«ᴍᴇɢᴜᴍɪ ᴠᴜᴏʟ ᴅɪʀᴇ "ʙᴇɴᴇᴅɪᴢɪᴏɴ...

By lefotodinoi

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"insieme abbiamo condiviso di tutto. E pensare.. che nemmeno volevo starci qui. Alcuni potrebbero dire che è... More

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XIV

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megumi's pov

quando lo spirito mi ha colpito alla faccia, sono rimasto ferito, ma ho deciso di non controbattere.

"Megumi, ora basta." Dice il sensei cercando di farsi avanti.

"NO! QUESTA È L'UNICA OCCASIONE CHE ABBIAMO!"

Dico io evocando i miei cani, che fanno allontanare le tre persone.

Vedo Itadori mettersi sulla mia destra, e si mette in posizione

"non lo affronterai da solo.. forza, Nobara!"

Anche la ragazza ci raggiunge, e il sensei resta lì a guardarci, sempre un po' arrabbiato perché non gli ho dato ascolto.

"Dicci che cosa sei.. cosa è successo dopo la tua nascita.. e non accadrà niente." Dice Nobara prendendo i suoi chiodi mettendosi in posizione.

"Perché dovrei farlo?" Dice il tipetto mentre se la ride e inizia a spostarsi velocemente da un luogo all'altro, prima di scagliare un altro attacco , che riusciamo a schivare.

Ma ha continuato, ininterrottamente, come un pazzo,
e abbiamo iniziato a correre per elaborare una strategia.

"ricordi la scorsa volta?" Dico guardando Itadori. "è in grado di materializzarsi e comandare la sua energia maledetta facendogli prendere vita propria.."



"si, ma a corpo a corpo non è un granché." Dice Itadori mettendo una mano sotto il mento.

"Avete sicuramente più esperienza di me.. progettate qualcosa, io vi faccio da esca!" Dice Nobara fermandosi e guardando il bambino.

Io e Yuji continuiamo a correre, finché non raggiungiamo un vicolo cieco.

"Siamo al sicuro, Nobara è con il sensei, quindi ha le spalle coperte.. ma noi cosa facciamo?" Dice Yuji affacciandosi un po' alla fine del muro, per controllare la ragazza.

"l'unica cosa che sappiamo.. è che vuole t/n a ogni costo. Non ci darà ascolto finché t/n non sarà qui."

"Ma non possiamo portarla qui! È troppo pericoloso!"

"Già.. non possiamo.." Dico guardando il ragazzo di fronte a me, pensando a qualcosa.

E mi viene in mente un'idea.

"Hai il cellulare?"

"Uh.. si, perché?" Dice cacciandolo dalla tasca.

"Mi serve un qualsiasi messaggio in cui si senta la voce di t/n..." Dico prendendo il telefono del ragazzo controllando le sue chat con t/n.

È una chiacchierona, sta sempre a fare messaggi vocali, e dato che Itadori è come lei.. la loro chat ne sarà piena..

E ne trovo uno.

"Ho capito cosa vuoi fare..!" Dice Yuji sorpreso.
"credi ci cascherà?"

"la sua mentalità e modo di pensare e agire, sono rimasti proprio come quelli di un bambino.. quindi penso di sì."
"stammi a sentire, appena parte il messaggio esci fuori, io lascerò il telefono qui, e mi nasconderò nell'altro vico dietro. appena verrà qui, sentendo la voce di t/n, io lo bloccherò con i miei shikigami.. e ti resterai lì, per bloccarlo, in caso riuscisse a sfuggirmi."

"entrambi sappiamo che non ti sfuggirà.." Dice con fare ovvio, e io annuisco soddisfatto.

Il messaggio vocale di t/n parte, e infatti, sento un silenzio tombale anche dalla direzione di Nobara e il marmocchio.

"Mi spieghi perché dovrei accettare? È una cosa assurda..!e lo sai bene.. Mia madre mi ammazzerebbe se facessi una cosa del-"

la voce allegra e spensierata di t/n rieccheggiava ovunque.

Yuji si è mostrato, e io nel frattempo ho evocato Nue e gli altri e mi sono nascosto.

"Megumi è andato a prendere t/n con l'inganno... stanno parlando qui dietro." Sento Itadori dire.


"t/n.... T/N!"

potevo sentire la voce squillante rimbombare tra le pareti della vecchia strada abbandonata in cui eravamo, e così come una pesante energia malefica farsi spazio nell'aria.

Appena l'ho visto mettere piede nella stanza, ho mandato i miei shikigami ad assalirlo... ma non so se riusciranno a tenerlo a lungo.

"Fate largo!" Sentiamo la voce di Nobara, che con i suoi chiodi, scaraventa un pezzo della parete sul marmocchio.

Vediamo anche il sensei, arrivare.

"Avete fatto un ottimo lavoro di squadra, vedo." Dice camminando lentamente verso di noi.
"È troppo stanco e ferito per usare la sua tecnica.." Dice mettendosi tra noi, prima di accarezzarci le teste.
"Ah, non ce la faccio ad essere arrabbiato con voi.. piccoli ribelli.."

"La vuoi finire? È una situazione seria!" Dico prima di togliere la sua mano. Mentre Yuji e Nobara hanno accettato volentieri i complimenti.

Quando mi sono girato a guardare il marmocchio, aveva le lacrime agli occhi e lo sguardo arrabbiato.

"Siete... dei... bugiardi. Bugiardi! BUGIARDI!"

L'unica cosa che si sentiva...
Era il rumore delle sue grida e del suo pianto.
Proprio un bambino quando fa i dispetti...

E ancora una volta.. vedendo i suoi occhi, riuscivo a vederci t/n..



"Ascoltami.." dico inginocchiandomi vicino a lui.

E subito smette di piangere e mi sta a sentire.

"te lo chiedo in ginocchio. Se tu.. sei veramente il fratello di t/n... non posso farti del male. Non voglio farlo.. Ma non posso permettere che tu la uccida."

Dico mettendomi le mani sulle gambe e guardando a terra.

"T/n ne ha passate... tantissime. I suoi genitori, anzi, no, i vostri genitori sono in coma! La sua famiglia non la sta aiutando, ha dei complessi di inferiorità con qualunque ragazza lei conosca, e sta vivendo con degli estranei, cioè noi, perché è rimasta completamente da sola."

"mamma e papà... sono... in coma?" Dice con voce sorpresa il bimbo.

"Sono finiti in coma il giorno in cui tu hai attaccato la Poyo High school.. Loro stavano venendo a scuola, per lei, e sono rimasti feriti dalle macerie." Dico guardandolo negli occhi.
Volevo che credesse ad ogni mia parola.
Non ho mentito su niente.

Forse gli altri mi staranno guardando molto male perché non è da me parlare così tanto e agire così poco, ma contro un nemico del genere è l'unica cosa che posso fare.

"sono rimasti feriti dalle tue macerie... e adesso.. non c'è niente che tu possa fare... quindi cos'è che vuoi fare ora?"

Cala un po' il silenzio.
Nessuno aveva da ridire niente in particolare, e io ho detto quello che volevo dire.

"sappi solo.. che non starò qui ad aspettare che tu capisca, come ha detto il mio sensei. Se avanzerai e colpirai t/n, ti uccideremo."

Gli lancio un ultimo sguardo, uno scocciato, ma sicuramente sicuro di me stesso.
E lo percepisce.
Proprio come un bambino percepisce una sgridata, e fa quello sguardo orgoglioso ma intimorito.
Vorrei fargli tante domande..
Chi lo sta aiutando?
Da quanto tempo è così?

"non ho intenzione di placarmi contro t/n.
Ma voglio darmi tregua finché i miei genitori non staranno bene."

Senza perdere tempo si fa avvolgere dalla sua energia malefica, e si smaterializza nell'aria.

"dobbiamo fermarlo! Sta-"

il sensei interrompe le parole di yuji, mettendo una mano in alto.

"lasciamo perdere. Tra poche ore t/n uscirà da scuola. Per ora la sua protezione è la cosa più importante.. Assicuratevi che non sia nei dintorni a infastidire i civili e tornate all'istituto."

Tutti e tre annuiamo alle parole dell'insegnante, ma sapevo perfettamente che con me non aveva finito.

"Megumi, lo sai che apprezzo quando finalmente cacci un po' di carattere, ma stai attento alle scelte che fai."

"lo so.."

tenevo lo sguardo basso e non ho replicato nulla in contrario. Gojo mi scombina un po' i capelli, e avanza via.
Sinceramente, so che in realtà avrebbe voluto dirmi di più, ma in qualche modo, Gojo-sensei non è mai stato uno severo, anche perché sa perfettamente che da ragazzo ha fatto di peggio.
Io e gli altri avanziamo via, e nel frattempo, la mia mente era inondata di pensieri.
Stavo facendo la scelta giusta?
O mi sto facendo trasportare dai sentimenti?






-

t/n's pov

rientrare a scuola è stato magnifico.

Ma a quanto pare tutti sembravano troppo impegnati per saperlo.

Megumi era, ancora una volta, tesissimo. Non voleva darlo a vedere, ma ormai mi stava stancando.

"Che vuoi da mangiare?" Mi domanda di punto in bianco mentre io ero sul divano e continuavo a scrivere cose sul mio quaderno.

Lui sembrava sempre non accorgersi di niente.

"È uguale.." Dico non staccando gli occhi dal foglio.

"Hanno detto la stessa cosa anche gli altri due almeno da te posso avere un giudizio?"

"ti ho detto che è uguale."

Dopo un paio di secondi alla mia risposta abbastanza irritata, vedo che viene vicino a me.

"Che è successo?"

"niente." Dico voltando pagina e cercando degli appunti sul mio telefono.

"stiamo avendo la tipica conversazione uomo-donna dove io devo chiederti per 10 volte cos'hai e tut tutte e 10 volte mi dirai niente, per poi arrabbiarti ancora di più?"

"potresti solo.. lasciarmi finire di studiare?" Dico guardandolo male.

Ma era chiaro dal suo tono che aveva fatto solo una battuta, e quando vedo il suo sguardo un po' più preoccupato sento le mie difese cedere..

Mi leva il telefono dalle mani.

"Megumi! Dammelo.. avevo trovato dei buoni punti."

"Stai scrivendo da ore, potresti anche staccare un attimo."

"Senti chi parla.." Dico mettendomi a rileggere le cose che avevo scritto sul quaderno non guardandolo in faccia.

"Aspetta, ce l'hai con me?"

A volte... mi domando davvero sulla base di cosa gli uomini siano diventati padroni, signori, e abbiano comandato e scelto tutta l'organizzazione della società, se PER REALIZZARE UNA COSA TANTO SEMPLICE CI METTONO TUTTO QUESTO TEMPO.

Eppure Megumi è uno intuitivo.

Non considerando il fatto che con le donne non ci sa fare per niente.

"Con chi dovrei avercela, Megumi?" Dico sbuffando, e chiudendo il quaderno vicino a me.
"E sembra che sono l'unica a pensarci tanto a queste cose, a te non è passato neanche minimamente per la testa che potessi essere tu il problema.."

"È- è che.. sono stato impegnato e lo sai."

"Lo vedo, guarda caso è da quando siamo tornati da quella festa che sei impegnato e sei strano.."

È la verità. Da quando è finita quella stupida festa e ci siamo baciati non è continuato proprio tutto in salita tra noi..

"Ti stai riferendo a.."

"Niente, Megumi, lascia stare." Dico alzandomi.

Non volglio più sentirlo, mi infastidisce vederlo così assente da un momento all'altro.

"T/n.." Dice fermandomi per il braccio, con una rapidità sorprendente, ancora seduto sul divano.

"sembra che ultimamente non te ne freghi niente, sembri concentrato su altro."
Dico guardandolo una volta per tutte.

"È così- Insomma, sono cose della scuola, non è niente."

"se è successo qualcosa vorrei solo che me lo dicessi, perché poi mi faccio tanti pensieri, e crescono tanti dubbi dentro di me. Per quanto io sia menefreghista, ami la moda, ami la mia vita, me stessa... Quando ci sei tu attorno questa maschera cade, e vederti cosi assente mi fa dubitare di tutto quello che è successo.. anche al ballo. Anche dopo tutto quello che ci siamo detti."

Queste parole sono uscite con rapidità e fermezza dalla mia voce, che non voleva far trasparire rabbia, ma solo un po' di delusione.
Credo di essere stata più chiara possibile vedendo anche la sua espressione cosciente.

"Ho capito.. hai ragione." Dice guardando altrove.

"Quindi? Cosa succede? Posso aiutarti o almeno.. non essere lasciata fuori?"

Lo vedo sospirare e i suoi occhi iniziano a cambiare sguardo su qualsiasi cosa che non sia io.

"è che..."

Aspetto qualche secondo prima di guardarlo e chiedergli nuovamente: "è che?"

"non posso..."

Dice mettendosi una mano tra i capelli abbassando la testa.

"Cosa? Perché?" Dico iniziando ad irritarmi.

Allora c'era davvero qualcosa..
È proprio vero che il mio intuito non sbaglia mai.

"Megumi, anche gli altri sanno di questa cosa? Rispondi solo a questo."

Lui mi guarda per un paio di secondi,

"si."

E io annuisco lentamente.

"avrei tante domande da fare, ma sicuramente se non volete dirmelo, è perché non c'è fiducia.. quindi se non hai fiducia in me è inutile che io continua a disturbarti."

Mi stavo per allontanare finché non lo sento farsi strada anche lui, e lo vedo che mi blocca il passaggio.

"Megumi, basta, volevo solo chiarire una cosa, non vuoi dirmela, va bene così, lasciami solo andare a dormire.. davvero, senza alcun tipo di rabbia o rancore."

"No, perché non è vero che non mi fido di te."

"Va bene.. allora sono stupida io che ci sono rimasta male, non lo so, ma non fa niente non sono arrabbiata."

"Non sei stupida per esserti arrabbiata.. hai ragione, io... sono uno stupido. Magari come stregone avrò delle capacità ma riconosco che con le persone sono un disastro." Dice guardandomi in faccia.
"t/n tu mi hai organizzato una festa a sorpresa e non mi conoscevi nemmeno da chissà quanto.. Hai dato dei nomi ai miei shikigami, hai passato con me ogni momento in cui non ero in missione o in allenamento.. quando non ci sei questa scuola è vuota. Non mi ricordo più cosa facevo mesi fa prima di conoscerti. Tutti hanno notato il cambiamento che ho fatto da quando ci sei.. ma non voglio che tu debba pentirti di me."

"come potrei pentirmi di te? Ma lo vedi o no che sto sempre azzeccata a te? 2+2 fa 4, e di certo non lo faccio per essere la tua migliore amica, ma perché mi piaci!"

Quando realizzo quello che dico un po' mi vergogno e mi sto in silenzio, guardandolo. Anche lui era zitto, ci stavamo solo guardando e sentivo parecchia tensione nell'aria.

Avrei voluto rimangiarmi tutto, o forse no.

Forse vorrei imparare a decifrare il suo sguardo, che tanto mi ha ammaliato per qualche motivo.
i suoi capelli morbidi che amo toccare, la sua mano sempre calda, la voce che è diventata una delle poche cose che circola tra i miei pensieri, e le cose che fa o che dice, a cui non riesco a non pensare.

"Con questo silenzio cosa vuoi farmi capire? Che ho detto una cosa stupida o qualcosa che ti fa piacere?" dico leggermente irritata aspettando che facesse qualcosa.

E qualcosa lo ha fatto dato che senza aspettare più niente mi ha fatto più vicina prendendomi per il fianco.

Mi sono sentita stupida in quel momento a non allontanarmi e mettere una mano sul suo viso, quasi pronta a sentire di nuovo quella magnifica sensazione di calore e di dolcezza.

E l'ho risentita, ho riprovato tutto quello che mi era mancato.
Forse anche in modo amplificato data la rabbia che è stata spazzata via.

E non si è tolto un attimo, è rimasto fermo su di me permettendo alle sue mani di stringermi più forte una volta ogni tanto.

"perché devi fare sempre il misterioso..? Non mi piace più questo gioco.." Dico restando ancora vicino alla sua faccia.

"porta solo un po' di pazienza, e cerca di perdonarmi anche quando non dovresti affatto.."

"tu allora vedi di essere meno strano.." Dico alzando gli occhi al cielo.

"Okay, è vero. Cosa posso fare per dimostrartelo?" Dice separandosi da me e guardandomi attentamente.
"vogliamo uscire?"

Sento un po' di imbarazzo quando dice quelle parole, ma anche tanta felicità che mi fa cambiare anche modo di parlare.

"Io e te? Adesso?"

"Si, adesso, ti ho fatta aspettare anche troppo, quindi andiamo." Si allontana per andare all' attaccapanni dove c'era la sua giacca, e se la mette.

"Megumi sono un disastro, guarda come sono conciata.." Dico ridendo.

"non pensare a niente, o almeno non pensare a cose che non sono vere.. Per andare a scuola ti sei preparata anche fin troppo.."

Gli da fastidio?
Sbaglio o gli da fastidio?

"Non puoi aspettarti diversamente da una come me."

Dico adesso sentendomi fiera di me stessa come sempre.

Prende anche il mio cappotto e si mette dietro di me.

"Tu vuoi mettere sicuramente questo nero, dico bene?"

Giro un po' la faccia per guardarlo e mi esce un sorriso spontaneo: "si, hai indovinato."

Allora infilo le braccia nel tessuto del cappotto e Megumi si mette accanto a me.

"Andiamo."

"e non avvisiamo nessuno?"

"Li chiamo più tardi." Dice aprendomi la porta.

E così siamo usciti.

Niente macchina, nessuno con noi.
Un'uscita improvvisa, una decisione fatta sul momento.
Mi ha visto triste e nonostante lui non sia uno impulsivo, ha deciso di esserlo una volta ogni tanto per farmi felice.
Sembravamo proprio due persone normali.
Nessuna maledizione, incidente, brutto ricordo ha potuto rendere brutta questa serata.

Mi piace guardarlo mentre cammina.
Mi piace guardarlo in generale.

Dal primo momento in cui l'ho visto, qualcosa in lui mi ha colpito.
E sicuramente siamo due persone completamente diverse, ma quando siamo insieme sembra che nessuna differenza abbia conseguenze.

Mi ha fatto vedere piazze e negozi che non vedevo da tempo perché non potevo uscire da sola,
e mi ha anche viziato parecchio.
Qualsiasi cosa che volessi me la prendeva, anche quando non dicevo niente, lo capiva e basta.

Siamo su una panchina a mangiare un panino, e sembra che oltre la luna a splendere, ci sia anche il cuore mio in questo momento.

"Da quand'è che non esci così con una ragazza?" Chiedo curiosa.

"non ho mai avuto una ragazza" Dice ridacchiando sentendosi quasi a disagio.
"o meglio, niente di serio.."

"Ah, quindi sei uno difficile.." Dico cercando di alleggerire la cosa, anche se in realtà ero molto più curiosa di quello che sembra.

"Non è questo, è che nel mio ambito o ti sposi per motivi legati alla stregoneria, o marcisci da solo... E non mi va di farmi comandare dagli Zenin o da chiunque altro.."

Non aveva poi tutti i torti..

"Quindi marcirai da solo?"

"Chi lo sa.." Dice finalmente ponendo lo sguardo su di me, restando così per un po'. "E tu? Marcirai da sola?"

"Io non potrò mai marcire. Sono già fiorita da tempo, caro, non ho bisogno di qualcuno per non marcire."

La mia risposta lo fa ridere, e un po' ridacchio anche io.

"No, non ho avuto niente di serio." Dico semplicemente guardando avanti a me.
"Nessuno riesce a starmi al passo. Mi dicono sempre che sono troppo... beh, come dire.. troppo....-"

"sei 'troppo'." Dice lui guardandomi.

"si, sono 'troppo'. Dico annuendo divertita."

"È sicuramente meglio di essere considerati 'niente'." Dice lui mettendo le mani in tasca, una volta finito il panino.

"Non sei mai 'niente' per chi riesce a cacciare le cose migliori di te." Dico sincera, finendo anche io e buttando la carta nel cestino accanto a noi.

"Non sei mai 'troppo' per chi riesce a prendersi tutto di te."

E questa è stata forse, una delle conversazioni più belle che abbia mai avuto.
Ci siamo palesemente detti quelle cose a vicenda.

Allora semplicemente sorrido e abbasso lo sguardo, non sapendo cosa dire, ma molto felice dentro di me.

"Megs" Dico mettendomi un po' più vicina.

Lui nel suo silenzio mi osserva aspettando che dicessi qualcosa.

"mh?"

"grazie.."

Non sapevo bene cos'altro dire.
In realtà avrei voluto dire altro.

Avrei voluto chiedergli.. che cosa io fossi per lui.
Se questa semplice serata significasse qualcosa,
e se anche in cuor suo si fosse accesa una certa scintilla.
Eppure non l'ho fatto.
Una come me che ha il timore di parlare..? Non si è mai vista.
Ho paura che sia presto,
che forse fare qualcosa di affrettato potrebbe farlo allontanare.

Ma perché sono così debole?

"grazie?" Dice lui ridendo un po', non togliendo lo sguardo da me, facendomi sentire un po' a disagio.

"Non posso ringraziarti?" Dico leggermente irritata.

"beh, non vedo perché dovresti farlo." Dice accarezzandomi un po'  i capelli.

Forse potrei dirglielo..
Forse..

"Megumi.." Dico guardandolo.

degli intensi minuti di silenzio.
Puoi farcela t/n, puoi farcela..

"tu-"

Il telefono di Megumi suona.

Entrambi sobbalziamo sentendo la suoneria e io mi allontano un attimo.

"Uh... scusa." Dice mettendosi una mano in testa e guardando il cellulare.

"tranquillo."

Guardavo altrove, cercando di mostrarmi impassibile, anche se forse poteva vedere ugualmente il mio rossore.

"Che vuoi?" Da come ha risposto, è sicuramente Gojo. "È con me.. voi dove....- Eh? Ma stai scherzando? Dammi 2 minuti, ok... arrivo..."

Il ragazzo attacca la chiamata e mi guarda.

"chi era?"

"Gojo-sensei... c'è scompiglio in città, ti porto all'istituto e vado ad aiutarli." Dice scendendo dalla panchina porgendomi la mano. "mi dispiace... avremmo passato più tempo insieme se-.."

"Ah! Non ti preoccupare, siamo stati tutta la serata.. quindi.. tranquillo.." Dico sistemandomi i capelli e accettando l'aiuto del ragazzo.

"che volevi dire prima?" Dice camminando insieme a me.

"Oh, niente.. lascia stare.." Dico ridendo.

"Andiamo, volevi sicuramente dirmi qualcosa.." Dice guardandomi.

"No, davvero, volevo solo continuare la chiacchierata, niente di che.."



Poco dopo, torniamo all'istituto.

"Stai attento allora.." Dico entrando nel cortile.

"Si, e tu-"

"non uscirò finché non tornerete, tranquillo."

"ok.. bene."

Mi fa un piccolo sorriso prima di scombinarmi i capelli e di evocare i suoi shikigami per andarsene via.

Rientro all'istituto, stanca.
Stanca, felice e confusa.

Megumi mi piace. Ormai non posso negarlo.

Anche ora che l'ho visto allontanarsi ho sentito un po' di tristezza.

Mi sento una ragazzina stupida.. io non sono fatta per queste cose sdolcinate..

"hah... al diavolo corvino maledetto." Dico stendendomi sul letto sorridendo.

Mi arriva una telefonata:

"ma chi diavolo è ? Sarà l'ennesimo call center."

Rispondo:

"Pronto, non sono interessata a nessuna offerta..-"

"Signorina t/c, la chiamiamo dall'ospedale!"

Mi metto subito seduta, con il cuore che mi manca un battito, e le gambe che iniziano a tremare.

Non avevo avuto mai un cambio di umore tanto improvviso.

"I signori t/c si stanno svegliando, chiedono di lei! Può raggiungerci?"

Mi metto in piedi, guardo fuori la mia finestra, poi guardo la porta... Il respiro mi manca.

Megumi mi ha detto di non uscire, in città è pericoloso.. però...

"Signorina? Ci sente?"

"A- Arrivo subito...." Dico un po' titubante.

Attacco, prendo il primo cappotto, e metto una mano sulla maniglia.

"Almeno.. dovrei avvisare..."

Mi serve un foglio e una penna.



Scusa, sono andata dai miei genitori.
Sono svegli.
Torno presto.

breve e coinciso, appena esco fuori dal giardino dell'istituto.. la mia camminata tremolante si trasforma in una corsa all'ultimo respiro.

Non ho mai corso così tanto in vita mia.

Mamma... papà...

Sto tornando da voi.


>
3636 parole 🐺



scusate l'assenza.🩷

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