RIFLESSI

By AndrePez2

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Poesie che sono riflessi di me.🥇🥉🏅🏅 More

*Riconoscimenti*
RIFLESSO
ECHI LONTANI
A PIEDI NUDI
LACRIME DI LUCE
PER UN ATTIMO SOLTANTO
NELLA MENTE
MATRIOSKE
NEL BOSCO DI ROVERI ANTICHI
INCOMPLETEZZA
IO NON ESISTO
IN PRIMAVERA
OLTRE LE MONTAGNE
LA MORTE DEGLI DEI
NO-&-ISMO
SAPORE AMARO
TI ASPETTO
LA GITANA
STRANIERA
PIQUE-NIQUE
STOFFA PREZIOSA
Un'estate da (non) ricordare
L'INESPRIMIBILE
LA PIRAMIDE DI KUKULKAN
LA REGINA
NULL'ALTRO VOLLI MAI COSÌ FORTEMENTE
BELLA SCONOSCIUTA
GIOVENTÙ
AQUILONE
VERSI DI PASSIONE
UN PIANTO MANCATO
DOMENICA DI TEDIO
ARLECCHINO-FRANKENSTEIN
FIGLIO DEL PASSATO
POESIA DI NATALE
FERRARI
RIPOSA, GUERRIERO.
AL THE DELLE QUATTRO
Anche il dire ha il suo apparire.
MEMORIE DI TE
IN CAMPAGNA, D'INVERNO.
IL TESSERATTO
GALAVERNA
La Vita è Imperfezione
HANNO DETTO DI ME
Un mutismo che sfiora la follia
EUFORIA
NON SONO UN POETA D'AMORE
Confessione
ENTANGLED
TRÉSOR
PROFUMO D'IMMENSO
CINÉMA
SINFONIA INCOMPIUTA
LE MÉPRIS
La mente ridotta ad un punto
COSTANTEMENTE MENTIRE
Come umida argilla
METEORA
NEL MULTIVERSO
SPLENDIDO INSIGHT
Incontrai un angelo
UNA FARFALLA GENERÒ UN URAGANO
LIQUIDO
ORBITE

In una locanda si parlò di Biancaneve

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By AndrePez2


Un giorno in una locanda, un filosofo disse al locandiere:

"Osservare la realtà attraverso la lente distorcente di un chiuso ideologismo, non è più vedere la realtà, ma il chiuso ideologismo."

Poi rivolgendosi ad un giudice che gli sedeva affianco aggiunse:

"Il vero è l'intero. Guai a staccare un morso della rossa e allettante mela e, masticata quella porzione, comporre una narrazione fatta di piccoli sassolini che sono prove tendenziose che conducono alla perdizione, che non ne fanno una oggettiva se aggregate, Vostro Onore!"

Il giudice annuì.

"Ma avete sentito?",

disse un tale nella locanda,

"Biancaneve, la più bella del reame, ha mangiato quella mela cadendo in un sonno profondo

e non si sarebbe più svegliata se non fosse stato per il Principe Buzzurro!"

Risata generale: "Buzzurro?!"

"C'è poco da ridere: ora è sul banco degli imputati!"

"Assurdo!"

"Pare che egli si aggirasse con il suo cavallo bianco nel bosco presso la caverna dei sette nani..."

Coro: "Non-alti! Non-alti!"

"Sì, ehm, non-alti...suonando la tromba e gridando << Dov'è la mia bella?! >>, e trovatala dormiente per l'incantesimo, l'abbia poi svegliata con un bacio non consenziente!"

Vociare animato:

"Allora è giusto così!"

"E il modulo di consenso?"

"E' una molestia...Che marcisca in galera!"

"Infatti! Sappiamo tutti che quello è il primo passo per..."

disse la moglie del locandiere prima di essere interrotta

"Per cosa?!",

chiese una donna in maniera impopolare,

"Forse la tua birra è il primo passo per l'eroina?"

Ella incredula ammutolì.

"Fai bene a tacere, perché è la paura che ti fa parlare, la stessa che agita le masse, che ingrandisce i numeri, che fa diventare l'improbabile la cosa più probabile."

"Scusate ma lei cosa ne pensa?"

intervenne un tizio dopo aver mandato giù una golata di birra.

Il magistrato rispose:

"Pare felice e grata al principe, spezzato il sortilegio che la teneva incatenata a virtuali realtà di intelligenza apparente e alla solita retorica ripetuta fino alla nausea, quindi assimilata come moda di trasmutate parole e soffocato atteggiarsi."

"Ma chi è stato a darle la mela?"

"Una strega malvagia invidiosa della sua beltà, ma che oltre il suo nasone non vede aldilà."

"Proprio perché ha il nasone pensa di vedere lontano e di saperne abbastanza!",

disse la donna impopolare che aveva interrotto la locandiera,

"Spero che quei due avranno un figlio, un bimbo bellissimo, dai cui teneri piedini spunteranno le radici di una quercia secolare che si farà beffe della postmodernità, della sua letteratura e pseudoscienza, e che vedrà una nuova era."

Silenzio.

Poi in coro: "Che vuoi dire?"

Intervenne il filosofo:

"Tutta la narrazione odierna si basa su un assunto: che l'uomo sia buono fondamentalmente ma che venga traviato dalla società, da una cultura ormai superata a cui malvolentieri e molto lentamente ci si adatta. Così adesso tutti gli uomini sono pericolosi e malvagi."

"Un assunto molto discutibile, io ritengo,",

si accavallò al discorso un signore distinto,

"oltre alla brusca generalizzazione che porta al pregiudizio. La società è fatta di uomini e donne, dalle loro scelte, piccole e grandi e la cultura è un loro prodotto non statico, continuativo nel tempo. Non sono state calate dall'alto da un'entità aliena per poi restare immutate, ma dall'umano sono generate, quindi solo in parte ereditate perché nel presente trasformate incessantemente."

Concluse passeggiando per la locanda:

"Una visione molto romantica, quindi. E se la premessa è traballante, ciò che segue lo sarà altrettanto!"

"È proprio questo il problema, che non ci si adatta ai cambiamenti, che non si progredisce da buoni conservatori controrivoluzionari!",

disse una signora che fino ad allora aveva taciuto.

"Gentile signora" rispose il signore distinto "potrà anche aver ragione, ma il cambiamento radicale si porta dietro una grande inerzia ed i suoi tempi son lunghi. Quando son troppo brevi, si va incontro a fallimenti e disastri, storia insegna!"

Non riusciva a star fermo, come se stesse tenendo un comizio.

"Forse la critica che io muovo, come ogni pensiero peraltro, è a sua volta criticabile. Ma lei non si rende conto, o forse perché così le fa comodo, che al dì di oggi vi è una sola voce, non vi è contro-narrazione. La sua verità, spacciata come assoluta, trascura aspetti atavici della natura umana e ha quindi diversi punti da chiarire. Non prende in considerazione il fatto che la genesi della cultura possa essere attitudinale, ovvero il fatto che le convenzioni sociali si siano formate e continuino a formarsi nella storia in virtù delle inclinazioni naturali di una certa maggioranza."

"Oppure sono state imposte dalla classe dominante!"

"Beh, si vede che il gruppo dominante si è storicamente guadagnato il diritto di scrivere le leggi come espressione della propria forza vitale. Una sorta di selezione naturale che era progresso biologico dell'uomo.",

provò ad ipotizzare il giudice, inserendosi nel discorso.

"Posso essere anche grande e grosso, ma se la mia birra fa schifo tu non me la compri!"

esclamò il locandiere.

"In effetti se il bello non esercitasse in sé del fascino, certe dinamiche di culto dell'immagine e di conseguente mercificazione non avrebbero tanto successo",

intervenne il filosofo, il quale aggiunse:

"Quando si parla di innatismo e apprendimento sembra di domandarsi se sia nato prima l'uovo o la gallina. Personalmente ritengo ancestrale e culturale fortemente intrecciati e interagenti."

Sulla scena ritorna la donna che aveva zittito la locandiera:

"A me certa sociologia ed antropologia spicciola, che molti e senza titoli fanno oggi, appare un delirio lucido. Ma d'altronde gli esseri umani sono riusciti a costruire delle filosofie attorno ad enti di cui ignorano l'esistenza, come gli dei..."

"A me tutto questo discorso, che balza un po' di qua e un po' di là, sembra un delirio!"

disse un alticcio primo di cadere dalla sedia, tra le risate dei clienti della taverna.

"E comunque, preferisco non avere alcuna verità che possedere l'errore."

disse l'uomo distino sedendosi, come a voler mettere il punto.

"Ma via...",

scosse la testa quella signora,

"Qui abbiamo problemi sistemici e sistematici!"

"Ecco! Come dicevo prima, un dato all'uno per mille diventa sistematico, diventa il cento per cento se impressiona ed ha risonanza mediatica! L'inganno dei sensi, la dispercezione della realtà oggettiva!",

disse l'altra donna.

"Ma che... Qui abbiamo problemi strutturali!",

rincarò la signora.

"Una lettura molto materialista. Volontà, impulsi e passioni esistono a prescindere dalle specifiche strutture sociali."

rispose seccato il signore distinto, il quale sperava di aver concluso,

"Sì, ma sono influenzate e incanalate da queste!"

"Non se ne viene a capo...",

allargò le braccia.

Prese dunque la parola un ragazzo:

"Ma Vostro Onore, spiegatemi, riguardo ai malvagi come la strega. Se ad esempio al mondo ci sono ladri, perché non ci rendiamo tutti uguali? Così non ci sarebbero cose da rubare!"

"Perché poi io rimarrei disoccupato!"

Risata generale.

"Dalla storia di Biancaneve emerge che c'è sempre qualcosa da invidiare, fosse anche il talento, la bellezza, la bontà. Difficile essere tutti uguali!"

"Eliminiamo i ladri allora!"

"Vorresti stare con la porta aperta magari anche di notte? Utopia ragazzo! Non lo sai che ogni cosa è linguaggio e comunicazione? Una porta aperta può apparire come un invito ad entrare! E poi chi sono i ladri non lo sappiamo a priori: chiunque è un ladro se non ha rispetto per il prossimo e di ciò che gli appartiene e con violenza e astuzia glielo sottrae perché vittima di irrefrenabile quanto illegittimo desiderio. Ed è così per ogni reato."

"Sentiamo, sentiamo",

disse il locandiere,

"cosa ne pensa infine il nostro caro filosofo di tutta questa discussione!"

Il filosofo si schiarì la voce:

"L'esistenza umana senza tensione verso il progresso è priva di scopo. Ma non vi è struttura sociale, pugno di ferro o rivoluzione culturale che tenga: ci sarà sempre un piccolo maledetto neo, una cellula mutante recidiva, una malattia che tende a tornare magari sotto altre spoglie."

"Concordo",

intervenne il magistrato,

"ogni legge racchiude in sé un reato, ovvero la possibilità di infrangerla insita nella libertà dell'individuo."

Riprese il filosofo:

"Qualcuno tra voi è disonesto e fa seguito con slogan ad effetto, fa mera propaganda con sovraesposizione mediatica, colmando il vuoto dell'ignoranza data dallo sconcerto di fronte a spiegazioni ancora incomplete, oppure troppo complesse per saziare l'immediatezza dei gorgoglii della pancia, per placare l'isteria collettiva. Siete ingenui e a tratti buffi: non vi siete accorti che siamo nella fiaba di Biancaneve e non nel magico mondo dei Puffi? Abbiamo il libero arbitrio: certe congetture sociologiche non ci sollevano dalla nostra responsabilità individuale. Vigilate, state all'erta: ci sarà sempre qualcuno che inciamperà allo sgambetto del diavolo e lo declino in maniera metaforica, con tonalità religiosa se volete, anche se non è più di moda.",

e concluse lapidario:

"Il Male esiste, da sempre e per sempre."

Detto questo il filosofo si congedò, abbandonando la locanda dove si parlò di Biancaneve.

Tornò a meditare nel suo studio, crepuscolare e soporifero, rischiarato attraverso una finestra soltanto dalla pallida luce del mondo, che in simboli è ciò che rimane della luce della ragione. Per tenersi lucido da mistificazioni, circhi mediatici ed ipocrite buffonate, per proteggere il proprio dolore, quello di chi cerca il sapere.

Per quel che ci è dato conoscere, il Principe venne infine assolto per tutti i capi d'imputazione contestati, sposò la bella e dolce Biancaneve e vissero per sempre felici e contenti.

Alla faccia della strega cattiva. E non solo. 

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