Precious (Italian Translation)

By GirlBelieveIt

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"TU NON MI POSSIEDI!" Urlai al massimo dei miei polmoni, spingendolo. Mi spinse violentemente indietro contro... More

-Prologo.
-Views of love.
-Gabriel Edwards.
-The Sweet Smell Of Girls.
-Chiamami Jason.
-Stai attenta.
-Hai paura?
-Ogni volta che ci tocchiamo.
-Non farle del male.
-Chi diavolo sei tu?
-Rapido e silenzioso.
-La disperazione è un'assassina.
-Il Carillon.
-Un classico sbaglio.
-Cattivo.
-Portami indietro.
-Opportunità & Scelte.
-Differenze.
-Inaspettato.
-Dolore nascosto.
-Cose da grandi.
-La caccia ad Afrodite.
-Ho bisogno di sapere.
-La prenderà.
-Come fingere una prima impressione.
-Sfidato.

-Bugie Nere.

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By GirlBelieveIt


"Quindi l'hai semplicemente lasciato lì? Solo?" disse Emma spaventata.

Scrollai le spalle.

"Si, è più o meno ciò che è successo," mormorai.

Avevamo appena finito la lezione di danza e avevo deciso di dire tutto ad Emma. Riguardo come Jason mi aveva riportata a casa dopo l'appuntamento -ma avevo omesso di dirle cosa era successo nella macchina. Riguardo i miei genitori, che erano oh così preoccupati! Riguardo Jason che aveva quasi menato Elliott... Tutto. Era bello dirlo a qualcuno che stava ascoltando. Ora stavo solo sperando che avesse capito.

"Christine!" Emma mi sibilò.

"Cosa?"

"Non vedi quanto significhi per Jason?" disse.

"Vorrei piacere a qualcuno come fa lui con te," sospirò.

Solcai le sopracciglia.

"Hai almeno realizzato quanti problemi ho avuto per colpa di Jason?" sputai.

"Non intendevo in quel senso..." mormorò allora.

"Che hai fatto dopo? Dopo aver iniziato a camminare?" provò di nuovo, cambiando il soggetto.

"Ho solo camminato per un po', ma fortunatamente c'era un bus non così lontano." sospirai.

"Davvero? Ti ha semplicemente lasciata andare, così?" chiese sorpresa.

"No," dissi e sorrisi leggermente.

"Gli ho chiesto di lasciarmi sola,"

Emma pizzicò le sue dita e guardò il pavimento. Faceva sempre così quando aveva paura di farmi arrabbiare.

"Christine... davvero non capisco perché non puoi semplicemente chiedere a Jason, cosa vuole? Intendo, confondi lui e te stessa, quando non riesci a decidere se vuoi che stiate insieme o no?" disse silenziosamente.

Guardai altrove. Certo, stavo confondendo me stessa. Davvero un sacco.

"Solo... Non lo so..." sussurrai.

"Sembra così misterioso," guardai verso di lei.

"Christine, lui è Jason McCann," sussurrò di rimando.

Annuii.

Gettai le scarpette nell'armadietto e iniziai a camminare.

"Cosa sappiamo su di lui?" chiesi mentre andavamo verso la porta per uscire.

"Ho sentito che ha ucciso persone innocenti. E Coraline dice che vende droga giù al Cuffs," sospirò.

"Ma è vero?" la guardai interrogativa.

Scrollò le spalle.

"Non lo so,"

Spinse la porta e la mantenne aperta per me.

"No, devi star scherzando," mormorai, mettendo una mano sotto la scura pioggia grigia.

"Dovremmo fare in fretta prima che peggiori," Emma disse, e iniziò a camminare a passo svelto, con me dietro di lei.

"Stai per andare a casa per parlare con i tuoi genitori?" Emma chiese interessata.

"No, sono fuori con Emily a fare visita a mio nonno," sospirai. Di solito uscivo con loro. Ma ora, era improvvisamente non divertente sedermi a bere tè e giocare a carte.

"Quindi hai la casa per te stessa?" Emma ridacchiò.

"Haha, si," risi, e le feci l'occhiolino.

Arrivammo con passi veloci a casa.

"Sei nervosa per l'audizione per Poinsettia?" Emma sorrise.

"Sì un po', tu?" dissi.

"Si, ma non andrò al ruolo principale comunque," sorrise determinata.

"Perché no?" chiesi sorpresa. Se c'era qualcuno perfetto in quel ruolo come una ragazza innocente, quella era Emma. Aveva quei capelli biondi e quegli occhi azzurri a cui nessuno può resistere.

"Non lo so... Penso solo che non sono abbastanza brava," sospirò.

"Credi in te stessa," le feci l'occhiolino. Lei me lo diceva sempre.

Lei rise e mi abbracciò.

"Ci vediamo domani," dissi, prima di correre entrambe verso le strade separate per andare a casa.

Ero solo a pochi isolati da casa mia quando iniziò a piovere davvero. Ma fui fermata da qualcosa. Una figura familiare era in piedi poco lontano da me. Dimenticalo. Sarei andata a casa bagnata lo stesso, non importa. Dovevo scoprire chi c'era lì, nascosto nell'ombra.

Era Elliott, che voleva parlare con me? O forse Gabriel, che mi stava aspettando, così da poter fare i compiti? No. Nessuna delle opzioni.

"Jason?" dissi sorpresa.

Cosa diavolo stava facendo qui? Fuori, con questo tempo?

Mi guardò e sospirò.

"Cosa ci fai qui fuori?" gli chiesi, appena camminò nella mia direzione.

Mi aspettavo di ricevere un abbraccio o un bacio, ma lui mi passò davanti. Come se fossi un fantasma! Non disse niente, non fece niente.

"Jason?" provai di nuovo.

Era diventato cieco? Sordo? Perché non mi parlava? Era davvero Jason? Sì certo che era lui! Ma cosa stava facendo qui?

"Jason!" sibilai infastidita e afferrai il suo braccio. Non mi piaceva essere ignorata.

"Non mi toccare," sputò.

Ero piuttosto spaventata. Jason non mi parlava in quel modo di solito.

"Cosa c'è che non va?" Chiesi pacatamente.

"Cosa c'è che non va? Cosa c'è che non va?! Christine, tu sei il problema!" urlò.

Rimasi paralizzata.

"Perché?" sussurrai.

Potevo vedere che fosse pentito per avermi urlato addosso. Sospirò teso e fece correre una mano tra i suoi capelli.

"Non so cosa vuoi, Christine." mormorò frustrato e camminò verso di me.

Feci un passo indietro.

"Che intendi?"

"Un giorno fai come se fossimo tutto l'uno per l'altro, e il giorno dopo..." sospirò.

"Non avrai niente da fare con me. Non so cosa fare per renderti felice," mormorò.

Sono sicura che Jason l'abbia detto con bontà. Che non sapeva come fare per rendermi felice. Ma il modo in cui lo disse lo fece suonare egoista. Come se fosse tutta colpa mia.

"Oh quindi è colpa mia?" sputai di rimando, e feci un passo indietro.

"Non ho detto questo!" Jason sibilò determinato.

"Quindi cosa stai dicendo?" sussurrò.

"Che mi stai confondendo! Porca puttana Christine," mormorò.

"Lo so," dissi silenziosamente. Mi guardò sorpreso.

"Dovevo solo pensare a tutto questo..." tirai su col naso.

Mi girai per andarmene, ma Jason mi tirò indietro.

"Non scappare dai tuoi problemi, Christine!" sibilò.

"Dimmi cosa fare! Dimmi cosa c'è che non va!" gridò.

"HO PAURA DI TE!" urlai.

BOOM. Era arrivato. Qualcosa che avevo mantenuto segreto. Per lui e per me stessa. Fu come una bolla che era scoppiata. Potevo respirare di nuovo, e un sospiro di sollievo scappò dalle mie labbra, sebbene sapessi che l'incubo iniziava adesso.

"Cosa?" Sussurrò lui spaventato.

"Non so se tu puoi forse-forse-farmi di nuovo del male!" Urlai e cominciai a camminare all'indietro.

"Ho detto che mi dispiace!" Gridò Jason e buttò le braccia in aria.

"MA IO NON VOGLIO PROMESSE" gli urlai.

"Io voglio i fatti," piansi, mi girai e sparii dalla sua vista.

Sentivo come la pioggia cercava di farmi annegare mentre correvo nella direzione di casa mia.

"CHRISTINE!" La voce di Jason urlò da qualche parte dietro di me.

Io continuai lo stesso a correre. Potevo sentire i suoi passi arrivare più vicini, però mi rifiutavo di arrendermi. L'adrenalina era la mia migliore amica ora, la mia unica amica. Ma lui era più veloce. Anche se pensavo di essere veloce, lui era sempre un passo davanti a me. Sempre un passo avanti.

"Christine," disse lui, aspirando affannosamente per dell'aria. Afferrò il mio braccio, e a questo punto non avrebbe voluto lasciarlo.

"Spiegami cosa vuoi! ORA!" Urlò.

Mi fermai davanti a lui e gemetti frustrata.

"Dimmi!" Continuò.

"Voglio qualcuno di cui fidarmi! Qualcuno che mi dica che sono bella! Qualcuno che mi protegga," piansi e guardai a terra.

"Ed io potrei essere quel qualcuno? Eh? Ho un'opportunità?" Lui urlò, cercando di farsi sentire sopra il suono della pioggia.

Esitai per un momento. Ma sapevo già la risposta.

"Certo che puoi!" Piansi e guardai verso lui.

"Come posso provarti, che ti puoi fidare di me?" Chiese Jason sconvolto. Era zuppo e i capelli erano appiccicati su ogni lato della sua testa.

Lo fissai per un periodo di tempo lungo. Lui ricambiava con lo sguardo interrogativo.

Era ora Christine.

"Mostramelo," dissi troppo piano affinché potesse sentire sopra la pioggia.

"Cosa?" Gridò. Da qualche parte dietro di noi, arrivò un forte schianto. Tuono.

"Mostrami che mi ami!" gridai il più alto possibile.

In questo secondo era come se la pioggia fosse cessata. La pioggia nel mio mondo. Tutto era offuscato ad eccezione di Jason. Lui mi afferrò da terra ed io allacciai le mie gambe intorno a lui.

Mi spinse contro una siepe, prima che le sue labbra fossero incollate alle mie.

Infilai le mani nei suoi capelli ed emisi un gemito frustrato, quando la sua lingua cominciò a ballare con la mia. Era fantastico.

"Jason," ansimai quando le sue mani cominciarono ad andare verso il mio culo e lo strinse dolcemente.

"Piccola," lui gemette nel bacio e mi spinse ulteriormente contro la siepe.

Presi le sue guance tra le mie mani e le accarezzai con i pollici.

Allontanai le mie labbra dalle sue e guardai la sua bella faccia. Ci sorridemmo a vicenda.

Saltai giù dalle sue braccia, lo presi per mano e lo tirai con me verso casa mia.

Armeggiai con le chiavi prima di trovare finalmente quella giusta, e lo spinsi dentro.

Rapidamente mi riprese in braccio e trovò le mie labbra. Si fiondò in corridoio con me in braccio, mentre eravamo carichi di adrenalina, fino a quando non trovò finalmente la mia stanza. Tirò la porta aprendola e richiudendola velocemente dietro di noi.

Mi posò giù sul letto, seguendomi a ruota.

Ci posammo. Il pesante corpo di Jason saldamente premuto contro il mio. Inzuppato dalla pioggia, ma riscaldato dall'amore.

"Dimmi che mi ami," sussurrò lui tra i baci sul mio collo.

"Ti amo," sussurrai di rimando, e passai una mano tra i suoi capelli bagnati.

"Finalmente," sospirò, cercando il mio punto debole.

Ridacchiai e lo accarezzai amorosamente sul collo.

Improvvisamente Jason si mise a sedere, e guardò a disagio intorno.

"Qualcosa non va?" Sussurrai, mettendo una mano sulla sua spalla.

"Ho paura di farti male," ringhiò, e guardò il muro.

Gli sorrisi e mi sporsi in avanti per dargli un bacio sulla guancia.

"Io no. So che ti prenderai sempre cura di me," gli sussurrai all'orecchio.

Guardò imbarazzato verso di me.

Gli sorrisi di rimando.

Potevo sentire il suo amore per me. Splendeva fuori da lui.

Aveva mostrato di amarmi. Ora era il mio turno di mostrargli che si poteva fidare di me. Che non avrei cambiato la mia idea di nuovo, ma che lo amavo. Una parola forte, che viene usata per tante cose.

Con un sospiro, mi spostai un po' lontano.

Inclinò la testa e mi guardò perplesso.

Con un gemito teso, tirai la maglietta sopra la mia testa.

Jason sembrava rapito da me, prima che il suo sguardo scivolasse sul mio torso nudo. Con addosso solo il mio reggiseno nero, gli mostravo qualcosa che abitualmente non mi piaceva mostrare agli altri. Il mio seno. Non era così grande, ma era quello che avevo. E se non fosse stato soddisfatto di esso, era meglio che lo sapessi adesso. Perché se non fosse stato soddisfatto, non se lo meritava.

"È il tuo turno," sussurrai.

Mi sorrise, prima di sfilarsi la felpa da sopra la testa.

Gemetti alla vista del suo stomaco allenato. I suoi pettorali erano enormi, così come i suoi addominali marcati. Volevo toccarli, ma dovevo controllarmi.

Con qualche difficoltà, tolsi i pantaloni. Indossavo un semplice perizoma nero, il che non era esattamente il più grande spettacolo di colore, anche se Jason sembrava più che esaltato.

Non avevo mai usato reggiseni push-up così questo era tutto mio. Il modo in cui avevo voluto che Jason mi guardasse. Mi dispiaceva per le ragazze che si sentivano in dovere di mostrare qualcosa che non avevano solamente perché volevano delle attenzioni dai loro cosiddetti fidanzati.

Buttai i vestiti bagnati sul pavimento, e guardai esitando Jason. Assomigliava a qualcuno in trance.

Rapidamente si leccò le labbra, prima di tirarsi giù i pantaloni dandomi la vista dei suoi boxer grigi. Oddio, non potevo mentire quando vidi la forma del suo pene dietro le mutande. Era enorme.

Lentamente strisciai verso di lui e mi sedetti sul suo grembo. Era appoggiato contro la testata del letto, con le mani sui miei fianchi.

Dovevo controllarmi, dall'abbassare di nuovo il mio sguardo sul suo cazzo. Invece, misi le mani sul suo stomaco. Le feci scorrere su e giù per il suo corpo tonico mente lui gemeva impressionato.

"Sei bellissima," sospiro Jason.

Sorrisi timidamente e distolsi lo sguardo.

"Ehi," disse piano, e sollevò il mio mento, costringendomi a guardarlo.

"Non puoi imbarazzarti ogni volta che ti dico di essere bellissima. Abituatici" mi fece l'occhiolino. Sorrisi e lo baciai.

Appoggiai la testa contro il suo petto e sbadigliai.

"Vuoi che ti infili dentro?" Jason rise e mi diede una pacca sulla schiena.

Annuì e sorrisi a me stessa.

"Vieni qui," mormorò e sollevò il mio corpo tra le sue braccia tatuate.

Gentilmente posò la mia testa sul cuscino, mi baciò la fronte, prima di mettermi addosso la coperta. Si alzò dal letto e raccolse i pantaloni.

Lo guardai con stupore.

"Cosa stai facendo?" Gli chiesi.

Mi guardò confuso.

"Non dovresti essere qui e prenderti cura di me?" Mormorai, facendogli i miei occhi da cucciolo.

"Pensavo che non ti sarebbe piaciuto se avessi dormito qui," sussurrò. Dio, non era adorabile.

"Non voglio dormire senza di te," sorrisi dolcemente.

Mi sorrise e si sdraiò accanto a me. Mi guardò per un po' prima che finalmente aprisse le sue braccia per me. Spensi la luce, e mi rannicchiai nel suo sicuro abbraccio.

Ci sdraiammo e coccolammo per un po'. Non avevo mai dormito così con un ragazzo. Ero contenta che Jason fosse il primo. Mi sentivo così bene.

"Jason?" Dissi dopo un po'.

"Mm?" Borbottò, giocando con i miei capelli.

"Tu sei un criminale, non è così?" Chiesi tranquillamente.

Speravo di non rovinare la bella atmosfera, ma non potevo trattenermi ancora.

"Si," sospirò, e portò le sue braccia attorno a me. Pensavo fosse solo impaurito della mia reazione come io lo ero della sua.

"Hai mai ucciso qualcuno? Come Scapgot?" Sussurrai.

-Flashback-

"Alzati immediatamente, Christine." Sputò fuori ogni parola. Ma non mi sarei arresa.

"Per favore non farlo Jason, per favore." Non sapevo se l'aveva sentito. Ma pregai con fervore che non avrebbe ucciso l'uomo.

Nei tre secondi dopo Jason aveva preso Scapgot per i capelli e iniziò a trascinarlo nella foresta.

Scapgot urlò per il dolore, e provai invano a fermare Jason.

-Fine Flashback-

Chiusi gli occhi, e mi rannicchiai più vicina a Jason nel suo abbraccio sicuro. Odiavo pensarci. Non sembrò aver scosso Jason. Rise.

"Non ho ucciso Scapgot," disse poi.

Alzai la testa stupita.

"Cosa?" Sussurrai.

"Non l'ho ucciso," Sospirò Jason.

"Si l'hai fatto! L'hai portato con tè nel bosco! Non ti ricordi?" Protestai.

"Certo, ma c'era questa ragazza che pregava e supplicava, e diceva che non avrei dovuto ucciderlo," borbottò, e strofinò il naso tra i miei capelli.

"Così non l'hai ucciso... Perché ti ho detto di non farlo?" Sussurrai.

Ero scioccata. Jason non l'aveva ucciso?

"Proprio così," Sospirò.

"Ma ho sentito lo sparo!" Continuai. Era così surreale.

Rise e baciò la mia fronte.

Jason P.O.V.

"Giusto," Risi.

"Ma quando ho visto quanto eri spaventata..." Sussurrai.

Si portò ulteriormente più vicina a me e mise le braccia attorno al mio collo.

"Raccontami cosa è successo," sussurrò, baciandomi il petto.

-Flashback-

"Ma gli stai facendo del male." Sussurrò Christine a sua volta.

"No merda Sherlock." Ridacchiò Dakota.

Christine mi guardò disperatamente. Io la fissavo furiosamente.

"Alzati immediatamente, Christine." Le sputai. Come cazzo faceva a preoccuparsi per lui? Ma non si sarebbe arresa.

"Per favore non farlo Jason, per favore." Sussurrò. La rabbia mi stava ribollendo dentro. Non voleva obbedirmi.

Nei tre secondi successivi avevo preso Scapgot per i capelli e iniziai a trascinarlo nel bosco. Tempo di vendetta.

..."Per favore non farlo Jason, per favore,"....

Chiusi gli occhi. Non poteva solo fottersi la sua voce?

Guardai Scapgot che si stava contorcendo per il dolore. Perché le importava? Perché era così spaventata? Guardai oltre la mia spalla, e potei vedere che Gabriel aveva le braccia attorno a lei. Sembrava terrorizzata. Aveva bisogno di me.

Spinsi Scapgot a terra di fronte a me.

"Hai 3 secondi prima che io ti faccia saltare la testa," Sussurrai.

Mi guardò terrorizzato. Ma la sua paura non mi fece alcun effetto.

"1," Cominciai a contare. Scapgot provò ad alzarsi ma ricadde presto al suolo.

"2,"

Si alzò in piedi e corse nel bosco.

"3," Sibilai tra me e me, e sparai ad un albero che gli era vicino. Cadde a terra e si nascose dietro gli alberi per ripararsi. Risi a me stesso.

Babbeo.

Guardai a terra. Era la prima volta che lasciavo andare qualcuno. A causa di una ragazza? Speravo che non avrebbe rovinato niente in seguito.

-Fine Flashback-

"Così ti eri già innamorato di me?" Christine sogghignò e alzò la testa.

Scrollai le spalle.

"Forse," Borbottai.

"Forse? Forse?" Rise e morse giocosamente il mio naso.

Ridacchiai e le sorrisi.

"Ma gli altri ragazzi sono andati nel bosco per recuperare il suo corpo," Aggrottò le sopracciglia.

"Ahah si... Beh, penso che sapessero perché non c'era nessun corpo, perché non hanno chiesto niente a riguardo," Borbottai.

Con un sospiro poggiò la sua testa sul mio petto.

"Perché non mi hai semplicemente detto che mi amavi già," sussurrò. Non sapevo se avrei dovuto sentirlo.

"Perché-" Balbettai.

"Non so veramente come far sentire le altre persone amate,"

Mi guardò con occhi tristi. Con un sospiro, accarezzai la sua guancia con la mia mano. Poteva vedere che era un argomento troppo difficile di cui parlare per me in quel momento. Questo era il motivo per cui lei significava molto per me. Poteva vedere attraverso me.

"Non mi sono mai sentita così amata," Sussurrò nel mio orecchio. La sua voce era dolce. Calmati Jason. E il suo corpo quasi nudo... Non poteva almeno masturbarmi o qualcosa... No dovevo restare calmo, prima che avessi un'erezione e rovinassi tutto. Di nuovo.

Con un sospiro poggiò di nuovo la testa sul mio petto.

"Buona notte Jason," Mormorò, e si rannicchiò contro di me.

"Buona notte," Sbadigliai e portai le mie braccia attorno a lei.
Finalmente. Finalmente, era mia. Solo mia.

~NDT~
-con dailybiebs e salvatadajustin -
Spero non ci siano errori e mi scuso se ne trovate, inoltre vi volevo chiedere di passare al libro di grafiche -Graphics- di Ana, che trovate sul profilo dailybiebs ;
Non dimenticate di cliccare la stellina e/o lasciare un commento!
Alla prossima :)

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