Bluebird

By Mari_Blackstar

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[COMPLETA] Trasferirsi nella moderna e multiculturale repubblica di Sayfa avrebbe dovuto segnare una svolta n... More

EXTRA - Premesse & Fanart
EXTRA - Moodboard [Parte 1]
EXTRA - Moodboard [Parte 2]
✿ Primo arco: Primavera ✿
Capitolo 1 - Curiosi occhi neri
Capitolo 2 - Nessuno sospetta mai di una ragazza graziosa
Capitolo 3 - Valeva la pena sperare
Capitolo 4 - Accettabile compromesso
Capitolo 5 - Un brindisi alle idee stupide
Capitolo 6 - La linea del necessario
Capitolo 7 - Pur di vederti sorridere
Capitolo 8 - Qualcosa di vero
Capitolo 9 - Bethelie
Capitolo 10 - Senza più esitazione
Capitolo 11 - Così ho trovato la mia fede
Capitolo 12 - Se solo ti lasciassi andare
☀ Secondo arco: Estate ☀
Capitolo 13 - Inno alla Vittoria
Capitolo 14 - Quello di cui ho bisogno
Capitolo 15 - Scorciatoie di pensiero
Capitolo 16 - Vodka. Liscia. Doppia.
Capitolo 17 - Altocumuli
Capitolo 18 - Occhi velati di nebbia
Capitolo 19 - Eredità
Capitolo 20 - Non è impossibile
Capitolo 21 - Cosa ti piacerebbe fare?
Capitolo 22 - Essere uomo
Capitolo 23 - Respira
Capitolo 24 - La scelta migliore
Capitolo 25 - Ti fidi di me?
Capitolo 26 - Chloe
Capitolo 27 - Sognare a occhi aperti
Capitolo 28 - Giudizio [1/2]
Capitolo 28 - Giudizio [2/2]
Capitolo 29 - Ogni giorno della mia vita
Capitolo 30 - Non preoccuparti
Capitolo 31 - Quando si parte?
Capitolo 32 - Semplice precauzione
❦ Terzo arco: Autunno ❦
Capitolo 33 - Rimuovere il velo
Capitolo 34 - Casa dolce casa [1/2]
Capitolo 34 - Casa dolce casa [2/2]
Capitolo 35 - Le radici delle orchidee
Capitolo 36 - Così semplice
Capitolo 37 - Chi sei davvero [1/2]
Capitolo 37 - Chi sei davvero [2/2]
Capitolo 38 - Deriva
Capitolo 39 - Far suonare i tamburi
Capitolo 40 - Un brindisi ai novelli sposi [1/2]
Capitolo 40 - Un brindisi ai novelli sposi [2/2]
Capitolo 41 - Mandare un messaggio
Capitolo 42 - Qualunque cosa accada
Capitolo 43 - Quello freddo e tagliente di Kiyoko
Capitolo 44 - Come un vero uomo
Capitolo 45 - Increspature nell'acqua [1/2]
Capitolo 45 - Increspature nell'acqua [2/2]
Capitolo 46 - Era più semplice fingere
Capitolo 47 - Famiglia
Capitolo 48 - Ti amo
❆ Quarto arco: Inverno ❆
Capitolo 49 - La fortuna bacia gli audaci [1/2]
Capitolo 49 - La fortuna bacia gli audaci [2/2]
Capitolo 50 - Cortesia tra colleghi
Capitolo 51 - Vita comune
Capitolo 52 - Ciò che hai sempre desiderato
Capitolo 53 - Tempo, respiro, speranza
Capitolo 54 - Solo un essere umano
Capitolo 55 - Vocazione
Capitolo 56 - Inspirare ed espirare
Capitolo 57 - Mantenere l'equilibrio
Capitolo 58 - In principio fu il buio
Capitolo 59 - Quando, non se
Capitolo 60 - Chiudi gli occhi
Capitolo 61 - Quante volte
Capitolo 62 - Oscurità, silenzio, vuoto
Capitolo 63 - Non c'era Chloe
Capitolo 64 - I frutti della negazione
Capitolo 65 - Soltanto una bugia
Capitolo 66 - Chiudere il cerchio
Capitolo 67 - Caro Brycen
Capitolo 68 - Lo giuro
Capitolo 69 - Libertà e vita
Capitolo 71 - Costruire
[EXTRA] Ringraziamenti
Epilogo
[EXTRA] Funfacts

Capitolo 70 - C'è sempre tempo per risanare la propria anima

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By Mari_Blackstar

«Hai fatto cosa?!» La voce di Mindy era così acuta da risultare più simile a un fischio. Si agitò sulla sedia, ma lo stupore sul suo viso ebbe vita breve: un rosso irato colorò le guance piene, e gli occhi color miele si strinsero per lanciare a Chloe un lampo di indignazione prima di spostarsi su Brycen. «Sei un coglione! Il più grande coglione nella storia dei coglioni! Dopo tutto quello che ha fatto non solo la perdoni, ma la sposi? Che ti dice il cervello?»

«Si tratta solo della Promessa, in realtà.» Brycen si schiarì la gola, ma Chloe percepiva il suo imbarazzo nella voce vibrante. Sotto il tavolo la gamba tremava, e lei la accarezzò piano. «Non siamo sposati legalmente né si tratta di qualcosa di imminente. È il giuramento verso le nostre divinità che—»

«Me ne sbatto il cazzo dei tuoi spiegoni! Ma io con chi ho parlato, col muro? Quale parte di non possiamo fidarci di lei non hai capito?»

«Ho le mie buone ragioni per concederle una seconda occasione.»

«E una di queste si trova in mezzo alle sue gambe?»

Lui strabuzzò gli occhi, balbettando una risposta inconcludente mentre un diffuso rossore gli colorava le guance. Per muovere una simile accusa a Brycen, Mindy stava davvero sragionando.

Chloe chiuse gli occhi, concedendosi un lento sospiro prima di riaprirli. «Mindy, ascolta—»

«No!» la fermò, rivolgendole uno sguardo così infiammato di rabbia da atrofizzarle il cuore. «Chiudi quella cazzo di bocca! Non dire una parola, non voglio ascoltarti.»

Mai, neppure durante i loro peggiori litigi, le aveva parlato con tanto odio. Mai la sua voce era stata tanto carica di risentimento da raschiare la gola ad ogni parola, quasi fosse il ringhio di un animale feroce. Mai l'aveva guardata come se non desiderasse altro che cancellarla dalla sua vita. Aveva ragione a essere furiosa con lei. Aveva ragione, ma questo non lo rendeva meno doloroso.

«Potresti ascoltare almeno me, per cortesia?» Brycen la supplicò con lo sguardo, addolcendo il tono. «So che sei sconvolta e ferita, hai tutte le ragioni per esserlo. Lo ero anche io, ma non possiamo darci le risposte da soli. L'unica che può spiegare le motivazioni dietro al suo comportamento è proprio Chloe.»

«Così può imbottirmi di altre bugie? No, grazie, non ci tengo affatto.»

«Non puoi esserne certa. So che ci ha mentito e non intendo giustificarla su questo, però—»

«Però l'hai sposata.» Mindy arricciò il naso, piccata. «Perché giustamente una si comporta da stronza manipolatrice per anni e noi le diamo pure un premio! Oh no, dimenticavo: si sente davvero in colpa, poverina. Ha fatto gli occhioni dolci e chiesto scusa, quindi adesso è tutto a posto!»

Chloe prese fiato, ma un'occhiataccia di Mindy la zittì prima ancora che cominciasse a parlare.

«Ha mentito per sei anni, Brycen. Sei-fottutissimi-anni!» proseguì Mindy, picchiando le dita sul tavolo a ogni parola. «E siamo qui a parlarne perché l'hai scoperta, mica perché si è decisa lei. Può giurare su tutto quello che vuole, io come faccio a sapere se è vero? Per quanto ne so, anche la sua fede è falsa come tutto il resto.»

«Basta così. Non ha senso insistere oltre.» Chloe spinse indietro la sedia e si alzò. «Non sei costretta a sentire la mia versione, né ad avere a che fare con me. Se questa è la tua decisione, la accetto. Va bene così. Volevo avere almeno la possibilità di chiederti scusa, perciò... Mi dispiace, Mindy. Per tutto.»

Aveva dovuto dire addio alla sua terra, sradicando insieme alle erbacce anche le sue radici; aveva dovuto dire addio al suo sogno, lasciando seccare quel seme di speranza al sole; aveva dovuto dire addio a Yu-Zhay, spezzando il sostegno che l'aveva guidata verso il cielo; aveva dovuto dire addio a Seojun, condannando i frutti del loro affetto a marcire, e così quelli per i suoi fratelli e sorelle, che non avrebbero mai potuto maturare.

Il perdono di Brycen aveva donato acqua fresca al suo cuore inaridito, ma il senso di colpa gettava sale sui tagli ancora freschi. Aveva detto addio a troppe cose, non aveva le forze di restare a guardare mentre perdeva anche la sua migliore amica.

Mindy non rispose. Non la guardò neppure, e Chloe la conosceva abbastanza da sapere che si stava tormentando l'interno della bocca con i denti, come faceva sempre quand'era nervosa e non aveva una sigaretta sottomano. La conosceva abbastanza da sapere che non le avrebbe concesso così facilmente il suo perdono, e in cuor suo temeva che non l'avrebbe mai fatto.

Distese le labbra in un sorriso amaro, trattenendo le lacrime. «Vi lascio soli.»

«Aspetta.» Brycen si alzò, ma si voltò a guardare Mindy dall'altro lato del tavolo. «Mi hai rimproverato di smettere di pensare quando si tratta di Chloe, ma stai commettendo lo stesso errore. Stai solo polarizzando il tuo pensiero sul lato opposto. Non dico che la tua diffidenza sia un male, vorrei solo che prendessi la tua decisione dopo averle permesso di spiegarsi. Parla con lei, Mindy. Te ne prego. Non ti chiedo di credere alle sue parole né di perdonarla come ho fatto io, ma solo di ascoltare cos'ha da dire. Se deciderai comunque di non fidarti di lei è comprensibile, ma quantomeno potrai dire di non aver lasciato nessun discorso in sospeso.»

Mindy arricciò le labbra piene in una smorfia e distolse lo sguardo. Restò in silenzio per un po', poi si arrese in uno sbuffo. «D'accordo, ma solo perché me lo chiedi tu.»

Il sollievo avvolse Chloe in un morbido abbraccio mentre un sospiro abbandonava le sue labbra. Brycen mormorò un ringraziamento all'amica e poi si allontanò, salendo al piano superiore.

«Sai qual è la cosa che mi sta più sul cazzo?» sbottò Mindy appena furono sole. «Che ora fai la disperata che vuole solo farsi ascoltare, ma se non fosse stato per Brycen non mi avresti detto proprio nulla.»

«Non potevo farlo, il mio—»

«Giuramento, sì, vi piace proprio tanto ripetere questa parola.» Mindy agitò le mani a mezz'aria in uno sbuffo ilare. «Lo capisci o no che non può giustificare tutto quanto? Puoi anche venirmi a dire che ti dispiace e quello che vuoi, ma questo non ti ha impedito di riempirci di bugie! Vogliamo parlare di com'è iniziata la nostra amicizia? Te l'hanno detto i tuoi Dei di spiarmi e manipolarmi per farti prendere in simpatia?»

Chloe serrò le labbra, sentendo lo stomaco contorcersi. «Non sapevo cos'altro fare, ti eri messa in testa che ero una persona orribile senza neanche conoscermi.»

«E per una volta il mio sesto senso aveva ragione! Facevo bene a non fidarmi di te, e invece come una cretina mi sono lasciata ingannare.» Mindy scattò in piedi, cominciando nervosamente a camminare lungo la stanza. «Te ne sei sbattuta il cazzo, come una bambina capricciosa. Per qualche motivo hai deciso che io dovevo essere amica tua, e quindi hai infiocchettato questo bel personaggio solo per farmi piacere, fin quando non hai avuto ciò che volevi.»

«E non è quello che facciamo un po' tutti? Sei stata tu a dirmelo. Quante volte hai fatto qualcosa di simile per conquistare i ragazzi per cui ti prendevi una cotta? Persino con Nosh non è stato diverso, hai finto di essere un'appassionata di musica per settimane!»

«Ah, quindi siamo passate al rinfacciare cose?»

«Sì, se è l'unico modo per farti ragionare. Non dico che sia giusto, mi pento ogni giorno di come mi sono comportata, ma proprio tu dovresti capirmi.»

«Sei fuori di testa se pensi che sia la stessa cosa! Io non sono una fottuta spia, sono una ragazza normale. Ed erano piccole cose, non la mia intera vita. Non posso credere che pur di discolparti butti me sotto un treno!»

Chloe prese fiato, lo trattenne in un sussulto. Che stava facendo? Non voleva parlare con Mindy per avere ragione, sapeva di essere nel torto. Quel vittimismo l'avrebbe portata a vincere la discussione a lungo andare, ma in che modo avrebbe migliorato le cose? In che modo avrebbe salvato la loro amicizia?

«Hai ragione, lo sto facendo di nuovo. Mi dispiace» mormorò, passandosi una mano sul viso. «Il punto è proprio questo, capisci? Tu sei una ragazza normale, io no. Non sono neanche in grado di affrontare una discussione senza che la mia testa si riempia di nozioni e schemi. Proprio adesso, ho pensato: se le rinfaccio questa cosa si arrabbierà, ma non potrà negarlo. Finirà per sentirsi in colpa, e quando avrà esaurito l'ira sarà pronta a dar credito alle mie parole.»

Chloe sospirò, lasciandosi cadere di nuovo sulla sedia. Era un processo così automatico da farle venire la nausea. Persino quando aveva parlato con Brycen non aveva fatto altro che sforzarsi di scacciare i meccanismi di difesa che la sua mente usava per proteggersi, non aveva potuto fare a meno di supporre come lui avrebbe reagito a una certa frase o interpretato un certo gesto.

«Non voglio essere così. Non ho mai voluto essere così, ma non è facile come sembra.» Sistemò le ciocche dietro le orecchie, massaggiando il collo. «Quando sono arrivata a Sayfa ero un guscio vuoto. A diciotto anni la maggior parte delle persone ha già vissuto molte esperienze, ma io avevo solo allenamenti e doveri: i miei unici amici erano i miei compagni, la mia famiglia era il mio Maestro, il mio primo amore era una prostituta che aveva il compito di istruirmi nelle arti della seduzione. L'Ordine era tutto ciò che avevo, tutto ciò che conoscevo, e non potevo parlarne. Perciò, chi ero? Quando ti ho conosciuta non lo sapevo, Mindy. L'ho scoperto solo col tempo, e da allora ho cercato di... mantenere l'equilibrio.»

«No, hai solo continuato a mentire per non perdere i tuoi giocattolini» sibilò Mindy, assottigliando gli occhi. «Se davvero ti fosse importato di noi avresti trovato un modo per dirci la verità, ma te ne sei sbattuta il cazzo. Non ci hai neanche detto del tuo Naru, persino dopo averlo mostrato a Brycen! E ora che lui ti ha scoperta, hai lasciato l'Heiko Jun. Che casualità, davvero sorprendente!»

«Avevo già scelto di farlo, aspettavo solo di—» Chloe chiuse gli occhi, espirando piano. «Avrei dovuto chiudere prima la questione, lo so. Non avrei comunque potuto parlarne, ma se mi fossi lasciata tutto alle spalle anni fa sarebbe stato diverso, lo capisco.»

«No, non lo capisci» siunghiozzò Mindy. Gli occhi si riempirono di lacrime mentre il viso assumeva i tratti della sofferenza. «Eri la mia migliore amica, Chloe. Mi fidavo di te come di una sorella, avresti potuto dirmi che il cielo è viola e io ci avrei creduto, ero certa di conoscerti come nessun altro. Eri una parte così importante della mia vita che credevo fosse lo stesso anche per te, invece ero solo un accessorio.»

«Non è vero! Anche tu sei la mia migliore amica, la mia prima amica.» Chloe si alzò per raggiungerla e cercò di afferrarle le mani, ma lei si scansò. Si ritrovò a stringere il nulla, e quel vuoto sembrò inghiottire anche il suo petto. «Ti prego... Sei più che importante, Mindy. Ho imparato cos'è l'amicizia grazie a te, ho scoperto chi sono grazie a te, a tutti voi. Non riesco a immaginare come sarebbe stata la mia vita senza di te.»

«Eppure hai deciso di tagliarmi fuori del tutto» replicò lei, facendo un altro passo indietro. «Tutti questi drammi, queste difficoltà, queste decisioni... Io non so un cazzo di niente. Non mi hai voluto parlare della tua rottura con Kelay, non mi hai parlato di quando Brycen ti ha respinta, non mi hai detto cosa ti tormentava ultimamente. Le uniche volte in cui ti sei aperta con me era perché avevo insistito tanto da sfinirti, e non erano che stronzate.»

«Avevo solo paura delle tue domande. Sapevo che non ti saresti accontentata di risposte vaghe, ma non avrei potuto fare altro che mentire ancora di più.»

«E pensi che nascondermelo sia stato meglio? O dovrei dirti grazie perché potevi dirmi venti bugie e invece me ne hai dette dieci? Non funziona così, Chloe!» La sua voce raschiò di nuovo contro la gola, riducendosi a un grido gutturale nelle note più alte. Mindy tirò su col naso e si asciugò gli occhi con le dita, ma tenne le spalle dritte e la testa alta. «Io non sono Brycen. Non mi basta mettere insieme i puntini e sentirti giurare, non mi basta sapere che avevi le tue buone ragioni. Fino alla fine non hai fatto che pensare a te stessa e ai tuoi problemi, ed è tardi per venire qui a dirmi scusa, non volevo

«So di aver sbagliato, Mindy. So anche che chiedere scusa non è sufficiente, ma voglio rimediare. Non ripeterò di nuovo gli stessi errori. Voglio essere migliore di così, voglio—»

«Cambiare?» Mindy liberò un soffio beffardo. «Spero che sia vero, che sei pentita e tutto il resto. Quel coglione di Brycen non si merita di soffrire per colpa tua, anche se a questo punto se l'è cercata. Dovrei dire cazzi suoi, ma gli voglio bene e giuro che questa è l'unica ragione, l'unica fottuta ragione per cui prego il Signore della Luce e tutti gli Angeli che manterrai davvero quelle Promesse.» Mindy lo ringhiò a denti stretti, puntandole contro un indice di rimprovero. «Per me però non è abbastanza. Non mi fido di te, Chloe. Hai capito i tuoi errori e vuoi rimediare? Bene, buon per te, ma io non ho intenzione di fingere che sia tutto a posto mentre aspetto di scoprire se è vero o no.»

«Allora te lo dimostrerò. Sono disposta a tutto per dartene prova, non importa quanto tempo ci vorrà. Giuro che non ti deluderò di nuovo, solo... Non chiudere la porta a chiave, Mindy. Ti prego.»

Mindy la scrutò a lungo, con piccoli spasmi del viso a tradire la sua agitazione: le palpebre inferiori, gli angoli della bocca, il mento. Il suo sguardo vacillò per un istante, poi si indurì di nuovo.

«È comunque chiusa.» Afferrò borsa e cappotto dal tavolo, affrettandosi a uscire. «Di' a Brycen che sono andata via. Il mio l'ho fatto.»

Chloe si affacciò alla finestra e seguì Mindy con lo sguardo fin quando non sparì alla vista perdendosi lungo le strade bagnate dagli acquazzoni invernali. Si accucciò sul divano e sollevò le ginocchia al petto, vuoto e dolorante mentre lottava contro il suo respiro irregolare.

"Non è chiusa a chiave" si disse, stringendo al cuore quella speranza. Forse un giorno sarebbe riuscita ad aprire quella porta, forse no, ma non avrebbe mai smesso di provare.


Chloe lanciò uno sguardo all'orologio appeso alla parete quando uscì dal portale. Attraversare Oblivion per un istante le aveva rubato quasi quattro minuti nel mondo reale, ma erano nulla se comparati ai trentadue che le servivano per raggiungere Roumberg attraverso le Gallerie.

Sgusciò fuori dalla camera da letto e si diresse verso la cucina, da cui provenivano chiacchiere animate. Kolt era in compagnia di una ragazza dalla voce nasale che Chloe non aveva mai sentito, ma non doveva più preoccuparsi di tenere un basso profilo. Picchiettò sullo stipite della porta per annunciare la sua presenza, poi entrò.

«Ma tu guarda!» Kolt rise, squadrandola da capo a piedi. Se ne stava stravaccato sul divano, con la camicia bianca sbottonata per metà e le maniche arrotolate fino ai gomiti. Avvicinò la sigaretta accesa alle labbra, poi soffiò un regolo di fumo verso di lei. «Cos'è, il mio regalo di compleanno? Sei in anticipo di qualche settimana, ma lo accetto comunque.»

«E questa dove la tenevi nascosta?» si lamentò la ragazza al suo fianco, picchiettando le unghie verdi sul bracciolo. Aveva gli occhi cerchiati da un trucco scuro, un rossetto nero sulle labbra e un'intricata serie di tatuaggi a marchiare collo e braccia – o quantomeno la porzione di pelle che riusciva a scorgere oltre le maniche della maglia. I vaporosi capelli verdi erano raccolti in due codini che le sfioravano appena le spalle, addolcendo il viso tondo.

«Ho una riserva giù in cantina, non lo sapevi?» Kolt sghignazzò, picchiettando la sigaretta sul posacenere che aveva appoggiato al pavimento. «Ne scongelo un paio all'occorrenza, le tieni giusto due minuti al sole e sono pronte.»

«Che stronzo.»

«Domande del cazzo, risposte del cazzo» si giustificò lui, sollevando le spalle. «Ci lasci soli, Dottie? Mi faccio vivo io.»

Dottie roteò gli occhi, poi si mise in piedi sbattendo gli anfibi neri a terra. Sfilò la sigaretta dalle mani di Kolt e se la incastrò tra le labbra, rivolgendogli un gestaccio offeso prima di lasciare la cucina.

«La tua nuova conquista?» chiese Chloe, sentendo sbattere la porta d'ingresso.

«Peridot?» Kolt rise, alzandosi dal divano per raggiungerla. «Nah, è così lesbica che la sua prima parola sarà stata "figa". È la sua fidanzata che mi sbatto. Perché, sei gelosa?»

Chloe inarcò un sopracciglio, liberando uno sbuffo ironico. «Sono passata a darti questi.» Agirò le dita e aprì un piccolo vortice oscuro in cui infilare la mano, tirando fuori una piccola borsa di tela scura che abbandonò sul tavolo.

Kolt la esaminò con cautela, ma gli bastò sbirciare all'interno per allungare un nuovo sorriso. «Fammi capire: sparisci per più di un mese, torni all'improvviso con un caschetto sexy e mi schiaffi davanti una borsa piena di soldi sul tavolo. Cazzo, Bluebird... Se volevi cercare di conquistarmi, ci stai riuscendo. Così potresti davvero rubarmi il cuore... Beh, se ne avessi uno.»

«È solo parte della tua ricompensa.» Chloe roteò il polso per far comparire un secondo portale a mezz'aria, da cui estrasse una cartella blu ricolma di documenti. «Non dovrai più preoccuparti che qualcuno riesca a risalire a Keten Bilmer per via di Altershot. I documenti sono tutti qui, scegli tu che farne.»

Kolt inarcò un sopracciglio, poi cominciò a sfogliare la cartella. Si soffermò sui primi fogli e scrutò il resto sempre più rapidamente, per poi sollevare uno sguardo perplesso.

«Il lavoro è stato un disastro, non ci credo che vuoi comunque pagarmi a prezzo pieno. Cosa c'è sotto?»

«Ti ho chiesto io di accelerare i tempi. La responsabilità del fallimento è mia, tu hai svolto perfettamente la tua parte ed è giusto che tu abbia la ricompensa che meriti. Non c'è niente, sotto: i patti sono patti, e nel bene e nel male l'Heiko Jun li rispetta sempre.»

«Oh, certo. Più onore e meno spargimenti di sangue, me lo ricordo. È che non mi aspettavo di vedere né i soldi né te, dopo che il tuo amico mascherato è venuto a farmi visita.»

Chloe si umettò le labbra, sistemandosi le ciocche azzurre dietro le orecchie. «Mi dispiace, per quello. Ho avuto dei... contrattempi non previsti.»

«Ah, non preoccuparti. Sto facendo la collezione di minacce e affini, se arrivo a dieci mi regalano una caffettiera con tanto di tazzine.» Kolt sollevò le spalle, recuperando dal tavolo una nuova sigaretta da accendere. «Comunque quel tizio era davvero inquietante, lasciatemelo dire. Non ti invidio per niente, averci a che fare dev'essere una gran rottura.»

Chloe mugolò in assenso, spostando lo sguardo sula finestra. Pensare a Chen-Yi le faceva ancora uno strano effetto, le si chiudeva lo stomaco e la pelle pizzicava in modo fastidioso.

Poi un dettaglio sfrecciò tra i suoi pensieri. Il tuo roumberghiano ha raccontato ogni cosa, le aveva detto Chen-Yi, eppure non le aveva mai rinfacciato l'essersi fatta scoprire, né si era preoccupato di assicurarsi che Brycen mantenesse i segreti di cui era venuto a conoscenza.

Chloe scrutò Kolt di sottecchi, osservandolo mentre riponeva i fogli all'interno della cartella prima di abbandonarla sul tavolo. «Perché non gli hai parlato di Brycen, quando ti ha chiesto di quella sera?»

«Potremmo definirlo un investimento. Nel mio lavoro è sempre meglio avere amici che nemici, specialmente se sono in debito con te.» Un sorriso sprezzante si aprì sul suo volto. «Prego, Bluebird. Troveremo un modo in cui potrai dimostrarmi la tua riconoscenza, un giorno di questi.»

«E chi ti dice che voglia farlo?»

«Nessuno.» Kolt afferrò la sigaretta tra le dita per aspirare fumo, liberandolo in un soffio leggero. «È questo il bello di una scommessa.»

I suoi occhi dorati mostravano una tale boria da risultare irritante, eppure Chloe si ritrovò a liberare uno sbuffo divertito. Il suo mentore le aveva insegnato a non cedere ai ricatti emotivi, ma era più curiosa che preoccupata. Non le dispiaceva l'idea di essere lei ad aiutare Kolt, per una volta; non le dispiaceva l'idea di qualcosa che fosse al di fuori del suo ruolo, ora che ne aveva la possibilità.

«D'accordo, Kolt. Ti devo un favore.» Chloe sospirò, rigirandosi una ciocca di capelli tra le dita. «Sai, ho sempre pensato che avremmo potuto davvero essere amici, se ci fossimo conosciuti in un contesto diverso. Senza minacce e affini nell'equazione, insomma. Credi sia ancora possibile?»

Kolt strabuzzò gli occhi. «Sei di nuovo ubriaca? Se è una qualche tattica che usate voi dell'Heiko Jun, sappi che è parecchio strana.»

«Ho lasciato l'Heiko Jun, Kolt.» Chloe lo gettò fuori in un soffio rapido, impaziente. Dirlo ad alta voce era liberatorio, il corpo sembrava farsi più leggero. «Non sono qui come loro emissaria, perciò—»

«Hai lasciato l'Heiko Jun?» ripeté Kolt, scoppiando a ridere. «Non dirmi che ti hanno cacciata! Non sapevo nemmeno che ci si potesse far licenziare dall'Heiko Jun. O forse c'entra il tuo Lovebird? È una fuga d'amore o qualcosa del genere?»

«Temo dovrai restare col dubbio.» Chloe gli rivolse un sorriso birbante, scrollando le spalle. «Prima dicevo sul serio, Kolt. Puoi considerare conclusa la nostra collaborazione, ma solo per ciò che riguarda l'Heiko Jun. Quanto a me... Beh, quello sta a te deciderlo.»

Kolt si passò una mano tra i capelli in un mugolio pensoso, liberando la fronte dai ciuffi. Si appoggiò al bordo del tavolo e diede un lungo tiro alla sigaretta. «Come ho detto, meglio avere amici che nemici. Mi incuriosisce il motivo, però... Cos'hai in mente?»

«Potresti chiamarla deformazione professionale, mi hanno insegnato a lasciare sempre le porte aperte.» Chloe lo affiancò, sedendosi sul tavolo in un leggero slancio. «Oppure potremmo dire che dovresti affinare la tua tecnica allenata per anni, perché non sei stato abbastanza irritante da scacciarmi.»

«Pensandoci, forse hai ragione» convenne Kolt, arricciando le labbra. «Voglio dire, sei qui da... quanto, dieci minuti? E non ho ancora fatto un'allusione sessuale degna di questo nome. Che vergogna. Scusa, giuro che so essere più molesto di così.»

Chloe scoppiò a ridere e tanto bastò per dipingere nuovo stupore sul viso di Kolt, che tossicchiò il fumo che stava aspirando.

«No way, stai davvero ridendo? All'uccellino ha fatto bene lasciare la sua gabbia!»

«Non sono la persona che hai conosciuto finora. Beh, non del tutto. In ogni caso, non mi dispiacerebbe presentarti la vera me.» Chloe incrociò le caviglie una sull'altra, facendo oscillare le gambe coperte dalla calzamaglia. La ferita era ancora fasciata, ma del dolore non restava che un lieve fastidio. «Che ne dici di chiamarmi Chloe, tanto per cominciare?»

«Nah, Bluebird va benissimo. Mi piace come suona e sarebbe un peccato sprecare un buon soprannome.» Kolt si chinò per raccogliere il posacenere. Picchiettò la sigaretta sul bordo e si lasciò cadere sul divano, sedendosi di fronte a lei. «Ho solo una domanda, un piccolo dettaglio insignificante. Come la mettiamo con Soleni?»

«Ci penserà l'Heiko Jun, a lui. Non so in che modo e non ci riguarda. Se vuoi un consiglio, sarebbe meglio non parlare più di lui o di questa faccenda.» Chloe abbassò lo sguardo, tormentandosi le dita. Se c'era una cosa che la lasciava insoddisfatta era il tempismo: abbandonare l'Ordine dopo aver riportato un esito così disastroso della missione e lasciare che fosse qualcun altro a porre rimedio pungeva il suo senso di colpa come un chiodo spinto sempre più in profondità. Avrebbe voluto almeno scoprire chi avesse fornito a Soleni quelle informazioni, ma la Madre era stata categorica e immischiarsi in quella vicenda avrebbe comportato solo ulteriori problemi.

Avrebbe dovuto mettere a tacere la sua curiosità, insieme a quell'assillante insofferenza per un lavoro abbandonato a metà. E poi, non aveva motivo di preoccuparsi: qualunque cosa stesse tramando Soleni, Chen-Yi l'avrebbe scoperta. Jiyu era al sicuro anche senza di lei.

«Ti sconsiglio di tornare a Mehtap, almeno per un po'» proseguì Chloe in un sospiro. «È possibile che Soleni ti stia ancora cercando, è meglio muoversi con cautela. Io stessa lascerò la città il prima possibile.»

«E dove hai intenzione di andare, amica?» Kolt lo pronunciò piano, gustando ogni sillaba con un ampio sorriso di scherno. «Pensavo che per la nostra nuova collaborazione non sarebbe male sapere dove trovarti, senza dover aspettare che mi piombi in casa all'improvviso.»

«Acamar.» Il solo pronunciarlo le scaldò il cuore. «Ti manderò l'indirizzo, se farai il bravo. È ad ovest, proprio sull'oceano.»

«Pessima scelta. Odio il mare.» Kolt scosse il capo, portando la sigaretta alle labbra per un altro tiro. Abbassò lo sguardo sul posacenere, Chloe invece lo puntò sulla cartella che giaceva sul tavolo. Non aveva bisogno di aprirla per ricordare che lo Sblocco di Altershot era avvenuto sulla spiaggia, e un magone le ostruì la gola.

Lo guardò, ma quell'aria strafottente che era così bravo a mostrare non la ingannava più. Kolt era tra le poche persone che poteva vantare di conoscere l'altro lato di Chloe, ma era valido anche il contrario.

«Hai mentito, prima» disse, scivolando giù dal tavolo. «Ce l'hai eccome, un cuore. Sembra di pietra, ma batte proprio come tutti gli altri.»

«Adorabile, per nulla sdolcinata» disse Kolt, ridendo. «Vuoi iniziare una carriera come scrittrice di frasi fatte per i cioccolatini?»

«Quello che voglio dire è che non sei perso come credi.» Chloe roteò il polso. Il Sihir filtrò tra le sue dita e scucì la realtà al suo fianco, aprendosi in un vortice oscuro. «C'è sempre tempo per risanare la propria anima. So che non vuoi parlare della tua famiglia o di quanto successo, ma se un giorno dovessi cambiare idea...» Le labbra si distesero mentre si preparava ad attraversare il portale, rivolgendo a Kolt un sorriso più dolce. «Saprai dove trovarmi.»


Getto sale sulla ferita con un disegno dell'Inktober 2021 di Chloe e Mindy :')

Dicevamo, qualche capitolo fa? :') Non tutto si può sistemare, e Mindy mantiene la sua posizione. Persino sbollita la rabbia, credere alle parole di Chloe non è facile, e non se la sente di concederle ancora la sua fiducia. D'altronde, per quanto tenda a overreactare seguendo l'onda dell'emotività, non è che si possa dire che abbia torto: il fatto che Chloe avesse le sue ragioni rende ciò che ha fatto comprensibile, ma non giustificabile (o almeno, solo in parte). 

Secondo voi sbaglia a non voler più avere a che fare con lei? Per me, no; si torna al discorso che dall'esterno siamo bravi tutti, ma perdonare Chloe non è una cosa dovuta e sta al singolo decidere se farlo o meno, in base a ciò che si sente di fare. Credo più che siano due lati della stessa medaglia, ugualmente comprensibili: non c'è una risposta univoca o "corretta" in queste cose, perché dipende da moltissimi fattori. Non credo insomma che Brycen sia stato "quello bravo" e Mindy "la stronza", o che l'aMMore vince su tutto ma l'amicizia di Mindy non era abbastanza, fustigatemi se è passato questo (?) 

La porta non è chiusa a chiave, il che lascia aperto uno spiraglio, ma è comunque chiusa: non è detto che si aprirà un giorno, e - se lo farà - non è detto che le cose tornino come prima. Questa è una risposta che lascio a voi :3

Quantomeno possiamo rallegrarci con Kolt, che resta sempre il solito xD Chloe ha perso un'amicizia ma ne guadagna un'altra, oqualcosadelgenere. Il loro è un rapporto un po' bizzarro, ma in qualche modo funziona! 

Qualcuno aveva già notato che Chen-Yi non aveva parlato di Brycen per quella sera, bravi per averci fatto caso: per l'appunto, Kolt non gli aveva detto proprio tutto tutto ;D Se c'è la possibilità di guadagnarci qualcosa senza troppo rischio, state pur certi che tenterà SEMPRE di afferrarla. 

E adesso non resta che... Sedersi e tirare le somme. Il prossimo è l'ultimo capitolo, spero possa piacervi ♥ A domani!

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