38 ~ Il sosia

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Mugolii, pelle contro pelle e terribile imbarazzo. Ricordo solo questo. Forse ricordo anche altro, ma non è proprio il momento di pensarci.

<<Maggie mi stai ascoltando?>> chiede Elena, seduta davanti a me.

La colazione dopo il giorno di Natale è sempre stata importante per la mia famiglia, altra tradizione che non mi spiego. La nonna è a capotavola, e chiacchierare con mamma, papà e zia, Stefano è seduto accanto a me.

Sulla tavola ci sono frutti, dolci, latte, caffè e succo. Adoro le colazioni abbondanti.

Ma ora ho sonno e la mia testa continua a ciondolare fuori dalla mano.

<<Scusa, cosa mi stavi dicendo?>>

<<Che dobbiamo parlare dopo.>> il suo tono non ammette obiezioni.

So che questa mattina presto mi ha coperta perché ha trovato il bigliettino e nonostante sia tornata a casa poco dopo l'alba, Elena ha subito voluto sapere cosa avessi combinato.

Ma i miei genitori si sono alzati e alla fine eccoci qua a fare colazione tutti insieme. Con un ennesimo sbadiglio afferro una mela dal cesto e cerco di morderla. Poi mi stropiccio gli occhi.

Ho sonno e sono sicura di avere anche due grandi occhiaie sotto gli occhi.

<<Tesoro, ti senti bene? Sembri uno zombie.>> dice la mamma e la devo ringraziare, adesso tutti mi stanno guardando. <<Hai dormito questa notte?>>

<<Non tropo bene.>> mento.

Sento lo sguardo divertito e accusatorio della mia migliore amica addosso ma faccio di tutto per ignorarla.

Alla fine mi alzo annunciando di andare un attimo al bagno e una volta raggiunto mi ci chiudo dentro in fretta.

Raggiungo il lavandino trascinando i piedi sulle mattonelle bianche. Ho ancora addosso i vestiti di ieri sera e da quando sono rientrata sono riuscita solamente a pettinarmi.

Accendo l'acqua fredda e vi intingo le mani, con l'intento di cercar di svegliarmi. E quando sento il freddo contatto con la pelle del mio viso, quasi provo sollievo.

Rialzando il volto sullo sguardo, noto che sugli occhi delle ciglia si sono incollate tra loro e il verde opaco delle mie iridi è più luminoso. E allora penso a un altro paio di occhi verdi, più brillanti e meno scuri dei miei.

E ricordo i gemiti, e i suoi occhi chiusi dal piacere che provava, e la mia vergogna ma anche la mia audacia.

Mi porto le mani tra i capelli.

In quel momento mi sembrava avesse senso un gesto simile ma adesso, con solo i ricordi di ciò che ho fatto, mi sento indecente.

Non che a Chris abbia dato fastidio, non vedo perché debba lamentarsi e non credo lo farà.

Ma ho bisogno di chiarire in me questi sentimenti autodistruttivi. E non so proprio da cosa cominciare.

Quanto sento bussare alla porta, non so quanto tempo ho passato qui dentro.

La apro lentamente, aspettandomi la mia migliore amica e la sua faccia da "O parli o parli", invece incontro gli occhi di mio fratello.

<<Hai finito?>> mi chiede, sembra stanco anche lui. Che abbia dormito poco?

Mi faccio da parte, lasciandogli il bagno ma lui mi ferma. <<Non mi serve il bagno, vorrei solo parlarti.>>

Così mi lascio trascinare in soggiorno, dove siamo da soli. Tutti gli altri stanno ancora chiacchierando in cucina.

Prima di te nessuno mai || 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora