Bale || h.s ||

By eyesofzayn

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Shaylee non è una ragazza come le altre, lei è diversa. Diversa solo per non avere le stesse forme e curve de... More

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ATTENZIONE A ME

chapter one

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By eyesofzayn


Non mi sentivo pronta per varcare la soglia di quell'orribile scuola.

Orribile non per il fatto che è una scuola, per alzarsi la mattina presto, per fare i compiti il pomeriggio e subire le lamentele dei professori.

Orribile per me.

Perché? Beh, non sono una di quelle ragazze stupende con curve perfette che non hanno problemi.

Sono l'esatto contrario. Non sono obesa, ma quasi, ho gli occhiali da vista e tutti a scuola mi prendono in giro.

Ma purtroppo questa è la mia vita, e non posso fare niente per cambiarla.

O quasi.

-

«Shay, sei sveglia?» la porta della mia camera si aprì ed entrò mia madre, sorridente come tutte le mattine.

Non ho mai parlato a mia madre di ciò che mi capitava a scuola, e se più di qualche volta tornavo a casa con qualche livido inventavo scuse, del tipo 'tranquilla mamma, sono solo caduta' e lei rimaneva in silenzio non facendo più domande.

Mugolai qualcosa in risposta e mi tirai su col busto, prendendo gli occhiali dal comodino e indossandoli.

«Preparati, ti aspetto di sotto» accennò un sorriso e chiuse la porta dietro di se.

Portai una mano davanti alla bocca e sbadigliai, tirai fuori i piedi dal mio amato letto e mi alzai dirigendomi verso il bagno.

Mi guardai allo specchio e legai i miei lunghi capelli castani, togliendo gli occhiali e posandoli sul lavandino.

«Perché non posso essere come loro?» sussurrai a me stessa, cercando qualcosa di carino in me.

Ripetevo la stessa azione ogni mattina, mi guardavo allo specchio e mi chiedevo il perché ero cosi, senza ricevere alcuna risposta, ovviamente.

L'unica persona che diceva di essere carina era mia madre. Mio padre e mia madre si sono separati e ho perso i contatti con lui. Alcune volte so qualcosa di lui perché vengono i carabinieri di casa che lo cercano, e mia madre ogni volta ripete che non vive più qui con noi.

Scossi la testa e continuai ciò che stavo facendo.

Uscii dal bagno e tornai nella camera, posizionandomi davanti all'armadio e scegliendo qualcosa di carino da mettere.

Non avevo molti vestiti dato il mio eccesso di grasso sul mio corpo. Indossavo sempre i soliti: jeans, felpa e giacca con delle scarpe senza marca.

Odiavo indossare i leggins per le mie gambe enormi. Avevo paura di essere giudicata, anche se era quello che facevano ogni giorno.

Scelsi i soliti vestiti e li indossai, tornai in bagno e pettinai i capelli, applicando un po' di mascara.

Non mi truccavo eccessivamente, non ne avevo bisogno, odiavo il mio aspetto e di certo un po' di trucco non lo avrebbe cambiato.

Presi il cellulare, le cuffie e lo zaino e scesi giù.

«Sono pronta» dissi non appena entrai, e trovai mia madre seduta al tavolo della cucina intenta a fare colazione.

«Non mangi nulla?»

Scossi la testa in risposta, «ti aspetto fuori» e cominciai a dirigermi verso la porta.

Non facevo colazione per evitare di mangiare troppo e, chissà, magari perdere qualche chilo finalmente.

Dopo pochi minuti arrivai davanti a quel posto che tanto odiavo.

Non avevo amici, ero completamente sola. Solo io e la musica.

Nessun altro.

«A più tardi tesoro» mi diede un bacio sulla guancia e scesi dall'auto, dirigendomi verso l'interno dell'edificio.

«Guarda, è arrivata la cicciona»

«Shaylee hai mangiato oggi? O dovrò nascondere la mia colazione per evitare che me la ruberai?»

«Ma indossa sempre gli stessi vestiti?»

«Shaylee, aggiornati.»

Questo e anche altro è ciò che devo sentirmi ogni dannatissimo giorno.

Un continuo di battute, frecciatine e risolini.

Entrai nella scuola e mi diressi al mio armadietto, evitando tutti i commenti che mi erano appena stati fatti.

E poi, eccolo li.

Harry Styles.

Il ragazzo più bello dell'istituto. Alto, muscoloso -era chiaro che andava in palestra- e gambe snelle che invidiavo persino a lui. Occhi verdi in cui ti ci puoi perdere e capelli castani ricci, da non dimenticare il sorriso mozzafiato e le adorabili fossette che spuntano ai lati della bocca.

Era davvero bellissimo.

Avevo una cotta per lui da un anno e mezzo circa, ma chi poteva mai ricambiare per una come me?

E ciliegina sulla torta, era uno di tutti quelli che mi picchiavano e insultavano.

Essere picchiati dal ragazzo dei tuoi sogni. Grandioso.

Era li in tutta la sua bellezza. Indossava dei semplici skinny neri, t-shirt bianca a maniche corte e sulla spalla destra aveva appoggiata una felpa, e stivaletti marroni un po' consumati.

Era in compagnia dei suoi amici Zayn Malik, Niall Horan e Louis Tomlinson, che partecipavano anche loro a ciò che subivo.

Ed ecco poi che arrivava la troia della scuola.

Diana Thompson.

È per colpa sua se tutta la scuola mi insulta e alcuni di loro mi picchiano. Ha iniziato lei. Per un motivo a me sconosciuto.

O forse perché voleva prendersela con la 'sfigatella della scuola'.

Mi derideva ogni singolo giorno, dal primo in cui misi piede in questa scuola fino ad'ora.

E no, non era una bella situazione.

Per fortuna non sa che soffro di attacchi di panico, sono claustrofobica, ho paura degli spazi chiusi e mi sento mancare l'aria.

Non lo sa, o a quest'ora non sarei qui.

Anche se sarebbe meglio.

«Guarda lì» sentii sussurrare da quest'ultima, mi voltai e vidi che indicava me al suo gruppo, tra cui c'era anche Harry.

Li vedevo ridere, imitarmi e ancora ridere.

Ed io ero qui, con l'anta dell'armadietto aperta e col viso girato verso quest'ultimo per evitare di vederli.

«Ehi cicciona» quella voce roca e profonda che nonostante tutto mi causava i brividi, era a pochi passi da me.

Non mi voltai, sapevo cosa doveva fare.

E infatti, li sentii ridere e con la sua grande mano prese una ciocca di capelli e me li tirò duramente, facendomi mugolare dal dolore.

Ridevano. Non facevano altro. Ridevano di me ed io subivo senza mai ribellarmi.

«L-lasciami, t-ti prego» balbettai sentendo le lacrime arrivare e portai le mie mani sulle sue per far si che allentasse la presa.

«Cosa c'è, ti faccio male per caso?» e tirò ancora più forte.

«Rispondimi.» disse duro.

«S-si» tirai su col naso e alzai gli occhi al cielo per evitare quel momento di debolezza davanti a loro.

«P-per favore» detto ciò finalmente mollò la presa e se ne andò ridendo ancora, fiero di ciò che aveva fatto.

Come potevo essere innamorata di un soggetto come lui?

Presi un fazzolettino e asciugai le lacrime che si erano formate agli angoli degli occhi, sistemai di nuovo i capelli e presi il libro di chimica per poi dirigermi in classe.

-

Non avevo voglia di fare lezione nonostante chimica fosse una delle materie in cui ero abbastanza brava, ma non riuscivo a togliermi le immagini di ciò che ho subito in tutti questi anni, dalla mia mente.

E la cosa peggiore era che non ne parlavo con nessuno, neppure con mia madre.

Non avevo amici, quindi non potevo sfogarmi con nessuno se non con me stessa.

Sulle mie braccia, e talvolta anche sulle gambe.

Credo sappiamo tutti di cosa sto parlando.

«Evans, può ripetere alla classe ciò che ho appena detto?»

Grandioso, ci mancava solo lei.

Alzai di scatto la testa per guardarla mentre lei, appoggiata alla cattedra con le braccia incrociate, ricambiava il mio sguardo.

«Allora?»

«Io..» esitai qualche secondo, sentivo gli occhi di tutti quelli della mia classe addosso e per la vergogna, la mia faccia assunse un colore simile o anche peggio al rosso di un peperone.

«Cicciona imbranata» sussurrò ancora quella voce roca, e tutti iniziarono a ridere.

Mi strinsi nelle spalle per evitare ancora una volta che le lacrime cedessero, e tirai su col naso.

«Che piange sempre» aggiunse un'altra voce, quella di Zayn.

«Styles, Malik, smettetela.» li rimproverò la professoressa.

«Cosa? Non stiamo facendo niente» alzò le mani Harry, in segno di innocenza.

«Stessa cosa per me» continuò Zayn.

Vidi la prof lanciare un'occhiataccia ad entrambi e sentii uno sbuffo provenire dai due.

Abbassai la testa sul libro e lasciai che qualche lacrima cadesse.

-

Saltai l'ora di pranzo e rimasi in classe, con le cuffie ad ascoltare qualche canzone che mi tirasse su di morale, anche se invano.

Suonò la campanella della fine delle lezioni e iniziai a tremare.

Ora avevo davvero paura.

Alla fine di ogni lezione mi aspettava la mia 'lezione', chiamiamola cosi, dove tutti si mettevano in cerchio ed io al centro, e venivo picchiata e pestata da alcuni di loro.

Lasciai il telefono nello zaino per evitare che si rompesse e mi alzai, dirigendomi verso l'uscita.

Mia madre non veniva mai a prendermi da scuola perché il suo turno di lavoro finiva alle tre del pomeriggio, ed io ero costretta a tornare a casa a piedi, se ce l'avrei fatta.

Aumentai il passo per evitare che tutto ciò accadesse, ma una voce, quella voce mi fece rabbrividire.

«Dove credi di andare, Shay?»

Rimasi li, impalata nel bel mezzo del piazzale della scuola.

«Avanti, vieni qui. Non fare finta di non sapere cosa ti aspetta.»

Mi voltai lentamente e vidi Harry, Zayn, Louis e Niall e molti altri compagni che mi aspettavano.

Harry mi fece cenno di avvicinarmi e con molta lentezza, feci ciò che mi era stato detto.

Lo facevo per il semplice motivo che se sarei rimasta lì, ferma, avrebbe solo peggiorato la situazione.

«Allora, Shaylee. Sei pronta?» si schioccò le dita delle mani e venne verso di me.

Non risposi.

«Avanti, ragazzi, andiamo.»

Vennero verso di me e si misero in cerchio, tutti con un sorrisetto sul viso che non prometteva niente di buono.

Harry era davanti a me.

Fece come un segno e cominciarono a tirarmi i capelli e a darmi schiaffi e pugni. Mi spinsero con violenza e caddi per terra sbattendo la testa sull'asfalto.

Mugolai dal dolore e portai la mano alla testa, sentii un bruciore assurdo e toccai quella parte, sussultai dal dolore e vidi che mi usciva del sangue.

Continuarono a pestarmi, darmi calci nello stomaco e un pugno dritto sul naso, dove cominciò a fuoriuscire del sangue anche da li.

Poi arrivò Diana, che si fece spazio tra Harry e Niall.

Diede un bacio sulle labbra ad Harry e poi venne verso di me.

«Ti esce sangue, Shay?»

«Quanto mi dispiace.» aggrottò le sopracciglia e finse una faccia dispiaciuta, e mentre un sorrisetto appariva sulle sue labbra, avvicinò la mano ai miei capelli e li tirò con forza facendomi sbattere la testa sul terreno.

Urlai dal dolore e la pregai di smetterla mentre varie lacrime rigarono il mio viso, ma invano dato che continuò varie volte e prese a darmi schiaffi sul viso e farmi pizzicotti tanto forti da far uscire lividi.

«Diana.» era Harry.

«Diana smettila.» ma non capiva ragione e continuava a procedere, aprii di poco gli occhi e vidi un Harry dispiaciuto?

Nah, era una mia impressione.

Con la sua grande mano fermò Diana bruscamente dopo che le aveva detto svariate volte di smetterla e presero lo zaino che era per terra per poi andarsene.

Mi girai intorno per capire ciò che era appena successo e a stento cercai di alzarmi.

Nessuno mi aiutava.

Mi voltai e vidi un ragazzo che da lontano mi osservava, ma che comunque non disse una parola e accennò un sorriso dispiaciuto prima di sparire anche lui.

Recuperai lo zaino e presi un fazzolettino dalla tasca per fermare il sangue che usciva da un punto della testa e dal naso.

Non appena arrivai a casa ringraziai mentalmente il fatto che mia madre non ci fosse, a volte amavo il suo lavoro che la intratteneva cosi tanto.

Corsi di sopra piangendo e tamponai la ferita dietro la testa con dell'ovatta e un disinfettante.

Non appena notai che il sangue non usciva più, chiusi a chiave la porta del bagno e mi sedetti a terra con le spalle alla vasca da bagno.

Presi una lametta che portavo sempre con me, alzai le maniche della felpa e iniziai a tagliare.

Avevo quella lametta per puro caso. Avevo rotto il tempera matite e ne ricavai solo quella, assicurando mia madre che l'avessi buttata.

Lo facevo da anni ormai, sfogavo il dolore che subivo sui miei polsi, era come un'amica, o forse l'unica.

Ogni volta mi chiedevo solo una cosa: perché?

Perché mi fanno tutto questo? Perché mi odiano cosi tanto da picchiarmi e umiliarmi? Perché? Cosa ho sbagliato? Cosa c'è di sbagliato in me.

Tutto. È tutto sbagliato in ma, ed era questa la verità.

Helloo!
Come vedete ho cominciato con una nuova ff e niente, diciamo che mi ispira molto e mi sento abbastanza protagonista di questo nonostante io non sia un'autolesionista. Comunque, se avete dei problemi e avete voglia di parlarne mi farebbe molto piacere se ne parlaste con me, e non con il vostro corpo. Sarò disposta ad aiutarvi a smettere, ho aiutato un'amica tempo fa quindi perché non aiutare anche voi?Comunque, spero che questa storia vi piaccia e niente, leggete e stellinate. Se ci sono errori perdonatemi, fatemelo notare con un commento senza esagerare, correggerò non appena avrò tempo.

Al prossimo capitolo, Mel.❤️

•cover by -pistacchia

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