⁝ 𝐀𝐔𝐓𝐇𝐎𝐑'𝐒 𝐍𝐎𝐓𝐄/
Buonsera, 𝒎𝒚 𝒅𝒆𝒂𝒓 𝑷𝒍𝒂𝒚𝒆𝒓𝒔! ♡
Vorrei postare questa fanfiction ogni domenica, ma questa settimana ho avuto una fiera cosplay e non ci sono riuscita... e temo che nemmeno alla prossima riuscirò, tornerò a casa giovedì mattina e finalmente finirò il mio trasloco! ♡
Forse, riuscirò ad essere più stabile anche con questa fanfiction la settimana prossima, vedremo! ♡
Detto ciò, lascio qui il secondo capitolo, buona lettura e buon inizio settimana, 𝑷𝒍𝒂𝒚𝒆𝒓𝒔! ♡
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― 𝐾𝐼𝑇𝑇𝑌 𝐶𝐴𝑇 ―
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Nashira alza gli occhiali da sole scuri come il suo costume, indossati solo ed esclusivamente per cercare di nascondere i suoi occhi ancora assonati, appoggiandoli sopra alla testa; testa che non ha intenzione di darle tregua perché sfortunatamente per lei, stanotte non è riuscita a dormire come sperava.
Il letto non è dei più comodi e ad un certo punto della notte, nonostante i tappi per le orecchie che indossava, è sicura del fatto che qualcuno abbia tentato di aprire la sua porta ma lei, per precauzione, è riuscita a spostare uno degli armadi davanti all'entrata, impedendo alla persona di aprire la porta; non ci vuole di certo un genio per capire chi fosse quella misteriosa presenza.
Vorrebbe chiedere al Cappellaio di cambiare stanza ma una di parte di lei sa benissimo che questa richiesta non verrà mai accolta ma almeno un tentativo potrebbe farlo, tentar non nuoce.
Almeno non ha game in programma per ancora circa tre giorni, può quindi rimanere in stanza a riposare dopo aver concluso la sua colazione, una delle poche note positive.
Avrebbe potuto risposarsi ma il suo stomaco non era della stessa opinione, quindi ha deciso di alzarsi comunque per mangiare qualcosa.
Alza lo sguardo mentre sorseggia stancamente il suo cappuccino, trovandosi da sola seduta in quel tavolino del bar.
Avrebbe tanto voglia di fare amicizia, ma essendo un militante, molto spesso le persone non si avvicinano a lei... e lei stessa ha sempre una leggera ansia nel iniziare una conversazione con qualcuno che non conosce.
Troppa la paura di infastidire qualcuno, di risultare pensante, figuriamoci quando è qualcuno che nemmeno conosce.
Sospira pesantemente, appoggiando la tazza sul tavolino, voltandosi per osservare la piscina quasi completamente vuota, ci sono solo alcune persone mattiniere sedute sul bordo della piscina mentre parlano serenamente e molto pacatamente, uno spettacolo molto raro considerando che la piscina solitamente è sempre piena di persone fin troppo rumorose ed ubriache.
La mattina è la parte della giornata più tranquilla, serena, dove regna la pace, infatti, Nessie adora iniziare la giornata in questo modo.
Le persone sono troppo stanche per alzarsi presto o anche solo per scendere a consumare il primo pasto - che si dovrebbe fare - della giornata, diversi membri della spiaggia nemmeno si presentano per fare colazione, passano direttamente al pranzo.
«Ho saputo che alcuni membri esecutivi possono scegliersi i game a cui partecipare!»
«Ho sentito anch'io questa cosa! A quanto pare, grazie alla teoria delle probabilità, riescono a determinare il segno di un game... che fortuna! Vorrei tanto diventare un dirigente!»
La conversazione di due ragazze appoggiate al bancone del bar attira la sua attenzione in un'istante.
Diventare un membro esecutivo - o almeno, provarci - rientra nei suoi piani di lavoro ma scoprire che alcuni di loro possono addirittura scegliersi i game... è un vantaggio non da poco e decisamente molto allettante.
Oltretutto, i primi numeri, hanno anche il privilegio di poter chiudersi in stanza a chiave, aumentando la sua voglia di lottare per avere uno di quei posti esclusivi.
Peccato che la conversazione delle ragazze alle sua spalle viene interrotta, distratte da qualcosa o da qualcuno.
Sbuffa di nuovo, togliendosi gli occhiali da sole che le si stavano impigliando fra i capelli, imprecando silenziosamente ed a denti stretti.
Cerca di pulire le loro lenti con il pareo, sentendo una presenza alle sue spalle che però non attira così tanto la sua attenzione dal distrarla.
«Buongiorno, Gattina.»
Nessie sussulta per la voce roca alle sue spalle che riconoscerebbe fra mille, gli occhiali che le scivolano fra le dita, ricadendo sul tavolo per la sorpresa, cosa che ha fatto sogghignare divertito il ragazzo alle sue spalle mentre il cervello della ragazza si prepara psicologicamente a dover affrontare l'ennesima discussione con lui, molto controvoglia: «Ti ho già detto che odio quando qualcuno mi arriva alle spalle... e poi da quando sei uno mattiniero, tu?»
«Ero solo venuto a salutare.» - Risponde il moro, prendendo una sedia dal tavolino accanto per portarla - senza nemmeno alzarla ma trascinandola - accanto a lei, sedendosi in modo sgraziato: «Per la tua gioia, sono di pattuglia fra poco.»
La ragazza prova a ricomporsi, fingendo che gli occhiali non le siano appena scivolati di mano: «Se sei venuto a salutare, non vedo il motivo di sederti al mio stesso tavolo.»
Nessie si riappoggia gli occhiali sopra alle testa, afferrando la tazza ed iniziando a giocherellare con il cucchiaino presente all'interno della sua tazza, mescolando il suo cappuccino.
Niragi - con il ghigno che non ha nessuna intenzione di abbandonare il suo volto - appoggia il fucile sul tavolo, facendo sobbalzare la ragazza a causa del rumore che l'impatto ha causato.
Questo ragazzo è fin troppo rumoroso per i suoi gusti e riesce ad esserlo in qualsiasi contesto, a quanto sembra.
La mora alza gli occhi al cielo, prevedendo già qualsiasi tipo di stupidaggine che uscirà dalla sua bocca.
«Non vedo nessun divieto con su scritto "Non parlare con Nashira".»
«Lo avresti fatto comunque, nemmeno un cartello ti avrebbe fermato.»
La risata che emette Niragi è squillante, potente, così tanto da rompere la tanto amata e bramata quiete che la ragazza voleva e desidera tuttora.
Nessie prende un respiro lungo e profondo prima di continuare quella conversazione non gradita ma che, a quanto pare, lui sentiva il bisogno di iniziare, infuriata più che mai per la tentata intrusione nella sua dimora avvenuta nemmeno dodici ore fa: «Visto che ormai sei qui ed a quanto vedo non hai nessuna intenzione di schiodarti... ti faccio una domanda. Tu credi che io sia una scema?»
«Certo che no, Principessa.»
«So perfettamente che hai tentato di aprire la porta della mia stanza stanotte.»
Niragi inclina la testa di alto, alzando una gamba ed appoggiandola sopra al bracciolo della sedia, emettendo una flebile risata, compiaciuto e soddisfatto: «Ero preoccupato per te, insomma, una docile gattina chiusa in stanza, al buio e tutta sola.»
«Azzardati a tentare di entrare di nuovo nella mia stanza e ti giuro che ti strappo i capelli uno ad uno.»
«Sei sempre così adorabile, Gattina.»
Rimbecca Niragi con tono ironico ma la mora - non incline ai suoi giochetti - si volta furiosa verso di lui, alzandosi in piedi di scatto, spostando la sedia e producendo un forte rumore, incurante del fatto che qualcuno l'abbia sentita e si sia voltato per osservarla.
Si sfila un coltello che tiene in uno dei foderi attaccato al costume, infilando la lama dentro al tavolino che scivola piano al suo interno in un lento segno di minaccia che, ovviamente, non passa inosservato al moro davanti a lei, ancora seduto e molto soddisfatto della sua reazione: «Non sto scherzando, Niragi. Stai alla larga dalla mia stanza... e vedi di piantarla con questo "Gattina".»
«Ti chiamo "Gattina" perché tiri spesso fuori gli artigli.» - L'apostrofa Niragi, puntando il dito contro la lama del suo coltello, ancora conficcato dentro al tavolino del bar, con la voglia sbeffeggiarla ancora: «Specialmente quando sei con me... mi chiedo il perché, sono una persona così deliziosa.»
«Delizioso quanto uno yogurt scaduto da sei mesi.»
Niragi si alza in piedi, colpendo il tavolino con la mano, producendo uno schianto di intimidazione e cercando di mascherare la sua espressione irritata con un ghigno derisorio mentre la sua figura, molto più alta rispetto a quella della ragazza, la sovrasta ma Nessie rimane ferma, in attesa che lui incomba su di lei con la sue presenza: «Prima di darmi dello yogurt scaduto, dovresti assaggiarmi, non lo pensi anche tu, Gattina?»
Ness gli sbuffa in faccia in modo sarcastico, sollevandosi qualche ciuffo scuro, stringendo le dita che tengono ancora in mano il suo coltello, contando mentalmente fino a cinque per cercare di controllare l'ira che sta montando dentro di lei: «Preferisco masturbarmi.»
Un vago sorriso divertito appare sulle labbra di Niragi che inclina il mento verso di lei, i capelli neri che le sfiorano il viso, solleticandolo per poi fare un passo in avanti per indurla ad indietreggiare ma lei non lo fa, rimanendo immobile e stoica nella sua posizione iniziale: «Potrei darti una mano, Dolcezza.»
«Non vedo in che modo.»
«Sono convinto di essere meglio io di un cazzo di gomma, Principessa.»
«Forse prima di giudicarlo... dovresti provarlo, non lo pensi anche tu, Niragi?»
Gli risponde con tono iroso e senza nemmeno aspettare che Niragi le risponda, già abbastanza soddisfatta dell'espressione di semi ira che è riuscita a smuovergli, alza il coltello, liberando il tavolo da quella pressione ed allontanandosi di qualche passo, pronta ad andarsene ma Niragi le afferra un polso e la spinge di nuovo verso di lui, lo sguardo corrugato e la presa sul suo polso che si stringe sempre di più: «Non ti conviene fare la spiritosa con me, Bambolina.»
«Anche a te non conviene fare lo stronzo con me, eppure, eccoci qui entrambi.» - Ribecca lei acidamente, liberandosi dalla sua presa con uno strattone, fissandolo negli con occhi con furia e pronta ad usare il suo coltello se necessario.
Fa parte dei militanti per un motivo, dopotutto.
«Sai... tu mi confondi le idee... non capisco se trovo questo tuo modo di fare irritante o... tremendamente eccitante.» - Risponde prontamente lui, leccandosi le labbra e godendosi l'espressione disgustata della ragazza davanti a lui, in piedi mentre incrocia le braccia al petto, seccata da questa conversazione.
Nessie lo osserva mentre si slancia per riprendersi il fucile, ancora riposto sul tavolino, appoggiandoselo sulle spalle finché un pensiero non la colpisce dritta in faccia come uno schiaffo.
Non ha mai usato un'arma da fuoco.
Forse dovrebbe iniziare, chiedere a qualcuno qui di insegnarle ad utilizzarle, potrebbe pur sempre tornarle utile imparare ad un usare un'arma nuova, specialmente in un posto in cui devi partecipare a dei giochi mortali per sopravvivere.
Niragi alza un sopracciglio, lanciando un'occhiata al suo fucile per poi tornare a fissare gli occhi scuri e pensierosi di lei: «Come mai guardi la mia bambina in quel modo?»
Ness scuote leggermente la testa come se fosse ritornata al presente dopo quella frase, tossendo e cercando di drizzarsi con la schiena: «Non posso? Sei forse geloso del tuo fucile?»
«Normalmente dico di sì ma... per te potrei fare un'eccezione.»
Nessie alza gli occhi al cielo, ammorbidendo le braccia e riponendo il suo coltello dentro al fodero finché lui non continua con il suo discorso.
«La vuoi toccare?» - Le chiede usando un tono di casualità, avvicinandosi a lei di mezzo passo in avanti, osservando attentamente il corpo di Nessie come se volesse imprimerselo nella mente, quel bacino chiuso in quel pareo trasparente, nero come il resto del costume che indossa, sogghignando compiaciuto per lo spettacolo.
Ness abbandona la sua solita posa per incrociare nuovamente le braccia al petto e piegare un ginocchio, esclamando con tono critico ed annoiato: «Tu non fai toccare a nessuno il tuo fucile, come mai questa novità, ora?»
«Ma tu non sei "nessuno", Nessina.» - Ammette con una scrollata di spalla, continuando ad osservare quel corpo così vicino al suo, incurante del fatto che lei lo stia fissando, anzi, a dire la verità, nemmeno gli importa di essere "scoperto" nel suo intento.
Nashira rotea gli occhi per la frase sdolcinata, così poco da lui, che le ha appena rivolto e Niragi sbuffa divertito nel vedere che lei non gli creda nemmeno un po'; sempre così diffidente nei suoi confronti.
«Bella questa battuta, cosa dirai prossimamente? Che vuoi farti i capelli biondi?»
«Arriverà il giorno in cui sarai tu stessa ad entrare nella mia stanza per toccare il mio fucile.»
«Certo... succederà proprio stasera... nei tuoi sogni, Niragi.»
E con questa frase, si volta, pronta ad andare dal Cappellaio per chiedergli di cambiare stanza, non vuole vivere a contatto con quell'uomo un secondo di più, anche se teme che sarà costretta nel continuare a farlo.
Niragi la osserva, sorridendo per il modo in cui si allontana da lui tutta indispettita, preparandosi per il sua mattinata di pattuglia come se niente fosse... attendendo il momento in cui la incontrerà per stuzzicarla di nuovo.
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