Be Unstoppable

By Lilyred__

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"I giocatori di hockey hanno il fuoco nei loro cuori e il ghiaccio nelle loro vene" ❄︎ Kelsey Cooper ha dicia... More

𝑾𝒆𝒍𝒄𝒐𝒎𝒆
CAST
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
𝑺𝑬𝑪𝑶𝑵𝑫𝑨 𝑷𝑨𝑹𝑻𝑬
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35

Capitolo 21

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By Lilyred__

INSTAGRAM DELL'AUTRICE: Lilyredstories❄️

K E L S E Y

5 Ottobre 2018
Eureka

<<Piccola Kelsey, devi cantare per te stessa e non per piacere agli altri.Capito?>>chiese mia madre con un tono gentile e pacato.

Lei era sempre così..tranquilla.A volte mi chiedevo da dove avessi ripreso tutta questa esuberanza, probabilmente da papà.

Lei riusciva sempre a tirarmi su di morale, anche nei momenti peggiori.

E la mia vita era un susseguirsi di momenti peggiori e momenti catastrofici.

Sbuffai e scesi dal piccolo palcoscenico costruito da mio padre, una sorta di piattaforma in legno di noce.Mi portai le braccia al petto, incrociandole e battendo un piede a terra contrariata.

Odiavo la mia vita ma lei rendeva tutto migliore.

<<Però se non piaccio agli altri come faccio a diventare una cantante famosa?>>mi imbronciai e andai a sedermi proprio affianco a lei sul letto della mia cameretta.Le lenzuola erano rosa cipria su di esse giacevano dei piccoli pupazzi di pezza e matite colorate.

<<Non è importante piacere agli altri piccola mia>>sorrise e mi prese il viso tra le mani osservandomi con quei suoi occhi color caramello.

Ogni volta che mi guardava in questo modo sembrava come se riuscisse a capirmi.

<<Io non piaccio a nessuno mamma, mi prendono tutti in giro>>i miei occhi si riempirono di lacrime.

A scuola, in città era un continuo di prese in giro e battutine sulla mia famiglia.

"Arriva la figlia della cantante"

Io ero fiera, camminavo a testa alta fregandomi dei giudizi altrui ma in cuor mio soffrivo.Il mio cuore era rotto e mi domandai se..qualcuno lo avrebbe mai aggiustato?

<<Non piangere Kelsey, prima o poi qualcuno ti apprezzerà per quello che sei>>mi poggió una mano sulla spalla per rincuorarmi e inclinó la testa da un lato osservandomi con un viso colmo di dolcezza.

Lei era così: spontanea, altruista, gentile.

<<E quando arriverà questo qualcuno?>>domandai speranzosa con gli occhi che mi brillavano sotto la luce gioca del lampadario appeso al soffitto.

<<Quando meno te lo aspetti>>sussurró scherzosa e mi tiró una leggera gomitata sulla spalla che mi fece ridere soltanto per un'istante.

Quando meno te lo aspetti, cosa significava?

Sarebbe arrivato presto o tra trent'anni?

<<Dovrò aspettare molto?>>chiesi mentre una lacrima, senza volerlo, mi svicolò lungo la guancia cadendo dritta sui miei pantaloni.

Lei riusciva a darmi sempre speranza.

Come una luce abbagliante alla fine di un tunnel.

Prima o poi sarei arrivata a quella luce tanto attesa?

<<Fin quando non imparerai ad accettarti e ad amarti per quella che sei>>affermò e all'improvviso si alzò dal letto con un balzo tirandosi su le maniche della sua camicetta a fiori.

<<Ho paura>>risposi con un tono timoroso mentre presi a giocherellare con le pellicine attorno alle dita.

Mia madre a quel punto si chinò in ginocchio e mi prese le mani, stringendole forte.<<Di cosa?>>

Le sue carezze riuscivano sempre a confortarmi, in un modo o nell'altro.

<<Di non essere accettata, e se dovessi rimanere sola per il resto della vita?>>domandai mentre altre lacrime continuavano a rigarmi le guance arrossate.

Tuttavia è meglio rimanere da soli che circondarsi di persone che non fanno altro che demolirti fino a farti crollare definitivamente.

<<Ascoltami piccola>> mi prese il viso tra le mani e appoggiò la sua fronte alla mia<<Se qualcuno non ti accetta, è un idiota e sai perché?>>

Scossi la testa mordendomi il labbro inferiore dal nervoso.

<<Perchè sei una bambina fantastica, gentile e sempre disponibile.Non ti devi sentire sbagliata soltanto perché hai trovato degli idioti, va bene?>>

Victoria Cooper sapeva sempre come consolare un cuore infranto.

Mi sentivo costantemente sbagliata in un mondo di idioti.

Forse..mi prendevano in giro perché ero diversa da loro?

<<Si mamma>>annuii asciugandomi le lacrime con le maniche della mia felpa extralarge.

<<Io sarò sempre qui con te, a sostenerti e a supportarti>>si alzó in piedi e mi tese la mano davanti agli occhi.

La afferrai e mi alzai anche io dal letto.<<Sempre sempre?>>

Mia madre a quel punto sorrise.<<Sempre sempre, te lo prometto>>

E sapevo che stava dicendo la verità.

Victoria Cooper manteneva sempre le sue promesse.

❄︎ ❄︎ ❄︎

Non andrò mai più a vedere una partita di hockey dannazione.

Per la rubrica "Me ne succede una ogni giorno" mi toccherà aggiungere alla lista questa nuova avventura, mistica, oserei dire.

Un pattino dritto in faccia mi ci voleva proprio.

Nel momento in cui mi sono messa in mezzo dopo che ho visto chiaramente il capitano della squadra dei Lions avventarsi su Matt pronto per tirargli un bel calcio, non avevo previsto che sarebbe stato così rischioso.

Ho agito di impulso senza rendermi conto quanto effettivamente fosse pericoloso.

Risultato?Un graffio sulla guancia.

Per fortuna la lama del pattino mi ha presa giusto di striscio e il graffio non è chissà quanto grave.

Maledizione, è pur sempre un graffio e dovrò andarci in giro finché non sparirà.

Sembra che ho litigato con un gatto.

Oddio, che mi invento con papà?

"Ehi ciao papà, tutto bene sì..mi sono soltanto presa un pattino in faccia"

Uccide prima me e poi il coach Smithy che mi ha permesso di venire ad assistere alla partita.

<<Kels!>>urla Janette venendomi in soccorso.

Dopo essermi presa un pattino in faccia, mi sono accovacciata a terra ed ho quasi rischiato l'infarto dopo aver visto del sangue sulla mano.

Odio il sangue.

Credo sia una delle cose che odio di più a questo mondo.

Da piccola sono caduta dalla bicicletta e appena ho visto del sangue fuoriuscire dal ginocchio sbucciato, mi è preso un attacco di panico.

In breve: Pensavo di morire a causa di un ginocchio sbucciato.

Beh..credo di avere una sorta di "fobia" verso il sangue.

Difatti quando Matthew si è azzuffato con il nanetto dei Parks nella prima partita, mi stava per venire un infarto a vedere tutto quel sangue e quei pugni voltanti.

Mi mordo il labbro inferiore dal nervoso e alzo la testa per guardare la bionda che è inginocchiata vicino a me.

<<Tutto bene?>>domanda Rosie accovacciandosi anche lei di fianco a me.

Mi manca l'aria dannazione.

Matthew sta bene?

<<Credo di sì>>sussurro e con la mano mi tocco delicatamente il taglio sulla guancia.Osservo
il sangue sul palmo della mano e strabuzzo gli occhi dallo shock.

<<Non toccarlo, andiamo fuori>>mormora Janette, mi solleva per le braccia aiutandomi a rialzarmi da terra.

Ma il mio unico pensiero in questo momento è lui.

<<Matt>>sussurro con un filo di voce e nel momento in cui socchiudo gli occhi per cercarlo..lo vedo.

A pochi metri di distanza da me, Matthew ha le mani chiuse attorno alla maglietta di Dumont che invece è con il corpo completamente appiccicato al plexiglas del campo da hockey.

Lo sta picchiando.

Colpo dopo colpo.

Pugno dopo pugno.

Ryan ed Axel corrono verso di lui come due fulmini, cercano di strattonarlo via ma..niente.

Matthew continua a scagliarsi contro di lui con una brutalità in corpo che a tratti fa persino paura.

Non si ferma.

Continua, senza freni.

I pugni sono così bruti e potenti che sento persino la mascella di Dumont contrarsi dopo ogni singolo colpo.

<<Matt>>alzo la voce,mi libero della presa di Janette e vado verso di lui.

Non mi ascolta.

Continua a picchiarlo, Dumont riesce a schivare qualche colpo ma si becca comunque due pugni in faccia ogni cinque secondi.Axel e Ryan continuano a strattonarlo dalle braccia ma Matthew non ha la ben che minima intenzione di fermarsi.

<<Leblanc!>>urlo in preda al panico.Ho la gola secca, il battito irregolare e un tremore improvviso alle mani per la paura.

Mi sto preoccupando...per lui.

Per la persona che odio.

Matthew rimane con un pugno chiuso sospeso per aria, finalmente si allontana da Dumont che scappa via toccandosi il viso arrossato.

Il resto della palestra in questo momento sembra svanire in un cumulo di oscurità.

La folla attorno a noi che si era fermata a guardare o a incitare la rissa, all'improvviso scompare.

Ci siamo solo io e lui.

Matthew volta lentamente verso di me con il respiro affannato e delle ciocche di capelli castani che gli ricadono sulla fronte.Lo sguardo è cupo, così scuro che sembra quasi uno psicopatico.Le labbra sono leggermente arrossate e sul suo viso si notano ancora i lividi della scorsa rissa con il nanetto dei Parks.

Nonostante questo, lui non ha nemmeno un graffio.

Una cosa è certa però, non sta guardando me.

Sta guardando il taglio che ho sulla guancia.

<<Sto bene>>lo rassicuro abbozzando un sorriso e allargando le braccia, ormai esausta.

In realtà non sto bene per niente, il sangue mi fa impressione e mi viene da vomitare.

<<Guardami>>mi tocco il viso con entrambe le mani<<Sto bene>>

Lui finalmente sembra calmarsi e tira un sospiro di sollievo.Ryan ed Axel gli vanno subito incontro e controllano che stia bene.

A Matthew però, sembra non importare.Continua a tenere lo sguardo fisso su di me.

Cristo santo, cosa devo fare con questo tipo?

Delle lacrime mi stanno bagnando le guance, mi mordo l'interno guancia e in uno stato confusionario mi volto correndo verso l'uscita.

Appena sono fuori dalla palestra vengo travolta da un vento gelido, metto le mani nelle tasche della felpa e guardo il cielo grigiastro sopra di me.

Una cosa l'ho imparata, se voglio rimanere viva e non rischiare un altro infarto forse è meglio non assistere mai più ad una partita di hockey.

Nel momento in cui si sono tolti i guanti, ho aggrottato la fronte non capendo subito cosa effettivamente stesse succedendo.

Poi ho chiesto a Rosie perché si fossero levati i guanti e lei mi ha risposto che nell'hockey è una sorta di sfida che si lanciano due giocatori prima di una rissa.

Invece che dire "Ci picchiamo?" usano quel gesto burbero dei guanti.

Io l'hockey non lo capirò mai dannazione.

Dopo qualche secondo dalla palestra esce qualcuno, lo so perché sento una porta chiudersi con un tonfo che mi fa sobbalzare sul posto.

Non mi serve girarmi per capire di chi si tratta.

I suoi passi li riconoscerei anche a kilometri di distanza.

<<Che cosa cazzo ti è saltato in mente Cooper?>>la voce di Matthew è rauca e ansimante.

Mi volto di scatto verso di lui e improvvisamente il suo sguardo cambia.Gli occhi si socchiudono, le guance gli si gonfiano per un'instante e le labbra gli tremano dal nervoso.

<<Ti stava per tirare un calcio in faccia Leblanc!>>mi difendo avanzando verso di lui.

<<Appunto, me lo dovevo prendere io il calcio Cooper e non tu>>il dito di Matthew improvvisamente è puntato contro il mio petto.

Sto andando in iper ventilazione.

<<Un grazie sarebbe gradito invece di fare tutta questa sceneggiata del cazzo>>alzo la voce e allontano il suo dito con un sonoro schiaffetto.

<<Non ci credo>>scuote la testa e si volta passandosi una mano tra i capelli disordinati<<Se avesse preso me, non mi sarei fatto niente con tutte le protezioni che ho.Tu invece ti sei dovuta mettere in mezzo e se ti avesse presa in un occhio?
È stato imprudente!>>

<<Peró l'ho fatto!>>ormai la mia voce è così alta che le persone attorno a noi ci guardano preoccupati.

Già..l'ho fatto.

Non so spiegarlo ma è stato un gesto talmente impulsivo, mi sono sentita in dovere di..proteggerlo.

<<Perchè?>>grida e si volta di scatto verso di me.

<<Perchè..>>le parole mi muoiono in gola e mi tocca deglutire più volte per levarmi quello strano sapore amaro dalla bocca.

Perché l'ho fatto?

Bella domanda.

<<È stata una mossa sconsiderata Cooper>>mi rimbecca scuotendo ancora la testa e incrociando le braccia al petto.I muscoli sulle sue braccia si tendono e il petto gli si gonfia per un secondo.

Beh, devo ammetterlo.

I giocatori di hockey ti fanno sudare.

Sveglia Kelsey.

<<Non mi è successo niente però, è soltanto un graffio>>cerco di sdrammatizzare scrollando le spalle.

<<Soltanto un graffio certo>>alza gli occhi al cielo e fa un passo verso di me.

Però ogni passo che lui fa verso di me, io indietreggio fin quando non vado a finire con la schiena appiccicata ad un albero.

Silenzio.

Matthew si avvicina e mi tocca la guancia delicatamente, per il dolore però sono costretta a ritrarmi di colpo.Il suo sguardo si addolcisce e mi sposta delle ciocche dei capelli dal viso.

È tutto così..magico.

Magico sulserio?

Oddio, sto impazzendo.

È assurdo come l'odio nei confronti di una persona, a volte, possa trasformarsi in qualcos'altro.

Non so ancora cosa provo esattamente per questo ragazzo ma una cosa è certa..lo scoprirò.

<<Sei pazza>>ridacchia e si allontana di un passo come per trattenersi dal fare qualcosa.

Se quel coglione tutto muscoli e niente cervello non ci avesse interrotti, probabilmente sarei finita a sbaciucchiarmi davanti a tutti con il mio nemico numero uno.

E ora lui che fa?

Si ritrae?

Questo ragazzo ha dei seri problemi.

<<Ti ho salvato da un pattino in faccia e questo è il ringraziamento?>>inarco un sopracciglio e incrocio le braccia,portandole al petto.

<<Non ti ho chiesto di farlo>>mi corregge con una nota di sarcasmo nella voce<<Ho quasi ammazzato di botte un uomo per colpa tua>>

<<Ti senti più figo adesso?>>lo provoco e mi mordo il labbro inferiore dal nervoso.

<<Ti ha chiamato troietta, un uomo in generale non si dovrebbe permettere di chiamare così una ragazza>>afferma con un tono risoluto.

Questo ragazzo riesce a farmi sciogliere come un ghiacciolo sotto al sole.

<<Sapevo difendere il mio onore anche da sola>>sbuffo e incrocio le gambe rimanendo comunque appoggiata all'albero dietro di me.

<<Lo avrei fatto per chiunque Cooper>>

Certo.

La sua solita scusa.

Lo avrebbe fatto per chiunque.

<<Kelsey Cooper>> urla una voce, così forte e potente che per poco non cado a terra per lo spavento.

Tutto mi sarei immaginata, tranne di vedere il coach Smithy con i capelli dritti, un kit di pronto soccorso in mano e una velo di preoccupazione sul volto.

<Signore>>lo saluto con un cenno del capo mettendomi sull'attenti come un soldato.

Quest'uomo mi fa paura cazzo.

Il coach si ferma affianco a noi e prende un respiro profondo.<<Riposo soldato>>

Mi sta prendendo in giro?

<<Porca di quella puttana, stai bene?>>domanda preoccupato.

Annuisco.<<È solo un graffio>>

<<Se fosse successo a un giocatore della mia squadra, si sarebbe gettato a terra e avrebbe cominciato a piangere come una femminuccia che è appena stata lasciata cazzo>>ridacchia lui e tira fuori dal kit di pronto soccorso del disinfettante e un paio di garze pulite.

<<Il mio maschione ti stava importunando?>>domanda mentre versa del disinfettante su una garza, cominciando poi a tamponarla sul graffio.

<<Mi importuna sempre coach>>rispondo io intimorita e una smorfia di dolore mi si dipinge sul volto ogni volta che Smithy mi tampona la ferita con il disinfettante.

Lui ridacchia e alza le sopracciglia.<<Non è facile stare insieme ad un capitano di una squadra di hockey, sopratutto se la squadra è in questione sono gli Sharks Struttman>>

Oddio no.

No, no e ancora no.

<<Non stiamo insieme!>>ribatto con voce stridula.

<<Ceeeerto e io sono Brad Pitt>>sghignazza il coach e appena finisce di pulire la ferita, prende dal kit di pronto soccorso un cerotto per poi farlo aderire come si deve sul graffio.

<<Ha frainteso coach, non stiamo insieme cazzo>>impreca infastidito Matthew dietro di lui.

<<Sisi ovvio>>lo canzona Smithy voltandosi verso di lui con le braccia conserte<<Dimmi Leblanc, ti sembra la faccia di un rincoglionito?>>

Il mio idolo.

<<No coach>>risponde lui con voce scattante.

<<Quando avevo la tua età, mi innamorai di una ragazza che però non ne voleva proprio sapere di me.Sapete com'è finita?>>domanda Smithy guardando prima me e poi Matthew.

<<Com'è finita?>>lo incalzo a continuare.

<<Ed io che cazzo ne so?Il giorno dopo si trasferì in un altro college>>scrolla le spalle con disinvoltura.

Io e Matthew scoppiamo a ridere.

Questo qui è tutto matto, persino più di me.

<<Noi stiamo tornado a Montreal, dovró spiegare al preside Cooper che per sbaglio sua figlia si è presa un pattino in faccia>>il tono ironico del coach Smithy ci fa intuire che mio padre non ne sarà molto contento.

<<Ci parlo io>>cerco di rincuorarlo.

<<Fanculo a Cooper, senza offesa>>puntualizza guardandomi.

<<E quanto a te Leblanc, divertiti finché puoi perché appena tornerai al college lunedì ti faró sudare ogni tipo di alcolico che ti scolerai in questi giorni ad Ottawa.Sono stato chiaro?>>il coach osserva Matthew con le sopracciglia corrucciate mentre ripone il disinfettante e tutto il resto nel kit di pronto soccorso.

<<Chiarissimo coach>>annuisce Matthew.

<<Buon divertimento>>sogghigna il coach ammiccando prima verso di me e poi verso Matthew.Ci manda un bacetto ad entrambi e rientra di corsa nella palestra sbraitando un "Dove cazzo è l'allenatore?".

<<È il mio idolo quell'uomo>>sorrido.

<<Dici così perché non è il tuo coach>>sbuffa lui in risposta alzando gli occhi al cielo.

<<Cooper!>>urla una voce.

Trent è appena uscito dalla palestra e si sta incamminando a grandi falcate verso di me, con il respiro affannato e con ancora la divisa da hockey addosso.

<<Ci mancava solo lui>>borbotta tra i denti Matthew distogliendo lo sguardo.

<<Stai bene?>>mi chiede Trent, appena arriva di fronte a me comincia ad analizzare il cerotto che ho sulla guancia.

<<Benissimo>>annuisco decisa.

<<Non hai una bella cera>>aggrotta la fronte lui prendendomi il mento tra le dita per osservami meglio.

<<No sto bene..>>non riesco a continuare la frase perché all'improvviso un conato di vomito mi travolge all'improvviso.

Non riesco a controllarlo.

È troppo forte.

Sbarro gli occhi e faccio un cenno a Trent di spostarsi ma ormai è troppo tardi.

Mi fletto sulle gambe, appoggio i palmi delle mani sulle cosce e rimetto di stomaco dritto sulle scarpe di Trent.

Che grandissima figura di merda.

<<Porca puttana>>sbraita Trent allontanandosi di scatto da me con un espressione sconvolta in viso.

Nel mentre io continuo a vomitare, i conati sono sicuramente dovuti dalla "questione sangue".

Matthew intanto si sta sbellicando dalle risate.

Credo di aver realizzato uno dei suoi più grandi sogni.

<<Leblanc che cazzo ti ridi?>>sbotta a quel punto il moro.

Mi pulisco la bocca con la manica della felpa e ritorno a stare dritta, osservando la scena davanti a me.Ho il respiro un po' affannato e la testa che mi gira come se fossi su delle montagne russe.

<<Evidentemente le tue scarpe erano talmente brutte che Cooper non ce l'ha fatta>>lo canzona Matthew con un ghigno provocatorio stampato sulle labbra.

<<Fanculo>>Trent gli va addosso lanciandogli una spallata e riga dritto verso la palestra.

<<Non ridere>>lo ammonisco puntandogli il dito contro da lontano.

Matthew mi guarda serio ma poi è più forte di me, scoppio a ridere anche io in una fragorosa risata.

<<Kels!>>la voce di Janette è talmente alta che credo l'abbiano sentita persino a Montreal.

Nel giro di dieci minuti avranno detto il mio nome all'incirca venti volte.

Janette arriva correndo verso di me seguita da Ryan, Rosie e Axel.

<<Sto bene ragazzi>>li rassicuro con il pollice alzato.

In realtà, non sto bene per niente.

<<Ha vomitato sulle scarpe di Trent>>sghignazza Matthew cercando di non farsi sentire.

<<Cosa?>>Rosie sbotta in una risata.

<<Perché queste cose succedono sempre quando non ci sono?>>sbuffa Axel mentre si sfila la maglia della divisa rimanendo soltanto con una maglietta a maniche lunghe nere.

<<Cooper sei diventata ufficialmente il mio nuovo idolo>>ridacchia Ryan facendomi un occhiolino.

<<Andiamo a cambiarci prima che vomiti di nuovo>>mormora Matthew mentre trattiene una risata.

<<Se dovessi vomitare ancora, sarebbe soltanto colpa tua>>sbotto rivolgendogli un'occhiataccia truce.

<<Mh e perché?>>mi sfida tenendo il mento alzato nella mia direzione.

Sbuffo.<<Perchè la tua presenza mi fa venire il voltastomaco>>

<<Oook ora meglio se andiamo, ci vediamo fuori>>Ryan lascia un delicato bacio sulla testa di J che sorride a sua volta come una dodicenne.

Matthew con un sorrisetto diabolico si avvicina con un solo passo e le labbra si tendono verso il mio orecchio.<<Non sembrava avessi il voltastomaco quando mi hai succhiato il dito l'altra sera>>

Arrossisco all'istante e mi scosto da lui facendo un passo indietro.Matthew mi rivolge un occhiolino e se ne va passandosi una mano tra i capelli sudati.

Sono rossa come un peperone e il mio battito cardiaco ormai è andato a farsi benedire.

Questo ragazzo è una provocazione vivente, se ne sta lì con la sua aria da duro e fa nascere dentro di me una voglia irrefrenabile di riempirlo di schiaffi.

Questi tre giorni ad Ottawa saranno parecchio intensi.

Molto intensi.

<<Ci devi dire qualcosa?>>sbotta Janette in un sussurro controllando se dietro di lei non ci sia più Matthew.

<<Mmh non credo>>mi affretto a rispondere e intanto mi volto cominciando a camminare verso l'uscita del college.

Rosie e Janette mi raggiungono in due secondi e mi si affiancano cercando di tenere il mio stesso passo.

Sulla questione Matthew sono sempre stata molto riservata, infatti non ho raccontato alle mie amiche di quello che è successo allo snowflakes durante l'appuntamento con Trent.

<<Tu non ce la racconti giusta>>mormora Rosie osservandomi di sottecchi.

<<Già, c'è qualcosa che ci stai nascondendo>>bisbiglia Janette.

<<Perche state sussurrando?>>ridacchio divertita.

<<Mio fratello è un supereroe, legge nel pensiero e a volte ha delle cazzo di orecchie bioniche>>spiega Rosie con voce teatrale.

<<Ecco, il problema è proprio tuo fratello!>>esplodo e appena sono fuori dal college osservo per qualche secondo la strada di fronte a me.

Mi volto di scatto verso le mie amiche che invece mi stanno guardando con le fronti aggrottate e uno sguardo inquisitorio.

<<Che cazzo ha combinato stavolta?Lo devo picchiare?>>mi chiede Rosie slegandosi i capelli.

<<No, lui è sempre il solito Leblanc stronzo>>mi mordo l'interno della guancia per il nervoso<<Il problema forse sono io>>

<<Oddio>>gli occhi di Janette si sbarrano all'improvviso.

<<Sh falla finire>>Rosie gli tira una gomitata sulla spalla.

<<Allora, vi ricordate del mio appuntamento disastroso con Trent?>>domando e intanto mi inumidisco le labbra per prendere più coraggio.

<<Forse volevi dire del tuo appuntamento con Wells e Trent>>mi corregge Janette alzando gli occhi al cielo.

<<Falla finire!>>la rimbecca Rosie.

<<Quella sera c'era anche Matthew>>prendo un respiro profondo e poi decido di lanciare la bomba<<Mi mandó un messaggio chiedendomi di raggiungerlo in bagno perché doveva dirmi una cosa ed io..ci sono andata>>

<<Lo sapevo!>>urla Janette con voce stridula.

<<Stai per diventare mia cognata?Ti prego dimmi di sì>>esclama speranzosa Rosie con gli occhi che le brillano.

<<No, per carità>>scuoto la testa più volte.

<<E allora che avete fatto in bagno?>> Janette ammicca verso di me con un ghigno beffardo.

<<Beh mi ha..tipo messo una mano attorno al collo>>comincio a spiegare un po' intontita.

Mi rendo conto soltanto dopo che detta così può suonare strano.

<<Ti ha cercata di strangolare?Lo sapevo che tuo fratello era un cazzo di assassino>>sbotta la biondina guardando male Rosie affianco a se.

<<Mio fratello non è..>>cerca di rispondere Ros.

<<Ragazze!>>le richiamo alzando la voce.

Loro mi fissano sbattendo più volte le palpebre.

<<Non mi ha strangolata, è stato un gesto piacevole..>>mormoro abbassando la testa per l'imbarazzo.

<<Cazzo>>impreca J<<Da quando ti conosco non ti ho mai vista così tanto in imbarazzo>>

Ed è vero.

Sono sempre stata una ragazza sempre sicura di sé e con la risposta pronta in ogni tipo di momento.

Ma ora, raccontare di una cosa così intima che ho vissuto mi destabilizza completamente.

<<Vi siete baciati?>>domanda all'improvviso Rosie.

<<No niente di tutto ciò, ci siamo stuzzicati>>la correggo.

<<Beh questo è..non posso dire inaspettato perché tanto sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa.La parola giusta sarebbe strano>>Janette prende a giocherellare con delle ciocche dei suoi capelli.

<<Si strano>>annuisco pensierosa<<Peró poi si è comportato da stronzo e mi ha chiusa nel bagno>>

<<Ti ha chiusa nel bagno?>>esclama Rosie.

<<Si lasciamo stare, per fortuna un cameriere mi ha sentita gridare ed è venuto ad aprirmi>>sbuffo nervosamente.

Il pullman degli Sharks è ancora parcheggiato di fronte all'entrata del Saint Paul mentre la maggior parte della squadra è ormai salita, pronta a tornare a Montreal.

<<Cooper posso parlarti?>>domanda una voce alla mia destra.

Mi volto per guardare Trent.<<Non volevo vomitarti sulle scarpe>>

<<Lo so ma diciamo che non ho un buon rapporto con il vomito in generale>>ridacchia lui grattandosi la nuca con l'indice.

<<Allora apposto?>>domando dubbiosa.

<<Rimani ad Ottawa anche te?>>il tono di voce in cui lo dice è chiaramente infastidito dalla faccenda.

<<Si, mi serve per staccare un po'>>scrollo le spalle.

<<Ci vediamo lunedì allora>>Trent si avvicina ed ho quasi paura che stia per baciarmi, però per fortuna le sue labbra si posano delicatamente sulla mia guancia.Abbozza un sorriso rattristito e si volta raggiungendo Wells ed entrambi salgono poi sul pullman.

<<Andiamo a prendere le nostre cose>>sbuffa a Janette e tutte tre saliamo sul veicolo per prendere i nostri bagagli.

Dopo aver recuperato le nostre valigie, scendiamo dal pullman e rimaniamo impalate sul marciapiede a fissare il vuoto.

Che imbarazzo cazzo.

<<Partiamo porca puttana>>urla Smithy da sopra al pullman con voce persino più alta di tutte le volte che l'ho sentito.Il pullman senza aspettare un minuto di più sfreccia sparendo oltre le strade di Ottawa.

Metto le mani all'interno delle tasche della mia felpa bianca e prendo a giocherellare con i piedi scalciando alcune foglie presenti sull'asfalto.

Oddio, non di nuovo.

<<Ho un problema con il sangue>>sussurro e continuo a tenere la testa bassa dall'imbarazzo.

<<Lo avevamo intuito>>sogghigna Janette.

<<Pollastrelle!>>urla Axel venendo verso di noi con indosso una semplice tuta nera e il borsone stretto in spalla.

<<Pollastrelle?Ci stai paragonando a delle galline?>>aggrotto la fronte.

<<Beh hai un po' la faccia di una gallina quando ti arrabbi Cooper>>mi prende in giro Matt, indossa una t-shirt bianca con sopra una felpa con la zip aperta.I suoi addominali si intravedono persino da sotto la maglietta e appena nota che lo sto fissando, mi rivolge un sorrisetto beffardo.

Avvampo all'istante.<<Fanculo Leblanc>>

<<Sarà un weekend molto divertente>>dice scherzosamente Ryan circondando con un braccio la vita stretta di Janette per attirarla a se.

<<Sei pronto Queman?Il divertimento con me è assicurato>>brontola Axel toccandosi il petto con una mano.

<<Olsen scappa finché sei in tempo>>bisbiglia Rosie facendogli un occhiolino.

<<Rosie>>la ammonisce Matthew con un sopracciglio inarcato.

<<Non fare il fratellone geloso e lasciami divertire>>sbuffa a quel punto Ros.

<<Stiamo già litigando, come ci arriveremo vivi a Domenica?>>domando scuotendo la testa.

<<Non ho mai detto che non ci sarebbero state ripercussioni in questo weekend>>Matthew mi rivolge un occhiolino giocoso.

Alzo gli occhi al cielo.<<Facciamo così Leblanc, quando io vado a destra tu vai a sinistra.Intesi?>>

<<Certo, quando tu vai a destra io vado a destra chiaro>>annuisce con le labbra curvate verso l'alto<<Ora andiamo a rilassarci in hotel, sono stanco morto>>

Matthew si volta e insieme ad Olsen e ad Axel cominciano a camminare con i borsoni in spalla che peseranno quanto la mia valigia.

<<Leblanc!>>urlo sbattendo un piede a terra.

<<Siete proprio cane e gatto voi due>>mi dice Rosie, incrocia il suo braccio attorno al mio e insieme cominciamo a camminare.

Janette è di fronte a noi e sta passeggiando beatamente mano nella mano con Ryan che da vero galantuomo porta sia il suo borsone che la valigia della biondina.

<<Basta parlare di quell'omino Michelin, questo weekend sarà epico!>>sbotto sorridendo come una bambina.

Essere qui, insieme a delle persone che mi accettano per quella che sono, mentre trascorriamo un weekend fuore mi fa venire voglia di piangere.

Da piccola non ho mai fatto parte di nessun gruppo.

Ero sempre da sola.

Da sola contro tutti.

Mia madre mi ha sempre insegnato che se le perosne non mi accettano per quella che sono allora non posso definirli dei veri amici.

E con questa convenzione in testa, sono sopravvissuta da sola con me stessa.

Dopo una decina di minuti davanti ai nostri occhi appare un castello con mattoncini biancastri e persino delle piccole torri che spiccano verso l'alto.

L'insegna sopra l'entrata principale del castello parla chiaro: "Fairmont Château Laurier".

Cazzo è l'hotel di cui parlavano a pranzo.

<<Porca puttana>>borbotto osservando il castello di fronte a noi.

Rosie mi posa una mano sulla spalla.<<Omaggio di papà Leblanc>>

<<Andiamo..ho bisogno di una doccia>>sbuffo.

<<Avete visto che roba?>>domanda Janette correndo verso di noi.

Ryan, Olsen, Axel e Matthew intanto stanno facendo il loro ingresso nella struttura imponente che non sembra neanche reale per quanto è bella.

<<Andiamo forza>>ridacchia Rosie incamminandosi verso l'entrata trascinando con sé il suo trolley.

La mia valigia peserà un quintale a stento riesco a trascinarla sull'asfalto.

Appena varco le porte dell'hotel però, rimango con la bocca semi aperta ad osservare l'arredamento e la lussuria che traspare ad ogni angolo.

Una hall in stile vittoriano, con un lampadario scintillante appeso al soffitto, pareti color crema e un magnifico pavimento in marmo lucidato alla perfezione.

Matthew sta parlando animatamente con un signore in giacca e cravatta a qualche metro di distanza da noi.

<<Quello è il proprietario>>sussurra Rosie<<L'ho visto una volta quando abbiamo alloggiato per una notte all'hotel che si trova a Toronto>>

<<Ma quanti diavolo di hotel ci sono in giro per il mondo?>>chiedo continuando a guardarmi intorno spaesata.

Non sono abituata a tutto questo lusso sinceramente.

Vengo da una cittadina di campagna, io nel tempo libero passeggiavo lungo i fiumi non venivo di certo a passare un weekend in un hotel a cinque stelle dove passarci una singola notte costa come minimo mille dollari, se non di più.

<<Credo cinquanta>>bisbiglia Janette posando il suo enorme borsone a terra.

<<Ragazze andiamo>>saltella Axel, emozionato come un quattordicenne.

Matthew da una sonora pacca sulla spalla dell'uomo che in risposta ridacchia.Noi intanto ci dirigiamo verso il biondo trascinando con noi i nostri corrispettivi bagagli pesanti.

<<Ragazzi lui è Owen Fairmont>>annuncia Matthew presentando l'uomo affianco a se.

Il signor Fairmont ci fa un inchino e intanto si stringe la cravatta nera facendola aderire al colletto della camicia bianca.<<Buonasera signori, voglio darvi personalmente il benvenuto nel mio hotel.Ho saputo della vostra vittoria e ne sono molto scontento sinceramente, essendo originario di Ottawa speravo che vincessero i nostri Lions ma a quanto pare..mi sbagliavo>>

<<È stata una partita piuttosto..difficile>>sussurra Matthew lanciandomi un'occhiataccia.

Socchiudo gli occhi minacciandolo con un solo sguardo, lui accenna un sorrisetto e distoglie lo sguardo scuotendo la testa.

<<Immagino, comunque volevo spiegarvi un po' la storia di questo posto.Vi dispiace seguirmi?>>domanda il signor Fairmont e con un braccio teso ci invita a seguirlo nei meandri dell'hotel.

Dopo un'ora, sono talmente stanca che sto sbadigliando come se non dormissi da anni.Il direttore ci ha mostrato ogni singolo punto dell'hotel: ristorante, bar, hall, camere e infine una magnifica piscina al coperto munita di spa.

Sembra un sogno questo hotel.

<<Spero di non avervi annoiati>>ridacchia il signor Fairmont grattandosi la nuca dall'imbarazzo.

<<Finalmente>>sussurro a Janette alzando gli occhi al cielo.

<<Che ne pensa invece della leggenda della camera trecento tre?>>domanda elettrizzato Axel.

Leggenda?

<<Infatti..signor Fairmont sono vere le voci che girano?>>domanda Olsen stringendosi in borsone in spalla.

Owen si schiarisce la voce e si allenta la cravatta, si può notare soltanto dal suo sguardo la paura e il nervosismo che sta provando in questo momento.

<<Ragazzi non credo che il signor Fairmont ne voglia parlare>>li fulmina con lo sguardo Ryan.

<<Owen mi deve scusare ma i miei amici sono sempre molto curiosi>>sospira Matthew scuotendo più volte la testa.

<<No va bene>>annuisce lui e prima di cominciare a parlare prende un gran respiro<<La camera trecento tre al momento è inagibile>>

<<Da quel giorno non è entrato più nessuno?>>domanda ancora Axel con gli occhi che gli brillano.

Il signor Fairmont alza la testa di scatto.<<Mi dispiace signori ma adesso devo proprio andare, è stato un piacere signor Leblanc conoscere i vostri amici.Ho un volo per Los Angeles tra qualche ora e devo assolutamente andare>>

Matthew gli stringe la mano, poi Owen ci rivolge a tutti un leggero cenno del capo e se ne va sparendo oltre il lungo corridoio dove ci ha lasciati.

<<Ok è stato moooolto inquietante>>afferma Ryan con un tono divertito.

<<Inquietante?Avete visto che faccia ha fatto?Secondo me è stato lui>>esclama Axel con le mani in alto.

<<Possiamo smettere di parlarne?Cazzo ho i brividi guardate>>ridacchia J mostrando a tutti i brividi inesistenti che ha sulle braccia.

<<Scusate ma di che diavolo state parlando?>>domando a quel punto io con la fronte aggrottata.

<<la leggenda della camera trecento tre>>risponde Olsen.

Sbatto più volte le palpebre e alzo le sopracciglia in risposta.

<<Non sai della leggenda?Oddio, ma dove vivi?>>mi chiede Ax scuotendo la testa.

<<Dimentichi che non sono originaria del Canada>>gli rammento toccandomi la tempia con l'indice.

<<Allora domani faremo una bella serata horror che dite?>>chiede elettrizzato il biondo battendo persino le mani dall'eccitazione.

<<Come ti pare, ora andiamo?>>sbuffa Ryan.

<<Vi do il benvenuto nella suite imperiale>>borbotta Matthew con voce teatrale poi sfila dalla tasca una sorta di tessera e la appoggia ad un lettore affianco alla porta della camera.

La porta si apre all'improvviso con un sonoro click e Matthew ci fa gli onori di casa invitandoci ad entrare con un cenno del capo.

Chiamarla camera è un errore, questa sembra una cazzo di casa.

Trascino la valigia sul pavimento in legno e appena finisco di percorrere il piccolo corridoio all'ingresso, rimango senza parole ad osservare il piccolo salottino di fronte a noi.

<<Porca.Di.Quella.Puttana>>sibilo ogni parola rimanendo con la bocca aperta come una bambina.

<<Mi hai tolto le parole di bocca Cooper>>ridacchia Ryan.

Un salottino in stile vittoriano, con alcune aggiunte di design moderno.Un caminetto in basso sulla parte destra del salotto, di fronte invece ci sono quattro poltroncine in camoscio bianche e un divano in stile barocco con dei cuscini decorativi ai lati di esso.

In mezzo al divano e alle poltrone, si trova un piccolo tavolino di vetro quadrato con sopra una bottiglia di champagne e dei calici attorno.

Affianco al salotto invece c'è una piccola aerea per mangiare con un tavolo rettangolare e delle sedie in velluto che gli girano intorno.

Su ogni angolo della stanza ,inoltre,salta subito all'occhio delle colonne in stile romano che si innalzano fino a toccare il soffitto.

C'è infine una televisione appesa al soffitto, dei piccoli candelabri incastonati nella parete e delle piante di bonsai sparse qua e là.

<<Io mi prendo la camera più grande>>urla Axel e corre verso la prima stanza che trova sotto mano, apre la porta scorrevole da entrambi i lati e ci si fionda dentro lanciando il borsone sul letto davanti a lui.

<<Cooper vuoi dormire qui con me?C'è posto eh>>ammicca Ax stravaccandosi sul letto.

<<Sta zitto coglione>>lo fulmina con lo sguardo Matthew.

<<Cooper dormirà con me>>alza un sopracciglio Rosie.

<<Voi due non fate troppe smancerie stanotte sennò non mi fate dormire>>guardo di sottecchi Ryan e Janette affianco a noi.

La biondina arrossisce e si allontana insieme a Ryan verso un'altra stanza lungo un corridoio affianco al salotto.

<<Andiamo>>sussurra Rosie prendendomi per un braccio e camminando verso un'altra stanza.

Mi continuo a trascinare dietro la valigia e la poso soltanto quando Rosie apre la porta della nostra stanza.

Entriamo di soppiatto e rimaniamo entrambe incantate dall'arredamento mozzafiato.Un letto matrimoniale con lenzuola bianche e orli dorati, una televisione a parete di fronte, dei comodini ai lati e infine dei fantastici quadri moderni appesi.

<<Sarò un weekend da urlo!>>esclama Rosie buttandosi di peso sul letto.

Io non ne sarei così sicura.

Finalmente prendo un po' di coraggio ed entro in bagno, guardando il mio riflesso nello specchio.

Rimango sbalordita dall'enorme cerotto che ho appiccicato sulla guancia.

<<Mi avete fatto andate in giro così?>>urlo in preda al panico.

Rosie fa capolinea nel bagno.<<Hai l'aria da dura così, del tipo che ti sei picchiata con qualcuno>>

<<Fanculo io me lo levo>>sbotto e mi levo il cerotto.

Così facendo però mi ritrovo faccia a faccia con il rossore del graffio, osservo disgustata il cerotto con un po' di sangue.

<<Oddio>>mi asciugo del sudore dalla fronte e cerco di prendere respiri profondi per non vomitare ancora.

<<Ho capito!>>esclama Rosie all'improvviso.

<<Cosa?>>domando e intanto apro il rubinetto per sciacquarmi un po' il viso.

<<Ti fa schifo il sangue>>cinguetta lei.

Mi volto verso di lei e annuisco.<<Mi fa schifo, è vero, ma non mi è mai capitato di vomitare..credo che mi riposerò un po'>>

<<Va bene, allora vado ad avvertire gli altri che non vieni a cena>>Rosie esce dal bagno e si dirige verso il salotto dove tutti si sono riuniti a chiacchierare.

Sospiro profondamente e decido che è arrivato il momento di chiamare il sergente Cooper.

Ok, posso sempre dirgli che un gattaccio mi è saltato in faccia.

Non se la berrebbe mai una cazzata simile.

Allora..gli dirò la verità.

Mi tolgo la felpa sporca e rimango soltanto con un reggiseno bianco con del pizzo ai bordi.Apro la valigia che avevo posato sul pavimento e ripongo la felpa al suo interno.

Dopodiché mi butto sul letto allargando le braccia, beandomi del calore che questa stanza ha da offrirmi.

A quel punto prendo un respiro profondo e chiamo mio padre.

Dopo tre squilli finalmente risponde.

Ormai sono quasi le otto di sera quindi in teoria dovrebbe essere a casa.

<<Kels>>mi saluta con voce rincuorante.

<<Papà, come va?>>domando mordendomi il labbro inferiore.

<<Il tuo cane sta facendo più danni che altro, ha rotto altri tre vasi e ha stracciato tutti i giornali che è riuscito a trovare in giro>>brontola con un tono serio.

<<Si deve abituare e poi chissà che paura che deve avere, con te che lo sgridi tutto il tempo>>ridacchio prendendolo in giro.

<<Io non lo sgrido..vabbè lasciamo stare, te come va?La partita?>>dalla sua bocca escono una raffica di domande a cui purtroppo non so neanche come rispondere.

<<Beh hanno vinto!>>esclamo entusiasta.

<<Menomale, non avrei sopportato le urla di quel pazzo dell'allenatore>>borbotta lui è n risposta.

<<Però mi sono presa un pattino in faccia>>ridacchio cercando di sdrammatizzare.

<<Aspetta..cosa?>>urla con voce tuonante.

<<È stato un incidente, ti racconto domenica quando torno>>sbuffo.

<<Kelsey Cooper non ti azzardare a riattaccare..>>

Lo interrompo.<<Non ti sento, papà?>>

<<Non fare la finta tonta, so che mi senti..chi cazzo..>>

Lo interrompo di nuovo.<<Papá prende male qui, la linea è disturbata..ci sentiamo domani>>

Appena riattacco mi sembra di sentire ancora la voce di mio padre tuonare dall'altra parte del telefono.

Appoggio il cellulare sul letto e mi prendo il viso tra le mani.Sono piuttosto stanca, da quella notte dove i ricordi sono riaffiorati a causa di Leblanc non riesco a dormire.

Ripenso costantemente a lei.

A quella sera.

A quando ho perso definitamente mia madre.

Senza poter fare nulla.

Ovviamente Leblanc non poteva sapere del mio trauma, per questo non me la sono presa più di tanto.Si è comportato comunque come un perfetto stronzo ma stavolta non ha colpe.

Sono io ad avere dei problemi, vivo ancora nel passato rivivendo costantemente il mio trauma a ripetizione come un dannato loop.

Un bussare alla porta mi risveglia dal mio stato di trans.

<<Kels siamo noi>>urla Janette da fuori alla porta.

<<Noi chi?>>le prendo in giro con un tono scherzoso.

<<Due fantasmi>>risponde Ros con voce teatrale.

<<Entrate allora>>ridacchio mettendomi seduta sul letto con il corpo poggiato allo schienale.

Rosie entra in camera e viene a sedersi sul letto insieme a Janette.

<<Sicura che non vuoi venire?Possiamo rimanere con te se vuoi>>prova a chiedere Janette con un viso preoccupato.

<<Tranquille, voi andate..io rimarrò qui a riposare>>cerco di rassicurarle.

<<E va bene, ma domani non ci scappi.Axel sta preparando una cazzo di festa con alcol e tutto il resto>>scherza Ros scuotendo la testa.

<<Una festa qui?>>aggrotto la fronte guardandomi intorno.

<<Dice che è una cazzo di suite imperiale e dobbiamo divertirci come si deve>>Janette imita la voce di Axel alla perfezione.

<<Io non mi fido neanche un po'>>ridacchio.

<<Neanche noi, finirà come quel film "Una notte da leoni">>la biondina si alza dal letto e insieme a Rosie escono dalla stanza lasciandomi definitivamente da sola insieme ai miei pensieri.

Troppi ricordi.

Troppe malinconie.

Troppe cose a cui pensare.

Non so come gestire tutto questo stress che all'improvviso mi sta travolgendo.

Forse mi serve soltanto una bella dormita.

Due colpi, forti, bastano a farmi sobbalzare sul letto.

Aggrotto la fronte e mi guardo intorno spaesata.

Ma che ore sono?

Prendo il cellulare sul letto e leggo l'orario rimanendo colpita da quanto ho dormito.

Sono le dieci di sera.

<<Chi è?>>domando alzando il tono della voce.

<<Non voglio rispondere in modo volgare Cooper>>la voce di Matthew è rauca e graffiata.

<<Sono in reggiseno, non puoi entrare>>urlo ancora, stavolta più forte.

<<Si certo>>bofonchia lui ed apre la porta rimanendo per un attimo incantato a guardarmi.

Porca puttana.

Avvampo all'istante e gli lancio un cuscino addosso che però rimbalza sul suo petto e cade a terra.

<<Ti avevo detto che ero in reggiseno!>>lo rimbecco coprendomi con un altro cuscino, poggiandolo davanti al mio seno.

<<Credevo che scherzassi>>scrolla le spalle.

<<Mi hai svegliata>>lo accuso.

<<Ti senti meglio a quanto pare>>scherza lui avvicinandosi di un passo verso di me.

<<Dove sono gli altri?>>cambio discorso tenendo ancora stretto il cuscino al mio petto.

<<Torneranno a momenti>>risponde sbrigativo e intanto si guarda intorno come se stesse cercando di dirmi qualcosa.

<<Che cosa vuoi Leblanc?>>domando incurvando un sopracciglio.

<<Devo sapere una cosa o finirò per impazzire>>sbotta lui e a quel punto si siede di peso sul letto, facendomi sussultare dalla sorpresa.

Mi inumidisco le labbra.<<Cosa vuoi sapere?>>

<<Perché cazzo ce l'hai con me?>>tuona e si volta con una tale velocità da lasciarmi senza parole per un'istnsre.

I suoi occhi verdi mi stanno fissando con una tale intensità da far tremare ogni singola particella del mio corpo.

<<Perchè sei uno stronzo>>borbotto tra i denti.

<<Bugiarda, dimmi perché>>mi incalza continuando a guardarmi come se..mi volesse.

<<Perchè mi hai chiusa dentro il bagno!>>sbotto alzandomi dal letto con uno scatto, il cuscino che avevo poggiato stretto sul mio petto ricade a terra.

Sono in reggiseno.

Davanti a lui.

Vabbè che sarà mai, è come se mi vedesse in costume da bagno..giusto?

<<E allora?Era soltanto uno stupido scherzo Cooper>>Matthew si passa nervosamente una mano tra i capelli e con uno scatto fulmineo si alza dal letto.

<<Per te!>>urlo in preda ad un attacco di isteria puntandogli un dito contro al petto<<Per me non era affatto uno scherzo>>

I miei occhi senza volerlo si sono riempiti di lacrime.

Odio mostrarmi così debole davanti alle persone, sopratutto davanti al ragazzo che odio.

<<Che cosa nascondi Cooper?>>domanda con un filo di voce e posa la sua mano sulla mia lasciandola lì, sul suo petto.

Riesco a sentire persino il suo cuore battere all'impazzata.

<<Devo per forza nascondere qualcosa?>>le labbra mi si seranno in una linea retta dal nervoso.

<<È evidente che nascondi qualcosa, ogni volta che ti guardo negli occhi vedo soltanto ricordi, dolore e un passato che non riesci a dimenticare>>mormora accarezzando dolcemente la mia mano.

Sbarro gli occhi dallo stupore.

Come diavolo fa a sapere tutte queste cose?

Allora è vero, è un cazzo di supereroe in incognito?

<<Come fai a saperlo?>>domando cauta mentre delle lacrime scendono senza preavviso sulle mie guance.

Matthew stacca la sua mano dalla mia per catturare una lacrima che mi stava rigando la guancia destra.<<Te l'ho detto, sei un libro aperto per me>>

Sbuffo e distolgo lo sguardo da lui.Matthew me lo impedisce, mi cattura il mento tra l'indice e il pollice costringendomi a guardarlo dritto negli occhi.Le sue iridi sono verdi come uno smeraldo.

<<Riguarda la morte di tua madre?>>domanda di getto.

Mi ritraggo da lui facendo un passo indietro.<<Basta così, qualsiasi cosa tu stia facendo..smettila!>>

<<Non sto facendo niente>>mi risponde Matthew avanzando verso di me.

Gli poso una mano sul petto allontanandolo.<<Smettila di farmi credere che ti freghi qualcosa della mia vita>>

<<Nom hai pensato che forse mi frega realmente qualcosa?>>mi rimbecca lui inarcando un sopracciglio.

<<No, la tua è soltanto una sceneggiata>>grido in risposta, allontanandomi il più possibile da lui fino a ritrovarmi con la schiena appiccicata alla finestra della camera.

<<Porca puttana Cooper>>la voce di Matt è peggio di un tuono assordante <<Mi stai fottendo il cervello!>>

Prendo un respiro profondo prima di rispondere.<<Allora lasciami in pace e basta>>

<<Non ci riesco>>sospira passandosi una mano tra i capelli per portarli all'indietro.

In tutto questo io sono ancora in reggiseno.

Bene.

<<Dovrai riuscirci>>rispondo cercando di auto convincere persino me stessa.

<<Bene, è questo quello che vuoi?>>mi chiede guardandomi dritto negli occhi.

Ora non sono così tanto sicura di volerlo lontano da me.

La sua vicinanza a volte mi fa stare..bene.

<<È quello che voglio>>annuisco.

<<Perfetto>>sbotta girandosi verso la porta pronto per uscire.

Non andartene.

E invece se ne va.

Lasciandomi lì confusa e in preda ad un attacco di panico.

Cristo santo.

Sono un idiota.

❄︎ ❄︎ ❄︎

Il mattino seguente è persino peggio.

Anzi, catastrofico.

Matthew mi ha ignorata per tutta la giornata, neanche uno sguardo, un saluto, una chiacchierata.

Niente.

So di aver detto di lasciarmi stare ma ora che sta succedendo non ne sono così tanto sicura.

La sua presenza nonostante tutto mi fa battere il cuore e nessuno ci è mai riuscito in questo modo.

<<Kels?>>Janette mi sventola una mano davanti al viso per riportarmi alla realtà.

Scuoto la testa e mi volto verso la bionda.<<Ci sono giuro>>

Come ho già detto, per me è molto difficile non perdermi nei meandri della mia testa.

Mi distraggo mooolto facilmente.

Abbiamo passato l'intera mattinata a passeggiare per le strade caotiche di Ottawa.Siamo state al Parc de la Confédération e al Jacques-Cartier Par, beandoci dell'aria fresca e della tranquillità che traspare in questa città.

Inoltre abbiamo pranzato in un ristorantino a pochi passi dal nostro hotel, ho assaggiato per la prima volta in vita mia la "poutine" che sarebbero delle classiche patatine fritte ricoperte interamente di formaggio fuso e salsa di carne di manzo.

Un po' stucchevole ma sono pur sempre patatine fritte e a quelle io non riesco mai a dire di no.

Ora invece ci troviamo all'ultimo piano di un hotel qui vicino per osservare il panorama della città dall'alto.Il sole sta per tramontare e ormai sono quasi le sette di sera.

Stasera abbiamo deciso di cenare in camera e subito ci sarà la stramba festicciola organizzata da quella testa calda di Axel.

<<È per Matthew?>>bisbiglia a quel punto Rosie stringendosi nel suo cappotto bianco.

<<Abbiamo litigato ma stavolta sulserio dato che non mi rivolge più la parola>>inarco un sopracciglio e con un cenno del capo indico Matthew alla mia destra a qualche metro di distanza.

<<E ti dispiace?>>domanda Janette.

<<Per niente>>sbotto.

La bionda decide di non replicare e si volta per raggiungere Ryan che stava sventolando una mano al cielo per richiamare la sua attenzione.

Rimango da sola con Rosie che mi sta guardando in modo strano come se volesse dirmi qualcosa.

<<Ti dispiace eh>>mi tira una gomitata sulla spalla.

<<No invece>>sbuffo continuando a guardare il panorama di fronte a me.

<<Certo certo>>fischietta Rosie divertirà.

<<Andiamo pollastrelle?>>ci richiama Axel.

<<Ancora con questo pollastrelle?>>sbotta a quel punto Rosie alzando il tono della voce.

<<Vuoi che ti chiami..dolcezza?>>inarca un sopracciglio il biondo, provocandola con un sorrisetto sghembo.

<<Andiamo coglione>>Olsen per fortuna se lo porta via trascinandolo per un braccio.

Matthew è ancora davanti al plexiglas che circonda tutta l'area dell'ultimo piano dell'hotel e appena i miei occhi incrociano i suoi, nell'aria si innalza una sorta di carica elettrica.

Lo ignoro totalmente e tutti quanti andiamo verso l'ascensore.

Appena usciamo dall'hotel vengo travolta da un vento gelido e mi tocca infilare al volo le mani in tasca per ripararmi dal freddo.

<<Allora è tutto pronto?>>domanda Rosie.

Axel è davanti a noi e sta camminando alla velocità della luce.<<Tutto pronto>>

<<Alcol?>>domanda J.

<<Ce l'abbiamo>>risponde Olsen.

<<Musica?>>chiede Ros.

<<Per chi ci hai presi?Per dei rammolliti?>>la canzona Ax continuando a camminare.

<<Giochi?>>provo a domandare io.

Matthew che fino a quel momento non aveva detto una parola, si volta e mi guarda di sottecchi.

<<Giochi?>>replica perplesso Axel girandosi di scatto verso di me.

Mi fermo sul posto.<<Beh ad ogni festa ci sono quelle stronzate alla obbligo o verità no?>>

<<Io non ci gioco più con la Cooper, l'ultima volta mi ha stracciato a biliardo>>si mette in mezzo Ryan.

Axel scoppia in una risata.<<E come dimenticarlo>>

<<Appena arriviamo nella nostra suite imperiale, vi spiego tutto il programmino di questa sera>>esclama elettrizzato Axel per poi riprendere a camminare.

<<Quello lì ha qualche rotella fuori posto comunque>>bisbiglia Rosie incrociando il suo braccio attorno al mio.

<<Qualche?Ha tutte le rotelle fuori posto>>la correggo.

Finalmente arriviamo al Fairmont, sorvoliamo la hall e ci dirigiamo verso l'ascensore.Saliamo fino all'ultimo piano, Matthew passa la tessera sul lettore e tuti quanti entriamo all'interno della suite.

<<Allora>>Axel si schiarisce la voce e va a posizionarsi in piedi di fronte al caminetto nel piccolo salotto<<Tutti seduti!>>

Ridacchio e insieme a Rosie ci andiamo a sedere sul divanetto in stile barocco bianco.Ryan invece si stravacca sulla poltroncina e Janette si accomoda beata sulle sue cosce.Olsen invece si tuffa letteralmente su un'altra poltrona lì vicino.

Non essendoci più posti disponibili, Matthew è costretto a sedersi proprio di fianco a me.La tensione è percebile da kilometri di distanza.Le nostre cosce per un attimo si sfiorano ed io in automatico, senza volerlo, divento rossa come un peperone.

<<Abbiamo ordinato del sushi in camera e mentre ceniamo ci guarderemo "Non aprite quella porta" per poi bere champagne fino a svenire, ballare fino a romperci le gambe e a giocare a qualsiasi cosa vogliate.Che ne dite?>>borbotta con un tono della voce piuttosto inquietante se devo essere sincera.

<<Non guarderò quel cazzo di film Ax!>>urla Rosie incrociando le braccia al petto.

<<Hai paura Ros?>>la stuzzica Ax inarcando un sopracciglio.

<<Non ho paura>>replica lei categorica.

<<Io si invece, quel film è spaventoso>>Olsen si stravacca sulla poltrona passandosi una mano tra i capelli corvini.

<<Che film è?>>domando io a quel punto.

Tutti quanti scattano con la testa verso di me guardandomi strano, con le fronti aggrottate e le sopracciglia corrucciate verso il basso.

<<Che c'è?>>chiedo a quel punto io guardando ognuno dei presenti.

Matthew ridacchia sotto voce.<<Come cazzo fai a non conoscere " Non aprite quella porta"?>>

<<Ah adesso mi rivolgi la parola?>>lo punzecchio voltandomi verso di lui.

Mi rivolge un'occhiataccia truce.<<Non era quello che volevi?>>

<<Ok basta così>>Ryan si alza di scatto dalla poltroncina, Janette barcolla in avanti e per poco non cade a terra.

<<Mi stavi facendo cadere!>>lo rimbecca J offesa.

<<Scusa piccola>>risponde Ry un po' accigliato lasciandole un delicato bacio sulla nuca<<Comunque stavo dicendo..smettetela voi due!>>

Mi ammutolisco e sento Matthew sbuffare sonoramente affianco a me.

<<Se vi sento litigare un'altra volta giuro che vi appendo al lampadario!>>ci sgrida Axel.

Qualcuno all'improvviso bussa alla porta della nostra suite.Axel eccitato va ad aprire e all'improvviso all'interno della stanza entrano due camerieri con un carrello colmo di sushi.

Mi alzo dal divano e voltandomi troppo velocemente vado a sbattere contro il petto di Matthew.Lui abbassa la testa per guardarmi, io tengo il mento ben alzato per qualche secondo e poi mi giro andandomene via.

Ho fatto una scoperta sconcertante.

Essere ignorata da Matthew Leblanc è molto peggio di quello che mi sarei mai immaginata.

<<Aiutatemi a spostare il divano>>dice Axel mentre è davanti a un divanetto che si trova nel corridoio.

<<I giocatori di hockey non sanno spostare un divano?>>lo prendo in giro.

<<Sanno fare questo ed altro Cooper>>borbotta in risposta Matthew.

Ryan, Matthew e Axel cominciano a spostare il divano ma all'improvviso Olsen ci si fionda sopra rendendo le cose più difficile.

<<Queman togliti!>>lo sgrida Axel mentre continua a spostare il divano aiutandosi con le braccia.

<<E perché mai?È così comodo>>ridacchia lui in risposta facendogli persino il dito medio.

<<Tutto bene Kels?>> bisbiglia J.

<<Perchè non dovrebbe?>>scrollo le spalle cercando di far finta di niente.

<<Beh perché è da questa mattina che sei strana>>risponde Rosie in un sussurro appena udibile.

<<Effetto Leblanc amiche mie>>borbotto tra i denti.

<<Effetto che?>>scoppia in una risata J.

<<Effetto Leblanc, in pratica..la sua presenza mi infastidisce al tal punto da rovinarmi il weekend>>alzo un sopracciglio per poi riabbassarlo.

Mi stringo nella mia felpa nera, abbinata a dei fantastici leggins di pelle neri comodi e caldi.Mi tolgo le scarpe rimanendo soltanto con i calzini e posso ritenermi pronta per passare questa serata.

<<Possiamo scegliere un altro film?>>domanda all'improvviso Janette.

<<Perchè?>>ribatte Axel e finalmente riescono a spostare il divano nel punto desiderato, proprio davanti alla televisione a parete.

<<Me la sto facendo sotto dalla paura>>ammette a voce bassa la biondina.

<<Vedi?Cambiamo genere, guardiamoci tipo una commedia romantica o queste cazzate qui>>propone Rosie.

<<Mettiamola ai voti!>>esplode esausto Axel levandosi le scarpe per poi stravaccarsi sul divanetto.

Matthew mi sta continuando ad ignorare.

Neanche uno sguardo.

Niente di niente.

Abbiamo posizionato due divanetti vicini per guardare il film e mangiare quel delizioso sushi fino a scoppiare.

Ryan con l'aiuto di Matthew prende dal carrello all'ingresso dei piatti colmi di sushi posandoli poi sul tavolino di vetro di fronte ai divanetti.

<<Chi vota per il film horror, alzi la mano>>borbotta Axel soddisfatto alzando subito una mano al cielo.

Olsen, Ryan e Matthew lo seguono alzando la mano anche loro.

Sogghigno.<<Che sarà mai?È soltanto un film>>

<<Certo>>ridacchia Olsen.

<<Prova a dire che è soltanto un film soltanto dopo che avremmo finito di guardarlo>>Ax mi rivolge un occhiolino giocoso.

<<Guardare un film horror in questo hotel..non credo sia una buona idea>>sussurra J guardandosi intorno terrorizzata.

<<Si può sapere che diavolo è successo in questo hotel che siete tutti così spaventati?>>sbotto a quel punto incrociando le braccia al petto.

Silenzio.

Tutti i presenti si guardano tra loro scambiandosi delle occhiate furtive e terrorizzate.

Mi schiarisco un po' la voce.<<Allora?>>

<<Davvero non hai mai sentito parlare della leggenda?>>domanda a quel punto Olsen.

Scuoto la testa.

<<Per tua fortuna ci siamo noi Cooper>>ridacchia Axel venendo verso di me per poi circondarmi il collo con un braccio.

<<Levati di dosso>>sbuffo e lo spingo via poggiando entrambe le mani sul suo petto.

<<Mi sta toccando lei Matt, io non sto facendo niente eh>>Axel alza le mani al cielo in segno di resa allontandosi da me.

<<Sei un idiota>>ridacchia Matt in risposta.

<<Quindi?Cos'è questa leggenda di cui parlate tanto?>>chiedo con insistenza.

Dopo la mia domanda nella stanza cala un silenzio quasi inquietante, si vede da lontano un miglio che questa leggenda della camera trecento li terrorizzi.

<<Ci voleva proprio una storia horror prima di guardare "Non aprite quella porta">>sogghigna Olsen.

<<Sushi e racconti del terrore?Sono così eccitato che mi potrei mettere ad urlare>>Axel comincia a saltellare come un bambino.

<<Se ti metti ad urlare ti tiro un calcio>>lo punzecchia Ryan.

<<Provaci se hai il coraggio>>lo provoca Axel andando verso di lui.

<<Ok basta così>>Janette si mette in mezzo tra i due allontanandoli.

Dopo esserci minuti di sushi, tra nigiri, uramaki e sashimi siamo tutti pronti per goderci la serata.

Matthew apre lo champagne di colpo e il tappo vola per il salotto chissà dove, ne versa un po' in dei calici e mi rivolge uno sguardo fugace completamente indifferente.

Infine Olsen va a spegnere tutte le luci e lasciamo acceso soltanto il candelabro appeso al muro, rendendo in questo modo l'atmosfera nel salotto ancora più cupa e tetra.

Ok, ora non sono così tanto sicura di voler sapere la leggenda della camera trecento tre.

No, in effetti..me la sto facendo sotto dalla paura.

Forza e coraggio Kels.

Axel si tuffa letteralmente sul divano seguito da Olsen e da Matthew.Io invece mi posiziono sull'altro divano affianco seguita da Rosie, mentre Ryan e J si stravaccano sulla poltroncina insieme come due piccioncini ai primi mesi di relazione.

<<Era una notte buia e tempestosa..>>comincia a dire Axel con voce inquietante mentre mangia del gustoso sashimi.

<<Axel!>>urla Rosie indispettita muovendosi nervosa sul divanetto.

<<Che c'è?>>sbotta il biondo allargando le braccia, con ancora del sashimi che gli penzola dalle labbra.

<<Smettila di fare il cazzone e racconta questa maledetta storia come si deve>>sbuffa Ryan avvolgendo un braccio attorno ai fianchi di Janette che è seduta sulle sue cosce.

<<Oook!>>esclama lui alzando le braccia in aria in segno di resa, si mette a gambe conserte e prende un sorso di champagne dal suo calice prima di cominciare a raccontare.

<<Un anno fa, precisamente il tre febbraio del 2022 nella camera trecento tre alloggió una ragazza di nome Scarlett Dumont>>comincia a raccontare Axel con gli occhi sbarrati e le mani che si muovono prima a destra e poi a sinistra.

Il nigiri che stavo mangiando, appena sento quel cognome, mi va di traverso e per poco non mi strozzo.

Mi schiarisco la voce.<<Dumont?>>

<<Esatto>>sussurra Rosie affianco a me.

<<Lo stesso Dumont che stavi ammazzando alla partita?>>chiedo al coglione mastodontico.

<<Proprio lui>>annuisce Matthew e il tono rimane pur sempre distaccato.Mi circondo le gambe con le braccia e rimango con il mento appoggiato alle ginocchia, con l'ansia che mi sta mangiando viva.

<<Posso continuare?>>sbotta Axel mangiando altro sushi, così velocemente che ho quasi l'impressione che lo inghiotta tutto intero.

Tutti quanti ci ammutoliamo ed Axel si schiarisce la voce per poi guardarci con gli occhi socchiusi e uno sguardo da psicopatico.

<<Perchè fai questo sguardo?>>domanda Olsen sporgendosi un po' per guardarlo.

<<Cazzone hai la faccia da psico>>ridacchia Ryan accarezzando la coscia di Janette.

<<Non ho nessuna faccia, le storie degli orrori come dovrei raccontarle?Come se stessi parlando di unicorni e fate?>>domanda lui scuotendo la testa.

Beh in effetti, nella sua stupidità non ha tutti i torti.

<<Beh ha ragione>>inarco un sopracciglio.

<<Potresti non fare più quella faccia?Sei inquietate>>sbuffa Ros affianco a me.

<<Sembri tipo..>>comincia a dire J.

<<Zitti!>>sbotta all'improvviso Axel facendo sobbalzare tutti dallo spavento.

Scoppio in una risatina silenziosa e guardo Matthew di sottecchi, stando attenta a non farmi vedere.Lui però sembra percepire la mia presenza ovunque, scatta con la testa verso di me inclinandola verso destra.

Mi ricompongo e mi sistemo comoda a braccia conserte mentre Ros affianco a me mi sta letteralmente stritolando il braccio per la paura.

<<Posso continuare?>>sbuffa a quel punto Ax.

Silenzio.

<<Scarlett Dumont aveva diciotto anni e frequentava il primo anno al Saint Paul, una ragazza ingenua e all'apparenza perfetta..insomma, massimo dei voti e una fila di ragazzi che le facevano la corte.Fin quando un sabato sera decise di punto in bianco di prenotare una camera, proprio qui al Fairmont Château Laurier>>Axel beve un altro sorso di champagne per rinfrescarsi mentre noi abbiamo tutti gli occhi puntati su di lui<<Le venne assegnata la camera trecento tre, la domanda che tutti si fecero tutti fu la seguente: Perchè una ragazza di soli diciotto anni prenota una camera così lussuosa per una sola notte?>>

Mi si sta gelando il sangue dannazione.

<<Perchè?>>lo sprono a continuare.

<<Mica sono un poliziotto Cooper>>mi fulmina con lo sguardo lui.

<<Continua!>>sbuffa Janette muovendosi agitata sulle gambe di Ryan.

<<Scarlett Dumont passó la notte nella camera trecento tre e poi..scomparve nel nulla>>la voce inquietante di Axel rende il tutto ancora più cupo.

<<Scomparve?>>domando io con la fronte aggrottata.

<<Già, senza lasciare alcuna traccia>>annuisce Olsen.

<<La cosa più inquietante però è che la camera non mostrava nessun segno di infrazione>>spiega Ryan.

<<Basta basta!>>urla Rosie alzandosi dal divano lasciando sul tavolino di vetro il piatto vuoto.

Finisco di mangiare il mio ultimo nigiri e mi schiarisco la voce.<<Quindi che fine ha fatto?>>

<<A saperlo>>cantilena Olsen.

<<Nella camera non hanno trovato nulla?>>domando io.

<<Il nulla cosmico>>risponde Matthew sorseggiando dello champagne in un modo talmente sensuale da farmi rabbrividire.

<<Non ha senso>>scuoto la testa appoggiandomi allo schienale morbido del divano.

<<È come se non se ne fosse mai andata da quella stanza>>borbotta pensieroso Axel.

<<Mi state facendo venire i brividi cazzo!>>impreca Rosie ancora in piedi davanti al divanetto.

<<Che vuoi dire Ax?>>domanda J incuriosita.

<<Voglio dire che..non c'era nessun segno di irruzione, giusto?>>Axel finisce di mangiare il suo sashimi, posa il piatto vuoto sul tavolo e si alza in piedi.

<<E con questo?>>replica Ryan.

<<Beh nessun segno di irruzione, nessun segno di aggressione..niente di niente>>spiega lui alzando le sopracciglia come se ci stesse dicendo una cosa ovvia.

<<E quindi?>>sbotto a quel punto.

Non ci sto capendo niente e sto anche morendo di paura.

<<Axel sta cercando di dire che è come se non se ne fosse mai andata da quella stanza>>risponde a quel punto Matthew con un filo di voce.

<<Come se fosse ancora lì, nella camera trecento tre>>sussurra Olsen.

<<Oddio vi prego basta, mi sto sentendo male>>borbotta Rosie posandosi una mano sul petto, proprio all'altezza del cuore.

<<Ho le palpitazioni>>dice a quel punto Janette con voce nervosa.

<<Ci sono io con te piccola>>sussurra Ryan.

<<Mi farete vomitare un giorno di questi voi due>>sbuffo fingendo anche di avere un conato di vomito e in tutta risposta la biondina mi rivolge un delicato dito medio.

<<Possiamo dare inizio alla festa che ne dite?>>domanda Axel alzando al cielo la bottiglia di champagne che era sul tavolo di vetro.

<<Cazzo si, tutta questa storia della camera e di Scarlett mi sta facendo venire l'angoscia>>bofonchia Olsen alzandosi anche lui per andare verso la cucina a prendere altro champagne.

<<Non mi spiego ancora come abbia fatto a sparire senza lasciare alcuna traccia>>penso tra me e me, toccandomi il mento con l'indice e il pollice.

<<Beh se lo sta chiedendo l'intera città di Ottawa e il resto del paese cara Cooper>>Axel scrolla le spalle per poi scolarsi la bottiglia di champagne tutta ad un sorso.

<<Ora beviamo e poi ci guardiamo il film, da ubriachi sarà sicuramente molto più divertente>>ridacchia Ryan beccandosi un pugnetto giocoso da Janette.

All'improvviso però succede qualcosa.

Un cigolio inquietante.

Come se qualcuno al piano di sopra stesse facendo avanti e indietro per la stanza.

Subito dopo, una porta che sbatte.

Sussulto dalla sorpresa e mi guardo intorno spaesata.

Tutte le luci della camera si spengono.

Siamo al buio.

D'istinto mi aggrappo alla prima cosa che mi capita sotto mano.Riesco a sentire soltanto un petto ansimante e un respiro profondo sul collo.

Delle labbra si avvicinano caute al mio orecchio, soffiandoci sopra pesantemente.Inzio a tremare, il battito del mio cuore è irregolare e la gola mi si è seccata.

<<Mi dici di starti lontano ma ogni volta che ti sono vicino tremi come una foglia tesoro>>sussurra Matthew con una voce talmente rauca che mi manca il respiro per qualche istante.

Sarà una serata molto lunga.

❄️SPAZIO AUTRICE❄️

Alloooora, questo capitolo è un po' diverso dal solito ne sono consapevole ma vi giuro che non è assolutamente come sembra.🩵

Qualsiasi cosa state pensando, siete fuori strada sappiatelo.🤐

Finalmente abbiamo scoperto qualcosina in più sul passato di Kelsey, andando avanti con la storia usciranno sempre più cose quindi state tranquille che prima o poi tutti i nodi verranno al pettine.💙

Comunque, cosa ne pensate del fatto che Kelsey ha chiesto categoricamente a Matthew di starle lontano?Quanto durerà secondo voi?🏒

Ovviamente fatemi sapere se vi è piaciuto il capito, e se così fosse lasciatemi una stellina.🤍

Come si evolverà la questione secondo voi?Sappiate che il prossimo capitolo sarà incentrato principalmente sulla festicciola organizzata da Axel tra film, giochi, musica, alcol e mooolto altro.❄️

Preparatevi, il capitolo 22 sarà un vero e proprio DELIRIO.🔥

Comunque se non lo avete ancora fatto vi ricordo di seguirmi su Instagram, pubblico ogni giorno spoiler sui capitoli successivi.💙

Mi chiamo: Lilyredstories🏒

Ci sentiamo al prossimo capitolo, vi amo!🫶🏻

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