Bluebird

By Mari_Blackstar

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[COMPLETA] Trasferirsi nella moderna e multiculturale repubblica di Sayfa avrebbe dovuto segnare una svolta n... More

EXTRA - Premesse & Fanart
EXTRA - Moodboard [Parte 1]
EXTRA - Moodboard [Parte 2]
✿ Primo arco: Primavera ✿
Capitolo 1 - Curiosi occhi neri
Capitolo 2 - Nessuno sospetta mai di una ragazza graziosa
Capitolo 3 - Valeva la pena sperare
Capitolo 4 - Accettabile compromesso
Capitolo 5 - Un brindisi alle idee stupide
Capitolo 6 - La linea del necessario
Capitolo 7 - Pur di vederti sorridere
Capitolo 8 - Qualcosa di vero
Capitolo 9 - Bethelie
Capitolo 10 - Senza più esitazione
Capitolo 11 - Così ho trovato la mia fede
Capitolo 12 - Se solo ti lasciassi andare
☀ Secondo arco: Estate ☀
Capitolo 13 - Inno alla Vittoria
Capitolo 14 - Quello di cui ho bisogno
Capitolo 15 - Scorciatoie di pensiero
Capitolo 16 - Vodka. Liscia. Doppia.
Capitolo 17 - Altocumuli
Capitolo 18 - Occhi velati di nebbia
Capitolo 19 - Eredità
Capitolo 20 - Non è impossibile
Capitolo 21 - Cosa ti piacerebbe fare?
Capitolo 22 - Essere uomo
Capitolo 23 - Respira
Capitolo 24 - La scelta migliore
Capitolo 25 - Ti fidi di me?
Capitolo 26 - Chloe
Capitolo 27 - Sognare a occhi aperti
Capitolo 28 - Giudizio [1/2]
Capitolo 28 - Giudizio [2/2]
Capitolo 29 - Ogni giorno della mia vita
Capitolo 30 - Non preoccuparti
Capitolo 31 - Quando si parte?
Capitolo 32 - Semplice precauzione
❦ Terzo arco: Autunno ❦
Capitolo 33 - Rimuovere il velo
Capitolo 34 - Casa dolce casa [1/2]
Capitolo 34 - Casa dolce casa [2/2]
Capitolo 35 - Le radici delle orchidee
Capitolo 36 - Così semplice
Capitolo 37 - Chi sei davvero [1/2]
Capitolo 37 - Chi sei davvero [2/2]
Capitolo 38 - Deriva
Capitolo 39 - Far suonare i tamburi
Capitolo 40 - Un brindisi ai novelli sposi [1/2]
Capitolo 40 - Un brindisi ai novelli sposi [2/2]
Capitolo 41 - Mandare un messaggio
Capitolo 42 - Qualunque cosa accada
Capitolo 43 - Quello freddo e tagliente di Kiyoko
Capitolo 44 - Come un vero uomo
Capitolo 45 - Increspature nell'acqua [1/2]
Capitolo 45 - Increspature nell'acqua [2/2]
Capitolo 46 - Era più semplice fingere
Capitolo 47 - Famiglia
Capitolo 48 - Ti amo
❆ Quarto arco: Inverno ❆
Capitolo 49 - La fortuna bacia gli audaci [1/2]
Capitolo 49 - La fortuna bacia gli audaci [2/2]
Capitolo 50 - Cortesia tra colleghi
Capitolo 51 - Vita comune
Capitolo 52 - Ciò che hai sempre desiderato
Capitolo 53 - Tempo, respiro, speranza
Capitolo 55 - Vocazione
Capitolo 56 - Inspirare ed espirare
Capitolo 57 - Mantenere l'equilibrio
Capitolo 58 - In principio fu il buio
Capitolo 59 - Quando, non se
Capitolo 60 - Chiudi gli occhi
Capitolo 61 - Quante volte
Capitolo 62 - Oscurità, silenzio, vuoto
Capitolo 63 - Non c'era Chloe
Capitolo 64 - I frutti della negazione
Capitolo 65 - Soltanto una bugia
Capitolo 66 - Chiudere il cerchio
Capitolo 67 - Caro Brycen
Capitolo 68 - Lo giuro
Capitolo 69 - Libertà e vita
Capitolo 70 - C'è sempre tempo per risanare la propria anima
Capitolo 71 - Costruire
[EXTRA] Ringraziamenti
Epilogo
[EXTRA] Funfacts

Capitolo 54 - Solo un essere umano

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By Mari_Blackstar

Quattro giorni. Arturo gli aveva concesso solo quattro giorni per riflettere sulla collaborazione, e Brycen aveva sprecato il primo in uno stato di profonda riflessione che rasentava la catatonia, vagando per casa come uno spettro, così assorto nelle sue ponderazioni da dimenticare persino di mangiare.

Il secondo giorno aveva letto e confrontato così tanti tomi da svuotare uno scaffale intero. Aveva scritto e accartocciato un numero indecifrabile di pagine, fino a quando le mani tremanti non riuscivano più a tener ferma la penna. Era rimasto immobile per più tempo di quanto avrebbe mai creduto possibile, con lo sguardo rivolto alla finestra a fissare il vuoto, la mente così satura di pensieri che l'unica cosa su cui riusciva a porre la sua concentrazione era il suono del puro silenzio.

Il terzo giorno si arrese alla necessità di chiedere consiglio, esponendo i suoi dilemmi attorno al tavolo di villa Duniè. Brycen preferiva riflettere da sé prima di esporre i suoi pensieri a terzi, ma era sempre stato lento nel farlo. Avrebbe dovuto abituare la mente a lavorare sotto pressione costante, invece di cullarsi nella possibilità di avere tempo adeguato di analizzare ogni punto che essa riusciva a sviscerare, e ora ne pagava le conseguenze.

Brycen riuscì a malapena a guardare negli occhi i suoi amici mentre parlava, tenendo l'orologio stretto tra le mani e lo sguardo fisso sulla credenza in fondo alla sala, che Jessica aveva deciso di colorare con un motivo a quadri blu e verdi. Così pacchiano da far male agli occhi, lo aveva definito Sabrina, ma lui trovava confortante poter seguire le linee intersecarsi tra loro.

«E tu cos'hai risposto?» azzardò Mindy, cauta. Brycen non ricordava di averle mai sentito pronunciare una frase con quel tono sottile, aspirato.

«Ancora nulla» disse Chloe al posto suo. «Soleni gli ha concesso un paio di giorni per pensarci, lo incontrerà domani.»

«Non mi piace quel tizio.» Edward incrociò le braccia al petto. «Tutto quest'ottimismo del cazzo è strano. La fa troppo facile, sembra che debba andare a comprare il pane al mercato!»

Jessica annuì, accasciandosi sulla sedia. «Chissà come immagina l'incontro nella sua testa. "Scusate, possiamo entrare nella tomba sacra della vostra semi-divinità?" "Ma certo, nessun problema, volete anche fermarvi per cena?"»

«Ecco, capite che voglio dire? Questo parla come se potesse davvero andare così!»

«Per essere così tranquillo, è chiaro che abbia qualcosa in mente. Magari ci sono dietro dinamiche di cui noi non siamo a conoscenza.» Sabrina manteneva una postura composta e un'espressione neutrale, ma faceva oscillare la gamba destra che teneva accavallata sull'altra.

«Chi se ne frega di quello!» sbottò Mindy. «Questo vuole riesumare i resti di una Santa e studiarli, vi rendete conto?»

«Pensa a cosa potrebbe portare una scoperta simile» mormorò Louis, spingendo il busto in avanti per riuscire a guardarla negli occhi. «Soleni ha ragione, la sihirlim potrebbe fare enormi progressi! Cosa c'è di male nel prelevare un po' di materiale genetico? Ti assicuro che non è niente di invasivo, di sicuro chiunque verrà incaricato di farlo sarà più che rispettoso di—»

«Rispettoso?» Mindy liberò uno sbuffo ilare. «È una Santa, Louis! Non importa che per noi non lo è, il concetto è lo stesso. Se Arturo avesse voluto essere rispettoso, una proposta così non avrebbe proprio dovuto farla.»

«Brycen stesso crede che la sua natura fosse umana, non divina, e lui è un beyledista. Da quanto ho capito si potrebbe paragonare all'Alto Luminux, che è al vertice della Chiesa ma resta pur sempre un uomo qualunque.»

«Lascia decidere a noi lucisti se è un uomo qualunque o no. Se venisse uno zimeo a chiedermi se può prendersi la salma di un Alto Luminux, gli sbatterei la porta in faccia. Ed è già tanto se non gliela sbatto sulla faccia!»

Louis sospirò, passandosi una mano tra i corti capelli scuri. «Senti, non voglio sminuire le credenze di nessuno, ma prova a guardarla da un diverso punto di vista. Da secoli i ricercatori di tutta Sayfa cercano qualcosa, qualunque cosa che possa avvicinarci alle scoperte di Norbait, e finalmente abbiamo una speranza! Potrebbe cambiare le nostre vite, senza considerare ciò che significherebbe per la mia gente.»

«E se il costo fosse troppo alto?» Sabrina tamburellò con le unghie tonde sul tavolo. «So bene che potrebbe essere la nostra unica occasione di avere delle risposte, ma ho paura di dove potremmo spingerci se siamo disposti a superare certi limiti con così tanta semplicità.»

«Non è che voglia prendersi la salma a forza, però» disse Jessica. «È solo una proposta, gli zimei possono comunque dire no e basta.»

«Io non capisco dove sta il problema.» Nosh non fece in tempo a concludere la frase che Mindy gli scoccò un'occhiata furente, abbastanza da fargli incassare la testa nelle spalle. «La prendi troppo male, mi vida. Soleni non vuole fare del male a nessuno.»

«Se fossi una beyledista, farebbe male a me! Questo non conta niente? Chi l'ha deciso che calpestare la fede di un'intera nazione va bene?»

«E se studiare la Santa Velaj servisse a trovare la cura di una malattia?» Nosh cercò lo sguardo della sua fidanzata. «Saresti contraria anche se si trattasse di salvare delle vite?»

«Non cominciamo col gioco dei se, non è questo il caso!»

«Evitiamo le circostanze ipotetiche, o perderemo di vista il fulcro del discorso. Siamo tutti d'accordo che riesumare i resti di una figura religiosa sia un'operazione delicata, a prescindere dalla fede.»

«Io no» si intromise Edward. «Dico solo che quel Soleni è un coglione e va mandato a fanculo, fine della storia. Che se la veda lui.»

Sabrina gli scoccò un'occhiata stizzita. «Caspita, Eddie, questo è il tuo massimo apporto alla conversazione?»

«Perché, voi state dicendo qualcosa di utile?»

«Brycen, ascolta me: non farlo» disse Mindy, stringendogli la mano libera tra le sue «Non abbiamo nessun diritto di fare una cosa del genere. C'è un motivo se i santi sono santi, no?»

«Ma prima di essere una santa, Velaj era una donna. E anche se Zima era la sua terra, noi kautiani siamo la sua gente. Chi ci dice che sarebbe contraria a fare qualcosa che potrebbe aiutarci?» incalzò Louis, il busto dritto. Non c'era presunzione nel suo tono, e quando sollevò le iridi grigie verso Brycen, la sua voce assunse la sfumatura di una supplica. «Non possiamo rinunciare a quest'occasione. Dopo tutto il tempo che hai passato a scrivere quel saggio, dopo tutti i tuoi sforzi, non puoi fermarti adesso. Siamo così vicini, devi solo fare un altro passo.»

«Un passo verso il progresso... Ma forse anche verso l'eresia» puntualizzò Sabrina, ciondolando la testa di lato. «Anche a voler sorvolare sulla componente religiosa, resta quella etica. Dove tracciamo la linea? Ne vale davvero la pena?»

«Non starai esagerando, adesso?» Jessica inarcò un sopracciglio. «Non c'è mica bisogno di essere così drammatici. Voglio dire, non è neppure la tua religione.»

«E neanche la nostra» la rimproverò Chloe. «Non spetta a noi decidere cos'è esagerato o cosa no.»

Quel commento però non riuscì a fermare la discussione. Pareri e considerazioni si susseguirono in un fiume di suoni che divenne via via sempre più caotico, suoni che raggiunsero le orecchie di Brycen in versi acuti e pesanti rimbombi il cui significato era sempre meno comprensibile.

Non era colpa loro. In condizioni normali avrebbe apprezzato quel dibattito e avrebbe volentieri partecipato, ma formulare una risposta gli risultava difficile, figurarsi pronunciarla ad alta voce. La sua mente era confusa e i muscoli stanchi, il semplice ascoltare lo aveva prosciugato di ogni energia. Le palpebre erano pesanti per il sonno o forse era solo voglia di dormire, chiudere gli occhi sperando di trovare un po' di pace.

Sempre che fosse possibile raggiungerla. D'altronde, se neanche i suoi amici riuscivano ad accordarsi per prendere una decisione, come avrebbe mai potuto farlo lui?



Lorenzo tamburellò le dita sul calice. Teneva lo sguardo fisso sulla teca che ospitava una statuetta dell'angelo Hariel, con le quattro ali spiegate in un volo alla ricerca del sole. Brycen non era certo che Lorenzo la stesse ammirando, ma non doveva essere un caso se aveva scelto di fermarsi di fronte a una scultura lucista per riordinare i suoi pensieri. Poche volte gli aveva visto indossare un'espressione tanto seria.

Il salone della Corte di Andromeda sembrava enorme senza i suoi membri, troppo silenzioso, ma in quel momento quiete e spazio erano cose di cui Brycen aveva un disperato bisogno. Persino adesso, a serata ormai conclusa, si sentiva sopraffatto, con un pulsante cerchio alla testa e l'unico desiderio di restare immobile e lasciare che il vino bianco attenuasse quel frastuono. Forse la sua emicrania sarebbe peggiorata, ma gli sembrava un compromesso accettabile.

«Sai, più rifletto sulla questione e più credo che un tale arrovellarsi sia privo di utilità.» Lorenzo bevve l'ultimo sorso del suo vino. «È necessario dare la tua risposta adesso? È probabile che si stia discutendo di una possibilità irrealizzabile, dopotutto. Attualmente quelle di Arturo Soleni sono solo chiacchiere.»

«Credi che sia un ciarlatano?»

«Non la metterei su questi termini. Nella migliore delle ipotesi si è lasciato travolgere dall'entusiasmo, nella peggiore è un idiota.» Lorenzo diede le spalle alla statua, raggiungendo Brycen sul divano. «Credo nelle tue teorie, Brycen. Investirei ogni centesimo di cui dispongo per supportarti se fosse sufficiente, ma qui non si tratta di mero denaro. Prima ancora di convincere la zarina a concedere il suo benestare, serve ottenere il consenso dei nostri Rappresentanti, perciò il tuo ruolo attivo nella questione potrebbe rivelarsi suplerfluo.»

«Arturo ha parlato di una conoscenza ai piani alti. Per quanto ne so, potrebbe essere proprio uno di loro.»

«Se anche fosse, non è detto che riesca a ottenere la maggioranza in Consiglio. Ammettiamolo, è impensabile che riesca nell'impresa! Il governo non rischierà di offendere la zarina con una richiesta tanto delicata, Sayfa ha bisogno di Zima più di quanto sia vero il contrario.» Una smorfia gli stropicciò le sue labbra mentre riempiva di nuovo il bicchiere. «Le nostre Cave non sono sufficienti a fornire energia all'intero territorio e le nostre Fonti sono inutili senza i segreti della tecnologia jiyana. Checchè ne dicano i politici, dipendiamo da Zima. Se la zarina Ulyana decidesse di aumentare il prezzo delle Pietre di Sihir, la nostra economia crollerebbe. Se decidesse di interrompere le trattative, per quanto sia assurda l'ipotesi... Che il Signore della Luce abbia pietà di noi.»

«Questo però non cambia le cose» ribatté Brycen. «Non posso esimermi dal fornire una risposta, che si tratti di un'opzione realmente attuabile oppure no. Tirarmi indietro sfruttando come scusante il fatto che lo ritengo poco probabile mi sembra una soluzione troppo comoda.»

«Non è una mera questione di probabilità di successo, ma di un potenziale di rischio che si preannuncia disastroso. Onestamente parlando, Brycen, non concordi con me sul fatto che l'idea sia una follia a livello politico?»

«Sì, concordo»

«Dunque il problema non si pone. Il tuo parere sulla proposta di Arturo diventa irrilevante se, a monte, ritieni che sia molto più saggio astenersi dall'imboccare una via simile.» Lorenzo si piegò in avanti, quel tanto che bastava per riuscire a raggiungere la sua spalla. «Ascolta il consiglio di un amico, Brycen: non logorarti con pensieri inutili. Ci sono dilemmi troppo grandi persino per il migliore tra gli uomini. Se non è necessario trovare risposta, credo sia lecito concederci di lasciarli irrisolti.»

Brycen annuì senza convinzione. Non era ad Arturo che doveva quella risposta, ma a Beyled stessa. La Dea Bianca esigeva di sapere qual era la sua posizione a riguardo, e non era una richiesta da cui era possibile sottrarsi.

Per la prima volta dopo anni, Brycen provò il desiderio di parlare con lei, di porgerle le sue domande e ricevere una risposta. Il suo corpo era scosso dalla necessità che gli venisse mostrata la retta via da seguire, un segno, un suggerimento sulla decisione migliore da prendere. Fremeva perché la mano di Beyled si posasse su di lui per scacciare il suo turbamento, che la sua voce candida gli sussurrasse che stava ancora seguendo il suo volere.

Avrebbe voluto almeno poter ascoltare il parere di qualcuno devoto alla Dea. Mari era sempre in grado di trovare un punto fermo nel caos dei suoi pensieri, Bethelie offriva l'indulgenza che non riusciva a mostrare a se stesso e Edvokin sapeva sempre cosa fare, anche quando non ne aveva la più pallida idea.

«Credo sia arrivato il momento di tornare a casa.» Brycen si alzò dal divano, sgranchendosi le gambe che aveva tenuto ferme troppo a lungo. «Ti ringrazio, Lorenzo. Per i consigli e per il tuo tempo.»

«Se vuoi davvero ringraziarmi, assicurati di dormire» lo ammonì lui, accavallando le gambe. «Quella è l'espressione di un uomo che ha intenzione di riflettere per tutta la notte, invece che riposare.»

Brycen abbozzò un sorriso, lasciandosi scortare all'ingresso. L'ennesimo consiglio che non sarebbe stato in grado di seguire.


Ridipingere la camera da letto. Quella era una decisione più semplice da prendere. Avrebbe chiesto a Jessica di sostituire il color avorio con sfumature brillanti e pattern geometrici, così la prossima volta che si sarebbe steso sul letto con lo sguardo rivolto al soffitto non si sarebbe sentito così perso.

«Sai, Bry... Amo condividere molte cose con te, ma avrei preferito che tra queste non ci fosse l'insonnia»

Brycen spostò lo sguardo su Chloe, appoggiata allo stipite della porta. Il trucco copriva le occhiaie che negli ultimi giorni erano presenza costante sul suo viso, ma non c'era modo di nascondere quel sorriso stanco, tenuto su a fatica.

«Chi può dirlo? Magari ero proprio sul punto di addormentarmi» disse Brycen, lanciando un'occhiata al quadrante dell'orologio da taschino. Erano già le tre di notte?

«Con i vestiti ancora addosso e la lampada accesa? Se ti avessi visto dormire così, avrei piuttosto pensato tu fossi svenuto.»

Si liberò delle scarpe e si gettò sul letto, facendo sobbalzare il materasso. Brycen la sentì avvicinarsi al suo fianco e alzò un braccio per accoglierla, lasciando che abbandonasse la testa contro la sua spalla.

«Com'è andata la scrittura? Sei riuscita ad andare un po' avanti?»

«Quanto basta. Non preoccuparti anche di questo, non è alla mia scrittura che dovresti pensare adesso.»

«Non temere, sono in grado di suddividere la mia preoccupazione su più fronti. Un'abilità piuttosto utile se consideri che, come dice Edvokin, i problemi sono come lontani parenti: non ci rivolgono mai la cortesia di farci visita uno per volta.»

Chloe rise, ma quel divertimento si affievolì presto, scemando in un sospiro. «Bry, se hai bisogno di parlare con lui e Mari, posso usare Maelstrom per—»

«Tesoro, no. Sarebbe un viaggio sfibrante persino se non ti causasse problemi, non c'è bisogno di spingersi a tanto.»

«Parlarne alla Corte ha aiutato almeno un po'?»

«In tutta onestà, non so neanch'io cosa potrebbe aiutarmi. È tutto così surreale che fatico a crederci.» Brycen chiuse e riaprì lo sportellino dell'orologio. La molla cigolava più forte di prima, avrebbe dovuto sostituirla prima di romperla del tutto. «Ho cominciato a scrivere il saggio senza aspettative. Certo, covavo la recondita speranza che potesse essere di ispirazione, ma un simile risvolto non era previsto neanche nelle mie più ottimistiche fantasie. C'è così tanto a cui pensare che non mi sarebbero sufficienti intere settimane per elaborare tutto come vorrei, figuriamoci pochi giorni.»

«Non puoi chiedere ad Arturo più tempo?»

«Potrei, ma non mi aggrada l'idea di costringerlo ad attendere a causa della mia indecisione. A conti fatti non sono essenziale per il progetto, a prescindere da quale sarà la mia scelta non trovo corretto rallentare Arturo a causa della mia procrastinazione. È solo che non so come...» Brycen sospirò, sentendo le parole sfuggire alla sua presa. Chiuse gli occhi e si passò una mano sul volto, massaggiando le sinusi. «Ho chiesto consiglio a tutti coloro di cui mi fido. Ho stilato una lista di pro e contro, ho ragionato sulle diverse possibilità valutando rischi e vantaggi, eppure non riesco a sbloccarmi. Ti è mai capitato di trovarti di fronte a un bivio con la consapevolezza che qualunque strada deciderai di imboccare sarà quella sbagliata?»

Chloe liberò una risata amara. «Sì, conosco la sensazione.»

«E come sei riuscita a prendere una decisione?»

«Non l'ho presa. Ho finto di non vedere il bivio fin quando non mi sono trovata fuori strada.»

Brycen si voltò, ma lei non incrociò il suo sguardo. Tormentava uno dei bottoni della sua camicia con le dita, persa in chissà quali pensieri. Ogni giorno era più stanca, distratta, agitata. Non voleva forzarla a parlare, ma se avesse scelto l'approccio sbagliato? Forse sarebbe stato meglio per lei spronarla ad affrontare qualunque malessere la stesse prosciugando, invece che limitarsi a offrire la sua disponibilità.

«Chloe...»

«Temo di non essere la persona più qualificata a darti un parere su questo.»

Seguì un silenzio da preferisco non parlarne, e Brycen annuì. Se persino nel supportare la sua fidanzata era incapace di seguire una linea d'azione con risolutezza, come pretendeva di riuscirci per la proposta di Arturo?

«Ero certo che mi avresti consigliato di rifiutare» disse Brycen. «So come la pensi sulle questioni religiose e Arturo non ti è mai piaciuto. Ero convinto che, prima o poi, avresti cercato di convincermi a tirarmi indietro.»

«Sembra più che speravi lo facessi.»

«Può darsi. Il tuo sesto senso aveva ragione anche stavolta, perciò ho pensato che se fossi stata tu a dirmelo—»

«Non sei indeciso su cosa fare, vero?» Chloe sollevò il busto per guardarlo negli occhi. I capelli scivolarono sul suo petto, solleticandogli il collo. «Hai già scelto, ma non vuoi ammetterlo a te stesso.»

«Sono un ipocrita, Chloe. Nessuno dei pareri che ho raccolto e nessuna delle motivazioni che ho trovato riesce a convincermi del contrario. Ho provato a ripetermi che non sono adatto a questo ruolo, perché non sono una donna e la mia famiglia mi ha ripudiato, ma sono solo scuse.» Alzò lo sguardo al soffitto. Così bianco... Quel colore avrebbe dovuto offrirgli sollievo, invece sembrava in procinto di inghiottirlo. Era in agguato, in attesa di un suo passo falso. «Sogno un'occasione simile da tutta la vita. Ho promesso a me stesso che avrei fatto qualunque cosa in mio potere per smuovere Zima dal suo torpore, per essere quantomeno un tassello nel cambiamento, anche se forse non vivrò abbastanza a lungo da vedere l'esito di questo processo. E ora che ho la possibilità di fare qualcosa di concreto, io...»

«Continui a esitare. E ti domandi se ciò che provi abbia davvero valore, o se sei soltanto un egoista.»

«Non avrei saputo usare parole migliori» Brycen gettò fuori l'aria in un respiro pesante. L'angoscia però era ancora lì, graffiava la gola a ogni respiro mentre scivolava lungo il petto. «Dovrei accettare. A livello logico è la scelta giusta, ma—»

«Dimentica gli schemi logici per un po', ti va?» Chloe gli accarezzò il viso. «Dimentica le aspettative e le promesse, dimentica cosa dovrebbe essere giusto. Siamo solo tu e io, niente Arturo, niente scadenze, niente pressioni. Prova a dirmi solo cos'è che provi.»

«Ho paura, Chloe. Quando ho scritto il saggio, mi sono posto il problema di pensare anche all'impatto che le mie teorie avrebbero potuto avere sul beyledismo e a come la fede nella Dea Bianca poteva coesistere con le mie affermazioni. Ma questo... Io non... Non ero preparato, e farne parte in prima persona mi spaventa. Ho timore che...» Si fermò, trattenendo il resto della frase tra le labbra serrate. «Mi dispiace, non volevo affrontare questo discorso con te. So che il tuo parere sulla fede è opposto al mio, avevo promesso che—»

Chloe gli posò due dita sulle labbra. «Dimentica quel giorno, per favore. Almeno per oggi. Adesso vorrei solo che parlassi liberamente, perciò non trattenerti. Ti prego.»

Brycen chiuse gli occhi, riempiendo i polmoni di aria nuova mentre scacciava tutto il resto. Niente barriere, niente filtri, solo i suoi pensieri a cui dare voce.

«Credo che sia nostro dovere preservare la religione. Non è sufficiente l'esistenza della divinità per costruire la fede: persino nell'astratto, nell'indimostrabile, gli esseri umani hanno bisogno di qualcosa di tangibile a cui affidarsi. Qualcosa che possono vedere, sentire, toccare o quantomeno immaginare. Abbiamo bisogno di riti, preghiere e dogmi, abbiamo necessità di esteriorizzare le nostre credenze e di avere dei riferimenti a cui appellarci.

«Lo aveva capito anche lei, Chloe, ne sono certo. Sapeva che per diffondere la parola di Beyled, per far sì che la gente credesse e si unisse sotto un unico vessillo di pace, Velaj non era sufficiente. C'era bisogno di qualcosa di più. C'era bisogno di una Santa.»

Strinse la mano di Chloe nella sua. Lei intrecciò le dita alle sue, come faceva sempre, come avrebbe continuato a fare. Distese le labbra e in quel sorriso Brycen trovò la forza di proseguire.

«So che io per primo ho umanizzato la sua figura, ma non l'ho mai posizionata sul nostro stesso piano. Non mi sarei mai permesso di farlo. Quello che vuole fare Arturo non è una mera questione di rispetto, si tratta di declassare la figura di una Santa a persona comune, annullare la distanza tra noi e il divino, prendere il concetto di sacro e piegarlo al nostro volere.

«Sì, abbiamo il potere di farlo e sì, talvolta è persino necessario, ma quali sono le conseguenze? Se l'inviolabile smette di essere tale e la santità perde il suo significato, non è destinato a crollare ogni caposaldo della religione? Le parole della Santa Velaj avrebbero lo stesso valore, se a pronunciarle fosse stato un nostro pari e non qualcuno che, quantomeno nella percezione della nostra fede, ci è superiore? Se venisse meno il rispetto e la fiducia che le dobbiamo perché crediamo nella connessione con la divinità di cui si fa vessillo, il popolo sarebbe ancora in grado di credere?»

Brycen si spostò di lato. Fremeva per guardarla negli occhi, per osservare il suo viso come si deve, e quel torpore sembrava essersi dissipato.

«Non dirò che la fede sia necessaria in senso universale, né mi arrogo il diritto di definire in modo univoco il suo scopo, tuttavia non ritengo saggio ignorare certe domande. Dichiarare che sia qualcosa di sacrificabile per un bene superiore, senza preoccuparsi di affrontare la questione, è il sintomo di una superficialità che rischia di rivelarsi pericolosa, soprattutto quando ci si interfaccia con realtà come quella zimea.

«L'intera nazione si fonda sul beyledismo. Se non fosse stato per la Santa Velaj, sarebbe ancora un territorio spezzato, una miriade di clan alla mercé delle conquiste dunier» Brycen ridusse la voce a un sussurro, stringendo più forte la mano di Chloe. «È stato il nome di Beyled a unire i popoli, a dare loro un'identità, a consentire la sopravvivenza nel continente. È vero, la Zima attuale può vantare pochi pregi rispetto ai suoi difetti, ma sai bene che la colpa non è della Dea Bianca. Ciò che io desidero è far comprendere ai miei concittadini la vera natura del beyledismo, guidarli verso le reali intenzioni della Santa Velaj, ma questo... Non sono pronti, non così. Lo hai visto, Chloe. E se procedere su questa via distruggesse il beyledismo? Se così facendo distruggessimo anche Zima?»

Brycen inspirò a fondo, liberando l'aria in un lento sospiro. Chloe non aveva distolto lo sguardo per un istante, né la sua espressione era stata incrinata dalle sue parole. Solo ora che si era concesso una pausa la vide abbassare lo sguardo, pensierosa, mentre gli carezzava con il pollice il dorso della mano.

«Io non ho le risposte, Chloe. So soltanto che, se accettassi, le conseguenze ricadrebbero su di me e non so se sono pronto a sostenerlo. È irrilevante che Arturo riesca nei suoi intenti oppure no, sono le mie decisioni a definirmi, a prescindere dai loro possibili esiti. Esistiamo solo io e il punto in cui ho intenzione di tracciare la linea della mia etica.»

«Sai già dove tracciarla, amore mio.» Chloe gli sfiorò il viso con la mano, poi la affondò tra i suoi capelli e cominciò a rigirarseli piano tra le dita. «Mi sembra che tu abbia già le idee chiare, cos'è che ti blocca? Io non ti biasimerei, se decidessi di rifiutare per questo. Neanche io vorrei avere una tale responsabilità.»

«Potrebbe essere l'unico modo per ottenere delle risposte» sospirò Brycen. «Stando alle parole di Arturo, una simile ricerca potrebbe far progredire la sihirlim in modi che riesco a malapena a immaginare. Di fronte a questo, come posso permettermi di tirarmi indietro? Non so neanche se i miei timori abbiano realmente un qualche fondamento. Ho davvero il diritto di pormi simili dilemmi, quando c'è così tanto in gioco non solo per me, ma per tutta Sayfa? Per l'intero Continente?»

«Sì, certo che sì» Chloe schioccò le labbra, piccata. Quelle parole avevano il sapore di un rimprovero. «Non hai le sorti del mondo sulle tue spalle, Bry. Puoi permetterti di respirare. Lo hai detto tu, non sei indispensabile per il progetto, troveranno di certo un altro traduttore. Non c'è motivo per cui dovresti forzarti in qualcosa che non ti senti di fare.»

«Ma se la scelta dipendesse da me, soltanto da me...»

«Allora sono certa che accetteresti, perché sacrificarti per il bene altrui è qualcosa che fa parte di te. Però non vuol dire che tu sia sempre costretto a farlo.» Chloe gli prese il volto tra le mani e lo fissò a lungo, come se attendesse di leggere una qualche conferma nel suo viso prima di continuare. E quando lo fece, la sua voce si rivestì di dolcezza. «C'è molto onore nel sopportare un simile peso, ma chi non è disposto a farlo non ha meno valore. È stato un Monaco dell'Anima a dirmelo.»

«Un Monaco dell'Anima? Quello di cui mi hai parlato una volta?»

Chloe annuì. «Ascolta, tesoro. A volte la necessità ci costringe a piegare la nostra morale e fare i conti con scelte che non avremmo mai preso in considerazione prima, ma non dovrebbe definire la norma. Non pensare a cosa dovresti fare: niente schemi logici, ricordi? Rispondi sinceramente. Vuoi accettare la proposta di Arturo?»

Brycen esitò, l'aria immobile tra le sue labbra dischiuse. Affondò negli occhi neri di Chloe fino a restare solo con i suoi pensieri, là dove nessuna pressione esterna riusciva a raggiungerlo.

«No» sussurrò, e il capo si chinò sotto il peso della colpevolezza. «Non sono un eroe, Chloe. Non sono forte, coraggioso, audace... Sono solo una persona qualunque che nella sua ossessione ha fortuitamente scovato qualcosa di utile. Non avevo immaginato tutte le implicazioni che mi ha presentato Arturo, io volevo solo... Dimostrare di non essere sbagliato. Non mi aspettavo tutto questo, non sono pronto a—»

«Va bene così, amore. Va bene così.» Le sue labbra lo cercarono in un bacio morbido e leggero, tanto quanto il suo tono, tanto quanto le sue carezze. «Hai già fatto la tua parte, e non è stata fortuna. Il caso ti ha connesso a Soleni, ma il saggio è frutto del tuo impegno, dei tuoi studi, della tua dedizione e dei tuoi sacrifici.»

«E sto abbandonando tutto a un passo dal traguardo.»

«Stai solo passando il testimone ad altri. Me lo dicesti tu stesso, ricordi? La scienza è come la filosofia, dove fallisce il singolo, riesce la collettività. Non sei costretto ad andare fino in fondo, se non è ciò che vuoi. Questo non fa di te un egoista, e neanche un ipocrita. Solo un essere umano.»

Brycen sentì gli occhi pizzicare mentre riprendeva fiato, e l'aria attraversò la gola senza più alcun intoppo a bloccarla. Riempì i polmoni di una nuova boccata e la gettò fuori in uno sbuffo che sapeva di liberazione.

«Non voglio fermare Arturo, ma non posso collaborare con lui se ha intenzione di sorvolare sull'intera questione. Serve qualcuno che approfondisca il problema, che sappia dare ai beyledisti una risposta quando ne cercheranno una. Un traduttore non sarà così difficile da trovare, ma questo... Se non lo faccio io, temo che non se ne occuperà nessun altro.»

«Sei libero di farlo.» Chloe poggiò la fronte contro la sua, liberandogli il viso dai capelli. Era un gesto così semplice ma così confortante che Brycen si ritrovò a sospirare mentre chiudeva gli occhi, lasciandosi cullare dalla sua voce. «Sai cos'altro mi ha detto quel Monaco? Ciò che ritieni giusto, ciò in cui credi, ciò che desideri e ciò per cui vivi: tutto questo, spetta a te deciderlo. La scelta è tua, e la risposta sarà sempre valida.»

Brycen la strinse a sé, abbracciandola come se la sua sopravvivenza dipendesse da quello. Affondò il naso tra i suoi capelli e respirò il profumo di pesca che ancora aveva addosso, lasciando che le lacrime trattenute scivolassero lungo le guance.

«Grazie, Chloe. Sei il mio faro in qualunque tempesta io mi trovi.»

Chloe si aggrappò alla sua camicia, appoggiando la testa contro il suo petto. «E tu il mio.»

Sempre dall'Inktober 2021 eccovi un disegno di Lorenzo, che in effetti mancava all'appello! Senza barba, perché non so disegnarla, ma va bene così. Quel giorno se l'era appena rasata, che volete da me (?)

Questo capitolo è un po' il gemello dell'altro, sotto un certo punto di vista si potrebbe dire: "Ah ma quindi tutto 'sto casino e poi nulla di fatto?" E anche qui... sì, in effetti sì. Perché va bene anche fallire, o in questo caso tirarsi indietro, perché va bene prendere le proprie decisioni senza la pressione di dover fare qualcosa perché "giusto così". Ogni situazione è differente e l'idealismo non porta da nessuna parte, dopotutto.

Voi cosa ne pensate? Ma soprattutto, da che parte state? Io sono #TeamLouis a mani basse, sarà che non sono religiosa e per me il dilemma ha una risoluzione molto ovvia XD O meglio ancora #TeamLorenzo, viva procrastinare sempre - còff. Mi sono divertita molto ad esplorare i vari punti di vista in questo capitolo, e spero di essere riuscita a dare il giusto valore a tutti!

Chloe ha fatto tesoro della chiacchierata con Yu-Zhay e, piuttosto che spingere Brycen a prendere una qualche decisione, ha deciso di rigirargli gli stessi consigli che ha ricevuto lei. Chi temeva avrebbe cercato di manipolarlo di nuovo questa volta si è sbagliato!

Tutto è bene quel che finisce bene, quindi... Ah no, aspetta, non è finito un ghezz: Brycen ha chiuso questa parentesi, ma per Chloe resta ancora aperta. Vi aspetto settimana prossima, dunque~



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