Come Acqua e Fuoco

By Miss_Chandra

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| ATTENZIONE: Questa è la seconda parte de "Come Aria e Terra"; se non hai letto quella, non proseguire con l... More

Bentornati
Cast
Guardiani
Prologo
• Parte prima: Guardiana •
1. Consacrazione
2. Ti amo
3.1 Sacerdoti
3.2 Sacerdoti
4.1 Leblanc
4.2 Leblanc
5.1 Consiglio
5.2. Consiglio
6.1 Silenzio
6.2 Silenzio
7.1 Le Gall
7.2 Le Gall
8. Gennaio
9.1 Capirsi
9.2 Capirsi
9.3 Capirsi
10.1 Dame Noyer
10.2 Dame Noyer
11.1 Mamour
11.2 Mamour
11.3 Mamour
• Parte seconda: Arthur •
12.1 Fratelli
12.2 Fratelli
13.1 Ile-et-Vilaine
13.2 Ile-et-Vilaine
14.1 Per lei
14.2 Per lei
15.1 Trio - Artie
15.3 Trio - Jesse
16.1 Delegato
16.2 Delegato
17.1 Le Foyer
17.2 Le Foyer
17.3 Le Foyer

15.2 Trio - Nova

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By Miss_Chandra

Nova stava tremando.

E il motivo della sua pelle d'oca non era soltanto l'umidità che si respirava all'interno del Monastero, no: sarebbe stato troppo rassicurante, se così fosse stato.

Era stata Sacerdotessa del Sole per ben tre anni, lavorando a stretto contatto con Dundra e imparando a conoscere le abitudini dei monaci, un'esperienza che l'aveva resa la più indicata per svolgere quel compito.

Certo, teoricamente anche Jesse avrebbe potuto occuparsi dei dormitori, sulla base del mese in cui l'aveva sostituita, ma l'amico non si era mai curato di viversi in toto il ruolo del Sacerdote: per Jesse esisteva soltanto la sfera politica, tutto il resto era trascurabile.

Già, Jesse non sapeva che i monaci si svegliavano un'ora prima dell'alba, per esser certi di arrivare attivi e puntuali allo smistamento dei compiti al Capitolo.

Jesse non immaginava quante dinamiche sottobanco s'intrecciavano fra i corridoi del Monastero, quanti amori nascevano e quanti finivano. Quante monache, nel corso del tempo, avevano lasciato l'ordinamento poiché gravide.

Ma Nova sì, Nova sapeva ogni dettaglio della vera vita monacale.

Per questo, quando era giunta all'area destinata ai dormitori, aveva perso più tempo del previsto. Sapeva fin troppo bene che non sarebbe bastato lanciare un incantesimo del Silenzio nei corridoi, com'era previsto dal piano, per evitare che qualcuno uscisse dalla camera troppo presto. No, magari: bisognava essere più... estremi.

Si era occupata singolarmente di tutte le stanze, poggiando le mani sulle ante di pietra liscia della porta e attuando un incantesimo che prima di quel momento conosceva soltanto per via teorica. Un incantesimo che il suo stesso Ordine aveva imparato a temere.

A differenza di quanto si poteva credere, era l'Aria era l'elemento più indomito di tutti, non il Fuoco: Nova, connessa a quest'ultimo, sapeva bene quanto la nomea di elemento distruttivo fosse ingiusta, acquisita soltanto perché l'altro era tanto etereo da passare in sordina.

Tanto infame da spostare l'attenzione sull'effetto e mai sulla causa.

Con l'Aria era possibile comunicare, proteggersi e persino isolarsi dal mondo. Ma anche ferire, scatenare bufere, intrappolare e... giocare col respiro altrui.

Giocare all'insaputa degli altri, come stava facendo Nova, assicurandosi che anche i tiratardi cadessero addormentati.

Giocare con la densità dell'Aria piano piano, così da rendere impossibile distinguere la perdita di coscienza dalla naturale presa di sonno.

Adesso, a venti minuti dallo scadere dell'ora di tempo che lei, Artie, Jesse e Miranda si erano dati, Nova aveva quasi finito. Restava soltanto da sistemare il Reverendo.

Similmente al vecchio Monastero condiviso, la stanza del Sacerdote era distante dalle camerate dei monaci, sempre nella stessa area ovest ma qualche corridoio più avanti.

Nova si stava orientando grazie all'incantesimo Percettivo di Terra spiegato perbene da Artie qualche settimana prima, a sua volta imparato dalla Noyer – l'unica cosa buona che quella lì avesse fatto.

Tuttavia, se nelle sessioni di prova che avevano fatto captare le presenze circostanti era stato semplice, adesso Nova stava riscontrando delle difficoltà non indifferenti. C'erano troppe persone in quel Monastero, troppi elementi fermi e in movimento che le impedivano di ascoltare le vibrazioni propagate dall'elemento – che già di suo, con Nova, aveva non poche reticenze.

Sarebbe stato diverso se avesse potuto chiedere maggiori chiarimenti ad Artie, magari sul come discriminare le varie sensazioni filtrate dal tatto. Ma quello stronzo si ostinava a fingere che Nova non esistesse, a interagire con lei soltanto per lo stretto necessario relativo al finto assalto che stavano mettendo in atto.

Il che era ridicolo: non era stata di certo Nova ad Epurare la sua stupida fidanzata. E a suo avviso tutte le provocazioni che aveva rivolto alla Noyer, durante i quattro mesi in cui era stata un'accolita, erano nulle se paragonate a quello. Aver scaricato il problema-Noyer a Jesse non la rendeva di certo complice di quanto accaduto.

In ogni caso, non era il momento di pensarci. Nova aveva problemi più grossi.

Svoltò l'ennesimo corridoio di pietra grigia, illuminato soltanto dalla luce soffusa prodotta dalle lampade ad olio sulle pareti, e si avvicinò alla porta dove sembrava provenissero le vibrazioni maggiori – sempre accompagnata dall'incantesimo del Silenzio che rendeva i suoi passi inudibili persino all'orecchio più fino.

Poggiò le mani sulle rocce gelide, asciutte, e chiuse gli occhi.

Sì, c'era qualcuno lì dentro, qualcuno che si presupponeva fosse sveglio e in movimento, a giudicare dai segnali contrastanti che le arrivavano. Ma non sarebbe stato un problema finché fosse rimasto segregato fra quelle quattro mura: Nova avrebbe fatto addormentare anche Dundra prima che potesse accorgersi di chi c'era dietro la porta.

Inspirò ed espirò.

Cercò di immaginare l'ambiente dall'altro lato come immerso in un liquido blu, un liquido che piano piano calava, insieme all'ossigeno. Un liquido che lentamente si sarebbe ridotto a una misera patina al suolo, sufficiente per non causare danni irreparabili, e che avrebbe portato l'inquilino con sé.

E intanto si ripeteva le uniche tre frasi che riuscivano a darle la forza di procedere in quella follia:

Non stavano riproducendo le stesse dinamiche del passato.

Non stavano confermando le paure della Noyer.

Erano loro i buoni.

Se l'Ordine del Sole era arrivato a quel punto, era solo perché la Luna ce l'aveva portato. Non sarebbe successo niente se Dundra non fosse impazzito poco prima dello scontro fra accoliti, se non avesse ignorato il trilione di missive che gli erano state recapitate dal Consiglio o se la cara fidanzatina di Artie non fosse stata una codarda incoerente.

Sì, erano loro i buoni.

Poi, poco prima che il liquido blu raggiungesse la linea mediana della stanza, la tragedia.

«Nova? Nova, sei tu?»

Una vocina cantilenante che paralizzò Nova sul posto, che la costrinse a volgere il collo rigido a sinistra e lo sguardo su una monaca in camicia da notte che conosceva fin troppo bene.

Adhara.

Adhara era sveglia.

Lo sguardo della monaca si accese come una fiamma, quello di Nova si fece buio e iniziò solo a scorgere puntini confusi.

«Nova... Oh, Nova!» Adhara si fiondò su di lei. «Sei tornata da me, sei tornata da me!»

Nova si guardò attorno, spaesata, cercando un modo per distrarla o rispedirla a letto che non esisteva. Quello era un intoppo che non sarebbe mai dovuto capitare, il piano era molto chiaro in merito: fare tutto entro un'ora senza lasciare tracce, scaricare la colpa su un parente immaginario di Le Gall e dare il via a una caccia inconcludente finché altre priorità non avessero oscurato la faccenda.

La presenza di Adhara rovinava tutto. La lentezza di Nova aveva rovinato tutto.

Trasalì quando la ex amante le strinse le mani, e si sentì mancare il respiro – per il motivo sbagliato – quando incrociò i suoi occhioni color nocciola da cerbiatta.

«Chandra mi aveva detto di andare avanti, ma io non ce l'ho fatta», sproloquiò Adhara, a voce troppo alta. «Sapevo – eccome se lo sapevo – che prima o poi ci saremmo rincontrate, che non poteva tutto finire in quel modo orribile.» Rise. «Potevi dirmi che saresti arrivata, però, avrei evitato di farti vagare da sola per cercarmi. Ti aspetto ogni notte in infermeria, sai? Il pensiero che saresti potuta arrivare in ogni momento per me mi ha aiutata a non avere paura del buio.»

Nova boccheggiò, sommersa dal monologo prolisso e sconnesso di Adhara, incapace di ribattere in un modo anche solo apparentemente sensato.

Per i primi istanti cercò di trovare la parole giuste per sbrogliarsi da quella situazione, magari fingendo davvero di essere lì per lei, che non le aveva detto nulla perché voleva farle una sorpresa, oppure dirle di star zitta e portarsela a letto come faceva di solito. Ma non ci riuscì.

Quella volta non ci riuscì proprio.

«Nova... stai bene?» Adhara arricciò il nasino lentigginoso, mentre le scrutava il viso livido. «Hai le mani tutte sudate.»

«Adhara,» ebbe la forza di bisbigliare, «tu devi-»

"Andartene", Adhara doveva soltanto andarsene. E sarebbe stato quello che Nova avrebbe detto se non avesse udito – per chissà quale grazia dell'Astro Creatore – dei passetti sempre più vicini dall'altro lato della porta. Se non le si fosse palesata in testa un'unica via di fuga.

Se non fosse stata una stronza.

Adhara sbatté le lunghe ciglia. «Io devo cosa?»

«Perdonami, Adhara. Perdonami.» Nova indietreggiò, liberandosi dalla stretta della monaca. «Ti voglio bene.»

Il sorriso sul viso lentigginoso di Adhara cadde in una linea retta. Nova sapeva che il suo misero voler bene non avrebbe mai appagato i sentimenti della monaca, e che con quella frase l'aveva semplicemente portata a chiedersi perché diamine si fosse presentata lì, allora. Ma non c'era altro da dire.

C'era solo la speranza che, dopo ciò che avrebbe fatto, Adhara si sarebbe finalmente dimenticata di lei. E se questo non fosse bastato, il suo cuore si sarebbe spento quando Nova avrebbe avvisato Artie e Jesse del guaio combinato, quando avrebbero negato fino alla morte quanto successo e Adhara fosse passata per la pazza visionaria ancora innamorata della ex ragazza fedele al Sole.

Un po' come la Noyer.

Nova inspirò a pieni polmoni e gonfiò le guance. Allargò le braccia e in un sferzata di vento Adhara collassò al suolo. Non era stato graduale, il liquido blu in quel corridoio si era pericolosamente azzerato.

Affidando tutta se stessa alla propria capacità polmonare, Nova corse via da quel corridoio, imbucandosi nella prima strettoia dove ancora circolava l'ossigeno.

Accasciò le spalle alla pietra irregolare della parete e si lasciò cadere sulle ginocchia, gli occhi stretti come a fingere che niente fosse accaduto, i riccioli bruni lungo tutto il busto l'accaldavano.

Non stavano riproducendo le stesse dinamiche del passato.

Non stavano confermando le paure della Noyer.

Erano loro i buoni.

Quando si fu convinta a sufficienza, sbirciò con la testa oltre l'angolo del muro, puntando lo sguardo in fondo alla via dove Adhara aveva perso i sensi. Non l'avesse mai fatto.

C'era una sagoma secca e lunga accovacciata vicino alla monaca, che la scuoteva con una mano mentre con l'altra si copriva naso e bocca; dal muoversi delle spalle, sembrava stesse tossendo.

Nova agghiacciò quando Dundra – perché di questi si trattava – si girò nella sua direzione, e lei fece appena in tempo a ritirarsi per non essere vista. Tuttavia, non poté fare nulla per impedirgli di lanciare chissà quale fattura al Monastero e fermare il corso d'Acqua che, senza un'origine ben chiara, aveva iniziato a scorrere rumorosamente fra le fessure delle rocce.

Nova scattò in piedi. Il crop-top bianco, da tanto era bagnato, si era attaccato alla schiena come una seconda pelle.

Provò a ricontrollare la situazione, sbirciando appena, ma Dundra era già sparito – probabilmente diretto ai dormitori o alla ricerca di un corridoio non incantato. Che avesse usato un incantesimo di Movimento era impossibile: Artie e Miranda, chiudendo le uscite, si stavano già premurando di rendere il posto impenetrabile, sia dall'interno che dall'esterno.

Solo che adesso erano intrappolati anche loro nel Monastero, quattro incantatori del Sole senza via di fuga o anche solo la parvenza di un piano di riserva.

Nova si portò entrambe le mani alle labbra e, prima di correre alla ricerca degli altri, ansimò: «Dobbiamo andarcene. Adesso.»

A lei che senza il suo audio sarei ancora in crisi mistica T.T <3

Ringrazio anche Santa Sarah J. Maas che è stata una fonte di ispirazione ♥️

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