Abbiamo tutti
le nostre macchine del tempo.
Alcune ci riportano indietro,
e si chiamano ricordi.
Alcune ci portano avanti,
e si chiamano sogni.
I will always remember
The day you kissed my lips
Light as a feather
And it went just like this
No, it's never been better
Than the summer of 2002 (ooh)
Uh, we were only eleven
But acting like grown-ups
Like we are in the present
Drinking from plastic cups
Singing, "Love is forever and ever"
Well, I guess that was true ...
La sveglia di Anne Marie mette fine al mio stato di dormiveglia.
Apro lentamente gli occhi, cercando di spegnere la canzone che mi risuona sul comodino.
Trovo il telefono, se così si può chiamare, e la spengo.
Ho un telefono apparentemente carino, che era di una mia compagna di stanza all'orfanotrofio e, quando ne ha comprato uno nuovo, me l'ha lasciato, senza la SIM.
Non che me ne faccia un problema, va benissimo così.
- Buongiorno, tesoro!- entra Annette, sorridente e già piena di vitalità alle nove del mattino.
- Buongiorno- rispondo con voce assonnata.
- Cosa ti va di fare oggi?- domanda, sedendosi su fondo del letto.
- Ehm... non saprei...- faccio spallucce.
Non conosco ancora per niente la città, quindi non ho idea di cosa si possa fare.
- Okay, chiedo anche ad Alex per sapere se vuole fare qualcosa in particolare- annuisce, uscendo dalla stanza e bussando alla porta di fronte alla mia.
Alex.
Sono stata sveglia a pensare tutta la notte a lui, una cosa che non mi succedeva da quando avevo tredici anni perché, sebbene lui se ne fosse andato, ho continuato a pensargli per i due anni seguenti.
E questa cosa non mi piace.
Ieri pomeriggio, una volta tornati dal mare, continuava a scherzare con me e a farmi i dispetti, una cosa che faceva da bambino.
Quando, appena arrivata in questa casa, mi ha praticamente detto che sono grassa.
Mi chiedo sempre se quella volta stesse scherzando.
Forse potrei chiederlo di persona, ma probabilmente arrossirei dalla vergogna fino a farmi diventare le orecchie viola.
No, decisamente no.
- Mamma, sto dormendo!- si lamenta una voce all'interno.
Mamma... l'ha chiamata mamma.
Ma come fa?
- Forza Alex svegliati che dobbiamo decidere cosa fare oggi che Norman è a lavoro!- lo riprende lei.
- Uhm... sì sì, mi sveglio- borbotta, aprendo la porta e facendo cadere lo sguardo nella mia camera, o meglio su di me, mentre fingo di cercare qualcosa nell'armadio.
- Scendete poi a fare colazione- ci sorride Annette, scendendo al piano di sotto.
- Cosa cerchi?- chiede dopo un po' guardandomi.
- Uhm... una cosa- mento.
- Vuoi una mano?- continua.
- No- rispondo fin troppo in fretta, arrossendo dalla punta dei capelli fino alla punta dei piedi.
- Scappi ancora?- si avvicina.
Ci siamo già trovati in questa situazione, quando avevamo sette anni.
"- Cosa fai, scappi?- sorrise, prendendomi per un braccio e girandomi verso di lui."
- Non stavo scappando- ribatto.
- No, hai ragione. Continuavi a guardare nell'armadietto fingendo di cercare qualcosa- ridacchia, facendomi voltare verso di lui.
- Non stavo fingendo- mento.
- E adesso stavi fingendo?-.
- N-no- abbasso lo sguardo arrossendo.
- Sei sempre la solita Nessy, non sei cambiata proprio per niente- sorride, scendendo di sotto.
Guardo il punto dov'era fino ad un attimo fa per un paio di secondi, scuotendo poi la testa e mettendomi alla ricerca di un vestito decente.
Frugo in tutti i cassetti dell'armadio, trovando poi un vestito lungo fino al ginocchio, con le spalline sottili e decorato da farfalle arancioni, marroni e bianche.
Ma non è mio.
Cioè, intendo dire, non era nella mia valigia quando sono arrivata.
Sicuramente me l'ha comprato Annette.
Decido di scendere giù per ringraziarla del regalo.
- Come ti sta bene il vestito, tesoro!- commenta lei, una volta in salotto.
- Grazie di avermelo preso, è bellissimo- sorrido raggiante.
- Ma cara, non te l'ho preso io- scuote la testa ridendo.
Il sorriso mi si sgretola dalle labbra.
- C-come no?- domando scioccata.
Mi indica con lo sguardo il figlio, seduto a tavola intento a mangiare colazione.
Immediatamente le guance, il naso, le lentiggini e le orecchie prendono fuoco, facendo scappare una risatina ad Annette.
- Penso tu debba ringraziare lui- ridacchia.
Mi vado lentamente a sedere accanto ad Alex che, quando si accorge della mia presenza, il suo sguardo cade sul vestito.
- Grazie- mormoro, sperando di essermi fatta sentire.
- Ti sta davvero bene- sorride tra sé e sé, tornando a mangiare.
Arrossisco ancora di più, mentre mi avvicino il barattolo di biscotti.
Ne prendo una manciata, sotto lo sguardo divertito di Alex.
- Ho fame- faccio spallucce, ma tornano in mente le sue parole di quella sera.
Li prendo e ne poso più della metà, tenendone due.
Mentre mangio silenziosamente l'ultimo biscotto, vedo che davanti a me ne compaiono altri cinque.
- Mangiali- ordina Alex.
Avvampo subito.
Se n'è accorto?
- Non ho mica così tanta fame- obbietto, provando a rimetterli a posto.
Allontana il contenitore, per fare in modo che non li possa rimettere dentro.
Sbuffo, guardando il suo sorrisetto compiaciuto.
Li divoro tutti e cinque, mentre Alex continua a sorridere, lanciandomi un'occhiata di tanto in tanto.
- Sei bellissima così- si alza una volta finito di mangiare, passandomi una mano nei capelli arancioni e giocando con qualche ciocca.
Okay, probabilmente sono arrossite persino le dita dei piedi.
Dopo un po mi alzo anch'io e vado in camera.
Mi corico sul letto a pancia in giù, affondando la faccia nel cuscino.
Sei bellissima così.
Sei bellissima così.
Sei bellissima così.
Sento le sue parole rimbombarmi in testa.
Involontariamente sorrido contro il tessuto della federa.
Possibile che mi piaccia ancora?
Nah, una cotta non può durare per così tanti anni.
L'ho superata a tredici.
Penso alle differenze tra Alex bambino e Alex sedicenne: una volta i capelli erano più scuri, gli occhi sempre verdi brillanti, il solito sorriso storto sul viso, la passione per i jeans strappati e per le giacche nere di pelle.
Mh, alla fine non è mica cambiato così tanto.
- Ti va di andare a fare un giro per negozi?- domanda la voce di Annette, proveniente dalla porta.
Sobbalzo, sollevando la faccia dal cuscino.
- Oh, si... certo- annuisco.
- Magnifico! Chiamo Alex e andiamo!- saltella entusiasta.
Spero non mi faccia girare per vestiti perché, se c'è una cosa che odio, è proprio fare shopping.
Piuttosto spero in una bella libreria...
Angolo autrice:
Buon martedì a tutti! ✨
Visto che me lo avete chiesto, ho pubblicato il capitolo 5 in anticipo!
Il sesto capitolo uscirà venerdì pomeriggio!
Cosa ne pensate del regalo di Alex? E dei pensieri di Eddy su di lui?
A proposito... Qualcuno di voi sa che canzone è quella all'inizio del capitolo?
Sono curiosa di vedere se la conoscete!
Sentitevi liberi di intasare il capitolo di commenti perché mi fa molto piacere e se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina❤️
Grazie a tutti quelli che seguono questa storia dal primo capitolo e a chi si è aggiunto in questi giorni💕
Ci vediamo venerdì con il sesto!
A presto✨
~Evy Dreams