Luhan trema leggermente, mantenendo lo sguardo fisso sulla ciotola di riso che ha davanti.

"Capisco," suo padre prende parola, annuendo leggermente. "Tesoro, Luhan ha una casa adesso, e non è qui. Adesso è il suo ban che dovrà prendersi cura di lui."

La donna che lo ha messo alla luce è quasi in lacrime, e nulla potrebbe far sentire peggio Luhan. Quando sua madre si alza senza dire una parola e sparecchia la tavola in silenzio, vorrebbe tanto dire qualcosa, ma non ce la fa. Non riesce nemmeno a pensare a qualcosa che potrebbe dirle.

"Luhan, ho pensato che deve essere stato difficile viaggiare nella stiva, quindi..." Suo padre toglie dalla giacca qualcosa, e lo mette sul tavolo, strisciandolo fino a che questo non arriva a Luhan. "Sono riuscito a far fare un passaporto per Sehun."

Luhan strabuzza gli occhi, "papà, come—"

"Non chiedermelo," mormora, passandosi una mano tra i capelli biondicci, dove adesso si possono intravedere anche alcuni di colore bianco.

"Non ... non andrai nei guai, vero?"

"Non devi preoccuparti. Cercate solo di viaggiare come si deve. Ho anche preso i biglietti. Il vostro è a mezza notte."

Luhan annuisce piano, lanciando un'occhiata a sua madre, intenta a lavare i piatti che hanno usato per cenare. Alzandosi in piedi, la raggiunge. Le da una mano in silenzio, asciugando tutto ciò che la donna lava.

"Xiao Lu," sussurra la donna, tenendo lo sguardo fisso sulla spugna di colore verdastro, "starai bene?"

Nemmeno Luhan conosce la risposta, ma per evitare di far preoccupare sua madre ulteriormente, decide di mentire.

"Certo. Perché non dovrei?"

"Sei deperito. Guardati ... avrai perso una decina di chili da quando ti ho visto l'ultima volta. Hai delle occhiaie così profonde, delle cicatrici enormi. Sei proprio sicuro... che starai bene?"

Sospirando, il biondo riposa i piatti puliti al loro posto, "starò bene ..."

In realtà, non ne è così sicuro. E' vero, non dorme più bene come una volta e il suo corpo è ricoperto da cicatrici. Anche suo appetito non è più lo stesso, ma non sa spiegarsi perché. Magari, era solo la frustrazione di non riuscire ad essere ciò che è realmente e quando tornerà andrà tutto bene. Ricorda solo di aver avuto problemi a mangiare sin dai primi giorni che ha messo piede in quel villaggio. Non mangiava se non per estremo bisogno. Però, ultimamente non era così.

"Ti voglio bene, mà."

Sua madre si gira verso di lui trattenendo le lacrime, e dopo essersi asciugata le mani su un panno, lo abbraccia quasi come se fosse l'ultima cosa che possa fare. Luhan stringe l'esile corpo della madre tra le sua braccia, godendosi il suo profumo tanto familiare per un'ultima volta. E anche se lei non lo dice, è ovvio che lo ami più di ogni altra cosa, e non ha mai perso l'affetto per suo figlio.

Dopo aver preparato l'unica valigia che aveva portato con sé, Luhan decide che prenderanno un taxi. Non vuole far muovere i suoi a quest'ora solo per accompagnarli, perché l'aeroporto è piuttosto lontano da casa.

Sapeva che i saluti sarebbero stati difficili, ma non si aspettava che i suoi piedi non volessero muoversi.

"E' stato bello rivederti, anche solo per due giorni," suo padre gli sorride amorevolmente, come era solito fare quando lui era bambino e gli faceva vedere un suo disegno.

"Anche per me, papà." Luhan ricambia il sorriso, abbracciandolo. E' difficile lasciare l' uomo che lo ha sempre protetto e difeso, che ha fatto di tutto per farlo vivere pacificamente. Vorrebbe tanto aiutarlo a sua volta ora, ma non può. Sciolto l'abbraccio, suo padre gli da una pacca sulla spalla, serrando le labbra con gli occhi lucidi.

"Sehun," sua madre avanza verso l'Alfa, rimasto in silenzio e fermo fino a quell'istante. Quando la donna gli afferra le mani e le stringe tra le proprie, Luhan teme il peggio. Tuttavia, Sehun non la respinge. Al contrario, la guarda come se la stesse invitando a parlare.

"Ti prego," sua madre fa di tutto per non singhiozzare, "ti prego prenditi cura di lui."

Luhan deglutisce, volendola fermare. Ma non riesce a muovere un muscolo.

"Lo so ... lo so che la vostra relazione non è delle migliori. So anche che quelle cicatrici gliele hai procurate tu, in un modo o nell'altro."

Come fa a saperlo?

"Non starò qui a sfuriare per quello che hai fatto. Voglio solo che accetti questa richiesta disperata da parte di una madre."

Sehun la osserva senza nessuna espressione in particolare, come se fosse perso.

"Prenditi cura di lui. La città non ha mai potuto dargli una vita felice, tu puoi fare in modo che la foresta lo faccia."

Nessuna risposta arriva dall'Alfa, nemmeno quando sua madre prende a piangere silenziosamente, continuando a stringere le mani di quest'ultimo con disperazione. Luhan prende coraggio e la prende per le spalle, allontanandola leggermente. Non vuole che Sehun si arrabbi proprio quando stanno per andarsene, e sicuramente le suppliche di sua madre lo staranno infastidendo.

E' grato a sua madre per il fatto che si preoccupi per lui, e vederla in questo stato gli fa solo venire i brividi per la colpa. Non sa perché, d'altronde lui colpa non ne ha, solo che non può farne a meno.

"Suo figlio è al sicuro, signora Lu. Mio ... mio padre vorrebbe a sua volta che io mi prendessi cura di lui."

Luhan dischiude le labbra per lo stupore. Sa bene che per Sehun parlare di suo padre è una cosa più unica che rara. Kyungsoo glielo ha detto; Sehun odia quando qualcuno inizia a parlare di suo padre, e a sua volta fa attenzione a non pronunciare mai il suo nome in una conversazione. Probabilmente, farlo lo fa soffrire. Luhan non si sente di decidere se trova questa cosa giusta o no. Lui ha entrambi i genitori, non ne ha il diritto.

Un piccolo sorriso si fa strada sulle sue labbra, e tante domande su come sarebbe potuto essere il padre di Sehun gli gironzolano in mente. Ma ovviamente le tiene per sé.

"Grazie," sua madre tira su col naso, inchinandosi più volte davanti all'Alfa, "grazie infinite."






❋❊❋❊❋❊❋❊❋❊❋❊❋❊






Cosa c'è nella foresta?

Se lo è sempre chiesto. Dal posto in cui si è stabilito, si ha una bella visuale della foresta montana. E' un posto interessante e misterioso, uno di quei posti che sembrano usciti da una fiaba per bambini.

La sua vita è fatta di cammino, elemosina, e richieste disperate. Andarsene dall'orfanotrofio sette anni fa non è mai stata una buona idea. Era giovane, pensava di cavarsela in un modo o nell'altro. E invece, dopo sette anni passati a cercare lavoro e riparo, non se l'è cavata per niente. La Corea è un bel posto, ma niente gli è dato. Nessuno vuole assumere un senzatetto maleodorante e di pessimo aspetto. Molto meglio uno studente a cui non basta la paghetta ingenuo e facile da ingannare.

Dopo così tanto tempo, la vita di strada è parte di lui ormai. Eppure, c'è sempre, dentro di lui, il desiderio di trovare un posto accogliente dove rimanere per del tempo. Il suo record è tre mesi in una casa abbandonata brulicante di ratti e tappezzata di sole ragnatele e polvere. Poi l'hanno demolita, e si è ritrovata a vivere di nuovo al momento.

Sfortunato? Lui lo è tanto. Forse troppo, nell'immaginabile.

La città non lo vuole, proprio come non lo voleva sua madre quando l'ha lasciato davanti ad un orfanotrofio. Magari, la vita non fa per lui.

Ma prima di mettere fine a questa, vorrebbe soddisfare le sue curiosità.

I poliziotti ne parlano sempre, quando non hanno nulla da fare in quella zona. Continuano a ripetere che nessuno ha il coraggio di addentrarsi troppo a fondo nella foresta, perché tutti quelli che hanno provato a farlo non hanno fatto più ritorno.

Stronzate.

Lui lo sa. I poliziotti saranno anche brave persone, ma sono esseri umani, e cedono in fretta. Cedono quasi sempre davanti a una bella mazzetta, per esempio. O davanti ad una stupida leggenda che passa tra le bocche della gente del posto, anche.

Idioti.

Ad ogni modo, lui vuole andarci. Un posto in città, comunque, non lo ha mai trovato. Se dovesse morire in quel posto, non avrebbe nulla da perdere. Almeno, morirà sapendo la verità. Senza rimpianti.

Anche a ventidue anni, la sua curiosità bambinesca non è ancora andata via. E' l'unica cosa che gli è rimasta. L'unica cosa che non ha ancora perso. E non ha intenzione di
perderla.

A piedi ci vorrà qualche giorno, ma può farcela. Dormire fuori è sempre stata la sua specialità, comunque. Ha con sé la sua fedele coperta di colore rosso bruciata ai lati e bucata in alcuni –troppi- punti, il suo cappotto rivestito all'interno con pelliccia sintetica –ancora non può credere che qualcuno lo abbia buttato via, era in ottime condizioni-, e il suo berretto di lana. Nel piccolo zaino rovinato che porta sempre in spalla ci sono qualche scatoletta di tonno, una bottiglietta d'acqua mezza vuota e un coltellino svizzero. Può rimediare qualcos'altro supplicando la gentile cassiera del supermarket di dargli quello che scadrà a breve.

Se la può cavare. Se l'è sempre cavata fino ad ora.























*Youtiao : una sorta di pane fritto. I cinesi ne fanno storpio a colazione.

*Baozi : penso che lo sappiate(?) ma sono ravioli cinesi ripieni di carne e verdure.

*Fenrir : un gigantesco demone lupo della mitologia scandinava. Non c'entra un bel niente con l'Asia, ma concedetemelo.  




















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