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By lulamess

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Il passato è qualcosa che spesso torna, presentando tutto il suo doloroso conto. È quello che succede a Giuli... More

Parte Prima - Giovanni E Giulia-Capitolo 1
Parte Prima-Capitolo 2
Parte Prima-Capitolo 3
Parte Prima-Capitolo 4
Parte Prima-Capitolo 5
Parte Prima-Capitolo 6
Parte Prima-Capitolo 7
Parte Prima-Capitolo 8
Parte Prima-Capitolo 9
Parte Prima-Capitolo 10
Parte Prima-Capitolo 11
Parte Prima-Capitolo 12
Parte Prima_Capitolo 13
Parte Seconda- Dieci Anni Dopo-Capitolo 1
Parte Seconda-Capitolo 2
Parte Seconda-Capitolo 3
Parte Seconda-Capitolo 4
Parte Seconda-Capitolo 5
Parte Seconda-Capitolo 6
Parte Seconda-Capitolo 7
Parte Seconda-Capitolo 8
Parte Seconda-Capitolo 9
Parte Seconda-Capitolo 10
Parte Seconda-Capitolo 11
Parte Seconda-Capitolo 12
Parte Seconda-Capitolo 13
Parte Terza-Ombre Dal Passato Capitolo 1
Parte Terza-Capitolo 2
Parte Terza-Capitolo 3
Parte Terza - Capitolo 4
Parte Terza-Capitolo 5
Parte Terza-Capitolo 6
Parte Terza-Capitolo 7
Parte Terza-Capitolo 8
Parte Terza - Capitolo 9
Parte Terza-Capitolo 10
Parte Terza-Capitolo 11
Parte Terza - Capitolo 12
Parte Terza - Capitolo 13
Parte Terza-Capitolo 14
Parte Terza-Capitolo 15
Parte Terza-Capitolo 17
Parte Terza-Capitolo 18
Parte Terza-Capitolo 19
Parte Quarta-Mattia-Capitolo 1
Parte quarta-Capitolo 2
Parta Quarta_capitolo-3
Parte Quarta-Capitolo 4
Parte Quarta-Capitolo 5
Parte Quarta-Capitolo 6
Parte Quarta-Capitolo 7
Parte Quinta-L'amore E L'inganno-Capitolo 1
Parte Quinta-Capitolo 2
Parte Quinta-Capitolo 3
Parte Quinta-Capitolo 4
Parte Quinta - Capitolo 5
Parte Quinta-Capitolo 6
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Parte Quinta-Capitolo 7
Parte Quinta-Capitolo 8
Parte Quinta-Capitolo 9
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Parte Terza-Capitolo 16

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By lulamess

Sbadigliando, con un occhio che ancora fatica ad aprirsi e stropicciando il viso per cercare di dare un senso a quella mattina, sorseggia il secondo caffè, perché il primo non ha sortito l'effetto desiderato. Ha lasciato Giovanni che ancora dormiva ed è andata in perlustrazione della piccola cucina che affianca la loro stanza. Per la prima volta le sembra di avere un minimo di intimità e può fingere che siano nel loro appartamento, lontano da tutti e da tutto. Il silenzio che regna intorno a lei in quel momento le riempie l'anima, lo assapora, perché la sua mente ha smesso di elaborare pensieri in sequenza regalandole un attimo di calma. In quell'assenza di rumore sente solo il battito del cuore nelle orecchie ed il calore arrivare al viso, mentre l'immagine che elabora il suo cervello la riempie di piccoli brividi. È qualche giorno che non ha l'umore giusto e il tempo per pensare a loro due, per lasciare che quello che le riempie il cuore e che non ne vuole sapere di abbandonarla, possa prendere il sopravvento su tutto il resto. Ha vacillato, pensando di non essere abbastanza forte per tutto quello che sta accadendo e per un attimo ha pensato di mollare tutto e questo pensiero le mette rabbia. Come è arrivata a dubitare che quella fosse la scelta giusta? Che poi non era stata neanche una scelta, ma il semplice defluire delle sue emozioni che l'avevano portata li e lei le aveva seguite. Come le riesce facile amare Giovanni, le basta guardarlo o pensare a lui per sentire quell'incrollabile certezza che sia il suo destino, da sempre. Sorride, è certa che la vita le abbia voluto fare il regalo di permettere di amarlo e di essere amata da lui, anche se spesso ha temuto di non esserne capace, o di non esserne all'altezza. E invece tutta quella pienezza di emozioni che sente pensando a lui le ricorda quanto il loro amarsi sia forte e superi tutte le difficoltà, le montagne russe che stanno vivendo, l'iperbole di quel l'assurdità che li avvolge. Chiude un attimo gli occhi e si lascia riempire da quel mare di sensazioni, sentendo il formicolio salire alle braccia e lungo le gambe.

"Come sta la bella addormentata, stamattina?" sorride sentendo la sua voce che le accarezza l'orecchio e le regala brividi lungo la schiena. Le avvolge le spalle con le braccia, tuffando il viso sul collo e aspirando il suo profumo, sentendo scendere nella pancia quel pizzicore che gli fa crescere il desiderio.

"Addormentata e sola."

"Sei tu che mi hai abbandonato, perché non torni a letto?"

Giulia riapre gli occhi e guarda fuori dalla finestra, sta albeggiando e nonostante l'insonnia che l'ha costretta ad alzarsi quasi nel cuore della notte, sente che non sarebbe una cattiva idea ritornare a dormire e farsi cullare dalle sue braccia.
Rabbrividisce, perché un pensiero si è insinuato nel suo cervello, spezzando quel momento sereno.

"Non credo riuscirei più a dormire, alle volte mi sembra che non torneremo mai alla normalità, mi spaventa tutto questo."

Lui la fa girare verso di sé, sedendo sullo sgabello accanto al suo e portando le sue gambe in grembo, carezzandole.

"Succederà, te lo prometto."

Guardare il suo viso consapevole e illuminato appena dalla luce che entra di taglio nella stanza, ravvivando i suoi occhi, la fa sentire così fragile, spaventata da quella sua testarda convinzione, perché non riesce ad avere la stessa certezza.

"Non vedo l'ora che succeda, alle volte mi fermo a immaginare come potrebbe essere e sento un dolore allo sterno, come se fosse un bel sogno che non si realizzerà mai."

Giovanni fa scorrere le dita lungo il suo mento, percorrendo le linee della sua guancia fino all'orecchio, prendendo a tormentare alcune ciocche di capelli.

"Ok, non posso farti promesse, ma ti assicuro che farò tutto quanto in mio potere per concludere questa cosa il prima possibile. Voglio che tu mi faccia una promessa."

Giulia scuote la testa con decisione, intuisce cosa gli voglia chiedere e scaccia il pensiero con fermezza, fuggendo dalla sua realtà.

"Non ci provare neanche a chiedermi di andare avanti senza di te, ti odio già, solo per averlo pensato."

Le sue mani le afferrano il viso, costringendola a fissare i suoi occhi e perdendosi dentro, perché è consapevole di non aver mai visto niente di più bello e profondo in vita sua.

"Non ci penso neanche a lasciarti sola, scordatelo. Voglio solo che mi prometti che ti prenderai cura di Mattia, qualsiasi cosa succeda."

Giovanni ha colpito il suo punto sensibile, facendola capitolare all'istante. Da quando aveva incrociato la sua strada, aveva sentito con una forza che veniva da un passato lontano che quel bambino avrebbe fatto parte della sua vita e non solo perché era legato a Giovanni. L'aveva sentito perché erano così simili che si era riconosciuta nei suoi occhi smarriti, di chi non comprende perché chi ti dovrebbe amare senza riserve possa essere la causa del tuo dolore più grande. Anche lui l'aveva riconosciuta senza neanche il bisogno di fare domande, aveva capito che anche lei fosse vittima dello stesso dolore, dello stesso destino.

"Non hai bisogno di chiederlo, sono disposta a perdere tutto per lui e per te."
Giovanni la stringe a sé, perché quella piccola ragazza che gli ha rubato il cuore è capace di amare senza porsi domande e lui l'aveva capito da subito, innamorandosi sin da quei primi sguardi, leggendo ciò che nascondeva il suo cuore, ferito ma indomito.

"Torniamo a letto, ti prego."

Lei sorride sulle sue labbra.

"Mi stai chiedendo di andare a dormire?"

"Non ho nessuna intenzione di dormire, ora."

Alcune ore dopo, Joele bussa alla loro porta, mentre già vestiti si preparano a uscire dal loro rifugio, che li aveva coccolati fino ad allora.

"Ti ho riportato i tuoi vestiti. Stavolta è stato tutto controllato minuziosamente, non c'è nessun pericolo."

"Avete trovato la cimice?"

"Si, c'era un localizzatore all'interno della fodera di una giacca, è così che ci ha tenuto sotto controllo."

Giulia si sente sollevata, anche se il pensiero di essere stata lei il tramite di quel contatto con Pietro la fa infuriare. Resta il mistero del motivo per cui, sapendo dove fossero, non ha provato a tendere loro una trappola, cosa si nasconde in quella mente perversa? Giulia teme realmente che il suo intento sia attirare Giovanni nel suo covo per finire quello che ha iniziato, vuole che sia lui ad andare spontaneamente nelle sue braccia, ma lei lo impedirà, con tutte le sue forze.

"Grazie, ora mi sento più sollevata." sta per congedarsi quando coglie un leggero imbarazzo di Joele e non se ne spiega il motivo, rimane lì fermo, grattandosi il collo e quasi le viene da sorridere, non avendolo mai visto così titubante. Nonostante la rabbia che ancora prova è sempre il suo capo, quello con cui ha condiviso missioni pericolose e che le ha insegnato a non temere il male, per quanto possibile, cercando sempre di portare a termine il loro compito, facendo prevalere il bene e la giustizia. In fondo ha sempre dedicato la sua vita agli altri, in un certo senso, anche se ha annullato la propria.

"C'è dell'altro?"

"No... È che Miriam avrebbe piacere che pranzaste con noi.. Ma se non avete voglia non fa nulla..."

Miriam...Joele, come è successo che lui accostasse i loro nomi in una richiesta del genere? Eppure qualcosa è cambiato nel suo sguardo, qualcosa che non riesce a spiegarsi.

"Va bene, tra una mezz'ora siamo di là."

Le sembra di veder illuminare il suo volto, probabilmente si è sbagliata ed è solo il riflesso della sua mente. Ritorna in camera ancora più confusa e Giovanni se ne accorge, scrutando il suo viso.

"Qualcosa non va?"

Scuote la testa e gli sorride, ma il tentativo non lo convince.

"Hanno trovato il localizzatore in uno dei miei vestiti e Joele ci ha invitato a pranzo, con Miriam, di là da loro."

"Quale delle due cose non ti sembra buona?"

Si è avvicinato sedendo accanto a lei, cercando il suo sguardo.

"Pensi che sia un tentativo per farsi perdonare? Pensa davvero che basti solo questo?"

"Non credo sia così ingenuo, forse è un modo per passare un po' di tempo con te, per farsi conoscere oltre quel rapporto che avete sempre avuto."

"Poteva farlo prima, abbiamo lavorato per cinque anni sempre a stretto contatto, eppure non ha mai cercato di andare oltre al rapporto professionale,un bel rapporto non lo metto in dubbio, ma c'è stato sempre un muro fra noi e lui."

Giovanni le carezza il viso, cercando le parole giuste per provare a entrare attraverso quel muro che ha sollevato nei confronti di suo padre, per non esserne ulteriormente ferita.

"Credo che abbia avuto paura di non essere all'altezza. In fondo nel suo lavoro sa di essere uno dei più bravi e si muove con sicurezza e ha pensato di poter gestire in quel modo anche il rapporto con te. Nel campo dei sentimenti è spaventato, come un bambino che muove i primi passi. Ha solo bisogno di tempo, come ne hai tu, per abituarsi a questa nuova condizione."

"Non penso di riuscire a dargli questa opportunità, ormai è troppo tardi."

Giovanni la stringe fra le braccia senza dire nulla, sa che ha bisogno di tempo per digerire quella consapevolezza, per cercare un nuovo equilibrio in quel rapporto con quel padre che nella sua testa ha tanto amato e che ora fa a pugni con la presa di coscienza di averlo avuto così vicino, senza saperlo.
Seduta al tavolo della cucina, il mento appoggiato sulla mano, gli occhi di Giulia si spostano da Joele a Miriam cercando di cogliere dei segnali che sono fin troppo evidenti fra di loro; quell'elettricita' che si avverte, il modo cosi inconsapevole in cui la mano di lui sfiora il fianco di Miriam e lo sguardo di lei che segue i suoi movimenti, per poi cambiare direzione non appena si rende conto che anche lui la stia osservando.

"Il tuo radar si è attivato, lo sento." Giovanni non ha potuto fare a meno di notare come la sua attenzione fosse stata catturata totalmente da quei due, mentre cucinavano insieme.

"Sono così carini, non riesco a crederci." gli ha sussurrato piano vicino all'orecchio, in modo che non potessero sentirla, perché le fa così strano questo cambio di rotta di Joele, che si sia veramente reso conto che esistono persone in grado di darti amore senza nessun tipo di interesse? Spera che non sia solo un'allucinazione, ma il sorriso di Miriam sembra confermare che quello che ha percepito sia reale.
A fine pranzo, mentre i due uomini si appartano in sala per parlare di chissà che progetti segreti, Giulia ne approfitta per avvicinarsi a Miriam, mentre è intenta a prepare il caffè.

"È successo qualcosa che io non so?" ha deciso di affrontarla senza giri di parole, perché deve soddisfare quella curiosità che la tormenta.

"Mi ha confessato che sei sua figlia. Mi spiace per l'altro giorno, non potevo immaginare, forse avresti meritato di scoprirlo in un altro modo."

"Non preoccuparti, anzi grazie per la tua discrezione. Avrebbe dovuto dirmelo lui, non so se riuscirò a perdonarlo per questo."

La mano di Miriam le sfiora il viso, mentre le sorride con dolcezza.

"È cambiato, questa cosa con te l'ha cambiato. Forse ora è più fragile, meno lucido in questa missione, ma sicuramente più umano. Sai, ho sempre pensato che il ruolo da super uomo che non ha bisogno di nulla e nessuno non gli si addicesse. Ha sempre tenuto tutti lontano perché è convinto che se non ha punti deboli può essere impeccabile nel suo lavoro e forse per qualche anno è stato così, ma a che prezzo? Tu sei il suo punto debole, hai creato quella crepa nel muro di apparente freddezza che l'ha disorientato. Trovo che questa versione di Joele mi piaccia molto di più, tu che dici?"

Sorride anche Giulia," Piace di più anche a me." prende la mano di Miriam, stringendola con la sua, "Anche se vorrei ancora spaccargli la faccia con molto piacere."

Scoppiano a ridere, guardandosi con complicità. Perché anche se in modo differente entrambe sono legate a quell'uomo e in fondo, anche se faticano ad ammetterlo, entrambe ormai non possono più farne a meno.

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