Lost Heart | ✔ (Italian Trans...

By -Happy23-

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Era trascorso un anno, Skylar Anderson frequentava la Philadelphia College of Arts e non aveva più nulla di c... More

Lost Heart
Uno
Due
Tre
Quattro
Cinque
Sei
Sette
Otto
Nove
Dieci
Undici
Dodici
Tredici
Quattordici
Quindici
Sedici
Diciasette
Diciannove
Venti
Ventuno
Ventidue
Ventitre
Ventiquattro
Venticinque
Ventisei
Ventisette
Ventotto
Ventinove
Trenta
Trentuno
Trentadue
Trentatré
Trentaquattro
Epilogo

Diciotto

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By -Happy23-

Skylar's POV

Rimasi sconcertata per i primi secondi quando tutto diventò nero.

E non mi riferivo solo allo schermo del computer. No, tutta la biblioteca diventò buia. Le luci, mi resi conto con terrore, si erano spente.

Un tempismo così specifico da essere una semplice coincidenza.

"Che cazzo--" Iniziai ma venni interrotto da Alexis,

"Solo un'interruzione di corrente." Ma non era solo questo, dato che ero abbastanza sicura di aver sentito il dubbio anche nella sua voce.

Strinsi le labbra ansiosamente e mi voltai sulla sedia, con gli occhi sbarrati e indagatori. Era buio pesto con solo il suono della pioggia battente che picchiettava sulle porte di vetro della biblioteca.

Era inquietante. Fottutamente inquietante.

"Le luci si sono spente proprio quando hai avviato il video." Ruppi il silenzio. 

"Mai sentito parlare di una coincidenza?"

"Oh." Una piccola risata per semplice nervosismo lasciò le mie labbra. "Non esistono coincidenze." Almeno non nella mia vita.

Alexis non aggiunse nulla, il che mi rese ancora più ansiosa, perché se mi avesse lasciata qui da sola? Probabilmente non me ne sarei accorta nemmeno. Mi aveva già abbandonata in una foresta.

Stavo per aprire di nuovo la bocca, per dire qualcosa che non avrebbe necessariamente rappresentato la paura che provavo in quel momento, quando un bagliore della torcia del telefono riempì la mia vista.

"Prendi le tue cose." Teneva la torcia verso di me, nonostante gli occhi fissi alle porte di vetro, allarmati.

"Perché?" Sussurrai, ma raccolsi comunque il mio cappotto e il mio telefono. "Hai visto qualcuno?"

"No." Si accigliò, poi si schiarì la gola. "Ho solo la sensazione che qualcuno mi stia seguendo da stamattina".

La mia gola si asciugò mentre la fissavo. "Giusto."

Mi guardò e i suoi occhi erano scuri.

"Che cosa?" Scattai.

"Penso che non dovrei lasciarti qui se ti voglio dalla mia parte." Sembrava pensierosa, il cipiglio era scomparso da tempo.

"Dalla tua parte?" Quasi esclamai, poi accesi il telefono perché avevo davvero bisogno di chiamare qualcuno. "Non sono dalla tua parte." 

"Si, lo sei." Disse. "Sai sicuramente qualcosa su Rena. È viva. E dobbiamo salvarla."

Mi fermai e la guardai. Era sorprendente perché sembrava genuina. "Blake non pensa che tutto ciò sia vero."

"Ed è per questo che dobbiamo mostrargli questo video." Insistette e poi, senza aspettare che dicessi nulla, si voltò. "Andiamocene da qui."

Stavo per annuire perché neanche io ero favorevole a restare qui, quando sentii un rumore strascicato proprio dietro di me.

Urlai e mi girai, con gli occhi spalancati quando vidi lo schermo del computer prendere vita ancora una volta, con lo stesso video riprodotto che Alexis voleva mostrarmi.

"Ma che cazzo?" Sussurrai, muovendo il mouse. Mi guardai oltre verso Alexis, che mi era già passata accanto. "Le luci sono spente." 

"Le luci sono spente." Ripetè le mie parole, lo sguardo allarmato e fisso sullo schermo del computer.

"Sì." Sibilai. "Perchè?" Indicai lo schermo e il video in riproduzione. "Com'è che funziona ancora allora?"

Al momento giusto, un forte tonfo risuonò proprio dietro di noi. Proveniva dai numerosi scaffali che portavano solo all'oscurità.

"C'è qualcuno qui," sussurrai spaventata, senza nemmeno rendermi conto di aver in qualche modo afferrato il braccio di Alexis finché lei non mi diede una sberla sulla mano. "Oh cazzo."

"Quanto sei brava a correre?" Me lo chiese, e non stava nemmeno andando fuori di testa come me. Dio, come ci si sente ad essere così fighe?

"Non lo so", Sussurrai.

"Beh, non ho niente con cui combattere." Dichiarò molto casualmente, guardandosi intorno. "Avevo solo un coltello a serramanico e l'ho dato a te."

"Oh, puoi averlo indietro-"

Un altro forte tonfo mi interruppe, i libri cadevano a distanza e sia io che Alexis ci irrigidimmo. Non potei fare a meno di notare quanto fosse più vicino a noi adesso.

C'era solo silenzio allora, un silenzio angosciatamente teso, mentre fissavamo davanti a noi.

"Va bene allora," Sussurrò Alexis.

I miei occhi fissarono lo schermo del computer e il video continuava a riprodurre. Mostrava una stanza. Una stanza buia e compatta, molto simile alla cantina in cui avevo visto Blake l'ultima volta. Ma questa sembrava fangosa e vecchia, quasi dimenticata. Sembrava un posto orribile in cui trovarsi.

L'unica fonte di luce lì dentro, mentre guardavo, era la minuscola luce della torcia, che rotolava per terra. E la stanza era vuota mentre la telecamera si muoveva.

Era troppo inquietante, cazzo.

"Cos'è quel posto?" Strinsi i denti, il mio sguardo ancora fisso sullo schermo del computer.

Alexis non disse niente.

L'angolazione della telecamera cambiò e quindi la stanza nel video non era più così vuota.

No, perché ora c'era un pilastro di cemento consumato proprio nel mezzo, che partiva dal pavimento cementato e terminava al soffitto scuro. E qualcuno ci era legato.

Una ragazza con i capelli color paglia. Bionda. Capelli lunghi e sporchi. E lei sembrava così fragile.

Rena. I miei occhi si spalancarono. "Oh no."

"E qui è quando corriamo." Sentii Alexis e la vidi tirare il cavo del computer prima di afferrarmi il braccio.

"Cosa- il video!" Ansimai.

Mi tirò il braccio e credetti di aver visto l'ombra di una figura -o le figure- in piedi a pochi metri da noi nello stesso momento in cui lo fece lei.

"Dimmi," Sussurrò a bassa voce. "Il tuo ragazzo si incazzerà se ti fai male, anche solo un po'?"

"Io...no...cosa?"

"Prendi il coltello. Usalo se necessario. Cerca di non farti uccidere."

"O possiamo semplicemente correre?" Suggerii in un sussurro ancora più basso.

Alexis si alzò in piedi. "Oh, non credo che sarebbe così facile."

Non si sbagliava dato che nello stesso istante vidi una delle figure correre verso di noi. Molto veloce.

Alexis si fece avanti e io mi dimenai per prendere il coltello nella mia giacca. "Cazzo, cazzo, cazzo." E così, sembrava che sarei potuta morire quella notte.

Ma chi erano queste persone? Cercavano Alexis o me? O stavano cercando quel video? Quelli che avevano rapito Rena?

Il ragazzo apparve, indossava un cappuccio identico come gli altri con lui, e guardai con la coda dell'occhio mentre Alexis ne afferrò uno e gli tirò un pugno in faccia. Che in qualche modo evitò e restituì.

Finalmente, finalmente trovai il coltello a serramanico e lo tirai fuori.

E poi all'improvviso, la sedia su cui ero stata seduta venne scagliata dall'altra parte della biblioteca, e c'era un altro ragazzo incappucciato proprio di fronte a me, che apparve letteralmente dal nulla. Penso di aver urlato.

"Colpiscilo!" Urlò Alexis da qualche parte dietro di me, troppo impegnata ad afferrare l'altro ragazzo in una presa alla testa.

"Stai indietro!" Puntai il coltello verso l'uomo enormemente muscoloso. Sembrò fermarsi per un secondo solo prima di balzare su di me con una velocità così assurda, rischiando anche di essere colpito in faccia, se non avessi fatto un passo indietro in tempo, stringendo il manico del coltello nel pugno, prima di oscillare in avanti. "Fottuto stronzo!"

Ci fu un grugnito di dolore che non proveniva da me. E mentre indietreggiavo barcollando con il coltello ancora in mano, il tizio incappucciato non mi seguì perché era troppo occupato a tenersi il braccio. Il suo braccio sanguinante.

"Oh no." Penso di essere in iperventilazione.

Per fortuna, Alexis intervenne in tempo, afferrandomi frettolosamente e correndo verso le porte di uscita.

Era ancora buio pesto e sarei quasi caduta due volte con la faccia se Alexis non mi avesse trascinato con lei. I passi ci seguirono e mi venne dato solo un rapido avvertimento di "Spostati!", prima che uno spesso libro rilegato in pelle volasse dritto verso di me, sopra di me, e colpisse il ragazzo dietro di me proprio in faccia.

Alexis ed io ci spingemmo oltre le porte e scappammo.

E non mi voltai indietro. Neanche una volta.

•••••

C'era una grande luna piena nel cielo quando tornai al mio appartamento. Non c'era nessun ragazzo o ragazza incappucciata che cercò di raggiungere, me e Alexis, dopo l'incidente in biblioteca. E stavo tremando -per il freddo o per i nervi, non lo sapevo - quando aprii la porta d'ingresso e mi chiusi in camera da letto.

Era stato molto assurdo per un secondo lì. Come mai la mia vita non era normale, nemmeno un po' come tutti gli altri?

Era quel video. Qualcosa su quel video. Alexis era stata inseguita da quegli uomini. E Rena era davvero viva.

Dio, le cose non potevano davvero diventare più complicate di così, vero?

Mi sedetti sul letto e misi da parte il mio trench, portandomi le mani al viso e strofinandomi stancamente.

Dormi, dormi, dormi. Avrei dovuto dormire. Nova dormiva già nella stanza accanto. Chicken lo stava già facendo sul divano quando arrivai. E non, realizzai, non volevo più pensarci.

Così mi alzai, mi assicurai ancora una volta che la porta della mia camera da letto fosse chiusa a chiave e non mi degnai nemmeno di accendere le luci prima di togliermi le scarpe.

Dormirò e per il momento dimenticherò tutto questo. Poi, quando mi sarei svegliata, avrei pensato a qualunque cosa mi abbia detto Alexis. Del video che avevo visto su quel computer della biblioteca. Di tutto questo. E forse poi-

Ci fu un colpo alla mia finestra e urlai.

"Fanculo!" Espirai, con la mano sul cuore mentre fissavo la finestra e il viso proprio dietro il vetro. "Vaffanculo, Caden! Che diavolo?" 

Era lui, mi resi conto avvicinandomi alla finestra, tirandola su. Proprio qui, parzialmente inzuppato con occhi verdi, curiosi su di me.

"Cosa stai facendo qui?" La mia voce suonava molto peggio di come mi sentivo in quel momento. E il mio cuore...Dio, perché tutto doveva sempre farmi fare fottuto salto per la paura?

"Divertente da parte tua chiederlo." Disse e si sollevò prima di scivolare dentro. Mi feci da parte prima di chiudere la finestra dietro di lui, assicurandomi di chiudere a chiave anche quella.

Sbirciai fuori. Le strade erano tutte vuote. Bene.

"Ho sentito," disse, passandosi una mano tra i capelli fradici e spingendoli indietro. "che siamo stati insieme oggi."

"Davvero?"

Lo sguardo di Caden mi scrutò da cima a fondo prima di socchiudere gli occhi verso di me.

"Non siamo...stati insieme." Quasi mi morsi la lingua, sussultando. Alex, pensai. Perché Alex?

"Sì." Disse. "O sarei sicuro del perché sei bagnata fradicia in questo momento."

Sospirai e mi spostai pigramente verso il mio letto, infilandomi il dolcevita bianco. "Te l'ha detto Alex?"

"Sì. Aveva la sensazione che stessi facendo qualcosa che non avresti dovuto fare."

Quando mi voltai, Caden aveva in mano una delle mie piccole tele, le sopracciglia alzate insieme mentre la fissava.

"Che cosa dovrebbe significare?" borbottai, tirando fuori i miei calzini.

"Non l'hai finito." Indicò il dipinto in mano incompiuto, prima di aggiungere: "Significa che stavi facendo qualcosa di stupido."

Scossi la testa e mi strofinai gli occhi. Le mie mani erano fredde. Ogni centimetro di me era freddo. Ed ero ancora nervosa per quello che era successo in biblioteca. Avevo pugnalato un uomo al braccio senza nemmeno volerlo.

"Allora," Caden ruppe di nuovo il silenzio. "Dov'eri?"

Scuse, scuse. Ma poi pensai, non dovevo davvero trovare delle scuse solo perché ero esausta.

"È una lunga, lunga storia." Lo guardai di striscio. "Una che richiederebbe dettagli. E sono stanca, Caden."

Mi fissò e un angolo delle sue labbra si alzò in un lento sorrisetto. I miei occhi guizzarono involontariamente verso la sua maglietta nera, attaccati così spudoratamente al suo petto, e tutto ad un tratto stavo pensando a tutto tranne che dormire.

Ma poi Caden rovinò il momento, perché, beh, questo era Caden.

"Ho tutta la notte." Disse, tirando fuori la sedia della mia scrivania e sedendosi proprio di fronte a me.

Ugh. "Ho detto che sono stanca."

Il sorriso che mi fece era diabolicamente consapevole. "E ho detto che ho tutta la notte, Anderson." Così fottutamente testardo. "Prima parli, prima ti toglierò quei vestiti."

Un accordo. Ugh.

"Va bene," mormorai, dandogli un'occhiataccia e incrociai le braccia.

E così gli raccontai tutto quello che era successo, dall'inizio, da quando avevo visto Alexis e fino alla fine, quando eravamo scappate dalla biblioteca inquietante.


S/A.

Rena è viva.

Skylar lo sarà dopo aver confessato tutto a Caden? 😵‍💫

Lasciate un voto e un commento, se vi è piaciuto! ❤️👽

A presto, Xx

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