Leo (Io non ho finito)

By MariaCorrao5

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Com'era la vita di Leo, prima della terribile scoperta della Bestia? Com'è cambiata la sua vita quando si è t... More

Capitolo 1: Venerdì, 23 dicembre 2011
Capitolo 2: Sabato, 24 dicembre 2011
Capitolo 3: Domenica, 25 dicembre 2011
Capitolo 4: Lunedì, 26 dicembre 2011
Capitolo 5: Martedì, 27 dicembre 2011
Capitolo 6: Mercoledì, 28 dicembre 2011
Capitolo 7: Giovedì, 29 dicembre 2011
Capitolo 8: Venerdì, 30 dicembre 2011
Capitolo 9: Sabato, 31 dicembre 2011
Capitolo 10: Domenica, 1 gennaio 2012
Capitolo 11: Lunedì, 2 gennaio 2012
Capitolo 12: Martedì, 3 gennaio 2012
Capitolo 13: Mercoledì, 4 gennaio 2012
Capitolo 14: Giovedì, 5 gennaio 2012
Capitolo 15: Venerdì, 6 gennaio 2012
Capitolo 18: Lunedì, 9 gennaio 2012
Capitolo 60: Martedì, 21 febbraio 2012
Capitolo 61: Mercoledì, 22 febbraio 2012
Capitolo 66: Lunedì, 27 febbraio 2012
Capitolo 68: Mercoledì, 29 febbraio 2012
Capitolo 69: Giovedì, 1 marzo 2012
Capitolo 72: Domenica, 4 marzo 2012
Capitolo 74: Martedì, 6 marzo 2012
Capitolo 103: Mercoledì, 4 aprile 2012
Capitolo 121: Domenica, 22 aprile 2012
Capitolo 134: Sabato, 5 maggio 2012
Capitolo 155: Sabato, 26 maggio 2012
Capitolo 157: Lunedì, 28 maggio 2012
Capitolo 159: Mercoledì, 30 maggio 2012
Capitolo 160: Giovedì, 31 maggio 2012
Capitolo 161: Venerdì, 1 giugno 2012
Capitolo 162: Sabato, 2 giugno 2012
Capitolo 163: Domenica, 3 giugno 2012
Capitolo 169: Sabato, 9 giugno 2012
Capitolo 170: Domenica, 10 giugno 2012
Capitolo 171: Lunedì, 11 giugno 2012
Capitolo 172: Martedì, 12 giugno 2012
Capitolo 173: Mercoledì, 13 giugno 2012
Capitolo 174: Giovedì, 14 giugno 2012
Capitolo 175: Venerdì, 15 giugno 2012
Capitolo 176: Sabato, 16 giugno 2012
Capitolo 179: Martedì, 19 giugno 2012
Capitolo 180: Mercoledì, 20 giugno 2012
Capitolo 181: Giovedì, 21 giugno 2012
Capitolo 182: Venerdì, 22 giugno 2012
Capitolo 183: Sabato, 23 giugno 2012
Capitolo 185: Lunedì, 25 giugno 2012
Capitolo 186: Martedì, 26 giugno 2012
Capitolo 187: Mercoledì, 27 giugno 2012
Capitolo 188: Giovedì, 28 giugno 2012
Capitolo 189: Venerdì, 29 giugno 2012
Capitolo 192: Lunedì, 2 luglio 2012
Capitolo 193: Martedì, 3 luglio 2012
Capitolo 194: Mercoledì, 4 luglio 2012
Capitolo 195: Giovedì, 5 luglio 2012
Capitolo 196: Venerdì, 6 luglio 2012
Capitolo 197: Sabato, 7 luglio 2012
Capitolo 198: Domenica, 8 luglio 2012
Capitolo 199: Lunedì, 9 luglio 2012
Capitolo 200: Martedì, 10 luglio 2012
Capitolo 201: Mercoledì, 11 luglio 2012
Capitolo 202: Giovedì, 12 luglio 2012
Capitolo 203: Venerdì, 13 luglio 2012
Capitolo 204: Sabato, 14 luglio 2012
Capitolo 205: Domenica, 15 luglio 2012
Capitolo 207: Martedì, 17 luglio 2012
Capitolo 208: Mercoledì, 18 luglio 2012
Capitolo 209: Giovedì, 19 luglio 2012
Capitolo 210: Venerdì, 20 luglio 2012
Capitolo 211: Sabato, 21 luglio 2012
Capitolo 212: Domenica, 22 luglio 2012
Capitolo 213: Lunedì, 23 luglio 2012
Capitolo 214: Martedì, 24 luglio 2012
Capitolo 215: Mercoledì, 25 luglio 2012
Capitolo 217: Venerdì, 27 luglio 2012
Capitolo 218: Sabato, 28 luglio 2012
Capitolo 219: Domenica, 29 luglio 2012
Capitolo 220: Lunedì, 30 luglio 2012
Capitolo 221: Martedì, 31 luglio 2012
Capitolo 222: Mercoledì, 1 agosto 2012
Capitolo 223: Giovedì, 2 agosto 2012
Capitolo 225: Sabato, 4 agosto 2012
Capitolo 226: Domenica, 5 agosto 2012
Capitolo 227: Lunedì, 6 agosto 2012
Capitolo 229: Mercoledì, 8 agosto 2012
Capitolo 230: Giovedì, 9 agosto 2012
Capitolo 231: Venerdì, 10 agosto 2012
Capitolo 232: Sabato, 11 agosto 2012
Capitolo 233: Domenica, 12 agosto 2012
Capitolo 234: Lunedì, 13 agosto 2012
Capitolo 235: Martedì, 14 agosto 2012
Capitolo 236: Mercoledì, 15 agosto 2012
Capitolo 237: Giovedì, 16 agosto 2012
Capitolo 238: Venerdì, 17 agosto 2012

Capitolo 224: Venerdì, 3 agosto 2012

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By MariaCorrao5

Ho freddo.

Qua dentro al tubone si congela e ho un freddo esagerato, soprattutto alle parti che il camice lascia scoperte. I piedi sono due pezzi di ghiaccio, la sensazione di avere la testa nuda è sgradevolissima e mi sembra che mi si stia congelando anche il cervello. L'altra volta non avevo patito freddo così, chissà perché. Forse perché adesso sono più debilitato dalla Bestia e il mio corpo non è nemmeno in grado di scaldarsi come si deve?

Ma no dai, stamattina mi sono svegliato abbastanza in forma. Forse si è rotto qualcosa nell'impianto di termoregolazione, sempre ammesso che il tubone abbia un impianto di termoregolazione. Forse dovrei dirlo che ho così freddo.

No, meglio di no.

Se li faccio fermare va a finire che perdiamo tempo, e poi magari non mi credono, pensano che c'ho un attacco d'ansia e mi tritano le palle. Lasciamo stare.

Spero finisca in fretta.

Non c'è nemmeno la Bella Radiologa, ché almeno sentirei la sua voce ogni tanto.

E mi fa pure male il braccio. Non so perché ma stavolta Benedetta ha faticato a trovarmi la vena ed è stata lì a bucarmi mille volte. Quasi quasi peggio di Chiara! E adesso il braccio mi famalissimo e sento l'ago anche se sto fermo. Per fortuna che almeno con le punture del fattore G. ho finito ieri, e almeno quella oggi non mi tocca.

E poi oltre al freddo, qua dentro c'è un rumore infernale.

E ho fame, dato che non ho potuto fare colazione per via del contrasto.

Insomma, è tutto una merda e io non faccio che continuare a chiedermi perché proprio a me doveva capitare una cosa del genere, perché proprio io devo avere un tumore alla gamba ed essere costretto a starmene dentro a un tubone a morire di freddo e di fame anziché starmene a nuotare e a divertirmi dentro a una piscina.

"Com'è andata la risonanza?" mi domanda Asia mentre passeggiamo all'ombra degli Ulivoni.

"È andata".

Adesso devo solo aspettarne i risultati, insieme a quelli della tac di ieri, per sapere se il tumore si è rimpicciolito e se la Bestia si è indebolita oppure no.

Non mi piace aspettare.

Non mi piace per niente.

"Ma eri tranquillo, sì?"

"Sì sì. Tranquillissimo. È stata solo una gran rottura di palle e si moriva di freddo".

In realtà tanto tranquillo non ero, soprattutto quando ho iniziato a pensare a papà e al fatto che non si fa vedere da sabato scorso e mi è salita la rabbia.

Tanta rabbia.

Tantissima.

Una rabbia assurda.

È troppo comodo giustificarsi dicendo che non è abbastanza forte e che non ce la fa. Io credo che a un certo punto, se serve, il coraggio ti viene o te lo fai venire per forza, soprattutto per tuo figlio, e che se lui non ce la fa è solo perché non ci prova abbastanza. Ma non voglio parlare di questo con Asia, perché tanto lei lo difende sempre.

"Stasera torna Giulia" dico sedendomi sulla panchina di Nicola. "E domani a mezzogiorno sarà qui..."

"Oooh! Sei contento?!" esclama lei sedendosi accanto a me. "Finalmente la rivedrai!"

"Certo che sono contento. Non vedo l'ora di rivederla..."; abbasso lo sguardo fissandomi le scarpe nuove, quelle verdi; ho fatto proprio bene a comprarle, sono fighissime.

"Ma...?" mi domanda Asia con tono dolce.

"Ma... sono meno contento del fatto che lei veda me..." le rispondo togliendomi la cuffia che ho indossato perché la Lisandri si è raccomandata di proteggermi la testa dal sole. "Non so che effetto le farò..." aggiungo piegando le labbra di lato. "Non gliel'ho nemmeno detto..."

"Beh..., credo che se lo immagini a questo punto... Hai cominciato la chemio quasi un mese fa..."

"Sì..., probabilmente se lo immagina... Però vedermi sarà diverso da immaginarlo e basta"; sospiro e mi rimetto la cuffia perché il sole che filtra attraverso i rami degli alberi è caldo e comincia a darmi fastidio. "Che faccio? Glielo dico prima? Le mando una foto...?"; in realtà queste sono domande che sto facendo più a me che a lei, e sono domande che mi faccio da giorni.

"Fai quello che ti fa stare meglio" mi risponde lei poggiandomi una mano sulla coscia.

Quello che mi fa stare meglio.

Quello che mi farebbe stare meglio è riavere i miei capelli, e questo non è possibile.

"È bello questo posto, eh?" dico cambiando discorso. Basta angosce per oggi.

"Sì..." mormora lei sorridendo. "Era da tanto che non ci venivo."

"Ah. C'eri già venuta, allora?" le domando sorpreso.

"Sì..., una volta."

"Quando la mamma era ricoverata?"; e a pensare alla mamma ricoverata mi si contorce lo stomaco, come sempre.

"No..., un giorno che l'avevo accompagnata alla chemio perché papà non poteva. Ovviamente non aveva voluto che restassi con lei e mi aveva detto di andare a casa e di tornare dopo, ma io non me l'ero sentita di allontanarmi troppo da lei, e così sono rimasta a girovagare per l'ospedale, e poi ho pensato di venire qui. Me ne sono stata qui per tutto il tempo, a leggere seduta sull'erba, appoggiata a un albero, anche se in realtà tutto quello che avrei voluto era tornare da lei. Ma non l'ho fatto".

Io resto in silenzio per qualche secondo e poi do un calcio a un sasso che è vicino ai miei piedi.

"Sai, adesso capisco tante cose di lei che mi facevano incazzare."

"Scommetto che tu di sicuro non te ne saresti stato qua, vero? Tu saresti tornato da lei anche se non voleva."

"Sì..." ammetto stringendomi nelle spalle. "Sicuramente sarei tornato da lei. Anche sapendo che lei non voleva. Anche sapendo di farla incazzare di brutto. Non sono rispettoso come te, lo sai."

"Non è stato il rispetto a fermarmi, quel giorno" dice lei con un sorriso amaro. "Mi è mancato il coraggio. Con lei mi mancava sempre".

Ho continuato a pensare alle parole di Asia per tutto il pomeriggio; in qualche modo mi hanno turbato. Era così facile per me rapportarmi alla mamma, nonostante spesso ci scontrassimo, che non riesco a immaginare come Asia si potesse fare tutte queste paranoie, quasi come se avesse non dico paura di lei, ma una specie di timore reverenziale.

"Ciao Rocco".

Entro con passo leggero nella stanza e poi mi siedo vicino al suo letto, come ieri.

"Come stai?" gli domando accennando un sorriso e sentendomi subito un coglione, dato che lui non può rispondermi. Però, da un lato il fatto che non possa rispondermi e che quasi sicuramente non possa nemmeno ascoltarmi (al contrario di quello che dice sua madre) è anche rassicurante, mi fa sentire libero di dire qualsiasi cosa.

"Io sono un po' agitato... Ok, diciamo molto"; sorrido imbarazzato e mi passo una mano sulla testa, provando ancora una volta quella sgradevolissima sensazione nel sentire la pelle nuda e liscia. "Sto aspettando i risultati di alcuni esami piuttosto importanti..., e la verità è che me la sto facendo sotto".

Sospiro, mi guardo intorno, il mio sguardo si sofferma su un coniglietto di peluche che ha in mano la bandiera del Regno Unito. Perché mai un coniglio dovrebbe avere in mano la bandiera del Regno Unito?! Sarà un souvenir che gli ha portato qualcuno? O magari lo ha comprato lui durante un viaggio che ha fatto con sua madre. C'era anche suo padre? Chissà...

"Sai..." dico continuando a fissare quella bandierina. "Sarei dovuto andare a Londra quest'estate. Anzi, a dire il vero sarei dovuto essere ancora lì, a quest'ora..., e tornare stasera. Tu ci sei mai stato?"; scuoto la testa e sorrido, divertito. "Che coglione che sono a chiedertelo, eh? Oh, scusa..., volevo dire cretino. Ho l'idea che tua mamma non approverebbe molto se sapesse che dico parolacce davanti a te. Beh..., nessuna mamma approverebbe, penso. E la tua mi pare proprio una tosta".

Sospiro di nuovo, mi avvicino di più a lui, abbasso il tono della voce perché un po' mi vergogno.

"La mia ragazza ci è andata a Londra, e pure i miei migliori amici. Tornano stasera, e anche questo mi spaventa da morire. Sembra che ho paura di tutto ultimamente, e non è da me. Vedi è che... domani rivedo Giulia, dopo tre settimane. Giulia è la mia ragazza. Te l'ho detto ieri, ti ricordi? E non mi piace l'idea di rivederla qui! Ok..., anche l'ultima volta che ci siamo visti eravamo qui..., ma non mando giù l'idea di essere ancora qui. E non mando giù nemmeno l'idea di non avere più i miei capelli. Non voglio che lei mi veda senza capelli. E se non le piaccio più? Tutti continuano a dirmi che sono bello lo stesso..., e se invece per lei non sarà così? Magari le farò schifo. Perché ci sono dei momenti che mi faccio schifo pure da solo, figurati, giorni che mi guardo allo specchio e non mi riconosco. E non dico solo per i capelli. È che prima di ammalarmi mi piacevo veramente tanto. Mi sentivo figo. Anzi, ero figo! Non è che mi ci sentivo e basta. Avevo tutte le ragazze ai miei piedi. E adesso... sono pelato, pallido, con le occhiaie, e pure troppo magro. E poi io ero uno sportivo, e adesso non mi posso nemmeno allenare, perciò presto perderò pure i muscoli. Addio bicipiti, addio addominali, addio tutto! Tutto a fanculo! Scusa, ho detto di nuovo una parolaccia. È che sono davvero inc... incavolato! E a volte ho pure paura che resterò così per sempre, che non tornerò mai più come prima. Ok, lo so che non è possibile, lo so che prima o poi le cose cambieranno, che se non muoio guarisco. E che se guarisco riavrò i capelli, i muscoli e un colorito decente, però intanto la situazione è questa, ed è una situazione di mer... una situazione schifosa. E se Giulia dovesse non volermi più... lo capirei. Mi farebbe stare malissimo, ma lo capirei...".

All'improvviso sento dei passi avvicinarsi lungo il corridoio e mi giro per vedere chi è arrivato.

"Oh! Ciao Piera."

"Ciao Leo. Mi dispiace averti interrotto..." dice avvicinandosi a Rocco e prendendogli una mano. "Sono passata a salutarlo ma vi lascio subito da soli."

"Oh, non preoccuparti. Anch'io sono solo passato a salutarlo... Stavo per andarmene."

"Sicuro?" mi domanda lei accennando un sorriso. "Non è che invece hai bisogno di parlare con lui? Trasmette tanta pace parlarci, vero?" mi chiede mentre non stacca gli occhi da suo figlio.

Quanto amore c'è in quello sguardo... Lo guarda come la mamma guardava me.

"Sì" annuisco io. "Di gran lunga meglio di qualsiasi psicologo" dico sorridendo.

Piera si siede sul letto, vicina a Rocco, e gli accarezza il viso. "I medici non sanno dirmi se senta qualcosa oppure no, ma io sono convinta di sì. Lui percepisce tutto. Ci sono giorni in cui sta meglio e giorni in cui sta peggio... Io me ne accorgo"; le trema la voce e ha gli occhi lucidi, poi si volta verso di me e mi sorride "E tu? Come stai?"

"Io sto bene" le rispondo sfregandomi un occhio.

"Ne sei sicuro?"

"Che c'è?" le chiedo mettendomi sulla difensiva. "Hai sentito quello che stavo dicendo a Rocco?!"

"Sì" ammette lei guardandomi negli occhi. "Sono arrivata mentre gli dicevi che capiresti se Giulia non volesse più stare con te".

Io annuisco piegando le labbra di lato e poi distolgo lo sguardo. "Già...".

Lo capirei, ma ci starei di merda.

"Io ci ho parlato solo una volta..., è vero" mi dice Piera guardando per un attimo Rocco e poi tornando a guardare di nuovo me. "Ma qualcosa mi dice che non hai nulla da temere. Mi è sembrata proprio innamorata cotta".

Io sorrido, imbarazzato. "Grazie... Sì, penso che lo sia. Non metto in dubbio questo. Ma stavamo così bene insieme... Stavamo benissimo! E adesso lei mi ritroverà ridotto così! Senza capelli, dopo tre cicli di chemio, dopo un mese di ospedale, in attesa di sapere se potrò essere operato o no... E senza la minima idea di quando tutto questo schifo finirà!"

"Prova a darle fiducia" mi dice lei sorridendo, ricominciando ad accarezzare il viso di Rocco. "Magari sarà perfettamente in grado di restarti accanto e di sopportare tutto questo".

Non lo so.

Non lo so se lo potrà sopportare.

E non so nemmeno se io potrò sopportare che lei mi resti accanto in questo schifo.

Non dico più niente e resto in silenzio, perdendomi a guardare la mano di Piera in mezzo ai capelli di Rocco.

Lo invidio.

Invidio la sua testa piena di capelli.

E soprattutto invidio il fatto che abbia ancora la sua mamma qua con lui a riempirlo di carezze.

Spero che davvero possa sentirle, in qualche modo.

Alle 21:30 Giulia mi ha mandato un messaggio per dirmi che l'aereo era atterrato a Brindisi, e adesso sono da poco passate le 22 e mi sta chiamando.

"Ehi, ciao!" le dico rispondendo immediatamente.

"Ciao amore!"; vengo investito dalla sua voce squillante, che nel silenzio notturno dell'ospedale risulta ancora più squillante, e non posso fare a meno di sorridere. "Sono a casa finalmente!"

"Finalmente"; sorrido di nuovo, anche se la paura per come reagirà quando ci rivedremo continua a tormentarmi.

"Non ne potevo più di Londra! Non ne potevo più di non vedere mai il sole! E soprattutto non ne potevo più di non vedere te! Verrei lì subito se potessi!"

"A dire il vero..., preferirei poter venire io da te. Sai com'è, qua non avremmo molta privacy..."

"Non sai quello che dici" risponde lei ridacchiando. "Guarda che c'è mio padre in casa!"

"Ah beh, allora no!" esclamo io ridendo. "Meglio di no! Dopo l'incidente delle magliette mi sa che è meglio se non mi faccio più vedere!".

Lei ride, e io amo da impazzire sentirla ridere.

"Domani a mezzogiorno in punto sono lì da te!" mi dice dando un bacio al telefono. "Non ritardo nemmeno di un minuto! Promesso!"

"Fantastico!" esclamo senza dovermi sforzare di apparire entusiasta. Lo sono davvero, entusiasta, all'idea di rivederla, di abbracciarla, di baciarla, di toccarla...

E poi alla fine mi sento anche bene, sono in forze, non vomito, non ho la febbre, non sono anemico, non sono neutropenico, non sento bastonate su tutto il corpo, non ho quel saporaccio schifoso in bocca, non sto facendo la chemio... Insomma, potremo quasi illuderci che sia un appuntamento normale; potremmo andare al bar, prendere un gelato, o fare una passeggiata agli Ulivoni, o ancora meglio, passare un'ora qui sul letto a baciarci.

Se non fosse per i capelli sarei quasi sereno.

Forse dovrei dirglielo adesso, così mi tolgo il pensiero e aspetto domani con meno ansie.

Sì, forse dovrei.

"Scusa ma adesso devo andare" mi dice lei, anticipandomi. "I miei mi reclamano, è pronta la pasta! Non vedo l'ora di mangiarla! A parte te e il sole, è la cosa che mi è mancata di più!"

"Eh, immagino..." le rispondo io accennando un sorriso e lasciando perdere ogni intenzione di dirle che non ho più i capelli, ammesso che volessi veramente dirglielo. "Buon appetito, allora."

"Grazie. Buonanotte amore."

"Buonanotte."

"Non vedo l'ora che sia domani!"

"Anch'io".

Giulia chiude la telefonata e io abbandono la testa contro i cuscini sospirando, in un misto di gioia e d'angoscia.

A domani.

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