Bluebird

By Mari_Blackstar

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[COMPLETA] Trasferirsi nella moderna e multiculturale repubblica di Sayfa avrebbe dovuto segnare una svolta n... More

EXTRA - Premesse & Fanart
EXTRA - Moodboard [Parte 1]
EXTRA - Moodboard [Parte 2]
✿ Primo arco: Primavera ✿
Capitolo 1 - Curiosi occhi neri
Capitolo 2 - Nessuno sospetta mai di una ragazza graziosa
Capitolo 3 - Valeva la pena sperare
Capitolo 4 - Accettabile compromesso
Capitolo 5 - Un brindisi alle idee stupide
Capitolo 6 - La linea del necessario
Capitolo 7 - Pur di vederti sorridere
Capitolo 8 - Qualcosa di vero
Capitolo 9 - Bethelie
Capitolo 10 - Senza più esitazione
Capitolo 11 - Così ho trovato la mia fede
Capitolo 12 - Se solo ti lasciassi andare
☀ Secondo arco: Estate ☀
Capitolo 13 - Inno alla Vittoria
Capitolo 14 - Quello di cui ho bisogno
Capitolo 15 - Scorciatoie di pensiero
Capitolo 16 - Vodka. Liscia. Doppia.
Capitolo 17 - Altocumuli
Capitolo 18 - Occhi velati di nebbia
Capitolo 19 - Eredità
Capitolo 20 - Non è impossibile
Capitolo 21 - Cosa ti piacerebbe fare?
Capitolo 22 - Essere uomo
Capitolo 23 - Respira
Capitolo 24 - La scelta migliore
Capitolo 25 - Ti fidi di me?
Capitolo 26 - Chloe
Capitolo 27 - Sognare a occhi aperti
Capitolo 28 - Giudizio [1/2]
Capitolo 28 - Giudizio [2/2]
Capitolo 29 - Ogni giorno della mia vita
Capitolo 30 - Non preoccuparti
Capitolo 31 - Quando si parte?
Capitolo 32 - Semplice precauzione
❦ Terzo arco: Autunno ❦
Capitolo 33 - Rimuovere il velo
Capitolo 34 - Casa dolce casa [1/2]
Capitolo 34 - Casa dolce casa [2/2]
Capitolo 35 - Le radici delle orchidee
Capitolo 36 - Così semplice
Capitolo 37 - Chi sei davvero [1/2]
Capitolo 37 - Chi sei davvero [2/2]
Capitolo 38 - Deriva
Capitolo 39 - Far suonare i tamburi
Capitolo 40 - Un brindisi ai novelli sposi [1/2]
Capitolo 40 - Un brindisi ai novelli sposi [2/2]
Capitolo 41 - Mandare un messaggio
Capitolo 42 - Qualunque cosa accada
Capitolo 43 - Quello freddo e tagliente di Kiyoko
Capitolo 44 - Come un vero uomo
Capitolo 45 - Increspature nell'acqua [1/2]
Capitolo 45 - Increspature nell'acqua [2/2]
Capitolo 46 - Era più semplice fingere
Capitolo 47 - Famiglia
Capitolo 48 - Ti amo
❆ Quarto arco: Inverno ❆
Capitolo 49 - La fortuna bacia gli audaci [1/2]
Capitolo 49 - La fortuna bacia gli audaci [2/2]
Capitolo 50 - Cortesia tra colleghi
Capitolo 51 - Vita comune
Capitolo 52 - Ciò che hai sempre desiderato
Capitolo 53 - Tempo, respiro, speranza
Capitolo 54 - Solo un essere umano
Capitolo 55 - Vocazione
Capitolo 56 - Inspirare ed espirare
Capitolo 57 - Mantenere l'equilibrio
Capitolo 58 - In principio fu il buio
Capitolo 59 - Quando, non se
Capitolo 61 - Quante volte
Capitolo 62 - Oscurità, silenzio, vuoto
Capitolo 63 - Non c'era Chloe
Capitolo 64 - I frutti della negazione
Capitolo 65 - Soltanto una bugia
Capitolo 66 - Chiudere il cerchio
Capitolo 67 - Caro Brycen
Capitolo 68 - Lo giuro
Capitolo 69 - Libertà e vita
Capitolo 70 - C'è sempre tempo per risanare la propria anima
Capitolo 71 - Costruire
[EXTRA] Ringraziamenti
Epilogo
[EXTRA] Funfacts

Capitolo 60 - Chiudi gli occhi

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By Mari_Blackstar

«Te l'hanno mai detto che il nero non ti dona?»

Kolt avvicinò la sigaretta accesa alle labbra. Tra meno di mezz'ora avrebbe dovuto presenziare all'appuntamento con Arturo Soleni, ma se ne stava disteso sul letto della camera d'albergo come se fosse in vacanza.

Chloe roteò gli occhi. «Fammi indovinare, preferiresti il rosa?»

«Pensavo più al giallo oro. Staresti una favola con quello addosso, o magari sotto. Ancora meglio dietro.» Kolt sghignazzò, sbuffando un refolo di fumo verso di lei.

Quel suo atteggiamento rilassato la rendeva... irritata? Invidiosa? Non riusciva a tradurre quella morsa che rosicchiava lo stomaco. Avrebbe dovuto mostrare compostezza, ma gli insegnamenti con cui era cresciuta sembravano non appartenerle più. Le mani erano gelide, i muscoli troppo tesi ed era certa che il viso avrebbe tradito il suo nervosismo, se non fosse stato coperto dalla maschera di stoffa.

Non si sentiva più a suo agio nelle vesti scure da Tessitrice. I pantaloni dal taglio morbido erano scomodi, la fascia che assicurava la casacca alla vita la soffocava, a malapena riusciva a sopportare il cappuccio calato sul capo. Persino la presenza del tanto sembrava sbagliata, ingombrante dietro la sua schiena.

«Vuoi proprio seguirmi?» Kolt si alzò, abbottonando la camicia bianca fino al collo. La infilo nel pantalone antracite e indossò le bretelle nere che pendevano ai fianchi. Nulla andava di moda a Roumberg come la scala di grigi e un netto contrasto tra le parti. «È solo un incontro d'affari, non mi serve la babysitter. Credevo avessimo superato la fase della diffidenza.»

«Soleni potrebbe averti invitato per concludere l'accordo oppure perché si è insospettito. Non posso escludere nulla finché non ti vedrò firmare i termini del finanziamento.» E forse, a quel punto, quell'ansia opprimente che le stilettava lo stomaco le avrebbe concesso tregua. «Se tutto va bene non ti accorgerai neppure della mia presenza, ma se le cose andassero male—»

«Verrai tu a salvarmi, mio aitante cavaliere?» Kolt rise. «Non credo di essere portato per interpretare la donzella in difficoltà, ma prometto di impegnarmi.»

«Dico sul serio, Kolt. Tutto dipende da quest'incontro, non abbassare la guardia.»

«Dovresti averlo già capito, no? Non la abbasso mai.» Indossò la giacca scura e il cappotto, poi le rivolse un occhiolino. «Il trucco è non farlo sapere a nessuno.»


Il movimento nella sede dell'IRHES di Mehtap – l'Istituto di Ricerca di Hedea per la Sihirlim – si attenuava dopo il tramonto, ma non era insolito trovare ricercatori al lavoro anche a tarda sera. Chloe ne contò sei nel suo giro di perlustrazione, più quattro addetti alla sicurezza che pattugliavano i corridoi e sorvegliavano gli ingressi.

Soleni attendeva di fronte a quello principale, avvolto in un giaccone chiaro e con un cappello dritto schiacciato sulla testa. Chloe lo osservò salutare Kolt con due baci sulle guance e scortarlo all'interno, poi abbandonò il suo nascondiglio tra i rami per sgattaiolare verso il fianco nord dell'edificio. Le vetrate poste in alto si affacciavano su laboratori bui, ma Chloe usò un portale-spia per assicurarsi che fossero anche vuoti prima di agitare il polso intriso di Sihir, aprendo un varco nella parete. Attraversò con cautela la stanza in penombra, pregna dell'odore di disinfettante, e si inoltrò nel corridoio illuminato da lampade a Sihir perenni che pendevano dalle pareti. Al comando di un gesto due portali-spia si aprirono in prossimità del soffitto, dandole visione oltre l'angolo davanti a sé e alle sue spalle.

La risata piena di Soleni riecheggiò tra le corsie deserte, asettiche come solo l'architettura moderna di Sayfa sapeva essere. Chloe spinse in avanti i portali-spia fino a scorgere le schiene dei due uomini e li seguì dalla distanza, sgattaiolando da un angolo all'altro fuori dal loro campo visivo. Si appiattì contro la parete quando svoltarono in un corridoio presidiato da una guardia, immobile davanti a una stanza chiusa. Non avrebbe dovuto vagare per l'intera struttura?

Soleni rivolse un cenno alla donna in divisa e lei aprì la porta, abbassando la leva per l'accensione della luce prima di liberare il passaggio.

Kolt sbirciò all'interno e aggrottò la fronte. «Non dicevi di volermi mostrare il laboratorio?»

«Tra poco» assicurò Soleni, esortandolo a entrare per primo. «Permettimi di offrirti qualcosa da bere, detesto parlare a bocca asciutta.»

Chloe attorcigliò i fili del Sihir tra le dita e aprì un varco nella parete per insinuarsi nella stanza adiacente. Si accertò che la porta fosse chiusa a chiave, poi si mosse tra i contorni tenebrosi di scrivanie e poltrone, acquattandosi sul fondo. Un gesto della mano catturò nuovo Sihir e il muro di fronte a lei si aprì in un foro vorticante grande quanto un pugno, da cui luci e suoni filtravano senza impedimenti.

Sentì i passi dei due uomini che avanzavano mentre la porta veniva chiusa, ma da quel vortice non vedeva che i piedi dritti di un mobile. Agitò allora una mano e spinse i portali-spia oltre il varco, spostandoli con cautela in prossimità del soffitto per avere visione dell'intero ambiente.

Attraverso le spire, vide Kolt prendere posto su una poltrona nera al centro della stanza. Soleni aveva sistemato cappello e giaccone sulla scrivania e stava versando un liquore chiaro in due bicchieri larghi, mentre la guardia... perché era entrata con loro? Se ne stava ferma di fronte alla porta, la schiena dritta e la mano chiusa attorno all'elsa della spada d'ordinanza.

«Quanta prudenza, Arturo!» Kolt abbandonò le spalle contro lo schienale, occhieggiando verso la donna. «Sembra quasi che tu voglia sequestrarmi qui dentro.»

«Ignora la sua presenza, resterà con noi solo finché non avremo concluso l'accordo.» Soleni porse a Kolt un bicchiere e annusò il suo prima di portarlo alle labbra, concedendosi un lento sorso. «Vorrei prima di tutto risolvere una piccola incomprensione che temo possa essere d'intralcio ai nostri affari. È evidente che il tuo approccio sia finalizzato a ottenere informazioni riservate, per così dire, ma ciò che stuzzica la mia curiosità è quello che si cela dietro i tuoi intenti.»

«Non è mio diritto conoscere ciò per cui sto pagando? Sei preoccupato per il tuo progetto, lo capisco. Ho fatto una richiesta azzardata, ma saprai meglio di me che in certe occasioni è fondamentale saper cogliere l'attimo.» Kolt sorseggiò il suo liquore senza fretta. Nessuna rigidità, nessuna forzatura... Era bravo. Grazie agli Dèi, era davvero bravo. «Dimmi in che modo posso dimostrare che il mio interesse è sincero e ti assicuro che non ne resterai deluso.»

«Suvvia, Kallum! Siamo due uomini intelligenti, non serve sprecare tempo con simili giochetti. So che lavori per l'Heiko Jun, risparmiamoci il teatrino in cui cerchi di convincermi che non stai tramando nulla alle mie spalle.»

Chloe sussultò, facendo vibrare i contorni del portale-spia. Un brivido corse lungo le gambe piegate e si arrampicò fino allo stomaco, infilzando le unghie affilate sotto lo sterno. Come faceva a saperlo? Kolt l'aveva tradita? No, non aveva senso. Avrebbe potuto fare di lei ciò che voleva mentre era ubriaca, legarla e consegnarla a Soleni senza sforzo.

«Tu mi sei simpatico, perciò vorrei che collaborassi spontaneamente» proseguì Soleni. Lasciò bottiglia e bicchiere sulla scrivania e si accomodò sull'altra poltrona, sistemando la giacca lunga sulle gambe accavallate. «L'Heiko Jun vuole solo sfruttarti, per loro sei uno strumento sacrificabile e facile da rimpiazzare. Credi davvero che valga la pena di parteggiare per loro? Proteggere i segreti di qualcuno che non esiterebbe a disfarsi di te se dovessi dimostrarti inutile o poco collaborativo?»

Kolt inarcò un sopracciglio. «Stai ancora parlando dell'Heiko Jun o della nostra amica qui alla porta?»

«Rilassati, questa è solo una chiacchierata. Non ho intenzione di minacciarti, in realtà preferirei risolvere la questione in modo pacifico.» Soleni allungò un sorriso mellifluo, viscido. «Dovresti sapere che l'Ordine dell'Equilibrio non tiene fede al suo nome. Qualunque cosa tu faccia per loro va a beneficio esclusivo di Jiyu, tutto il tuo impegno sarà sprecato per una nazione che non è neppure la tua. Sante stelle, è improbabile persino che tu riesca a vederla con i tuoi occhi! O forse è questo che ti hanno promesso? La tua ricompensa è un biglietto per la Terra dei Sogni? Voglio sperare di no. Sarebbe deludente scoprire che un uomo furbo come te abbia creduto di poter ricevere il permesso di raggiungere Jiyu.»

«Nah, il paradiso non fa per me. Sembra così noioso... Mi ritengo un uomo pragmatico, capisci che intendo?»

«Se è il denaro che cerchi, sono disposto a pagare per la tua collaborazione. Non preferiresti arricchirti offrendo la tua consulenza per il bene di Sayfa, per il luogo in cui vivi? Perché giocare nella loro squadra quando puoi ottenere un ruolo di rilievo nella nostra?»

«Vedi, c'è un piccolissimo problema... La mia lealtà è in vendita, ma solo finché qualcuno non la compra.» Kolt schioccò le labbra, rigirandosi il bicchiere tra le dita. «Se bastasse un'offerta più alta a portarla via non varrebbe più così tanto, giusto? Nessuno compra qualcosa che non funziona, e a nessuno piacciono i traditori. La proposta è allettante, dico davvero, ma devo rifiutare. Cambiare squadra non fa bene agli affari.»

«Non mi aspettavo fossi un uomo così onorevole... Mi chiedo quanto la tua lealtà sia spontanea.» Soleni si accarezzò il mento rasato. «Hanno minacciato la tua vita o quella dei tuoi cari? In entrambi i casi posso offrirti protezione, l'Heiko Jun non è così infallibile come narrano le leggende.»

«Sembra che tu sia più informato di me. Se continui a parlare, arriveremo al punto in cui sarò io a dover pagare te per la collaborazione» sghignazzò Kolt, allungandosi per posare il bicchiere vuoto sulla scrivania. «Per curiosità, che succederebbe se rifiutassi? Mi presenterai la nostra amica in divisa o c'è altro in programma?»

«Ti basti sapere che in un modo o nell'altro otterrò le informazioni che voglio, il come dipende da te.»

«E tanti cari saluti al "non ho intenzione di minacciarti".»

«Voglio l'Himitsu no Oko, Kallum» disse Soleni, e il respiro di Chloe si congelò nel petto. «La Tessitrice di Segreti. Dimmi chi è e dove posso trovarla.»

Kolt inarcò un sopracciglio. «Vuoi cosa?»

«Hanako, o qualunque sia il suo vero nome. Conducimi da lei e sarai ricompensato oltre ogni aspettativa.»

I contorni dei vortici tremarono di nuovo. Chloe chiuse gli occhi e strinse la presa del Sihir tra le dita, espirando piano. Fuori dai confini di Jiyu i membri dell'Ordine erano chiamati in molti modi – Demoni della morte, Dèi della notte, Ombre del giudizio – ma nessuno conosceva la struttura interna e la suddivisione dei ruoli, figurarsi i loro appellativi. Solo un jiyano poteva aver fornito a Soleni quell'informazione – ma chi? Xae non sapeva della collaborazione con Kolt, e Yoon Mei non avrebbe voltato le spalle agli Dèi in modo così dozzinale. Entrambe, poi, avevano già le risposte che Soleni stava cercando. Chiunque gli avesse parlato dell'Ordine non ne faceva parte, o quantomeno non sapeva chi lei fosse.

Un sospiro di sollievo le sfuggì dalle labbra, tiepido conforto in quel gelo che le atrofizzava i muscoli. Se Soleni non sospettava del coinvolgimento di Chloe, Brycen era al sicuro. Tutto il resto, però...

Kolt aveva fallito, la sua copertura era saltata e Soleni sapeva che l'Ordine era coinvolto. Qualcuno aveva rivelato i loro segreti e lei non aveva idea di chi fosse stato, né se li avesse condivisi anche con altri. Tertius ne era al corrente? Forse lui e Soleni avevano agito con tanta cautela perché sapevano che una Tessitrice li avrebbe tenuti d'occhio. E Shiori? Soleni non l'aveva nominata e nessuno aveva avvicinato Xae per chiedere di lei, ma non si poteva escludere che l'avessero scoperta.

Chen-Yi sarebbe stato furioso. L'avrebbe rimproverata per il lavoro approssimativo e punita per aver disobbedito, forse persino degradata a Dimorante o Custode. Che importanza potevano avere le sue motivazioni? Non l'avrebbe mai ascoltata. Quella era la prova che aveva ragione su di lei, per colpa sua la missione era compromessa e così ogni speranza di vivere come Chloe.

Strinse gli occhi, soffocando un singhiozzo. Affondò i denti nel labbro inferiore pur di avere qualcosa su cui dirottare i pensieri, concentrandosi su quel dolore e non su quello che le sbranava il petto. Rievocò tutti gli insegnamenti di Chen-Yi per sopprimere le emozioni e respirò piano, scacciandole una a una finché il controllo non fu di nuovo tra le sue dita. Non era il momento di cedere alla disperazione.

«Oltre ogni aspettativa?» Kolt liberò un lungo fischio di apprezzamento. Aveva ancora l'accenno di un sogghigno beffardo a piegargli le labbra, le braccia larghe appoggiate allo schienale in una posa rilassata. «Per sicurezza, sono le mie o le tue? Forse dovremmo definire la ricompensa prima di proseguire, sai, per evitare altre... Come le avevi chiamate? Incomprensioni. Dopo il bel discorso che ho tirato fuori prima non posso rimangiarmelo per una promessa così vaga, ti pare? Ne va della mia credibilità. Ritenta, dicono che la terza volta sia quella buona.»

Offrì a Soleni un nuovo sorriso, ma Chloe era certa che non avrebbe mai parlato – non finché sapeva che lei lo teneva d'occhio. Stava solo prendendo tempo, in attesa del momento opportuno per sfoderare Altershot e assicurarsi una via di fuga come aveva fatto quella notte a Lenwish.

Chloe deglutì. Le mani prudevano e le gambe imploravano per scattare, ma se fosse intervenuta avrebbe dato a Soleni la conferma che stava cercando. Un sospetto poteva essere sedato, ma se si fosse fatta vedere... Non poteva permetterselo. Avrebbe dovuto restare nascosta e aspettare che Kolt facesse la sua mossa. Con buone probabilità sarebbe riuscito a scappare senza il suo aiuto, altrimenti – allora e solo allora – avrebbe sfruttato Maelstrom per aiutarlo. Era l'opzione più sicura, più logica. La scelta migliore.

"Solo per te stessa."

Aveva detto che la prossima volta avrebbe agito in modo differente, ma quella promessa non poteva essere valida solo per Brycen. Era stata lei a mettere Kolt in quella situazione e non avrebbe aspettato di vederlo ferito o in fin di vita prima di agire.

Una Tessitrice di Segreti doveva restare in disparte, questo Chloe lo sapeva. Comprendeva perché il suo ruolo le imponesse di essere così cinica, perché era necessario pensare solo a cos'era meglio per l'Ordine, ma le sue priorità erano cambiate e non le interessava più cosa le suggeriva il suo addestramento. Forse le sue speranze di vivere come Chloe erano già svanite, ma la sua anima no. Ciò che era, ciò che voleva essere, spettava solo a lei deciderlo.

Niente più compromessi.

Aprì le mani e attrorcigliò fili di Sihir tra le dita, poi tirò. Il pavimento sotto i piedi di Soleni e della guardia si lacerò, due piccoli fori che si ingrandirono fino a squarciare il suolo in voragini vorticanti. Lo stupore sbiancò i loro visi mentre precipitavano giù, annaspando in urla mozzate dalla chiusura dei portali. Con l'energia mistica che ancora pizzicava i polpastrelli, Chloe aprì un portale verso l'altra stanza e lo attraversò.

«No way, sei davvero venuta a salvarmi!» Kolt si alzò, sbuffando una risata. «Così mi commuovi, Bluebird. E io che pensavo fossi già scappata chissà dove! Per curiosità, dove li hai spediti?»

«Al piano di sotto» disse Chloe. Chiuse i pugni e i portali-spia collassarono insieme al varco nella parete, liberando la sua mente. La fronte si era già fatta pesante, spingendo contro le orbite. «Sbrighiamoci. Salire le scale non li terrà occupati a lun—»

«Attenta!»

Kolt puntò indice e medio contro di lei – no, contro qualcosa dietro di lei. Un sibilo metallico tagliò l'aria alle sue spalle e l'istinto di Chloe si attivò, vibrando tra i muscoli in uno slancio fulmineo. Incanalò il Sihir e scartò di lato, poi lo scoppio di uno sparo riempì la stanza e un proiettile sfrecciò a un soffio dal suo viso. Udì un lamento di dolore mentre si gettava nell'oscurità del vortice appena formato, ma la lama raggiunse il suo fianco e tagliò la stoffa rinforzata delle sue vesti, graffiando la pelle in una fitta bruciante.

Quando uscì dal portale era accanto a Kolt, che aveva ancora le dita tese e fumanti dopo lo sparo. Davanti a loro una donna in divisa grugniva sofferente, una mano premuta sulla spalla macchiata di sangue. No, non una donna. La stessa che era rimasta a guardia della porta, quella che il vortice di Maelstrom aveva fatto cadere al piano di sotto.

"Ha un Naru legato al teletrasporto?"

Ma non c'erano Dotai tra gli addetti alla sicurezza dell'IRHES, se n'era accertata prima di ogni altra cosa. Lo teneva nascosto o Soleni aveva alterato i documenti?

Kolt sollevò il pollice come fosse il cane di una pistola appena caricata, gli occhi puntati sulla donna. «Muoviti e il prossimo te lo ficco in testa.»

Lei schioccò le labbra in uno sbuffo ironico. Era sotto tiro, ferita al braccio con cui reggeva la spada, eppure l'espressione non tradiva alcun timore. Agitò la lama e il Sihir scintillò tra le dita di Kolt, schizzando via in un colpo che le perforò la fronte. L'arma le scivolò di mano, cadendo a terra in un tintinnio acuto, poi il suo corpo stramazzò al suolo.

«Cazzo, ascoltassero mezza volta.» Kolt scrollò via il fumo dalle dita. «Sia chiaro: se non volevi morti, dovevi dirlo prima. C'è un supplemento anche per— Ma che cazzo?!»

Indietreggiò, puntando entrambe le mani al suolo. Qualcosa stava fuoriuscendo dalla pelle della donna, un liquido oleoso dai riflessi violacei che impregnò capelli e divisa fino a rivestire il suo intero corpo – no, quello era il suo corpo. Carne, tessuto e persino il metallo della spada cominciarono a liquefarsi in ammassi informi, evaporando fino a svanire del tutto.

La porta si spalancò in uno schianto. Due guardie irruppero nella stanza con le spade sguainate, due donne con lo stesso viso allungato e i capelli color pesca legati in una coda alta. Le stesse fattezze di quella che un attimo prima giaceva a terra.

Non si era teletrasportata, ma duplicata. La vera guardia doveva essere quella che Maelstrom aveva fatto cadere al piano di sotto, e le altre non erano che creazioni di Sihir, copie fasulle e sacrificabili.

Kolt si accigliò. «Mi state prendendo per il culo?»

«Via!»

Chloe fece scorrere il Sihir tra le dita, visualizzando quanti più dettagli la sua mente riusciva a ricordare. Un infinito corridoio bianco, stanze buie protette da ampie vetrate, targhe numerate sulle porte blu... Troppo vago, ma sarebbe bastato. Afferrò Kolt per un braccio e lo tirò a sé, trascinandolo nel vortice di Maelstrom.

L'attimo dopo un corridoio simile a quello della sua mente si aprì dinanzi ai suoi occhi. Il numero sulla porta alla sua destra non era quello che aveva immaginato, ma erano fuori dalla stanza ed erano soli, e Chloe sospirò di sollievo.

«Non vorrei sembrare un ingrato, ma ho un appunto per il futuro» borbottò Kolt, guardandosi attorno. «La prossima volta portaci fuori dal posto da cui stiamo fuggendo. Così, eh, per dire. Nell'Heiko Jun non vi fanno fare molta esperienza con i salvataggi, vero?»

«Ho bisogno di concentrazione se non posso vedere dove andare» ribatté Chloe, piccata. «Più distante è la meta più è facile sbagliare, perciò resta di guardia e non mi distrarre.»

Chiuse gli occhi e catturò l'energia mistica tra le mani. La ferita al fianco pizzicava in un bruciore fastidioso ma sopportabile, e Chloe lo allontanò dalla mente per visualizzare i tratti dritti e scuri della camera d'albergo. Nella sua immaginazione presero forma il letto matrimoniale dalle coperte nere, la cornice d'onice dello specchio a parete, il comodino dal pomello scheggiato che aveva scelto come Aggancio...

Poi lo schiocco di una corda tesa ruppe il silenzio. Chloe balzò all'indietro, sentendo il Sihir scivolare via dalle dita. Il sottile sibilo di un dardo attraversò l'aria e la punta acuminata strisciò contro la stoffa della blusa, stracciandola all'altezza dell'avambraccio.

Un lamento le sfuggì dalle labbra. Il dolore era irrisorio: solo un graffio superficiale, un pizzicore che sarebbe svanito a momenti, ma era stata ferita. Di nuovo.

"Stai sbagliando tutto!"

Non otteneva risultati così mediocri dalle sue prime missioni, quand'era ancora una Tessitrice inesperta. Non aveva neppure sentito arrivare la guardia che ora sostava alla fine del corridoio, intenta a ricaricare la balestra.

Kolt fu più veloce. Alzò entrambe le mani e sparò prima al ginocchio dell'uomo e poi al petto, facendolo capitolare al suolo. Tra rantoli e gemiti la guardia allungò un braccio per raccogliere il dardo che era schizzato via dalle sue dita, ma un terzo colpo di Altershot gli fece schizzare via un dito.

«Ti giuro che non c'era nessuno!» disse Kolt, gli occhi sbarrati. «Non so da dove cazzo sia venuto fuori!»

Chloe aggrottò la fronte. Aveva colto di sorpresa anche lui? Le guardie armate di balestra vigilavano gli ingressi, quell'uomo doveva aver corso per essere riuscito a raggiungerli tanto in—

No, i tempi non combaciavano. Era impossibile che Soleni avesse già allertato la sicurezza. Forse la guardia aveva sentito gli spari, ma come aveva fatto ad arrivare così rapidamente? E perché non si era diretta verso l'ufficio di Soleni?

Due tlack alle sue spalle allertarono l'istinto di Chloe, ma questa volta i suoi sensi erano all'erta. Agitò una mano mentre si voltava e il Sihir squarciò l'aria, disegnando due vortici oscuri davanti a sé. Il primo inghiottì i dardi scagliati dalle guardie, il secondo li sputò fuori per rispedirli al mittente. Solo uno centrò il bersaglio, sfregiando il braccio di uno dei due uomini prima di conficcarsi nella parete.

«Escono dalle fottute pareti o cosa?» Kolt la affiancò con le dita pronte a sparare, ma Chloe lo afferrò per un polso.

Entrambi gli uomini avevano lo stesso aspetto di quello che Kolt aveva ferito. Due persone con lo stesso Naru... Questo era da escludere, ma allora come funzionava? Una delle guardie doveva avere la capacità di creare cloni e l'altra un Naru di spostamento rapido, ma Chloe non aveva mai visto l'uomo e la donna insieme. Come facevano a collaborare?

Un angosciante fastidio si arrampicò sulle gambe, formicolando lungo la pelle. C'era qualcosa di strano, troppi tasselli che non combaciavano tra loro, ma non c'era tempo per trovare le risposte. Mentre i due uomini ricaricavano le armi, Chloe racimolò Sihir alla svelta e tirò Kolt all'interno di un nuovo portale.

L'aria fredda dell'esterno lambì la pelle in un brivido rassicurante. L'IRHES aveva la costellazione di Grus dipinta sul tetto dell'edificio, e Chloe ringraziò gli Dèi che il ricordo fosse abbastanza nitido da funzionare come Aggancio. Il terrazzo avrebbe concesso solo uno spiraglio di calma apparente, ma le servivano solo cinque secondi per—

Una fitta lancinante le rubò un gemito quando un dardo si conficcò nella sua coscia. Non fece in tempo a voltarsi che i suoni di nuovi spari tagliarono l'aria, e Chloe strappò il Sihir con violenza per aprire nuovi vortici davanti a lei e Kolt. I dardi svanirono nell'oscurità, ma uno sfiorò il margine del varco e volò oltre, fino a conficcarsi nella sua spalla. Il dolore vibrò tra i nervi e intrizzì i muscoli, sfociando in un lamento sordo e strozzato tra i denti stretti.

"Non è possibile" pensò Chloe, mentre sei uomini identici tra loro ricaricavano le balestre. "Come fanno a essere già qui?"

Sembrava che sapessero dove l'avrebbero portata i suoi vortici... No, era il contrario. Non erano a conoscenza di Maelstrom, perciò non lo sapevano. Non l'avevano seguita, la stavano aspettando.

Chloe aveva perlustrato l'edificio prima che Soleni gettasse la sua maschera, ecco perché l'aveva trovato vuoto. Una volta cominciato l'incontro le guardie dovevano essersi duplicate e posizionate ovunque per coprire ogni via di fuga. Soleni aveva organizzato l'incontro mettendo in conto che la Tessitrice avrebbe cercato di liberarli e quella era la sua contromisura, o forse era il suo piano fin dall'inizio. Kolt era solo un'esca, uno stratagemma per farla uscire allo scoperto e catturarla.

E lei si era lasciata ingannare.

Kolt sparò al petto di due guardie, che stramazzarono al suolo. Cadevano in fretta per essere delle unità addestrate, forse perché nessuna di loro era l'originale? I superstiti scoccarono i loro dardi e Chloe manovrò il vortice per intercettarli, orientando il portale d'uscita perché mirasse contro di loro. Ne colpì due, ma i loro corpi si sciolsero prima ancora di toccare terra. Restò qualcosa nell'aria, dapprima solo un alone appena visibile e poi un'ombra sempre più concreta. Assunse l'aspetto di un liquido oleoso e violaceo dalla forma vagamente umanoide, poi i dettagli si definirono in un uomo dalla divisa scura e i corti capelli castani, con una balestra imbracciata.

«Kolt» sussurrò Chloe. La voce venne fuori a fatica, più strascicata di quanto avrebbe voluto. «Mi serve—»

«Concentrazione, ho afferrato il concetto.» Kolt sollevò il braccio, le dita puntate al cielo. «Chiudi gli occhi, Bluebird.»

Lo fece. Il suono dello sparo che seguì era breve e sordo, sbagliato eppure familiare, che inondò il tetto di una luce tanto luminosa da riuscire a percepire la differenza persino a palpebre. Le guardie levarono lamenti infastiditi, ma nel loro affaccendarsi Chloe sentì i tlack dei grilletti. Alzò una mano per catturare Sihir, ma due mani l'afferrarono per strattonarla all'indietro e si trovò stretta contro il petto di Kolt mentre i dardi saettavano non distante dalle sue orecchie.

«Non mi piace essere in debito con qualcuno» si giustificò lui. «Ora portaci via da qui.»

Chloe annuì, gli occhi ancora chiusi. Lasciò scorrere il Sihir tra le mani e disegnò le linee del comodino nella sua mente, definendo i contorni dell'Aggancio e poi decorando la sua immaginazione con ogni dettaglio che riusciva a ricordare. L'energia mistica si diffuse lungo il suo corpo, ma scacciare l'angoscia dal suo petto era più complicato.

Era colpa sua. Avrebbe dovuto essere più attenta e meno concentrata sui suoi problemi personali. Avrebbe dovuto essere sincera con se stessa sin da subito, invece di mettere una toppa a tutti gli strappi della sua vita. Se avesse affrontato quella missione con la dedizione di una Tessitrice, o avesse ammesso dopo il Gala di non esserne in grado, lei e Kolt non si sarebbero trovati in quella situazione.

"Non pensarci adesso" si ammonì. "Concentrati sul portale. A quest'ora l'ingresso e tutti i corridoi saranno presidiati, devi creare un passaggio per l'albergo."

Le ferite bruciavano, tanto la sua pelle quanto il suo orgoglio. Si era lasciata colpire quattro volte, e due dardi erano conficcati in profondità. Quello nella coscia era sopportabile, ma l'altro aveva colpito l'articolazione. Il solo muovere la spalla diramò una scarica di dolore lungo tutto il braccio, pulsando in un formicolio diffuso. Non poteva nascondere quelle ferite a Chen-Yi, non c'era modo di far apparire il suo fallimento meno disastroso di quanto non fosse.

E che giustificazione avrebbe dato a Brycen? Gli aveva detto che sarebbe cambiato tutto, aveva promesso a se stessa che quella sarebbe stata l'origine del suo cambiamento, invece sarebbe stata costretta a mentire di nuovo. Avrebbe smesso di crederle, prima o poi; era buono, troppo buono con lei, ma anche troppo intelligente. Persino la sua pazienza si sarebbe logorata, era solo questione di tempo prima che si spezzasse.

E solo gli Dèi sapevano se l'Ordine le avrebbe concesso di tornare da lui.

"Smettila! Non è il momento per questo!"

Chiuse il pugno e ordinò al Sihir di strucire lo spazio davanti a lei. Chloe lo percepiva vorticare, un gorgoglio sussurrato che disegnava le prime nebbie nella sua mente. Sentì le balestre che venivano caricate e aprì gli occhi, stringendo la mano di Kolt nella sua.

«Dentro!»

Saltarono nel portale. La penombra li avvolse mentre ruzzolavano sul pavimento, e il silenzio offrì un tiepido conforto. Chloe abbassò cappuccio e maschera, respirando piano per riprendere fiato. Sentiva la stoffa umida di sangue sulle ferite e una fotta di dolore penetrò la gamba quando si alzò, ma riusciva ancora a stare in piedi.

«È l'albergo?» chiese Kolt d'un tratto, dubbioso. «Strano. La luce l'ho lasciata accesa come hai chiesto.»

Chloe spalancò gli occhi, boccheggiando una risposta che non venne mai fuori.

Non era la camera d'albergo di Kallum Brooks. Non era la stanza segreta nel suo appartamento, perché non spegneva mai la lampada. Non era nemmeno Oblivion: quello non era il nero infinito della dimensione oscura, ma il buio di luci spente e imposte chiuse per la notte, immerso in un familiare profumo di cedro e agrumi.

«Chloe? Sei tu?»

La voce di Brycen suonò come lo schiocco di mille balestre, e ogni dardo le perforò il cuore. Le forze la abbandonarono, un panico irrazionale si fece strada a morsi e graffi nel suo stomaco, risalendo in un conato di nausea fino ad annebbiare la mente.

«Kolt.» Lo cercò nel buio, le mani tremanti. Quando trovò le sue braccia vi si aggrappò con tutte le forze. «Kolt, dobbiamo—»

La luce si accese e le parole morirono sulle sue labbra. Incrociò gli occhi sbarrati di Brycen e l'ultimo filo che teneva insieme la sua anima si spezzò, annullando ogni pensiero, ogni speranza, finché non restò più nulla.


Visto che si parla di occhi, un primo piano su quelli di Chloe~


Well... fuck (:

Tutto è andato a meraviglia, non c'è che dire! A quanto pare Soleni non è uno sprovveduto, e se Chloe (e l'Ordine) sperava di giocare d'anticipo, si sbagliava. Anche il caro Arturo si era preparato all'incontro, e tra le sue fila può contare sull'aiuto di un Dotai d'eccezione... o due? O che altro? Secondo voi qual è la risposta giusta? 👀

Chloe ha difficoltà ad usare i portali di Maelstrom in situazioni concitate se non può vedere la meta, e l'agitazione non aiuta decisamente allo scopo. In questo momento, non è palesemente in grado di staccarsi dalla sua emotività e la cosa le è costata cara, specialmente alla fine.

E ora sono veramente cazzi :D Abbiamo una Chloe ferita, in mise da Tessitrice e in compagnia di Kolt... Buona fortuna a spiegare tutto questo a Brycen :')  

Cosa pensate che succederà adesso? Ma soprattutto, quanti di voi mi verranno a cercare sotto casa perché devono aspettare una settimana per scoprirlo? XD 

Beh, io nel dubbio fuggo! Preparatevi, perché ci avviciniamo alla fine e vi aspettano delle piccole bombe una dietro l'altra~


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