Moonless

By AmonetNix_stories

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Novella di Moonshot ⚠️Si deve leggere prima Moonshot⚠️ Il college è un luogo di nuovi inizi, di nuove abitudi... More

Prologo
1. Home, a place where I can go
2. I still feel empty
3. I would never be this strong without you
4. You are such a liar
5. Oh, can't you see, you belong to me?
6. I was made for lovin' you
8. Moonless
Epilogo
Ringraziamenti

7. I choose to be happy

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By AmonetNix_stories

THOMAS

Scontata, presumibile, ovvia, prevedibile. Questa è l'esatta descrizione della risposta, eppure ci ho messo troppo tempo a raggiungerla.

«Che stai dicendo?» Un secondo prima stavo infilando un anello all'anulare di Paige e quello dopo sono nuovamente perso tra i miei pensieri.

«La fenice. La risposta è la fenice.» sussurro puntando lo sguardo sul panorama che mi si scaglia di fronte.

Non le do il tempo di chiedermi cosa centra che già sto elencando la soluzione. «Viene chiamata fenice la malattia che colpisce gli zoccoli dei cavalli. Ma è anche un uomo, come il Fenice compagno di Achille. Ma è anche un albero, come la palma, che produce i suoi frutti. Ma è anche un uccello che giace nel sole. Ma è anche il raccolto della terza soluzione, il frutto commestibile della palma da dattero. » una dopo l'altra quelle esatte parole escono dalla mia bocca come un ricordo sbiadito, come un indovinello nascosto negli angoli più remoti della mia mente e d'un tratto hanno deciso di liberarsi, di ritornare al presente e portare me nel passato.

«È un indovinello bizantino, Lily quando eravamo piccoli ce ne faceva molti, io e Nat non trovavamo mai la soluzione, perciò era sempre lei a rivelarcela.» ora anche lei ha finalmente assunto la serietà giusta per la situazione. Il tempo per le smancerie è finito, dobbiamo risolvere questa situazione.

«Non crederai che...?» non termina la frase, ma io già so cosa vuole dire perché per un solo attimo quel pensiero ha trapassato la mia mente.

«No, è morta. Non può essere.» mi pizzico il raso riflettendo seriamente sull'opzione, ma sarebbe veramente surreale. L'ho vista morire, l'ho vista essere seppellita e coperta per sempre dall'oscurità, proprio come meritava.

«Io non capisco. Chi può essere ora.» chiudo gli occhi e tutto ciò che vorrei è che questa storia finisse, tornare a disperarmi per le sciocchezze di un giovane ragazzo e non risolvere indovinelli e rischiare la vita di continuo.

Come uno stupido in passato mi è capitato di pensare come sarebbe stata la mia vita se il vero Thomas non fosse mai morto, se io fossi stato il figlio della mia vera madre. Mi avrebbe cresciuto con amore, o era veramente una pazza?

Io e il bambino morto saremmo diventati amici costretti a condividere l'amicizia delle nostre madri?

Sarebbe stato meglio se a sopravvivere fosse stato lui e non io?

Ecco, l'ultima domanda è quella che mi ha suscitato più dubbi. Se fosse stato lui a sopravvivere, probabilmente Lily non sarebbe impazzita, Nat ora sarebbe ancora viva.

Poi però il mio sguardo cade sopra la mia luna, così fragile, ma allo stesso tempo così forte.

No, il vero Thomas non avrebbe potuto sostituirmi. Paige ed io siamo fatti per stare insieme, nonostante il destino abbia provato a dimostrare il contrario, io ho usato la mia libertà per tenerla stretta a me. Io sono qui per lei, questo è l'unico motivo per cui quasi diciannove anni fa sono sopravvissuto.

«Conosci qualcuno che se ne intende di telefoni e cose varie? Magari riesce a risalire all'identità della persona.» tenta lei e come un illuminazione il nome di quello stupido ragazzo esce prima ancora che io gli dia il permesso.

«Cody. In uno dei suoi monologhi in cui sparava cazzate, si è lasciato scappare che è un mezzo hacker, non ho capito bene, ma forse potrebbe aiutarci.»

Lei sembra restia dall'accettare, però capisce anche che è l'unica opzione che abbiamo. «Proviamoci, non abbiamo nulla da perdere.» concorda alla fine prima di prendere le scale per tornare all'università.



«Cody, ci serve il tuo aiuto.» io e Paige irrompiamo nel dormitorio facendolo spaventare.

È fermo nel bel mezzo della camera con una striscia attaccata sotto l'ascella e sta piangendo.

«Cosa fai?» Paige ora incuriosita si fa avanti, mentre io non posso fare a meno che scuotere il capo per la stupidità di questo ragazzo.

«Ho visto un video di alcune ragazze che si facevano la ceretta sotto le ascelle. Ora non riesco a strapparlo, fa male.» singhiozza implorandoci aiuto con gli occhi.

«Mio Dio...» sbuffo prima di avvicinarmi a lui, non ha il tempo di capire le mie intenzioni che già ho strappato via la striscia e tutti i suoi peli. Gli scappa un urlo che rimbomba per tutta la camera e probabilmente oltre.

«Che male!» inizia a saltellare reggendosi l'ascella con una mano, io mi innervosisco solo di più, invece Paige scoppia a ridere.

«Sicuro che lui possa aiutarci?» sussurra verso di me trattenendo un'altra risata.

«Non ne sono tanto certo ormai.» biascico afferrando il ragazzo per le spalle.

«Cody ascoltami attentamente.» gli basta vedere il mio sguardo serio che nasconde la rabbia più profonda per calmarsi e darmi tutta la sua attenzione.

«Dimmi.» deglutisce lentamente e un piccolo ghigno si fa spazio sulle mie labbra nel vedere la sua reazione timorosa.

«Tu te ne intendi di tecnologia, giusto?» annuisce senza spiccicare parola. «Bene, sapresti risalire ad una persona solo da un numero di telefono?» basta questa frase per risvegliarlo completamente.

Si stacca da me accendendo subito il suo computer. «Fammi vedere il numero.» mentre afferra il mio telefono si perde per un attimo a fissare il vuoto pensando forse a qualcosa e basta questo piccolo attimo di distrazione per farlo cadere a terra.

Si rialza e facendo finta di nulla si mette a lavoro.

«Idiota.» borbotto ritornando vicino a Paige.

«Stai tranquillo.» afferra la mia mano per trasmettermi un po' di conforto, ma non posso fare a meno che essere preoccupato. Ho paura di scoprire la vera identità di quella persona.

«Quanto ci vuole?» non risponde immediatamente, preme qualche altro tasto prima di concedermi qualche informazione.

«Mi avete dato un numero inesistente.» si volta verso di noi con le sopracciglia inarcate. «Ora facciamo una partita a carte?» sorride come se non fosse successo nulla.

Uno stupido, ho chiesto aiuto ad uno stupido.

«Non è possibile.» in due falcate lo raggiungo strappandogli il cellulare dalle mani. Provo a comporre il numero ed effettivamente ha ragione. Il numero non è più esistente.

«Cazzo!» sbatto un pugno contro la scrivania facendolo sobbalzare, il botto però non riesce a coprire il suono di una nuova notifica dal mio telefono. La apro immediatamente trovando un messaggio da un numero sconosciuto.

Un condannato a morte incontra un boia che gli dice: "Se mi risponderai con un'affermazione vera morirai impiccato, mentre se mi risponderai con un affermazione falsa ti taglierò al testa.
Come vuoi morire?"

E ora dimmi, Thomas. Come si è salvato il condannato?

Rimango immobile a leggere il messaggio, questa volta non c'è tempo di pensare, le mie dita stanno scrivendo la risposta prima ancora che raggiunga completamente la mia mente.

Il condannato si salva dicendo "Morirò decapitato." Se il boia lo decapitasse renderebbe vera la sua affermazione, e quindi avrebbe dovuto impiccarlo e non tagliargli la testa. Se lo impiccasse renderebbe falsa l'affermazione e quindi avrebbe dovuto decapitarlo.

Invio il messaggio accorgendomi di Paige che ha letto tutto e ora mi sta guardando stupefatta.

«È uno degli indovinelli di Lily.» Le spiego prima ancora che possa fare domande. «Non capisco come sia possibile. Nessuno lo sapeva...» chiudo gli occhi quando lei posa la sua mano sulla mia guancia con dolcezza.

«Andrà tutto bene. Scopriremo chi è.»

Mi lascia andare facendomi sentire subito la mancanza del suo contatto e poco dopo è girata verso Cody per dargli istruzioni. «Riesci a rintracciarlo ora?»

Lui annuisce riprendendo a smanettare con il PC, mentre un'altra notifica illumina lo schermo del mio cellulare.

Vedo che ancora ricordi gli indovinelli di Lily

Ora però la domanda è, riesci a trovare la soluzione anche per salvare la tua vita?

«Ha mandato il messaggio in anonimo. È più complicato ora.» ci avvisa apparendo improvvisamente divertito. «Dovete continuare a messaggiare con lui, così potrò rintracciarlo.» ci avvisa e allora rispondo di nuovo al messaggio.

Per trovare una soluzione ci deve essere una domanda da cui partire. Illuminami

Invio attendendo una sua risposta. I minuti che passano mi fanno sudare freddo, inizio a credere che stia cancellando anche questo numero fin quando non vedo la chat cambiare con l'arrivo di un nuovo messaggio.

Apri la porta del tuo dormitorio, lì troverai tutto ciò che ti occorre.

Sento Paige sospirare profondamente, non sta pronunciando una singola parola e forse è questa la cosa che mi preoccupa di più. Pace, che stupido a pensare di averla finalmente trovata.

«Andrà bene. Tu aspettami qua.» le afferro la mano lasciandole un bacio su di essa e proprio questo sembra risvegliarla.

«Vengo anche io. Non ti lascio da solo.» ora potrei provare a farla desistere, ma sappiamo tutti che non accetterà mai, perciò senza perdere ulteriore tempo afferro il primo oggetto che mi capita sott'occhio, cioè un portapenne, e mi dirigo alla porta pronto a colpire chiunque potrebbe farsi trovare lì fuori.

Il silenzio regna, riesco persino a sentire i battiti dei nostri cuori correre impetuosi in una melodiosa sincronia.

Mi fermo un secondo e poi di scatto spalanco la porta. Non c'è nessuno. Solo una pila di libri a bloccare il passaggio. Guardo attentamente fuori e solo dopo essere certo di essere soli studio la carta sul pavimento.

Paige inizia a leggerne i titoli. «Lo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde.» la fermo prima che continui e prendo gli altri portandoli dentro.

Non mi curo di Cody che sta ancora smanettando al suo computer, piuttosto mi fisso qui. «Amleto.» leggo il nome di un altro libro, un classico della letteratura inglese, continuando con altri generi. Der Sandmann, il ritratto di Dorian Gray, L'uomo duplicato... passo su alcuni dei titoli mentre Paige continua a leggere anche gli altri.

Cerco di trovare un collegamento, ma la mia mente sembra essere totalmente spenta, come se fossi un bambino ancora impossibilitato a ragionare. Mi sento stupido, nuovamente vuoto. Vorrei solo proteggerci, eppure non posso fare nulla.

Risolto l'enigma?

Guardo il mio telefono con il nuovo messaggio dallo sconosciuto. Sono stanco, vorrei solo buttarmi a terra e non rialzarmi, vorrei urlare, ma allo stesso tempo non parlare mai più. Vorrei essere inerme, ma anche inscalfibile.

Basta, sono così stanco...

«Io non capisco.» sussurro facendo saettare lo sguardo di Paige su di me che sembra ora combattiva. Lo è per entrambi.

Si avvicina afferrandomi per le spalle. «Ascoltami bene, Thomas Jones. Questo non è il momento di arrendersi. Ora ti riprendi e cercheremo di capire cosa vuole questo tizio. Mi hai capito?» mi scuote con forza, ma a me sembra mancare completamente.

«Non ce la faccio più Paige, non voglio più combattere.» faccio trasparire tutta la mia debolezza che sembra colpirla in pieno, però lei la ignora, la lascia andare via. «Io ti amo Thomas. Combatti, fallo per noi. Ci sono io con te, ci sarò sempre.» continua e finalmente mi decido a darmi una mossa.

Ritorno su quei libri, ma la conclusione non sembra nemmeno sfiorarmi.

«Pensiamo bene, cos'hanno in comune?» domanda ad alta voce.

Ho letto ognuno di questi, non hanno quasi nulla in comune se non per un piccolo dettaglio. «L'alter ego.» affermo ad alta voce non arrivando però a nessuna conclusione, invece nella mente della mia ragazza sembra che stia frullando qualcosa.

Appare preoccupata, ma allo stesso tempo non sembra credere nemmeno lei ai suoi stessi pensieri. «Parlami.» dico aspettando che mi rendi partecipe delle sue meditazioni.

«Non sarebbe possibile. Lui è morto.» scuote il capo, eppure non riesce a lasciare andare quell'idea.

«Però avrebbe senso.» continua ma io non riesco a seguirla.

«Di cosa parli?»

I suoi pensieri iniziano a uscire limpidi mentre io inizio a sentire una stretta al cuore e un nodo in gola che non mi permette di respirare bene. «Pensaci, l'alter ego. Se il vero Thomas in realtà non fosse morto?» non ho il tempo di replicare che continua. «Ha detto di essere te, la tua ombra. Poi ti manda tutti questi libri che parlano del doppio. Sarebbe una spiegazione plausibile.» i suoi occhi sono fissi su di me e completamente spalancati quasi da risultare inquietanti.

«Ma è morto. Altrimenti perché Lily avrebbe dovuto adottarmi?» pongo quella domanda e temo con tutto me stesso la risposta.

Senza pensarci prendo il telefono e mando un messaggio allo sconosciuto.

Thomas?

Solo il mio nome, che non sarebbe in realtà veramente mio.

Non guardo la risposta, piuttosto vengo distratto da Cody che salta verso di noi. «L'ho trovato!» urla saltellando come un bambino felice.

Ci passa il suo computer con le informazioni che è riuscito a scovare.

«Grazie, ti dobbiamo un favore.» Paige rimedia alla mia scortesia nell'ignorarlo, ma lui non sembra nemmeno farci caso.

«Io ora vado a farmi un panino, ho fame.» sorride e scompare.

«Non c'è un nome, ma un indirizzo.» mi volto verso Paige che ha la stessa mia espressione allarmata nel leggere la città.

«Malibù.» dice quel posto come se lì ci vivesse Satana in persona e forse è veramente così perché ogni cosa lì sembra portare a momenti spiacevoli, però non odierò mai del tutto quel luogo, sono successe anche molte cose belle.

Lì sono cresciuto con mia sorella, ho conosciuto Ed, Liam...

Chris e Joy sono stati miei amici, ma soprattutto ho incontrato l'unica donna della mia vita.

Osservo più attentamente l'indirizzo e solo dopo riesco a collegarlo. «Qui si trova una delle ville di Jacobs.» quel nome esce dalle mie labbra con un disprezzo che non credevo nemmeno di riuscire a conoscere. È morto, ma il suo ricordo non è mai del tutto scomparso dalla mia vita.

«Vuoi andare...» non le faccio finire la frase che già ho capito la sua domanda. «Non torneremo a Malibù, abbiamo una vita qui, Paige. Dobbiamo smetterla di mettere la nostra felicità al secondo posto per colpa di persone che continuano a minacciarci.» Sospira, sa che ho ragione, infondo lei è la prima che lo dice.

«Chiamo mio padre.» affermo poco dopo. Non credevo che avrei mai potuto chiedere aiuto a lui, ma negli ultimi mesi sembra che abbia capito qual è il comportamento da bravo genitore. Si preoccupa e mi chiama spesso. La perdita di Nathalie gli ha fatto capire il vero valore dei figli.

Siamo ragazzi, non possiamo atteggiarci da eroi, non siamo immortali. Tutte le morti che ci sono state l'hanno dimostrato e io non ho intenzione di perdere qualcun altro solo per questo.

Se c'è una cosa che ho imparato in quest'anno è che ognuno nella società ha un ruolo e un tempo in cui svolgerlo. Ora tutto ciò che noi dobbiamo fare è comportarci come dei normali adolescenti all'università. Non essere ansiosi per paura che qualcuno ci possa uccidere, ma avere paura di un'esame.

Senza dire altro chiamo Richard e gli spiego tutta la situazione. Mi ha detto che si occuperà di tutto e che non devo preoccuparmi. È proprio ciò che ho intenzione di fare.

Rendere felice la mia ragazza e comportarmi come una persona della mia età.

«Andiamo?» la tiro a me uscendo dalla stanza. So che c'è qualcuno che ci osserva, ma non mi interessa.

Scelgo la nostra felicità per una volta. Scelgo noi.

SPAZIO AUTRICE

Vi aspetto direttamente nel prossimo capitolo🤍

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