Red Lights » Cashton

By caluuumareyou_

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❝Non voglio fare sesso con te.❞ ❝Tutti vogliono fare sesso con me dolcezza.❞ Dove Ashton studia ad Amsterdam... More

New story - Cashton
One; Amsterdam
Two; I just wanna talk
Three; Aw my gay best friend is in love
Four; Chinese food and maybe... another kiss (or else)?
Five; a date? (Pt.1)
Six; a date? (Pt.2)
Seven; just because I'm drunk it doesn't mean that I forgot your name
Eight; don't say goodbye
Nine; promises never end well
Ten; I got you babe
Extra Chapter n.1; Restart
Extra Chapter n.2; uni degree and family issues
Extra Chapter n.3; Proposal

E p i l o g u e

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By caluuumareyou_

Questa foto mi rappresenta al massimo in questo momento, voi non potete (anzi forse sì) immaginare quanto.
Scusate per il ritardo.

Love ya all <3

P.s. Non ho riletto quindi potrebbero esserci errori.

☞❀☜•☞❀☜•☞❀☜•☞❀☜

Sono le nove del mattino quando il mio cellulare inizia a squillare, interrompendo il mio sonno.
Mi rigiro tra le lenzuola, stanco morto.
Lo studio in queste ultime settimane è stato stressante e incessante.
Per recuperare tutto quello che ho perso però, è il minimo.

Mugolo in disapprovazione e mi giro verso il comodino, cercando il cellulare. Appena lo trovo, neanche guardo il contatto perché so già chi è, e apro la chiamata.

«Cosa vuoi?» chiedo ancora addormentato.

«Buongiorno raggio di sole.» lo sento rispondere raggiante dall'altra parte del telefono.

«Non chiamarmi mai più così.» rispondo facendo una smorfia.
Lo sento ridere dall'altra parte della linea e istantaneamente viene da sorridere anche a me.

Mi lascio ricadere sul letto, sempre col telefono all'orecchio, aspettando che continui a parlare.

«Scusami piccolo, lo so che volevi dormire e che ieri hai studiato fino a tardi, ma ti volevo avvertire che passo a prenderti fra tre ore per portarti in un posto. Ti devo mostrare una cosa.» riesco a sentire il tono di eccitazione nella sua voce.

Io sorrido, pensando che al momento vorrei solamente averlo qui affianco a me e riaddormentarmi sul suo petto, mentre lui mi accarezza piano i capelli.

«Va bene. Mi manchi.» sospiro, pur sapendo che l'ultima volta che ci siamo visti è stato ieri.

«Anche tu piccolo. Ci vediamo dopo.» dice dolce, prima di riattaccare.

Tengo il cellulare vicino al mio orecchio ancora un po' prima di buttarlo svogliatamente sul letto.

A questo punto alziamoci.

Decido, mettendomi seduto sul letto e passandomi le mani sulla faccia.
Sbadiglio e mi alzo, stiracchiandomi. Mi dirigo verso il bagno per lavarmi i denti e sciacquarmi la faccia, quando noto che Ashton ha lasciato di nuovo qui le sue cose.

Poi si lamenta quando non le trova, penso spostando la sua roba e cercando il mio spazzolino.
Mentre mi lavo la faccia, noto che ho lasciato l'anello sul comodino. Subito torno in camera e infilandomi il piccolo oggetto.
Lo osservo e mi scappa un sorriso. Mi ricordo di quando Ashton me l'ha regalato e mi ha chiesto di diventare il suo ragazzo.

Esatto, sto facendo partire un flashback perché io posso (thug life, no okay basta).

È mattina e io mi sveglio affianco a qualcuno. Mi tiene fra le sue braccia e sento il suo cuore battere e i suoi respiri leggeri infrangersi sui miei capelli.
Mi scosto leggermente e, per la seconda volta nella mia vita, osservo Ashton Irwin dormire.
Si sono un stalker, non ci posso fare niente, ma lui è così bello che non posso bloccare la mia mano dall'accarezzargli la guancia delicatamente.

«Buongiorno.» sussurra ancora a occhi chiusi.

Arrossisco al pensiero che forse anche lui era già sveglio e mi stava guardando mentre dormivo accoccolato al suo petto.

«Ciao.» rispondo, intenzionato a spostare la mano.

«Continua.» mi blocca lui aprendo leggermente gli occhi.
Sorrido e continuo ad accarezzargli il viso, avvicinandomi poi e dandogli un leggero bacio sulle labbra.

«Calum.» chiede flebile, ancora vicino al mio viso.

«Dimmi.» rispondo in un sussurro.

«Tutte le cose che ho detto ieri... le pensavo davvero.» confessa mordendosi piano il labbro.

Io lo osservo, spostando le mie dita a sfiorargli le labbra, facendogli smettere di mordersi il labbro.

«Anche quella di scoparmi contro il muro?» ridacchio facendolo arrossire.
È strabiliante come Ashton possa passare da essere così autoritario a essere un innocente ragazzo che arrossisce per tutto.

«Quella più di tutte.» risponde facendo ridere entrambi.
Mi attira più vicino a se, prima di baciarmi ancora.

«Sul serio Cal, io ti amo.» confessa con una sincerità che mi lascia spiazzato.

«Anche io ti amo Ash.» sorrido prima di baciarlo ancora e ancora, facendo sorridere entrambi.

D'un tratto, vedo che tira fuori da sotto il cuscino una scatolina e me la porge.
Io lo guardo confuso, prima di realizzare cosa potrebbe essere.

«Quando lo hai preso?» chiedo stupito, osservando attentamente il piccolo oggetto nelle mani del biondo.

«Due settimane dopo che mi hai ehm, "lasciato".» sussurra, cercando di capire la mia reazione.

«Perchè?» chiedo confuso.

Lui scuote semplicemente le spalle, giocherellando con la scatolina prima di alzare lo sguardo.

«In caso mi avessi risposto, io sarei stato sicuro di non perderti mai più, con questo.» spiega, alludendo al piccolo regalo.
Io sussulto quando apre la scatola e ne tira fuori un semplice anello in argento.

«Dentro ci sono incise le nostre iniziali. Thomas, bel secondo nome.» sorride.

«Come fai a sapere il mio secondo nome?» sorrido anche io, mentre Ash prende la mia mano fra le sue e mi infila l'anello.

«Sarah.» risponde semplicemente.

«Ovviamente.» scuoto leggermente la testa.

«Cal.» mi richiama, facendomi sollevare il viso per incontrare i suoi occhi verdi.

«Vuoi essere il mio ragazzo

«Oddio.» dico portandomi le mani sulla bocca.

«Oddio sì o oddio no?» ridacchia.

«Oddio sì stupido.» lo abbraccio, praticamente saltandogli addosso.

«Calum, Cal-piccolo, mi soffochi.» riesce a dire infine.

«Oh, scusa.» arrossisco.

«Non fa nulla, non mi dispiace che tu stia sopra.» dice prima di realizzare quello che gli è scappato e arrossire, facendomi scoppiare a ridere.

Ora sono passati due anni. Due anni dal giorno del nostro fidanzamento. È da lì sono cambiate un po' di cose.
Ashton mi ha espressamente detto che non mi avrebbe mai lasciato continuare il mio lavoro al club e quindi, dopo aver parlato con alcuni suoi professori all'università, mi ha riscritto al corso di medicina.

Sarah e Isaac nel frattempo si sono sposati e stanno cercando di comprarsi un appartamento in centro abbastanza grande in cui poter vivere in futuro, forse anche con qualche marmocchio.

E io, non potendo permettere a Ashton di pagare tutti i costi per i miei corsi, ho trovato qualche altro lavoro part time da fare per continuare gli studi.

È quello che aspettavo da una vita, essere veramente felice e con un futuro, possibilmente da medico, di fronte a me.

☞❀☜•☞❀☜•☞❀☜•☞❀☜

Ho appena finito di pranzare, se mangiare un sandwich si può definire pranzo, e sto mettendo i piatti nel lavello, quando qualcuno bussa alla porta.

«Arrivo!» esclamo asciugandomi le mani, sapendo già che è Ashton.

«Ciao piccolo.» mi saluta quando vado ad aprirgli, prendendomi per i fianchi e baciandomi, lasciandomi senza fiato.

«Ciao anche a te.» rispondo, ridacchiando sorpreso per il lungo bacio.

«Ciao.» mi sorride raggiante.

«Dobbiamo salutarci ancora per molto o mi spieghi dove dobbiamo andare?» domando andandomi a sedere di nuovo al tavolo in cucina.

Ashton mi segue a ruota, andandosi a prendere una lattina dal frigo. Mentre si siede si toglie la giacca per poi spostare lo sguardo sul mio viso.

«Oggi sei più sorridente del solito.» constato.

«La cosa ti dispiace?» mi chiede prendendo un sorso dalla bibita, non accennando a dirmi cosa sta succedendo, perché io so che sta succedendo qualcosa.

«No per niente.» sorrido anche io «Ma so che mi devi dire qualcosa. Quindi? Di cosa si tratta?» domando curioso.

Lui ride e scuote la testa, alzandosi dal tavolo e afferrando il mio braccio, facendomi alzare di scatto con lui.

«Sono così emozionato, spero ti piaccia, cioè io- oddio devi vederlo, non posso spiegarti.» dice euforico riprendendo la giacca.

«Andiamo allora, cosa stiamo aspettando?» chiedo.

È vero, non ho la più pallida idea di cosa abbia progettato né so dove stiamo andando, ma solamente vederlo così emozionato fa sorridere anche me. Ne abbiamo passate tante insieme ormai e sono abituato alle sue uscite euforiche. Il punto è che ha un animo così dolce e gentile e- e da bambino che non si può mai sapere se la cosa sia seria o se voglia solamente mostrarti la foto del nuovo cagnolino della signora Van Leeuwen.

«Niente, giusto, andiamo.» dice sorridente facendo sorridere anche me.

☞❀☜•☞❀☜•☞❀☜•☞❀☜

Siamo in macchina da quasi una quindicina di minuti e Ashton non mi vuole ancora dire dove stiamo andando.

«Dammi almeno un indizio, ti prego.» lo supplico, strattonandogli leggermente il braccio.

«Fammici pensare, mmh... no.» mi risponde non distogliendo lo sguardo dalla strada.

Io metto il broncio e incrocio le braccia al petto, girandomi dalla parte del finestrino, provando a fargli credere di avermi veramente fatto arrabbiare.

«Hey, lo sai che sei sexy quando supplichi?» dice Ashton provando a tirarmi su il morale e facendomi scoppiare a ridere.

«Non cambiare discorso! Dimmi dove stiamo andando.» dico esasperato.

«Puoi aspettare solamente altri cinque minuti?» domanda distogliendo un attimo lo sguardo dalla strada e incrociando il mio.
In suoi occhi verdi s'illuminano a causa del sole proveniente da fuori e per un attimo mi perdo, sognante, a guardarlo.
Tuttavia dura solo un secondo e di nuovo si gira a guardare davanti a se, lasciandomi in silenzio.

«Ti amo.» dico d'un tratto.

«Questo per...?» mi chiede aggrottando le sopracciglia, ma sorridendo.

Io faccio spallucce.
«Perché è vero. Perché so che ovunque noi stiamo andando e in qualsiasi modo io possa reagire, io ti amerò sempre e perché forse» dico assumendo un tono più seducente «riesco ad estorcerti qualche informazione.» concludo.

Lui ridacchia, fermando d'un tratto la macchina.
«Non ce ne sarà bisogno piccolo, siamo arrivati.» mi informa incominciando ad aprire lo sportello.

«Oddio sul serio?» chiedo catapultandomi giù dalla macchina, facendo ridere il biondo.

Appena fuori dall'auto un folata di vento mi prende alla sprovvista, facendomi rabbrividire, e quasi mi pento di aver lasciato a casa la felpa, ma adesso la curiosità mi sta mangiando da dentro e sento un calore estendersi dal mio stomaco in tutto il mio corpo.
Mi guardo in torno per notare un quartiere tranquillo: qualche negozio qua e là, un piccolo parco verso la fine della via e una successione di case rassomiglianti a quelle d'epoche, alcune persino con un piccolo giardino.

«Cal, di qua.» mi chiama il biondo, distogliendomi dal mio piccolo perlustramento.

Lo raggiungo subito, abbracciandolo e infilando le braccia sotto la sua giacca aperta, nascondendo poi il viso nell'incavo del suo collo.

«Freddo piccolo?» mi chiede ridacchiando e abbracciandomi anche lui.
Annuisco piano, respirando il suo odore.

«Tranquillo, tanto adesso entriamo.» mi sorride tirando fuori dalla tasca della giacca delle chiavi.
Io lo guardo confuso, non capendo cosa sta effettivamente succedendo. Mi scosto da lui, permettendogli di camminare di nuovo.

«C'è qualche tuo amico che abita qui?» chiedo mentre entriamo in una via un po' più stretta e riparata dell'altra.

«No»

«Devi presentarmi qualche tuo parente?»

«No.»

«Non dirmi che mi stai di nuovo portando a fare un piercing? Te l'ho detto non mi farò il piercing al lab-»

«Cal!» mi blocca Ashton, girandosi verso di me e prendendo il mio viso con entrambe le mani «Puoi calmarti, non ti sto portando di nuovo a fare un piercing.» lo osservo sorridere al ricordo «Solo... fidati di me.» conclude.

Ci osserviamo in silenzio per qualche secondo, io dubbioso, lui sorridente, prima che il biondo mi dia un leggero bacio a stampo, per poi prendermi per mano e continuare a camminare in silenzio.
Osservo i miei piedi muoversi sul marciapiede per poi salire alle nostre mani intrecciate. Guardo i nostri anelli e sorrido e per poco non vado a sbattere contro la schiena di Ashton, il quale si ferma inaspettatamente.

«Eccoci.» lo sento sussurrare.

«Chiudi gli occhi.» mi dice dopo essersi girato verso di me.

«Co-perché?» chiedo confuso.

«Tu fallo.»

Io sospiro e chiudo gli occhi.
Tutto ciò che vedo adesso è nero e dopo qualche secondo sento Ashton che si sposta dietro di me, poggiando una mano sul mio fianco e l'altra suoi miei occhi.

«Per evitare che tu sbirci (non potevo scegliere verbo più cagacazzo da coniugare) principessa.» sussurra nel mio orecchio, facendo scorrere un brivido giù per la mia schiena.

D'un tratto incominciamo a camminare e, sotto sue spiegazioni, riesco a non cadere neanche una volta.
Ci fermiamo dopo poco e sento Ashton spostarsi per poi essere accompagnato da un rumore di chiavi.

«Posso aprire gli occhi?» imploro quasi.

«No, aspetta ancora un po'»

«Ash.» gemo esasperato strisciano la "a".
Lui ridacchia e io provo a colpire la sua spalla, sorridendo entusiasta quando becco il bersaglio e ricevo un gemito di dolore da parte del biondo.

«Così mi fai male.» mi prende in giro Ash ritornando affianco a me, riesco a percepire il suo viso a pochi centimetri dal mio.

«Te lo meriti.» dico mettendo su il broncio.

«Non essere arrabbiato con me piccolo.» dice, lasciandomi un bacio sulla guancia.
Poi, senza avvertire, poggia una braccio sulla mia schiena, mi solleva le gambe e  in men che non si dica sono in braccio a lui.

«Gentleman.» sospiro dopo aver lasciato un piccolo urlo di spavento.

«Zitto o ti lascio cadere.» mi minaccia il biondo iniziando a camminare.

Io metto le braccia intorno al suo collo, in silenzio, aspettando pazientemente di poter aprire gli occhi.
Sento i passi e riesco a percepire un leggero odore di chiuso.
Non c'è più molto vento e, ripensando anche alle chiavi saremo entrati in una delle tante case.

D'improvviso Ashton mi poggia a terra e, dopo un paio d'attimi di silenzio quasi sussurra:

«Ora puoi aprire gli occhi.»

Non me lo faccio ripetere due volte e li apro, sbattendo le palpebre un paio di volte prima di mettere a fuoco.
Siamo in un salotto, non troppo grande, ma di quelli che anche senza mobili danno l'idea dell'accogliente.

Faccio un giro su me stesso, osservando bene la stanza: c'è un camino e un ampia finestra. Il pavimento è in parquet ci sono altre due porte nella stanza.

«Dove siamo?» chiedo piano, quasi a non voler rompere il silenzio, girandomi verso Ashton, il quale mi fissa con occhi spalancati.

«Nel nostro nuovo salotto.» sussurra.

Io abbasso lo sguardo un attimo, poi osservo di nuovo la stanza, infine di nuovo Ashton.

«Il nostro nuovo salotto?» chiedo stupito, iniziando a capire cosa sta succedendo.

Lui annuisce leggermente, guardandomi, probabilmente cercando di capire cosa io stia pensando.

«Hai comprato la casa?» chiedo, volendomi accertare di aver capito bene, che questo non sia tutto uno scherzo.

«Già.» afferma, passandosi una mano fra i capelli, avvicinandosi a me.

«Calum.»

«Tu sei pazzo...» sussurro più a me stesso che a lui.

«Cal.»

«Tu sei pazzo. Tu sei- oddio.» esclamo passandomi più e più volte le mani fra i capelli.

Incomincio a girare per la stanza, passo affianco al camino e poi alla finestra, accarezzando piano le soffici tende bianche.
Mi avvicino alle altre due porte, aprendole, scoprendo che una porta alla cucina, l'altra al seminterrato.

Vado dall'altra parte della stanza e, affacciandomi da dove siamo entrati, noto delle scale, che probabilmente portano alle camere da letto e al bagno.

«Cal.» mi richiama un'altra volta Ashton che, per tutto il tempo, è rimasto fermo nello stesso punto, non distogliendo lo sguardo da me.

«Ash.» rispondo con la voce un po' tremante.

«Come ti senti?» mi chiede dopo un attimo di incertezza.

Io boccheggio un attimo prima di incominciare a ridere.
Ashton mi guarda come se fossi diventato pazzo, e forse ha ragione, ma la mia testa sta viaggiando così tanto con i pensieri e il mio cuore sta letteralmente scoppiando di gioia.
Penso a come potremmo arredare la casa, come potremmo dipingerla, di quali colori.
Penso a quando torneremo entrambi stanchi morti dal lavoro e come, parlando, finiremo per ridere, come se la giornata dovesse ancora iniziare.
Penso a quando litigheremo per la prima volta nella nuova casa e a quando faremo l'amore.
Penso a tutte le colazioni, i pranzi e le cene che faremo e a quando Ashton mi urlerà di aiutarlo a cercare le chiavi della macchina, perché lui non le trova.
Penso a quando sarà inverno ed entrambi ci sederemo sul divano, di fronte al camino.
Io leggendo un libro, Ash guardando la tv, quando a un certo punto io mi stancherò di leggere e incomincerò a stuzzicarlo per poi finire a baciarsi e poi a fare l'amore ancora, ancora e ancora.
Penso a quando ci saranno dei momenti no e la casa sembrerà un inferno e a quando per la prima volta traslocheremo e ci saranno tutti gli scatoloni da aprire e sistemare.
Penso a quando inviteremo i nostri amici e, con sguardi nostalgici, ripenseremo agli attimi che abbiamo vissuto insieme, ridendo sopra persino a quelli brutti.
Penso a quando festeggeremo i nostri compleanni, le feste, Natale.
Penso a quando i bambini verranno a fare dolcetto o scherzetto.

I bambini.
Come se non avessi pensato a quando, forse un giorno, dovremmo organizzare una cameretta. Forse sarà per un maschietto o forse per una femminuccia.
Penso a quando li sentirò correre su e giù per la casa, piccoli e innocenti. Penso a quanto Ash sarà un buon papà.
Penso a quando incominceremo a riempire questa casa di ricordi, foto, quadri. Quando incomincerà a diventare nostra e l'odore di chiuso scomparirà, lasciando il posto a un calore accogliente.

Mi giro verso Ashton quasi con le lacrime agli occhi.

Mi getto tra le sue braccia, baciandolo con foga e tirandogli leggermente i capelli, prendendolo di sorpresa.
Lui risponde al bacio qualche secondo dopo, afferrando i miei fianchi e portandomi più vicino a sé.
Ci fermiamo quando i nostri polmoni non reggono più e hanno bisogno di ossigeno, guardandoci l'un l'altro.

«Mi sento come che se avessimo un divano, al momento ci staremo facendo sesso sopra.» quasi scoppio a ridere dall'assurdità della scena.

«Quindi posso dedurre che sei felice.» mi sorride orgoglioso.

«Sono più che felice, dio mio ti amo sempre di più Ashton Irwin.» dico prima di lasciargli un piccolo bacio a stampo.

«E poi indovina» cattura la mia attenzione avvicinandomi di nuovo a sè «l'università è solo a quindici minuti a piedi da qui, ovvero tre fermate di pullman. Così non ti dovrai fare tutta quella strada ogni mattina.» mi spiega.

«È perfetto.» rispondo, immaginandomi già tutto.

«Tu lo sei.» ribatte lui, facendomi arrossire e nascondere il viso nella sua maglia.

Io non rispondo. Non c'è niente da dire.
Ho il ragazzo che amo fra le mie braccia nel salotto della nostra nuova casa, ho avuto la fortuna di poter studiare di nuovo, ho quasi sicuramente il lavoro dei miei sogni assicurato e una marea di progetti che non vedono l'ora di essere messi in pratica.

La mia vita sembrava essere finita in un abisso, ma grazie all'aiuto di questo bellissimo ragazzo ho ritrovato me smesso.
Non credo riuscirò mai a ringraziarlo e amarlo abbastanza, ma stare per sempre al suo fianco, credo sia un perfetto punto di partenza.

FIN

☞❀☜•☞❀☜•☞❀☜•☞❀☜

Hiyaaaa everyone

Okay, so che ho scritto FIN ma voi non dovete prendermi alla lettera ahaha

Salve a tutti, scusate il ritardo, scusate l'ora, e mandiamo un attimo a fanculo wattpad perchè mi stava per cancellare tutto il capitolo.

Btw come avrete visto questo era l'epilogo, ma state tranquilli non ho ancora finito con questa storia QUINDI non mettetela in archivio perché sono una romantica del cazzo e non posso andarmene senza prima spoilerarvi la futura felice vita dei Cashton.

Sto incominciando a perdere colpi.

Del tipo che non dormo una notta intera da due giorni e ho delle occhiaie che potrebbero spaventare la befana but who cares right?

Buonanotte ragazzi, spero che il capitolo vi piaccia, che non ci siano troppi errori e che il mio fluff non vi abbia fatto venire il diabete o direttamente ucciso.
Se vi piace mettete una stellina (yay) se non vi piace commentate (e poi mettete una stellina comunque) e se non ve ne fotte una cazzo... allora perché la leggete? Va be'.

Night little pumpkins

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