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Chi non ha nulla da nascondere non ha nulla da temere

Quando Rey riaprì gli occhi era ancora per terra, il corpo era percorso da brividi dovuti al pavimento duro e freddo contro la sua guancia, gli fischiavano le orecchie, le voci sembravano lontane chilometri, come se fosse sott'acqua.

«Come ti senti?»

Era Datlet, l'unico che si fosse mai preoccupato davvero di come si sentisse; i suoi genitori non l'avevano mai cercato, o almeno così credeva lui, quando si trasformò aveva solo quattordici anni, era sera ed era al campetto da basket con il suo migliore amico Francisco quando un gruppo di ragazzi gli si era avvicinato.

Francisco morì dissanguato, era troppo debole ma lui no.

Lui si trasformò in qualcosa di peggio.

Un vampiro.

Uno che per vivere ha bisogno di bere sangue, che non può stare alla luce del sole e che per il bene dei propri cari deve abbandonare la famiglia, gli amici, la vita. Era un fardello che si portava dietro ormai da decenni, aveva cercato più volte di farla finita ma Datlet glielo aveva impedito ogni volta, diceva che c'era un motivo se era così.

Ma ora era lì, su quel pavimento a morire di fame osservando Jade piangere per il dolore che le causava vedere Will in quello stato e capì di aver fatto una cazzata.

«Hai intenzione di rimanere lì per sempre a morire di fame o vuoi alzarti?»

Lo stregone gli lanciò una sacca disangue, lui si mise a sedere e iniziò a bere con foga, talmente velocemente che il sangue gli colò anche fuori dalla bocca, sporcando la camicia bianca.

«Perché fai così? Da quanto tempo è che non mangi?» Rey si girò per guardarlo mentre si puliva la bocca con il dorso della mano.

«Da due... tre giorni, quindi?» scrollò le spalle

«Quindi? Quindi non devi, è pericoloso per te. Per te e per gli altri» aggiunse voltandosi

«Perché?» Domandò Rey gettando via la sacca ormai vuota «Perchè non mi lasci in pace?»

«Non fare lo stupido»

«Già...» sorrise rialzandosi dal pavimento stringendosi le mani al petto.

☾︎

«Vai a cercare Alexia!» Ordinò Jade a una ragazza lì vicino.

Alexia aveva il potere curatore, per questo quando erano più piccoli e loro si facevano male bastava un suo tocco sulla mano e loro si sentivano subito meglio, ora una carezza non sarebbe stata sufficiente.

Sebastian si era avvicinato a Will e gli teneva la mano.

Niko continuava a creare ghiaccio sulla ferita bloccando il sangue che zampillava ininterrottamente.

«Forse è meglio portarlo a casa, non so... In un letto?» propose distrattamente Datlet aprendo un portale.

Sebastian prese in braccio Will sporcandosi la maglia ed entrò, Alexia, Jede, Niko e perfino Rey lo seguirono.
Lee invece si girò di spalle, «Dove vai?» domandò Niko che aveva sempre avuto paura di viaggiare con quei cosi.

«Devo andare»

«Dove?» alzò un sopracciglio ma la donna non c'era già più, era svanita.

☾︎

Niko era in piedi davanti alla finestra in camera sua, era già notte fonda, tutto era innaturalmente silenzioso.

Femi, immobile accanto a lui cercò di accarezzargli la guancia ma il ragazzo si spostò bruscamente, andandosi a sedere sulla panca della pianola.

Femi siabbandonò sul letto soffice, guardandolo incantata mentre faceva scivolare con estrema abilità le dita sui tasti bianchi.

Niko rimase a guardarla, i capelli rossi, le labbra sottili tinte di un rosso acceso e la lieve spolverata di lentiggini sul viso.

Le mise in braccio attorno alla vita e le posò una mano sulla guancia, Femi girò il viso dentro a quella carezza e baciò il palmo di lui «Non è colpa tua» disse quasi sussurrando.

Chiuse gli occhi, la stanchezza prese il sopravvento su Niko, e si addormentò quasi all'istante.

"Niko"

Fu un grido raccapricciante a svegliarlo.

"Niko"

Si mise a sedere, si passò una mano sul viso madido di sudore.

«Stai bene?» chiese la ragazza senza nemmeno aprire gli occhi.

«Si, credo sia stato solo un sogno... » rispose confuso sdraiandosi e cercando di riaddormentarsi.

☽︎

"Le tue più grandi paure ti aspettano, dovrai affrontare quattro livelli, in ognuno dei quali dovrai superare delle prove fisiche e psicologiche"

Una voce acuta, pungente gli risuonò nella testa.

«Chi sei?» nessuno rispose alla sua domanda.

Si guardò intorno, vedeva il salotto di
Datlet, tutta la folla era attorno a qualcosa, alcuni avevano il viso colmo di terrore.

Riconobbe i suoi fratelli «Sebastian!» corse verso di lui oltrepassando la gente.

Si fermò al fianco del ragazzo che stava discutendo con Alexia «Sebastian che succede?» ripetè, ma come se non lo avesse sentito continuò a parlare, «Sebastian?»

Finalmente si girò, i suoi occhi, uno verde e uno marrone, erano fissi su di lui ma non lo stavano guardando, non lui, guardavano oltre, alle sue spalle

«Cosa stai...» guardò anche lui nella stessa direzione e l'unico suono che riuscì ad emettere fu un urlo di puro terrore, ai suoi piedi c'era Will stesso, gli occhi chiusi, gli occhiali rotti, una pozza di sangue lo circondava sporcando i vestiti e le mani di chiunque lo toccasse,
Jade gli stava tenendo la mano.

«Jade! Sono qui!»

Anche lei non riusciva a sentirlo.

Corse via da quella visione raccapricciante, andò in bagno per lavarsi la faccia, «Sicuramente
sto solo sognando, quando mi risveglierò sarò a casa nel mio letto» disse ad alta voce sperando di autoconvincersi.

Guardò il suo riflesso nello specchio vuoto, gridò di nuovo.

Nello specchio non c'era nessuno «Cosa sta succedendo?», chiuse gli occhi, le lacrime calde gli bagnarono il viso e caddero sul pavimento senza creare alcuna goccia.

Quando li riaprì non c'era più niente, il bagno, il sangue, le grida, tutto era sparito, era solo in una stanza bianca, quasi accecante

"Ricorda, se muori nel gioco muori anche nella realtà"

«Che cosa? Quale gioco? Quello ero io! Sono morto? Rispondi!».

Fu l'ultima cosa che disse prima di perdere i sensi.

☾︎

Sebastian era sul divano a leggere quando qualcuno bussò alla porta.

Era Nathalie.

«Stai bene? Dovevamo vederci stamattina...».

Lui e Nathalie stavano insieme da mesi ormai e stava andando tutto bene tra loro, fin troppo.

Sebastian aveva sempre creduto che non sarebbe stato mai veramente felice per più di qualche ora nella sua vita, ogni volta che qualcosa andava bene succedeva sempre qualcos'altro che mandava tutte le sue speranze in frantumi e ora era successo con loro e Will.

Non si era guardato allo specchio prima di aprire ma di sicuro aveva un aspetto orribile, i capelli scompigliati, gli occhi stanchi per non aver dormito, le unghie mangiate per lo stress.

«Ti prego, ora no...» chiuse la porta senza guardarla.

«Sebastian!» gridò furiosa da fuori «Sebastian Samwell Bloodwind apri subito la porta!»

Sbuffò ma tornò indietro e la socchiuse, tornò sul divano e buttò la testa all'indietro, coprendosi il viso con le mani «Ora non voglio parlarne» ed era vero non aveva alcuna voglia
di raccontare i suoi problemi a lei, non voleva farla star male per una cosa che era solo una sua responsabilità.

Nathalie decise di ignorarlo ed entrò in casa.

«Parlami ti prego, non fare così» gli afferrò una mano e iniziò a disegnare col dito delle forme irregolari sul palmo «Se
ho fatto qualcosa...»


«Non è colpa tua, mai»

«E allora cosa?» corrugò il viso in una smorfia di disapprovazione.

Rifletté, lei non sapeva nulla della magia, non sapeva che loro non fossero umani e non poteva certo raccontarle che suo fratello era stato avvelenato ad una festa di gente paranormale.

Se doveva raccontarle le
cose come stavano doveva iniziare dall'inizio, dalla morte del padre.

«Io...» sospirò «Ti devo raccontare una cosa...»

Nathalie non lo interruppe mai, lo guardava stupita mentre parlava e quando ebbe finito lo
abbracciò.

«Mi dispiace» la voce era tremante «Non avevo idea di tutto quello che hai dovuto subire, i tuoi genitori... I poteri... E ora William»

"Sebastian aiutami"

Sentì la voce di Will, convinto che stesse chiamando corse in camera, «Finalmente ti sei svegliato!» gli prese la mano, era fredda e immobile, gli erano occhi ancora chiusi «Will?»

«Cosa succede?»

La ragazza lo aveva seguito su per le scale, ora lo stava fissando con un'espressione sconcertata«Will ha chiamato... Non... Non hai sentito?» chiese stupito

«Sta dormendo» poi guardandolo aggiunse «Da quanto non dormi o mangi?» la preoccupazione nella sua voce era talmente evidente da farlo sentire male, lei era seriamente
preoccupata per lui ed era solo colpa sua.

«Non lo so... Da ieri?» spostò lo sguardo da lei a Will.

☾︎

Jade era fuori, in piedi davanti al lago, la luna illuminava le piccole increspature dell'acqua facendola brillare come diamanti, non riusciva a dormire e non voleva dar fastidio a Niko.

Era talmente persa nei suoi pensieri -o lui era stato troppo silenzioso- che non aveva sentito nemmeno che Rey le era affianco.

«A cosa pensi?», fece un salto, «Scusa, non volevo spaventarti... di nuovo»

«Stavo pensando a...» stava per iniziare una frase «Scusa... Non voglio annoiarti con le mie lamentele e...»

Rey sorrise.

«Cosa c'è di divertente?»

«Niente...» piegò le braccia dietro la testa e si diresse verso la panchina per sedersi con disinvoltura «...dai»

«Dai cosa?» alzò un sopracciglio, forse era troppo stanca o forse stava diventando matta.

«Dai racconta» sorrise premuroso «Non vedo l'ora di annoiarmi con te» fece un sorrisetto.

Jade si sforzò di sorridere a sua volta e iniziarono a chiacchierare fino a quando lei non guardò distrattamente verso la finestra della camera del fratello e vide Will

"Jade"

Sentí la sua voce e si alzò velocemente senza dire niente a Rey che la seguí incuriosito.

Sebastian e Nathalie erano di sotto, lui si era addormentato sulle ginocchia della ragazza che stava leggendo il libro di poesie del fratello.

«Dove vai?» le chiese senza però ottenere alcuna risposta.

Will, come poteva ben aspettarsi era steso nel suo letto, gli occhi chiusi e il viso pallido, non si era svegliato, non si era alzato e non l'aveva chiamata.

«Io l'ho... visto alla finestra» le tremava la voce «Era lì, ha detto il mio nome... Io l'ho...sentito» sussurrò disperata.

«Anche io l'ho sentito prima...» Sebastian, si era svegliato ed era corso su «Forse stiamo solo... impazzendo.»

«Che suc...cede?» Niko sbadigliò, aveva i capelli scompigliati e l'aria assonnata, si sfregò velocemente gli occhi con la mano, guardò uno per uno tutti quelli nella stanza «Che fate?»
insistette.

Nathalie spiegò.

«Anche io ho sentito la sua voce» disse infine Niko in tono cupo.

«Stiamo impazzendo davvero?» guardò Sebastian che lo guardò a sua volta

«Non lo so...»

☾︎

Rimase solo, in camera di William per un po', seduto sul letto, a fissare il corpo esanime del fratello.

«Sai...» disse «Ho sempre cercato di proteggervi... Tenervi al sicuro... E' sempre stata una mia responsabilita', sai? E' come se avessi un lavoro... Avevo un lavoro e l'ho incasinato e per questo, mi dispiace» sospirò lasciandogli la mano

«Immagino sia quello che faccio. Ho deluso le persone che amo. Ho deluso papà. Ho deluso mamma, Niko, Jade e ora immagino di aver deluso anche te» ispirò in modo tagliente.

«Se tu-... Sarebbe colpa mia, come potrei convivere con questo?»

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