Prima di te nessuno mai || 1

By Littlestupidgirl_13

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C'è un istante, nella propria vita, in cui ci si domanda cosa dobbiamo fare di noi stessi e come possiamo far... More

1~ Il quarto anno
2 ~ Il primo sguardo
3 ~ Sotto la pioggia
4 ~ Troppa acqua
5 ~ Halloween
6 ~ La scommessa
7 ~ Le regole
8 ~ Si inizia a giocare
9 ~ A ballare!
10 ~ Il lago
11 ~ Reagire
12 ~ Cioccolata e gelosia
13 ~ Rane
14 ~ Cancro
15 ~ Sconnettere il cervello
17 ~ Riprendere fiato
18 ~ Shopping e succhiotti
19 ~ Allerta camerino
20 ~ Proprietà privata - Parte 1
21 ~ Proprietà privata - Parte 2
22 ~ Confessioni
23 ~ Drive-in e una pacca di troppo
24 ~ Rude come un petalo
25 ~ Risata Bastarda
26 ~ Condividere la doccia
27 ~ Chiarimenti
28 ~ Mappa rossa e viola
29 ~ Voglia di conoscere - Parte 1
30 ~ Voglia di conoscere - Parte 2
31 ~ Magiche mani
32 ~ Ballo - Parte 1
33 ~ Ballo - Parte 2
34 ~ Storia di una margherita
35 ~ Vacanze turbolente
36 ~ Un giro nella notte
37 ~ Gimme! Gimme! Gimme!
38 ~ Il sosia
39 ~ Parole silenziose
40 ~ Nudi sotto le stelle
41 ~ Volente o nolente
42 ~ La fontana dei desideri
43 ~ Un ragazzo, una ragazza e lo sgabuzzino
44 ~ Distrarsi e non pensare
45 ~ Doppia festa di compleanno
46 ~ Sparare al cuore
AVVISO!
47 ~ Per non dimenticare
48 ~ Chiamata notturna
49 ~ Un fiume scorre in te
50 ~ Inesauribili sorprese
51 ~ Misteriose novità
52 ~ Disguidi e resoconti
53 ~ Rivelazioni inaspettate
54 ~ Incontri al supermercato
55 ~ Notte da brivido
56 ~ Mamma mia
57 ~ L'amore ti salva
58 ~ Volere la tua compagnia
59 ~ Conoscere tutto
60 ~ Perché ho scelto te
61 ~ In fondo a un cuore
62 ~ Saltare
63 ~ La purificazione
Epilogo
Ringraziamenti e informazioni
Spam!
Seguito - Importante!
IT'S TIME!

16 ~ Abitudine

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By Littlestupidgirl_13

Sgrano gli occhi e allontano Chris afferrandogli le spalle. Subito scendo da lui e, arrossendo, abbasso lo sguardo. Chris sembra stupito e confuso, e aggrotta le ciglia. Io mi sto passando le mani sul volto mentre lui segue il mio sguardo.

Dopo pochi secondi sento la sua risata scoppiare e risuonare per l'intera palestra. Subito gli tappo la bocca con una mano e lo faccio stendere, così come me, affinché nessuno ci veda. Grazie a questa risata tutti avranno capito che qualcuno si trova sulle gradinate.

Non gli tolgo la mano finché non smette di ridere, ovvero circa cinque minuti dopo.

-la vuoi smettere.- gli ringhio sussurrando. -non c'è niente di divertente.-

-dovresti vedere le vostre facce.- ribatte asciugandosi gli occhi. -No, aspetta, credo che la tua sia messa peggio.-

-lo abbiamo traumatizzato.- dico scuotendo la testa.

-è solo un ragazzino di quattordici anni, ha visto cose peggiori credimi.- ribatte rialzando il busto. Io rimango distesa a terra, ho troppa paura che qualcuno mi veda.

Sento la campanella suonare tiro un sospiro di sollievo. La giornata scolastica è finita, adesso devo solo trovare un modo per uscire da qui senza farmi scoprire.

-alzati, Maggie, non ci vede nessuno.-

Sbuffo e lentamente eseguo il compito, spiando però prima che la situazione sia tranquilla.

Stanno tutti camminando verso l'uscita, sembra che nessuno stia guardando verso di noi, a parte il ragazzino del primo che sta ancora ridacchiando.

Mi copro subito il viso con le mani mentre scendo dalle gradinate e in fretta mi dirigo verso lo spogliatoio.

Chris mi sta seguendo in fretta e mi ferma afferrandomi per un gomito.

-guarda che non è successo niente.- ribatte vedendo la mia reazione.

-e se lo dicesse a qualcuno?-

-a chi vuoi che lo dica? Ha quattordici anni, si è solo divertito un po'. Credimi, quello lì è più attivo di te.-

A quelle sue parole m'irrigidisco e abbasso il volto. Non voglio arrossire, perché proprio non dovrei, ma mi sto vergognando tantissimo.

Poteva anche evitare quelle parole.

Però subito dopo sembra capire la mia reazione e mi da un piccolo colpetto sul fianco con il gomito.

-ei, stavo scherzando. Era solo per sdrammatizzare.-

Annuisco in fretta ed entro negli spogliatoi cercando di scacciare quelle parole.

Chris ovviamente non mi segue.

Mentirei dicendo che non mi ha ferita. Non so bene il perché, in realtà. So che stava scherzando ma in fondo ha ragione. Non dovrei proprio vergognarmene di questo, e non lo faccio, solo, mi sento derisa per le scelte che ho fatto.

Prima avevo scelto di aspettare fin quando non fossi stata pronta, poi arriva Chris e mi fa sentire pronta, poi torna e mi fa sentire derisa da questo.

So che non aveva cattive intenzioni ma mi sento demoralizzata. Sembra che io stia facendo tutte le scelte sbagliate.

Mi cambio in fretta, mi sciacquo la faccia ed esco dal bagno. Chris non c'è, non mi ha aspettato, e questo mi da sollievo. Non avrei saputo cosa dirgli, né cosa fare.

Corro in classe per recuperare lo zaino e la giacca e mi scontro con Diego.

-Dove eri finita a ginnastica?- chiede entrando in classe con me. Mi gratto la testa cercando in fretta una scusa.

-stavo negli spogliatoi, tanto non facevo niente se non guardare giocare altri.-

Lui annuisce, sembra esserci cascato.

-mangiamo insieme?- chiede d'un tratto sorprendendomi.

-ehm... non so.- rispondo con una smorfia.

-Dai, fiore, solo oggi.-

Recuperiamo le nostre cose e usciamo dalla classe. Lungo il corridoio non incontro né Elena né Lavinia.

-dove vuoi andare?- chiedo alla fine.

Lui sorride vittorioso. -pizza?- chiede felice.

-pizza.- concordo.

Questo nuovo Diego devo ammettere che mi sorprende un pò ma finalmente lo riconosco. Approfitterò di questo pranzo per parlare un po' di lui, di questo suo ennesimo cambiamento.

Chiamo mia madre per dirle che non starò a pranzo e subito dopo incontro Step all'uscita.

Vicino a lui noto la solita compagnia, Marco, Lorenzo e Christian.

-arrivo subito, dico a mio fratello che non torno a casa.- avverto Diego prima di avvicinarmi a mio fratello.

-Step, oggi non torno a pranzo.- dico subito appena mi trovo vicina a lui.

Lui si gira nella mia direzione. -come mai?-

-esco con Diego.-

Fa una smorfia e volta lo sguardo verso il ragazzo che mi sta aspettando vicino al motorino.

-quello lì?- chiede scettico.

Sbuffo. -sì, quello lì. Non voglio perdere tempo, volevo solo avvertirti.-

-lo hai detto alla mamma?- chiede subito. Annuisco e gli porgo il mio zaino.

-che ci dovrei fare con questo?- chiede subito allontanando le mani.

-vai a casa giusto? Non ti dispiacerà portarmelo lì.- rispondo ovvia.

-certo che mi dispiace.-

Odio quando mio fratello fa così. -dai, Step. Non voglio portarmelo appresso.-

Dopo cinque minuti buoni a cercare di convincerlo, cede e finalmente posso allontanarmi da lui.

Prima di raggiungere Diego lascio un'involontaria occhiata a Chris che mi sta guardando con una strana espressione sul volto. Alla fine si volta, ignorandomi completamente, e così faccio anch'io.

-io ho la macchina. Ci incontriamo alla pizzeria vicino alla piazza?- chiede prendendo le sue chiavi dalla tasca.

So a quale pizzeria si riferisce, è sempre stata il luogo delle cene di classe di quando eravamo piccoli. Annuisco e ci dividiamo.

In motorino ci metto cinque minuti a raggiungere la pizzeria, si trova esattamente al centro della città. Aspetto che anche Diego parcheggi e poi entriamo.

-Bianca?- chiede subito a me prima di mettersi in fila. Ci metto un po' prima di capire che si riferisce al tipo di pizza. Come fa a ricordarsi che mangio solamente la focaccia? Annuisco e involontariamente mi ritrovo a sorridere.

La sua preferita dovrebbe essere quella alle melanzane.

-melanzane e mozzarella?- chiedo socchiudendo gli occhi per paura di sbagliare. Sorride di un sorriso smagliante, felice che anche io me lo sia ricordato.

Dopo aver ordinato e preso le pizze, ci sediamo ad un tavolo accanto a una finestra. Quando entro in qualsiasi locale devo sempre sedermi accanto a una finestra, è un po' un'ossessione che mi vergogno a dire ad alta voce ma ogni volta che propongo un tavolo accanto a una finestra nessuno protesta perciò è facile.

-avevo paura che in questi anni i tuoi gusti fossero cambiati.- dice mordendo il suo trancio.

Mi ritrovo a fare una smorfia.

-io non sono cambiata in questi anni.- e le parole escono così in fretta che non mi rendo nemmeno conto di aver illuso a lui. In realtà stavo pensando a quanto la mia vita fosse monotona e a quanto il cambiamento mi spaventasse. Però ora mi rendo conto che il mio commento può descrivere perfettamente Diego e la mia poca fiducia nei suoi confronti.

Diego sembra aver capito. -Lo so.- dice solo. Sembra ferito, o forse sconfitto.

Passano secondi di completo silenzio imbarazzante, un silenzio nel quale regna il rumore delle nostre pizze ingurgitate.

Sto per cambiare argomento, chiedergli come va la vita in generale, giusto per dire qualcosa, ma lui mi precede.

-Sono cambiato molto in questi anni, lo ammetto.-

Mi ritrovo ad annuire distrattamente mentre mi pulisco la bocca con un tovagliolo.

-è per questo che non ti fidi di me?- chiede inchiodandomi nel suo sguardo.

Mi muovo nervosamente sulla sedia. -Non è questo il punto Diego.- esclamo con una smorfia. Ci siamo, dobbiamo parlare del suo cambiamento e del suo improvviso interesse.

-Solo... mi hai ignorata per tutti questi anni. Capirai la mia confusione dopo che mi hai rivolto la parola e hai deciso di farti avanti come mio nuovo "amico".- butto fuori tutto d'un fiato.

Diego annuisce alle mie parole. -Lo so, ti capisco. Hai perfettamente ragione. Vedi, c'è un motivo infatti.-

Incrocio le braccia al petto aspettando di sentire ciò che ha da dire. -ne sei davvero interessata?- chiede alzando le sopracciglia.

-certo.-

Lui si trova a doversi sistemare meglio sulla sedia prima di spiegare. -vedi, all'inizio del liceo mi ero fatto delle aspettative sulla mia vita. Avevo programmato di dover andare bene a scuola, di dovermi fare tanti amici, di dovermi ricordare dei migliori anni della mia vita. Così è stato, infatti. Ho conosciuto Serena, e con lei ci siamo costruiti un piccolo gruppo di amici che si è allargato, sempre di più. Era bello stare con loro, essere abbastanza conosciuto da tutti.-

-cosa è successo poi?-

-Non lo so bene, forse ho solo aperto gli occhi.-

La domanda mi esce spontanea. -e con Serena?-

Lui sembra felice di questa mia domanda. -con lei vale la stesso ragionamento. Ero davvero innamorato di lei, sai, è stata la mia prima vera ragazza, è stata tutte le mie prime volte, le mie prime vere esperienze. Non sono in grado di confermare di essere ancora innamorato di lei perché ormai questo nostro amore sta in piedi per abitudine.-

Aggrotto le ciglia non capendo il suo ragionamento. Subito lui è pronto a spiegarsi meglio.

-stiamo insieme da così tanto tempo che non riesco più ad immaginarmi una vita senza lei al mio fianco, lo stesso credo valga per lei. Ci siamo creati una vita basata sugli orari dell'altro, sulle passioni e le abitudini dell'altro. Ormai non so più come organizzarmi da solo. So che sembra ridicolo, e forse lo è, ma... è complicato.-

Nonostante tutto mi ritrovo ad annuire. So cosa vuol dire trovarsi in situazioni complicate.

Cerco comunque di consolarlo. -non conosco bene Serena.- bugia, la conosco, e fin troppo bene, ma questo non è importante. -ma si vede che vi volete molto bene. C'è... passione tra di voi.-

Capisco persino da sola che queste parole non mi appartengono ma almeno ci ho provato. Diego sembra essersi accorto del mio sforzo e ride. -grazie, apprezzo che tu ci abbia provato.-

Sorrido anch'io, non so mai bene cosa dire in certe situazioni.

-parlami di te, invece.- dice subito dopo tornando allegro.

-non c'è molto da dire in realtà, sono rimasta la Margherita di sempre.-

Diego scuote vistosamente la testa.

-che c'è?- mi ritrovo a chiedere.

-sei cambiata molto, fiore- dice con un sorriso.

-ti dico di no, sono sempre io, la noiosa e monotona Maggie.-

Lui comincia ad elencare con le dita. -non porti più gli occhiali, non usi più il fondotinta per nascondere la tua "fase ormonale" e devi aver corso molto in questi anni.-

Ora sono io a scuotere la testa. -credo si chiami normale adolescenza.-

Diego inclina la testa, non credendo a nessuna delle mie parole.

-Gli occhiali li porto ancora.- dico con uno sbuffo. -per quanto riguarda la pelle, andiamo, chi non è passato in quella fase ormonale? E, poi, vado in palestra. Ma non credere che abbia ottenuto risultati. Andiamo, mi hai guardato bene?-

Diego mi guarda scettico. -ti piaci davvero così poco?- chiede poi, stupendomi.

Nessuno mi ha mai fatto una domanda del genere, almeno non così diretta.

Abbasso lo sguardo, incapace di dare risposta alla mia bocca.

-Ho notato che sei molto amico di Andrew, il ragazzo di Lavinia.-

Diego storce la bocca per il repentino cambio di argomento ma lascia correre.

-sì, giochiamo a calcetto insieme e poi è un tipo apposto.-

Annuisco, d'accordo con lui.

-Dove vai in palestra?- chiede.

-Vicino al campo da golf, hanno praticamente la stessa gestione.-

Lui annuisce, evidentemente capendo il luogo al quale mi riferisco.

-pratichi ancora il rugby?- chiedo spontanea.

Lui annuisce una seconda volta. -un giorno dovresti venire a vedermi.-

Non credo ce ne sarà l'occasione ma è stato carino a invitarmi.

Continuiamo così per un po', facendoci domande. Gli chiedo cosa è successo in questi anni di particolare e lui mi informa che la sorella si è sposata, adesso è incinta del primo figlio, arriviamo perfino a parlare del futuro. Lui spera in una vita sportiva, ma se non ce la dovesse fare, si butterà nella matematica. È sempre stato bravo nelle materie scientifiche, un cervellone.

Alla fine è tempo che torni a casa a fare un po' di compiti.

Davanti al motorino ci fermiamo -bene, allora ci vediamo a scuola.- dico prendendo le chiavi.

-Certo, grazie per il pranzo.-

-Grazie a te.-

Mi sta venendo vicino e so che vorrebbe un abbraccio o un saluto veloce ma proprio non sono il tipo per queste cose. Così mi giro evitando la situazione, e facendo finta di niente, salgo sulla mia vettura. Diego anche ignora la mia reazione e mi saluta con la mano raggiungendo la sua macchina.

È stato un pranzo piacevole, ho finalmente parlato con il Diego di quattro anni fa. Dovrò fare ancora un paio di indagini per capire meglio la sua situazione ma per ora non posso dirgli niente.

Non saremo certo migliori amici, ma almeno possiamo tenere conversazioni normali in pubblico.

Arrivata a casa mi butto direttamente sul divano a fianco a Step che sta vedendo un documentario sugli animali africani. Lui adora ogni genere di documentario, è fissato. Ricordo ancora quando da piccoli mi costringeva a guardare l'evoluzione delle scimmie oppure la vita degli insetti. Questi documentari mi hanno traumatizzata.

-come è andato il pranzo?- chiede mantenendo lo sguardo sullo schermo.

-benissimo.- rispondo con la voce attutita dal divano.

Sono demoralizzata perché mi aspetta un pomeriggio intero di compiti e studio e proprio non ce la faccio.

Subito dopo sento la porta di casa aprirsi. Mamma e papà entrano dalla porta pieni di buste.

-Siamo a casa.- urla papà , poi si rende conto che stiamo in soggiorno e che lo abbiamo sentito perfettamente. Li raggiungo tutta felice in cucina.

-avete fatto la spesa.- esclamo sedendomi su una sedia.

-Sì.- dice la mamma. -tu perché hai addosso la giacca? Stai uscendo?-

Non mi sono resa conto di aver ancora la giacca addosso, quando sono arrivata la mia unica meta era il divano.

Me la tolgo in fretta. -no, in realtà sono appena tornata.-

Subito dopo vado in camera per iniziare la mia tortura.

Afferro il libro di storia, una matita, dei fogli con sopra gli appunti e un bellissimo evidenziatore giallo.

Seduta sul letto a gambe incrociate, pronta per un pomeriggio intenso, mi ritrovo con la mente assolutamente altrove. Provo a concentrarmi ma proprio non ci riesco. Ripenso al pranzo che ho appena passato.

Le parole di Diego mi hanno fatto un certo effetto.

Ha detto che l'amore che lo lega a Serena non è più quello di un tempo, ma continua per abitudine.

Se due persone si amano, e riescono a stare insieme per tanti anni, non vedo dove sia il problema. Per come la vedo io è un buon segno.

Forse l'allontanamento con Serena e con tutti i suoi amici lo ha portato alla mia esistenza, gli ha fatto aprire gli occhi e si è reso conto di aver lasciato una persona fuori dai suoi piani. Ormai non ci sto più male, sono passati anni in fondo. Ma al tempo ne fui distrutta. L'unico amico che avevo, la prima cotta della mia innocente adolescenza, aveva iniziato a ignorare la mia esistenza aumentando la poca fiducia che avessi in me stessa.

Diego è sempre stato un ragazzo carino e simpatico, un buon amico. Per quattro anni è stato una persona completamente diversa, una persona che non conoscevo.

E ora torna sui suoi passi, torna da me. Devo assolutamente scoprirne di più.

Sto per maledire il libro di storia e buttarlo addosso alla parete quando sento il campanello suonare.

Aspetto che qualcuno vada ad aprire e non sentendo nessuna voce vado a vedere, tutto è meglio tranne che studiare storia.

Ancora sulla rampa di scale sento qualcuno piangere alla porta. Riconoscerei quel pianto fra mille. Corro giù per le scale e lo spettacolo che mi aspetta è esattamente quello che mi ero immaginata.

Elena sta immobile sulla porta di casa con uno zaino ai piedi e una tuta addosso. Porta uno chignon spettinato sulla testa e i suoi grandi occhi sono tutti rossi. Le guance sono rigate dalle lacrime, sta tirando su con il naso. Sulla porta c'è mio fratello, che evidentemente le ha aperto la porta, ma sta immobile, come bloccato da quella immagine.

Corro verso la mia amica e l'abbraccio con tutte le mie forze. Sento i suoi singhiozzi sulle mie spalle.

La faccio entrare e vedo Step prenderle lo zaino e posarlo in soggiorno. Una volta seduta sul divano, stretta ancora tra le mie braccia, sussurra. -posso rimanere qui stanotte?-

-cosa è successo?-chiedo subito preoccupata. Step nel frattempo era andato a prenderle un bicchiere d'acqua. Glielo porge e lei lo ringrazia con un timido sorriso.

Elena prende un bel respiro. -Io... solo che...- non riesce a formulare una frase completa. La stringo più forte.

-vieni, andiamo di sopra.- le sussurro all'orecchio.

Step ci segue con lo zaino in mano, chissà perché di così tanta premura.

-adesso ti rilassi un attimo, poi ne parliamo.- le dico mentre la faccio sedere sul letto. Poi mi rivolgo a mio fratello.

-ti serve qualcosa?-

Lui, che era intento a guardare la mia amica, sobbalza alla mia domanda come se non se l'aspettasse o si fosse svegliato da uno stato di trans.

-ehm.. no, scusate. Vi lascio sole.- lascia lo zaino affianco al mio letto e poi si dilegua via.

-vado ad avvertire mamma e poi torno.- avverto la mia amica che ne frattempo si sta asciugando le lacrime con una mano. Corro in camera di mia madre, dove la trovo a specchiarsi e a togliersi gli orecchini.

-oh, tesoro, menomale che sei qui. Chi era alla porta?-

-c'è Elena in casa, può rimanere stasera?-

-domani andate a scuola insieme?- chiede guardandomi attraverso lo specchio.

Annuisco, così come lei.

Quando torno dalla mia amica vedo che si è un po' calmata. Mi siedo accanto a lei pronta per capire un po' meglio la situazione.

****

Beene, eccomi di nuovo... yuppi (?)

Mi dileguo subito, solo volevo ringraziare ancora una volta la gente che segue la storia, perché davvero siete fantastici. Eee poi avvertire che questo era solo un capitolo di passaggio, serve per qualche spunto nella storia e per riferimenti futuri ce ne saranno un po' ma prometto di tornare presto ai casini con Chris... peerfetto...

Ecco tutto, un bacio a tutto il mondo perché bellissimo!

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