Be Unstoppable

By Lilyred__

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"I giocatori di hockey hanno il fuoco nei loro cuori e il ghiaccio nelle loro vene" ❄︎ Kelsey Cooper ha dicia... More

𝑾𝒆𝒍𝒄𝒐𝒎𝒆
CAST
Prologo
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
𝑺𝑬𝑪𝑶𝑵𝑫𝑨 𝑷𝑨𝑹𝑻𝑬
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35

Capitolo 1

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By Lilyred__

Dedica🩵

A quelle persone che vivono circondati da frivole apparenze, pensate fuori dagli schemi e non abbiate paura  di mostrarvi per quello che siete..siate sempre voi stessi fregandovene del giudizio altrui.Le persone avranno sempre da ridire ma ricordate..se parlano male di voi allora state facendo un buon lavoro.

Buona lettura e sopratutto..buona fortuna❄️

Kelsey🎤

<<Montrèal non stava in Francia?>>domando grattandomi la testa con l'indice, un po' confusa.

Mio padre, esattamente un mese fa, mi ha comunicato la grandiosa notizia del suo trasferimento dall'altra parte dello stato.

Ovviamente non ho fatto nessun salto di gioia ne lo abbracciato.

Niente di simile.

Mi sono messa a urlare come una pazza isterica e mi ha persino presa in giro dicendomi che sembravo posseduta dal diavolo.

Ti credo, ci stiamo trasferendo dall'altra parte del paese cazzo.

Come può dire che la mia reazione è esagerata?

Anzi sono stata fin troppo tranquilla, volevo strapparmi ogni singolo capello dalla testa.

Montrèal, ecco la città in cui ci stavamo trasferendo.

È una tragedia.

Una catastrofe.

Ci stavamo trasferendo nel lontano e gelido Canada.

Io sono una californiana dannazione, nata tra il mare e feste sulla spiaggia.Non sono adatta al clima del Canada e tutto il resto.

Ovviamente non ho avuto altra scelta.

Ho dovuto seguire mio padre, è riuscito a comprarmi dicendomi che il college in cui insegnerà è uno dei più prestigiosi in Canada.Ottimo piano di studi, ottime lezioni e bla bla bla.

Il bla bla bla non l'ha detto ovviamente.

A proposito, io fino ad un'ora fa ero convinta che stavamo andando in Francia.

Non di certo in Canada.

Sinceramente avrei preferito trasferirmi a Parigi e magari baciare un fantastico francese sotto là Tour Eiffel.

Ma nella vita non si può avere sempre tutto giusto?

Io sono ancora fermamente convinta che Montrèal si trovi in Francia.

È un nome totalmente francese cazzo, è facile confondersi.

<<Non credo sia in Francia Kels, sennò per quale assurdo motivo il navigatore mi sta portando in Canada?>>mio padre mi fulmina con lo sguardo continuando a guidare verso la nostra nuova casa.

Sto ancora sperando in un colpo di scena dove mi sveglio e scopro che è tutto un sogno ma suppongo che queste cose succedono solo nei film.

<<Io credo si trovi in Francia, forse si sono sbagliati>>scrollo le spalle e soffoco una risata mettendomi la mano davanti alla bocca.

<<Non credo si siano sbagliati, insomma tra il Canada e la Francia c'è molta differenza>>risponde fulminandomi con la coda nell'occhio.

<<Papà?>>lo richiamo alzando le sopracciglia.

<<Mh?>>mugugna lui.

<<Sto scherzando>>sbuffo e guardo fuori dal finestrino.

Stiamo percorrendo una strada rettilinea, circondata solo da molti negozi e piccole case.Le persone per strada sono tutte vestiti con cappotti pesanti e sciarpe attorno al collo.

Non mi ci vedo proprio con una sciarpa cazzo.

<<Però ti sta bene la divisa>>ridacchia mio padre guardandomi con la coda nell'occhio di nuovo.

Fanculo la divisa!

Ah, quasi dimenticavo.

Stanotte abbiamo dormito in un motel.

Perché?

Beh la nostra nuova casa che si trova proprio vicino al College dove mio padre insegnerà, non era ancora pronta.

Cioè, che diavolo vuol dire che non era pronta?

Come fa una casa a non essere pronta?

Non si sa, mio padre non ha fatto domande.

Dopo essere atterrati a Montrèal, mio padre ha subito acquistato una macchina in un concessionario.

Un'Audi A1, rossa.

Si avete sentito bene, rossa.

Così, da passare totalmente inosservati.

Comunque questo per dire che ora ci stiamo dirigendo, con la nostra macchina invisibile, al Montrèal College.

Ed io sono obbligata ad indossare questa stupida divisa della scuola.

Una gonnellina a balze scozzese e una camicia bianca con il logo del college in alto.Sembro una scolaretta al suo primo giorno in un collegio femminile.

Per fortuna mio padre mi ha fatto indossare i miei amati stivali di Prada neri con i tasconi laterali.

Non avrei sopportato neanche per un secondo di dover indossare dei mocassini neri da suora di clausura.

<<Mi prendi per il culo?>>aggrotto la fronte e mi porto le braccia al petto incrociandole.

<<Le parole Kels!>>mi rimprovera con tono severo ma allo stesso tempo divertito.

<<Si signor capitano>>alzo le mani in segno di resa.

<<Allora, dove ti lascio?>>domanda mio padre e noto sul navigatore che mancano soltanto dieci minuti al nostro arrivo al college.

Mio padre non sarà un semplice insegnante del college.Sarebbe troppo facile così.

Sarà il nuovo preside del Montrèal college.

Questo significa che io sarò il nuovo zimbello di tutto il college.

La figlia del preside, quella che tutti eviteranno come la peste.

<<Al college?Dove mi vuoi lasciare?In aeroporto?Hai cambiato idea e torniamo ad Eureka?>>sorrido compiaciuta della sua espressione in questo momento.

Oddio, Marcus Cooper sta per uccidermi.

Sono troppo giovane per morire.

Abbiamo sempre vissuto ad Eureka, una piccola città della California e non ci siamo mai spostati da lì.Tra boschi, mare e feste sulla spiaggia è stata la mia adolescenza.Avevo tutto lì, ero spensierata e libera di poter fare quello che volevo.

Cosa avrà spinto mio padre ad accettare questo incarico?

Soldi.

Tanti soldi, così mi ha detto.

Perché un college così prestigioso è arrivato fino al punto di chiamare mio padre?

Cioè, mio padre è bravo nel suo lavoro ma perché un college del Canada avrebbe dovuto chiamare un preside di una piccola città della California?

Mio padre però non ha fatto domande, ha semplicemente risposto "Non lo so".

Beh io avrei fatto cinquanta domande sul perché ma conoscendo mio padre, a lui sta bene così basta che la paga è buona.

<<Oddio, intendo dove vuoi che ti lasci?Fuori al college?A qualche isolato prima?Dove?>>

Ah si, perché di solito non mi piaceva farmi vedere con mio padre a scuola anche se tutti sapevano che ero alla figlia del preside.Non mi andava di essere presa in giro.

Le persone però hanno cominciato a parlare ed io mi sono ritrovata molte volte vittima di bullismo.

Nessun ragazzo però deve essere così coraggioso da mettersi contro la figlia del preside.

Se troverò mai un ragazzo così coraggioso allora me lo sposerò, lo giuro.

<<No>>sbotto sbuffando.

Sarebbe inutile entrare dopo mio padre.Tanto si saprebbe comunque che sono la figlia del nuovo preside quindi tanto vale rischiarsela.

<<Hai appena detto di no?>>.Mio padre mi guarda con la coda dell'occhio, sbalordito ed ha persino la bocca aperta che forma una "O".

<<Ma bravo papà, allora ci senti pensavo di doverti mandare dall'otorino.Ti stai un po' invecchiando eh!>>lo prendo in giro strofinandomi i palmi delle mani sulle cosce.

Ok, forse sono un po' nervosa.

Forse sono molto nervosa d'accordo lo ammetto.

Mio padre sbuffa sonoramente.<<Kels..sono solo sorpreso>>

<<È inutile nascondersi, si verrebbe a sapere in ogni caso che sono la figlia del nuovo preside>>

<<Hai ragione e poi, ha i suoi vantaggi essere la figlia del preside no?>>mi fa un occhiolino di sfuggita e continua a guidare.

Manca un minuto al nostro arrivo.

Oddio.

Sto tremando.

Devo calmarmi cazzo.

Respiri profondi.

<<Tanti vantaggi>>ridacchio cercando di non farli vedere quanto sono nervosa in realtà.

<<Potrei darti la chiave per la macchinetta del caffè>>mi risponde con tono scherzoso.

<<Allora sei proprio un ragazzaccio>>lo provoco.

Lui in tutta risposta mi lancia un'occhiataccia di fuoco.<<Mi crerà problemi signorina Cooper?>>

Mio padre è un golden Retriever giocherellone che a volte peró si trasforma in un Pitbul incazzoso e arrabbiato.

<<Mmmh definisci problemi>>rispondo io facendogli un occhiolino.

<<Appiccherai un incendio in classe?>>domanda inarcando un sopracciglio.

<<È stato un incidente!>>protesto mettendo il broncio.

<<Un incidente che ti è costato la sospensione>>aggiunge lui marcando l'ultima parola.

<<Ah a proposito di quello, mi hai fatto saltare la verifica a sorpresa di letteratura.Dillo che l'hai fatto apposta per non farmi prendere una F>>abbasso gli occhiali e gli schiocco un occhiolino che lo fa ridere per poi risistemarli sul naso.

Porto gli occhiali da quando sono piccola, ho imparato a convincerci e ho imparato che i ragazzi amano gli occhiali.Solo in determinate circostanze però.

Una volta un tipo mi ha chiesto se volessimo giocare all'insegnante e all'alunno.

Ok, è stato piuttosto imbarazzante.

Sopratutto perché voleva che gli infliggessi sulle chiappe dei segni con una matita.

Si esatto, mi ha chiesto di schiaffeggiarlo sul culo con una matita.

Che strane perversioni che hanno i maschi.

Ha detto che con gli occhiali le ricordavo un attrice porno.

Ovviamente ho rifiutato.

<<Ok, quindi mi creerai problemi>>borbotta infastidito.

<<Non appiccherò nessun incendio papà, puoi stare tranquillo>>soffoco una risata e ricomincio a guardare fuori dal finestrino.

Comunque l'incendio che ho accidentalmente appiccato è successo quando per sbaglio volevo bruciare un semplice filo di lana che era spuntato sulla mia maglietta.Mi dava troppo fastidio soltanto a guardarlo.Però qualcosa andò storto, infatti il fuoco si espanse troppo in fretta e per non finire completamente carbonizzata cominciai a muovermi per tutta la classe come un'ossessa.

Risultato?

Beh per sbaglio hanno preso fuoco i miei libri ed è scoppiato anche l'allarme antincendio che ha fatto fare una grand' doccia a tutta la scuola.

Compreso mio padre che sembrava un pinguino bagnato.

È stata la giornata più sensazionale e divertente di tutta la mia vita.

Mio padre invece non sarebbe molto d'accordo.

<<Eccoci arrivati>>la voce squillante di mio padre mi riporta alla realtà.

Finalmente l'Audi  svolta verso l'entrata principale del college attraverso un grande cancello argentato.Vicino ad essa c'è un cartello con su scritto "WELCOME TO MONTRÈAL COLLEGE".

WELCOME un cazzo.

Voglio tornare in California.

L'idea di aprire lo sportello e lanciarmi al di fuori della vettura non è così male ma decido di stare ferma e buona almeno per questa volta.

C'è un lungo viale di ghiaia costeggiato da alberi che si innalzano così in alto che sembrano toccare quasi il cielo.

Ovviamente la nostra audi rossa fiammeggiante non passa inosservata e gli studenti che camminano si girano tutti a guardarla.

Mi becco le occhiatacce degli studenti incuriositi che si staranno domandando:

"Ma quella è un Audi?"

Beh si carissimi studenti, questa è un Audi.

I Cooper sono arrivati.

Percorriamo con la macchina tutto il viale per poi arrivare di fronte al college, una struttura completamente ricoperta da mattoncini bianchi e verniciati alla perfezione.Davanti all'entrata della struttura c'è una fontana enorme con al suo interno due statue che raffigurano dei leoni.

Ridacchio appena mio padre parcheggia la macchina dove c'è scritto "Preside" con la vernice bianca.

Spegne il motore e si volta a guardarmi.<<Sei sicura?>>

<<Tagliamo la testa al toro dai>>sbotto scendendo dalla macchina sotto gli occhi di tutti.

<<Ora si che ti riconosco>>impreca mio padre sottovoce sperando che non lo senta.

Scendiamo fieri e a testa alta dall'auto, subito dopo fianco a fianco ci dirigiamo verso l'entrata.Il beep che sta a significare la chiusura dell'auto mi fa sussultare dallo spavento.

Cazzo, sto tremando.

Beh sono dall'altra parte del paese e non conosco nessuno quindi credo sia lecito tutta questa paura.

Dopo aver dormito in un hotel, dopo esserci trasferiti in Canada e non in Francia e dopo aver avuto il coraggio di rovinare già dal primo giorno di college la mia reputazione sociale, potrebbe andare peggio di così?

Ovviamente la risposta è sì.

Perché si da il caso che io sia l'unica ad indossare la divisa della scuola.

Sono tutti vestiti normali, jeans strappati per i ragazzi e minigonne per le ragazze.

Guardo il mio abbigliamento e ridacchio sottovoce per sdrammatizzare la figuraccia che sto facendo.

Mi tiro giù la gonna ancora un po' e continuo a camminare.Sento il fischio di alcuni ragazzi dietro di noi, io in tutta risposta mi giro e gli faccio il dito medio sorridendo.

Fanculo, sto indossando una divisa ma sono comunque una figa spaziale, problemi?

<<Papà potevi evitarmi questa grandissima figura di merda non credi?Sono l'unica ad indossare questa fastidiosa divisa!>>bisbiglio inclinando la testa verso destra per farmi sentire.

<<Non lo sapevo Kels>>sussurra lui in risposta continuando a camminare con la testa dritta.

Scrollo le spalle rassegnata.Continuando a camminare però, la situazione peggiora.

Gli studenti mi fissano come se avessero appena visto un fantasma e non una strafiga.

Forse ho qualcosa in faccia?

Forse è semplicemente la divisa a scandalizzarli.

E come biasimarli, sembro appena uscita da uno di quei film adolescenziali alla "Mean Girls".

<<Salve>>esclama una voce dietro di noi.

Io e mio padre sussultiamo e facciamo un balzo all'indietro spaventanti.

Davanti a noi c'è una donna con un paio di occhiali tondi e spesi, un completo nero lungo le fascia tutto il corpo, dotato di un pantalone a zampa di elefante stretto e una giacca abbinata.Ha i capelli scuri tirati su in un chignon, occhi azzurri e delle labbra carnose.

Diciamo che è una donna che non passa inosservata.

<<Può avvertire la prossima volta?Ci ha fatto prendere due infarti in uno>>sussulto posandomi una mano sul petto all'altezza del cuore.

La donna mi osserva e si rivolge a mio padre con un tono autoritario.<<Signor Cooper la stavamo aspettando, sono tutti in palestra per ascoltarla>>

<<Lei sarebbe?>>domando inarcando un sopracciglio e poggiandomi una mano sul fianco.

Mio padre mi fulmina con lo sguardo e mi tira una spallata sul braccio.<<La scusi, mia figlia è..particolare..>>

Lo interrompo, perché potrei essere descritta in mille modi ma particolare assolutamente no.

Non mi si addice.

<<Volevi dire fantastica?Sensazionale?Fenomenale?Spettacolare?>>incurvo le labbra mostrandogli il mio miglior sorriso.

<<Kelsey>>mi ammonisce lui<<Stavo dicendo signorina..>>

<<Oh mi scusi, sono Harper Turner la sua segretaria>>la donna allunga la mano verso mio padre.

Però a stringerle la mano in realtà sono io.<<Io sono Kelsey, sua figlia.È vero che potrò avere del caffè gratis dalle macchinette?>>

Amo mettere in difficoltà mio padre e sotto sotto so che anche lui si diverte da morire.Lo capisco da come sorride in questo momento.

<<Ehm non..non ne sono sicura..>>comincia a balbettare Harper.

<<Sta scherzando signorina Turner, le piace scherzare vero?>>mi lancia l'ennesima occhiataccia della giornata.

Le ho contante.In totale mio padre soltanto oggi mi ha lanciata all'incirca venti occhiatacce.A fine giornata potremmo persino battere il record in carica di trecento.

<<Si sono una giocherellona>>ridacchio e mi levo i miei amati occhiali di Gucci.Prendo dalla borsa la salvietta e li comincio a pulire.

Devo vederci chiaro prima di entrare in palestra a fianco del nuovo preside, nonché mio padre.

Mio padre è il dannato preside ed io non posso avere del caffè gratis dalle macchinette?

Che catastrofe.

<<Come le stavo dicendo, tutti gli studenti la stanno aspettando in palestra per il suo discorso.Da questa parte>>Harper ci fa cenno di seguirla e noi facciamo come dice.

Dopo due minuti ho una sola domanda e decido di condividerla.

<<Ma dove si trova questa palestra?A New York?Sono cinque minuti che camminiamo>>sbuffo cercando di stare al passo di mio padre e Harper che camminano di fronte a me cosi veloci che potrebbero partecipare ad una maratona senza alcun problema.

<<Kels?>>mio padre si gira verso di me.

<<Mi dica signor Cooper>>incrocio le braccia al petto e lo fisso.

<<Vuole essere sospesa nel suo primo giorno di scuola?>>domanda lui con un sopracciglio inarcato e una mano appoggiata sul fianco.

<<Siamo di pessimo umore eh>>sussurro a denti stretti quando loro ricominciano a camminare di fronte a me.

<<Ti ho sentita Kels>>bofonchia lui con voce seccata.

Cazzo, devo essere più silenziosa allora.

Forse se mi faccio sospendere nel mio primo giorno di college allora gli altri mi crederanno una dura.Una di quelle da temere.

Devo prendere in considerazione quest'idea.

Finalmente,dopo minuti interminabili, arriviamo in palestra.Appena entriamo gli studenti sono tutti seduti sugli spalti che parlottano tra di loro.

Noi invece siamo sul campo da basket sotto, c'è una piccola piattaforma rialzata con un microfono e vicino ad essa ci sono delle sedie dove sono seduti tutti i docenti scolastici del college.

<<Prego>>dice la segretaria-stronza-supersexy e alza il braccio per indicare a mio padre di salire sulla piattaforma di legno.

Io rimango vicino alla piattaforma e prima che salga gli schiocco un occhiolino furtivo che papà ricambia senza farsi vedere.

Appena sale osserva il microfono e poi cerca di dire qualcosa per vedere se funziona.

<<Sono Marcus Cooper, il vostro nuovo preside, come saprete già tutti.Purtroppo il signor Johnson si è dovuto dimettere per motivi personali e ha chiesto a me di prendere le redini di questo college>>

Più mio padre parla e più mi viene da sbadigliare.

Aspettate, ha detto davvero "prendere le redini di questo college"?

Oddio poveri noi.

<<Tuttavia, sono stato informato dal signor Johnson della cattiva condotta del college.Per questo motivo mi sembra opportuno applicare delle regole affinché si possa vivere in totale armonia>>

Ok, mio padre non mi aveva informata della cattiva condotta del college.

Già adoro questo college.

Dei brusii si fanno spazio nella palestra e impediscono a mio padre di parlare.

<<Silenzio>>urla lui.

Tutti si zittiscono all'improvviso.

Bravo papà, così si fa.

<<Queste regole si applicheranno da domani stesso.Innanzitutto vorrei riinserire nel college l'obbligo della divisa, è fondamentale che in college prestigioso come questo si indossi un abbigliamento condono e mi dispiace, minigonne e vestiti da discoteca non rientrano in tutto questo>>

Bella mossa papà, buttala sulla simpatia.

Sorrido perché per la prima volta noto che papà è davvero felice.Questo incarico lo rende felice.

E se lui è felice allora lo sono anche io.

Uno strano cigolio però mi fa distrarre.Aggrotto la fronte e guardo ovunque per vedere di cosa si tratti.

Alzo la testa verso l'alto e noto che appeso al soffitto c'è un secchio.

Perché c'è un cazzo di secchio appeso al soffitto?

Oddio, è quello che penso?

Lo deve essere per forza.

Che faccio ora?

Quando intravedo il secchio inclinarsi faccio in tempo a spingere mio padre giù dalla piattaforma di legno e poi succede tutto così in fretta.

Una secchiata d'acqua fredda mi bagna dalla testa ai piedi.

Quando riapro gli occhi sconvolta noto subito gli occhi sbarrati dei docenti che si sono tutti alzati dalle loro sedie.La faccia di mio padre, invece, è ben diversa.Un misto di confusione e shock.

Nella palestra in due secondi regna il caos più totale.

Risate su risate.

L'obbiettivo era mio padre ed io sono stata così stupida,oppure brava, a spostarlo giusto in tempo.

Ora però ho la camicia appiccicata al petto e sono completamente fradicia.

Sembro appena uscita da una cazzo di doccia dannazione.

Sembro uno di quei gattini bagnati sotto un'acquazzone invernale.

Pensa Kelsey.

Pensa in fretta.

Mi viene in mente un'idea geniale, stupida ok, ma pur sempre geniale.

Sorrido e guardo verso l'alto notando che anche qui hanno un sistema antincendio.

Quindi se io adesso prendessi dalla mia borsa un foglio di carta e lo bruciassi accidentalmente si creerebbe un fumo così denso da far scattare l'allarme giusto?

È proprio quello che sto facendo.

<<Kels!>>urla mio padre venendo verso di me.

Ma ormai è troppo tardi, il foglio a cui ho appena dato fuoco sprigiona un fumo così denso che fa scattare l'allarme antincendio.

Gli studenti smettono finalmente di ridere e si voltano verso di me sbigottiti.

Subito dopo nella palestra regna un altro tipo di caos.L'acqua che piove dal cielo fa alzare tutti gli studenti che corrono verso l'uscita.

Sorrido soddisfatta e mi avvicino al microfono.<<Seconda regola, mai mettersi contro un Cooper>>

Dopodiché butto il foglio a terra che si spegne grazie all'acqua che continua a fuoriuscire dalle bocchette dell'allarme.

Gli studenti continuano ad uscire mentre l'acqua continua a bagnarmi.

Bagnata per bagnata.

Quanto sono soddisfatta.

<<Kelsey Cooper nel mio ufficio.Ora>>esclama mio padre furioso.

Mi volto verso di lui e per poco non scoppio a ridere vedendolo fradicio dalla testa ai piedi nel suo nuovo completo di Armani.

<<Si signor Capitano>>ridacchio mettendomi sull'attenti.

Mio padre mi fulmina con lo sguardo.

E siamo già a ventidue occhiatacce in una sola ora.

Cazzo, oggi batteremo il record se andiamo avanti di questo passo.

Lo vedo parlottare con la sua nuova segretaria e poi con un cenno mi invita a seguirlo fuori dalla palestra.

Appena esco dalla palestra gli studenti stanno chiacchierando tra loro sull'accaduto.

Non me ne frega un emerito cazzo se ora penseranno che sono pazza ma nessuno, e dico nessuno, può prendersi gioco di Kelsey Cooper e di suo padre.

Ok, mi stanno guardando tutti malissimo.

Non importa, volevano prendersi gioco di mio padre e questo è il prezzo che devono pagare.

<<Cambio di programma, parleremo dopo.Ora vatti a cambiare e vai in classe>>dice mio padre voltandosi verso di me con le mani sui fianchi.

<<Vado a prendermi un cambio in macchina>>borbotto.

<<Ti accompagna Harper così non combinerai altri guai>>sospira prima di voltarsi per andarsene chissà dove.

Si volta di nuovo richiamando la sua nuova segretaria che sembra per lo più uscita da un film porno.<<Harper potresti gentilmente prendermi il borsone nero?Devo assolutamente cambiarmi>>

<<Certo, andiamo>>la voce di Harper mi fa prendere il secondo infarto della giornata.

Sbuffo e la seguo fuori dal college.Arrivata all'Audi parcheggiata, apro il cofano e afferro la valigia.La apro e rovisto al suo intento, trovo una tuta nera e decido di optare per quella.

<<Per quale assurdo motivo c'era un secchio pieno d'acqua proprio dove stava parlando papà?>>chiedo seccata.

<<Se sta pensando che l'abbia messa io..>>comincia a dire Harper tirando fuori dal confando il borsone di cui parlava prima mio padre.

<<No, non sto pensando questo ma qualcuno lo ha messo lì no?Voglio sapere chi>>chiudo il cofano con forza per la rabbia.

<<Si vada a cambiare e poi vada in classe.Questo è il piano del college che lei ha scelto, Cinema e arti dello spettacolo giusto?>>legge il foglio che tiene in mano.

Annuisco e le strappo il foglio dalle mani andandomene.<<Grazie Horper>>

<<È Harper>>mi grida lei.

<<Come vuole>>borbotto perché ho sbagliato il nome di proposito soltanto per farla arrabbiare.

Dopo aver girato in lungo e largo finalmente trovo il bagno delle femmine e mi cambio.Mi asciugo un po' i capelli sotto quei aggeggi dell'aria che fanno un rumore fastidiosissimo e poi esco dal bagno andando verso la classe di arti dello spettacolo.

Ormai il corridoio è vuoto e le lezioni sono cominciate quindi non c'è più nessuno.

La mia morte sociale in questa scuola è iniziata, tutti mi eviteranno e tutti mi odieranno.È già scritto.

Mi importa?

Cazzo no, nemmeno un po'.

Il college però è immenso ed io non riesco a trovare la classe giusta.Appena leggo una targhetta "Arti dello spettacolo" sorrido e spalanco la porta ma la classe è vuota.

Non c'è nessuno se non qualche strumento musicale e sedie rotte buttate qua e là.

Appena vedo una chitarra mi si illuminano gli occhi.

Non suono e non canto da quando...

Mi devo far forza.

Da quando mia madre è morta ho giurato che non avrei più cantato e quando mio padre mi ha comunicato con un sorriso stampato sulle labbra che in questo college ci sarebbero stati anche corsi di canto e strumenti musicali mi sono imposta di non frequentarli.

Però quando sono da sola e so che nessuno mi può sentire amo cantare e sfogarmi un po'.

Afferro la chitarra toccandone le corde nostalgica.

There's a fire starting in my heart

Comincio a cantare e le mani mi tremano sulle corde della chitarra ormai arrugginita e mezza rotta.

Reaching a fever pitch, it's bringing me out the dark
Finally I can see you crystal clear

Più vado avanti e più mi sento svenire.

Devo essere forte.

Don't underestimate the things that I will do
There's a fire starting in my heart

Ho tenuto gli occhi chiusi per tutto il tempo, mi aiuta a concentrarmi sulla mia stessa voce.Mi aiuta a non pensare al resto del mondo.

We could've had it all
Rolling in the deep

Wow, dopo anni che non la canto riesco ancora a fare l'acuto senza sembrare una gallina spennacchiata.

Quando però sento un rumore sobbalzo e mi guardo intorno posando la chitarra esattamente dove l'avevo trovata.

E se fosse un topo?

Non riuscirei a sopportare anche un topo nel mio primo giorno di scuola.

E se fosse un topo enorme?

Oddio no.

<<Chiunque tu sia, non ti hanno mai insegnato che è maleducazione spiare la gente?>>urlo e l'eco si espande in tutta la stanza.

Uno strano cigolio mi fa sobbalzare ancora.Noto che c'è una porta che non avevo notato.

C'è qualcuno?

Forse un assassino pronto ad uccidermi.

Oddio no, queste cose succedono solo nei film.

Mi avvicino alla porta con cautela e all'improvviso questa si apre.

Davanti a me appare un colosso di due metri.Io dal mio metro e sessantacinque riesco solo a vedere un petto muscoloso e ampio.Quando però alzo la testa, un ragazzo mi sta fissando incuriosito.Vicino a lui c'è una ragazza bionda e mi sta osservando anche lei con un sorriso stampato su quelle labbra strapiene di gloss rosa.

<<Avete visto un fantasma?>>sbotto infastidita per il modo in cui mi stanno guardando.

<<Hai una voce sensazionale>>cinquetta la bionda.Ha lunghi capelli biondi che le arrivano fino ai fianchi, occhi azzurri chiari, naso perfettamente in linea con il resto del viso e delle labbra così piene che sembra quasi si sia appena fatto il filler.Indossa un top rosa scollato sul seno e si vede che se l'è infilato alla svelta perché è al contrario.Le gambe lunghe sono fasciate da un jeans stretti a vita alta che almeno sono messi bene e non al contrario.

<<Grazie ma hai la maglietta al contrario>>le indico l'etichetta della maglietta che fuoriesce sul seno.

Il ragazzo che fino a quel momento non ha detto una parola, si limita a fissarmi.Non accenna neanche ad un sorriso dopo che ho fatto notare alla sua ragazza, almeno credo, della maglietta al contrario.

Si ok che sono una bomba sexy ma addirittura fissarmi in questo modo mi sembra esagerato.

<<Oddio che figura di merda>>impreca lei e si leva la maglietta con nonchalance rimanendo soltanto in reggiseno.

Si è appena spogliata davanti a me o mi sbaglio?

<<Non volevo disturbare la vostra..>>li osservo con un sopracciglio inarcato<<scopata, stavo cercando l'aula del corso di arti dello spettacolo e qui fuori c'era un cartello che..>>

Oddio santo, ho davvero appena detto "scopata" a due perfetti sconosciuti?

Il ragazzo sbatte le palpebre continuando a fissarmi.I suoi occhi sembrano incupirsi per un attimo e le labbra si arricciano formando una smorfia.

<<Hai appena detto scopata?>>finalmente il ragazzo si è degnato di parlare.La sua voce rauca fa eco in tutta l'aula e mi provoca dei brividi lungo tutta la spina dorsale.

Dei brividi che non ho mai provato prima.

<<Preferisci sesso?Scappatella?Fregata? >>incrocio le braccia al petto guardandolo col mento alto.

<<No, credo che scopata vada più che bene>>sogghigna lui con le labbra incurvate verso l'alto in un sorrisetto sghembo.

<<Bene, ora gentilmente potreste indicarmi la vera aula di arti dello spettacolo?>>sorrido e mi stringo la borsa in spalla che pesa un po' troppo dopo il carico di roba bagnata che ho messo al suo interno.

<<Perché fai arti dello spettacolo?Hai una voce bellissima, dovresti andare ai corsi di canto.Sono veramente eccezionale e poi la signora Petrova è una donna con tanto carisma>>esclama la biondina con una vocina fastidiosa.

Io apro la bocca ma poi la richiudo perché non so esattamente cosa dire.

Io non canto, almeno non più.

E sottolineo, non canterò mai più in vita mia.

Il ragazzo continua a fissarmi senza tanti problemi.È alto quanto un grattacelo e muscoloso quanto un armadio a quattro ante.Ha gli occhi scuri con delle sfumature di un colore verdognolo, i capelli sono lunghi ma non troppo e tirati all'indietro con un po' di gel ma alcune ciocche gli ricadono comunque sulla fronte.Ha un naso affilato ma largo ai lati con una strana cicatrice proprio in mezzo, le labbra sono carnose e scolpite.

Sta indossando una semplice tuta nera che mette in risalto la sua muscolatura.Inoltre c'è uno strano logo sulla felpa con su scritto "Sharks Strutman".C'è uno squalo all'interno del logo con un dischetto e una bastone in mano.

Oddio è un giocatore di hockey.

Aspettate, che diavolo è l'hockey?

Ok, non sono così tanto stupida.So cos'è l'hockey ma non so minimamente come si giochi.

<<Perché sei bagnata?>>domanda lui continuando a guardarmi dalla testa ai piedi.

La domanda mi travolge.

In effetti, ho i capelli ancora umidi e sicuramente il mio viso è ancora un po' tramortito dalla vicenda.

<<Mmm in effetti questo è strano..beh come dirlo..>>comincio a balbettare per finta<<Un coglione ha messo un cazzo di secchio pieno di acqua fredda appeso sul soffitto della palestra proprio dove stava parlando il nuovo preside.Io per evitare il tutto l'ho spinto mettendomi al mio posto>>

Loro mi fissano sconcertati e si scambiano per un attimo un'occhiata come per dire "Ma che cazzo sta dicendo?".

<<No non è finita qua>>alzo la mano per farli tacere<<Ovviamente è stato uno scherzo veramente di cattivo gusto quindi ho dato fuoco a dei fogli che avevo nella borsa e ho fatto scattare l'allarme antincendio così da bagnare l'intero college che era in palestra, tranne voi ovviamente.Ed ora eccomi qui, risultato?Ora tutto il college mi odia>>Finita la mia storiella assurda la biondina e il ragazzo mi fissano con la bocca aperta.

Credo di averli sorpresi.

<<Ci stai prendendo per il culo quattrocchi?>>domanda il ragazzo ridacchiando e passandosi una mano tra i capelli in un modo che...santo cielo.

Santo cielo, ripeto.

Oddio, ma perché deve essere così attraente?

Stop.

Mi ha appena chiamata quattrocchi o mi sbaglio?

No, non mi sbaglio.

<<Senti sottospecie di Orso Grizzly, purtroppo non vi sto prendendo per il culo.Se troverò chi ha avuto la brillante idea di escogitare questo scherzo che è pari ad un cervello di un bambino di due anni, allora lo strozzerò con le mie stesse manine>>Il mio sorriso in questo momento è l'emblema della falsità.

Le loro facce però vorrei proprio fotografarle per avere un piccolo ricordo della scena.

<<Aspettate>>comincio a frugare nella borsa alla ricerca del mio telefono<<Posso farvi una foto?Dovreste proprio vedere le vostre facce>>

Il ragazzo grugnisce come uno di quei uomini delle caverne e si avvicina a me torreggiando con i suoi due metri di altezza se non di più.

<<Non so chi tu sia ragazzina ma ti conviene non minacciare il re di tutto il college, non è saggio>>mi fa un occhiolino e mi guarda dall'alto, in confronto a lui sembro un piccolo insetto insignificante.

Re del college?

Ma dove sono finita?

<<Chi sarebbe il re di tutto il college?Tu?>>soffoco una risata e mi poggio una mano sulle labbra per trattenermi.

Mi sto letteralmente ammazzando dalle risate, portatemi da qualcuno che mi faccia smettere di ridere per favore.

<<Oddio ti prego è troppo divertente, se tu sei il re del college io allora sono Paris Hilton>>continuo a ridere sotto i suoi occhi attenti.

<<Ti sembra che stia ridendo?>>mi indica le sue labbra serrate in una linea retta.

<<Stavo solo scherzando rilassati uomo delle caverne>>scrollo le spalle sbuffando.

<<Beh fattelo dire, fai proprio delle battute di merda>>il suo sopracciglio inarcato è segno che mi sta sfidando.

Ed io accetto sempre le sfide diamine, non aspetto altro.

<<Ah si?Mi scusi re del college>>mi mordo il labbro inferiore dal nervoso e gli faccio un inchino per prenderlo in giro.

<<Mi spieghi chi cazzo saresti eh?>>ringhia avvicinandosi ancora di più.

<<No, ma vera domanda è..chi cazzo sei tu>>gli punto un dito contro il petto ma cazzo, è di marmo.Mi si rompe quasi il dito per quanto è muscoloso.Riesco comunque ad allontanarlo da me di un minimo passo.

<<Ragazzi dai basta, comunque piacere io sono Alison e questo è il mio ragazzo, Matthew>>la biondina fa un passo avanti e viene subito circondata da un braccio possente che le stringe il fianco con maestria.

<<Bene, tu invece chi cazzo sei ragazzina?>>sbotta Matthew ignorando totalmente la sua ragazza.

Matthew, persino il nome mi da sui nervi.

È bello quanto stronzo.

La prima persona che dovevo incontrare qua dentro doveva anche essere il più stronzo?

La sfiga non ha mai fine.

<<Qualcuno che ti potrebbe creare tanti problemi se non la smetti subito di chiamarmi ragazzina>>alzo il mento, non ho paura di sfidarlo anche se io in confronto sono un piccolo insetto e lui invece è un orso di due metri, bello e muscoloso.

Si ok, è bello.

Non solo bello, è quel tipo di ragazzo che ti lascia a bocca aperta appena lo vedi.

<<Continui a provocarmi?Mossa veramente stupida>>scuote la testa Matthew mettendosi le mani in tasca e continuando a fissarmi come se fossi il suo prossimo obbiettivo da sparare.

<<Matt dobbiamo andare, il nuovo preside sarà già furioso per quello è successo.Se arriviamo tardi a lezione diventerà una furia>>cinguetta la biondina con quella vocina fastidiosissima che mi verrebbe soltanto da mettermi i tappi alle orecchie.

Però non è la classica bionda stronza alla Regina George, sembra premurosa e gentile.

<<Prima voglio sapere chi cazzo è questa qui>>sbotta puntandomi un dito contro.

<<Abbassa questo dito punto uno>>gli scanso il dito con la mano<<Punto due, chi sono o non sono non credo siano affari tuoi>>

Matthew mi guarda con degli occhi indecifrabili.<<Ti conviene guardarti le spalle ragazzina, quello che è successo al preside è solo l'inizio>>

Mi sta minacciando?

Sta davvero minacciando Kelsey Cooper?

Mossa veramente sbagliata.

<<È una minaccia?>>domando portandomi le mani sui fianchi.

<<Prendilo come un avvertimento>>mi fa un occhiolino prima di prendersi la bionda tra le braccia e andare verso la porta.

<<Sai Matthew, non è saggio minacciare la figlia del nuovo preside>>cantileno e li sorpasso per sbarrargli la strada.

<<Ora se mi volete scusare>>sorrido prima di aprire la porta ed andarmene senza guardarmi indietro.

Caro Matthew non sai contro chi ti stai mettendo.

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