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Gli incubi peggiori sono quelli che facciamo ad occhi aperti


Erano davanti alla porta di Datlet Steellord, aveva l'aria di essere in piedi da anni ma allo stesso tempo racchiudeva in sé la perfezione.

Sebastian fece un sorriso malizioso, per anni si era sentito ripetere che la perfezione non esisteva, che era un'utopia e ora...

Ora la ritrovava in una porta.

Datlet era il "capo" dei maghi di Hollywood, anche se i maghi erano indipendenti e si riunivano solo in caso di feste o occasioni importanti, era la festa di un'amica di famiglia dei Bloodwind, Alexia.

Aveva aiutato Sebastian a prendersi cura dei fratelli, soprattutto di Will che all'epoca aveva appena un anno.

Sarebbe stata la festa del suo centotrentesimo compleanno.

Bussarono.

A riceverli ci fu un ragazzo, non si riusciva bene a capire l'età: pallido, capelli corti neri, occhi neri, indossava una camicia bianca -il primo bottone era rotto- e un paio di pantaloncini blu...

«Prego, entrate vi stavamo aspettando» li invitò lui in tono amichevole sorridendo.

Sapevano che era un vampiro.

Era spesso a casa di Datlet, viveva lì.

Però, ogni volta che andavano dallo stregone lui non c'era mai, forse non voleva far vedere che vivevano insieme.

Sebastian fece spallucce, la cosa non gli importava particolarmente ma già lo detestava per come guardava sua sorella.

Entrarono e appesero le giacche a un appendiabiti davanti a un grande specchio tondo dietro la porta, il vampiro li guidò fino alla sala dove c'erano già tutti gli altri.

Il salone era talmente affollato che si faceva persino fatica a vedere le imponenti colonne che si alzavano ai lati di ogni parete, era una stanza abbastanza grande, con un balcone che dava sul West Lake Park.

Sebastian e gli altri andarono alla ricerca di Alexia. Niko notò Femi tra la folla, andò da lei.

Si avvicinò Datlet con la sua solita camminata spensierata, aveva capelli corti castani e un accenno di barba sul mento, gli occhi erano viola, aveva un viso perfetto se non fosse per quella piccola cicatrice sulla tempia, nessuno sapeva come se la fosse procurata ma di sicuro molti secoli prima.

«Eccoti!» urlò prendendo Sebastian e trascinandolo verso un gruppetto di persone.

Conoscevano Datlet da quando erano piccoli, aveva sempre aiutato Alexia a prendersi cura di loro, non era di certo il più gentile e garbato degli stregoni, anzi era il più egocentrico che avessero mai conosciuto, voleva essere chiamato "capo", Will aveva sempre pensato che fosse un appellativo bizzarro per uno stregone del suo livello.

Jade e il fratellino trovarono Alexia, i capelli biondi erano legati in un dolce chignon, alcune ciocche le ricadevano ai lati del viso, quasi incorniciandolo, aveva gli occhi marroni, Jade aveva sempre un po' invidiato la sua bellezza, era bellissima anche senza trucco ed era più alta di lei. Indossava un vestito verde, legato dietro da un grande fiocco, La ragazza fu felice nel notare che indossava gli stivali neri che aveva fatto lei, facevano parte della sua collezione «Auguri», la abbracciò e le diede una pacchetto rosa con un fiocco dorato, un po' storto

«Il fiocco l'ho fatto io» disse fiero Will

«Si vede» sogghignò Niko, che era apparso dietro di loro tenendo per mano Femi

«Sta zitto»

«Come?»

«Sta zitto» ripeté facendo la linguaccia. Il fratello gli mise una mano in testa e lo spettinò prima di allontanarsi.

Will mise le mani a cono attorno alla bocca «Baka!» urlò sistemandosi i ciuffi che gli ricadevano in volto come uno di quei personaggi dei manga che leggeva sempre

«Will...» lo rimproverò Jade, scuotendo la testa

Alexia lo prese per mano, portandolo al buffet per fargli mangiare qualche dolce

«Mi occupo io di lui, vai a divertirti»

«E' la tua festa»

«Non è un problema per me, insisto» ripeté guardando di sfuggita Datlet.

☾︎

Jade andò sul balcone, alla festa non erano presenti molti suoi amici, dato che la maggior parte di loro erano umani e non avevano la minima consapevolezza dell'esistenza della magia.

La luna si rifletteva nel lago, era una serata piuttosto calda per essere inverno.
«Bello vero? Io vengo qui a pensare, si sta bene», sobbalzò. «Scusa non volevo spaventarti» sogghignò il vampiro appoggiandosi alla balaustra.

Lei scosse la testa «Non importa. Ma dimmi che cosa ci fai qui, voglio dire, so che sei amico di Datlet...» domandò incuriosita.

«Se ti stai chiedendo perché vivo qui...» si avvicinò abbastanza perché lei potesse sentire il suo fiato freddo sul collo «è perché sono indispensabile» sogghignò

«A proposito... io sono Rey Cortés» si allontanò di poco e allungò una mano

«Io sono Jade Bloodwind...» rifletté «Sei spagnolo?»

Lui rise di nuovo «Argentino...» la guardò, gli occhi neri illuminati dal fievole bagliore lunare sembravano due perle.

«Dimmi qualcosa in argentino» propose

«Mmh» pensò poi gli angoli della bocca gli si incurvano leggermente all'insù

«Eres muy hermo-» venne interrotto da un grido.

Tra la folla si diffuse il panico.

Qualcuno era svenuto.

☾︎

Will era per terra, gli occhiali erano crepati e il bicchiere che aveva in mano era andato in mille pezzi.

Tutti gli invitati si erano accalcati attorno al bambino.

Jade sbiancò, gli occhi fissi sul fratellino.

«Che cosa è successo!» domandò Sebastian cercando di mantenere la calma.

«Non lo so, stavamo parlando ed è svenuto» riferì Alexia che era stata tutto il tempo con lui.

Niko si inginocchiò vicino a quel che rimaneva nel bicchiere: «Cos'è questo odore?»

Veleno.

«Chi è stato?» gli occhi erano lucidi «Chi ha avvelenato mio fratello?»

Tutti si scambiarono uno sguardo interrogatorio.

«Gente, la festa è finita, ringrazio tutti per essere venuti» annunciò Datlet «Siete pregati di andarvene tutti. Subito» aggiunse gesticolando.

«Datlet, hai una lista degli invitati o qualcosa del genere?» chiese Sebastian. Annuì e fece apparire una lista molto lunga «Dovrebbero esserci tutti».

Sembrava un romanzo giallo e come in ognuno di essi tutti erano sospettati

«Nessuno se ne va da qui chiaro?» Esclamò Jade «mi dispiace andare contro Datlet ma qui tutti sono dei potenziali colpevoli e non possiamo rischiare...»

Guardò tutti i presenti, fissò a lungo ognuno di loro, avrebbe trovato il colpevole anche se ci avesse messo tutta la notte.

«Non accetto di essere offesa così» gridò una donna dal naso aquilino e un lungo vestito azzurro «Se un bambino sviene non potete ritenere tutti colpevoli, è una vostra responsabilità, avevate solo da controllare meglio i bicchieri», Sebastian si sentí ribollire il sangue nelle vene, chiuse e aprí i pugni come se si trattenesse dal tirare cazzotti

«Ma lei chi si crede di essere? La strega delle nevi?»

Ora tutti gli occhi erano puntati su di lui, compresi quelli della donna «Sa che c'è? Se ne vada se lo ritiene opportuno, porti lei e il suo naso fuori di qui... Noi per ricambiare il favore la inseriremo come prima sospettata»

Niko rise debolmente senza distogliere gli occhi da Will

«È questo che vuole? Se se ne va tutte le prove saranno contro di lei»

La donna, che forse strega delle nevi lo era davvero, sospirò si mise a braccia conserte: «Dai su avanti...» Disse scocciata «Andiamo avanti con questa messinscena, giochiamo pure agli investigatori».

Qualcuno la guardò disgustato ma nessuno osò parlare.

«Ora se non vi dispiace, avrei una certa fretta di trovare il colpevole» Niko sorrise, un sorriso da lupo, se lo sarebbe mangiato il responsabile.

☾︎

Passarono le ore, il ticchettio dell'orologio ormai era solo un eco lontano nella testa di Niko.

Will era ancora lì, per terra. All'improvviso una donna dai tratti orientali, con profondi occhi azzurro ghiaccio e labbra sottili, i lunghi capelli corvino le incorniciavano il viso e seguivano la curvatura del mento.

Il volto pareva del tutto umano ma aveva qualcosa di strano.

L'espressione assente, come se stesse guardando lontanissimo.

Fissò Will al quale si avvicinò.

Sebastian corse subito, allontanandola e mettendosi tra lei e il bambino, alzò le mani dicendo: «Non ho intenzione di fargli del male, vi voglio aiutare.»

«Perché dovrei fidarmi?» sbottò in tono arrogante Sebastian.

Non si era mai fidato facilmente delle persone, era sempre stato un tipo molto diffidente

«Perché io so cos'è successo» disse lei guardandolo fisso negli occhi, per qualche secondo da azzurro ghiaccio diventarono talmente bianchi da sembrare ricoperti da una fitta nebbia.

Non aveva mai visto niente del genere in vita sua.

Datlet avendo più esperienza di tutti loro messi insieme e avendo visto afferrò Sebastian e la donna per il braccio

«Venite» indicò una porta che Sebastian poté giurare che fino all'istante prima non fosse lì.

Si girò per fare un cenno a Jade e Niko.

Lei era inginocchiata, la testa di Will in grembo.

☾︎

«Allora? Cosa sei una specie di demone?» domandò Sebastian con tono accusatorio.

Datlet li aveva portati in una stanza che aveva fatto apparire con uno schiocco di dita in fondo al corridoio, aveva sempre trovato che la magia dello stregone fosse alquanto curiosa e ogni volta faceva qualche nuovo trucchetto.

«Niente affatto» disse come se l'avesse offesa «Sono Lee e faccio parte della stirpe Banshee... non abbiamo niente a che fare con i demoni, loro sono malvagi, si divertono a far soffrire gli umani, spaventarli, ucciderli, nutrirsi della loro paura. Sono qui per proteggere William Bloodwind... e-»

«Non ho mai sentito parlare dei Banshee. Come posso fidarmi di te?» la interruppe in tono freddo.

«Sono pochi a conoscere la mia specie, esistiamo da prima degli stregoni, siamo nati per proteggere gli esseri speciali, i non comuni come li chiamiamo noi»

«E che c'entra con Will?»

«Lui fa parte di questi» si interruppe, come se avesse detto qualcosa di troppo.

«Chi ti ha mandata?»

«Io... Non posso dirtelo»

«Chi ti ha mandata?» alzò la voce facendola spaventare.

«NON POSSO DIRTELO» gridando a sua volta e solo con la potenza della voce scaraventò Sebastian contro la parete, la donna gli si avvicinò iniziando a piangere

«Non volevo, mi hai fatta gridare, è questo il mio potere, la potenza della voce» abbassò gli occhi per terra, non riusciva a leggere lo sguardo contrariato e diffidente di Sebastian, «Hai ragione non dovresti f...fidarti di me.

È... È stata colpa mia.. Non sono riuscita a salvarlo..s.. se fossi arrivata un po' prima.. p.. potevo salvarlo...forse.» balbettò cercando di aiutarlo ad alzarsi

«No. Ferma, non toccarmi» si tirò su dal pavimento scrollandosi i vestiti

«É colpa mia. È tutto colpa mia, se fossi arrivata prima»

«Smettila, non è colpa tua. Sono io suo fratello, sarei dovuto stare con lui»

Lee iniziò a piangere.

☾︎

Niko continuava a camminare avanti e indietro per la stanza.

«Puoi per favore stare fermo?» sbraitò Sebastian.

Lo ignorò.

Si sentiva perso, se a Will fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.

«Smettila. Perchè non vai in un altra stanza a girare in questo modo?» Niko sbuffò, poi se ne andò sbattendosi la porta alle spalle.

Si sedette sul divano, lontano da sguardi indiscreti.

Avrebbe voluto rompere tutto, mandare in mille pezzi quello stupido vetro che aveva davanti.

Vedeva il suo riflesso e lo odiava.

Alzò un braccio, stringendo le dita a pugno.

«Niko, no.»

Femi, i capelli rossi raccolti in due lunghe trecce rosse, lo stava fissando, con quei due occhi verdi capaci di penetrare l'anima.

Gli aveva preso il pugno in mano accarezzandolo dolcemente, baciandolo sulle nocche «Stai tranquillo...» si avvicinò, prendendogli la testa tra le braccia. Niko, il corpo era percorso da brividi, sprofondò nel suo petto, respirando il dolce profumo di rose.

☾︎

Jade accarezzava i capelli di Will quando Rey le si avvicinò, inginocchiandosi affianco «Mi dispiace per tuo fratello...», lo guardò, sforzandosi di sorridere

«Grazie»

«Come sta?» domandò il vampiro sfiorando la tempia del bambino per poi portarsi il dito alla bocca con disinvoltura.

Il vetro degli occhiali l'aveva tagliato e delle minuscole gocce rosse gli sporcavano la fronte.

Un brivido le percorse la schiena.

«Sapete già chi è stato?»

Jade scosse la testa.

Rimasero lì, in silenzio per diversi minuti prima che Rey si scrollasse, annusando l'aria e tappandosi il naso «Sangue» sbraitò.

Qualcosa di umido scaldò la mano della ragazza «Cos- Will!» gridò.

La maglietta si stava velocemente tingendo di un rosso vivo.

Gridò allontanandosi dal bambino in una pozza di sangue.

Niko si precipitó in salotto.

Rey lottò contro l'istinto, chiuse gli occhi ma il dolce profumo del sangue gli punzecchiava le narici.

Contemplò le minuscole goccioline sulla pelle, il sangue scorreva e scorreva perchè era l'unica cosa che poteva fare, scorrere.

I canini erano usciti, un rivolo gli scendeva dalle labbra.

Osservò le macchioline cadute sul tappeto e le vide asciugarsi con straordinaria rapidità.

La stanza cominciò a girargli intorno.

Sangue.

Si annebbiò la vista.

Sangue.

Aprì la bocca e la richiuse subito.

Sangue.

Non vide altro, Mio Dio sto impazzendo.

«Levati!» ordinò Niko dando una gomitata al vampiro, bastò questo per farlo cedere.

Sangue.

Cadde per terra con i sensi annebbiati.

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