Elements: Perdita (in revisio...

By WinterSBlack

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(3) Ultimo capitolo della trilogia di "Elements". Sophie Hunter è arrabbiata e brama il sentimento che più di... More

Prologo
2. Jase: Sono all'Inferno
Attenzione
3. Sof: Base3
4. Jase: i primi mesi
5. Sof: Aylen
6. Jase: l'unica amica
7. Sof: Per la Base di Sky
8. Jase: Cotta
9. Sof: Odiata
10 Jase: Addio a tutto
11. Sof: San Francisco
12. Jase: Sono un Geminus
13. Sof: fuggiaschi
14. Jase: la mia ragazza al Campo
15. Sof: Bisogno
16. Jase: un vero amico
17. Sof: prime lezioni Imperium
18. Jase: fratelli e sorelle
19. Sof: l'amore di Aiden
Quiz sorpresa (Stop alle risposte! Dedicato solo a chi vuole ripassare)
Risposte dell'autrice
20. Jase: Lo scimmione
21. Sof: missione anti-Law
Ancora quiz
Soluzioni Autrice
22. Jase: la grande missione
23. Sof: il video
24. Jase: Tentativo di fuga
Errore!!! Non è un aggiornamento.
25. Sof: Inaspettato
26.Jase: evitare
26. Jase: Evitare
27. Sof: Alimentare il fuoco
28. Jase: Piccoli
29. Sof: Partenza
Interviste p.1
Intervista p.2
Intervista p.3
30. Jase: Lei
Intervista p.4
31. Sof: Con le spalle al muro
Intervista
32. Jase: Nella tana
Messaggio impotante
33. Sof: Il figlio dell'Orfano
Avviso importante
34. Jase: Sulle tracce di Max
Intervista all'autrice
35. Sof: Cieco
36. Jase: Corsa
37. Sof: Sono tornati
38. Jase: Litigi
LinkS
39. Sof: La caduta
40. Jase: Amichevole
41. Sof: Gelosia
Compleanno di James
42. Jase: Confusione
Beta & Prompt
43. Sof: Organizzazione
Vi amo
44. Jase: Tre parole
45. Sof: Verità e bugie
46. Jase: Fratelli
47. Sof: Debole ma forte
48. Jase: Ambiguo
49. Sof: L'arte del tradimento
50. Jase: Bellezza
51. Sof: Alle porte
52. Jase: Stella
53. Sof: Caos e ordine naturale
54. Jase: Natura morta
Novità future
55. Sof: Dolore
56. Jase: Meglio arrivederci che addio
57. Sof: Sovrastata
58. Jase: In conclusione
Sof. Epilogo
F. I. N. E. : Finali impressioni nettamente espresse
Elements: Rimasta
Giveaway (chiuso)
Partecipanti Giveaway e scadenza
Vincitori del giveaway
HP: 19 anni dopo
Prologo Elements: Rimasta

1. Sof: le Basi

28.3K 1.6K 432
By WinterSBlack

Era da tre settimane che mi allenavo interrottamente. Fu una piacevle scoperta scoprire che il mio corpo era capace di essere tanto agile, forte e veloce. Anche se la memoria mi diceva che non ero capace di ciò, il mio corpo ricordava tutti gli allenamenti che avevo fatto un tempo. Acquistai una sicurezza in me stessa che prima non possedevo. Potevo farcela. Potevo sconfiggere mia nonna, Susan Blackwood, e vendicare mia madre e... James. Scossi la testa per cacciare via i loro volti dalla mente, distrendomi, permettendo alla donna di colpirmi in pieno volto con un calcio. Volai a terra con la guancia dolorante. Alzai lo sguardo e guardai truce la donna dai ricci neri. Era il membro più forte della Base 8, e io ero determinata a mostrare di essere più in gamba di lei. Sfruttava l'elemento della terra a suo favore mentre io non ero ancora capace di controllare bene l'aria, figuriamoci gli altri elementi. Mi alzai con una capriola e partii all'attacco senza esitare. Spiccai un salto e le diedi un calcio sul mento, barcollò all'idietro ma prima che recuperasse l'equilibrio le diedi due pugni rapidi allo stomaco. A quel punto crollò a terra e chiese la resa. Soffriva. E il suo dolore gliel'avevo causato io. Ma non mi importava. Mi allontanai dall'arena e raggiunsi mio nonno che mi porgeva un'asciugamano «Brava. Stai recuperando in fretta il tempo perduto. Ti manca da sfidare solamente i migliori alla Base 3, 7 e 5. Poi potrai sfidare me. Presto passeremo allo studio degli elementi. Ti procurerò gli insegnanti migliori e sarà tutto come abbiamo sempre programmato» ignorai le sue parole e lasciai la palestra sotto gli occhi degli abitanti della Base8. Nonno non sembrava turbato dal poco rispetto che nutrivo per lui, si limitava ad assecondare il mio silenzio purché io facessi tutto quello che desidera, ovvero diventare la migliore. Avevo sfidato tutti i migliori delle altre cinque Basi. Una sfida che mi avrebbe resa migliore sia fisicamente che psicologicamente, permettendomi di essere pronta a sopportare tutto il mio enorme potere.
L'indomani sarei partita per Kansas City e ciò mi portava a pensare alla dolce Ary. Non la vedevo da molto e mi mancava. Ma non potevo permettermi di provare affetto per qualcuno.

Mi buttai sul letto della camera che mi era stata assegnata e fissai il soffitto bianco senza vederlo veramente. I sentimenti erano una cosa distruttiva, sentivo che dentro di me si stava crepando tutto e non sarei riuscita a tenere tutto insieme ancora per molto. Evitavo di pensare a loro quando ero sveglia, distraendomi con l'allenamento e con la mia promessa di vendetta. Lasciavo che l'odio e il rancora mi mandasse avanti, ma di notte niente riusciva e tenerli lontani dai miei sogni tormentati.

«Sono tornata!» gridai mentre varcavo la soglia di casa mia. Nessuna risposta. Mi accigliai. Del trambusto veniva dal piano di sopra che mi fece precipitare verso le scale. La paura si insinuò velocemente nel mio cuore che batteva ad una velocità eccessiva, ma venne fermato di colpo quando i miei occhi videro la porta della camera dei miei genitori aperta. Mi avvicinai cauta e con il passo stranamente felpato. Sbirciai all'interno e trovai tutto al proprio posto. Tranne un asse di legno sollevato ai piedi del letto. Mi avvicinai e quando cercai di guardare cosa ci fosse all'interno dell'asse sentii qualcuno chiamarmi. Mi voltai di scatto «Fi?» «Jay» mormorai con un sorriso sul volto. Corsi ad abbracciarlo ma lui si piegó in due dal dolore. «Jay, cosa ti succede?!» chiesi nel panico. Poi la notai. La lunga lama di ghiaccio che gli spuntava dalla schiena e le mie mani che la stringevano. La mollai all'istante mentre il ragazzo mormorava il mio nome.

«Signorina Hunter?! È tutto a posto? Signorina Hunter!» sentii qualcuno bussare violentemente la porta. «È tutto okay.» risposi con voce roca e il cuore che mi batteva a mille. «Ne è sicura?» «Sì» risposi con tono più fermo e autoritario «Se ha bisogno...» «Se ne vada» chiunque voi siate. Ve ne dovete andare tutti.

Eravamo sul nostro jet privato e tenevo gli occhi chiusi per poter riposare ancora un po', siccome la notte prima non avevo più chiuso occhio. «Mi hanno detto che hai avuto di nuovo gli incubi» disse mio nonno. Non gli risposi. Non parlavo con lui a meno che non fosse strettamente neccessario. Lui sospirò, forse un po'gli pesava il mio disinteresse «Allora? Hai notato qualcuno di particolare?» chiese. Sapevo perfettamente di cosa parlava. Sapevamo che c'erano Ribelli infiltrati in tutta la sociazione e un altro scopo, oltre al mio addrestramento, era di scovare queste persone anche nelle altre Basi. Perché i sospettati del Centro erano stati tutti eliminati.
«C'era una ragazza che mi inseguiva ovunque, senza mai venirmi a parlare. Forse era solo timida o forse mi pedinava» risposi con voce atona «Sì, l'ho notata anche io» replicó impassibile. «Manderemo qualcuno a controllarla» disse afferrando il suo telefono. Guardai fuori dal finestrino e vidi tante nuvole bianche e vaporose come panna montata, illuminate dal sole cadente creando immagini meravigliose. Se avessi voluto avrei potuto plasmarle a mia immagine, riempirle di pioggia e provocare fulmini distruttivi. Ma non volevo. Almeno finché non mi fossi trovata faccia a faccia con quella donna. Fortunatamente quell'immagine rilassante mi fece cadere in un sonno senza sogni, riuscendo a riposare almeno un pochino.

Uscendo dal Jet venni colpita da un vento che mi scompigliò i capelli. Interruppi la direzione del vento, permettendomi di vedere le persone in completo nero e occhiali da sole che attendevano mio nonno, nemmeno fosse il presidente degli Stati Uniti, che ci scortarono dentro una limousine nera (sul serio?). Succedeva sempre. E poi dicevano che dovevamo mantenere un profilo basso, ma credo che tutti noterebbero una limousine che si ferma davanti all'entrata del museo più noioso e invisibile della storia. Tornai nel familiare atrio di metallo, ma questa volta non venni intimorita dall'eco che produssero i nostri passi. L'ultima volta l'avevo distrutto, in preda alle emozioni che mi avevano provocato la verità. «Mr. Barker, da questa parte» ci accolse una donna asiatica dall'aspetto regale. Raggiunsi la sala allenamento dove erano presenti praticamente tutti gli Iniziati. Notai immediatamente la testa bionda di Arianne che agitava freneticamente le braccia per attirare la mia attenzione. Finsi di non vederla e lei ci rimase male, facendomi sentire immediatamente in colpa.
C'era un grande pubblico, ma non mi preoccupavo, negli ultimi tempi ero diventata particolarmente brava a concentrarmi su un particolare obbiettivo e ignorare tutto il resto. Mi misi al centro dell'arena levandomi la felpa che mi ero messa all'aereoporto per proteggermi dal freddo, senza tanti complimenti e la buttai di lato. Mi stirai i muscoli e attesi il mio avversario. «Niente riscaldamento?» sentii dire una voce maschile. Alzai lo sguardo e vidi un giovane ragazzo, probabilmente poco più grande di me. Mi stupii parecchio perché gli altri cinque che avevo sfidato nelle altre Basi erano persone adulte. Era troppo giovane per essere il migliore di quella Base. «Non ne ho bisogno» replicai fredda. «Sei sempre così arrogante?» non gli risposi. Era chiaramente un chiacchierone. «Vai Sof! Batti quel presuntuoso di Philip!» gridò Arianne, facendo seguire un coro di "abbasso Smith!". Non riuscii a trattenermi a voltarmi verso di lei. E la vidi in piedi ad agitare le mani con un sorriso enorme e, purtroppo, contagioso. Ricambiai automaticamente il sorriso. Accanto a lei c'era Aylen e che mi guardava con una strana espressione, che avrà tutta l'aria di essere accusatoria e delusa. Dedicai nuovamente la mia attenzione al mio avversario che mi stava squadrando da capo ai piedi con quegli occhi castani. Lo guardai anche io, cercando punti deboli nella sua postura, sfortunatamente non ne aveva. I capelli color cannella erano ondulati e lunghi, raccolti in una coda alla base del collo, con qualche ciuffo che gli ricadeva sulla fronte e che scansava soffiandosela via. «Bene. Quando vuole Miss Sophie.» dichiarò a bassa voce. Non me lo feci ripetere due volte e lo attaccai. Miravo ai piedi in modo che quei stupidi capelli gli oscurassero la vista. «Wow. Agguerrit...» lo colpii in pieno volto con un calcio che lo fece ruotare su se stesso per poi cadere. Si afferrò il volto con espressione offesa «Ma cosa... Non avevi iniziato tre settimane fa ad allenarti?» chiese confuso. Non risposi e mi rimisi in posizione d'attacco, aspettando che si rialzasse. «Okay, allora vorrà dire che non ti tratterò come una bella ragazza e farò sul serio» ma quanto parla? Si soffiò via i capelli dagli occhi e strinse i pugni, qualcosa cambiò nel suo sguardo, ma ciò non mi preoccupò, anzi, mi diede un brivido lungo la schiena, caricandomi di adrenalina. La familiare sensazione di poter non essere all'altezza della situazione mi avvolse, ma era una cosa positiva, perché ciò mi potrava a dare il massimo. Mi attaccò con ferocia, evocando il vento. Deviai i suoi attacchi con lo stesso potere, ottimista del miglioramento, ma era solo un diversivo, il vero attacco mi colpì violentemente allo stomaco. Caddi con il fondoschiena che si ripercosse per tutta la schiena. Era pronto a fiondarmi addosso, con il pugno che mirava al mio volto. Fantastico. Non si risparmia. Strinsi i pugni e alzai le braccia evocando un fiotto di fuoco che stupì più me che lui, perché prontamente creó una sfera d'aria che deviò la fiammata in cinque direzioni diverse senza scalfirlo. Ma almeno l'avevo respinto. Mi rimisi in piedi con l'aiuto del controllo dell'aria e lo attaccai prima che fosse saldo sui piedi. Gli tirai una ginocchiata sul mento e lo buttai a terra. Lo bloccai sotto di me con il ginocchio sul suo petto e alzai il braccio, pronta a colpirlo con il pugno «Ehi ehi ferma!» esclamò «Mi arrendo. Mi arrendo, okay?!» mi alzai e gli voltai le spalle, ma sentii un movimento d'aria dietro. Istintivamente presi il suo braccio e lo scaraventai davanti a me. Mi guardò da sotto in sù con l'aria stupita «E che cavolo! È solo un incontro amichevole!» protestò. Lo ignorai e mi diressi verso il mio nonno sotto l'applauso degli Iniziati. «Ehi aspetta!» mi richiamò il mio avversario afferrandomi per il polso. Mi voltai, alzai la mano mostrando la sua mano che stringeva il mio polso e lo guardai con un sopracciglio alzato. Lui fissò quello che intendevo e alzò immediatamente le mani in segno di pace, con l'espressione leggermente dispiaciuta «Volevo dirti che è stato un bell'incontro. Sai, quando abbiamo saputo che tu saresti venuta a sfidare il più forte di ogni Base, abbiamo organizzato tutti un torneo che sceglieva il prescelto. Beh, io ho vinto e ora sono ad un livello superiore, non più ai ordini del mio ex tutore, che tra l'altro ho battuto in finale, quindi presumo che ti debba ringraziare» disse con un sorriso a trentadue denti. «Non mi interessa» risposi freddamente «Oh, scusa. Certo. Hai decisamente altro per la testa» disse imbarazzato accarezzandosi il collo «Mi spiace per tua madre... Dev'essere dura. Io non lo posso sapere, non me la ricordo nemmeno. Sei molto coraggiosa e devi sapere che qui ti ammiriam...» «Hai finito? Vorrei farmi una doccia» lo interruppi gelida. «Oh, certo! Scusa» balbettò sempre più a disagio «Allora... Spero di rivederti» mi tese la mano. Io la fissai, poi mi voltai di nuovo per andarmene «Ehi, aspetta! Posso sapere perché...» iniziò afferrandomi di nuovo per l'avambraccio. Mi spazientii, gli ruotai il braccio e gli piegai il polso «Ahi ahi ahi» «Toccami un'altra volta e ti spezzo le ossa» ringhiai. Nessuno si doveva permettere di toccarmi come se fosse stato in confidenza con me. Nessuno. Mollai la presa e uscii dalla sala sotto gli occhi stupiti delle persone. «Sophie! Aspetta!» sentii Arianne chiamarmi. Affrettai il passo per raggiungere mio nonno e gli sussurrai mentre gli passavo accanto «Non voglio vedere nessuno» e poi scappai nella camera a me assagneta.

Angolo autrice

Ciao Cari Lettori/trici! Ecco cosa passa per la testa alla nostra nuova Sophie! Io preferivo decisamente la prima! Quella imbranata che faceva figure sceme ed imbarazzanti e che citava un libro ogni due secondi! Chissà se riuscirà a tornare ad essere quella di prima! Continuate a leggere e lo scoprirete! Oh... Vedo che abbiamo un nuovo amico qui! Chi sarà questo Philip? Nuocerà o gioverà alla storia? Sarà il misterioso prigioniero legato?
Ah, Sopra ovviamente la perfida Susan Blackwood! Se credete che sia troppo giovane vi informo che ha solamente 55 anni per essere una nonna.

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